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Growing up together

Dec 07, 2014

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Un piccolo libriccino per il progetto SVE coordinato dall'associazione InCo: "Growing up together", che ha coinvolto vari giovani internazionali in attività con ragazzi e bambini in organizzazioni italiane.
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Growing up together

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Coordinamento editoriale: Wenddi BurgerGrafica ed editing: Novel la Benedetti

Fotografie scattate dai volontari e dal lo staff di InCoTestimonianze volontari/enti di accogl ienza adattate e/o tradotte da InCo

Stampato nel marzo 2012 presso Publ istampa Trento

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In dice

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Da InCo

Il Servizio Volontario Europeo

Il progetto “Growing up together”

La parola ai volontari!

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Il 2011 è stato molto speciale per InCo: non solo l 'associazione è cresciutaancora (grazie al la dedizione ed impegno di tutte le persone coinvolte) maè stato l 'anno dichiarato dal la Commissione europea come “delvolontariato”. Per noi che lavoriamo direttamente con la promozione diprogrammi di scambi internazional i legati al la cittadinanza attiva e al loscambio interculturale, avere un anno dedicato a questo tema è unriconoscimento dell ' importanza di quel lo che facciamo ogni giorno.

E così durante il 2011 abbiamo conosciuto e ci siamo confrontati condiversi giovani attraverso le giornate informative; con lo sviluppo di nuovepartnership local i ed internazional i; con la preparazione specifica deivolontari in partenza e successivo invio di decine di giovani ital ianial l 'estero; con la stesura (ed approvazione) di tanti progetti di accoglienza,tra cui “Growing up together”, uno dei più complessi che abbiamo gestitodurante il 2011 e a cui questa piccola pubblicazione fa riferimento.

Per chi lavora “dietro le quinte”, con tutta la complessità nel gestire unprogetto europeo di qual ità che raggiunga gli obiettivi proposti, letestimonianze dei volontari e dei tutor degli enti di accoglienza sono unbene prezioso e prova che vale la pena l' investire nel lo SVE. Una prova delrisultato raggiunto quindi, ma anche una fonte di ispirazione per altrigiovani, altre organizzazioni e per la comunità in generale. Ciascuno dei 12volontari coinvolti in questo progetto ha donato il suo tempo ed energia adun'avventura che sicuramente non è stata sempre una passeggiata: ledifficoltà ci sono sempre e non sono poche.

Da InCo...

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Ciascuno di loro - a modo suo, con tempistiche diverse,e attraverso un percorso personale - è riuscito asuperarle con l'aiuto dei partner (enti di invio,accoglienza e anche di coordinamento – noi di InCo)scoprendo e sviluppando capacità personali, attitudinal ie a volte, anche professional i che serviranno per tuttala vita.

Le 5 organizzazioni di accoglienza e la comunità localehanno avuto uno stimolo e un contributo nonindifferente e che ci auguriamo possa essere coltivato allungo, anche con la presenza di nuovi volontari. Speriamo che questomateriale possa incuriosirvi, spiegando un po' cos'è lo SVE, come si èsviluppato il progetto “Growing up together” e, con le parole deiprotagonisti, darvi esempi pratici di sentimenti, impressioni, situazioniaffrontate, apprendimento e crescita personale.

Buona lettura e grazie a tutti per la vostra col laborazione ed impegno!

Wenddi BurgerCoordinatrice SVE e responsabile del progetto “Growing up together”

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Il Servizio Volontario EuropeoLo SVE non è solo la cornice del progetto “Growing up together” maun'opportunità per tutti i giovani tra 18 e 30 anni di intraprendere unpercorso di apprendimento non-formale attraverso il volontariato inun'organizzazione senza fini di lucro. È un'esperienza unica perché èl'opportunità di mettersi in gioco: vivere per un periodo di tempodeterminato (di sol ito, 6-12 mesi) in un altro Paese, lontano da famigl iaed amici, dal le abitudini del quotidiano; un periodo di stacco, per farequalcosa di nuovo, conoscere meglio sé stessi ma anche gli altri.

