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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri Non è facile, né immediato scoprire che tu, Gesù, sei l’acqua viva che può colmare la nostra sete profonda. All’apparenza, quando ti incontriamo, sembri solamente un assetato, come tutti, privo, fra l’altro, di quei mezzi che sembrano assicurare la vera felicità, la riuscita della nostra esistenza. Non è agevole, né piacevole lasciarti scoperchiare le zone oscure della nostra esistenza, per portare alla luce quello che vorremmo nascondere anche a noi stessi, alla nostra coscienza. La tua parola, che ha effetti benefici, talora brucia quando raggiunge le profondità della carne e del cuore e ci mostra l’illusione delle mezze verità. La tua parola illumina la strada che conduce al volto autentico di Dio e sbarazza il nostro bagaglio dai falsi problemi e dalle indicazioni errate. Così tu ci conduci all’incontro con te, Gesù, così tu ti riveli come l’Atteso, l’Inviato, il Salvatore del mondo. E noi proviamo il bisogno di annunciarti a quelli che conosciamo, con la nostra fede disseminata di punti di luce e di oscurità, di dubbi e di interrogativi che persistono. E accettiamo che ognuno poi ti incontri, a modo suo, faccia la sua esperienza e cammini con le sue gambe. Roberto Laurita In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». (...) Vuoi riannodare i fili di un amore? Gesù, maestro del cuore, ci mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna senza nome e dalla vita fragile. È l'umanità, la sposa che se n'è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare. Perché il suo amore non è stanco, e non gli importano gli errori ma quanta sete abbiamo nel cuore, quanto desiderio. Questo rapporto sponsale, la trama nuziale tra Dio e l'umanità è la chiave di volta della Bibbia, dal primo all'ultimo dei suoi 73 libri: dal momento che ti mette in vita, Dio ti invita alle nozze con lui. Ognuno a suo modo sposo. Dammi da bere. Lo sposo ha sete, ma non di acqua, ha sete di essere amato. Gesù inizia il suo corteggiamento (la fede è la risposta al corteggiamento di Dio) non rimproverando ma offrendo: se tu sapessi il dono... Il dono è il tornante di questa storia d'amore, la parola portante della storia sacra. Dio non chiede, dona; non pretende, offre: Ti darò un'acqua che diventa sorgente. Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua. Un simbolo bellissimo: la fonte è molto più di ciò che serve alla tua sete; è senza misura, senza fine, senza calcolo. Esuberante ed eccessiva. Immagine di Dio: il dono di Dio è Dio stesso che si dona. Con una finalità precisa: che torniamo tutti ad amarlo da innamorati, non da servi; da innamorati, non da sottomessi. Vai a chiamare colui che ami. Gesù quando parla con le donne va diritto al centro, al pozzo del cuore; il suo è il loro stesso linguaggio, quello dei sentimenti, del desiderio, della ricerca di ragioni forti per vivere. Solo fra le donne Gesù non ha avuto nemici. Il suo sguardo creatore cerca il positivo di quella donna, lo trova e lo mette in luce per due volte: hai detto bene; e alla fine della frase: in questo hai detto il vero. Trova verità e bene, il buono e il vero anche in quella vita accidentata. Vede la sincerità di un cuore vivo ed è su questo frammento d'oro che si appoggia il resto del dialogo. Non ci sono rimproveri, non giudizi, non consigli, Gesù invece fa di quella donna un tempio. Mi domandi dove adorare Dio, su quale monte? Ma sei tu, in spirito e verità, il monte; tu il tempio in cui Dio viene. E la donna lasciata la sua anfora, corre in città: c'è uno che mi ha detto tutto di me... La sua debolezza diventa la sua forza, le ferite di ieri feritoie di futuro. Sopra di esse costruisce la sua testimonianza di Dio. Un racconto che vale per ciascuno di noi: non temere le tue debolezze, ma costruiscici sopra. Possono diventare la pietra d'angolo della tua casa, del tempio santo che è il tuo cuore. ( di Ermes Ronchi ) nr. 93 Domenica 19 marzo 2017 (Giovanni 4, 5-42) DOMENICA III QUARESIMA Anno A Lettera sul Cammino Sinodale -seconda parte- In quali circostanze si deve praticare questa sinodalità, o questa maniera sinodale di agire nella Chiesa? Per rispondere, pensando soprattutto al nostro Cammino Sinodale, richiamo un breve brano della Lumen Gentium, il grande documento conciliare sulla Chiesa. Vi leggiamo al n. 9: «Dovendosi essa [la Chiesa] estendere a tutta la terra, entra nella storia degli uomini, benché allo stesso tempo trascenda i tempi e i confini dei popoli, e nel suo cammino attraverso le tentazioni e le tribolazioni è sostenuta dalla forza della grazia di Dio che le è stata promessa dal Signore, affinché per la umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà ma permanga degna sposa del suo Signore, e non cessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la croce giunga alla luce che non conosce tramonto». È un testo dal periodare incalzante, che toglie il respiro; ma a leggerlo lentamente e con attenzione vi si ritrova la suggestiva immagine di una Chiesa che, mentre cammina verso “la luce che non conosce tramonto”, abita dentro la storia degli uomini e vi sperimenta tutta la fatica di essere fedele a quel Dio che, Lui sì, è fedele alle sue promesse e la sostiene nella sua debolezza. Essa allora non deve cessare di “rinnovare sé stessa”. Vorrei sottolineare questo impegno di “rinnovare sé stessa”; il quale è effetto della forza che proviene dallo Spirito, ma domanda anche un incessante sforzo di conversione. Tale conversione non è solo individuale, un compito solitario, demandato ai singoli. È una ricerca e uno sforzo comune, condotto insieme, con l’apporto di tutti: sinodale, appunto. Applichiamo allora tutto questo alla nostra Chiesa diocesana e diciamo: avendo potuto, attraverso la Visita pastorale, conoscere meglio sé stessa – le sue povertà e le sue ricchezze, i suoi problemi e le sue attese, le sue fragilità e i suoi doni – la nostra Diocesi sente il bisogno di domandarsi che cosa significa per lei oggi essere fedele al Signore. Le risposte a questa domanda le cerca insieme, in maniera sinodale, in un ascolto reciproco che diventa poi comune ascolto di quanto il Signore le chiede in questo tempo. E così pratica quel «“camminare insieme” del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore», di cui parla papa Francesco. Da G.A.Gardin Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa, Lettera sul cammino Sinodale, Treviso 2017.
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(Giovanni 4, 5-42) - parrocchiemogliano.it · mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna

