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Funboard 142

Mar 27, 2016

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Il più prestigioso mensile italiano di windsurf.
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R·S·R·S·SSS 4.5-4.5-4 554 5 6.26.266

ModeModeelll FSWFSW FSW 96 L96 L6 Ltdtdtd

VVoluolumemem 96969666 LtsLtsLtsLtsL

SizeSizSize 234x234234x234x6363633 cmccm

FinFinMFMFMFFC  FC  FC FFREEWREEWREEWR AVE AVEAVE

228 C28 C28 CNC GNC GNC GN -10 -10 -10 (PB)(P(PB)(

FFin ii boxbox POWEPOWEOWPOW RR

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ModeModeodeelll FSWFSFSW 102 22 LtdLtdLt

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29 C29 CNC GNC GNC GG-10 1-10 -10 (PB)(PB)PB(PB)

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R·S·R SS 5.0-5.0-05 6.76.76..

ModeModeelll FSWFSW F 108 1081 LtdLtdLt

VVVoluVolumeme 1081081081081 LtsLtsLtsLts

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FinFinMFMFMFMFMFC  FC  FC  FC  FC FREEWREEWREEWREEWREEWAVEAVE AVE AAV

31 C31 C31 CC31 CNC GNC GNC GC G-10 -10 -10 11 (PB)(PB)(P(PB)B

Fin Fin boxbox POWEPOWEPOWEWEW RRRR

R·S·R·S SSS 5.2-5.2-5.2-7.37.37.37

ModModModdell d6 LtdtdFSW FSW FSW 11611116

VoluVoluVolummmmememe 16111 LtstststsLtstsLtsLLL

SizSizS zeze 7070700237x37x37x237x77 mmmmc

FFFinFinWWWAVE AVE AVEAVEEEWEEWEEWMFMFMFMFC  FC  FCC  FRERERRE

(PB)(PB)(PB)PB-10 -10 -10 33 C33 C33 CNC GNC GNC G--

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R·SR S·S 5.8-5.8-8 8.08.08.0

MModeModeModelll FSWFSWFSW 84 L84 L84 Ltdtdtd

VoVooluolumeme 84848848 LtLtsLtsL

SizeSize 232x232x232x2x5959595959 cmcmcmcm

FinFinE E MFMFMM C  FC  FC  REEWREEWAVEAVEA))25 C25 C25 CNC GNC GNC GG-10 1000 (PB)(PB)

FFFin n boxbox POWEPOWEOWERRR

R·S·S·SS 4.2-44.2-4 5.85.85.88

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Available in X-Tech

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ANNO XVII - NUMERO 142OTTOBRE/NOVEMBRE 2011

DIRETTORE RESPONSABILECristiano Zanni • [email protected]

REDATTORE CAPOFabio Calò • [email protected]

ART DIRECTORGianpaolo Ragno • [email protected]

GRAFICA E DTPCarlo Alfieri • [email protected]

IN REDAZIONEMarco Melloni • [email protected]

FOTOGRAFO SENIORRaffaello Bastiani • [email protected]

INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

testi: Brawzinho, Pascal Bronnimann, Fabio Calò, Vincent Chrétien, Valentina

Crugnola, Andrea Cucchi, Mattia Fabrizi, Ovidio Ferrari, Werner Gnigler,

Francisco Goya, Laurent Guillemin, Angie Holzschuh, Federico Infantino,

Nagoshi Junko, Ferdinando Loffreda, Massimo Mannucci, Pio Marasco, Fabio

Ferrari Pocoleri, Andrea Polloni, Andrea Mariotti, Steve Palier, Andre

Paskowski, Mattia Pedrani, Jason Polakow, Francesco Prati, Kauli Seadi,

Nicola Spadea, Michael Sumereder, Benjamin Thouard, Nick Warmuth.

immagini: Diego Boari, Philip Bru, Gilles Calvet, John Carter, Emanuela Cauli, Fabio

Ferrari Pocoleri, FotoFiore, Adele Frola, Stuart Gibson, Bruno Lemos, Daniele Mei,

Valerio Pedrani, Benjamin Thouard, Roberto Vuilleumier, Felice Zompanti.

EDITORE E PUBBLICITÀ Johnsons Media srlvia Valparaiso 4 - 20144 Milano - tel +39.02.43990087fax +39.02.48022901 - [email protected] - www.johnsonsmedia.it

AMMINISTRATORE DELEGATOCristiano Zanni • [email protected]

SERVIZI GENERALILuisa Pagano • [email protected]

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ITALIAPress-di Distribuzione Stampa e Multimedia s.r.l.20090 Segrate (MI)

DISTRIBUTORE ESCLUSIVO PER L’ESTEROJohnsons International News Italia - via Valparaiso 4 - Milano

SERVIZIO ABBONAMENTI E ARRETRATI ITALIA & ESTEROJohnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 Milanotel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901 - [email protected] attivo dal Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

MODALITA' DI PAGAMENTOBonifico Bancario intestato a Johnsons Media - Via Valparaiso, 4 - 20144 MilanoBanca Intesa - Coordinate Bancarie: IT 67 o 03069 09529 0724 0265 0199

Funboard è una testata della casa editrice

JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche

gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite),

Snowb (snowboard) e le riviste

Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite)

Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle)

6:00AM (skateboard), GirLand (femminile),

SupTime (stand up paddle).

Nessuna parte di Funboard può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva

autorizzazione di Johnsons Media. Testi, disegni e immagini non saranno restituiti se non

espressamente richiesti. L’editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,

nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di

riproduzione di eventuali testi e immagini. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso

essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati

dall’utilizzo improprio informazioni contenute in questa rivista.

Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27.02.2004, n.46), art.1, comma 1, DCB Milano.

PREZZO DI UNA COPIA IN ITALIA euro 6,00

ABBONAMENTO ANNUALE ITALIA (8 NUMERI) euro 38,00

PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/novembre, dicembre/gennaio

ISSN 1124-0261registrazione Tribunale di Milano n.5 del14.01.1995 ROC - Registro Operatori diComunicazione - 1234

STAMPAAlfaprint - via Bellini 24 Busto Arsizio (VA)

>ECCETERA

Una cover decisamente insolita, dedicata al nuovoCampione del Mondo Wave 2011, il diciasettennePhilp Koster. Spero che anche voi siate riusciti aguardare in streaming la gara in Danimarca dovePhilip metteva a segno heat pazzesche con punteggiche mai erano stati dati prima, noi non ci siamo persiun secondo, e abbiamo esultato quando questoragazzo che vive a Vargas è entrato nella storia delWindsurf diventando il più giovane campionemondiale di sempre!

RIDER Philip Koster

LOCATION Klitmoller, Danimarca

FOTO John Carter

Il Windsurf come ha cambiato la vostra vita? Sareste lo stesso

tipo di persona se non aveste mai messo i piedi sulla tavola?

Fermatevi un attimo a riflettere… Il Windsurf non è solo uno sport,

uno dei più belli ed emozionanti, che ci permette di stare all’aria aperta, di fare della sana attività

fisica, di stare in mare tra le onde interagendo con questi fantastici elementi della Natura. Il Windsurf

è tutto questo e anche molto di più! Grazie a questo sport abbiamo avuto l’opportunità di viaggiare

verso nuove mete, vicine e lontane, conoscere gente nuova e diversa, nuove culture, ideali differenti,

stili di vita diametralmente opposti ai nostri standard. Abbiamo avuto l’opportunità di aprire gli occhi.

Ognuno di noi ha fatto proprie le esperienze che meglio credeva e magari alcune le ha anche

cancellate dalla memoria. Quello di cui sono certo è che il Windsurf ha cambiato drasticamente la

mia vita, facendomi fare delle scelte che non avrei mai fatto se per esempio non avessi partecipato

a quella prima lezione innamorandomi di questo sport. Possono essere state scelte più o meno

importanti, ma il Windsurf, il nostro sport, sono sicuro che abbia influenzato positivamente in

qualche modo la vita di tutti noi che amiamo il mare, il vento e le onde. E chissà quale nuova

avventura ci sta aspettando proprio dietro l’angolo? Vi siete mai fermati per godere e ammirare ciò

che il Windsurf vi ha offerto durante il vostro percorso?

Questo editoriale così filosofico non è solo farina del mio sacco, ma è il succo del discorso di una

recente chiacchierata che ho avuto con Andre Paskowski mentre si trovava, insieme a Gollito, qui sul

Lago di Garda in occasione del contest 48HRS e per girare qualche scena del suo prossimo film

Minds Wide Open negli spot gardesani (insieme abbiamo fatto un’epica uscita al Prà… di cui presto

vi racconterò e vi farò vedere le incredibili foto del 4X World Champion in una domenica gardesana).

Quando ho chiesto ad Andre di spiegarmi quale secondo lui doveva essere il messaggio di fondo del

suo nuovo film siamo arrivati a parlare di come il Windsurf abbia influenzato in modo positivo la vita

di ciascuno di noi, portandoci ad essere “più cittadini del Mondo”. Andre è stato 10 anni in Tour,

partecipando a 3-4 gare al mese, allenandosi all’estero tra una gara e l’altra; in ogni posto dove

arrivava montava le sue vele, si concentrava per la gara, disarmava le vele e ripartiva per la meta

successiva. Sempre di fretta e mai godendosi a pieno quello che stava vivendo. Poi un giorno ha

ottenuto il 5° posto al PWA di Podersdorf e il giorno dopo è entrato in ospedale restandoci due anni.

La sua vita non era più ad Amburgo e tutti i suoi amici erano sparsi in giro per il mondo, mentre lui

doveva stare in una stanza di un ospedale. Andre dopo due anni si è ritrovato al Lago di Garda con

un nuovo progetto da terminare e con la consapevolezza di apprezzare ogni singolo dettaglio e

emozione che la sua vita dedicata a questo sport gli può regalare.

Dobbiamo ricordare nei nostri windsurf trip di non soffermarci solo sull’aspetto sportivo, sulla

frenesia della ricerca della condizione, ma dobbiamo apprezzare il più possibile cosa, come e con chi

stiamo vivendo quell’avventura. VIVA IL WINDSURF!

Have fun!

Fabio I-720

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FREESTYLEWAVE

SINGLETHRUSTER

Oberalp AG/SpA, Via Waltraud Gebert Deeg 4, 39100 Bolzano, Tel. 0039-0471-242874, Email: [email protected], www.oberalp.it

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L’avevamo detto. La stagione 2011 sarà interessante, molto interessante. La

suspense è quasi insopportabile: Bjorn Dunkerbeck, atleta inossidabile, riuscirà

finalmente a rubare il monopolio di Antoine Albeau dopo ben 5 anni, riuscendo a

riconquistare nuovamente l’ambito titolo all’età di 42 anni, in cui la vecchiaia dei

rider e la loro esperienza fanno la differenza tra rimonte mozzafiato e sconfitte

devastanti? La suspense è culminata il 13 agosto ad Alaçati (Turchia), ancora prima

che si disputasse l’ultima prova della stagione PWA, che è stata organizzata a Sylt, in

Germania, come da tradizione ormai. Improvvisamente una voce comincia ad urlare

in spiaggia: il gigante ce l’ha fatta! Dopo un’altra vittoria in Turchia, (dopo Vietnam,

Corea e Aruba), Bjorn Dunkerbeck è ormai diventato Campione del Mondo di Slalom

2011. Cosa dire d’altro? Cosa si può aggiungere? Se Bjorn vi dovesse proporre un

lavoro da casalinga a pulire la sua sala dei trofei, anche se dovesse pagare in dollari,

in nero, facendo appoggio alle sue banche svizzere, sappiate, che è comunque un

compito gravoso! Il ragazzone ormai ha guadagnato più di 41 titoli mondiale nelle

oltre 100 prove di PWA a cui ha partecipato. Seriamente, ricordiamoci che la prima

apparizione di Bjorn sul circuito professionistico è stata nel… 1986! Eh sì, sapete

ancora contare, è un quarto di secolo! E no, in quel momento l’attuale campione del

mondo Wave, Philip Koster, non era neanche nato… Si può pensare quello che si vuole

della sua personalità e del personaggio, non ci interessa, anche se i suoi colleghi ed

altri sanno che non sia esattamente la personificazione della “simpatia contagiosa

da spiaggia” che spesso e volentieri regna sovrana nel mondo degli sport acquatici.

