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Raffaele De Rosa Unitre Soletta 18.3.2016 1 I popoli dell’Italia antica Sardegna, Toscana
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I popoli dell’Italia antica

Nov 15, 2021

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I popoli dell’Italia

antica

Sardegna, Toscana

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Gli Etruschi

Gli Etruschi furono un popolo dell'Italia antica di origine incerta che si

svilupparono tra il X e l’VIII sec. in un’area geografica chiamata Etruria,

corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria fino al fiume Tevere e al Lazio

settentrionale.

Successivamente si espansero a nord nella zona padana (attuali Emilia-

Romagna, Lombardia sud-orientale e parte del Veneto meridionale) e a sud fino

in Campania.

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Gli Etruschi

Nella loro lingua si chiamavano Rasenna o Rasna,

Per i Greci erano Tyrr(s)henoi "Tirreni" discendenti dell’eroe Tyrrhenus, antico

principe della Lidia, oggi nella Turchia occidentale (leggenda raccontata dallo

storiografo greco Erodoto nel V sec. a. C.);

I Latini li chiamavano Etruschi /Tusci.

Lat. Etruria < umbro *etro-rousia “l’altro paese” (Pellegrini 1990, 89).

Lat. Etruscus < etrusco Turskum/Tuscom “campagna” (Pellegrini 1990, 77),

cfr. Toscana, Tuscia e Tuscania/VT (NDI 402, 409).

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Gli Etruschi

Sull'origine degli Etruschi ci sono tre diverse tesi:

la prima, di Erodoto, che sostiene la provenienza orientale (Lidia); questa

teoria è confermata da alcune analisi condotte sul DNA su una parte della

popolazione toscana e sulla razza dei buoi simile a quella ancora esistente

in Anatolia;

la seconda, di Dionigi di Alicarnasso (I sec. a. C.), sostiene l'autoctonia

degli Etruschi

la terza, dello storico Latino Tito Livio (I sec. a. C.), sostiene la provenienza

settentrionale.

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Gli Etruschi

Nella civiltà etrusca, nata dalla cultura villanoviana tra il XI e l’VIII, hanno

lasciato la propria impronta in particolare i commercianti orientali e i coloni greci

che approdano nel Meridione d'Italia nell'VIII secolo a.C.

L'alfabeto stesso adottato dagli Etruschi è chiaramente un alfabeto di matrice

greca, e l'arte etrusca è influenzata dai modelli artistici dell'arte greca.

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Gli Etruschi

Gli Etruschi erano organizzati in città-stato e si riconoscevano in una

federazione di 12 popoli: Caisra (Cerveteri), Clevsi (Chiusi), Tarchuna

(Tarquinia), Vei(s) (Veio), Velch (Vulci), Vetluna (Vetulonia), Pupluna

(Populonia), Velathri (Volterra), Velzna (Orvieto), Curtun (Cortona), Perusna

(Perugia), Aritim (Arezzo).

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Gli Etruschi

La città etrusca veniva fondata dapprima tracciando con un aratro due assi

principali fra loro perpendicolari, detti cardo (nord-sud) e decumano (est-ovest),

in seguito dividendo i quattro settori così ottenuti in insulae (dal latino, isole),

tramite un reticolo di strade parallele al cardo e al decumano.

Le città sono spesso cinte da mura (anche ciclopiche).

Le porte di ingresso alla città inizialmente erano delle semplici architravi, ma a

partire dal V secolo a.C. le porte assunsero caratteristiche imponenti a forma di

arco, costruite incastrando a secco tra loro enormi blocchi di tufo, a loro volta

inseriti nelle mura.

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Gli Etruschi

L'apogeo dell'espansione etrusca fu toccato a metà del VI secolo a.C.; nella

battaglia di Alalia del 540 a.C. sconfissero, assieme ai Cartaginesi, i Focesi di

Marsiglia.

In questo periodo, gli Etruschi riuscirono a stabilire la loro egemonia su tutta la

penisola italica, sul Mar Tirreno e, grazie all'alleanza con Cartagine, sul

Mediterraneo Occidentale.

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Gli Etruschi

Sotto la dinastia etrusca dei Tarquini (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il

Superbo, ultimi re di Roma, 616-509 a.C.) ) furono intraprese grandi opere

pubbliche, tra cui acquedotti, mura cittadine, sistemi fognari e immensi templi,

come quello dedicato a Giove, Giunone e Minerva sul Campidoglio.

