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« il diritto ecclesiastico » · 1-2 · 2013 GIUSEPPE DOSSETTI E LA FACOLTÀ GIURIDICA DI MODENA (1942-1957) * Elio Tavilla Ordinario di Storia del diritto medievale e moderno Università di Modena e Reio Emilia Sommario : 1. La formazione accademica. 2. L’Università di Modena. 3. I primi anni mo- denesi e la guerra. 4. Nella Costituente. 5. Lo straordinariato. 6. L’impegno nella facoltà modenese : a) verso l’ordinariato ; b) i requisiti scientifici degli assistenti ; c) l’attivazione di Diritto canonico ; d) la proposta di attivazione di un corso di Scienze politiche ; e) gli allievi. 7. Le dimissioni e il destino della cattedra. 1. B enché la vicenda umana, politica e religiosa di Giuseppe Dossetti possa or- mai vantare una ricca bibliografia, 1 manca a tuttora un’indagine compiuta sulla sua esperienza di docente universitario ; un’esperienza legata indissolubil- mente all’università che lo ospitò per quindici anni, sino al suo ritiro dalla vita pubblica. Questo contributo si propone di aprire un primo, approssimativo var- co di conoscenza su questo fronte dell’impegno di Dossetti. * Il presente contributo è stato presentato nell’ambito del Convegno Giuseppe Dossetti giurista a Modena, svoltosi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il 22 novembre 2013. 1 Per limitarci ai lavori più recenti, vale la pena ricordare Giuseppe Dossetti. Prime prospettive e ipotesi di ricerca, a cura di Giuseppe Alberigo, Bologna, il Mulino, 1998 ; Idem, Giuseppe Dossetti al Concilio Vaticano II, in Giuseppe Dossetti , Per una Chiesa eucaristica : lezioni del 1965, Bologna, il Mulino, 2002, pp. 139-247 ; Giuseppe Alberigo, Alberto Melloni, Eugenio Ravignani, Oriol- do Marson, Giuseppe Dossetti. Un itinerario spirituale, Portogruaro, Nuova Dimensione, 2006 ; Enrico Galavotti , Il giovane Dossetti (1913-1939), Bologna, il Mulino, 2006 ; Idem, Il professorino. Giuseppe Dossetti tra crisi del fascismo e costruzione della democrazia (1940-1948), Bologna, 2013 ; Luigi Giorgi , Una vicenda politica (1943-1958), Milano, Scriptorium, 2007 ; Giuseppe Dossetti : la fede e la storia. Studi nel decennale della morte, a cura di Alberto Melloni, Bologna, il Mulino, 2007 ; Idem, Dossetti e l’indicibile. Il quaderno scomparso di “Cronache sociali : i cattolici per un nuovo partito a sin- istra della DC, Roma, Donzelli, 2013 ; Paolo Cavana, Giuseppe Dossetti e i rapporti tra lo Stato e la Chiesa nella Costituzione, Roma, Aracne, 2011 ; Fabrizio Mandreoli , Giuseppe Dossetti, Trento, Il Margine, 2012 ; Giovanni Pernigotto, Crisi come esperienza morale. La testimonianza di Giuseppe Dossetti, Trapani, Il Pozzo di Giobbe, 2012 ; Paolo Pombeni , Giuseppe Dossetti. L’avventura politica di un riformatore cristiano, Bologna, il Mulino, 2013 ; Idem, Dossetti, Giuseppe, in Dizionario biogra- fico dei giuristi italiani (xii-xx secolo), diretto da Italo Birocchi, Ennio Cortese, Antonello Mattone, Marco N. Miletti, Bologna, il Mulino, 2013, i , pp. 783-784.
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May 01, 2023

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« il diritto ecclesiastico » · 1-2 · 2013

GIUSEPPE DOSSETTI E LA FACOLTÀ GIURIDICA DI MODENA

(1942-1957)*

Elio TavillaOrdinario di Storia del diritto medievale e moderno

Università di Modena e Reggio Emilia

Sommario : 1. La formazione accademica. 2. L’Università di Modena. 3. I primi anni mo-denesi e la guerra. 4. Nella Costituente. 5. Lo straordinariato. 6. L’impegno nella facoltà modenese : a) verso l’ordinariato ; b) i requisiti scientifici degli assistenti ; c) l’attivazione di Diritto canonico ; d) la proposta di attivazione di un corso di Scienze politiche ; e) gli allievi. 7. Le dimissioni e il destino della cattedra.

1.

Benché la vicenda umana, politica e religiosa di Giuseppe Dossetti possa or-mai vantare una ricca bibliografia, 1 manca a tuttora un’indagine compiuta

sulla sua esperienza di docente universitario ; un’esperienza legata indissolubil-mente all’università che lo ospitò per quindici anni, sino al suo ritiro dalla vita pubblica. Questo contributo si propone di aprire un primo, approssimativo var-co di conoscenza su questo fronte dell’impegno di Dossetti.

* Il presente contributo è stato presentato nell’ambito del Convegno Giuseppe Dossetti giurista a Modena, svoltosi presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il 22 novembre 2013.

1 Per limitarci ai lavori più recenti, vale la pena ricordare Giuseppe Dossetti. Prime prospettive e ipotesi di ricerca, a cura di Giuseppe Alberigo, Bologna, il Mulino, 1998 ; Idem, Giuseppe Dossetti al Concilio Vaticano II, in Giuseppe Dossetti, Per una Chiesa eucaristica : lezioni del 1965, Bologna, il Mulino, 2002, pp. 139-247 ; Giuseppe Alberigo, Alberto Melloni, Eugenio Ravignani, Oriol- do Marson, Giuseppe Dossetti. Un itinerario spirituale, Portogruaro, Nuova Dimensione, 2006 ; Enrico Galavotti, Il giovane Dossetti (1913-1939), Bologna, il Mulino, 2006 ; Idem, Il professorino. Giuseppe Dossetti tra crisi del fascismo e costruzione della democrazia (1940-1948), Bologna, 2013 ; Luigi Giorgi, Una vicenda politica (1943-1958), Milano, Scriptorium, 2007 ; Giuseppe Dossetti : la fede e la storia. Studi nel decennale della morte, a cura di Alberto Melloni, Bologna, il Mulino, 2007 ; Idem, Dossetti e l’indicibile. Il quaderno scomparso di “Cronache sociali : i cattolici per un nuovo partito a sin-istra della DC, Roma, Donzelli, 2013 ; Paolo Cavana, Giuseppe Dossetti e i rapporti tra lo Stato e la Chiesa nella Costituzione, Roma, Aracne, 2011 ; Fabrizio Mandreoli, Giuseppe Dossetti, Trento, Il Margine, 2012 ; Giovanni Pernigotto, Crisi come esperienza morale. La testimonianza di Giuseppe Dossetti, Trapani, Il Pozzo di Giobbe, 2012 ; Paolo Pombeni, Giuseppe Dossetti. L’avventura politica di un riformatore cristiano, Bologna, il Mulino, 2013 ; Idem, Dossetti, Giuseppe, in Dizionario biogra-fico dei giuristi italiani (xii-xx secolo), diretto da Italo Birocchi, Ennio Cortese, Antonello Mattone, Marco N. Miletti, Bologna, il Mulino, 2013, i, pp. 783-784.

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La sua carriera universitaria si apre ufficialmente il 29 ottobre 1942, quando, pochi mesi dopo aver conseguito la libera docenza, ottiene il primo incarico di Diritto ecclesiastico presso la facoltà giuridica di Modena.

Dossetti, che risiedeva a Cavriago (Reggio Emilia), dove il padre era farmaci-sta, aveva studiato a Bologna con Arturo Carlo Jemolo, del quale aveva seguito il corso di Diritto ecclesiastico e anche quello di Diritto costituzionale, eccezio-nalmente tenuto dal Maestro. Dopo il trasferimento di Jemolo a Roma, Dossetti si era laureato nel 1934 sotto la guida di Cesare Magni con una tesi sulla violenza nel matrimonio, che diverrà qualche anno dopo la sua prima monografia. 2

Dopo la laurea, si era aperta l’intensa stagione formativa all’Università Catto-lica di Milano, l’unica sede in cui al tempo era possibile studiare e specializzarsi in Diritto canonico. Presentatosi nello stesso ’34 a padre Agostino Gemelli, do-po un breve periodo di perfezionamento in Diritto romano con Biondo Biondi, Dossetti passa a collaborare alla cattedra di Diritto canonico tenuta da Vincenzo Del Giudice e, finalmente, nel 1940, diviene assistente volontario nella medesi-ma materia.

È proprio in questo ambiente che si creano le basi per un contatto con Mode-na. Infatti, presso la facoltà giuridica della città emiliana aveva in quegli anni l’in-carico di Diritto ecclesiastico uno degli allievi più promettenti di Del Giudice, Orio Giacchi, che aveva ricevuto in consegna da Cesare Magni l’insegnamento a Modena. Nel frattempo nasceva un’amicizia che costituirà uno dei legami più forti per gran parte della vita di Dossetti : alla Cattolica in quei medesimi anni, sotto la guida di Oreste Ranelletti, si formava anche Antonio Amorth, il quale, dopo aver seguito a Padova i corsi del costituzionalista modenese Donato Do-nati, aveva conseguito la laurea a Pavia. Amorth era originario di una famiglia modenese e proprio all’Università di Modena approderà nel 1940, l’anno dopo aver vinto a Macerata il concorso alla cattedra di Diritto amministrativo.

Quando Dossetti ottiene la libera docenza con decreto ministeriale del 29 luglio 1942, non vi è dubbio che sia stato Amorth a preparare il terreno per l’av-vicinamento dell’amico alla sua Reggio. Nel giro di pochi mesi Orio Giacchi uf-ficializza la sua indisponibilità a proseguire nell’insegnamento presso la facoltà giuridica modenese, la quale, nel consiglio del 23 ottobre del medesimo anno, propone di affidare l’incarico di Diritto Ecclesiastico al libero docente Giuseppe Dossetti. 3

2 La violenza nel matrimonio in diritto canonico, Milano, Vita e Pensiero, 1943, su cui si veda il sag-gio di Vincenzo Pacillo, La violenza nel matrimonio in diritto canonico, in Giuseppe Dossetti : la fede e la storia, cit., pp. 281 ss.

3 Archivio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (d’ora in avanti AUMoRe), Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 4 luglio 1930-2 giugno 1945, p. 218 : « Il Prof. Orio Giacchi, già in-caricato negli anni passati del Diritto ecclesiastico, non può continuare nel detto incarico. Il Con-siglio di Facoltà delibera di proporre il Prof. Dossetti Giuseppe di Reggio Emilia, libero docente di Diritto ecclesiastico e diritto canonico ». I docenti presenti sono Roberto Montessori (preside), Carlo Guido Mor, Giuseppe Ignazio Luzzatto, Vito Carnacini, Silvio Ranieri, Riccardo Monaco, Antonio Amorth (segretario). Assenti giustificati Cesare Grassetti e Giovanni Carrara.

