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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA HANDOUT DELLA TESI DI LAUREA IN PSICOLOGIA DEI PROCESSI COGNITIVI “LEI HA QUALCOSA CONTRO I NEGRI?” STUDIO SPERIMENTALE SU UMORISMO E PREGIUDIZIO RAZZIALE Relatore: Laureando: Chiar.ma/a Prof.ssa Bianchi Ivana Cori Valerio ANNO ACCADEMICO 2011/2012
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HANDOUT TESI - VALERIO CORI

Feb 04, 2023

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Page 1: HANDOUT TESI - VALERIO CORI

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MACERATA

FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA

HANDOUT DELLA TESI DI LAUREA IN

PSICOLOGIA DEI PROCESSI COGNITIVI

“LEI HA QUALCOSA CONTRO I NEGRI?”

STUDIO SPERIMENTALE SU UMORISMO E PREGIUDIZIO

RAZZIALE

Relatore: Laureando:

Chiar.ma/a Prof.ssa Bianchi Ivana Cori Valerio

ANNO ACCADEMICO 2011/2012

Page 2: HANDOUT TESI - VALERIO CORI

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Handout

Nella presente ricerca ho messo in relazione il tema centrale dell’umorismo, nello specifico

l’umorismo razziale, con il tema del pregiudizio.

Ho misurato l’effetto di una serie di barzellette a sfondo razziale sulla dimensione implicita del

pregiudizio. Mi sono servito di alcuni strumenti di supporto di carattere, teorico e pratico. Il

modello delle funzioni sociali dell’umorismo (Martineau, 1972) e gli stili umoristici (Martin, 2007)

sono gli strumenti di carattere teorico; lo IAT (Implicit Association Test) è lo strumento di carattere

pratico. Attraverso gli strumenti teorici ho potuto disegnare l’esperimento che è stato condotto nella

presente ricerca. Dalla combinazione di 3 variabili ho elaborato otto condizioni in cui l’umorismo

veniva prodotto e doveva essere valutato dai soggetti. Le variabili erano: NARRATORE, TARGET,

PUBBLICO. Le otto condizioni erano caratterizzate da un narratore, di pelle bianca o nera, che

raccontava barzellette, sui bianchi o sui neri, di fronte ad un pubblico misto o appropriato (in

corrispondenza dello stile). La variabile PUBBLICO è definita in funzione dello stile: quando il

pubblico era misto lo stile era aggressivo, quando il pubblico era appropriato rispetto al target della

barzelletta lo stile era affiliativo (pubblico di soli bianchi per barzelletta sui neri e viceversa).

L’esperimento doveva svolgersi in tre fasi:

- Fase 1 : somministrazione dello IAT, pre-test (IAT1)

- Fase 2 : valutazione delle barzellette in una delle 8 condizioni per soggetto

- Fase 3 : ripetizione dello IAT, post-test (IAT2)

Mi sono potuto servire del modello delle funzioni sociali dell’umorismo di Martineau (1972) grazie

al quale ho potuto effettuare le seguenti ipotesi sugli effetti che le otto condizioni in cui le

barzellette venivano presentate avrebbero avuto sui punteggi IAT, nei pre-test e nei post-test. Di

seguito sono schematizzate le ipotesi. (TABELLA1)

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Condizioni:

Narratore Target Pubblico

Valutazione umorismo

(denigrazione/apprezzamento

ovvero

offensivo/simpatico)

Punteggi preferenza etnia

(IAT pre-test/post-test)

BBM

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1, IAT2 < IAT1

BNM

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1

NBM

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1, IAT2 < IAT1

NNM

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1

BBN

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1, IAT2 < IAT1

BNB

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1

NBN

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1, IAT2 < IAT1

NNM

Simpatico IAT2 ≥ IAT1

Offensivo IAT2 ≥ IAT1

Tabella 1 - Ipotesi valutazioni barzellette e differenze tra post-test (IAT2) e pre-test (IAT1)

Page 4: HANDOUT TESI - VALERIO CORI

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Il campione in esame era composto da soli soggetti bianchi, 64 soggetti tra studenti e docenti

dell’Università degli Studi di Macerata hanno partecipato all’esperimento. Ai soggetti veniva

chiesto di effettuare uno IAT (pre-test) al PC, poi veniva chiesto loro di valutare 10 barzellette