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Gli Etruschi

Le città-stato etrusche erano autonome, cioè indipendenti.

Fu proprio la loro mancanza di unità la causa della loro decadenza: le città del Nord furono conquistate dai Celti;

Quelle del Sud furono conquistate dai coloni della Magna Grecia e dai Sanniti e quelle del centro caddero una dopo l'altra sotto il dominio di una nuova potenza che stava cominciando ad affermarsi nel Lazio: Roma.

L'indipendenza amministrativa dei centri etruschi terminò con la "Lex Iulia" dell'89 a.C. che riconobbe definitivamente la cittadinanza romana alle città etrusche,

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Gli Etruschi

I Romani si avvalsero della cultura etrusca soprattutto per gli aruspici, i sacerdoti

capaci di interpretare il destino attraverso la lettura delle viscere degli animali,

del volo degli uccelli, e dei fulmini.

Inoltre i maestri degli alunni romani furono etruschi e greci, considerati i più colti.

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Gli Etruschi

La donna nella società etrusca, diversamente dalla donna greca e in parte anche dalla donna romana, non si occupava solo delle attività domestiche.

Le iscrizioni di possesso femminile su oggetti d'uso, sotto un diverso profilo, dimostrano come la donna, nei ceti alfabetizzati (aristocratici, ma anche scribi e vasai), sapeva leggere e scrivere.

Si ritiene che la donna fosse anche titolare di attività economiche e potesse ricoprire anche il ruolo di sacerdotessa.

Le donne dell'aristocrazia partecipavano ai banchetti, sdraiate accanto agli uomini o sedute su un trono a fianco del letto, e tale partecipazione ne denota il ruolo nella società.

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Gli Etruschi

Alte cariche dello Stato etrusco:

Il Lucumone, re di ogni città-stato, più tardi sostituito dagli zilath;

L'Assemblea dei rappresentanti dei nobili, controlla le decisioni del

Lucumone;

Zilath, magistrati eletti annualmente in epoca più avanzata (riconducibili alla

carica dei pretori romani).

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Gli Etruschi

L'eleganza degli etruschi era proverbiale, il motto "vestire all'etrusca" fu in voga fra i romani per indicare grande raffinatezza.

Nell'abbigliamento etrusco, i principali tessuti erano la lana, generalmente molto colorata, e il lino, usato nel suo colore naturale.

Gli etruschi mostravano particolare interesse per le calzature, realizzate in cuoio o in stoffa ricamata.

Molto eleganti erano dei sandali con la punta all'insù dall'aspetto orientale. Il sandalo con base in legno aveva una snodatura al centro che permetteva di piegare il piede

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Gli Etruschi

L'ingrediente base per l'alimentazione etrusca fu per molto tempo la farina di

farro, un tipo di grano facilmente coltivabile.

Con la farina di farro venivano preparate pappe e farinate, bollite con acqua e

latte.

L'alimentazione degli etruschi prevedeva, oltre ai cereali, anche varie specie di

legumi, come lenticchie, ceci e fave.

Gli etruschi conoscevano inoltre la forchetta che veniva usata per tenere ferma

la carne mentre veniva tagliata.

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Gli Etruschi

La centralità della religione nella vita quotidiana emergeva soprattutto dal punto di vista ritualistico: si credeva che attraverso l'interpretazione di "segni"divini fosse possibile determinare la volontà degli dei. Tale interpretazione era compito delle figure sacerdotali, distinte in:

àuguri: sacerdoti che interpretavano la volontà divina attraverso lo studio del volo degli uccelli (pratica più comunemente diffusa fra i romani);

aruspici: sacerdoti che sapevano leggere le viscere (fegato e intestino) degli animali;

fulguratores: sacerdoti abilissimi (e per questo rinomati) nell'interpretazione dei fulmini.

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Gli Etruschi

I tre dei più importanti degli Etruschi erano: Tinia (che corrisponde a Zeus), la sua sposa Uni (Era) e loro figlia Menrva (Atena).

Altri dei importanti erano: Turms (Ermes), Fufluns (Dioniso) e Voltumna.

Oltre agli dei esistevano anche i demoni, che secondo la credenza etrusca si incontravano dopo la morte.

I principali sono: Charun (che corrisponde pienamente al Caronte dei greci), un demone che accompagnava le anime nell'aldilà ed è raffigurato alato, con una bocca simile a quella degli uccelli, con orecchie aguzze e armato di un martello. Un altro demone ostile è Tuchulcha: anch'esso è raffigurato con un becco, due ali e coperto di serpenti sulla testa. Una dea amichevole è invece Vanth.

