Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Anno II, numero 9 - Febbraio 2011 Se Dio mi regalerà un pezzo di vita... Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che val- gono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole la- sciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno sen- za dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore. Continua a pag. 2 Carissimi, non c’è mese che arrivi e che non ci offra l’opportunità di riflettere su temi importanti e cruciali… Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia, tutti infatti, dai single alle coppie, ricordano cosa si festeggia il 14… e poi, se proprio lo volessimo dimenticare, a risvegliare la no- stra memoria ci pensano i vari cartelloni pubblicitari che ci invitano a regalare al nostro lui o alla nostra lei una romanti- ca cenetta a lume di candela o qualche prezioso gioiello… “Ma San Valentino deve essere tutti i giorni, perché rele- gare l’amore ad un'unica festa?” Beh, effettivamente come dar torto a quanti la pensano così, ma mi chiedo: che c’è di male a festeggiare in maniera più plateale il sentimento che ci lega ad un'altra persona, ad impazzire nella ricerca di un regalo che possa soddisfare i gusti dell’altro/a, a fremere per sapere quale sarà invece il nostro di regalo, a sentirci al centro dell’attenzione almeno per una volta l’anno? E se poi capiterà di festeggiare san Valentino anche tutti gli altri giorni, ben venga… intanto godiamoci questo giorno!! E per i single? C’è una frase che mi è ritornata alla mente proprio in questi giorni “Per essere felici non bisogna essere inna- morati di un uomo o di una donna, basta essere innamorati della vita!!” E la vita è proprio l’altro leitmotiv del mese di febbraio. Anche quest’anno, in occasione della “Giornata per la vi- ta”, abbiamo dedicato su queste pagine ampio spazio all’avvenimento. La vita è sempre più messa in pericolo e poco si fa per tute- larla. Dall’aborto all’eutanasia, dalle guerre al terrorismo, dalla fame all’abbandono, la vita e sminuita, è ignorata, quasi fosse un incomodo. Essa è un dono, è “IL DONO”, e come tale dobbiamo amarla, difenderla, promuoverla; dob- biamo avere la consapevolezza che in quanto dono di Dio è sacra. E’ l’atto d’amore più grande di Dio verso l’uomo e per essa dobbiamo combattere; ci deve fremere il cuore ogni volta che è turbata dagli eventi negativi del mondo. SABATO SABATO SABATO 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 ALLE ORE 18.00 ALLE ORE 18.00 ALLE ORE 18.00 presso la presso la presso la Chiesa Don Bosco Chiesa Don Bosco Chiesa Don Bosco presentazione presentazione presentazione della Strenna della Strenna della Strenna del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore per l’anno 2011 per l’anno 2011 per l’anno 2011
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Transcript
Mensile dell’Oratorio Salesiano
di Bova Marina
Anno II, numero 9 - Febbraio 2011
Se Dio mi regalerà un pezzo di vita...
Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta
di stoffa e mi regalerà un pezzo di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto
quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che val-
gono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei
di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando
gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come
gusterei un buon gelato al cioccolato! Se Dio mi regalasse un
pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole la-
sciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia
anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul
ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con
un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e
una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io
avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo giorno sen-
za dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli
uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato
dell'amore. Continua a pag. 2
Carissimi,
non c’è mese che arrivi e che non ci offra l’opportunità di
riflettere su temi importanti e cruciali…
Febbraio è il mese dell’amore per antonomasia, tutti infatti,
dai single alle coppie, ricordano cosa si festeggia il 14… e
poi, se proprio lo volessimo dimenticare, a risvegliare la no-
stra memoria ci pensano i vari cartelloni pubblicitari che ci
invitano a regalare al nostro lui o alla nostra lei una romanti-
ca cenetta a lume di candela o qualche prezioso gioiello…
“Ma San Valentino deve essere tutti i giorni, perché rele-
gare l’amore ad un'unica festa?” Beh, effettivamente come
dar torto a quanti la pensano così, ma mi chiedo: che c’è di
male a festeggiare in maniera più plateale il sentimento che
ci lega ad un'altra persona, ad impazzire nella ricerca di un
regalo che possa soddisfare i gusti dell’altro/a, a fremere
per sapere quale sarà invece il nostro di regalo, a sentirci al
centro dell’attenzione almeno per una volta l’anno? E se poi
capiterà di festeggiare san Valentino anche tutti gli altri
giorni, ben venga… intanto godiamoci questo giorno!! E per
i single? C’è una frase che mi è ritornata alla mente proprio
in questi giorni “Per essere felici non bisogna essere inna-
morati di un uomo o di una donna, basta essere innamorati
della vita!!”
E la vita è proprio l’altro leitmotiv del mese di febbraio.