Lo SVE fa parte del programma “Gioventù in Azione”, finanziato dal laCommissione europea. Attraverso il programma, le associazioni cheaccolgono volontari propongono attività specifiche al l ' interno delle lorostrutture. Così da una parte l 'ente ha l ' input del la motivazione e ideedei volontari; dal l 'altra i giovani possono sviluppare idee in un“laboratorio protetto”. Al volontario viene garantito vitto, al loggio, corsodi l ingua, assicurazione sanitaria, supporto personale continuo e il 90%delle spese di viaggio andata e ritorno. Il volontario da parte sua mettea disposizione tempo (sono circa 35 ore in settimana) ed energia conresponsabil ità e motivazione. Tutto questo è possibile con ifinanziamenti dal le agenzie responsabil i (per l 'Ital ia, l 'Agenzia Nazionaleper i Giovani e, a l ivel lo Europeo, l 'Educational, Audiovisual and CulturalExecutive Agency).

Per partecipare bisogna essere appoggiati da un ente d'invio che siprende cura dei dettagl i pratici.

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Il programma è pensato per essere il più inclusivo possibile: i volontari nonvengono selezionati in base a titol i o competenze linguistiche, ma in baseal la motivazione. Se ti sei incuriosito e credi che quest'opportunitàpotrebbe fare al caso tuo, viene a trovarci oppure visita i l nostro sito:www. incoweb.org. L'Associazione InCo si trova a Trento, in via V. Veneto75; i l numero di telefono è lo 0461.523409 e la mail è [email protected].

Il progetto “Growing up together” è un'iniziativa di InCo finanziatadal l 'Agenzia Esecutiva (n° contratto 188142-2-IS-2010-R2). Qui i 12volontari provenienti da diversi Paesi (Armenia, Estonia, Portogal lo,

Spagna, Turchia, Ungheria ed Uruguay)hanno collaborato al le attività diorganizzazioni ital iane che operano conminori. Sono stati in Ital ia per 11 mesi, ehanno sostenuto gl i educatori nel lorolavoro con i bambini e ragazzi,col laborando al la vita quotidiana edorganizzando attività educative e per iltempo libero. Gli enti di accoglienzacoinvolti sono stati: VKE (a Bolzano, 2volontari); Vil laggio SOS di Vicenza (5volontari); Vil laggio SOS di Roma (2volontari); Vil laggio SOS di Saronno (1volontario); e Vil laggio SOS di Morosolo (2volontari).

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Il progetto: "Growing up together"

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VKE invece èun'associazione che ha loscopo didifendere ildiritto al giocoper i bambinicon lacreazione el'organizzazione di aree edattività ludiche.Leorganizzazioni"Vil laggioSOS", siprendono curadi minori le cuifamigl ie sitrovano ad

affrontare situazioni diffici l i e non hanno la possibil ità di provvedere ailoro bisogni quotidiani. Nel le varie attività, bambini e ragazzisperimentano un'atmosfera di casa e ricevono il supporto fisico epsicologico al la loro crescita.

Crediamo che grazie al progetto i volontari e i minori assistiti hannoavuto la possibil ità di imparare e crescere insieme - e da qui, i l titolo delprogetto!

La parola ai volontari !

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La parola ai volontari !Consapevolezza culturale: Judit, dall'Ungheria a Bolzano(VKE)

Quando ero in Ungheria non ho mai pensato ci fosse un modo diverso difare le cose. Accettavo tutto come un'impostazione predefinita. Poi sonopartita per l 'Ital ia: avere la possibil ità di vivere ed essere coinvolti inun'altra cultura mi ha dato l 'opportunità di guardare il mondo con occhidiversi e mettere in discussione tutto quello che avevo dato per scontato.Ho sempre pensato a me stessa come una cittadina del mondo, aperta anuove esperienze e sfide, visto che ho viaggiato tanto e vissuto in altripaesi. Ma lo SVE mi ha dato una nuova esperienza: un'esperienza di “ful limmersion”. Non solo ho collaborato con persone del posto, ma holavorato per loro. Ho trascorso il mio tempo cercando di rendere legiornate dei bambini un po' più fel ici ed interessanti. E per essere ingrado di fare questo, ho dovuto imparare a comprenderl i in profondità equesto non sarebbe stato possibile senza conoscerne prima la cultura.