Tutti però concordano sul fatto che sia un campione senza precedenti, un vero eroe

a livello mondiale. Bjorn è un individuo singolare, quindi è inutile perdersi in

chiacchiere. Come ha fatto quest’uomo diabolico a trovare la forma fisica e mentale

per arrivare a superare una prova del genere? Questo è il nostro interesse primario,

e quindi gli abbiamo fatto qualche domanda nell’intervista che segue…

Bjorn, dopo aver riportato anche questa quarta vittoria, sembra aver definitivamente

sotterrato i suoi guns per battere il record di velocità, annientato da Antoine Albeau.

Anche Antoine ha spinto al massimo in questa stagione, riportando due vittorie su

sei eventi disputati (Costa Brava e Fuerte), due seconde posizioni (Vietnam e Corea)

e due terze posizioni (Aruba e...Turchia). Qui nulla è andato come voleva. A sentirlo,

si capisce la sua frustrazione. A volte però, come sottolinea anche lui, niente va come

si vorrebbe. Che si voglia o meno, il titolo mondiale di Slalom è, con quello Wave, uno

dei più importanti nel mondo del windsurf.

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Resta ancora una prova a Sylt. Antoine è già da adesso sicuro di chiudere in seconda

posizione nella classifica mondiale di quest’anno. Allora, Sylt, cosa serve? Solo per

divertimento? Per cercare di brillare un’altra volta prima di archiviare questa

stagione e cercare di rialzare i contratti con gli sponsor? Può essere. Per quei due,

però, per quei due atleti formidabili che insieme fanno più di 60 titoli mondiali(sic!)

quest’occasione è l’ennesima sfida. Antoine infatti vorrà terminare l’anno col botto.

Riportando una bella vittoria. Per poi cambiare le carte in tavola e far salire la

pressione per la stagione successiva… su Bjorn ovviamente… Ed ora le interviste ai

due principali protagonisti della stagione Slalom 2011…

BJORN DUNKERBECK : “VIVO NEL PRESENTE, ALL’ISTANTE…”

Bjorn, prima di tutto, congratulazioni!

Grazie...

Ok, come ti senti ad aver riguadagnato la corona di campione del mondo di

Slalom... a 42 anni?

Mmumh, mi sento da dio!!! Devo dire che sono in un ottimo momento… però a dire il

vero la corona mi sta ancora bene e mi ricordavo ancora abbastanza bene come

portarla! Ovviamente, questo era chiaramente il mio obiettivo principale sia per me,

che per Starboard e Severne Sails. Quindi, una volta ottenuto, non puoi che essere

soddisfatto e fiero di aver vinto tutto, con una prova ancora da disputare…

Che cosa è stato più difficile in questi ultimi anni: reimparare a perdere…

prima di vincere nuovamente?

Devi sempre esser capace sia di perdere che di vincere se vuoi essere un vero

campione. Devi saperti gestire in entrambe le situazioni. Potremmo riassumere il

tutto dicendo che devi usare la capacità di perdere per motivarti a vincere e non

dover più sopportare quella situazione…

Hai mai pensato, nel caso non riuscissi a riconquistare il titolo, di rovinare in

qualche modo la tua reputazione o della tua eccezionale immagine sportiva

nata nei lontani anni ‘90?

Sinceramente non mi è nemmeno passato per la testa. Io vivo nel presente, istante

per istante. Non mi preoccupo di sapere se la gente mi vede come IL CAMPIONE. È poi

vitale sapersi rimettere in gioco, anche con gli sponsor, altrimenti non avrei mai

lasciato Pryde per North, poi North per Severne, arrivando terzo nel 2009, secondo

2010 e finalmente primo nel 2011. Come tutti gli sportivi, ho bisogno costante di

stimoli. Oggi, sono l’unico rider ad aver guadagnato 4 titoli mondiali con 4 velerie e

3 shaper diversi, e ne sono davvero fiero…

Come fai ad essere ancora così motivato dopo oltre 25 anni nel tour mondiale

e 41 titoli mondiali?

Io semplicemente amo il windsurf più di ogni cosa. Adoro surfare, e per me è davvero

vitale, più di mangiare… è come respirare. Intanto poi mi diverto facendo anche altri

sport, anche se dopo 3 o 4 giorni che non vado in acqua divento irrequieto. Oltre al

windsurf, mi piace anche il surf, il SUP, lo snowboard, la mountain bike…

Qualche parola su Antoine e sui suoi successi di questi ultimi anni?

Antoine è stato sicuramente il rider che mi ha dato più filo da torcere, ed è stato il

rivale più temibile che abbia mai avuto. E lo sarà ancora per un bel po’…

Considera che io sto anche parlando degli anni ‘90, il periodo in cui correvano anche

Robby, Anders, Phil (Mc Gain), Partice (Belbeoc’h), Robert (Térritéhau), etc...

Ho già sentito questo tipo di domanda. Posso quindi dirti che questa convinzione è

assolutamente falsa. Sì ok, era dura già ai tempi, le prove e le batterie erano

competitive ma ora è tutto molto più complesso. Chiedi anche ad Antoine, anche lui

ha cominciato nel 92, e ti dirà lo stesso… Io poi ora sono anche sposato e papà di tre,

Alba, 8 anni, Liam, 7 anni, e Martina, 4 anni. A livello organizzativo, 2 o 3 bambini

richiedono un po’ di sacrifici. Questo titolo, quindi, lo dedico anche a loro…

Qual è la cosa che ti rende più fiero?

Di poter dire di esser stato il più giovane campione mondiale della storia dello

Slalom... e di poter dire oggi che sono il più vecchio… e di poter precisare che è da

ormai 25 anni che vinco almeno un titolo mondiale in qualche disciplina, e

soprattutto la mia migliore stagione del 1994 con 5 titoli mondiali in Slalom, Wave,

velocità, Freestyle ed overall…

Una domanda per le generazioni future: pensi di ritirarti dal circuito, un giorno?

Innanzitutto, penso a riconfermare il mio titolo. Per il resto, prima poi succederà… forse!

ANTOINE ALBEAU: “SONO CONVINTO CHE I DETTAGLI ABBIANOFATTO LA DIFFERENZA...”

Antoine, come hai vissuto la perdita del tuo titolo mondiale in Slalom dopo

5 anni di monopolio della disciplina?

Effettivamente, ho cercato di affrontare la situazione con filosofia: mi sono detto, non

è tutto perduto, ma comunque mi da fastidio che qualcuno sia riuscito a strapparmi

il titolo per questa stagione 2011... Più ci ripenso, più rivedo la stagione nella testa,

più mi sembra di aver fatto tutto bene, ma sono stati i dettagli che alla fine mi hanno

fregato… e spesso sono proprio i dettagli che fanno la differenza. Attenzione quindi a

parlare di monopolio perchè, anche se potrebbe sembrare a volte, non è mai facile

affrontare una stagione a questi livelli, specialmente puntando a un titolo mondiale!

Dettagli...

Sì i dettagli... Diciamo che, in generale, ho avuto meno fortuna di Bjorn in questa

stagione… Ma ok, si sa che la fortuna gira, e che per vincere, purtroppo serve anche

un po’ di fortuna. È la legge di tutti gli sport di alto livello. A volte poi anche delle

piccole differenze sono fondamentali. In Vietnam, ho perso per 0.7 punti in classifica

finale... In Corea per 0.3 punti... In Costa Brava, Bjorn è riuscito a risalire alla seconda

posizione durante l’ultima prova, con condizioni di vento veramente al limite… Ma

vabbhè, non sto cercando di trovare scuse: Bjorn ha navigato molto bene e con

un’ottima velocità, io ovviamente ho un’altra marcia col vento forte, ma lui è molto

più forte col vento leggero…

Ti ha sorpreso il ritorno di Bjorn al massimo livello?

Aspetta, guarda che Bjorn non è mai sceso minimamente di livello! È sempre stato

perfetto nelle partenze ed è sempre arrivato nei primi 5… ed è quindi sempre stato

pericoloso!

In che rapporti siete?

Siamo in buoni rapporti, ci rispettiamo veramente un sacco… sia nei vari spot, che

come avversari, che come atleti, quindi puoi immaginare che siamo praticamente a

contatto ogni giorno… La sera invece, ci ritroviamo rispettivamente con le nostre

compagnie a bere alle nostre vittorie rispettive…

Vi siete già confrontati sulla difficoltà di restare in cima al podio, anno dopo

anno, mentre il livello continua a crescere?

No, non abbiamo mai discusso apertamente, sebbene ci siano state un’infinità di

occasioni…

Per caso è “eccitante” per un campione del tuo calibro avere nuovi stimoli e

doversi rimettere in gioco?

Io mi rimetto in gioco da una stagione all’altra, indipendentemente dal risultato e

non potrebbe essere altrimenti! Ti devi SEMPRE mettere in gioco e in discussione,

anche perchè non sai mai come può andare a finire e quindi, all’inizio di ogni

stagione, devi cercare di limitare al massimo il margine d’errore, prevedere

l’imprevedibile, un evento in cui vada tutto storto come in Turchia, in cui ho avuto le

prime due giornate da dimenticare, sbagliando completamente le partenze, e

facendomi anche superare durante i quarti di finale… Bisogna quindi essere sempre

iper concentrati per prepararsi al meglio per ogni singola tappa della stagione.

La riconquista del titolo mondiale di Slalom resterà il tuo obiettivo principale

per il 2012?

Sentendo questa tua domanda mi sembra di aver sbagliato tutto in questa stagione…

Ho vinto anche il campionato del mondo di Formula (a Puerto Rico) e sono arrivato

secondo in Slalom che non significa proprio sbagliare completamente la stagione…

Bhè, detto questo, è sicuro che il mio obiettivo principale per il 2012 sarà quello e

sono davvero iper motivato. E ci conto… voglio la corona di nuovo sulla mia testa.

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Complimenti Mattia per il tuo titolo di Campione Italiano Freestyle 2011. Da

quando hai iniziato a pensare seriamente che questo titolo potesse essere

alla tua portata?

Grazie Fabio, dopo la vittoria di Reggio Calabria, ho pensato che forse quest’anno

avrebbe potuto essere il mio anno.

Descrivici brevemente la tua stagione agonistica in Italia?

Quest’anno ho partecipato alle tre tappe del Campionato Nazionale a Torbole S/G,

Reggio Calabria e Coluccia, alla Shaka Bump&Jump di Torbole aggiudicandomi il 2°

posto e poi all’E-Vento di Badesi dove purtroppo, non essendoci vento sufficiente per

una gara di freestyle l’organizzazione ha optato per il Tow In, è stato divertente anche

se eravamo veramente in pochi, è stata una bella esperienza in una manifestazione

di sport e musica con un sacco di gente e poi mi sono aggiudicato il primo premio

il che non è affatto male.

Quali sono state le difficoltà maggiori per la conquista del titolo? Qualche heat

in particolare?

Beh le difficoltà ci sono sempre, come hai potuto constatare anche tu a Coluccia il

livello tecnico è abbastanza alto e quindi basta sbagliare una heat per

Page 17: Funboard 142

deconcentrazione o vento troppo debole e sei fuori. La heat in cui ho avuto più

difficoltà è stata quella del single contro Jacopo Testa a Coluccia, dove non sono

riuscito a esprimermi al meglio e sentivo molto la pressione da primo in classifica e

quindi mi è venuta un po’ d’ansia. Anche quella con Marco Vinante nel double non è

stata una passeggiata!

Come è andata la gara in Sardegna, Coluccia Finals?

La gara per me è andata benissimo visto il risultato. Diciamo che durante il double

mi sono calmato e ho dato fuoco “alle polveri”. Aldilà di questo è stata una gara

combattuta fino all’ultima heat, con delle condizioni di vento adeguate allo

svolgimento di una gara di freestyle.

Il momento che ti ricordi con maggior piacere della stagione?

La vittoria a Coluccia, dopo una gara bellissima anche per merito degli avversari, una

sensazione bellissima.

Quali sono i tuoi avversari più difficili?

Sicuramene gli atleti in cima alla classifica, ma tutti possono sempre creare

problemi, nulla è scontato e poi non bisogna dimenticare gli assenti alle ultime gare.

Hai partecipato anche a qualche tappa del PWA e all’unica tappa per ora

svolta del EFPT 2011, dove con solo due heat sei in testa alla classifica insieme

ad altri 3 rider. Potresti essere anche Campione Europeo?