Anche quest’anno, in occasione della “Giornata per la vi-
ta”, abbiamo dedicato su queste pagine ampio spazio
all’avvenimento.
La vita è sempre più messa in pericolo e poco si fa per tute-
larla. Dall’aborto all’eutanasia, dalle guerre al terrorismo,
dalla fame all’abbandono, la vita e sminuita, è ignorata, quasi
fosse un incomodo. Essa è un dono, è “IL DONO”, e
come tale dobbiamo amarla, difenderla, promuoverla; dob-
biamo avere la consapevolezza che in quanto dono di Dio è
sacra. E’ l’atto d’amore più grande di Dio verso l’uomo e
per essa dobbiamo combattere; ci deve fremere il cuore ogni
volta che è turbata dagli eventi negativi del mondo.
SABATO SABATO SABATO
19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011 19 FEBBRAIO 2011
ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00ALLE ORE 18.00
presso la presso la presso la
Chiesa Don BoscoChiesa Don BoscoChiesa Don Bosco
presentazione presentazione presentazione
della Strenna della Strenna della Strenna
del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore del Rettor Maggiore
per l’anno 2011per l’anno 2011per l’anno 2011
Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio
Continua dalla prima pagina...
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invec-
chiano quando smettono di innamorarsi. A un bambino gli darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli an-
ziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scar-
pata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene
stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve
aiutarlo ad alzarsi. Gabriel García Márquez
Il 16 ottobre 1978 il Santo Padre Giovanni Paolo II è il 263° successore di Pietro, il pri-
mo papa. Il pontificato di Wojtyla diviene oggi il quarto più lungo della storia: 24 anni,
6 mesi e 8 giorni. Durante quasi un quarto di secolo di Pontificato, il Santo Padre ha
realizzato statistiche senza precedenti: 98 viaggi fuori Italia e 142 visite pastorali in
Italia più altre visite varie a Roma per un totale di quasi tre quarti di un milione di mi-
glia percorsi. Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha realizzato diversi “primati” nel corso
del suo lungo regno, è stato il primo a: visitare una Sinagoga ed una Moschea; tene-
re conferenze stampa in aereo, soggiornare in albergo, pubblicare libri di prosa e di
poesia, aggiungere cinque nuovi Misteri al Santo Rosario, a celebrare la Santa Messa
a più di 350 Km a nord del Circolo Polare Artico.
il Pontefice più giramondo della storia diverrà BEATO! La Consulta medica della
“Congregazione delle cause dei santi” si è espressa favorevole sul miracolo attribui-
to all’intercessione di Papa Wojtyla. Si tratta della guarigione di suor Marie Simon-
Pierre , una religiosa francese di 44 anni affetta da una forma aggressiva di morbo di
Parkinson. Uno degli specialisti coinvolti aveva manifestato iniziali perplessità così
che la Congregazione aveva affidato anche una seconda e una terza perizia speciali-
stica riguardo il caso e, dopo le dovute le dovute ricerche il parere della Consulta
medica è stata favorevole.
La beatificazione di Wojtyla sarà una cerimonia con notevoli problemi organizzati-
vi, vista la quantità di persone che potrebbe riversarsi quel giorno a Roma.
Durante il suo funerale erano stati srotolati in piazza San Pietro degli striscioni con
lo slogan”santo subito” invece che beato. Benedetto XVI dopo aver valutato ogni
proposta ha deciso nel giugno 2005 di non attendere i previsti 5 anni, che devono
trascorrere dalla morte del candidato agli altari, per far partire immediatamente il
processo di beatificazione. Dovrebbe esserci d'esempio colui che affermava
che "una parola non è veramente accolta se non quando passa negli atti, se non
quando viene messa in pratica" ...nonchè colui che amava i giovani parlando loro
così: "spendete bene la vita, è un tesoro unico" . Francesca Autelitano
“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”
terre lontane in una missione che difende la demo-
crazia e la pace nel mondo».
Corriere della sera, 9.10.2010
La vita è beatitudine,
Assaporala!
Beati i puri di cuore, perché
vedranno Dio.
Beati quelli che hanno il cuore sincero perché possono
accostarsi a Dio. Beato chi è autentico nei pensieri e nei
fatti perché è accolto da Dio. Matteo 5, 6
a cura di Daniela Callea
La vita è una ricchezza,
Conservala!
Aiuta i bambini cardiopatici.
Con un sms da telefono cellulare al numero 45508 è possibile donare,
dal 7 al 27 febbraio, due euro a favore della campagna “Cuore dei bimbi”; i fondi verranno destinati per salva-re 350 bambini cardiopatici che vivono in Cambogia.
www.aiutareibambini.it, febbraio 2011
La vita è un sogno, fanne una realtà!