Bolzano non è il posto più semplice in questo senso. . .Prima ImperoAustro-ungarico, poi Ital ia (dopo la Prima Guerra Mondiale). Durante gl iultimi anni c'è stato un gran flusso di immigrati, in particolare da Albaniae Pakistan. Questa piccola regione ha tre l ingue ufficial i: ital iano, tedescoe ladino.Bisogna proprio fare uno sforzo non indifferente per evitare diperdersi nel labirinto di “cosa si può fare e cosa non si può fare”.

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Come previsto, ho attraversato tutti gl i alti ed i bassi anticipati daisociologi. Ho avuto la “fase turistica” dove tutto sembrava perfetto edemozionante; ho avuto scontri cultural i; ho attraversato lo shockculturale quando mi sentivo sola e nul la sembrava avere un senso. . .credo di essere finalmente arrivata al la stabil ità verso la fine.

Vivere in una nuova cultura non è facile, ma ho imparato a trattare conle giornate diffici l i e a trarne beneficio. Ho imparato a osservare ecomprendere i nuovi modi di fare e adottare le pratiche che mipiacevano nel mio “inventario comportamentale personale”. Nel la letteramotivazionale che avevo scritto come parte del la mia candidatura perquesto progetto SVE, ho scritto che volevo al largare i miei orizzonti,perché mi sembrava un'espressione di fantasia, ma è solo ora che hodavvero capito cosa vuol dire in pratica!

Credo che quello che ho ottenuto da quest'anno a Bolzano è latol leranza, che per me significa accettare e cercare di capire che ci sonotanti modi di essere e/o di fare le cose; l 'apertura e la volontà di andarepiù a fondo, anal izzare e non aver paura delle cose che sembranodiverse o assurde, rendendomi conto che, anche se siamo condizionatida una serie di comportamenti che portiamo dentro, al la fine siamo tuttiesseri umani che condividono gli stessi bisogni, le stesse paure e lestesse speranze.

Riscoprendo memorie e sentimenti puri: Čeren, dallaTurchia a Bolzano (VKE)

Vivere in un altro paese, con un'altra l ingua e cultura, senza le vecchieabitudini di sempre: è come essere ritornato al momento della nascita. . .indipendentemente da chi tu sia o dal la tua età!

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Sarà sempre lo stesso. . . ti senti come un bambino piccolo, ma allo stessotempo bisogna essere più adulti che mai.

Con questa sensazione incredibile (ovviamente al l ' inizio non è possibilerendersi conto che questa sia una sensazione incredibile), ho cominciato ascoprire ed imparare sul la vita, su me stessa e sul la comunicazione con lepersone.

E al la fine di questo servizio, vado a casa con tante finestre nuove nellamia mente e nel mio cuore. Tutte le difficoltà e gl i shock cultural i mi hannoresa più coraggiosa, più comprensiva e più aperta. Credo che quandostiamo crescendo ci dimentichiamo alcuni sentimenti “puri” e cominciamo ausare modi di relazionarci più complicati. Lavorare con i bambini mi harestituito tutte queste sensazioni che avevo dimenticato. E ho imparatotante cose da loro anche attraverso il ricordo della mia stessa infanzia. . .

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Imparare ad affrontare la realtà: Rebeca, dalla Spagna aVicenza (Villaggio SOS)

Ero volontaria in una casa dove c'erano 6 bambini(8-10 anni) ed un ragazzo di 15. Facevo quello dicui c'era bisogno: pul ire, cucinare, aiutare con icompiti, giocare…mi sentivo una sorel la maggiore.Lavorare con minori in difficoltà non è semprefacile. Spesso sorgono confl itti che dobbiamorisolvere aiutando i bambini a capire qual è ilmodo migl iore per gestire la situazione. Quandosono arrivata ero in difficoltà, un po' perché nonero abituata e un po' per il mio scarso ital iano.Ora posso dire di essere contenta perché hoimparato e mi sento più sicura; questa competenza

che ho acquisito vorrei continuare a svilupparla.