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L’università a cui approdava Dossetti era una piccola ma gloriosa sede accade-mica, 4 afflitta da endemici problemi e, soprattutto, da un tormentato rapporto con l’autorità centrale. Già all’indomani dell’unificazione nazionale, i ministri dell’Istruzione che si erano succeduti avevano condiviso l’obiettivo di una nor-malizzazione dei centri di formazione superiore e di progressivo disimpegno finanziario dello Stato : si era passati quindi dal declassamento di Modena e del-le cosiddette università ‘minori’ sancito dall’ordinamento Matteucci del 1862 all’agognato pareggiamento ottenuto nel 1887 ; poi dalla nuova deminutio pro-dotta dalla legge Gentile del 1923 all’abolizione della distinzione in classi degli atenei italiani faticosamente raggiunta nel 1935. 5

Anche il fascismo, pertanto, non si era peritato di ‘maltrattare’ il piccolo ate-neo padano – dove, sia ricordato per inciso, nel 1922 si era laureato Sandro Perti-ni con una tesi su L’industria siderurgica in Italia – e anzi aveva proseguito in una strategia di razionalizzazione delle strutture periferiche dello Stato che fatal-mente finiva per sacrificare i piccoli centri. La riduzione di finanziamenti statali conseguente alla riforma Gentile aveva prodotto, tra gli altri effetti negativi, la soppressione della Scuola Superiore di Medicina Veterinaria e l’eliminazione del biennio propedeutico di Ingegneria, e a nulla era valsa l’istituzione nel 1925 di un corso di laurea in Scienze economiche politiche e sociali, che avrebbe do-vuto riequilibrare il danno provocato dalla dequalificazione subìta con la legge Gentile. 6

L’apparente inversione di tendenza segnata dalla legge n. 1071 del 20 giugno 1935, che, come detto, annullava la distinzione tra atenei di classe A e quelli di classe B, si accompagnava alla contingenza favorevole per Modena dell’asce-sa politica dello storico del diritto finalese Arrigo Solmi, che presso la facoltà giuridica modenese si era laureato e che, salendo giusto nel ’35 alla guida del dicastero di Giustizia dopo essere stato sottosegretario all’Educazione naziona-le, finiva per assumere naturalmente il ruolo di protettore della sua Università d’origine.

In seguito alla riconquistata dignità, il 1° ottobre 1936 fu approvato lo Statuto della Regia Università di Modena, strutturata in quattro facoltà (giurisprudenza, medicina e chirurgia, scienze matematiche fisiche e naturali, farmacia). Il corso di laurea in giurisprudenza, a cui si poteva accedere esclusivamente in base al diploma di maturità classica, risultava articolato in quattro anni. Gli insegna-menti fondamentali previsti erano : 1. Istituzioni di diritto privato, 2. Istituzioni di diritto romano, 3. Filosofia del diritto, 4. Storia del diritto romano, 5. Storia del diritto italiano (biennale), 6. Economia politica corporativa, 7. Scienza delle

4 Sulla storia dell’Università di Modena resta a tutt’oggi imprescindibile Carlo G. Mor, Per-icle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, 2 voll., Firenze, Olschki, 1975.

5 Sui rapporti tra l’Università di Modena e l’autorità centrale negli anni successivi all’Unità, mi permetto di rinviare a Elio Tavilla, Pubblico e privato tra Unità nazionale e particolarismi regionali. Problemi giuridici ed istituzionali in Emilia tra Otto e Novecento, Milano, Giuffrè, 2006, pp. 69 ss.

6 Si veda infra, nt. 52.

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finanze e diritto finanziario, 8. Diritto costituzionale, 9. Diritto ecclesiastico, 10. Diritto romano (biennale), 11. Diritto civile (biennale), 12. Diritto commerciale, 13. Diritto corporativo, 14. Diritto processuale civile, 15. Diritto internazionale, 16. Diritto amministrativo (biennale), 17. Diritto penale (biennale), 18. Procedu-ra penale. Gli insegnamenti complementari erano invece : 1. Statistica, 2. Medi-cina legale e delle assicurazioni, 3. Antropologia criminale, 4. Diritto agrario, 5. Esegesi delle fonti del diritto romano, 6. Esegesi delle fonti del diritto italiano, 7. Diritto coloniale. Per conseguire la laurea, il candidato avrebbe dovuto sostene-re tutti gli esami fondamentali e almeno tre di quelli complementari.

In questo contesto di riguadagnato prestigio, ma anche di precarietà, si spie-gano alcune iniziative assunte proprio in questi anni dagli organi accademici. La prima è la costituzione di una commissione permanente per la storia della Regia Università di Modena, costituitasi già nel 1929 e rilanciata nel 1937, gruppo di lavoro che poteva contare tra i componenti i più illustri storici del diritto che avevano insegnato a Modena (Pier Silverio Leicht, Federico Patetta, Alessandro Lattes, Melchiorre Roberti), oltre ad annoverare lo stesso ministro di Giustizia Arrigo Solmi ; fu tale commissione a illustrare le antiche origini dello Studium medievale, collocandone le scaturigini negli anni della presenza del glossatore Pillio da Medicina nella città geminiana (seconda metà del sec. xii).

La seconda iniziativa costituisce invece un’autentica pagina nera nella storia dell’Ateneo. Per consolidare la traballante reputazione del piccolo Ateneo, nel 1940 si ritenne di deliberare il conferimento della laurea honoris causa a Hans Frank, il quale, dopo essere stato consulente legale di Adolf Hitler, ministro del-la giustizia in Baviera, direttore dell’Associazione nazionalsocialista dei giuristi e presidente dell’Accademia per il diritto tedesco, nonché dal 1939 governatore generale per i territori occupati di Polonia, fu processato a Norimberga, dichia-rato colpevole di crimini contro l’umanità e quindi impiccato nel 1946. 7

Il quadro non sarebbe completo se non si facesse cenno alle leggi razziali del 1938, che colpirono duramente le università italiane, privandole di tanti docenti, alcuni dei quali di grande rilievo. 8 Anche Modena subì la sua razione di vergo-gna. In particolare, la facoltà giuridica perse due personalità di rilievo : il penali-sta e processualpenalista ferrarese Marcello Finzi e il filosofo del diritto mode-nese Benvenuto Donati. Il primo, al quale la città di Modena e la sua Università hanno dedicato un convegno nel 2005, 9 era stato un allievo di Arturo Rocco ; nel 1925 a Modena aveva sostituito per incarico Eugenio Florian nell’insegnamento

7 Su tale vicenda, mi permetto di rinviare a Elio Tavilla, La facoltà modenese di Giurispruden-za : dalle leggi razziali al rinascimento repubblicano, in Giuristi al bivio. Le Facoltà di Giurisprudenza tra regime fascista ed età repubblicana. Istituzioni, docenti, didattica (1940-1950), Convegno di studi (Bolo-gna, 19-20 settembre 2013), a cura di Marco Cavina, in corso di pubblicazione sotto la direzione del cisui (Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane).

8 Si veda Roberto Finzi, L’università italiana e le leggi antiebraiche, Roma, Editori Riuniti, 1997.9 Marcello Finzi giurista a Modena. Università e discriminazione razziale tra storia e diritto, Atti del

Convegno di studi (Modena, 27 gennaio 2005), a cura di Elio Tavilla, Firenze, 2006.

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di Diritto e procedura penale, per poi ottenere il trasferimento definitivo nel 1927. Anch’egli, come altri docenti italiani di origine ebraica, si trovò costretto a un’emigrazione forzata in Argentina, a Cordoba in particolare, nella cui univer-sità riuscì però a ricostruire una carriera di stimato docente e studioso.

Ancora peggiore la perdita rappresentata dall’allontanamento di Benvenuto Donati, uno dei docenti più attivi della facoltà. 10 Dopo aver avviato la collana di facoltà (Pubblicazioni della Facoltà di Giurisprudenza della Regia Università di Mode-na), Donati era stato anche uno degli animatori della Commissione permanente per la storia dell’Università di Modena, di cui abbiamo parlato. Rifugiatosi in Svizzera, riprese servizio all’indomani della Liberazione.

Preside della facoltà al tempo della chiamata di Dossetti era il giuscommer-cialista e giuslavorista modenese Roberto Montessori. Laureatosi a Modena nel 1899 e poi perfezionatosi a Monaco, Roma e Milano, sotto la guida di maestri di vaglia, come Sraffa, Vivante, Franchi, Dusi e Navarrini, dopo una libera do-cenza a Bologna, divenne ordinario nel 1909, insegnando prima a Urbino e poi a Ferrara, dove ascenderà alle cariche di preside e di rettore. Dopo Venezia, Pavia e Parma, passerà nella sua Modena nel 1925, dove insegnerà non soltanto Diritto commerciale, ma anche Istituzioni di diritto privato e Diritto sindacale e delle corporazioni ; guiderà la facoltà giuridica dal 1927 alla morte, avvenuta nel ’43. 11

A dar manforte al preside Montessori vanno segnalate alcune personalità di alto spicco, destinate a lasciare un segno profondo nella vita della facoltà. La prima è quella dello storico del diritto Carlo Guido Mor, allievo di Arrigo Solmi a Pavia, che, dopo un periodo d’insegnamento a Ferrara e a Cagliari, fu chiama-to a Modena nel 1935, dove operò a lungo e con incisività, ricoprendo la carica di preside per qualche mese nel 1943, alla morte di Montessori, sino al febbraio del 1944, quando fu eletto rettore in uno dei frangenti più drammatici dell’Ate-neo. 12

L’altra figura di rilievo è quella del romanista Giuseppe Ignazio Luzzatto, già incaricato dal 1935, titolare di cattedra dal ’39 al ’46, anno del trasferimento a Padova. 13 Nonostante il cognome di evidente matrice ebraica, Luzzatto non in-

10 Sul Donati si può rinviare ora alle voci biografiche curate da Franco Tamassia, in Dizion-ario biografico degli Italiani, 41, Roma, Treccani, 1992, pp. 12-15, e da Carla Faralli, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, p. 778. Si veda anche la commemorazione Un sodalizio attraverso le leggi razziali. Benvenuto Donati e Giovanni Gentile, a cura di Paolo Simoncelli, e Benvenuto Donati e la storia giuridica estense, a cura d Elio Tavilla, svoltasi nel 2000 in occasione del cinquantesimo an-niversario della scomparsa presso l’Accademia Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Modena, di cui Donati fu presidente dal 1946 sino alla morte (Atti e memorie dell’Accademia nazionale di scienze lettere e arti di Modena, s. viii, 3 [1999-2000, ma 2001], rispettivamente alle pp. 573 ss. e 585 ss.).

11 F. P. Garrilli, Montessori Roberto, in Novissimo Digesto, 10, Torino, Utet, 1964, p. 891 ; Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, pp. 276-277.

12 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 277 ; Giorgio Zordan, Mor, Carlo Guido, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, pp. 1372-1373 (e bibl. ivi cit.).

13 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 265 ; A. Parma, Luzzatto, Giuseppe Ignazio, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, pp. 1218-1219.

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corse nelle maglie della legislazione razziale, in quanto proprio il famigerato regio decreto n. 1728 del 1938, all’ultimo comma dell’art. 8, disponeva di non considerare « di razza ebraica colui che è nato da genitori di nazionalità italiana, di cui uno solo di razza ebraica, che alla data del 1º ottobre 1938, apparteneva a religione diversa da quella ebraica ». 14

A completare il quadro del magro corpo docente degli anni della guerra, van-no aggiunti Cesare Grassetti, Tito Carnacini, Silvio Ranieri e il già ricordato Antonio Amorth.

Il milanese Cesare Grassetti, allievo di Giovanni Pacchioni, era stato incarica-to di Istituzioni di diritto privato dal 1936-37. Dopo tre anni di straordinariato a Catania, dal 1940 fu ordinario di Diritto Civile a Modena sino al 1947, anno del trasferimento a Parma. 15

Il bolognese Tito Carnacini, allievo di Enrico Redenti, dopo un periodo a Fer-rara, era passato alla cattedra modenese di Diritto processuale civile nel 1939 e, con l’assunzione di Mor al rettorato, diventerà preside nel ’44 e tale rimarrà sino al ’49, anno del trasferimento a Bologna. 16

Il viterbese Silvio Ranieri giunse a Modena nel 1940, anno trasferimento a Genova di Domenico Antonio Tolomei, che aveva ricoperto la cattedra che era stata di Marcello Finzi. Ranieri, esponente della scuola positiva, insegnerà a Mo-dena Diritto penale e Procedura penale come titolare di cattedra sino al 1947, anno della sua chiamata a Bologna, e come supplente sino al 1950. 17

Di Antonio Amorth abbiamo già accennato, in particolare dell’amicizia che si creò con Dossetti negli anni della Cattolica e del suo intervento per la chia-mata dell’amico. Qui possiamo aggiungere la sua lunga permanenza a Modena come titolare della cattedra di Diritto amministrativo, ma anche di incaricato di Diritto costituzionale. La sua carriera culminò nella presidenza della facoltà giuridica, che Amorth fu chiamato a guidare dal 1951, anno del trasferimento di Mor a Trieste, al 1953. 18

14 Si veda almeno Michele Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista : vicende, identità persecuzione, Torino, 2007, pp. 170 ss. In particolare sull’art. 8 della legge 1728/1938, si vedano le notazioni di commento scritte da Salvatore Pugliatti a ridosso della legge medesima, nelle sue Istituzioni di diritto privato, Milano, Giuffrè, 1938, ora in Idem, Scritti giuridici, ii, Milano, Giuffrè, 2010, pp. 243-244. Sulla civilistica italiana di fronte alle norme discriminatorie fasciste, si veda il recente stu-dio di Saverio Gentile, La legalità del male. L’offensiva mussoliniana contro gli ebrei nella prospettiva storico-giuridica (1938-1945), Torino, Giappichelli, 2013, pp. 325 ss.