(contenute in una presentazione in power point) attraverso un’apposita scheda di valutazione in

formato cartaceo, infine veniva fatto ripetere lo IAT una seconda volta (post-test). Le presentazioni

in power point raffigurano le otto condizioni. In ognuna delle diapositive era presente l’immagine

del narratore, una raffigurazione stilizzata del pubblico e la barzelletta. Ogni soggetto era chiamato

a valutare le barzellette, in una sola delle otto condizioni, come offensive o simpatiche.

Di seguito alcuni esempi delle diapositive.

Figura 1 - Una barzelletta con target "bianchi" nella

prima condizione

Figura 2 - La stessa barzelletta nella terza condizione

Figura 3 - Ancora la stessa barzelletta nella quinta

condizione

Figura 4 - La stessa barzelletta nella settima condizione

Page 5: HANDOUT TESI - VALERIO CORI

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Figura 5 -Una barzelletta con target "neri" nella

seconda condizione

Figura 6 - La stessa barzelletta nella quarta condizione

Figura 7 - Di nuovo la stessa barzelletta nella sesta

condizione

Figura 8 - Ancora la stessa barzelletta nell'ottava

condizione

Dal confronto dei dati relativi alla fase 2, quella che concerne la valutazione delle barzellette, sono

emersi i risultati statisticamente significativi di questa ricerca. In breve (Fig. 9):

1) la variabile PUBBLICO (quella relativa allo stile umoristico) ha avuto una forte incidenza nella

valutazione delle barzellette: sono state valutate come significativamente più simpatiche le

barzellette raccontate con lo stile umoristico affiliativo (pubblico selezionato in base al target della

barzelletta per non offendere), compatibilmente con quanto ipotizzato seguendo le definizioni degli

stili umoristici di Martin (2007) e cioè che lo stile affiliativo è associato alla valorizzazione della

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relazione, perciò ha più possibilità di essere valutato positivamente rispetto allo stile aggressivo

(condizioni con pubblico misto). Solo nel caso in cui sia il narratore che il target della barzelletta

sono neri non si ha differenza significativa indipendentemente dal pubblico. Ciò potrebbe suggerire

che esiste un caso in cui lo stile non influisce sulla valutazione ed è quello in cui un membro del

gruppo esterno racconta una barzelletta che ha come target il gruppo esterno stesso.

Figura 9 - Valutazioni medie delle barzellette nelle 8 condizioni

2) Le variabili NARRATORE e TARGET hanno esercitato un ruolo decisivo nella valutazione

delle barzellette, in particolare ho notato come le barzellette raccontate da un narratore di colore

sono valutate come più simpatiche, mentre le barzellette sui neri sono considerate più offensive.

3) Prestando ulteriore attenzione alla valutazione degli stimoli, ho potuto notare come i soggetti

nella condizione 2 (narratore bianco, target neri, pubblico misto) abbiano valutato come offensivo

l’umorismo in maniera significativamente differente da tutte le altre condizioni. Da tenere in

considerazione anche i punteggi IAT1 ottenuti dai soggetti che rientrano in questo gruppo. Sei

soggetti su otto hanno ottenuto un punteggio di forte preferenza per la pelle chiara. Questo potrebbe

suggerire come, nonostante il pregiudizio sia forte in questi soggetti (come indicato da IAT1), essi

tendano a valutare esplicitamente offensive le barzellette raccontate da un soggetto di pelle chiara

con target la pelle scura davanti ad un pubblico misto (stile aggressivo).

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Un discorso analogo si può fare per la condizione 7 (narratore nero, target bianchi, pubblico neri). I

soggetti tendono a valutare come simpatiche le barzellette raccontate da un narratore di pelle scura,

con target la pelle chiara, davanti ad un pubblico di pelle scura (stile affiliativo) . Questo pur avendo

ottenuto punteggi IAT1 in media tra la moderata e la forte preferenza per la pelle chiara. Ciò

potrebbe suggerire che, nonostante il pregiudizio, un umorismo con target la pelle chiara, messo in

atto da una persona di colore e davanti a persone di colore, tende ad essere valutato esplicitamente

in maniera positiva.