La vita è preziosa,abbine cura!
Il bambino chiama la mamma e domanda:
"Da dove sono venuto?
Dove mi hai raccolto?"
La mamma ascolta, piange e sorride
mentre stringe al petto il suo bambino.
"Eri un desiderio dentro al cuore."
Tagore
Milioni di bambini continuano a
morire a causa dell'aborto. La
strage degli innocenti non è av-
venuta soltanto dopo la nascita
di mio Figlio. Si ripete ancora
oggi, ogni giorno."
Medjugorje - Messaggio del
02.02. 1999
Inappagati da quello che abbiamo,
noi vaghiamo per cercare il di più,
noi gridiamo questa sete
che abbiamo di Te...
E ti cerchiamo...
vogliamo vederti, Gesù!
VOGLIAMO VEDERTI GESU’ Claudia I.
La vita è un mistero, scoprilo!
Pagina 10 Quelli de… l’ Oratorio
"Le persone che progrediscono nella vita sono coloro che
si danno da fare per trovare le circostanze che vogliono e,
se non le trovano, le creano." (George Bernard Shaw)
“Un uomo chiamato a fare lo spazzino dovrebbe spazzare le
strade così come Michelangelo dipingeva, o Beethoven com-
poneva, o Shakespeare scriveva poesie. Egli dovrebbe spazza-
re le strade così bene al punto che tutti gli ospiti del cielo e
della terra si fermerebbero per dire che qui ha vissuto un
grande spazzino che faceva bene il suo lavoro."
(Martin Luther King Jr.)
"Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette,
ma è meglio prendere decisioni imperfette che esse-
re alla continua ricerca di decisioni perfette che non
si troveranno mai." (Charles De Gaulle)
"...Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiun-
que tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una
cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato dall'Ani-
ma dell'Universo. E quando tu desideri qualcosa,tutto l'Uni-
verso cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio..."
( P. Coelho )
“ Com’è bello essere vivi. Se imparassimo ad esser con-
tenti per il solo fatto di essere vivi. Capiremmo fino in
fondo il piacere di lavarsi la faccia con un bicchiere di
acqua, e pazienza se nell’uniforme ci hai dormito sudato,
se il sacco a pelo puzzava, se trovare un gabinetto è stato
un’impresa drammatica…” (Oriana Fallaci)
a cura di Claudia Iiriti
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 11
“Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamo-
rarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e sce-
gliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio
passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia,
incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre.
Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non
dover parlare di me, sempre di me come se fossi un ma-
lato terminale e loro fossero alle prese con una visita
noiosa eppure inevitabile”. (Roberto Saviano)
“La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere,
ma la gioia che hai nel cuore può essere sol-
tanto offuscata: per tutta la vita tornerà a ren-
derti felice.” (Anna Frank)
“Forse a volte non si può scegliere il nostro destino, com’è capi-
tato ai milioni di ebrei uccisi nella Shoah, però non esiste nel
mondo nessun potere, nessuna forza che possa trionfare sulla no-
stra vitalità e sul nostro amore! Dopo che ho fatto “La vita è bel-
la” ho ricevuto centinaia di lettere di testimoni e di sopravvissuti
e donne che mi hanno detto che, mentre le mamme accompa-
gnavano i bambini nelle camere a gas, cantavano e giocavano
con loro per distrarli. Questo voglio dire: forse non si può sce-
gliere il nostro destino, ma si può dare un senso alla nostra vita!”
(Roberto Benigni)
“L’idea di un sogno è qualcosa che tieni stretto nel cuore.
Nulla può succedere a un sogno a meno che non sei tu a
consentire che qualcosa succeda. Devi proteggere i tuoi
sogni. Se vuoi una cosa vai e prendila”.
(Will Smith - La ricerca della felicità)
“Illumina il tuo volto con la gioia
Nascondi ogni traccia di tristezza.
Questo è il tempo in cui devi continuare a tentare,
Sorridi, che senso ha piangere?
Scoprirai che vale ancora la pena di vivere
Se solo sorridi”. (Charlie Chaplin)
Pagina 12 Quelli de… l’ Oratorio
I colori della mia vita....beh direi un rosso porpora, un giallo in-
tenso, un verde mischiato col marrone...un pò, e non a caso,
come i colori dell'autunno! I miei colori son quelli delle foglie
spazzate dal vento che lastricano i viali...un pò come i ricordi che
faticosamente mi trascino dietro, come se fossero un tappeto sul
mio cuore...mentre un soffio di vento gelido ammutolisce tutto,
e il silenzio, tanto amato, mi avvolge col suo mantello....