15 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 257 ; Ugo Car-nevali, Grassetti, Cesare, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, pp. 1047-1048.

16 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 223 ; F. Carpi, Carnacini, Tito, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, pp. 453-454.

17 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 292 ; A. Mas-sironi, Ranieri, Silvio, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, p. 1654.

18 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 201 ; R. Vil-lata, Amorth, Antonio, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, pp. 59-60.

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3.

Quando Dossetti giunge a Modena come libero docente l’Italia è in guerra da un paio di anni. Gli effetti si fanno sentire dappertutto, nelle grandi come nelle piccole università. A Modena in particolare il numero degli studenti si abbassa drasticamente nell’anno accademico 1939-40, toccando il minimo dei 77 iscritti, per poi risalire con piccoli incrementi negli anni successivi e quindi raggiungere il boom a guerra conclusa, nell’anno accademico 1946-47, con 335 iscritti : una vetta non più registrata negli anni successivi. Discorso analogo per i laureati, che toccano il minimo storico di 7 nel 1941-42, dai 35 che erano stati nel 1939-40, per poi assestarsi sulla media dei 25 laureati per anno nel dopoguerra.

E poi c’è la lugubre contabilità dei morti. Diviene una triste ritualità, in aper-tura dell’anno accademico, il conferimento di lauree honoris causa a studenti ca-duti sul fronte : per giurisprudenza se ne contano otto nel ’41 e nel ’42 tra i dece-duti a Tobruk, a Bir el Gobi, in Ucraina, sul fronte greco, in Croazia, sulle Alpi.

Sul fronte del personale, con diversi docenti impegnati nel servizio militare (come, ad esempio, Silvio Ranieri) – o addirittura trattenuti nei campi di con-centramento per ufficiali italiani in Germania (è il caso degli assistenti Federico Masè Dari e Vittorio Luti) – e l’apertura di nuovi corsi voluti dal regime (Cultu-ra militare o Storia e dottrina del fascismo), si fa sempre più arduo il compito di coprire adeguatamente tutti gli insegnamenti attivi. Il consiglio di facoltà del 29 ottobre 1943, in occasione della scopertura del Diritto commerciale seguita alla morte di Montessori, registrava la « difficoltà di trovare, oggi, un libero docente della materia disposto ad accettare l’insegnamento a Modena ». 19 E in effetti era già da tempo che la facoltà ricorreva massicciamente agli incarichi : sono addirit-tura 16 (di cui solo 5 interni) gli incaricati nell’anno accademico 1941-42. Tra essi, un posto a parte meritano i liberi docenti.

Giuseppe Dossetti, che proprio in tale qualità è stato chiamato per l’anno accademico 1942-43, si trova a svolgere il primo anno del suo insegnamento a Modena in una condizione di grave disagio. Eppure qualche speranza di poter avviare una regolare carriera accademica si presenta nella primavera del fatidico ’43, quando Camerino bandisce il concorso a cattedra in Diritto ecclesiastico. Dossetti intende parteciparvi con la monografia La violenza nel matrimonio in di-ritto canonico, appena apparsa in edizione definitiva per i tipi dell’Università Cat-tolica del Sacro Cuore di Milano, e chiede pertanto la rituale relazione valutati-va alla sua facoltà, che lo esprime in questi termini nella seduta del 18 giugno :

Il prof. Giuseppe Dossetti è stato incaricato in questa R. Università dell’insegnamento del Diritto ecclesiastico per l’anno accademico 1942-43 xxi.

Nell’esplicazione della delicata funzione ha mostrato un’ottima preparazione scienti-fica e non comuni qualità didattiche riuscendo ad interessare profondamente gli studen-ti a questa viva disciplina. Delle sue alte qualità di insegnante e di studioso la Facoltà è

19 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 4 luglio 1930-2 giugno 1945, p. 247.

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oltremodo lieta di rilasciare questo attestato, augurandosi di potere annoverare il prof. Dossetti fra i suoi insegnanti ufficiali in un prossimo futuro. 20

Lo scenario cambia drasticamente dopo l’8 settembre. La procedura concorsua-le si blocca e la vita di facoltà si fa di giorno in giorno più difficile. Il nuovo pre-side, Carlo Gudo Mor, nel già citato consiglio di facoltà del 29 ottobre, lamenta, oltre la difficoltà di reperire docenti, anche quella ad assicurare una regolare attività didattica. 21

E poi ci sono le precarie condizioni economiche, che accomunano i giovani docenti a gran parte della popolazione stretta nei rigori della nuova svolta belli-ca. Dossetti, in quei fatali ultimi mesi del ’43, non ha ancora aderito attivamente alla lotta partigiana. Il consiglio di facoltà, nella riunione del 29 ottobre, segna-lava il disagio di alcuni giovani colleghi fuori sede impegnati, malgrado i rischi e le difficoltà, ad assicurare la didattica : tra questi, il nostro Dossetti. Al Consiglio di Amministrazione era chiesta un’integrazione economica a titolo di rimborso di viaggio :

[…] la Facoltà, previa discussione sulla posizione particolare di alcuni professori incari-cati ; tenuto presente le particolari condizioni attuali ; considerando che gli insegnanti incaricati, i quali non fruiscono di altri proventi, si trovano in disagio economico no-tevole, determinato da lunghe permanenze fuori sede ; considerando, in ispecie, che è assolutamente necessario per il buon funzionamento della Facoltà della collaborazione dei proff. Manlio Resta e Giuseppe Dossetti, i quali hanno sempre ambedue corrisposto, con viva soddisfazione degli studenti e della Facoltà, alle esigenze degli insegnamenti loro affidati ; fa voti che il Consiglio di Amministrazione determini un trattamento eco-nomico particolare per i suddetti proff. Resta e Dossetti, da considerarsi sotto forma di rimborso straordinario per spese di viaggio e soggiorno. 22

Con l’anno entrante, l’Università non può che provare a sopravvivere. Dossetti, nel frattempo, era diventato uno degli esponenti più in vista del movimento di Liberazione, sino a assumere la presidenza del CLN di Reggio Emilia. Le lezioni di Diritto ecclesiastico, per quel poco di attività didattica che si riuscivano anco-ra svolgere, furono tenute in sua vece dall’amico Amorth.

4.

Con la Liberazione, la facoltà giuridica modenese può tentare di ripartire, di costruire sulle macerie ancora fumanti di anni terribili. Nell’inaugurare, con

20 Ivi, pp. 240-241.21 Ivi, p. 249 : « Circa lo svolgimento delle lezioni stesse, la Facoltà, tenuto conto delle attuali

gravissime difficoltà di viaggio per i professori “sfollati” e fuori sede, conviene nella determinazi-one, fatta già presente dal prof. Mor al Senato Accademico, e da questo accettata, di raggruppare le lezioni per ogni corso in una sola settimana, con lezioni da svolgersi tutte di seguito dal singolo insegnante. E questo almeno per questo primo periodo : 8 novembre-4 dicembre ». Il sottolineato è nell’originale.

22 Ivi, pp. 249-250. Manlio Resta era incaricato di Economia politica e di Diritto finanziario e scienza delle finanze.

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comprensibile ritardo, l’anno accademico 1944-45, il 25 luglio 1945 il colonnello Alfred Connor Bowman, comandante del commissariato regionale alleato della Emilia Region, aveva modo di sottolineare come « la resistenza al movimento na-zifascista in questa zona ha avuto il suo fulcro proprio in questa Università ». 23

Gli faceva eco il rettore Carlo Guido Mor, il quale, nel suo discorso intitolato Libertà è giustizia, oltre a proporre il legame ideale tra Liberazione e Risorgi-mento, ribadiva anch’egli l’impegno dell’Università modenese nella lotta contro il nazi-fascismo :

[…] questa Università non è stata sorda ai richiami della libertà.Quanti dei nostri allievi non hanno combattuto per questi ideali ? Quanti di noi, inse-

gnanti, non si sono gettati apertamente nella congiura ? Oggi non sono ancora in grado di dirlo, ma se penso che di qui non pochi sono partiti per il supremo sacrificio…. 24

E se pure il nome pronunziato davanti agli studenti fu quello del partigiano azionista Mario Allegretti, giovane laureato in giurisprudenza, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, non è possibile non cogliere il riferimento a que-gli « insegnanti … gettati apertamente nella congiura », tra i quali Dossetti pote-va figurare a buon diritto.

E certamente un segno di ritorno alla normalità era rappresentato dall’im-mediato ritorno in servizio di Benvenuto Donati, allontanato dal 1938. Come va anche segnalata, quale testimonianza di interesse per una scienza giuridica che poteva finalmente riguadagnare un ruolo di rinnovato baluardo al servizio al Paese, la richiesta di passaggio dalla facoltà di chimica a quella di giurispruden-za dello studente Ermanno Gorrieri, uno degli esponenti cattolici del movimen-to di liberazione modenese più vicini a Dossetti. 25

Il quale Dossetti, nel frattempo, era divenuto un dirigente di primo piano del-la Democrazia Cristiana, era stato nominato nella Consulta nazionale e quindi, l’anno successivo, in seguito all’esito repubblicano del referendum, eletto all’As-semblea Costituente per il collegio Parma-Modena-Piacenza-Reggio. 26

È in questo contesto che la profonda amicizia, animata soprattutto dalla sti-ma, con Antonio Amorth rivelava i suoi tratti più significativi. Prima di tutto, pur forzatamente lontano dall’insegnamento, Dossetti poté contare, anzi con-tinuare a contare, sul sostegno in loco dell’amico. Quando il consiglio di facol-tà del 14 dicembre 1945 ritenne di dover confermare l’insegnamento di Diritto ecclesiastico a Dossetti, pur nella previsione certa di un assiduo impegno a Ro-

23 Annuario della Università di Modena per l’anno accademico 1944-45, Modena, Soliani, 1945, p. 14.24 Ivi, p. 20.25 Si vedano i consigli di facoltà del 28 giugno e del 20 luglio 1945, in AUMoRe, Verbali della Fa-

coltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945-11 maggio 1951, pp. 11-12 e 14-15. Ermanno Gorrieri si laureerà il 17 luglio 1950 con una tesi di diritto del lavoro dal titolo Commissioni interne e licenziamenti (Uni-versità di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, anni 1949 - sess. est. 1955/56, p. 10).

26 Gli interventi di Dossetti alla Costituente sono stati raccolti da Alberto Melloni in Giuseppe Dossetti, La ricerca costituente 1945-1952, Bologna, il Mulino, 1994.