Quello che mi è piaciuto di più di questo progetto è il lavoro con bambinie sentirmi uti le. Devo dire che lo SVE è stato molto arricchente; la culturaital iana non è troppo diversa da quella spagnola, soltanto un po'. El 'opportunità di essere volontario in un altro paese mi ha permesso diviaggiare, conoscere persone econvivere con altri volontari. Credoche questo ci faccia vedere tutto inprospettiva ed insegni davvero ilrispetto. Per me, l 'esperienza puòdiventare molto bella se uno saapprofittarne, se si viene conmotivazione, voglia di imparare, edi regalare il meglio di sé.

"Quando ivolontari arrivano ibambini hanno tantedomande; dopo averli

conosciuti, pensano di fareun'esperienza simile

perché hanno un esempioda imitare"

Villaggio SOS Vicenza

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Le basi del volontariato: Carolina, dall'Uruguay a Vicenza(Villaggio SOS)

Sono stata volontaria nel la casa “Mamma conbambino”, dove ci sono le madri con i figl i chehanno difficoltà e sono lì per continuare a vivereinsieme; a seconda delle situazioni, i figl ipossono essere affidati ad un'altra famigl ia peravere una vita migl iore. Ho avuto tanti momentiper stare con le mamme e parlare di cosediverse. Mi raccontavano della loro vita o ioraccontavo qualcosa della mia, così cidivertivamo un po' e si dimenticavano per unattimo dei loro problemi. . . a volte invece, miraccontavano i loro problemi ed io le ascoltavo.Lavorare in questa casa mi ha fatto imparare tantecose sul le relazione madre-figl io, mi ha fatto capire meglio come trattareun bambino che vive in questa situazione e anche come trattare unamamma.

Dal mio punto di vista, essere volontario significa avere una mente apertaper non discriminare e aver voglia di aiutare le persone in situazionidiffici l i . Non significa aiutare come un'assistente sociale ma almenoprovare ad aiutare le persone a sentirsi al loro agio e stare bene. Significaanche essere aperto a nuove culture che sono diverse della nostra: nonsolo la cultura del Paese di accoglienza ma anche degli altri volontari;possiamo imparare tante cose insieme. . . penso che per un'attività comequesta si debba stare attenti perché è bello capire i problemi degli altri mabisogna avere la mente forte per non diventare tristi: i bambini sonotroppo carini, ma è duro accettare che abbiano sofferto.

"La figura dellavolontaria è importante

peruno scambio di culture etradizioni, per permettereanche a lei di sperimentarsie crescere. Durante l'arcodell'anno, Carolina haacquisito maggiore

sicurezza, autostima, si èaperta edè maturata.”Villaggio SOS Vicenza

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Oltre a questo, lanostalgia di casae le difficoltà delquotidiano: sonoarrivata senzasapere niented’ital iano e tuttisono stati moltodisponibil i conme, ma quandonon parl i la stessal ingua la barrieraè grande. Devodire che questo èstato diffici le, poiho imparato a parlare non solo ital iano ma anche quel mix di tutte lel ingue come ital iano, spagnolo, inglese e anche le mani, la faccia, idisegni. . . Tutto serve per comunicare (sempre che l’altra persona abbia lavoglia di capire).

Questa esperienza mi ha dato tante ricchezze e le porterò tutte nel miopaese. Voglio lavorare nell 'ambito sociale; ora ho un'esperienza concreta eho imparato tanto di loro ma anche di me stessa. Sono cresciuta e ora soun po' meglio cosa voglio fare del la mia vita e soprattutto cosa non vogliofare! Ho imparato molto con gli altri volontari e tutte le persone che hoconosciuto: siamo diversi ma possiamo stare insieme, essere amici edivertirci. Certo, non sempre possiamo essere d'accordo, ma così è la vitae nonostante questo, possiamo provare e imparare nuovi modi di vivere inpace.

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Viaggi e culture: Gökhan, dalla Turchia a Vicenza (VillaggioSOS)

Credo che questa esperienza mi abbia fatto riflettere molto sul laconsapevolezza culturale: siamo tutti ugual i ma al lo stesso tempo, non losiamo. Simil itudini e differenze sono entrambe importanti e nessunodovrebbe pensare "la mia tradizione" è migl ioredegli altri. Ci sono tanti modi per risolveregli stessi problemi, raggiungere lo stessoobiettivo, vivere la vita e se riusciamo avedere questo, la vita diventi più colorata.