Un sogno, la classica ciliegina sulla torta, ma non credo di poter avere tanta fortuna,

l’ultima tappa dovrebbe essere a Eilat, dico dovrebbe perchè al momento risulta

sospesa, ed è l’home spot di Adam Gavriel atleta veramente forte nonchè mio

compagno di ranking insieme a Varrucciu e Strahlen, entrambi molto forti. Perciò

sarà veramente dura però mai dire mai, in qualsiasi caso andrò lì per giocarmela.

Pensi di poter farti vedere anche nel PWA?

Se riesco a racimolare qualche soldino mi piacerebbe veramente poter fare qualche

tappa in più, quest’anno sono stato solo a Podersdorf. Come sai il circuito è molto

costoso, comunque non si sa mai che arrivi qualche aiuto extra.

Torniamo in Italia, personalmente ho visto un livello davvero alto dei nuovi

ragazzi che partecipano al tour italiano di Freestyle, già al primo turno per

passare devi fare almeno 10 manovre e di qualità. Il numero però degli iscritti

non è più paragonabile a quello di 2 o 3 anni fa. Secondo te qual è il motivo di

questa scarsa adesione alle gare Freestyle? E come si potrebbe tornare ai

tabelloni da 32 atleti?

Credo che il motivo principale sia il costo della partecipazione alle gare vista anche

la crisi economica in atto e se un ragazzo deve sostenere da solo i costi è veramente

dura, considerando poi che proprio per le caratteristiche della specialità il freestyler

alle prime esperienze anche se bravo, non si vuole confrontare con chi considera più

bravo di lui, a differenza dello Slalom e del Free 12 dove è meno sentita la differenza

di capacità. Poi non so se sia una mia impressione ma vedo sempre meno ragazzi

approcciarsi al Freestyle. Mi sa che allo stato attuale delle cose sia abbastanza

difficile far tornare un tabellone da 32 atleti se non con un intervento anche

economico da parte della Federazione o di qualche circolo.

Solo Freestyle o ti dedichi anche a qualche altra disciplina?

Oltre al Freestyle il prossimo anno vorrei cimentarmi anche nello Slalom, magari

riuscirò concludere qualcosa di buono, chi lo sa! Per quanto riguarda il Wave

purtroppo non riesco ad allenarmi in maniera adeguata, però se ci sarà qualche

gara non è detto che non partecipi.

SCHEDA TECNICAAltezza: 175 cm

Peso: 75 kg

Età: 20 anni

Dove vivi: a Capriolo (Brescia)

Home spot: Pra e Pier, Lago di Garda

Anni di windsurf: 13

Manovra preferita: Culo

Boards quiver: Fanatic 89 Skate TE / 99 Skate TE / 75 Quad TE / 111 Falcon

Sails quiver: North Sails Hero 4.0-4.5-5.0 / North Sails Id 5.4-5.9-6.4

Sponsor: North Sails, Fanatic, Ion, Detour, Tecno Limits, Gas Fins, Circolo Surf Torbole

Page 18: Funboard 142

16

Ciao Andrea e complimenti per il tuo stupendo risultato. Raccontaci

brevemente come è andata e se te lo aspettavi?

Grazie ragazzi, grazie per l’ospitalità. È andata bene! Partito malissimo, con catapulte

e squalifiche, e finito N°1! Era il momento di passare allo sviluppo delle vele da

Formula e questo mondiale s’incastrava perfettamente tra una serie di appuntamenti

a cui volevo partecipare nel nord Europa. C’era molto freddo e, appena arrivato in

Danimarca, volevo ritornarmene al caldo. Il giorno prima della gara c’era vento ma

non ero temprato per uscire con 11 gradi sotto la pioggia torrenziale e me ne sono

stato in auto. Erano le 6 di sera quando sono arrivato e per temprarmi ho cercato di

non alzare troppo il riscaldamento! Come mi sento? Marchiato master! Non posso

nasconderlo, sono diventato vecchio eheheh! Se avessi saputo di dichiarare la mia

vecchiaia cosi spudoratamente, avrei forse scelto un altro evento per testare le vele

da Formula! Ero comunque già contento nel vedere che le nuove vele andavano forte

e quando mi hanno chiamato sul podio come campione del mondo è stato davvero

piacevole. È da quando siamo partiti con Point-7 che viviamo tantissime emozioni e

questo è un altro episodio che ci motiva a fare sempre meglio.

Come sei arrivato a questo risultato? Tanto allenamento o scelta giusta dei

materiali o talento puro?

Il talento ce l’hanno veramente in pochi. Io penso che bisogna costruirselo e lo si fa

allenandosi duramente, testando il materiale ed usando l’astuzia ed il cervello in

gara. Sicuramente, dopo anni di solo professionismo, l’esperienza in regata conta

tantissimo, così come è di rilevante importanza conoscere i propri punti deboli e

cercare, durante la regata, di non mettersi in situazioni che sappiamo potersi

rivelare a nostro svantaggio, allo stesso tempo, bisogna avere l’occhio veloce per

capire chi sono gli avversari diretti e colpirli sul loro punto debole nella tattica. Il mio

allenamento in Formula è stato quello di 4 uscite prima del mondiale ed un regata

di Coppa Italia che ho vinto a maggio. Veramente poco, anche se in windsurf esco

quasi tutti i giorni. Il materiale in Formula è molto importante. Se non hai le cose che

camminano, in 15 minuti di gara i nodi in meno che viaggi li vedi. Si ottengono ottimi

risultati se l’attrezzatura è trimmata bene e non si parla solo di pinna e caricabasso,

ma di tutti i minimi particolari, come le curve dei boma, stecche, etc… e questo

compete unicamente alla bravura dell’atleta. E’ vero anche che più tempo si ha a

Page 19: Funboard 142

disposizione, più si può arrivare preparati. Nel mio caso, in 4

giorni, ho solo messo a punto vele ed alberi ed ho spostato più

esterni i tasselli delle strap posteriori della tavola per potere

stare più sul bordo in condizioni di vento leggero.

Ora che hai una tua azienda come affronti le regate?

Sopratutto queste molto importanti. Gareggi “solo” per

te, concentrandoti sulle tue capacità, sulle tue

esperienze di gara oppure gareggi più per l’azienda, per

la Point-7, pensando al risultato come un raggiungimento

di un obbiettivo prefissato?

Amo fare windsurf. Le regate per me sono state sempre in

secondo piano. Era la scusa per fare più windsurf possibile.

Poi col tempo mi sono appassionato ed è cresciuta la voglia

di vincere. Ora la sfida è di far vincere le vele con me o con

un altro pilota e, quindi, in questo momento la priorità è

quella di capire come reaggiscono le vele sotto lo stress

delle gare ad alto livello. Non posso pretendere, dunque, di

avere la stessa concentrazione di una volta perché ho

troppe cose da gestire anche solo durante una gara per

poter focalizzare tutto sull’obbiettivo di vincere. Quando

sono in gara l’obbiettivo è quello, vincere, ma vedo che

faccio degli errori da mangiarsi le mani. Ho velocità da top

10 in PWA ma poi, tra una gara e l’altra, mi rilasso, penso

ad altro, provo delle cose, e così la scala scende... Un altro

aspetto importante quest’anno, ad esempio al PWA, anche

se non ho fatto risultati da vincitore, è stato mostrare agli

altri che le vele non temono nessuno. Abbiamo, infatti,

ricevuto tantissime richieste di sponsorizzazioni da top

rider, ma per adesso siamo contenti di continuare con chi

ha senso per noi avere in squadra. Sarebbe stupendo poter

trovare nuovamente il tempo di fare le cose fatte bene

come un puro atleta, specialmente adesso che ho le mie

vele e che sono super vele. Dall’altro lato, va benissimo così

perché, essendo meno allenato, in gara riesco a capire di

più quello che serve nell’attrezzatura per migliorarla. Non

sembra, ma poter essere ancora in gara, a capo

dell’azienda e con il team tutto l’anno sul campo di battaglia

porta una bella innovazione al prodotto. A dire il vero mi fa

più piacere vedere gli altri vincere con Point-7 che quando

vinco io! Adesso sono a Sylt ed ho passato una settimana

con il nostro team Wave, Martin Ten Hoeve ed il nostro

nuovo tester Adam Lewis che è stato già due volte “sailor of

the day” in solo 2 eventi di PWA. Abbiamo preparato il nuovo

programma di test del periodo invernale e le cose da

sperimentare. Appena torno in Italia ci mettiamo subito

sotto anche con questi progetti.

Abbiamo visto che usavi delle vele prototipo. Come mai?

Sono le 2012?

A maggio in regata, nonostante avessi vinto, sentivo che le vele

potevano essere migliorate in certe andature e range di

utilizzo. Dunque, prima del mondiale, mi ero fatto fare dei

proto con più tensione nella parte centrale della vela. Ho

mischiato gli alberi per ottenere delle basi più rigide e top più

morbidi, per avere più profilo e più apertura in balumina, per

aumentare la velocita dell’uscita del vento nella parte medio

alta della vela, ma avere più potenza nella parte bassa. Questo

per portare la vela ad avere più accelerazione e possibilità di

orzata sopra lo swell laterale. Era una cosa che tenevo molto

a migliorare. Siamo partiti a dicembre scorso con un progetto

che era totalmente nuovo. Integrava pochissima curva

d’albero e per rendere una vela con poca curva d’albero,

veloce con accelerazione bruciante, non è cosi semplice. Porta

molti vantaggi di poppa, di comodità, di facilità di utilizzo

nell’armare, leggerezza, ma il progetto dev’essere azzeccato al

millimetro. Penso che il risultato al mondiale ha chiaramente

mostrato che le modifiche fatte siano quelle giuste. Dal 15

ottobre, appena chiudono le registrazioni per le vele da Slalom

per il PWA, dedicheremo 2 mesi pieni. Abbiamo già dei proto

pronti da mettere in acqua e per il 6 avremo anche una bella

foresta di alberi. Tutti con lo stesso concetto ma piccole

modifiche di curva e reflex.

In quelle condizioni così difficili, al giorno d’oggi con i

materiali che ci sono, conta di più l’atleta o conta di più

avere l’attrezzatura giusta e trimmata?

In questi anni tutti gli atleti e brand hanno lavorato nella

direzione di avere più potenza per il vento leggero e fare più

angolo. Dunque, velocità ridotte e angoli da Coppa America. Nel

vento forte è stato meglio sfoderare i boma stretti di una volta

e pinne che stringevano un po’ meno, ma che sapevano offrire

tanta velocità. Poi bisogna avere anche la cattiveria e la forza

fisica per non mollare... specie di poppa! Non ero più abituato

a fare formula con 30 nodi ed il primo giorno, alla prima gara,

ero partito male ed ero solo decimo di bolina. Quando sono

arrivato per partire di poppa, i primi avevano un bel vantaggio.

Ho messo, a denti stretti, i piedi nelle strap ed ho chiuso tutto.

Li vedevo ingrandirsi sempre di più. Mi ero riposizionato tra i

primi 4, ma poi dopo 3 onde e salti di fila al lasco pieno, con la

70 di pinna e la gamba posteriore che bruciava ed urlava

carità, mi si è ingavonata la prua larga quasi un metro! E

bang... sono rimasto in acqua 5 minuti per capire da che parte

dell’attrezzatura stavo. Sono finito in quarta posizione. La

seconda ero talmente cotto che sono partito dalla boa

sbagliata e sono stato squalificato. Poi, dopo queste belle

esperienze, ho scosso un attimo la testa ed ho iniziato a fare

una serie di primi. È stato un bel mondiale perchè abbiamo

fatto 4 gare con 25-30 nodi, 4 gare con 14-22 nodi e altre 4 gare

con 9-14 nodi.

Visto che ormai abbiamo toccato il tasto “Point-7”, puoi

rivelarci qualche anteprima sulle AC-1 2012?