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ma, lo fece sapendo di potersi valere della disponibilità di Amorth a sostenerne l’onere didattico :

L’insegnamento del diritto ecclesiastico è affidato al prof. Giuseppe Dossetti, ma si sta-bilisce che, essendo presumibilmente il prof. Dossetti, nella sua qualità di consultore nazionale, di sovente impedito a prestare con continuità la propria opera di insegnante, spetterà in tal caso al prof. Antonio Amorth di impartire in sua vece questo insegna-mento. 27

Ma il sostegno di Amorth non si arresta qui. Sono diverse le testimonianze, anche epistolari, che comproverebbero la richiesta da parte di Dossetti di con-sulenze giuridiche su aspetti del dettato costituzionale in divenire. 28 Del resto Antonio Amorth, che aveva sempre trovato stretto il suo ruolo di mero ammi-nistrativista, rivendicava un suo profilo di costituzionalista che aveva già avuto modo di palesarsi, oltre che con il costante insegnamento per incarico, anche in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1945-46, con il discorso intitolato Il contenuto giuridico della Costituzione : 29 in esso è possibile individuare alcuni elementi di riflessione che guideranno il Dossetti costituente, a comincia-re dal valore sostanziale dei diritti fondamentali, non più assimilabili a mere ‘di-chiarazioni del cittadino’. Deve essere a tal proposito segnalata anche la ‘lezione di indirizzo’ dal titolo Essenza e funzioni della Costituente 30 che Antonio Amorth pronunciò durante la xix « Settimana sociale dei Cattolici Italiani », tenutasi a Firenze tra il 22 ed il 28 ottobre 1945, avente come tema proprio Costituzione e Costituente. Ad Amorth si deve inoltre, occorre rammentarlo, il primo commen-to sistematico della Costituzione repubblicana. 31 Su tali aspetti varrà la pena in-dagare ulteriormente con ricerche mirate.

5.

Mentre Dossetti è impegnato nella dura dialettica politica all’interno del Consi-glio Nazionale della Democrazia Cristiana e alla vigilia del referendum e delle

27 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945 - 11 maggio 1951, p. 58. Il sottolin-eato è nell’originale.

28 Debbo alla cortesia del Prof. Avv. Francesco Marani, allievo di Dossetti a Modena, molte notizie attinte dai suoi ricordi personali, ma anche la visione di alcune lettere che dimostrano l’affidamento che Dossetti faceva sulle competenze di Amorth su punti specifici del testo costi-tuzionale. Colgo qui l’occasione per ringraziare vivamente il Prof. Marani.

29 Ora in Antonio Amorth, Scritti giuridici 1940-1948, ii, Milano, Giuffrè, 1999, pp. 787 ss. Anto-nio Amorth aveva iniziato ad insegnare per incarico Diritto costituzionale dall’anno accademico 1942-43 e ancora oltre dopo il 1958, anno del suo trasferimento all’Università Statale di Milano, sino al 1961-62 (cfr. Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 201).

30 Ora in Antonio Amorth, Scritti giuridici 1940-1948, cit., pp. 767 ss.31 Antonio Amorth, La Costituzione italiana. Commento sistematico, Milano, Giuffrè, 1948. Sul

pensiero costituzionalistico di Amorth si vedano almeno i contributi di Aldo Bardusco, Antonio Amorth e la costituzione italiana, e di Gladio Gemma, La concezione della costituzione nel pensiero giu-ridico di Antonio Amorth, entrambi in Il pensiero giuridico di Antonio Amorth, nel quadro dell’evoluzione del diritto pubblico ed amministrativo, Atti del Convegno di Studi (Modena, 20 marzo 2004), a cura di Vittorio Gasparini Casari, Milano 2005, rispettivamente alle pp. 21 ss. e 139 ss.

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connesse elezioni per la Costituente, si sbloccano le procedure concorsuali ri-maste sospese nel 1943 e, tra queste, quella di Diritto ecclesiastico.

Il consiglio di facoltà del 17 maggio 1946 produce un’attestazione degli inca-richi svolti nei precedenti anni al fine di perfezionare il quadro curricolare del candidato. Oltre a segnalare l’incarico svolto dal libero docente Giuseppe Dos-setti relativamente all’insegnamento di Diritto ecclesiastico a partire dall’anno accademico 1942-43 sino all’anno in corso, la facoltà tiene a ribadire, come del resto usava, quanto aveva già segnalato nella relazione di tre anni prima :

Nel rilasciare questa attestazione la Facoltà è lieta altresì di notificare che, come prova la stessa conferma nell’incarico, l’opera di insegnamento prestata dal prof. Dossetti è riuscita di pieno gradimento a questa Facoltà sia per la sua alta capacità di studioso e di cultore della materia, sia per il vivo interesse che il suo insegnamento ha riscosso tra gli studenti. 32

Dopo qualche mese, i lavori concorsuali sono conclusi. L’esito positivo viene registrato nel consiglio di facoltà del 14 dicembre dello stesso ’46, dove è anco-ra una volta Antonio Amorth, in vece dell’amico, a produrre domanda di chia-mata. Al di là delle formule di rito, il passaggio è indicativo non soltanto del legame tra i due docenti, ma anche della personalità dei medesimi : Dossetti, consapevole che la sua chiamata comporterebbe il sacrificio di altre aree disci-plinari forse più necessarie nel momento difficile in cui versa il corso di giu-risprudenza, ritiene che la facoltà modenese non debba in alcun modo essere pressata, tanto più qualora si volesse far leva sulla notorietà, ormai acquisita, del docente e uomo politico reggiano ; Amorth, per parte sua, non rinuncia a sostenere con forza la candidatura dell’amico, segnalando che la mancata chia-mata di Dossetti impedirebbe la prosecuzione dell’insegnamento a Modena e insistendo sull’importanza che assumerebbe per la facoltà l’acquisizione di una tale personalità.

Prende per primo la parola il prof. Amorth il quale produce una domanda alla Facoltà – che gli è pervenuta dal prof. Giuseppe Dossetti – in cui questi richiede di essere chia-mato alla cattedra di “Diritto Ecclesiastico”, nel caso che la Facoltà intenda riservare a questa materia uno dei suoi posti di ruolo ancora vacanti. Il prof. Amorth ricorda ai Colleghi che il prof. Dossetti è riuscito testè primo ternato all’unanimità nel concorso per la cattedra di “Diritto Ecclesiastico”, bandito dalla Università di Camerino, e che egli sarà costretto ad abbandonare l’insegnamento del diritto ecclesiastico in questa Facoltà se dovrà venire chiamato dalla Università dalla quale il concorso era stato bandito, ma aggiunge che il prof. Dossetti lo ha pregato di non svolgere alcuna pres-sione sui Colleghi, giacché non vuole influire in alcuna maniera sulla loro decisione, seppure egli sia profondamente affezionato alla Università di Modena e consideri una soddisfazione e un onore l’essere chiamato a fare parte della sua Facoltà di Giurispru-denza. 33

32 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945-11 maggio 1951, p. 94. 33 Ivi, pp. 153-154.

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Il dibattito che si apre in seguito al discorso di Amorth fa emergere quanto già era stato segnalato anni prima, cioè che la copertura di Diritto ecclesiastico non è indispensabile per una facoltà attanagliata da ben altre emergenze, ma che la stima di cui gode il candidato è tale da rendere auspicabile il superamento delle mere ragioni di programmazione dei ruoli :

Nella discussione che segue, emerge che la copertura della cattedra di diritto ecclesia-stico non sarebbe certamente la più importante per la nostra Facoltà, ma che proprio ad essa è opportuno provvedere data la personalità scientifica del prof. Dossetti e la simpatica colleganza che si è istituita, ormai da anni, tra lui e i componenti di questa Facoltà. 34

Scorrendo ulteriormente il verbale, si scopre che l’insegnamento di cui si avreb-be maggior bisogno è quello di Economia politica o di Scienze delle finanze, la cui urgenza per una messa a bando di concorso viene segnalata dal civilista Grassetti, il quale, pur non contestando affatto una delibera a favore di Dossetti, chiede alla facoltà, ottenendolo, un formale impegno in tal senso. 35

Si può pertanto, finalmente, procedere all’atto di chiamata, che viene appro-vato all’unanimità con questo tenore :

La Facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi di Modena, appreso l’esito del concorso per la cattedra di “Diritto Ecclesiastico”, bandito dalla libera Università degli studi di Camerino ; vista la domanda del prof. Giuseppe Dossetti ; decide, a voti unani-mi, di chiamare il prof. G. Dossetti alla cattedra di “Diritto Ecclesiastico” di questa Fa-coltà, a far tempo dal presente anno accademico 1946-47. 36

Al consiglio di facoltà in questione erano presenti, oltre ad Amorth, il preside Carnacini e i professori Donati, Grassetti, Luzzatto, Mor e Ranieri. Il decreto di nomina, datato 27 febbraio 1947, verrà comunicato nel consiglio di facoltà del 21 marzo. 37 Da questo momento in poi il professore straordinario Giuseppe Dossetti potrà partecipare ai lavori dei consigli di facoltà : la sua presenza è già attestata nel consiglio del 16 maggio 1947, il successivo a quella del suo decreto di nomina.

34 Ivi, p. 154.35 Ivi, pp. 154-155 : « Accedendo al pensiero, manifestato da altri Colleghi, il prof. Grassetti pro-

pone di deliberare senz’altro la chiamata del prof. Dossetti, ma propone in pari tempo un’espressa riserva, vincolante per la Facoltà, e cioè questa : appena si faccia libero un posto di ruolo, esso venga destinato per la copertura della cattedra di “Economia politica” e subordinatamente di “Scienza delle Finanze”, e per tali materie venga addirittura fatta richiesta di concorso, ove non si presenti alcuna possibilità di provvedervi per trasferimento da altre Facoltà. La riserva del prof. Grassetti viene approvata da tutti i Colleghi… ». In effetti il concorso di Economia politica verrà bandito dall’Università di Modena nel maggio 1947. 36 Ivi, p. 155.

37 Ivi, p. 181.

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6.

a) È il caso di rilevare e di sottolineare come la presenza di Dossetti a Modena e la sua partecipazione alla vita di facoltà sarà tutt’altro che sporadica. Lo te-stimonia non soltanto l’attestato di “simpatia” che la facoltà gli tributa in occa-sione della sua chiamata, ma lo prova anche il dato numerico della sua parte-cipazione ai consigli. Dal maggio 1947, a cui risale il suo ingresso ufficiale nelle riunioni di facoltà, sino all’ottobre 1957, l’anno delle dimissioni, si sono svolte 85 sedute. La presenza di Dossetti vi è registrata 46 volte, la sua assenza 39 volte ; di tali 39 assenze due vengono qualificate « per ragioni di pubblico ufficio » (riu-nioni al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione), e delle altre 37 solo due non vengono giustificate dall’interessato. Una partecipazione quindi superiore al 50%, ben rilevante se si considerino i pressanti impegni politici che richiede-vano la sua costante presenza a Roma.

Trascorso il triennio, potrà essere attivata la procedura di conferma per l’or-dinariato. 38 Il consiglio di facoltà del 3 marzo 1950, presieduto da Mor, potrà per-tanto esprimere il rituale giudizio richiesto per le conferme. Un giudizio, credo di poter dire, che trascende i consueti confini dell’obbligo burocratico e che piuttosto restituisce con accenti autentici quelli che risultavano essere le doti più apprezzati del Dossetti uomo e docente : dedizione, competenza, pacatezza.

Il periodo trascorso fra noi come incaricato aveva già rassicurato la Facoltà sul valore del prof. Dossetti. Le aspettative non sono state frustrate nell’ultimo triennio.

Malgrado le impegnanti attività di carattere politico, prima come deputato alla Co-stituente, poi come deputato al Parlamento, il prof. Dossetti ha mostrato un notevole spirito di sacrificio per conciliare le funzioni pubbliche con quelle dell’insegnamento, ed i corsi da lui impartiti nel triennio 1947-50 hanno avuto uno svolgimento regolare, giac-ché ha sempre cercato di recuperare le ore di insegnamento dovute rimandare per gli impegni politici. Ha pure svolto nei due ultimi anni accademici un corso di esercitazioni presso l’Istituto di applicazione forense.

La sua attività come insegnante è riuscita molto efficace e gli studenti ne frequentano numerosi e attenti le lezioni, perché non vi è soltanto in lui una specifica preparazio-ne, ma vera larga impostazione dei problemi trattati con solida completezza. Doti che si rilevano anche nella vita della Facoltà ove porta discuter sereno ed una competenza amministrativa profonda. E pertanto si propone il prof. Dossetti per la promozione ad ordinario. 39

Come consuetudine per i nuovi ordinari, Giuseppe Dossetti inaugurerà l’anno accademico 1951-52 con un discorso intitolato Povertà e ricchezza del diritto della

38 Se ne dà notizia nel consiglio di facoltà del 19 gennaio 1950 (ivi, p. 340) : gli atti richiesti dal Ministero potranno essere trasmessi solo dopo il 27 febbraio, cioè alla scadenza effettiva del tri-ennio solare.