La casa in cui ho col laborato si chiama"Casa Ragazzi", e ospita sei giovani (15-17anni). Col laboravo nella cura al la casa masoprattutto aiutavo i giovani. Lo staff èsempre stato amichevoli e cordiale.Soprattutto nel le difficoltà l inguistiche: miaiutavano e cercavano sempre di capirmi.Durante questa esperienza ho trascorso ilmio tempo provando a sentirmi in empatiacon i giovani e cercando di aiutarl i,incontrando un sacco di persone di diversiPaesi e viaggiando durante le vacanze.Credo che quello che mi ha colpito di più siastata la facil ità di viaggiare se si è cittadini del l 'UE! Essendo turco, questonon mi era mai stato possibile. Viaggiare è stato facile ed economico,senza problemi di visto. . . un modo incredibile per conoscere altre culture.Ma quello che mi è piaciuto di più è stato trascorrere tempo con i ragazzi:

"Gökhan ha svolto un ottimolavoro in Casa Ragazzi. Unapersona affidabile e di grande

apertura, estremamente disponibilecon gli operatori e molto efficientenelle mansioni. I ragazzi gli sonorealmente affezionati e lui si èrivelato per loro un ottimo

riferimento. Nella sua calma, serenitàe grande operosità è stato di sicuroun prezioso esempio e sono moltocontento di averlo avuto in aiuto nel

mio lavoro”Villaggio SOS Vicenza

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c'era una buona connessione e questo mi ha fatto fel ice! Inoltre hoimparato come gestire tempo e budget: competenze che mi sarannoutil i nel lavoro e nella vita personale.

Crescita personale: Violeta, dalla Spagna a Vicenza(Villaggio SOS)

Abitare lontano da genitori ed amici mi ha fattopensare, e mi sono accorta che sono capace difare tante cose da sola! Ora mi sento unapersona indipendente. Posso dire che questaesperienza mi abbia fatto maturare tantissimooltre a imparare e rispettare tanti tipi diversi dipersone. Mi sono piaciute molte cose. . . maquello che è stato più importante per me è illavoro con i bimbi! Sono loro il senso del mioSVE, era per loro che ogni mattina andavo alavorare con il sorriso! Sono così fel ice di avertrascorso quest'anno con loro. . . ho imparato

tantissimo! Perme il piùbel momento del giorno eraquando i bimbi mi vedevanoarrivare e venivano di corsa dame, mi davano un grandeabbraccio e un bacino, e dopocontinuavano a giocare! Èun'esperienza unica al mondo!

"Abbiamo lavoratoinsieme: dall'accudimentodei bambini alla puliziadegli spazi. Abbiamo

giocato con loro, inventatonuove attività, scopertostrategie pergestire quelli

più difficili. Viole halasciato un pezzetto diSpagna in ogni bambinoche ora sa riconoscerla

nelle cartine geografiche"Villaggio SOS Vicenza

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Adattandosi a diversi contesti: Paola, dall'Uruguay a Vicenza- passando per Roma! (Villaggio SOS)

Ho cominciato il mio volontariato a Roma edero molto fel ice: per me vivere lì era unsogno. Il lavoro al l ' inizio era facile ma anchediffici le. Facile perché stavo ancora imparandoe diffici le perché non sapevo bene l' ital iano.Dopo la situazione si è invertita: ha iniziato adessere più facile comunicare e diffici lesviluppare il lavoro. Ho avuto diverse difficoltàche poco a poco si sono sommate facendodiventare il tutto pesante. Dopo aver pensatoe parlato molto con tutte le persone coinvolte,è stato deciso di spostarmi in un'altra

organizzazione. Un'opportunità unica e che non sarebbe stata possibilesenza l 'aiuto di InCo. L'esperienza è stata comunque positiva perché hoavuto l 'opportunità di stare in quella città, ho conosciuto del le persone chesono ancora nel mio cuore. Ma anche perché ho avuto delle difficoltà dacui ho imparato tantissimo.