Abbiamo lavorato da novembre scorso sulle nuove AC-1 PWA

Edition. Non abbiamo aspettato l’ultimo mese. C’è tanta

navigazione, tanti sacrifici, ore e ore ad armare e disarmare

vele e tanta voglia di fare la differenza. Abbiamo partecipato a

tutte le tappe di coppa del mondo per testarle in condizioni

diverse contro i migliori atleti. Ordinato materiale in America,

spedizioni via aerea per velocizzare. Il plotter da taglio era

stufo di vederci, abbiamo sfinito il velaio a forza di mandargli

il file aggiornato con le modifiche. In produzione abbiamo

tempestato di mail per assicurarci ogni piccolo dettaglio. Gli

alberi con cui abbiamo testato le vele hanno visto la macchina

per misurare le curve non una volta appena pronti, ma anche

più volte dopo l’usura. Per le Slalom siamo pronti. Il prodotto

era già velocissimo e ad alta prestazione, l’abbiamo migliorato

molto nel dettaglio. Abbiamo lavorato sui materiali, costruzioni

e sui millimetri su ogni piccolo particolare. Per le Formula,

abbiamo ancora due mesidi tempo e siamo sulla buona strada

visto il titolo vinto... con poco allenamento!

Per gli italiani, la gara, come succede nei motori, è un arte.

Questo è quello che stiamo facendo per il windsurf ed

abbiamo appena cominciato.

Andre Cucchi sponsored by: Plan Srl, Maui Jim, Point-7, Patrik

Page 20: Funboard 142

18

Quali sono le novità principali del range JP 2012? Dicci qualcosa di più sui

nuovi Thrusters?

L’anno scorso abbiamo

affiancato i Thrusters alle tavole

Quad per andare a completare la

gamma Wave. Il feedback

ricevuto è stato ottimo in quanto

abbiamo aumentato

notevolmente il range di utilizzo

che, grazie alla varietà di

regolazioni, può essere trimmata

per dare il meglio in condizioni

onshore o anche con vento forte

per fare bump’n’jump sui laghi.

Se invece la pinna centrale viene

accorciata, la tavola cambia

completamente ed è molto più

reattiva ed aggressiva anche in

surfata. È anche per questa

ragione che abbiamo adattato

questo sistema anche sulle 3

misure più piccole delle tavole Freestyle Wave, permettendo ai clienti di usarle con

una pinna sola se sui laghi con vento forte o utilizzare l’assetto Thruster se vogliono

surfare al mare. Un altro notevole vantaggio, anche per le scuole nei posti più ventosi

e choppati, è che con le tre pinne, le tavole risultano molto più stabili e gestibili.

Quali cambiamenti salienti avete fatto sulle tavole Freestyle?

Le 3 nuove Freestyle sono cambiate abbastanza radicalmente rispetto agli scorsi anni.

Sono tutte molto più corte, anche di 12 centimetri e la distribuzione del volume punta

a facilitare le rotazione delle manovre aeree e new school. Per ottenere il massimo

pop up, anche in acqua piatta, abbiamo aumentato notevolmente lo spessore della

poppa, in quanto non serve più che la tavola carvi ma piuttosto che stacchi facilmente.

Un’altra novità importante è il Contour Deck ergonomico che però è meno marcato e

permette di avere un maggior equilibrio per le manovre switch stance. Sul piede

posteriore invece c’è un normale Dome Deck per il massimo controllo.

Cosa ne pensi delle tavole Slalom della prossima generazione? Avete qualcosa

in mente per riconquistare il titolo?

Quest’anno la competizione è stata molto serrata e il nostro materiale ha comunque

dato il massimo della performance. Sono state disputate parecchie prove con vento

leggero e sappiamo tutti che col vento leggero quasi tutti i rider sono allo stesso

livello e quindi entra in gioco anche un po’ di fortuna, che noi non abbiamo avuto.

Antoine Albeau ha sempre perso per scarti inferiori ad un punto, ma almeno ha

dominato nelle gare con vento forte come Fuerteventura, provando che il materiale

sia all’altezza ed ha rubato la scena. Ci siamo concentrati sui piccoli dettagli di

regolazione che, soprattutto sulle misure grosse, permettono di adattarsi alle

condizioni più rafficate e con chop, sfruttando al meglio anche le condizioni

marginali. Le nuove tavole quindi risulteranno più libere e scorrono sopra il chop

senza perdere velocità, permettendo anche di cazzare meno la vela ed avere ancora

maggiore potenza a disposizione, anche con vento leggero.

Quando e dove avete sviluppato le tavole Slalom 2012?

La maggior parte dei test li abbiamo fatti a Maui.

Vedendo la situazione attuale del mercato, cosa ci si può aspettare dal futuro?

La situazione economica attuale purtroppo è piuttosto critica e quindi è difficile che

il mercato cresca. Il windsurf è uno sport molto specializzato e costoso, e questi

aspetti rendono difficoltosa l’esplosione del mercato nel mondo. Per il prossimo

anno almeno cercheremo di pareggiare o di perdere il meno possibile, in quanto,

per la recessione, la gente tende subito a tagliare le spese non necessarie, tra cui il

materiale sportivo.

Cosa ne pensi del SUP? Potrebbe aiutare anche il mercato windsurfistico?

Sicuramente il SUP può aiutare anche il windsurf, in quanto si crea un maggiore

bacino di utenza ed interesse che viene introdotto trasversalmente allo sport.

Possono per esempio iniziare facendo SUP al lago e poi mettere su una vela, per

provare, in quanto le nostre tavole sono convertibili in pochi secondi. Abbiamo anche

introdotto due nuove tavole da Race con una chiglia più curva, che diminuisce l’attrito

in acqua, massimizzandone la scorrevolezza, senza far fatica. Sono tavole multi

utilizzo, e si può perfino montarci su una canna da pesca per quando si esce in mare

aperto, o montare una telecamera GoPro a prua per riprendere le tue session. Non è

il massimo per surfare le onde, ma abbiamo altre tavole ideali per questo.

Il vostro Team è uno dei più famosi e prestigiosi al mondo. Ricardo, Kauli,

Jason Polakow…ci sono delle aggiunte per il 2012?

Il giovane freestyler di Bonaire, Youp Schmidt è una new entry nel team international

e magari ci saranno delle altre novità più avanti.

Un aggettivo per definire Kauli?

Un maestro delle onde. Può surfare al meglio sia in SUP, che in surf da onda, che in

windsurf ed ha davvero una gran determinazione e grinta.

Un aggettivo per definire Jason?

Un radicale canguro impazzito. Hai visto il video di Fiji? Ha preso una botta in testa

dopo aver disintegrato il materiale ed ha sanguinato per ore mentre stava armando

l’altra vela per poi rientrare in acqua a surfare fino al tramonto.

Un aggettivo per definire Robby Swift?

Waverider potente e radicale.

Un aggettivo per definire Antoine Albeau?

Una macchina da guerra.

Un aggettivo per definire Ricardo Campello?

Un pazzo scatenato. Basta vedere i tentativi di tripli fatti a Gran Canaria… Ne ha fatti

un paio a Pozo però poi non ha più provato. Avevamo anche messo in palio 10.000

dollari se l’avesse chiuso, in quanto completamente innovativo, ma ormai non è più

una novità. Gli abbiamo però dato comunque 5.000 dollari perché non lo ha chiuso,

ma la rotazione era ottima e poi il suo coraggio era da premiare… basta vedere cos’è

successo a Boujmaa a Maui! Sembra che Philip Koster ci sia, abbiamo visto dei video

in cui gira tutte e tre le volte e poi esplode all’atterraggio, quasi over ruotando!

Page 21: Funboard 142

CONTAINS:

+ GIMMICKS

FOURTIME

WORLDCHAMPION

Page 22: Funboard 142

Chi di voi vorrebbe essere un “film maker”? E lavorare con i migliori rider al

mondo? Ora potete avere la vostra occasione!

Umi Pictures ha filmato Kiri Thode e Tonky e Taty Frans nel loro home spot Lac

Sorobon a Bonaire e vi da la possibilità di editare il loro fotoshooting in un

esaltante action video. Siate spregiudicati, create quello che più vi piace e spedite

il vostro risultato entro il 1 dicembre 2011, e magari potreste vincere un viaggio

a Bonaire per due persone, incluso volo, hotel e noleggio materiale!!! Questa

iniziativa è supportata da Starboard, Gaastra, Maui Ultra Fins, Mystic, Choco Fins

e Hole.

Non solo il viaggio premio per il primo classificato, atri premi verranno distribuiti

come una tavola Starboard 2012 a scelta, vele, pinne, mute ecc..

COME FUNZIONA?

1. Andate su www.umipictures.com e cliccate sul link umi Bonaire editing contest.

2. Scaricate i clip, le canzoni e i loghi.

3. Leggete con attenzione le regole della competizione.

4. Siate pazzi e editate il video del secolo! Potete aggiungere effetti speciali,

cartoni, animazioni… tutto quello che potete sognare.

5. Quando avete finito il video speditelo a to [email protected] entro il 1

dicembre 2011. Potete usare WeTransfer attraverso il sito umi.wetransfer.com

per l’upload.

REGOLE: Il video deve avere un titolo di vostra invenzione. Deve anche includere gli

sponsor e i loghi. Dovete usare una delle canzoni scaricate dal sito che sono libere

da diritti. Dovete usare una sola canzone di cui i crediti devono essere indicati alla

fine del video. Dovete usare le immagini di azione di tutti e tre i rider.

I migliori video saranno pubblicati sul sito umi e il vincitore sarà annunciato da

Kiry, Tonky e Taty nel nuovo anno! Il vincitore sarà eletto da tre giudizi: 1 voto dai

riders, 1 voto dalla Umi Crew, e l’altro voto arriverà dal numero di visualizzazioni

del vostro clip.

È tutto nelle vostre mani. Potete usare PS, Mac, Windows Movie Maker o Final Cut

Pro… lasciate correre la vostra immaginazione e create il miglior video di sempre!

E magari in futuro potreste anche trovare un lavoro per la Umi.

UMI BONAIRE EDITING COMPETITION

A soli 17 anni Philip Koster (Starboard/Neil Pryde) è il più giovane Campione del Mondo

Wave di sempre! Nella penultima tappa PWA Wave di Klitmoller in Danimarca (12-18

settembre), Philip ha conquistato il titolo con una gara di anticipo (Sylt, Germania; 23

settembre-2 ottobre). Nelle difficilissime condizioni danesi, vento sui 35-40 nodi

completamente on-shore e mare in burrasca, Philip ha dimostrato di essere su un

altro pianeta, anche paragonato ai suoi due diretti avversari, Ricardo Campello

(JP/Neil Pryde) e Victor Fernadez (Fanatic/North Sails). Surfate down the line con

Aerial Tweacked, Goyter One Hand sull’onda e Wave 360° in planata sono solo alcune

delle manovre che questo ragazzino ha chiuso in ogni sua heat nelle difficili condizioni

on-shore. I suoi Back One Foot e doppi Forward hanno poi riscaldato ancora di più il

pubblico in spiaggia. Un nuovo fenomeno che sta portando il Wave su un nuovo livello

con un mix esplosivo di radicalità, follia e manovre Freestyle sull’onda. Complimenti

Philip! Oltre al successo agonistico arrivano per Philip anche i primi riconoscimenti

lavorativi e la Starboard ha appena annunciato che il wonder kid sarà sotto contratto

per i prossimi due anni e sarà parte integrante dello sviluppo delle nuove tavole Wave del marchio, andando così ad affiancare Scott McKercher nel team R&D di Starboard.

PHILIP KOSTER CAMPIONE DEL MONDO WAVE

20

Il marchio Loft Sails è stato

creato da Monty Spindler che

ha prima lavorato con Neil

Pryde e poi ha creato ART. Per

alcuni anni ha lavorato sul

Garda con il marchio ART

custom e le sue vele erano

molto richieste. Poi Monty si è

trasferito in Spagna a Tarifa e

ha creato appunto Loft sails.