39 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945 - 11 maggio 1951, p. 350. La « com-petenza amministrativa profonda » allude all’impegno di Dossetti presso il Consiglio di Amminis-trazione d’Ateneo inauguratosi nel 1949.

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Chiesa : un testo ‘misterioso’, che l’Annuario, contrariamente al solito, non pub-blica e che non troverà mai altra collocazione editoriale. 40

b) Non sarà inutile a questo punto dare un saggio dei temi agitati da Dossetti nei suoi interventi a voce, non frequentissimi, durante i consigli di facoltà. Il pri-mo si registra il 10 ottobre 1947, all’epoca del suo primo straordinariato. Dosset-ti, impegnato a dare risalto alla materia da lui insegnata e a veder riconosciuto il rango che le spetta in termini di preparazione richiesta agli allievi, propone l’individuazione di Istituzioni di diritto privato e di Diritto costituzionale quali materie propedeutiche all’esame di Diritto ecclesiastico ; la facoltà approva, ma lo può fare, in accordo con lo stesso Dossetti, nella formula di mera raccoman-dazione e non come obbligo, in attesa di introdurre apposita norma nello Sta-tuto d’Ateneo. 41

Un altro aspetto della vita di facoltà che vede Dossetti assai sensibile è quel-lo relativo agli assistenti, in particolare gli assistenti cosiddetti volontari, quelli che senza alcuna forma di compenso aiutano il docente nello svolgimento delle lezioni e degli esami. È qui, evidentemente, che si potevano annidare forme poco qualificate di collaborazione, utili tuttalpiù a sgravare i professori dagli impegni quotidiani. L’occasione per discuterne si presenta all’indomani della pubblicazione del decreto legge del 7 maggio 1948 n. 1172, che agli artt. 14 e 15 ne regolava le modalità di nomina (decreto del rettore su proposta del professore ufficiale della materia). I criteri specifici saranno definiti nel consiglio di facol-tà del 6 novembre 1948 attraverso 6 articoli ; il quarto, in particolare, ribadiva il conferimento annuale e prevedeva un meccanismo di conferma tacita « di an-no in anno, comunque previo parere di facoltà ». Proprio a proposito dell’art. 4 Dossetti interviene per avanzare una proposta interpretativa che assicuri il va-lore scientifico dell’assistente, il quale, nel tempo delle sue successive conferme, dovrebbe comunque saper dimostrare una qualche forma di valore scientifico concretamente comprovato. È evidente la preoccupazione che la nomina o la conferma al ruolo di assistenti volontari premi coloro che abbiano messo da parte ogni impegno di studio e perfezionamento, per divenire dei semplici aiu-tanti sul campo dei docenti titolari. Leggiamo il passo da lui inserito a verbale :

Lo spirito dell’art. 4 del Regolamento interno è di assicurare la rispondenza della prepa-razione e dell’attività dell’assistente ad una certa idoneità per la ricerca scientifica. Non si richiede subito formalmente all’atto della prima domanda, la prova data da un primo lavoro a stampa : questo potrebbe essere requisito un po’ troppo estrinseco. Però si deve tendere a richiedere qualche cosa che sostanzialmente vi corrisponda (una dissertazio-

40 Cfr. Annuario dell’Università di Modena per l’anno accademico 1951-52, Modena, Soliani, 1952, che a p. 12 riporta solo il titolo del discorso inaugurale di Dossetti.

41 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945-11 maggio 1951, p. 205 : « La Facoltà prende atto e fa propria la proposta del Prof. Dossetti che, in attesa di introdurre la norma nello Statuto dell’Università, si formuli e si renda pubblica la raccomandazione per gli studenti di non presentarsi all’esame di ‘Diritto Ecclesiastico’ se non dopo aver superato gli esami di ‘Istituzioni di diritto privato’ e di ‘Diritto costituzionale’.

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ne di laurea brillante ; un lavoro di preparazione o una ricerca in corso, del cui valore il Professore della materia si sia potuto rendere conto). E analogamente nelle conferme successive, si dovrà tendere a richiedere qualche cosa di corrispondente, che dimostri il continuo ed operoso interessamento dell’assistente per la materia : in modo che dalla previsione di questa esigenza l’assistente di anno in anno riceva stimolo a dare qualche contributo, non solo di collaborazione pratica all’attività didattica, ma anche di un certo interesse e di una certa dignità scientifica. 42

Come Dossetti stesso abbia dato seguito a questo suo monito, lo vedremo tra poco, parlando di un’epoca in cui il diradarsi del suo impegno politico gli con-sentirà di avviare una “scuola” tra i suoi allievi.

c) Contemporaneamente, Dossetti ritiene che siano maturi i tempi per avanza-re ai colleghi la richiesta dell’attivazione dell’insegnamento di Diritto canonico. Non è questa la sede per ricordare come il Diritto canonico fosse sparito dai curricula universitari all’indomani dell’Unità, quando il nuovo Regno, in adesio-ne allo spirito anticlericale prevalente in quegli anni, provvide a sopprimere le facoltà statali di teologia (1873). Faceva quindi la comparsa nei programmi delle facoltà di giurisprudenza il Diritto ecclesiastico, mentre l’insegnamento del ca-nonico sarebbe ripreso dopo il 1917, in occasione della promulgazione del Codex iuris canonici : la prima Università in cui l’insegnamento venne introdotto come disciplina autonoma fu la milanese Università Cattolica Sacro Cuore di padre Agostino Gemelli, nella cui sede prenderà avvio nel 1927 la scuola capeggiata da Vincenzo Del Giudice, già ricordato a proposito della formazione post-laurea di Dossetti. Finalmente, il regio decreto n. 882 del 7 maggio 1936 introduceva il Diritto canonico quale materia complementare nei piani di studio delle facoltà giuridiche italiane. 43

Dossetti ritiene che i tempi siano maturi per un’iniziativa in tal senso nella sua facoltà. Nel consiglio di facoltà del 21 luglio 1948, la facoltà delibera di far aggiungere all’art. 9 del vecchio Statuto d’Ateneo, risalente al 1936, un gruppo di nuove materie, tra le quali, dietro sollecitazione del medesimo Dossetti, il Diritto canonico. 44

La proposta non giunge a tutti gradita. In particolare, si segnala l’intervento di Bruno Rossi, appena chiamato per trasferimento da Macerata come ordinario di Diritto agrario e ben presto presidente del neo costituito Ente per la riforma

42 Ivi, pp. 281-282.43 Si vedano Maria Vismara Missiroli, Diritto canonico e scienze giuridiche. L’insegnamento del

diritto della Chiesa nelle Università italiane dall’Unità al Vaticano ii, Padova, Cedam, 1988 ; La costru-zione di una scienza per la nuova Italia. Dal diritto canonico al diritto ecclesiastico, a cura di Giovanni B. Varnier, Macerata, Eum, 2011 ; Carlo Fantappiè, Diritto canonico e diritto ecclesiastico, in Enci-clopedia italiana di scienze lettere ed arti. Il contributo italiano alla storia del pensiero, Appendice viii, Il diritto, Roma, Istituto Giovanni Treccani, 2012, pp. 717 ss.

44 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945-11 maggio 1951, p. 268. Dossetti nel frattempo è stato da poco eletto in Parlamento nella tornata del 18 aprile 1948.

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agraria nel Delta padano : 45 sarà lui ad inaugurare l’anno accademico entrante con un discorso intitolato Il diritto agrario e la Costituzione. 46 Rossi, ordinario di un insegnamento anch’esso complementare, temeva che l’introduzione di altre materie facoltative (erano già state attivate Diritto comune e Diritto della navi-gazione, oltre al Diritto canonico proposto da Dossetti), intaccasse « la brillante tradizione propria del Diritto agrario ». 47 La facoltà ritenne di dover recepire la preoccupazione di Rossi circa « la necessità che sia svolto un limitato numero di insegnamenti complementari », rimandando a « un accordo per armonizzare gli insegnamenti delle materie complementari onde evitare alcuni inconvenienti che potrebbero verificarsi in proposito ». 48

Della proposta non si tornò più a parlare per quasi due anni, sino a che, nel consiglio di facoltà del 3 febbraio 1950, Dossetti « chiede di porre all’o.d.g. della prossima seduta di Facoltà la istituzione di un insegnamento complementare di Diritto canonico, distinto da quello del Diritto ecclesiastico, in sede di modifica di Statuto ». 49 Dopo un altro anno di limbo, il Diritto canonico potrà entrare a pieno titolo tra gli insegnamenti complementari attivati a partire dall’anno ac-cademico 1951-52 ; l’incarico verrà attribuito, con delibera del consiglio di facoltà del 22 ottobre 1951, al medesimo Dossetti, « unico aspirante ». 50

d) L’attivazione del corso modenese di Diritto canonico coincideva con una fase cruciale della carriera politica di Dossetti : dopo un aspro scontro all’interno del-la Democrazia Cristiana registratosi nel Consiglio nazionale svoltosi tra la fine del giugno e i primi giorni del luglio 1951, nella stessa estate Dossetti annunciò le dimissioni dal Consiglio nazionale del partito, seguite, nell’estate successiva, dalle dimissioni da parlamentare. Nell’autunno dello stesso 1952, prendeva vita l’esperimento bolognese di un Centro di documentazione e di studio che, a par-

45 Breve cenno biografico curato da E. Bassanelli in Università di Bologna. Annuario degli anni accademici 1952-53 - 1953-54, Bologna, s.e., 1956, pp. 165-166.

46 In Annuario della Università di Modena per l’anno accademico 1948-49, Modena, Soliani, 1949, pp. 13 ss. In tale discorso, Rossi metteva in evidenza la forte incidenza che la Carta avrebbe avuto sulla proprietà terriera, sull’impresa agricola e sui contratti agrari : « con il processo di ridistribuzi-one delle terre, la Costituzione tende a creare delle nuove unità produttive in cui il proprietario è ad un tempo coltivatore ed imprenditore […] Avvicinare sempre più la proprietà della terra alla gestione diretta di essa ; far coincidere proprietà e impresa : ecco il vero scopo della riforma e l’espressione precisa e reale del rinnovamento » (p. 15). Inoltre, richiamando l’art. 44 Cost., Rossi, pur sottolineando la funzione sociale della proprietà, criticava l’idea allora discussa di limitare l’estensione della proprietà terriera in vista di quella funzione sociale : egli riteneva infatti indis-pensabile considerare anche la funzionalità economica, che avrebbe rischiato di essere frustrata dall’eccessiva e indiscriminata limitazione territoriale.

47 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 2 giugno 1945 - 11 maggio 1951, p. 268.48 Ibidem. 49 Ivi, p. 348.50 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 5. Va segnalato,

per completezza d’informazione, che il consiglio di facoltà del 19 novembre 1954 avanzò al Min-istero competente « un voto caloroso […] affinché egli voglia, tenuto conto delle esigenze didat-tiche della Facoltà, in virtù dei suoi poteri considerare a titolo retribuito anche l’incarico di Diritto canonico, conferito al prof. Giuseppe Dossetti » (p. 87).

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tire dall’esigenza di avviare un’innovativa indagine storica sui concili, si trasfor-mò in seguito in Istituto per le Scienze Religiose, ancor oggi attivo con il nome di Fondazione per le Scienze Religiose ‘Giovanni XXXIII’.

Proprio in coincidenza con l’interruzione dell’impegno politico e l’avvio del nuovo Istituto bolognese di via San Vitale 114, Dossetti metteva a punto un pro-getto che, se realizzato, avrebbe costituito un elemento di decisa modernizza-zione dell’Ateneo modenese : è del 1953 la proposta relativa all’attivazione di una facoltà di Scienze politiche, progetto e proposta condivisi con il collega titolare di Diritto internazionale.