Rosita
Per me, a rappresentare meglio la vita, sono i colori dell'arcobaleno perché ogni sfumatura simboleggia i di-versi stati d'animo, ma soprattutto gli ostacoli che la vita ci porta giorno dopo giorno ad affrontare...e poi si sa, che dopo ogni momento brutto torna sempre il sereno, proprio come l'arcobaleno dopo la pioggia! Maria Teresa Latella
Fino a qualche anno la mia vita era tinta di ROSA, un
rosa antico ma pur sempre rosa, il colore delle cose bel-
le, della fanciullezza, dei momenti spensierati, tutto ad
un tratto il rosa si tinse di NERO perché vi era il buio
attorno a me, non riuscivo a vedere nulla se non qualche
sfumatura di GRIGIO, era il nero il colore che avevo nel
cuore, la tristezza la solitudine, non vi era colore attorno
a me… Poi ad un tratto al nero si aggiungevano altri co-
lori, qualche volta l’ARANCIONE frizzante e entusia-
smante che mi donavano i miei amici, a volte il GIALLO
per i miei colpi di testa, seguito subito dal BLU, la calma
e la riflessione dei momenti in cui ero anche una spalla
su cui piangere e una saggia per dare consigli, quindi il
nero non era più nero ma era diventato VIOLA, perché in
me qualcosa si era trasformato e i colori cominciavano a
mischiarsi tra loro. Il ROSSO, anche se non mi è mai
piaciuto, credo che prima o poi arriverà nella mia vita, e
chissà forse anche il BIANCO. Adesso però scelgo il
VERDE perché è il colore della speranza, e io spero ve-
ramente che la vita si colori tutti i giorni di sfumature che
solo chi ha Fede può cogliere.
Dolce Luna
Per me giallo…perché è bella, luminosa… anche quando tutto è buio c’è sempre uno spiraglio di luce
a cui aggrapparsi e k ci fa andare avanti… Mariateresa F. La vita non è di un solo colore… la vita è un arcobale-
no… può assumere tanti colori e sfumature diverse… a
volte possiamo ritrovarci in una fascia un po’ più scura,
cupa, ma basterà cambiare un po’ prospettiva, allonta-
narci un po’ x rivedere l’arcobaleno nel suo complesso e
scoprire l’armonia che le varie vicende della vita con i
loro diversi colori sono riuscite a creare! M.
La vita è bianca perché contiene
in se tutti i colori…. Rosalba
Il colore della vita x me è rosso… rosso cm il tramon-to nelle calde sere d’estate, rilassante e piacevole ti prepara all’arrivo della luna… rosso cm l’amore in
tutte le sue sfaccettature, inteso cm amore x il pros-simo… amore x il compagno di una vita … amore x
l’amico… amore x la famiglia…Veronica
Verde come la speranza in qualcosa di migliore…
Francesca S.
Se penso alla vita, la mia visuale si colora di un rosso intenso!
Il rosso che richiama la passione. La passione che dovremmo
mettere nel portare a termine gli impegni presi e nel raggiun-
gere gli obiettivi prefissi...la passione che dovremmo utilizzare
nella cura dei rapporti con gli altri...la passione che ci aiuta ad
andare avanti nonostante tutto intorno appaia contorto,
sbagliato...la passione che ci spinge a non fermarci, mai!
E poi il rosso del semaforo. Perché nella vita una sosta bre-
ve serve sempre. Serve a far riflettere prima di agire, prima di
parlare, prima di scegliere... Claudia I.
Una vita senza colori non è una vita. Preferisco il rosso
perché mi da un senso di vitalità, di gioia, di entusiasmo.
Tuttavia una vita tutta rossa mi farebbe impazzire. Così
come una vita tutta azzurra mi rilasserebbe troppo e una
tutta nera mi farebbe paura. Ho deciso di colorare le
mie giornate con colori diversi per poter scoprire sempre
il gusto del nuovo. Daniela
Quando la luna piena, solitamente
a metà novembre, rischiara il cielo
notturno, in tutto il Regno di Thai-
landia centinaia di migliaia di kra-
thong, tradizionali lanterne galleg-
gianti, finemente decorate con fo-
glie di banano, vengono sospinti
alla deriva lungo fiumi e corsi
d’acqua in un’incantevole cerimo-
nia chiamata Loi Krathong – da
“loi “galleggiare e kratong
“coppa” - una delle tradizioni più
antiche e meglio conservate del
Paese.
Il Festival delle luci viene cele-
brato nel giorno di luna piena del
12° mese lunare. In questa occasio-
ne, la gente si raduna nelle località
fluviali più famose del paese per
offrire il krathong (che abitual-
mente contiene un fiore, una can-
dela accesa, incenso e una mone-
ta) in segno di ringraziamento ver-
so Khongkha, la madre delle ac-
que, per la sua generosità, e chie-
dendo contemporaneamente per-
dono per la negligenza dell’uomo
e per l’inquinamento delle acque
che sono fonte di vita per
l’umanità.