La Loft nella stagione 2011 ha

avuto risultati incredibili in

Coppa del Mondo finendo

sempre sul podio, grazie ai

sui rider Ben Van der Steen,

Ludovic Jossin, e Antoine

Questel. Grazie al loro lavoro di test durante tutto l’anno a Tarifa La Loft sta

raggiungendo degli standard nello sviluppo delle vele che la sta rendendo uno dei

marchi più richiesti dai rider. La Loft produce “solo” linee di vele chiare e non si

fa prendere da questa caccia al look più strano. Vele che funzionano, robuste, ben

rifinite e con un look sobrio. Ci sono due modelli di vele Wave, una vela 5 stecche

la Pure Lip e una vela Freestyle-Wave 4 stecche la Wavescape, poi una vela senza

camber con 6-7 stecche perfetta per andare alla massima velocità, la Oxygen. Poi

la vela SSwitchblade, una vela con 3 camber, che è il miglior compromesso che

puoi avere sotto la vela Racing, con un controllo pazzesco e una rotazione delle

stecche che sembra una vela Wave. Poi la vela Race, la Raincingblade. È la vela che

è finita sul podio in tutte le gare di quest'anno. Infine il modello entry-advanced

che è la Advance. Poi i prezzi sono più che competitivi! La Loft Sails offre tutto: vele,

alberi boma, prolunghe e accessori. www.loftsails.com

LOFT SAILS ORA DISPONIBILE IN ITALIA

Philip Koster G-44 in azione a Klitmoller. © PWA/John Carter

Tonky Frans con il suoinconfondibile power style!

Robert Hofmann con laPURE LIP 2012 5.2

Page 23: Funboard 142

Alberto Menegatti (Starboard/Gaastra) fa il cannibale e si conferma campione italiano nella specialità

Formula Windsurfing a Gallipoli (LE), dopo aver già vinto il titolo italiano nello Slalom lo scorso luglio, sul

Garda. Menegatti, ormai una realtà consolidata del windsurf italiano anche a livello internazionale, ha

vinto tre prove delle quattro

disputate, e forse avrebbe vinto

anche la quarta se non avesse

rotto il boma mentre era in testa.

Dietro di lui si piazzano sul podio

il romano Andrea Beverino e

l'elbano Malte Reuscher. Primo

categoria grandmaster leggeri,

Alessandro Giovini, seguito

dall'atleta locale Luciano

Treggiari. Primo dei master

l'inossidabile Marco Begalli.

Nella categoria Leggeri Master

vince il pugliese Paolo Perrone, del Circolo Vespucci di Gallipoli. Tra gli altri titoli assegnati per la

categoria giovani vince Riccardo Errico. Il terzo atleta pugliese in gara, Giuseppe Greco, è giunto settimo.

E' stata la giornata di sabato a determinare la classifica finale, riuscendo a completare tre prove,

mentre nella prima giornata, giovedì scorso, ninete gare per mancanza di vento e venerdì era stata

disputata una sola prova. Oggi, ultimo giorno di gara, ancora nessuna prova disputata sempre per

mancanza di vento, una costante che ha accompagnato l'edizione: sempre al limite senza mai superare

i dieci nodi, con cali improvvisi e continui cambi di direzione. Condizioni dunque difficili per gli atleti che

si sono fisicamente spesi notevolmente nelle tre prove del sabato, anche per l'inusuale caldo, favorendo

gli sicuramente atleti più leggeri di peso. E penalizzando di contro quelli fisicamente più 'pesanti'. Si

ringrazia gli sponsor Franklin and Marshall e Selin per l'ambiente per la riuscita della manifestazione.

CAMPIONATO ITALIANO FORMULA WINDSURFING

21

XRay Windsurf Academy presente con il suo team al completo all’evento dedicato al mondo del Surf - Windsurf and Sup “Italia Surf Expo 2011”. Lo stand XRay capitanato

da Raimondo Gasperini si è occupato durante tutta la manifestazione di promuovere la disciplina windsurfistica attraverso la distribuzione di gadget, depliant e materiale

informativo ma soprattutto attraverso session di lezioni gratuite per principianti dedicate sia agli adulti che soprattutto ai più giovani. Il risultato è stato davvero

sorprendente, con l’aiuto del sistema iDO e la collaborazione del suo stesso inventore Dario Oliviero,

sono stati messi in acqua circa 100 bambini, raggiungendo così l’obiettivo primario di avvicinare i

più giovani a uno sport che non è solo atletico ma che permette anche di praticare all’aria aperta

a contatto diretto con la natura. I bambini sono stati premiati con un diplomino di partecipazione

firmato da Jim Drake,inventore del Windsurf, Dario Oliviero, inventore IDo e mister XRay Gasperini

e poster autografati da Ray sul palco di Radio 105, davanti ad un pubblico entusiasta! L’evento è

stato anche all’insegna dello sport agonismo, ci sono state numerose esibizioni e gare, nelle

giornate di sabato con il Jet Pilot Grinch Contest e domenica con i Campionati Italiani di Sup e di

Indo Board. Soprattutto il sabato pomeriggio davanti a migliaia di spettatori c’è stato il Jet Pilot

Grinch Contest, gara invitational aperta a tutte e tre le discipline con l'aggiunta del Wakeboard. Ai

primi due posti, due surfisti da onda doc Daniele Gugliemetti e Alessandro Marciano, sul podio al

terzo posto Raimondo Gasperini. XRay Windsurf Academy, dalla parte del vento!

SURF EXPO 2011 Testo: Silvia Caronti, foto XRay /Canon /Stanisci

Quante volte ti è capitato di caricare tutto il materiale, partendo per andare a fare una surfata, solo per arrivare sullo spot e vedere che

le previsioni erano completamente sbagliate? Hai rincorso il vento, guidando per ore tra le varie spiagge, solo per poi scoprire a fine serata

che i tuoi amici sono usciti tutti assieme in uno spot diverso. Questa cosa è già capitata a tutti troppo spesso, ed è proprio per questo che

è nato Weendy. L’obiettivo era quello di ottenere un semplice risultato: far smettere alla gente di inseguire le condizioni. Ci sono voluti circa

4 mesi per realizzare l’App e finalmente ora è disponibile su ogni Iphone, GRATIS! Con la Weendy app, puoi mandare e ricevere informazioni

in tempo reale sulle condizioni al momento da tutte le spiagge della zona, direttamente da gente che è sullo spot. I rider possono far sapere

se le condizioni sono buone o se non c’è niente, o altri sappiano se c’è qualche spiaggia in zona che funziona bene. Possono perfino

uplodare dei video in streaming delle condizioni, fare una loro stima, e poi premere Share e condividerle con tutti gli altri. Questo pone

quindi fine all’attesa di tutta la gente che si deve spostare per km per poi rischiare di non trovare le condizioni. Si risparmia quindi un

sacco di tempo e frustrazione, perchè adesso si può andare diretti verso lo spot che offre le condizioni migliori, senza dover perdere tempo a girare inutilmente per vedere

gli altri spot. L’app Weendy ti permette anche di metterti in contatto con tutti gli altri rider della zona, permettendoti poi di condividere delle ottime session nei vostri spot

preferiti. Puoi anche infastidire i tuoi amici in ufficio o a casa, facendo vedere a tutti quanto ti stai divertendo, specialmente quando piove da loro e tu sei in spiaggia al caldo

con onde spettacolari e vento forte. Puoi anche uploadare le manovre migliori, dare consigli ecc ecc. La Weendy app è davvero facile e utile, quindi non perderti mai più

un’uscita! La Weendy app è stata creata da un gruppo di windsurfisti greci (programmatori), inizialmente per la comunità windsurf/kite/surf della zona e poi estesa a tutto

il mondo. Questa app è molto utile anche perché molte delle spiagge che noi frequentiamo non sono dotate di meteo station e molti spot sono caratterizzati da venti termici

e locali, difficilmente prevedibili dalle previsioni meteo. Weendy non vuole solo essere un utile e gratuito mezzo di informazione, ma anche diventare un Social Network

dedicato alla comunità dei windsurfisti e “water-people”. La versione 2 di Weendy è ora disponibile su iTunes… se avete un iPhone non esitate a scaricare questa applicazione!

WEENDY: UN NUOVO MODO PER PRENDERE IL VENTO

Il “top level” trapezio di ION è equipaggiato per il 2012 con la

nuova Memory Foam all’interno, per garantire morbidezza e

assoluto fissaggio al corpo del rider. Il design del Relay

rimane molto tecnico come negli ultimi anni. La costruzione

“X-Spine” protegge la schiena senza irrigidire il trapezio,

così come il “Cross-Link Webbing” che distribuisce

uniformemente i carichi eccessivi su tutta la superfice. Il

Gold Edition è anche dotato del “Quickfit – Leverbuckles” in

metallo, per un rapido e sicuro posizionamento del trapezio

sul corpo del rider. Per info: www.ion-products.com

ION RELAY “GOLD EDITION” 2012

Alberto Menegatti a Gallipoli. © Roberto Vuilleumier

Page 24: Funboard 142

PROGETTO SERENITY

Il Progetto Serenity ha dimostrato ancora una volta come dalla passione e dalla

volontà di fare possono nascere iniziative importanti per il nostro sport. È dall’anno

scorso che da esterno seguo questa iniziativa e ho potuto ammirare come il

Progetto Serenity, dedicato ai ragazzi/ragazze e genitori di Malcesine (Lago di

Garda) sia stato in grado di mettere in acqua e far provare il windsurf a veramente

tanti nuovi giovani, e molti di loro, dopo solo un anno, ora planano, saltano, si

divertono e non si perdono una Pelerata! Sono nati dei nuovi windsurfisti!

Quest’anno mi è stata proposta una collaborazione che ho accettato con molta

gioia: seguire alcuni di questi nuovi surfisti per uno stage di perfezionamento e di

Freestyle nei mesi di luglio e agosto. Ho avuto così modo di conoscere una ventina

di ragazzi, quasi tutti under 18, e di poterli seguire e insegnarli qualche cosa per

due giorni a settimana durante l’estate. Lo stage è partito con il botto… con due

settimane di fila di Peler da 4.7 con i controfiocchi che ci ha permesso di portare a

termine le prime 4 lezioni. Sede del progetto la scuola di Navene, il Nany Aqua

Center. Il gruppo dei ragazzi è stato fenomenale e tutti, incitandosi l’uno con l’altro,

hanno provato a chiudere le loro prime manovre Freestyle. Uno spirito di

aggregazione, di amicizia e di dedizione davvero ammirabile. Quasi tutti hanno

iniziato a provare la Vulcan e i primi tentativi di Forward, vi ricordo che l’anno

scorso nessuno di loro planava! 2 ragazzi hanno chiuso il loro primo Forward

durante lo stage, e Omar ha iniziato a chiudere prima la Vulcan per poi arrivare alla

quinta lezione chiudendo lo Spock! Ora avranno un anno intero per allenarsi prima

di arrivare alla prossima stagione e provare nuove manovre perché il Serenity

Freestyle Stage 2012 è già stato riconfermato. Ringrazio tutti i ragazzi e ragazze che

hanno partecipato allo stage, il Nany Aqua Center di Navene con Silvano e il suo

staff, Luca e la Etnies, i fotografi Angela Trawoeger e Saara Benamati, chi ci ha

aiutato nelle video-riprese e soprattutto Marco e Tommy Carletto che hanno reso

possibile tutto questo. Come sempre VIVA IL WINDSURF! Progetto Serenity in

memoria di Matteo Barzoi e Luca Carletto.

WAVE CLINIC MOULAY BY OCEANSOURCE.NET

Anche quest’anno sono ritornato in Marocco durante la prima settimana di agosto

per il mio Wave Clinic a Moulay. Per il secondo anno consecutivo le adesioni sono

state tante ottenendo un altro “sold out”. La novità principale di quest’anno è stata

la collaborazione di Valentina Crugnola che mi ha dato una mano a seguire gli

stagisti ed è stata un punto di riferimento per le ragazze del corso. Il gruppo è stato

davvero formidabile e tutti hanno provato a migliorare il loro approccio alle onde e

nei salti durante la settimana di corso, nonostante le condizioni fossero davvero

impegnative: il vento non è mai sceso sotto i 25-30 nodi con un metro e metro e

mezzo di onda. Una vera palestra e abbiamo trascorso molte ore in acqua, spesso

anche in compagnia del World Pro e local Boujmaa Guilloul seguito da tutta la sua

crew! Fondamentali ancora una volta sono state le riprese e il video clinc di analisi

delle immagini alla sera nell’accogliente e rilassante nostro quartier generale, il

Lawama (ristorante e hotel). Il pacchetto “tutto compreso” è stato ancora una volta

la soluzione vincente e vi posso già confermare fin da adesso che il mio Wave Clinc

di Moulay è già stato riconfermato per la prima settimana di agosto 2012… e ci sono

già le prime iscrizioni! Un ringraziamento particolare a Mario Gozzetti (“The Boss”)

e alla mitica Valentina Crugnola. Stay tuned…

Per info e iscrizioni: www.oceansource.net (stage Fabio Calò-Moulay).

