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Teoria AVO: costi e beneficiTeoria AVO: costi e benefici
Benefici dalla fissazione del tasso di cambio o dalla circolazione di un’unica moneta in più paesi/economie distinzione tra regimi di cambio fisso e unioni monetarie
Costi legati all’abbandono della moneta locale o a fissare il cambio
In caso di shock asimmetrici (specialmente di natura reale), il cambio flessibile attenua le fluttuazioni economiche
Esempio: shock asimmetrico Francia-Germania AD in Germania aumenta e in Francia diminuisce:
recessione in Francia, boom-inflazione in Germania deficit corrente in Francia, surplus in Germania
Deprezzamento della moneta francese (rispetto a quella tedesca): stimolo alla AD in Francia, freno al boom tedesco attenuazione del deficit corrente francese e del surplus
Tuttavia:– Gli squilibri si sarebbero curati anche con la mobilità
dei fattori produttivi (lavoratori e macchine disoccupate da Francia a Germania) o con una politica fiscale redistributiva comune (trasferimenti da Germania a Francia finanziati con il maggior gettito tedesco)
– Rimedio solamente di breve periodo (vedi analisi AD-AS)
– Se shock nominale, il regime di cambio fisso è più stabilizzante
AVO - costi: (2) grado di apertura e AVO - costi: (2) grado di apertura e diversificazione export (McKinnon)diversificazione export (McKinnon)
Grado di apertura: economie più aperte non possono spostare molte risorse da un (piccolo) settore di beni non commerciati in caso di svalutazione
Esportazioni molto diversificate: se gli shock sono indipendenti, lo shock negativo in un settore si può più probabilmente compensare con lo shock positivo in un altro
La elevata diversificazione delle esportazioni diminuisce il costo della moneta unica
AVO - costi di rinuncia alla moneta AVO - costi di rinuncia alla moneta locale: (3) signoraggio monetariolocale: (3) signoraggio monetario
Da quanto visto sopra, un regime di cambio fisso aumenta la credibilità antinflazionistica
Tuttavia, si può sempre uscire da un regime di cambio fisso e avere inflazione più elevata
I governi amano l’inflazione perché con essa:– Diminuisce il valore reale del loro debito– Aumenta il gettito fiscale (tassa da inflazione)
Paesi con governi che hanno ricorso meno frequentemente a questo signoraggio monetario, hanno minori costi dalla perdita di una moneta nazionale (che non possono più stampare)
Crisi di cambio: un gioco a somma zeroCrisi di cambio: un gioco a somma zero Dinamica di una crisi di cambio:
– La banca centrale argentina è sempre pronta a vendere e acquistare 1 peso per 1 dollaro
– Aumenta la domanda di dollari contro peso– La banca argentina difende il cambio vendendo le sue riserve
in dollari al prezzo 1 peso/1 US$– Quando le riserve valutarie si esauriscono, la banca argentina
smette di difendere il cambio e il prezzo del dollaro sale, ad esempio 3 pesos/1 US$
– Gli speculatori vendono a 3 pesos i dollari acquistati dalla banca centrale argentina a 1 peso
Il guadagno in conto capitale degli speculatori avviene a spese della banca centrale argentina, che riacquista a 3 quello che pochi giorni prima aveva venduto a 1
La politica fiscale e monetaria non rispettano il vincolo di cambio fisso (e PKM)
Oltre un certo valore soglia, gli speculatori si coordinano, aumentano massicciamente la domanda di valuta estera contro valuta nazionale ed esauriscono le riserve istantaneamente svalutazione
La politica fiscale e monetaria rispettano il vincolo di cambio fisso (e PKM) e le riserve non si esauriscono, ma la svalutazione avviene
Normalmente, gli speculatori non attaccano e la banca centrale non svaluta
Tuttavia, se per caso gli speculatori riescono a coordinarsi e aumentano la domanda di valuta estera, la banca centrale può trovare conveniente svalutare
La svalutazione non si giustifica per i “fondamentali” fuori linea, ma con le aspettative “autorealizzantesi”
Crisi bancarie e crisi di cambio molte volte si realizzano insieme, soprattutto nei paesi meno industrializzati (es. , crisi messicana del 1994, crisi asiatica del 1997-98)
Condizioni iniziali:– Cambio fisso– Sistema bancario e industriale: passività in valuta estera
(per minori costi) e attività in valuta nazionale (si presta a tassi più alti)
– Moral hazard delle banche: struttura valutaria sbilanciata in prospettiva di un regime di cambio fisso permanente