L’internazionalista Mario Giuliano non è a Modena un docente tra gli altri. Dopo la laurea a Roma e una formazione presso l’Istituto di diritto internaziona-le guidato da Roberto Ago, conseguita anch’egli, come Dossetti, la libera docen-za nel 1942, si era trovato nel ’43 impiegato negli uffici ministeriali del governo di Bari (settembre 1943-giugno 1944) e poi attivo nelle fila del PCI. Ripresa l’atti-vità accademica dopo la Liberazione, fu chiamato a Modena per trasferimento da Camerino, dove aveva vinto il concorso a cattedra nel ’47, senza per questo rinunciare all’impegno politico. Già consigliere provinciale a Milano, negli anni modenesi sarà consigliere comunale e anche assessore nella giunta del sindaco Alfeo Corassori (1951-56) ; sarà in seguito preside della facoltà giuridica modene-se dal 1958 al ’60, anno del trasferimento all’Università statale di Milano. 51

Insieme a Mario Giuliano, quindi, Dossetti presenta nel consiglio di facoltà del 18 giugno 1953 la proposta dell’istituzione di un corso di Scienze politiche, proposta corredata da un primo schema di ordinamento predisposto da Giu-liano. 52 Quando Amorth, in qualità di preside, apre la discussione, emergono proposte di modifiche all’impianto prospettato dal Giuliano. Tra i colleghi che intervengono si segnala, al suo primo intervento in consiglio, Gian Domenico Pisapia, già incaricato di Diritto penale al posto di Silvio Ranieri e ora, dal 1° feb-

51 A Modena insegnò, oltre Diritto internazionale, anche Diritto della navigazione (1949-50), Diritto coloniale (1950-54), Diritto privato comparato (1954-55), Diritto internazionale privato e processuale (1955-60). Nel 1956 fondò la Rivista di diritto internazionale privato e processuale. Benché avesse abbandonato il PCI dopo i fatti d’Ungheria, dal 1979 all’85 sarà eletto parlamentare nelle fila della Sinistra Indipendente. Notizie in Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 227 ; Al governo del Comune. Tremilacinquecento modenesi per la comunità locale dal xv secolo a oggi. Appendice documentaria. Elenco sistematico dei consiglieri del Comune di Modena dal 1412 al 1995, a cura di C. Meloni, C. Malagoli, Modena, Archivio Storico del Comune di Modena, 1996, pp. 320, 321 e 381 ; T. Treves, Giuliano, Mario, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, pp. 1030-1032.

52 La proposta non era del tutto peregrina : oltre ad voler intercettare l’interesse potenziale che sembravano suscitare le discipline dell’area storico-politica e giuridico-economica, essa intendeva proporsi in continuità con un precedente poco fortunato. All’indomani della riforma Gentile, ave-va preso avvio, incardinato presso la facoltà giuridica, un corso di laurea in Scienze economiche, politiche e sociali, quasi una piccola compensazione alla declassificazione operata dalla riforma del 1923. In realtà il corso di laurea restò attivo per poco meno di un paio di anni accademici, tra il 1925 ed il ’27, dopodiché le autorità ministeriali fasciste ne determinarono la soppressione. Cfr. Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., i, p. 160. Si veda anche infra, nt. 57.

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braio 1953, 53 titolare di cattedra a Modena. Dopo la laurea conseguita a Napoli, Pisapia, come Dossetti, si era formato alla Cattolica di Milano ed aveva conse-guito la libera docenza anch’egli nel 1942 ; in seguito, per un biennio, sarà anche preside. 54 La facoltà alla fine approvò la proposta, integrata dalle modifiche avan-zate, e incaricò i due proponenti di redigere di uno specifico statuto. 55

L’iniziativa non ebbe sbocco. Dopo tre anni di silenzio, se ne ha una qualche traccia nel consiglio di facoltà del 17 febbraio 1956, alla vigilia della cessazione dal servizio di Dossetti : ne danno ragguaglio i professori Mor e Amorth, che fanno riferimento a una non meglio precisata « iniziativa parlamentare relativa allo stabilimento del corso di laurea in Scienze Politiche », per la quale si fanno voti « che essa ottenga sollecita approvazione, ricordando che il corso medesimo fu oggetto a suo tempo di ingiusta e autoritaria soppressione ». 56

Una notizia si registra nel consiglio di facoltà del 15 febbraio 1957, uno degli ultimi a cui Dossetti è presente. La delibera, adottata all’unanimità, nel ricor-dare il precedente del corso di Scienze economiche politiche e sociali 1925-26 e nel segnalare l’assenza di un corso di laurea in Scienze politiche in tutta l’area emiliana e nel potenziale bacino di utenza mantovano, esprime ufficiale richie-sta di istituzione e invita il Ministero a richiedere il dovuto parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. 57 Ancora nel consiglio di facoltà del 10 luglio dello stesso ’57, il preside Amorth dà comunicazione dell’imminente parere del

53 Cfr. consiglio di facoltà del 18 gennaio 1953, in AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurispru-denza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 63.

54 Oltre al Diritto penale, Pisapia insegnerà per incarico anche Antropologia criminale a partire dal 1955. Notizie in Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena, cit., I, p. 288, e Ennio Amodio, Pisapia, Gian Domenico, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, pp. 1602-1603.

55 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 71 : « Il Preside invita i colleghi Dossetti e Giuliano a riferire intorno alla proposta di istituzione della Facoltà di scienze politiche. Il prof. Giuliano presenta uno schema di ordinamento che viene esaminato dai colleghi, sono accettatte alcune modifiche all’ordinamento stesso proposte dai proff. Mor e Pisa-pia e si rimane d’intesa che i proponenti Giuliano e Dossetti debbano provvedere sollecitamente a redigere lo statuto della Facoltà tenendo conto dei suggerimenti dei colleghi ».

56 Ivi, p. 116.57 Ivi, pp. 137-138 : « La Facoltà di giurisprudenza dell’Università degli studi di Modena, visto le

precedenti determinazioni, assunte dalle sedute di Facoltà tenute rispettivamente nei giorni 28 gennaio 1953 e 17 febbraio 1956, ricordato che già nel 1924 lo statuto in allora vigente dell’Università di Modena prevedeva un corso di laurea in Scienze economiche, sociali e politiche accanto al corso di laurea in giurisprudenza, che si svolse regolarmente negli anni accademici 1925-26 e 1926-27, si-no cioè alla sua ingiusta soppressione e non avvenuta trasformazione in corso di laurea in Scienze Politiche ; considerata la utilità anche con riferimento al corso predetto della istituzione del corso di laurea in Scienze Politiche presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Modena, tut-tora carente nelle Università emiliane, con evidente pregiudizio su coloro che in questa regione emiliano-romagnola, comprensiva, per quanto riguarda l’affluenza studentesca verso l’Università modenese, anche della provincia di Mantova, intendano seguire questo ordine di studi, e con pregiudizio altresì degli studi medesimi ; delibera di richiedere la istituzione del corso di laurea in Scienze Politiche presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Modena, invitando il supe-riore Ministero a richiedere il prescritto parere al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, riservandosi la tempestiva richiesta di modificazione dello Statuto dell’Università di Modena ».

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Consiglio Superiore. 58 Il quale, evidentemente, non deve essere stato positivo, se, come anticipato, la procedura avviata non portò a nessun esito e la facoltà giuridica non poté dotarsi di un secondo corso di laurea.

e) Un ulteriore aspetto relativo all’impegno di Dossetti come docente universi-tario a Modena riguarda gli studenti e i suoi allievi. È noto quanto le sue lezioni sapessero esprimere il magnetismo del docente e dell’uomo e quanto a quelle lezioni si dovette il successo del Diritto ecclesiastico e del Diritto canonico pres-so gli studenti.

I verbali di laurea tra il 1942 ed il 1957 registrano 20 tesi ascrivibili alle materie tenute da Dossetti. La parte del leone la fanno i temi matrimoniali, coerenti con quelli agitati da Dossetti nella sua prima monografia, con particolare ri-guardo al consenso ; 59 ma appare anche la predilezione per i profili di caratte-re ‘costituzionale’ 60 o per quelli più classicamente giusecclesiasticistici 61 o, an-cora, per quelli radicati nel pensiero e nella dottrina giuridica del medioevo, 62

58 Ivi, p. 148.59 Alberto Prati, La discretio iudicii e il consenso matrimoniale, tesi approvata in data 29 ottobre

1943 con votazione 85 su 110 (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1941-1949, p. 26) ; Renzo Bertozzi, Intentio e conditio contra matrimonii substan-tiam, tesi approvata in data 13 febbraio 1950 con votazione 95 su 110 (ivi, vol. 1949 - sess. est.1955/56, p. 4) ; Nanda Castagnetti, Questioni recenti in tema di trascrizione del matrimonio canonico, tesi ap-provata in data 12 luglio 1952 con votazione 102 su 110 (ivi, p. 64) ; Renzo Pasquinelli, Le condizioni apposte al consenso nel matrimonio canonico, tesi approvata in data 27 febbraio 1954 con votazione 74 su 110 (ivi, p. 111) ; Anna Simonazzi, Natura giuridica della promessa di matrimonio, tesi approvata in data 9 novembre 1957 (quando Dossetti si era già ritirato dal servizio) con votazione 106/110 (ivi, vol. sessione autunnale a. acc. 1955-56 - anno acc. 1959-60, p. 44).

60 Liliana Enei, La posizione della Chiesa nel diritto dello Stato italiano, tesi approvata in data 10 novembre 1947 (alla vigilia dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana) con votazione 105 su 110 (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1941-1949, p. 110) ; Dante Gozzi, Questioni recenti sulla libertà di coscienza e di culto e sulla condizione giuridica degli acattolici con particolare riferimento alla Costituzione della Repubblica, tesi approvata in data 11 luglio 1953 con votazione 80 su 110 (ivi, vol. 1949 - sess. est. 1955/56, p. 88) ; Carlo Manunza, Qualificazione generale del rapporto tra Stato e Chiesa nella Costituzione Repubblicana, tesi approvata in data 20 novembre 1954 con votazione 90 su 100 (ivi, p. 107).

61 Armando Mattioli, La rappresentanza deli enti morali ecclesiastici, tesi approvata in data 20 no-vembre 1954 con votazione 110 su 110 e la lode (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1949 - sess. est. 1955/56, p. 132) ; Antonio Rondello, I beni patrimo-niali della Chiesa : natura, specie, modalità di acquisto, tesi approvata in medesima data con votazione 77 su 110 (ivi, p. 134) ; Gianfrancesco Manunza, Le persone fisiche nel diritto ecclesiastico italiano, tesi approvata in data 23 febbraio 1956 con votazione 105 su 110 ; Giovanni Fontana, Alcuni problemi e aspetti della funzione normativa della Chiesa, tesi approvata in medesima data con votazione 102 su 110 (ivi, p. 179).

62 Don Antonio Magnoni, La giurisdizione ecclesiastica nel periodo compreso fra le pseudo isidoriane e il decreto di Graziano, tesi approvata in data 9 luglio 1951 con votazione 95 su 110 (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1949 - sess. est. 1955/56, p. 38) ; Ferrando Mantovani, Diritto e teologia nel sistema matrimoniale di Graziano. Contributo allo stu-dio delle fonti, del metodo e del pensiero grazianeo, tesi approvata in data 10 luglio 1957 (l’ultima alla presenza di Dossetti) con punteggio 110 su 110, lode e dignità di stampa (ivi, sessione autunnale a. acc. 1955-56 - anno acc. 1959-60, p. 31).

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dell’età moderna, 63 dell’età contemporanea. 64Tra i laureati, spiccano quelli che ebbero modo di collaborare con Dossetti nel

ruolo di assistente o di borsista. In effetti, abbiamo già rilevato come Dossetti, all’indomani del conseguimento dell’ordinariato, avesse espresso attenzione e nel medesimo tempo preoccupazione per il livello scientifico degli assistenti rinnovati di anno in anno ; ma in realtà, almeno per tutto il periodo di più intenso impegno politico, egli non ebbe modo di mettere in pratica le sue scrupolose indicazioni. Le occasioni saranno colte soltanto in coincidenza con le dimissioni dal Parla-mento e dal consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, quando cioè Dos-setti potrà dedicarsi con più agio e profitto al suo impegno scientifico e didattico.