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Gli Etruschi

L'etrusco è una lingua considerata dai più non indoeuropea, ma oggi alcuni linguisti la considerano almeno in parte derivata dalle lingue indoeuropee, in particolare da quelle dell'Anatolia, come il luvio.

Nel 1885 fu trovata, nell'isola greca di Lemno, in località Kaminia, la stele di Lemno risalente al VI sec. a. C., una doppia iscrizione incorporata nella colonna di una chiesa.

Tale iscrizione sembra testimoniare una lingua pre-ellenica in tutto simile a quella degli Etruschi.

Alcuni studiosi collegano l'etrusco anche alla lingua retica, parlata dai Reti nell'area alpina fino al III secolo.

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Gli Etruschi

Parole di origine etrusca sono populus, taberna e catena nonché termini del

linguaggio teatrale quali histrio (attore), subŭlo (suonatore di flauto), persona

("maschera" e poi anche ruolo attribuito al personaggio mascherato).

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I Sardi antichi

La civiltà nuragica dei Sardi antichi nacque e si sviluppò in Sardegna, abbracciando un periodo di tempo che va dalla piena età del bronzo (1800 a.C.) al II secolo a.C., ormai in epoca romana.

Fu il frutto della graduale evoluzione di preesistenti culture già diffuse sull'Isola sin dal neolitico, le cui tracce più evidenti giunte sino a noi sono costituite da dolmen, menhir e domus de janas “casa delle fate”, cioè sepolcri scavati nelle rocce.

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I Sardi antichi

Oltre alle caratteristiche costruzioni nuragiche, la civiltà degli antichi sardi ha

prodotto altri monumenti come i caratteristici templi dell'acqua sacra, le tombe

dei giganti, le enigmatiche sculture in arenaria di Mont'e Prama e delle

particolari statuine in bronzo.

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I Sardi antichi

Anticamente i geografi e gli storici greci tentarono di risolvere l'enigma dei misteriosi popoli costruttori di nuraghi.

Per loro la Sardegna era la più grande isola del Mediterraneo (in realtà è la seconda) e la descrivevano come una terra felice e libera, dove fioriva una civiltà ricca e raffinata e dall'agricoltura fiorentissima.

Nei loro resoconti i Greci parlarono di edifici favolosi che battezzarono daidaleia, dal nome del loro leggendario architetto Dedalo.

Secondo una leggenda fu lui a concepire il famoso labirinto del re Minosse a Creta, prima di sbarcare in Sicilia e trasferirsi successivamente in Sardegna, accompagnato da un gruppo di coloni.

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I Sardi antichi

La tarda età del Bronzo (1300-1100 a.C.) fu il periodo in cui nel Mar Mediterraneo si verificò un vasto movimento guerresco, descritto dettagliatamente nelle fonti egiziane e alimentato dai Popoli del mare, coalizione di popoli di navigatori-guerrieri che mise a ferro e fuoco il Mediterraneo scontrandosi più volte con l'Egitto dei faraoni e contribuendo alla scomparsa della civiltà micenea e ittita.

Secondo diversi studiosi, gli Shardana, una delle popolazioni più importanti di questa coalizione, sarebbero identificabili con le genti sardo-nuragiche.

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I Sardi antichi

Gli storici ritengono che la Sardegna nuragica avesse un'organizzazione di tipo

cantonale.

Tali entità erano probabilmente formate da varie famiglie (Clan) che obbedivano

ad un capo e vivevano in villaggi composti da capanne circolari con il tetto in

paglia, del tutto simili alle attuali pinnettas dei pastori barbaricini.

I villaggi si trovavano generalmente nelle vicinanze dei nuraghi e dei pozzi sacri.

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I Sardi antichi

I Bàlari derivavano presumibilmente dai portatori della cultura del vaso

campaniforme che si diffuse in Sardegna dall'Iberia e dal Sud della Francia fra il

III e il II millennio a.C. ed erano probabilmente di ceppo indoeuropeo.

Gli Iolèi o Iliesi/Iliensi (più tardi Diagesbei), identificati dagli scrittori antichi

come coloni greci o esuli troiani, sarebbero invece una popolazione autoctona,

presente sull'isola sin dal neolitico.