Feb 18, 2019

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Page 1: (Giovanni 4, 5-42) - parrocchiemogliano.it · mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna

FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Non è facile, né immediato scoprire che tu, Gesù, sei l’acqua viva che può colmare la nostra sete profonda. All’apparenza, quando ti incontriamo, sembri solamente un assetato, come tutti, privo, fra l’altro, di quei mezzi che sembrano assicurare la vera felicità, la riuscita della nostra esistenza. Non è agevole, né piacevole lasciarti scoperchiare le zone oscure della nostra esistenza, per portare alla luce quello che vorremmo nascondere anche a noi stessi, alla nostra coscienza. La tua parola, che ha effetti benefici, talora brucia quando raggiunge le profondità della carne e del cuore e ci mostra l’illusione delle mezze verità. La tua parola illumina la strada che conduce al volto autentico di Dio e sbarazza il nostro bagaglio dai falsi problemi e dalle indicazioni errate. Così tu ci conduci all’incontro con te, Gesù, così tu ti riveli come l’Atteso, l’Inviato, il Salvatore del mondo. E noi proviamo il bisogno di annunciarti a quelli che conosciamo, con la nostra fede disseminata di punti di luce e di oscurità, di dubbi e di interrogativi che persistono. E accettiamo che ognuno poi ti incontri, a modo suo, faccia la sua esperienza e cammini con le sue gambe. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». (...)

Vuoi riannodare i fili di un amore? Gesù, maestro del cuore, ci mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna senza nome e dalla vita fragile. È l'umanità, la sposa che se n'è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare. Perché il suo amore non è stanco, e non gli importano gli errori ma quanta sete abbiamo nel cuore, quanto desiderio. Questo rapporto sponsale, la trama nuziale tra Dio e l'umanità è la chiave di volta della Bibbia, dal primo all'ultimo dei suoi 73 libri: dal momento che ti mette in vita, Dio ti invita alle nozze con lui. Ognuno a suo modo sposo. Dammi da bere. Lo sposo ha sete, ma non di acqua, ha sete di essere amato. Gesù inizia il suo corteggiamento (la fede è la risposta al corteggiamento di Dio) non rimproverando ma offrendo: se tu sapessi il dono... Il dono è il tornante di questa storia d'amore, la parola portante della storia sacra. Dio non chiede, dona; non pretende, offre: Ti darò un'acqua che diventa sorgente. Una sorgente intera in cambio di un sorso d'acqua. Un simbolo bellissimo: la fonte è molto più di ciò che serve alla tua sete; è senza misura, senza fine, senza calcolo. Esuberante ed eccessiva. Immagine di Dio: il dono di Dio è Dio stesso che si dona. Con una finalità precisa: che torniamo tutti ad amarlo da innamorati, non da servi; da