I Krathong sono costruiti con ma-
teriali semplici che si reperiscono
facilmente nei villaggi e rispecchiano
lo stile di vita semplice che si condu-
ce al di là delle mura del Palazzo.
Di solito hanno la forma tipica del
fiore di loto (i più diffusi), del cigno,
della pagoda, e del Monte Meru
che appartiene alla mitologia buddi-
sta. Il lancio delle lanterne per molti
rappresenta l’allontanamento delle
sofferenze, della cattiva sorte. Le
giovani coppie con lo stesso gesto
esprimono il desiderio di una vita
felice insieme.
Gli usi e i costumi del festival riflet-
tono la fede locale.
In alcune regioni si possono ammi-
rare interessanti variazioni sul tema.
Nella provincia di Tak per esempio,
le lanterne di foglie di banano sono
sostituite da gusci di cocco legati tra
loro e lanciati contemporaneamen-
te sul Fiume Ping. Nelle province
del Nord della Thailandia, si lancia-
no lanterne cilindriche, come offerta
a Buddha.
Si tratta di una delle tradizioni più
antiche e meglio conservate del re-
gno.
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 13
Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena Ricordi la splendida scena
in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn in cui Rapunzel e Flynn
sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia sono circondati da centinaia
di lanterne?di lanterne?di lanterne?
PER SAPERNE DI PIU’...
Ass. Culturale
G.C.S. ELPIDA
Quelli de… l’ Oratorio Pagina 14
In occasione della GIORNATA DELLA VITA, che si celebra ogni
anno la prima domenica di Febbraio, volevo condividere con voi
tutti, la testimonianza resa, attraverso le pagine di questo libro, dal-
la più nota giornalista italiana dei nostri tempi, Oriana Fallaci, ed
DEDICA DELLA SCRITTRICE:
A chi non teme il dubbio,
A chi si chiede i “perché”
senza stancarsi
e a costo di soffrire, di morire.
A chi si pone il dilemma
di dare la vita o negarla.
Questo è un libro dedicato
da una donna
per tutte le donne.
“Stanotte ho saputo che c’eri:
una goccia di vita scappata dal
nulla. Me ne stavo con gli occhi
spalancati nel buio e d’un tratto
in quel buio, s’è acceso un lampo
di certezza: si, c’eri. Esistevi…”
E’ con questa affermazione che
l’autrice apre le porte di un’ ope-
ra che celebra la vita! Meno di
100 pagine per raccontare le
paure e le gioie di una donna che
ha dovuto affrontare la scelta di
essere madre. Dare la vita o no?
Questo il dubbio struggente.
Non è semplice darsi una risposta
subito, soprattutto se la gravi-
danza non rientra nei program-
mi...Per una donna sola, poi, la
scelta di portarla avanti potrebbe
addirittura essere un ostacolo alla
propria indipendenza. Mettere al
mondo un figlio è una responsa-
bilità. Seguire la mente o il cuore,
dunque?
Della donna non si sa assoluta-
mente nulla, né il nome, né il
volto, né l’età, né la città in cui
vive, ma quello che si deduce tra
le righe è che si tratta di una
donna del nostro tempo, sola,
moderna e anticonformista.
Il racconto si snoda attraverso il
dialogo tra la protagonista e il
bambino. Dialogo, da un lato
fatto di affetto, amore, complici-
tà, dall’altro di litigi, contrasti e
rimpianti. Perché far nascere un
figlio in un mondo corrotto, vio-
lento, in cui la giustizia non esi-
ste, l’amore ha un significato am-
biguo, la libertà è un sogno…?
L’uomo che le stava accanto l’ha
abbandonata; la sua amica la in-
vita a fare ciò che appare più
comodo, il suo datore di lavoro
non è comprensivo...Che fare?! Il
bambino non può aiutarla, deve
fare tutto lei. Ed ecco, arriverà
ad una decisione: “Davvero ci fu
un momento in cui desideravo la
morte? Pazza. E’ così bella la vita
(…).La vita è una comunità per
darci la mano, consolarci, aiutar-
ci. (…)Sbrigati! Trascorri alla svel-
ta i mesi che ti rimangono (…) Io
mi pento d’averti fornito solo
esempi brutti, di non averti mai
raccontato lo splendore di
un’alba, la dolcezza di un bacio,
il profumo di un cibo. Io mi pen-
to di non averti fatto ridere mai”.