Il primo assistente di cui Dossetti chiede la nomina alla sua facoltà è Giuseppe Alberigo. L’allievo in questione è importante ed avrà un futuro indissolubilmen-te legato al magistero dossettiano. Alberigo, dopo essersi laureato in giurispru-denza presso l’Università Cattolica di Milano nel 1948, dove appunto conob-be Dossetti, si trasferisce nel 1953 a Bologna, per seguire con il maestro l’avvio dell’Istituto per le scienze religiose. È in questo momento che Dossetti decide di avvalersi del suo aiuto anche a Modena, chiedendo alla sua facoltà la nomina di Alberigo ad assistente straordinario di Diritto ecclesiastico, con uno stipendio annuale di 250.000 lire, ruolo che Alberigo ricoprì sino al 1956. 65

Altro allievo di spicco fu Armando Mattioli, laureatosi a pieni voti nel 1954 con una tesi sulla rappresentanza morale degli Enti ecclesiastici, 66 quindi nominato assistente volontario nel consiglio di facoltà del 2 dicembre 1954. 67 Mattioli non seguirà la carriera accademica, ma diventerà uno dei più celebri e apprezzati penalisti del foro modenese.

63 Gian Paolo Cigarini, Aspetti della dottrina sulla Chiesa di Gaetano e Torquemada, tesi approvata in data 19 novembre 1954 con votazione 105 su 110 (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1949 - sess. est. 1955/56, p. 130) ; Francesco Marani, Il rapporto tra gli organi costituzionali della Chiesa nel pensiero di Bellarmino e Bossuet, tesi approvata in data 12 lug-lio 1955 con votazione 110 su 110 e la lode (ivi, p. 160) ; Maria Luisa Coppi, Il primato di Pietro e della Chiesa romana in G. Faber e G. Suarez, tesi approvata in data 23 febbraio 1956 con votazione 104 su 110 (ivi, p. 181).

64 Gino Vellani, Problemi di diritto ecclesiastico e di politica ecclesiastica nelle valutazioni di Civiltà Cattolica durante il Pontificato di Benedetto XV, tesi approvata in data 15 febbraio 1949 con votazi-one 90 su 110 (Università di Modena, Facoltà di Giurisprudenza, Verbali degli esami di laurea, vol. 1941-1949, p. 148) ; Antonino Leonelli, Libertà di coscienza e di culto nel pensiero cattolico moderno, tesi approvata in data 12 luglio 1952 con votazione 100 su 110 (ivi, vol. 1949 - sess. est. 1955/56, p. 62) ; Domenico Valcavi, L’atteggiamento della Civiltà Cattolica negli anni 1897-1905 di fronte ai problemi delle istituzioni statali e della struttura sociale italiana, tesi approvata in data 20 novembre 1954 con votazione 99 su 110 (ivi, p. 136).

65 Consiglio di facoltà del 10 dicembre 1953, ivi, p. 73. L’incarico è segnalato anche nel profilo biografico offerto da A. Melloni, Alberigo, Giuseppe, in Enciclopedia Italiana di Lettere Scienze ed Arti, vi appendice, Roma, Istituto Giovanni Treccani, 2000, p. 35. Alberigo sarà chiamato a guidare l’Istituto dopo l’abbandono della vita civile di Dossetti. Sarà ancora Alberigo a realizzare il pro-getto prefigurato da Dossetti di una facoltà di Scienze Politiche, inaugurata a Bologna nel 1968.

66 Si veda supra, nt. 61.67 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 92.

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Docente di vaglia diverrà invece Francesco Marani, nominato assistente vo-lontario di Dossetti su delibera del consiglio di facoltà del 12 novembre 1955. 68 Marani si era laureato a pieni voti assoluti nel 1955 con una tesi sul rapporto tra gli organi costituzionali della Chiesa nel pensiero di Bellarmino e di Bossuet. 69 Dopo l’abbandono di Dossetti, Marani sarà indirizzato dallo stesso maestro a porsi sotto la guida del prof. Franco Carresi, ordinario di Diritto civile a Modena sin dal 1951, che continuerà a seguire il giovane dottore anche dopo il trasferi-mento all’Università di Bologna avvenuto nello stesso ’55. 70 Marani diventerà do-cente di Diritto civile e di Istituzioni di diritto privato presso la facoltà giuridica modenese a partire dai primi anni Settanta. 71

Un altro allievo di grande futuro da segnalare fu l’ultimo studente modene-se ad avere Dossetti come relatore. Si tratta di Ferrando Mantovani, laureatosi nel luglio del’ 57 con una tesi sul sistema sistema matrimoniale nel contributo teologico e giuridico di Graziano, ottenendo il massimo dei punti e il conferi-mento della dignità di stampa. 72 La notizia risalta in un consiglio di facoltà del 1958, quando si delibera di assegnare tre borse di studio e di perfezionamento, una delle quali attribuita appunto al Mantovani, del quale si rileva la prima for-mazione canonistica (la laurea con Dossetti) e il successivo passaggio al diritto penale sotto la guida di Gian Domenico Pisapia, di cui nel frattempo è divenuto assistente volontario. 73 Ferrando Mantovani diverrà in seguito il grande penali-sta che tutti conosciamo, dopo essere stato a Modena incaricato di Antropolo-gia criminale tra il 1963 e il ’68 e Diritto penale tra il ’68 e il ’69. 74

7.

La metà degli anni Cinquanta registra le premesse per l’epilogo della carriera accademica di Dossetti. Dopo la pausa seguita alle dimissioni del 1952, egli verrà trascinato nell’agone politico dall’arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro, che lo indurrà a sostenere lo scontro elettorale con il candidato favorito alle munici-pali bolognesi del 1956, il sindaco comunista Giuseppe Dozza. Dopo la prevedi-bile sconfitta, Dossetti non farà trascorrere molto tempo prima di dimettersi dal consiglio comunale. Ma una decisione più ampia, definitiva, è ormai maturata e attende solo di prendere la via delle comunicazioni ufficiali.

68 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 105.69 Si veda supra, nt. 63.70 Franco Carresi, oltre a Diritto civile, insegnò per incarico anche Istituzioni di diritto privato

(1951-55) e Istituzioni di diritto privato comparato (1955-56). Notizie in Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 223, e G. Furgiuele, Carresi, Franco, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., I, p. 468.

71 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 268.72 Si veda supra, nt. 62.73 Consiglio di facoltà del 27 maggio 1958, in AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9

luglio 1951-11 giugno 1963, p. 169.74 Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 268.

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Come primo passo, Dossetti comunica la rinuncia all’insegnamento del Di-ritto canonico : lo fa nel consiglio del 9 novembre 1956, quando, conseguente-mente, si delibera all’unanimità « che il corso taccia ». 75 La volontà di Dossetti si è ormai andata delineando con chiarezza e in modo irrevocabile. Dopo aver dato le dimissioni da consigliere comunale e comunicato al cardinal Lercaro l’inten-zione di farsi ordinare sacerdote, Dossetti provvede anche a dare le dimissioni da docente universitario.

I colleghi modenesi ne erano stati informati in anticipo ed era stato l’amico Antonio Amorth a prodigarsi per un eventuale ripensamento. Niente da fare. Nell’estate del 1957 il rettore Fabio Lanfranchi comunica la notizia delle dimis-sioni di Dossetti alla facoltà giuridica. Il romanista Lanfranchi di quella facoltà era già stato preside dal 1953 al ’55. Bolognese, allievo di Emilio Albertario ma molto vicino a Edoardo Volterra, dopo un’esperienza di incaricato a Camerino e a Trieste, aveva assunto l’ordinariato a Cagliari prima di passare a Modena, dove sarebbe divenuto, come detto, non soltanto preside della facoltà di giuri-sprudenza, ma anche rettore (1955-61). La sua conoscenza di Dossetti è diretta e l’intensità della colleganza si riverbera anche nei toni che egli userà in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 1957-58 per ricordare l’allontanamento dal servizio dello stimato docente :

Un altro ancora ci ha lasciati, oh ! fortunatamante non per evento irrimediabile, ma per volontarie dimissioni : il collega prof. Giuseppe Dossetti, Ordinario di Diritto ecclesiastico.

Noi, che per molto tempo abbiamo lottato, ed ogni mezzo posto in essere per impe-dire una decisione così infrequente nella vita universitaria, che toglie oggi una limpida luce all’insegnmento ufficiale del nostro Ateneo, altro non possiamo se non inclinare la fronte pensosi davanti ad una volontà ferma e cristallina, nata in uno spirito purissimo col quale le nostre povere voci terrene, le nostre vicende umane ed accademiche non han più la forza di continuare il dialogo ; quel dialogo che ci fu caro per tanti anni passati.

Siamo certi, o Signori, che l’Ateneo modenese e la Facoltà di diritto, in ispecie, – pur ricchi di uomini e di storia –, potranno un giorno ascrivere ad altissimo privilegio l’avere avuto tra i loro docenti Giuseppe Dossetti, coerente spirito mirabile che, nel progressi-vo trascendere verso i più elevati valori dello spirito umano, ha inflitto a noi e a se stesso la pena del distacco da quell’insegnamento che amava ed in cui era Maestro.

Addio, collega Dossetti ; a rivederci fin a che Tu vorrai, amico molto amato ! 76

A dover prendere atto delle dimissioni di Dossetti vi è anche il preside della fa-coltà giuridica, il processualcivilista Eugenio Minoli, 77 giunto come ordinario a Modena sin dal 1949, all’indomani del trasferimento di Carnacini a Bologna. Giurista e intellettuale formatosi nella Torino di Norberto Bobbio, della Utet e della Fiat (di cui fu uno dei legali), si era in seguito legato ad esponenti di spicco

75 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, p. 130. 76 Annali della Università di Modena per l’anno accademico 1957-58, Modena, Soliani, 1959, pp. 7-8.

L’accenno iniziale allude al prematuro decesso del giusprivatista Ferdinando Salvi.77 Il triennio di presidenza della facoltà giuridica modenese è quello che va dal 1955 al ’58 (Carlo

G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 268).

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del cattolicesimo italiano, tra cui Giorgio La Pira e lo stesso Dossetti. Era stato, insieme a Silvio Golzio e ad Augusto Del Noce, uno degli animatori della se-zione torinese dell’associazione Civitas Humana di Giuseppe Lazzati, 78 nonché collaboratore del quindicinale Cronache sociali, che vide sin dall’anno della sua fondazione, il 1947, la partecipazione, oltre che di Dossetti e di Minoli, anche di Antonio Amorth. Sarà uno dei pochi osservatori laici ad essere autorizzato a seguire i lavori del Concilio Vaticano ii. Considerato uno degli inventori dell’ar-bitrato internazionale, è stato il fondatore dell’Associazione Italiana per l’Arbi-trato (1958), nonché uno dei protagonisti della Convenzione europea di Ginevra sull’arbitrato commerciale (1961) e della Convenzione di Washington istitutiva del regolamento per le controversie tra Stati e privati in materia di investimenti (1965). Morirà il 28 luglio 1974 in un incidente d’auto. 79

Un’ultima vicenda non irrilevante da segnalare, strettamente connessa con le dimissioni di Dossetti, riguarda le sorti della cattedra di Diritto ecclesiastico. Il consiglio di facoltà del 10 luglio 1957, presieduto da Minoli, prende atto delle di-missioni del collega e, proprio in virtù della considerazione che l’insegnamento aveva acquistato grazie al suo titolare, « delibera che in ogni caso sia conservato il posto di ruolo al Diritto ecclesiastico ». 80

Se ne riparlerà qualche mese dopo, nel consiglio del 9 ottobre dello stesso ’57, l’ultimo a cui partecipa Dossetti. Sono presenti, oltre al preside Minoli, ai già noti Amorth, Giuliano e Pisapia, anche i colleghi Alberto Candian, Giovanni Ambrosetti, Vincenzo Carullo e Gerardo Santini.