innamorati, non da sottomessi. Vai a chiamare colui che ami. Gesù quando parla con le donne va diritto al centro, al pozzo del cuore; il suo è il loro stesso linguaggio, quello dei sentimenti, del desiderio, della ricerca di ragioni forti per vivere. Solo fra le donne Gesù non ha avuto nemici. Il suo sguardo creatore cerca il positivo di quella donna, lo trova e lo mette in luce per due volte: hai detto bene; e alla fine della frase: in questo hai detto il vero. Trova verità e bene, il buono e il vero anche in quella vita accidentata. Vede la sincerità di un cuore vivo ed è su questo frammento d'oro che si appoggia il resto del dialogo. Non ci sono rimproveri, non giudizi, non consigli, Gesù invece fa di quella donna un tempio. Mi domandi dove adorare Dio, su quale monte? Ma sei tu, in spirito e verità, il monte; tu il tempio in cui Dio viene. E la donna lasciata la sua anfora, corre in città: c'è uno che mi ha detto tutto di me... La sua debolezza diventa la sua forza, le ferite di ieri feritoie di futuro. Sopra di esse costruisce la sua testimonianza di Dio. Un racconto che vale per ciascuno di noi: non temere le tue debolezze, ma costruiscici sopra. Possono diventare la pietra d'angolo della tua casa, del tempio santo che è il tuo cuore.

( di Ermes Ronchi )

nr. 93 Domenica 19 marzo 2017

(Giovanni 4, 5-42)

DOMENICA III QUARESIMA

Anno A

Lettera sul Cammino Sinodale -seconda parte- In quali circostanze si deve praticare questa sinodalità, o questa maniera sinodale di agire nella Chiesa? Per rispondere, pensando soprattutto al nostro Cammino Sinodale, richiamo un breve brano della Lumen Gentium, il grande documento conciliare sulla Chiesa. Vi leggiamo al n. 9: «Dovendosi essa [la Chiesa] estendere a tutta la terra, entra nella storia degli uomini, benché allo stesso tempo trascenda i tempi e i confini dei popoli, e nel suo cammino attraverso le tentazioni e le tribolazioni è sostenuta dalla forza della grazia di Dio che le è stata promessa dal Signore, affinché per la umana debolezza non venga meno alla perfetta fedeltà ma permanga degna sposa del suo Signore, e non cessi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di rinnovare se stessa, finché attraverso la croce giunga alla luce che non conosce tramonto». È un testo dal periodare incalzante, che toglie il respiro; ma a leggerlo lentamente e con attenzione vi si ritrova la suggestiva immagine di una Chiesa che, mentre cammina verso “la luce che non conosce tramonto”, abita dentro la storia degli uomini e vi sperimenta tutta la fatica di essere fedele a quel Dio che, Lui sì, è fedele alle sue promesse e la sostiene nella sua debolezza. Essa allora non deve cessare di “rinnovare sé stessa”. Vorrei sottolineare questo impegno di “rinnovare sé stessa”; il quale è effetto della forza che proviene dallo Spirito, ma domanda anche un incessante sforzo di conversione. Tale conversione non è solo individuale, un compito solitario, demandato ai singoli. È una ricerca e uno sforzo comune, condotto insieme, con l’apporto di tutti: sinodale, appunto. Applichiamo allora tutto questo alla nostra Chiesa diocesana e diciamo: avendo potuto, attraverso la Visita pastorale, conoscere meglio sé stessa – le sue povertà e le sue ricchezze, i suoi problemi e le sue attese, le sue fragilità e i suoi doni – la nostra Diocesi sente il bisogno di domandarsi che cosa significa per lei oggi essere fedele al Signore. Le risposte a questa domanda le cerca insieme, in maniera sinodale, in un ascolto reciproco che diventa poi comune ascolto di quanto il Signore le chiede in questo tempo. E così pratica quel «“camminare insieme” del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore», di cui parla papa Francesco. Da G.A.Gardin Discepoli di Gesù per un nuovo stile di Chiesa, Lettera sul cammino Sinodale, Treviso 2017.