Ho letto questo libro diverse vol-
t e
ed
o -
gni volta ne ho colto una sfuma-
tura diversa. E’ un libro che incu-
riosisce, affascina, commuove. Le
parole ti proiettano direttamente
nella storia narrata, fino a farti
immedesimare nella protagoni-
sta...fino a farti provare le sue
stesse emozioni, i suoi stessi stati
d’animo…Ne consiglio vivamen-
te la lettura a tutti, donne e uo-
mini, perché prima di essere tali,
nella diversità fisica, dice la stes-
sa Oriana, siamo persone!
di Claudia I.
Pagina 15 Mensile dell’Oratorio Salesiano
La forza della Vita Paolo Vallesi
Anche quando ci buttiamo via
per rabbia o per vigliaccheria
per un amore inconsolabile
anche quando in casa il posto è più invivibile
e piangi e non lo sai che cosa vuoi credi...
C'è una forza in noi amore mio
più forte dello scintillio
di questo mondo pazzo e inutile
è più forte di una morte incomprensibile
e di questa nostalgia che non ci lascia mai.
Quando toccherai il fondo con le dita
a un tratto sentirai la forza della vita
che ti trascinerà con sé
amore non lo sai
vedrai una via d'uscita c'è.
Anche quando mangi per dolore
e nel silenzio senti il cuore
come un rumore insopportabile
e non vuoi più alzarti
e il mondo è irraggiungibile
e anche quando la speranza
oramai non basterà...
C'è una volontà che questa morte sfida
è la nostra dignità, la forza della vita
che non si chiede mai cos'è l'eternità
anche se c'è chi la offende
o chi le vende l'aldilà.
Quando sentirai che afferra le tue dita
la riconoscerai la forza della vita
che ti trascinerà con sé
non lasciarti andare mai
non lasciarmi senza te.
SPAZIO MUSICALE
Anche dentro alle prigioni
della nostra ipocrisia
anche in fondo agli ospedali
della nuova malattia
c'è una forza che ti guarda
e che riconoscerai
è la forza più testarda che c'è in noi
che sogna e non si arrende mai.
Amore mio è la forza della vita
che non si chiede mai
cos'è l'eternità
ma che lotta tutti i giorni
insieme a noi
finché non finirà...
Quando sentirai
che afferra le tue dita
la riconoscerai
la forza della vita!
La forza è dentro di noi
amore mio, prima o poi
la sentirai
la forza della vita!
Che ti trascinerà con sé
che sussurra intenerita :
"GUARDA "GUARDA
ancora quanta ancora quanta VITA c'è!" VITA c'è!"
a cura del
Coro dei Giovani dell’Oratorio!
Pagina 16 Quelli de… l’ Oratorio
Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…Un salto nel tempo...…
. . . ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di ..nella bella fiaba di
Amore e Psiche!Amore e Psiche!Amore e Psiche! La fiaba di Amore e Psiche
nell’opera letteraria e artistica è
l’argomento dell’articolo dedica-
to alla festa di San Valentino. A
esser celebrato è l’amore …
cinque lettere unite per formare
una parola piccola ma con un
significato grandissimo, ricco di
tante sfaccettature. Il più famoso
tra i simboli di San Valentino è
Cupido, dio dell’amore e figlio
di Venere secondo la mitologia
romana (nell'antica Grecia era
conosciuto, invece, con il nome
di Eros, giovane figlio di Afrodi-
te) che ha sempre avuto un ruo-
lo importante nelle celebrazioni
dell'amore e degli innamorati.
Da sempre è raffigurato come
un bambino dispettoso e alato,
le cui frecce causano a chi ne è
colpito un profondo ed imme-
diato innamoramento. E’ pro-
prio lui, il dio dell’amore, a es-
sere il protagonista della storia
con Psiche. La storia di Amore e
Psiche, una delle più belle storie
d’amore che ci sono state mai
raccontate, è inserita in un lungo
romanzo dal titolo
“Metamorfosi” composto dallo
scrittore latino Apuleio. Roman-
zo che in seguito fu intitolato da
sant’Agostino“L’asino d’oro”.
“C'erano una volta, in una città,
un Re e una Regina, che aveva-
no tre figlie. L'ultima, Psiche, era
bellissima, tanto da suscitare la
gelosia di Venere, la quale prega
Cupido di ispirare alla fanciulla
una passione disonorevole per
l'uomo. Ma Amore si invaghisce
della ragazza, e la trasporta nel
suo palazzo, dove viene servita
ed onorata come una regina da
ancelle invisibili e dove, ogni
notte, il dio le procura indimen-
ticabili visite. Psiche era costretta
a non vedere il viso del miste-
rioso amante, perché correva il
rischio di rompere l'incantesimo.