4) Per ciò che concerne i dati raccolti nelle fasi 1 e 3, quelli relativi agli IAT e quindi alla

dimensione implicita del pregiudizio, non è stato possibile individuare un effetto significativo nella

differenza tra primo e secondo IAT in relazione alle 8 condizioni. Ma vale la pena di menzionare un

risultato che ritengo essere uno stimolo per ricerche future ed ulteriori approfondimenti. Effettuando

un’ANOVA mista sui punteggi IAT, inserendo come variabile indipendente entro i soggetti

l’ordine IAT (1 e 2) e come variabile tra i soggetti la variabile CONDIZIONE, è risultato un effetto

significativo dell’ordine IAT: i punteggi al secondo IAT sono più bassi rispetto al primo (FIGURA

10).

Figura 10 - ANOVA mista sui punteggi di IAT 1 e 3

Non si è riscontrata un’interazione significativa tra l’ordine IAT e la CONDIZIONE, e quindi non è

possibile sostenere che l’effetto di abbassamento sia dovuto specificatamente a qualcuna delle

condizioni in esame.

Concludendo, posso sottolineare che il campione era composto da 64 soggetti bianchi che hanno

ottenuto, in media, un punteggio di forte preferenza per la pelle bianca (punteggio IAT medio

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intorno allo 0.6)1. Dalle valutazioni che questi soggetti hanno dato alle barzellette è risultato che, in

generale, le barzellette risultano più simpatiche quando a raccontarle è un nero e quando in esse il

target è rappresentato dai bianchi. Ciò potrebbe suggerire che possono essere apprezzati l’umorismo

prodotto da un membro del gruppo verso cui il pregiudizio è diretto e l’umorismo prodotto “contro”

il gruppo di cui si ritiene di far parte, anche a fronte di un forte pregiudizio. Tuttavia questo

potrebbe essere un segnale di come, per desiderabilità sociale, a livello esplicito vengono date delle

valutazioni che smentiscono la preferenza per il proprio gruppo a livello implicito, come dimostrato

dallo IAT.

Di contro, una lettura alternativa più ottimistica: confrontarsi umoristicamente con il pregiudizio

razziale sottrae tutto il carico emozionale che il pregiudizio porta con sé, permettendo di ridere dove

prima era presente solo aggressività e rabbia (Gulotta, Forabosco e Musu, 2001).

Seppure il confronto tra i punteggi IAT dei pre-test e dei post-test, analizzati condizione per

condizione, non abbia evidenziato effetti significativamente rilevanti, si è potuto costatare che, in

generale, tutti i punteggi IAT2 (post-test) sono risultati più bassi (FIGURA 10). Questo potrebbe

suggerire che, in seguito all’esposizione ad una serie di barzellette a sfondo razziale, la preferenza

per la pelle chiara si abbassa in modo significativo. Tuttavia non si è in grado di stabilire quale

condizione in particolare abbia prodotto tale effetto. Una considerazione di questo tipo è comunque

da verificare perché bisognerebbe escludere che l’abbassamento del punteggio IAT nel post-test non

sia dovuto ad una maggiore familiarità dei soggetti con il compito. Per verificare questo, sarebbe

stato opportuno avere un gruppo di controllo al quale somministrare lo IAT una prima e una

seconda volta senza l’esposizione alle barzellette. Ho avuto modo di potere rileggere in modo

critico questo lavoro e di evidenziare subito molte altre criticità che sono portato a considerare

come stimolo per ulteriori approfondimenti.

Bibliografia Gulotta, G., Forabosco, G., & Musu, M. (2001). In G. Gulotta, G. Foraboasco, & M. Musu, Il comportamento

spiritoso. Milano: McGraw-Hill.

Martin, R. A. (2007). The Psychology of Humor: An Integrative Approach. London: Elsevier Academic Press.

Martineau, W. (1972). Un modello delle funzioni sociali dello humor. In J. H. Goldstein, & P. E. McGhee, La

psicologia dell'umorismo (1976 ed., p. 132-160). Milano: Franco Angeli.

1 Cfr. Figura 10