[email protected]

Il Forward rimane il sogno proibito di molti. Grazie alla collaborazione del Pier

Windsurf (Riva del Garda) mi è stata data l’opportunità di organizzare nel primo

week-end di settembre uno stage dedicato all’insegnamento del Forward e delle

prime manovre di Freestyle come la Vulcan. L’adesione a questa iniziativa è andata

oltre le più rosee aspettative e a un certo punto abbiamo dovuto rifiutare gli iscritti

dell’ultimo momento. 3 giorni di azione anche se il vento ha fatto un po’ i capricci,

permettendoci comunque di trascorrere diverse ore in acqua. Anche in questo

caso le video riprese si sono rilevate fondamentali per un miglior apprendimento

dei ragazzi. Novità assoluta e penso anche provata per la prima volta, è stato il

simulatore di Forward che abbiamo ideato appositamente per lo stage. I ragazzi

hanno potuto così provare in piena sicurezza e senza timore la parte più difficile del

salto, quella di buttarsi in avanti chiudendo la vela con il braccio posteriore. Grazie

alla fiducia del Pier Windsurf lo stesso format di stage verrà riproposto il prossimo

anno con cinque appuntamenti mensili da maggio a settembre. Ringrazio per la

collaborazione Luca Spagnolli, Constanze, Laura, Andrea e tutto lo staff del Pier. Per

info sui prossimi stage contattate la segreteria del Pier Windsurf: tel. +39 0464

550928, www.pierwindsurf.it

Durante quest’estate sono stato impegnato anche sul fronte dell’organizzazione di vari stage, sia dedicati al perfezionamento, che al Freestyle e al Wave.

Procediamo con ordine e vi racconto in questo spazio le iniziative che ho seguito e i miei programmi per il prossimo anno.

FABIO’S CORNER Testo di: Fabio Calò

22

Wave Clinic Moulay 2011. © Philippe Bru

Progetto Serenity Navene (Malcesine). © Angela Trawoeger (www.360gardalife.com)

[email protected] 2011

Page 25: Funboard 142

Cattura ogni singola emozione

Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it

WSF_1011

OverLook GX-5Occhiali con videocamera HD incorporata e lenti polarizza-te che permettono riprese Audio e Video in completa liber-tà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasio-ne. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di ac-quisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-5 sonoil compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che voglionoriproporre le loro avventure agli amici.

Sportxtreme e-wawLettore MP3 a tenuta stagna fino a 3 metri di profondità.In plastica resistente, il suo corpo non teme il cloro e puòessere utilizzato senza problemi in piscina. Si adatta a nu-merosi sport, anche a quelli sott'acqua grazie ai suoi in-trauricolari a tenuta stagna. Compatibile con i formati MP3e WMA, dispone di uno spazio di archiviazione di 4 GB. Com-patibile con i formati dei file FAT16 e FAT32, questo letto-re si trasforma anche in chiavetta USB per archiviare dati.

Drift HDVideocamera Full HD 1080p, impermeabile fino ad 1 metro,fino a 30 metri con custodia rigida waterproof (opzionale).Display da 1.5”, 60/50fps, per realizzare stupendi video in“slow-motion”. Telecomando a radiofrequenza permette dirisparmiare le batterie, la memoria e modificare il tempo, ren-dendo semplice girare brevi clip, avviando e fermando la re-gistrazione, senza lottare con la telecamera in movimento.Realizza foto 5MP con un obiettivo grandangolare 170°.

www.sportxtreme.it

Page 26: Funboard 142

24

SHARK / LTD: Dal freeride più tranquillo e confortevole alle curve più strette a

tutta velocità. Lo Shark di Fanatic perdona gli errori ai rider intermedi, ma sa

mordere al massimo quando il rail si pianta nell’acqua, o quando hai bisogno del

massimo controllo con vento forte. La linea di scoop rocker progettata col CAD,

affiancata al confortevole deck a dorso d’asino, ed un profilo più compatto, offrono

una sensazione di reattività e facilità di spingere i propri limiti verso il prossimo

livello. Caratteristiche principali: • Linea di scoop alta che poi passa al biconcavo

e chiglia power V per strambate velocissime • Profilo compatto ed efficiente

distribuzione del volume per massima reattività • Deck a dorso d’asino per la

massima capacità di curvare e controllo.

RAY: La tavola di Fanatic iperveloce da freerace che garantisce comfort alle

massime velocità, riutilizzando la linea di rocker delle tavole da slalom in coppa

del mondo. Grazie alla combinazione tra chiglia power V e biconcavo a prua per

planare in anticipo, il profilo compatto delle Ray permette di planare a tutta

velocità e tagliare i chop senza fatica, permettendo al rider di strambare a tutta

velocità facendo mordere i rails affilati e la poppa affosulata. Caratteristiche

principali: • Linea di scoop rocker provata dal Team Pwa race che poi passa alla

chiglia Power V per massimo controllo anche con vento forte • Biconcavo a prua

per entrare velocemente in planata e facilità di conduzione anche con chop •

Pintail a 75° per diminuire l’attrito in strambata • Rapporto perfetto tra comfort

e performance.

FALCON SLALOM: 5 nuovi shape in produzione direttamente dal PWA, con

un’attitudine alla velocità e precisione perfetta. Il sistema di Compact Design Concept

riduce al massimo la lunghezza dei modelli 140, 125, e 113, per il vento più leggero,

in modo da ridurre al massimo l’attrito ed aumentare la spinta, mentre sulle tavole

di volume inferiore, come l’89 e 99, sono leggermente più lunghe in modo da

assicurare maggiore controllo con vento più forte. L’extra larghezza e i rails con

sistema Comfort Heel sul piede anteriore permettono di usare rails più squadrati e

poppe più longilinee in modo da garantire maggiore spinta, proiezione e presa nelle

curve, con qualsiasi intensità di vento. Caratteristiche principali: • Incavo del piede

d’albero maggiorato per aumentare la stabilità del rig • Poppa più dritta per

maggiore controllo sia con vento forte che leggero • Rails più pieni e arrotondati

sotto il piede posteriore per maggiore comfort e manovrabilità • Nuova linea di Scoop

Rocker con sezione piatta più corta e ingresso più alto.

Board Vol. Width Length Technology Fittings

Shark 105 105 65 240 HRS** Fanatic Freeride 39 GFK; Power Box; Sailsize: 5.0 – 7.5m2

Shark 120 120 69 245 HRS** Fanatic Freeride 42 GFK; Power Box; Sailsize: 5.5 – 8.0m2

Shark 135 135 73 245 HRS** Fanatic Freeride 48 GFK; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2

Shark 150 150 78 250 HRS** Fanatic Freeride 50 GFK; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2

Shark 165 165 83 255 HRS** Fanatic Freeride 54 GFK; Power Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2

Shark 135 LTD 135 73 245 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 48 G10; Power Box; Sailsize: 6.0 – 9.0m2

Shark 150 LTD 150 78 250 CK/BSLT*** Fanatic Freeride 52 G10; Power Box; Sailsize: 6.5 – 9.5m2

Board Vol. Width Length Technology Fittings

Ray 100 100 61 240 WS** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2

Ray 115 115 67 240 WS** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2

Ray 130 130 73 235 WS** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2

Ray 145 145 81 235 WS** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2

Ray 100 LTD 100 61 240 CK/BSLT*** Choco Fin 34 G10; Tuttle Box; Sailsize: 5.8 – 8.3m2

Ray 115 LTD 115 67 240 CK/BSLT*** Choco Fin 38 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.2 – 8.8m2

Ray 130 LTD 130 73 235 CK/BSLT*** Choco Fin 44 G10; Tuttle Box; Sailsize: 6.8 – 9.5m2

Ray 145 LTD 145 81 235 CK/BSLT*** Choco Fin 50 G10; Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m2

Board Vol. Width Length Technology Fittings

Falcon Sl. 89 89 59 240 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.0 – 7.8m²Falcon Sl. 99 99 62 235 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 5.5 – 8.2m²Falcon Sl. 113 113 69 235 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.0 – 8.6m²Falcon Sl. 125 125 79 230 BCS/LF** No Fin; Tuttle Box; Sailsize: 6.5 – 9.2m²Falcon Sl. 140 140 85 230 BCS/LF** No Fin; Deep Tuttle Box; Sailsize: 7.0 – 10.0m²

Page 27: Funboard 142

25

FIREFLY: Tested for you! La FireFly 2012 è sostanzialmente diversa dal modello

dell’anno precedente e decisamente migliorata sotto alcuni aspetti. La prima cosa

che si nota una volta armata (sia con albero SDM che RDM) è che le stecche, le prime

due, non puntano più stando addirittura dietro l’albero, ma si posizionano

naturalmente quasi leggermente davanti all’albero rendendo il profilo statico

decisamente più piatto rispetto alla versione precedente. Le altre caratteristiche che

possiamo immediatamente vedere sono la lunghezza d’albero maggiore e una

riduzione drastica della misura del boma, mediamente 6-7 centimetri su ogni misura,

e non sono pochi! Altro aspetto importante è l’aumento del peso della vela, la versione

2011 offriva già una adeguata resistenza all’usura e agli impatti, possiamo ora

affermare che la 2012 migliora ulteriormente questo aspetto, il monofilm è più

“massiccio” e tutte le cuciture sono state raddoppiate. In acqua la nuova vela si

comporta sostanzialmente in modo simile alla versione precedente, partenza in

planata fulminea, ottima velocità di punta, feeling di estrema leggerezza in andatura.

La differenza invece si nota in manovra, dove le stecche maggiormente distanziate

dall’albero permettono passaggi più soft e quindi di maggiore precisione. Il Duck

Sails, tanto di moda nelle power move moderne, risulta così essere sensibilmente

migliorato facilitando la manovra al rider grazie all’ottimizzazione del taglio della vela

sotto il boma, alla lunghezza ridotta della bugna e appunto alla maggiore neutralità

del profilo delle prime due stecche. La FireFly 2012, nelle misure 4.9 e 5.3, per tutte

queste caratteristiche elencate risulta essere perfetta anche per un utilizzo Power

Wave, sia per salti che soprattutto per surfate. È possibile armarla sia con alberi a

sezione standard (SDM) che a sezione ridotta (RDM). Noi la abbiamo testata su un

albero SDM (MaverX EVODS 400) e pensiamo sia la soluzione migliore per questa vela.

NP 5K SERIES 5/4/3: La 5K è una muta iper performante interamente in

neoprene realizzata appositamente per quei rider che non si accontentano mai. La

combinazione perfetta tra flessibilità e calore del neoprene a cucitura singola ti

permette di restare comodo e al caldo anche nelle condizioni atmosferiche più

estreme.

S5: Realizzata con neoprene limestone direttamente dal Giappone. Ha anche una

copertura idrofoba che fa scorrere l’acqua 5 volte più velocemente, eliminando

l’effetto di windchill (sulle spalle e ascelle).

E3 Entry System: Sistema di chiusura anteriore ermetica, che segue perfettamente

il collo e impedisce all’acqua di entrare dal dorso e dal colletto della muta.

Carbone attivo di Bamboo: Licra interna anti-odore ed antibatterica. Questa fibra

naturale è cucita internamente per assicurare un maggiore igiene.

Nastratura P-Skin: Questo sistema al poliuretano è proprietà della Neil Pryde ed

impermeabilizza ogni cucitura. È più flessibile e sottile di ogni altro sistema sul

mercato.

NPX ASSASIN 5/4/3:NPX Assassin è la scelta degli estremisti della libertà, i rider più esigenti che sono

convinti che la migliore muta da indossare sia proprio il non doverla indossare.

L’Assassin è carica di energia e accentua la radicalità del rider, offrendogli

isolazione termica perfetta, raffreddamento ad acqua, ed altre tecnologie

all’avanguardia.

Page 28: Funboard 142

26

In linea di principio generale la North Sails ha lavorato sulle vele 2012 per ottenere un

risparmio medio del peso del 10% senza andare a compromettere la robustezza.

Molta attenzione è stata posta anche sull’innovazione dei profili per ottenere

maggiore potenza ma non sacrificando la manovrabilità. Altra importante

caratteristica delle vele North Sails 2012 è l’esclusiva garanzia di 5 anni sui propri

modelli.