Per consolare la sua solitudine,
la fanciulla ottiene di far venire
nel castello le sue due sorelle;
ma queste, invidiose, le suggeri-
scono che il suo amante è in re-
altà un serpente mostruoso: al-
lora, Psiche, spinta dalla curiosi-
tà, armata di pugnale, si avvici-
na al suo amante per ucciderlo.
Ma il dio Amore, dormiente,
le si rivela nel suo fulgore, coi
capelli profumati di ambrosia, le
ali rugiadose di luce, il candido
collo e le guance di porpora.
Dalla faretra del dio, Psiche trae
una saetta, dalla quale resta
punta, innamorandosi, così,
perdutamente, dell'Amore
stesso. Dalla lucerna di Psiche
una stilla d'olio cade sul corpo
di Amore, e lo sveglia. L'amante,
allora, fugge da Psiche, che ha
violato il patto. L'incantesimo,
dunque, è rotto, e Psiche, dispe-
rata, si mette alla ricerca dell'a-
mato.
Deve affrontare l'ira di Venere,
che sfoga la sua gelosia impo-
nendole di superare quattro dif-
ficilissime prove, l'ultima delle
quali comporta la discesa nel
regno dei morti e il farsi dare da
Perséfone un vasetto. Psiche a-
vrebbe dovuto consegnarlo a
Venere senza aprirlo, ma la cu-
riosità la prende ancora una vol-
ta. La fanciulla viene allora av-
volta in un sonno mortale, ma
interviene Amore a salvarla; non
solo: il dio otterrà per lei da
Giove l'immortalità e la farà sua
sposa. Dalla loro unione nascerà
una figlia, chiamata Voluttà. “
Amore e Psiche - Museo di Lou-
Mensile dell’Oratorio Salesiano Pagina 17
“Se vuoi essere felice, anima mia, “Se vuoi essere felice, anima mia,
non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”non devi sapere com’ è fatto il tuo amore”
La fiaba rappresenta il destino dell'anima, che, per
aver commesso il peccato di tracotanza, tentando
di penetrare un mistero che non le era consentito
di svelare, deve scontare la sua colpa con umilia-
zioni ed affanni di ogni genere prima di rendersi
degna di ricongiungersi al dio. Da essa è possibile
trarre una grande lezione a livello spirituale, reli-
gioso soprattutto nell'intervento finale del dio A-
more, che, prende l'iniziativa di salvare chi è cadu-
to, e lo fa di sua spontanea volontà, non per i me-
riti della creatura umana.
La storia ci insegna che l’Amore è qualcosa da spe-
rimentare e da fruire; l’amore si deve “sentire”,
non possiamo teorizzarlo; nel momento in cui lo
descriviamo, lo rimpiccioliamo, lo banalizziamo e
questo perché l’amore non appartiene alla condi-
zione dell’umano ma appartiene al divino e al
mondo del trascendente: esso è uno strumento
che il divino ha messo a disposizione dell’uomo
perché egli si possa elevare possa condividere
qualcosa di immenso, vivendolo e sperimentando-
lo.
Ecco, dunque, la morale di questa attraente storia
sentimentale a lieto fine che appassiona e coinvol-
ge tutti gli amanti del mondo: “Se vuoi essere
felice, anima mia, non devi sapere com’è fat-
to il tuo amore”. Molti scrittori si ispireranno ad
essa: Perrault ne La bella e la bestia, i Fratelli
Grimm in Biancaneve e stimolerà anche la fantasia
di Shakespeare nel suo Sogno d’una notte di mezza
estate, e l’estro di alcuni artisti, tra i quali Antonio
Canova. E’ di quest’ultimo l’opera scultorea Amo-
re e Psiche oggi conservata al Museo di Louvre a
Parigi. Ne esiste una seconda versione esposta
all’Ermitage di San Pietroburgo in cui i due perso-
naggi sono raffigurati in piedi e una terza, sempre
esposta al Louvre, in cui la coppia è stante.
Delle tre versioni, la prima, cronologicamente par-
lando, è la più famosa e acclamata dalla critica.
L’opera, realizzata in marmo bianco, rappresenta
il dio Amore mentre contempla con tenerezza il
volto della fanciulla amata, ricambiato da Psiche
da una dolcezza di pari intensità.
E' una fusione che, a mio parere, bisogna vedere
di persona per riuscire a capirla pienamente. Una
sinergia armoniosa, un incastro casto e delicato
eppure avvolgente. L'incanto, come il primo amo-
re, ferma il tempo. La dolcezza, come un amore
consolidato, sfiora le membra mortali che il tem-
po inghiotte.
VITTORIA LABA-Amore e Psiche - Ermitage, San Pietroburgo.
Ti amo sempre di Giosy Cento
SPAZIO MUSICALE
RAGAZZO
Le mie notti sempre uguali,
tu sei l'unico pensiero,
ho deciso la mia vita,
solo tu sei la mia donna.