Nei Corsi (forse Liguri), stabiliti in Gallura sin dai tempi più remoti, viene

indicata l'etnia che produsse l'aspetto culturale detto gallurese ossia la cultura di

Arzachena. Durante il II millennio a.C., alla Corsica meridionale si estese la

civiltà nuragica con la conseguente costruzione di torri (civiltà torreana).

Occupavano l'estremità nord-orientale della Sardegna e la Corsica.

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I Sardi antichi

La struttura sociale era fortemente improntata su caratteri militari e religiosi.

In tale struttura teocratica - secondo gli studiosi - aveva un'importanza di rilievo la figura degli eroi fondatori quali Norax, Sardus, Iolaos e Aristeus, mitici condottieri ma allo stesso tempo considerati divinità.

È abbastanza plausibile ritenere che la società fosse strutturata come una società di capi, in cui l'egemonia di alcune famiglie all'interno della comunità era ben consolidata ed il potere, forse all'inizio attribuito con un sistema elettivo, probabilmente divenne stabile ed ereditario.

Le raffigurazioni dei bronzetti ci indicano chiaramente la presenza di capi-Re, riconoscibili perché molto spesso reggono un bastone borchiato ed hanno un mantello, interpretati come simbolo di comando.

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I Sardi antichi

Le diverse tribù nuragiche, per ingraziarsi le divinità e poter progredire, praticavano molto probabilmente una religione che collegava la fertilità dei campi, il ciclo delle stagioni, dell'acqua e della vita, con la forza maschile del Toro-Sole e la fertilità femminile dell'Acqua-Luna.

Si ritiene che vi fosse probabilmente una dea Madre mediterranea e un dio padre Babai, chiamato in epoca punica Sid Addir Babai e in epoca romana Sardus Pater.

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I Sardi antichi

La navigazione rivestì un ruolo molto importante presso gli antichi sardi.

Il ritrovamento di ancore risalenti all’epoca lungo la costa orientale confermano

che le imbarcazioni erano molto robuste e probabilmente gli scafi

raggiungevano una lunghezza di oltre i 15 metri.

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I Sardi antichi

Nel corso dei decenni sono state formulate varie ipotesi sulla lingua parlata dagli antichi Sardi in epoca nuragica.

Queste ipotesi sono basate principalmente sullo studio di quel che resta dell'onomastica pre-latina dell'isola.

Secondo una di queste interpretazioni linguistiche, l'antica parlata protosarda sarebbe da ascrivere alla famiglia delle lingue paleoispaniche (iberico, basco) mentre secondo un'altra, la cosiddetta lingua sardiana (o protosarda) sarebbe da confrontare piuttosto con quella etrusca.

Altre ipotesi teorizzano la coesistenza di più lingue indoeuropee e pre-indoeuropee nella Sardegna dell'età del bronzo.

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I Sardi antichi

sardo: aurri (carpino nero); basco: aurri (nome di albero)

sardo: bitti (agnellino); basco: bitin (capretta)

sardo: golosti (agrifoglio); basco: gorosti (agrifoglio)

sardo: sgiàgaru (cane); basco: zakur (cane)

sardo: mògoro (altura); basco: mokor (zolla, tronco)

sardo: òspile (piccolo chiuso); basco: ospel (luogo ombroso)

sardo: orri, orrui; basco: orri (ginepro)

sardo: usai, useis; basco: usi (bosco)

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I Sardi antichi

Tracce delle lingue paleosarde prelatine si trovano soprattutto nei nomi di luogo

della Sardegna e in alcune parole presente nel Sardo moderno (che invece è di

origine latina):

CUC-: cùcuru, cucurinu “cima di un monte, cocuzzolo, punta sporgente”,

cfr. basco kukurr “cresta del gallo”;

GON-: Gonone, Gologone, Goni, Gonnesa, Gonnosnò “altura, collina,

montagna”, cfr. greco eolico gonnos “colle”;

NUR-/'UR-: sardo ant. nurake → nuraghe/nuraxi, Nurra, Nora “mucchio

cavo, ammasso”;

giara “altopiano”, muvara/muvrone “muflone”, toneri “tacco, torrione”,

garroppu “canyon”, chessa “lentischio”;

thilipirche “cavalletta”, thilicugu “geco”, thiligherta “lucertola”, tzinibiri

“ginepro”, thirulia “nibbio”;

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I Sardi antichi

Cuccureddu, Cala Gonone, Giara di Gesturi, muflone, ginepro, gorroppu,

lentisschio, nibbio