RAM F12La macchina raicing di North Sails dove è stato eliminato un camber è la tasca

dell’albero è stata resa più sottile.

Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente

modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona

del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare

l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • INDEPENDENT.SHAPING.CONCEPT per

migliora la rotazione, il controllo e l’accelerazione • HYPER.CAM il primo hard camber

che può ruotare come un soft camber.

S_TYPELa S_ Type è una delle vele Freerace di maggiore successo nei test di tutte le riviste

internazionali, ed è considerata il punto di riferimento per la categoria. Per il 2012,

Kai Hopf, il velaio, ha migliorato la partenza in planata e l’accelerazione attraverso

una distribuzione diversa del profilo.01 | PRODUCT

Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente

modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona

del boma e sulla base della vela • Un aspect ratio più basso per migliorare

l’accelerazione in partenza e dopo le strambate • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero

(460-25) per tutte le misure • HYPER.CAM il primo hard camber che può ruotare come

un soft camber • SWITCH.CAM .OPTION 3/2: 3 camber per il massimo delle

performance- 2 camber per migliorare la maneggevolezza.

X_TYPEAnche per il 2012 la X_ Type dimostra come una vela possa essere veloce e potente

anche senza camber. Il segreto è il ridotto aspect ratio derivato direttamente dalla

WarpF201, e l’elevata tensione della balumina per garantire elevate performance

anche senza camber.

Caratteristiche principali: • NEW: iBUMPER, il più avvanzato ed efficaciamente

modellato mast protector • NEW: potenza aumentata grazie al pre-shaping nella zona

del boma e sulla base della vela • TWIN.TRIM.CLEW per un trimmaggio personale per

aumentare il range di utilizzo • La vela è più resistente grazie all’utilizzo del robusto

X.PLY nella parte • MINIMUM.MAST.CONCEPT: un albero (460-25) per tutte le misure.

Model Size Boom Max Luff Max Top Battens Camber Weight (Kg) IMCS Mast: Best/Altern. Lenght Best/Aletrn. Mast Geometry

RAM F12 SLALOM 5,2 1,85 4,11 7 3 4,6 18-20 400 SDM/--

RAM F12 SLALOM 5,7 1,92 4,31 7 3 4,8 21-19 430/400 SDM/--

RAM F12 SLALOM 6,3 1,98 4,53 7 3 5 20-22 430 SDM/--

RAM F12 SLALOM 7 2,09 4,76 7 3 5,3 24-26 460 SDM/--

RAM F12 SLALOM 7,8 2,22 4,98 7 3 5,6 28-25 490/460 SDM/--

RAM F12 SLALOM 8,6 2,33 5,19 7 3 5,9 28-25 490/460 SDM/--

RAM F12 SLALOM 9,3 2,48 5,28 7 3 6,2 32-28 520/490 SDM/--

S_ TYPE 6 1,86 4,56 6 3/2 4,5 21-25 430/460 SDM/--

S_ TYPE 6,6 1,89 4,64 6 3/2 4,7 25-21 460/430 SDM/--

S_ TYPE 7,3 2,05 4,76 6 3/2 4,9 24-26 460 SDM/--

S_ TYPE 7,8 2,1 4,84 6 3/2 5,1 25-28 460/490 SDM/--

S_ TYPE 8,4 2,29 4,9 7 3/2 5,4 28-25 490/460 SDM/--

S_ TYPE 9,5 2,42 5,2 7 3/2 5,8 28-25 490/460+CX SDM/--

X_ TYPE 5,4 1,77 4,43 6 -- 3,9 21-25 430/460 SDM/RDM

X_ TYPE 6 1,82 4,64 6 -- 4,1 21-25 430/460 SDM/RDM

X_ TYPE 6,6 1,88 4,63 7 -- 4,35 21-25 430/460 SDM/RDM

X_ TYPE 7,3 1,97 4,81 7 -- 4,6 24-26 460 SDM/--

X_ TYPE 7,8 2,08 4,92 7 -- 4,8 25-28 460/490 SDM/--

X_ TYPE 8,2 2,13 5 7 -- 4,95 25-28 460/490 SDM/--

Page 29: Funboard 142

27

WAVE TWIN CONTEST V2La quint’essenza della manovrabilità! PROGRAMMA Wave Twinzer PRO.

RRD presenta una nuova gamma di tavole twinzer, la RRD Wave Twin Contest V2,

basata sull’ormai collaudato shape presente nell’attuale collezione, ma

caratterizzata dalla nuova tecnologia di costruzione CONTEST capace di esaltarne

ulteriormente le performance. E proprio le performance di questi shape capaci

di raccogliere grande consenso fra il pubblico così come fra i tester delle più

rinomate riviste internazionali hanno spinto RRD a proporre questi best seller

introducendo un nuovo step in fatto di tecnologia, per fare diventare queste

tavole le più leggere della collezione RRD.

La costruzione dei Wave Twin Contest V2 è stata studiata nei minimi dettagli per

rendere la tavola assolutamente leggera e particolarmente vivace e

performante: il sandwich della coperta è realizzato con PVC Herex 100 da 3 mm,

wood sandwich sotto ai talloni, il tutto laminato con carbonio Innegra, una fibra

realizzata in esclusiva da un importante produttore svedese, capace di associare

grande resistenza alle note doti di leggerezza e reattività della fibra di carbonio.

Anche la carena della tavola è realizzata in full sandwich con PVC Herex 100 da 3

mm laminati con vetro biassiale da 160 grammi, e rinforzata con due stringers

in PVC da 5mm Omega construction. Anche la dotazione accessoristica non è

stata lasciata al caso, visto che i Wave Twin V2 sono caratterizzati dalla presenza

di una nuova scassa d’albero ultraleggera full carbon e nuovi Slot Box da 15 cm

regolabili per le pinne.

WAVE VOGUE OVAL GOLD CARBON MONOCOQUE BOOMRRD impreziosisce la propria collezione inserendo a catalogo un nuovo boma

Wave top di gamma, si tratta del nuovissimo Wave Vogue Oval Gold Carbon

Monocoque Boom. Questo boma è stato disegnato per garantire il massimo delle

performance fra le onde e, come si può intuire dal nome, è caratterizzato da una

colorazione dorata del carbonio a vista nella zona frontale, caratterizzata dalla

presenza di una nuova maniglia. Leggerezza e rigidità sono senza compromessi,

grazie alla tecnologia di costruzione full carbon pre-preg, con tubi a diametro

ridotto e a sezione ovale interna, ricoperti da uno strato super sottile di EVA per

creare massimo comfort nell’impugnatura, senza andare a discapito del peso.

Anche la parte della bugna è realizzata con carbonio pre-preg e disegno

monoscocca, per garantire il massimo della rigidità e delle performance a

qualsiasi lunghezza vengano regolate le prolunghe. I boma sono disponibili in tre

misure.

Model Volume Size Weight Fin Fin Box R-S-S

Wave Twin 66 Contest V2 66 lts 232 x 52,5 cms 5.73 kg MFC LS 15.5 CNC G-10 Slotbox 3.2-4.7

Wave Twin 74 Contest V2 74 lts 233 x 55 cms 5.92 kg MFC LS 16 CNC G-10 Slotbox 3.7-5.3

Wave Twin 82 Contest V2 82 lts 234 x 57.5 cms 6.14 kg MFC LS 16.5 CNC G-10 Slotbox 4.2-5.8

Wave Twin 90 Contest V2 90 lts 235 x 60 cms 6,4 kg MFC LS 17 CNC G-10 Slotbox 4.7-6.3

Model Technology Min Lenght Max Lenght

Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 135 Carbon Pre-Preg Monocoque 135 cms 190 cms

Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 145 Carbon Pre-Preg Monocoque 145 cms 205 cms

Wave Vogue Oval Gold Carbon Monocoque Boom 160 Carbon Pre-Preg Monocoque 160 cms 220 cms

Page 30: Funboard 142

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GATOR: Vela Crossover orientata alle manovre: Wave/Freemove/Freeride. La linea

di vele Gator copre ogni tipo di condizione windsurfistiche in qualsiasi parte del

mondo. I principi fondamentali dell’intera linea sono la durata, la manovrabilità e la

performance. Ogni misura è stata progettata per soddisfare le necessità del

freerider che vuole sfrecciare in ogni condizione. Non parliamo poi delle richieste di

Boujmaa Guilloul, che ha collaborato direttamente con lo sviluppo delle Gator 2012.

Il nuovo pannello KS Optic X-ply offre un miglioramento della resistenza del 20%,

combinata alla balumina in Dyneema, rinforza l’intera vela, rendendo la Gator più

forte e resistente che mai.

IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vele Wave/Freemove/Freeride senza camber in Full X-

Ply • Progressive Ride Geometry – Stessa sensazione indipendentemente dalla

misura • Orientata alle manovre.

Caratteristiche principali: • Nuovo e più basso aspect ratio per una migliore

manovrabilità e compatibilità con i differenti alberi.

3 Specific Material Zones: • CONTROL ZONE – X-ply di spessore ridotto. Longevità

senza peso • POWER ZONE – Nuovo KS Optic X-Ply con 20% più resistenza, per

aumentare la longevità della vela permettendo di vedere perfettamente fuori dalla

finestra principale • IMPACT ZONE – Balumina in Dyneema X-ply per aumentare la

durata dei pannelli intorno al boma.

• Costruzione penna e balumina senza cuciture, per maggiore leggerezza e

resistenza. Zero possibilità di rottura delle cuciture • Distribuzione bilanciata della

potenza sia sul rig che sulla tavola, con una distribuzione costante della pressione

ed enorme range di utilizzo.

TIPO DI TAVOLA: • Tavole FreeMove, FreeRide, Crossover e Wave.

NCX: No Cam extreme Freerace. La NCX offre alte velocità, stabilità, risposta

immediata ed accelerazione senza rivali, specialmente per una vela senza camber.

Realizzata partendo dalla piattaforma race di Severne, con una maggiore tensione

superficiale, la NCX offre performance accessibili da vela race, senza camber. Il

design ha prodotto una vela eccezionalmente bilanciata, permettendo di assorbire

raffiche ed impatti, per dare al rider massimo comfort e potenza, anche con vento

rafficato ed acqua choppata, coprendo un enorme range di condizioni.

IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Vela No-cam per Freeride alta velocità • Costruzione in

Monofilm per risposta immediata • Stabile anche con un enorme range.

Caratteristiche principali: • Nuova Luff Protect: tasca dell’albero rinforzata per

diminuire i danni quando si monta e smonta • Aramid Torsion Frame: perimetro in

Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer Panel: progettato per

supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al massimo la

deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole, anche sotto

carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del boma, per

una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di scegliere

l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle condizioni

• Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in alto, il rider può stare più

verticale, aumentando la pressione sulla pinna per arrivare alla massima velocità.

TIPO DI TAVOLA: • Ideale per le tavole Freeride • Adatta anche alle tavole Freerace.

TURBO: Twin cam Frreride. La Turbo è la vela con camber più accessibile. La

combinazione tra potenza con vento leggero e maneggevolezza anche alla massima

velocità, la rende la vele più indicata per tutti quei rider che vogliono volare

sull’acqua nel tempo libero, cercando una vela che dia la massima performance in

qualsiasi condizione. Basata sulla Element ma con una maggiore tensione

superficiale, è stata incrementata la performance della vela, rifacendoci alle vele

race. La Turbo offre maggiore velocità ma è comunque leggera e reattiva. La Turbo

utilizza una distribuzione costante della potenza grazie alle stecche. Sulle misure più

piccole (6.0 – 7.0) le 6 stecche garantiscono un handling perfetto, assicurando un

peso in rotazione ridotto. Sulle misure più grosse invece (7.5 - 9.2) ci sono 7 stecche

per aumentare la stabilità della maggiore superficie.

IDEOLOGIA DEL PRODOTTO: • Twin Cam Freeride • Sensazione di potenza e precisione

• Leggera e reattiva • Performance morbida per una vela con cam.