Il processualpenalista parmense Candian si era formato e laureato alla Cat-tolica, e per molti anni, sin dal 1947, era stato incaricato a Modena ; grazie al concorso a cattedra bandito proprio dall’ateneo geminiano, era divenuto stra-ordinario nel ’56. 81

Anche Ambrosetti, che da studente si era segnalato per aver ricoperto il ruolo di presidente della fuci dal 1934 al ’39, era arrivato a Modena nel 1956, come neo-titolare di Filosofia del diritto, materia che aveva già insegnato nell’università emiliana in qualità di incaricato sin dal 1952. 82

78 Va segnalato come dal 23 al 28 marzo 1947, per iniziativa di Dossetti, si era svolta a Modena la Settimana sociale dei cattolici modenesi, alle quali partecipò anche Minoli in qualità di relatore per la politica internazionale. Cfr. La “sinistra (cattolica) modenese”. Cronache di una singolare espe-rienza politica di base, a cura di Dario Mengozzi, Modena, 2009 (I quaderni del Centro Culturale Francesco Luigi Ferrari, 30), p. 68.

79 Lorenzo Spinelli, Eugenio Minoli (1911-1972) [necrologia], in « Archivio giuridico “Filippo Se-rafini” », 183 (1972), pp. 3-4 ; Enrico Allorio, La vita e l’opera di Eugenio Minoli, « Archivio giuridico “Filippo Serafini” », 186 (1974), p. 197 ss. Alcune notizie tra quelle riportate nel testo mi sono state riferite dal Prof. Marani.

80 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951 - 11 giugno 1963, p. 146.81 Nel 1969 si trasferirà a Genova e nel ’76 a Milano. Notizie in Carlo G. Mor, Pericle Di

Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 222, e P. Corso, Candian, Alberto, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, p. 409.

82 Notizie in Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 200, e F. Cavalla, Ambrosetti, Giovanni, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., i, pp. 49-50.

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Pure Carullo e Santini facevano parte dei nuovi ingressi del ’56, il primo come vincitore del concorso modenese di Diritto del lavoro, 83 il secondo chiamato co-me ordinario di Diritto commerciale. 84

Leggiamo il passo del verbale di nostro interesse :

Il presidente [Minoli], premesso che nella seduta del 10 luglio 1957 la Facoltà ha delibe-rato di conservare al Diritto ecclesiastico il posto di ruolo vacante per le dimissioni del prof. Dossetti, pone in discussione come si debba provvedere al suddetto posto. Dopo vari interventi dei proff. Dossetti, Pisapia, Amorth, Giuliano, Carullo, la Facoltà, restan-do confermata l’opportunità che sia coperta subito la cattedra di Diritto ecclesiastico, delibera a maggioranza (con i voti contrari dei proff. Dossetti e Pisapia e l’astensione del prof. Santini) di richiedere – a mente del combinato disposto degli artt. 65, 66, 93 del T.U. delle leggi sulla Istruzione Superiore e 24 del Regolamento generale successive modificazioni – al superiore Ministero l’apertura del concorso per trasferimento a detta cattedra per l’anno 1957-58. 85

Non si può restare colpiti dal voto contrario dello stesso Dossetti, che pure in passato aveva dato prove di riserbo su aspetti riguardanti la sua personale car-riera e l’insegnamento da lui impartito. Non è da escludere che la contrarietà di Dossetti alla chiamata per trasferimento sia legata alla preferenza per un asse-gnamento provvisorio di incarico, eventualmente attribuibile a qualche giovane allievo della sua cerchia, in attesa, si può immaginare, di un prossimo bando di concorso a cattedra. Altri elementi di valutazione, allo stato, non è possibile avanzare.

Un mese dopo, quello del 9 novembre 1957 è il primo consiglio di facoltà a non prevedere più la partecipazione di Dossetti. La facoltà sottolinea con amarezza la perdita dell’illustre docente ed è ancora una volta l’amico Antonio Amorth, che pure nell’ultimo consiglio aveva votato in modo difforme dal Dossetti, a prendere la parola per ribadire la perdita sofferta dall’intera comunità scientifica nazionale. Leggiamo :

La Facoltà … prende atto, ancora con sincera amarezza, che questa è la prima seduta alla quale non partecipa il prof. Dossetti per effetto del provvedimento con il quale il Ministro ha accettato le sue dimissioni.

Il prof. Amorth ricorda come sia stato fatto, fino all’ultimo, tutto il possibile per con-vincere il prof. Dossetti a recedere dal suo proposito e rileva che la Facoltà giuridica modenese, in particolare, e l’Università italiana, in generale, perdono, con l’allontana-mento del prof. Dossetti, un giovane Maestro che fin dall’inizio della sua carriera uni-versitaria aveva coperto la cattedra con grandissimo prestigio ed autorità.

83 Vincenzo Carullo, che fu direttore responsabile della Rivista di diritto del lavoro diretta da Lodovico Barassi, è considerato il padre della scuola giuslavoristiva modenese. Si veda Pietro Ichino, Il diritto del lavoro nell’Italia repubblicana : teorie e vicende dei giuslavoristi dalla Liberazione al nuovo secolo, Milano, Giuffrè, 2008, ad vocem, ma in particolare alle pp. 17, 36, 58 66 e 555. Cfr. anche Carlo G. Mor, Pericle Di Pietro, Storia dell’Università di Modena cit., i, p. 223.

84 Ivi, p. 303 e Pierpaolo M. Sanfilippo, Santini, Gerardo, in Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, pp. 1793-1795.

85 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 9 luglio 1951-11 giugno 1963, pp. 147-148.

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Lo stesso prof. Amorth propone, d’intesa con il prof. Carullo, di rinnovare concre-tamente al prof. Dossetti l’espressione dell’unanime incondizionata stima ed affezione mediante la raccolta in volume di studi di tutti i colleghi che a Modena ebbero occasione di conoscerlo e di apprezzarne le alte doti di mente e di cuore.

La Facoltà, unanime, approva la proposta e dà incarico ai proff. Amorth e Carullo di riferire in una successiva seduta sul modo come si possa sollecitamente realizzare l’ini-ziativa ». 86

In realtà non risulta che il volume sia mai stato realizzato. Forse l’iniziativa si spense in seguito al trasferimento dello stesso Amorth alla fine dell’anno acca-demico, nel 1959, all’Università statale di Milano. O forse il progetto si sfilacciò progressivamente, soppiantato dalle tante emergenze che la facoltà modenese dovette continuare ad affrontare.

L’ultimo atto che occorre ricordare è rappresentato dalla successione alla cat-tedra che fu di Dossetti, per la quale, come detto, fu deliberata, malgrado la contrarietà del suo pregresso titolare, la copertura per trasferimento. Dopo l’av-viso in Gazzetta Ufficiale del 15 ottobre 1957 n. 265 circa la vacanza della cattedra di Diritto ecclesiastico a Modena, il consiglio di facoltà del 28 novembre procede all’esame delle due domande pervenute : quella di Lorenzo Spinelli, 87 straordina-rio di Diritto ecclesiastico nella facoltà di Giurisprudenza di Urbino, e quella di Mario Gorino-Causa, 88 straordinario di Diritto ecclesiastico a Sassari, entrambi vincitori del concorso sassarese del 1954 (Gorino-Causa al primo posto, Spinel-li al terzo). La candidatura di Gorino-Causa ottiene i soli due voti del preside Minoli e di Giuliano, quella di Spinelli ne ottiene sei ; gli astenuti sono quattro.

Di qualche interesse è la motivazione che la facoltà adotta per sostenere la preferenza di Spinelli su Gorino-Causa :

Entrambi, a giudizio della Facoltà, sono molto degni di coprire la cattedra vacante, per la seria e vasta preparazione, per la continua e profonda attività scientifica. Dall’esame comparativo dei titoli, tuttavia, risulta che la produzione più significativa del prof. Gorino-Causa è prevalentemente di carattere storico, mentre quella del prof. Spinelli attiene mag-giormente a problemi di diritto positivo. Appunto per questo la maggioranza dei com-ponenti della Facoltà rileva che il carattere della produzione scientifica del prof. Spinelli appare più vicino ai caratteri che avevano improntato l’insegnamento del diritto ecclesia-stico da parte del dimissionario prof. Dossetti, per cui l’insegnamento del prof. Spinelli è ritenuto dalla stessa maggioranza più idoneo a garantire, soprattutto nei confronti degli studenti, la continuità dei metodi e della tematica nello studio del diritto ecclesiastico. 89

Il metodo scientifico coerente con quello di Dossetti appare quindi la giustifica-zione che emerge dal verbale. Il metodo ‘positivo’ adottato nelle opere più signi-

86 Ivi, pp. 154- 155.87 Un aggiornato profilo biografico è fornito da Giuseppe Dalla Torre, Spinelli, Lorenzo, in

Dizionario biografico dei giuristi italiani, cit., ii, pp. 1904-1905.88 Su cui Federico A. Goria, Gorino-Causa, Mario, in Dizionario biografico dei giuristi italiani,

cit., i, p. 1040.89 AUMoRe, Verbali della Facoltà di Giurisprudenza, 5 luglio 1951 - 11 giugno 1963, pp. 158-159.

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ficative di Lorenzo Spinelli, rispetto a quello ‘storico’ di Mario Gorino-Causa, si porrebbe in continuità con l’insegnamento offerto per quindici anni agli stu-denti da Dossetti, circostanza che rendeva preferibile la chiamata di un docente capace di non interrompere questa apprezzata sensibilità per il dato normativo. Ma – almeno stando alle intitolazioni – la spiccata sensibilità storica di alcune delle tesi assegnate da Dossetti nel corso degli anni induce a nutrire qualche dubbio sulla fondatezza della motivazione espressa dalla facoltà modenese.

Comunque sia, va detto che Spinelli darà un grande contributo al prestigio delle materie che furono insegnate da Dossetti. Non soltanto ripristinerà ben presto l’insegnamento di Diritto canonico, messo a tacere nel 1956 in vista delle annunciate dimissioni del suo titolare, ma Spinelli ricoprirà anche la carica di preside per due mandati, dal 1960 al 1966, dopodiché, nel ’67, verrà eletto rettore per un triennio.

Ma questa è già un’altra storia. Con le dimissioni di Dossetti e il trasferimento a Milano dell’amico di una vita, Antonio Amorth, può dirsi che un ciclo di vita della facoltà giuridica modenese si sia concluso per sempre. Si chiude in parti-colare quel clima di precarietà ma anche di impegno personale che la ricostru-zione del dopoguerra imponeva a tutti ; un impegno che, se non certo da tutti condiviso, un manipolo di docenti dotati di una forte propensione alla responsa-bilità morale e sociale seppe interpretare con particolare vigore e coerenza.

La speranza dell’autore di questa sommaria panoramica è che essa possa con-tribuire a superare la generale sottovalutazione dell’esperienza modenese di Dossetti, normalmente rubricata a momento di secondo o terzo piano rispetto all’attività politica o alla vocazione religiosa. Al contrario, l’impegno scientifico e didattico di Dossetti è da considerarsi elemento integrante del profilo com-plessivo dell’uomo politico e di fede. A Modena Dossetti, per quanto poté, volle essere, e in effetti fu, pienamente docente : si preoccupò delle sorti della facoltà, contribuì al suo funzionamento, si spese per il suo sviluppo. Ma soprattutto fe-ce scuola : lo dimostra il numero e la qualità degli allievi che chiesero di poter sostenere il lavoro di tesi con lui e che con lui vollero collaborare in qualità di assistenti. Senza contare il contatto fecondo con colleghi di grande levatura, tra i quali spicca certo il nome dell’amico Amorth, a cui si debbono molti spunti utili al lavoro di Dossetti come costituente, ma al quale vanno accostati anche quelli di Mario Giuliano, di Gian Domenico Pisapia e di Eugenio Minoli.

Al magistero modenese del Dossetti giurista e docente è giunto il momento di tributare la giusta considerazione.

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NOTE E DISCUSSIONI