RAGAZZA
Ti ho sentito, mi hai parlato,
eri forse emozionato,
ma negli occhi c'è un bagliore,
e vi ho letto il vero amore,
ho deciso sono tua!
RAGAZZO
Ogni attimo che vivo
è un silenzio di parole,
sveli tutti i miei pensieri,
condividi i miei progetti.
RAGAZZA
Sento un brivido di cielo
e ti guardo nel profondo,
e davvero tutto il mondo
non è grande come te!
Ti amo sempre e ti ame-
rò,
senza te non so volare,
sei la vita che darò,
sei la vita che non ho.
TI amo sempre e ti ame-
rò,
salirò a rubare il sole,
sei l'azzurro dell'amore,
a cura del
Coro dei Giovani
dell’Oratorio!
RAGAZZO
Entra pure in casa mia,
tu sei il solco, madre, terra,
e raccoglierai quel seme
che germoglia in un bambino.
RAGAZZA
Sentirò quel primo pianto
e tu sarai lì accanto
e noi due una persona
e ci abbracceremo in Dio.
Ti amo sempre e ti amerò,
senza te non so volare,
sei la vita che darò,
sei la vita che non ho.
Ti amo sempre e ti amerò,
respirando insieme a te
ogni attimo è follia!
Quante volte sei la neve,
sento freddo e sei lontano,
ma c'è il fuoco di una donna
che ti fa ricominciare
e per me non puoi invecchia-
re,
Stupirsi nel comprendere che
non è poi impossibile guarda-
re nella stessa direzione, oltre
le
difficoltà, oltre le differenze
caratteriali...La vita di coppia è
fatta continuamente di sfide!
E noi quanto coraggio abbiamo
Pagina 18 Quelli de… l’ Oratorio
Presto sbarcherà in rete il nuovo portale multime-
diale di notizie vaticane. Ad
annunciarlo è il Presidente del
Pontificio Consiglio, mons.
Claudio Maria Celli. Inizial-
mente il sito sarà in italiano e
in inglese, poi in altre lingue,
farà riferimento anche alle tra-
smissioni della Radio Vaticana
e a tutto il servizio del Centro
Televisivo Vaticano.
Probabilmente sarà operativo per Pasqua.
L’attenzione del Vaticano ai nuovi media digitali è
sempre maggiore. Nel maggio 2009 la Santa Sede
è approdata su Facebook, con una
pagina di Benedetto XVI a cui man-
dare messaggi ricevendo discorsi e
fotografie, mentre
il link dedicato soprattutto ai giova-
ni, cui ci si col lega anche con
l ' i . P h o n e , è a l l ' i n d i r i z z o
www.pope2you.net. Altri servizi va-
ticani di comunicazione via Internet
sono su www.resources.va, mentre
sono attivi sei canali Twitter multilingue, di cui
quello italiano è news_va_it. Alessandra Branca
IL PAPA: SOCIAL NETWORK, NUOVO MODO DI COMUNCIARE
A cura di Angela Zavettieri
Don Bosco continua a parlare a tutti noi del suo Sistema Preventivo...
4) La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono
reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza. Non obbligare mai i
giovanetti alla frequenza dei santi sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di
approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rileva-
re la bellezza, la grandezza, la santità di quella religione che propone dei mezzi così facili, così utili
alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell'anima, come appunto i santi sacramenti.
In questo modo i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosta-
no volentieri, con piacere e con frutto.
5) Si usi la massima sorveglianza per impedire che nell'Istituto siano introdotti compagni, libri o per-
sone che facciano cattivi discorsi. La scelta d'un buon portinaio è un tesoro per una casa di educazio-
ne. Ogni sera dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il Direttore, o chi per
esso, indirizzi alcune affettuose parole in pubblico dando qualche avviso o consiglio intorno a cose da
farsi o da evitare e studi di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell'Istituto o fuori; ma il
suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon anda-
mento e del buon successo dell'educazione. 6) Si tenga lontano come la peste l'opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione ad
un'età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a
danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare
ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella comunione pasquale.
Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano am-
messi per tempo alla santa comunione. Quando un giovanetto sa distinguere
tra pane e pane e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all'età e venga
il Sovrano Celeste a regnare in quell'anima benedetta. 7) I catechisti raccomandano la frequente comunione, S. Filippo Neri la consi-
gliava ogni otto giorni ed anche più spesso. Il Concilio Tridentino dice chiaro
che desidera sommamente che ogni fedele cristiano quando va ad ascoltare la
santa Messa faccia anche la comunione. Ma questa comunione non sia solo
spirituale, bensì sacramentale, affinché si ricavi maggior frutto da questo au-