Page 2: (Giovanni 4, 5-42) - parrocchiemogliano.it · mostra il metodo di Dio, in uno dei racconti più ricchi e generativi del Vangelo. Gesù siede stanco al pozzo di Sicar; giunge una donna

SACRO CUoRE SANT'ANTONIO

SABATO 18 18.30: + Pastrello Vincenzo;

+ Biasetto Guerino e fam.; + Armida.

18.30: + Alessandra; + Ofelia.

DOMENICA 19 III domenica di Quaresima

8.30: + Onorina Gatti; + Alberto ed Emma.

11.30: + Oreste e Graziosa; + Giuseppe Cappola, Franco

Espedito, Giuseppe, Giusep-pina, Piero e Gino;

+ Venturino Chiriano; + Armando Fasolo.

10.30: + Giuseppe e Giacomina.

LUNEDÌ 20 Non c’è la S. Messa. 18.30: + Leonardi Aldo. 20.30: Preghiera guidata.

MARTEDÌ 21

Nel Duomo di S. Maria Assunta, ore 19.00: S. Messa concelebrata.

MERCOLEDÌ 22 8.30: S. Messa. Non c’è la S. Messa.

GIOVEDÌ 23 Non c’è la S. Messa. 18.30: S. Messa.

VENERDÌ 24 8.30: S. Messa. 18.00: Via Crucis.

Non c’è la S. Messa.

SABATO 25 17.00: SANTE CRESIME.

18.30: Non c’è la S. Messa.

18.30: + Pietro, Virginia, Resi; + Vittoria, Michele.

DOMENICA 26 IV domenica di Quaresima

8.30: + Brigida, Giuseppe, Aldo; + Michele, Francesco ed Edda.

11.30: + Luigia, Caterina. 10.30: S. Messa per la Comunità.

➢ Domenica 19, chiesa S. Maria Assunta, ore 16.30: Concerto di Primavera,

tenuto dagli Allievi della scuola di musica Abbazia di Mogliano.

➢ Martedì 21, Cinema Teatro Busan, ore 20.30: Education day by night, in-

contro di formazione per i giovani del vicariato: Amare ed essere amati, il

Cerchio di ogni età della vita. Visione del lungometraggio “La mia vita da

Zucchina” con introduzione e commento di Arianna Prevedello

➢ Martedì 21, Centro Pastorale, ore 20.45: Riunione Consiglio di Collaborazione.

➢ Giovedì 23, Centro Pastorale S. M. Assunta, ore 20.45: Ultimo incontro

dell’itinerario di formazione per catechisti e coordinatori: “Ci vogliono i riti:

itinerari di parole e gesti nei percorsi di iniziazione cristiana. ”

➢ Venerdì 24, 24 ORE CON IL SIGNORE. Iniziativa quaresimale pe un'intera

giornata dedicata al sacramento della riconciliazione ed alla preghiera. Per le

parrocchie di MOGLIANO, nella serata di venerdì 24 marzo, la chiesa di San

Carlo resterà aperta dalle 19.00 alle 23.30 con l'Esposizione dell'Eucaristia e,

dalle 20.30, con la disponibilità di confessori.

➢ Lunedì 20, Sacro Cuore, ore 21.00: Incontro dei lettori di entrambe le

parrocchie.

➢ Giovedì 23, Sant’Antonio, ore 21.00: Veglia dei Cresimandi assieme ai lo-

ro genitori e padrini.

➢ Sabato 25, Sacro Cuore, ore 17.00: SANTA CRESIMA dei nostri

ragazzi di Terza Media.

➢ Domenica 26, Sacro Cuore, ore 9.30: Incontro del Gr.Inv. che si concluderà

con la S. Messa delle 11.30.

➢ Lunedì 27, Sant’Antonio, ore 21.00: Terzo dei cinque incontri biblici,

dell’itinerario Abbà dimmi una parola per vivere assieme un momento di

ascolto della Parola e di approfondimento, meditazione e condivisione. Il

tema dell’incontro sarà: “Gesù: l’uomo tre volte tradito.”

➢ Continuano ad essere disponibili in fondo alla chiesa due libri scritti da don Vanio:

• Quando il Cielo bacio la terra. Percorso biblico spirituale per un possibile cam-

mino di fede personale. (€ 10,00)

• Ubicumque. I giorni del rischio. Ultima raccolta di poesie con introduzione di

p. Marko I. Rupnik, artista di fama mondiale. (€ 10,00)

Per S. Antonio, i soldi verranno raccolti in Sacrestia.

Parrocchie S.Cuore S.Antonio Mogliano

Parr. Sacro Cuore: Tel.: 346.1225132 - [email protected] Parr. Sant’Antonio: Tel.: 346.1225132 - [email protected]

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