A Vicenza ho trovato veri amici e anche una famigl ia, composta davolontari, operatori e specialmente bambini che mi hanno cambiato lavita, la forma di vedere il mondo, mi hanno aperti gl i occhi. . . Ilvolontariato è stato molto positivo. Mi ha cambiato la vita per meglio! Hoimparato sul le diverse culture e forme di vedere le cose. Per venire qui hofatto un percorso diffici le, cominciando dal lasciare la mia vita in Uruguaye arrivare in un Paese molto simile ma anche molto diverso. Ma è stata lacosa migl iore che mi sia capitata nel la vita! Posso dire che dopo lo SVEsono una persona diversa, migl iore.

"Di solito la figura delvolontario non è conosciutadall'esterno e nel momento incui avviene invece viene vistapositivamente e sopratuttoapprezzata da molti perché

lasciare il proprioPaese/famiglia perun anno

non è da tutti"Villaggio SOS Vicenza

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Famiglia allargata: Marina, dall'Armenia a Roma (Villaggio SOS)

Ho lavorato con adolescenti a cui, come atutti i giovani del mondo, piace essereesagerati (e quindi non è sempre statofacile). Quando sono arrivata in Ital ianon sapevo l' ital iano. Parlavo quasisempre inglese e anche i giovani eranocostretti a parlarlo per comunicare conme. . . è stato incredibile vedere in quantimodi si possa comunicare, anche congesti ed immagini.

Tutto era nuovo: cibo, cultura, abitudini,modo di vivere, l ingua. A volte mi sono

sentita come un'al iena. . . comunque, ora posso comunicareperfettamente; e mi sento parte del la loro grande famigl ia! Le giornateerano sempre piene di eventi; durante l 'estate sono andata con ibambini al lago di Caldonazzo in un campeggio pieno di attività: calcio,nuoto, cinema, feste per bal lare. È stato il periodo più vivo ed intenso:sono stati giorni positivi, di nuove scoperte, decostruzione di stereotipi,crescita personale. Un'esperienzaincredibile per me! Ora, guardandoindietro, posso dire con orgoglio cheanche se ci sono stati giorni distanchezza, ho fatto del mio meglio conpiacere e sono riuscita a dare il miocontributo personale. Quei giorni mimancheranno un sacco, ma mimancheranno specialmente i bambini. . .

"La sola presenza delvolontario internazionale ha

rimandato all'intera comunità l'idea diessere cittadini del mondo, che anche

noi e i nostri ragazzi siamopotenziali volontari in un futuro. Lafigura del volontario è uno stimolo

allo scambio di esperienze e di modidi pensare pertutti"Villaggio SOS Roma

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Suggerimenti per futuri volontari:Ergün, dalla Turchia a Saronno(Villaggio SOS)

Essere un volontario al Vil laggio è stataun'esperienza incredibile! Tutte lepersone che lavorano lì e i volontarilocal i sono stati molto gentil i con me.Naturalmente ho avuto momenti diffici l ima con il loro supporto ho risolto tutto.Direi che fare uno SVE è decisamente un'esperienza importante, e perquesto anche la preparazione per questa avventura lo è. . .Ci sono alti ebassi ed è necessario essere aperti a nuove esperienze e ad imparare daogni situazione; non avere paura di chiedere o di commettere errori.

Ho dovuto gestire tempo, soldi e responsabil ità. Tutto questo mi ha fattoscoprire competenze sconosciute in me, come quella di affrontare lasol itudine, percepire l 'apprendimento e il mio cambiamento. Ho imparatol ' ital iano da zero e ora posso esprimermi abbastanza bene. Dato che

avevo studiato inglese per tanti anni, èstato diffici le adattarmi ad usarel ' ital iano come lingua quotidiana. Mapoco a poco ce l'ho fatta e presto sonoriuscito a capire amici e col leghi.Quando provavo a parlare con gli altrinon ho mai badato agli errori di l ingua. . .vedevo sempre quei momenti comeun'opportunità per imparare.

"Il successo del progetto èquello di averavuto a disposizioneuna risorsa da affiancare agli

educatori e sopratutto ai ragazzi chehanno potuto misurarsi con le

diversità di chi proviene da un altropaese. Conoscere altre abitudinifavorisce l'abbattimento delpregiudizio e delle difficoltà"

Villaggio SOS Saronno 16

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