Caratteristiche principali: • Costruzione in monofilm per una risposta più

immediata e sensazione di leggerezza • Profilo in X-ply per maggiore durata • Aramid

Torsion Frame: perimetro in Kevlar per resistere ai carichi più gravosi • Stabilizer

Panel: progettato per supportare al massimo la zona di stress e carico, riducendo al

massimo la deformazione verticale e rendere la vela più stabile e maneggevole,

anche sotto carico • Dropped Clew: bugna più bassa per accorciare la lunghezza del

boma, per una sensazione più diretta • Dual Clew Positions: permette al rider di

scegliere l’assetto perfetto del boma, scegliendo tra i due buchi a seconda delle

condizioni • Costruzione Seamless penna e balumina: più leggera e duratura, per

ridurre al minimo le rotture • Avendo spostato il centro di spinta più avanti e più in

alto, la TURBO permette al rider di stare più verticale, risultando più facile da gestire

e da far arrivare alla massima velocità.

TIPO DI TAVOLA: • Ideale per tutte le tavole Freeride e Freerace.

Size Luff Boom Battens Head Weight Racomm. mast Compat. Mast

Gator 3.7 378 148 5 adj. 2.87 SEVERNE 370 Wave -

Gator 4.0 383 151 5 adj. 2.96 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400

Gator 4.2 394 154 5 adj. 3.10 SEVERNE 370 Wave SEVERNE 400

Gator 4.5 402 157 5 adj. 3.20 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430

Gator 4.7 410 160 5 adj. 3.24 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430

Gator 5.0 415 170 5 adj. 3.38 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430

Gator 5.3 428 172 5 adj. 3.50 SEVERNE 400 Wave SEVERNE 430

Gator 5.5 429 175 5 adj. 3.56 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460

Gator 5.7 439 178 5 adj. 3.64 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460

Gator 6.0 449 182 5 adj. 3.72 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460

Gator 6.5 454 187 6 adj. 4.28 SEVERNE 430 Wave SEVERNE 460

Gator 7.0 463 190 6 fixed 4.39 SEVERNE 430 SEVERNE 460

Gator 7.5 472 197 6 fixed 4.57 SEVERNE 460 -

Gator 8.0 484 204 6 fixed 4.72 SEVERNE 460 -

NCX 5.5 418 182 7 adj 3.99 SEVERNE 400 SEVERNE 430

NCX 6.0 438 187 7 adj 4.17 SEVERNE 430 SEVERNE 460

NCX 6.5 463 188 7 fixed 4.24 SEVERNE 430 SEVERNE 460

NCX 7.0 472 194 7 fixed 4.46 SEVERNE 460 -

NCX 7.5 484 202 7 fixed 4.60 SEVERNE 460 -

NCX 8.0 494 208 7 fixed 4.80 SEVERNE 460 SEVERNE 490

NCX 9.0 519 223 7 fixed 5.13 SEVERNE 490 -

Turbo 6.5 463 188 7 fixed - SEVERNE 400 SEVERNE 460

Turbo 7.0 472 94 7 fixed 4.42 SEVERNE 430 -

Turbo 7.5 484 202 7 fixed - SEVERNE 430 -

Turbo 8.0 494 208 7 fixed - SEVERNE 460 SEVERNE 490

Turbo 9.0 519 223 7 fixed - SEVERNE 460 -

Page 31: Funboard 142

29

FUTURALe Futura sono le tavole Freerace della Starboard, realizzate per andare a velocità

elevate quanto le tavole da Slalom, ma con maggiore comfort ed accessibilità. Dal

momento dell’introduzione del range, nel 2008, Starboard ha rivoluzionato l’intero

design e concetto di tavola Freerace: è il 15% più sottile ed ha un profilo più largo,

ispirato alle moderne tavole da Slalom, offrendo però la stabilità e facilità di gestione

anche a bassi regimi, restando comunque molto potente e planante, coprendo al

meglio l’enorme range di utilizzo. Lo spessore ridotto poi aiuta anche nelle

strambate e conferisce maggiore controllo. Dopo 2 anni di gavetta in cui si è fatta

conoscere, la Futura è diventata la leader di mercato ed un termine di paragone per

tutte le tavole della categoria. Nel 2011 le Futura hanno vinto ogni test comparativo

che facevano, sia nei test di Planchemag, Wind magazine ,Windsurf magazine test,

Boards/Boardseeker e Surf magazine. Per il 2012, le Futura saranno ancora

disponibili in 6 misure e tre tecnologie di costruzione. La 111, 121, 131 sono shape

completamente nuovi.

In generale le tavole Freeride sono più comode, facili da portare alla planata e più

immediate, richiedendo pochissime capacità di regolazione dal rider per dare il

meglio. A confronto, le Futura sono più veloci e riescono a coprire un range di

condizioni più ampio però richiedono una maggiore conoscenza e sensibilità da

parte del rider per prepararle al meglio. Rispetto alle tavole Slalom invece, sono più

comode e accessibili. La posizione delle strap, per esempio, non è così esterna e sul

rail come sul iSonic, che però hanno maggiore potenza e velocità di crociera più alta

e quindi risultano più veloci delle Futura.

Il profilo largo assieme alla riduzione dello spessore è la base della realizzazione di

ogni misura dei Futura. Il profilo largo assicura che le tavole abbiano un’ottima

stabilità anche a bassi regimi, aspetto importante sia quando si deve recuperare la

vela, che in uscita dalle strambate. La riduzione dello spessore invece abbassa il

centro di gravità, rendendo le tavole più sensibili alla pressione dei piedi in

strambata, permettendo di curvare con maggiore aggressività. La combinazione tra

spessore ridotto e larghezza maggiore permette anche di utilizzare vele più grosse,

anche per i rider più pesanti, per avere maggiore spinta anche con vento leggero. La

distribuzione del volume risultante dalla riduzione dello spessore permette al rider

di avere un maggiore controllo anche con vento forte, quando si utilizza sia vela che

pinna piccole.

Le Futura sono state sviluppate in parallelo con le iSonic da Slalom. Come le iSonic,

la prua delle Futura è piuttosto larga e corta, in modo da utilizzare una linea di

rocker meno pronunciata. Così facendo, viene ridotto il peso in rotazione, e la

resistenza aerodinamica, permettendo alla tavola di sorpassare i chop senza

perdere la minima velocità. I rail sono stati disegnati per avere la massima potenza,

grazie ai bordi molto affilati. Restano però più sottili e morbidi rispetto ai rail

affilatissimi delle iSonic. Questo rende le Futura più comode e meno potenti.

Soprattutto, questi rail permettono di usare le strap più interne sul deck rispetto alle

tavole da Slalom. Quando le strap vengono usate in questa posizione, le Futura

diventano sempre più accessibili e comode.

Per concludere, le Futura, danno il meglio in un enorme range di condizioni: possono

essere accessibili, macchine da corsa a tutta velocità con un range di vento enorme,

sempre a seconda delle necessità del rider.

Novità nella versione 2012

I nuovi Futura sono più sottili di 5-17mm.

111/121/131: Più sottili di 5mm, 7mm e 16mm (rispettivamente sulla 111, 121, 131).

Lo spessore ridotto aumenta la reattività e controllo delle Futura. Per aumentare la

velocità di punta è stata anche introdotta una nuova configurazione della V, derivata

direttamente dagli iSonic: meno V in avanti in modo da rendere il tutto più omogeneo.

Per migliorare l’accelerazione e la sensazione in surfata, è stato anche rinnovato lo

shape dei rail, che ora sono più affilati ma voluminosi lungo tutta la lunghezza delle

tavole. Così facendo, il rider ha maggiore presa e il deck è anche più anatomico. Sono

anche stati fatti dei cutaway a poppa per far rilasciare l’acqua più facilmente e

aumentare la velocità di punta.

Model Volume Length Width Tail Width Weight Tech / Carbon / Wood Sail Range Fin Fin Range Fin box

Futura 93 Technora / Carbon / Wood 93 238 61,5 40,4 7,02 / - / 6,36 4,0-7,0 Drake C3 V / Venom 36 28-38 Tuttle

Futura 101 Technora / Carbon / Wood 101 240 65,5 42,8 7,50 / 6,51 / 6,73 4,5-7,5 Drake C3 V / Venom 38 30-40 Tuttle

Futura 111 Technora / Carbon / Wood 111 240 68 43 7,78 / 6,62 / 6,90 5,0-8,0 Drake C3 V / Venom 40 32-42 Tuttle

Futura 121 Technora / Carbon / Wood 121 246 72 47,8 - 5,5-9,0 Drake C3 V / Venom 44 34-44 Tuttle

Futura 131 Technora / Carbon / Wood 131 246 76,5 50,0 - 6,0-9,5 Drake C3 V / Venom 48 40-50 Tuttle

Futura 141 Technora / Carbon / Wood 141 246 80,5 49,9 - / - / 8,26 6,5-10,0 Drake C3 V / Venom 50 40-50 Tuttle

Page 32: Funboard 142

FIRELIGHT TEAM EDITIONNessun Compromesso. Questo è l’obiettivo principale che è stato perseguito nel

progettare la nuova vela Wave di Hot Sails Maui. La Firelight nasce con

l’intenzione di produrre la vela Wave più leggera sul mercato con i migliori

materiali disponibili e niente di superfluo. Sono stati utilizzati il Technora ODL09

e il laminato super leggero C1295 della Dimension-Polyant. Tutti materiali “made

in the USA” di qualità altissima. Il risultato è una vela a 5 stecche compatta (quasi

tutte le misure si possono montare con il 400) che pesa meno di 3 kg!

Ma cosa c’è dietro la decisione di fare la vela Wave più leggera sul mercato? Ce

lo spiega Jeffrey Henderson in persona: “Hot era il leader di mercato in quanto

a leggerezza negli anni 90. La Gridlock Wave era molto popolare e l’unica ragione

che ci ha portato a fare vele più pesanti e resistenti è stata quella di

accomunarci alla concorrenza. Con la nuova Firelight abbiamo dato inizio a un

cambiamento radicale. Ogni movimento sarà più semplice data la leggerezza

della vela, vi stancherete di meno, aumenterete il vostro tempo in acqua e anche

la qualità della vostra surfata!”.

Size Luff Boom Weight (kg) Weight (lbs)

4,5 388 159 2,6 5,7

4,7 396 164 2,7 5,9

5,0 408 169 2,8 6,2

5,3 414 173 2,9 6,4

5,5 417 176 3,0 6,5

5,7 420 179 3,1 6,8

6,0 428 185 3,1 6,8

Page 33: Funboard 142

NAISHSAILS.COM

ACTION TO SPORT [email protected]: 0185 264 754F: 0185 261 231

ANY DAY ON THEWATER IS A GOOD DAY

We make it better

Photo: Darrell WongPhoto: Darre

> Facebook.com/

FORCEPower Wave

SESSIONAll-around Wave

BOXERCompact Wave and Freestyle

FORCEPower WaveORCE ESSION

l d WSION BOXER

Compact Wave and FreeBOXER

Sizes: 3.0, 3.4, 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7

Sizes: 3.7, 4.0, 4.2, 4.5, 4.7, 5.0, 5.3, 5.7

Sizes: 3.6, 4.0, 4.4, 4.7, 5.0, 5.4, 5.8, 6.2

NaishInternationalNaishItalia

Page 34: Funboard 142

32

Arriva ferragosto e arriva il classico Trofeo Nogler organizzato ormai da diversi

anni dal Circolo Surf Torbole. Dopo un’estate ricca di grandi eventi il circolo surf

più famoso d’Italia propone la regata sociale con un innovativo percorso: non più

un classico downwind o un semplice “8” ma bensì il percorso originale, volto a

richiamare più amatori e a far divertire tutti. Con la partenza di flotta posta a sud

della Conca d’Oro, il percorso prevedeva la prima boa di bolina sopravento al

Ponale, per poi proseguire con una poppa libera verso la seconda boa posta

sottovento alla prima, e infine andare a tagliare il traguardo davanti al Circolo

Surf con un lasco mure a dritta. Il percorso aveva suscitato un po’ di

preoccupazione agli atleti nei giorni precedenti la gara, ma si è rivelato un

percorso divertente e che combinava praticamente tutte le andature che un

surfista normale sa fare. I due giorni di regata sono stati caratterizzati dal

classico vento da sud che soffiava intorno ai 13-16 nodi, anche se nella parte

finale del percorso il vento calava vista la vicinanza alla spiaggia e a

Torbole. Thomas Fauster vince senza problemi tutte le prove tranne una dove

Una delle partenze, Thomas Fauster in allineamento perfetto!

Luis Marchegger lotta con Andrea Ferin.Tutto chiaro?

Luigi Romano e Francesco Prati.

Page 35: Funboard 142

vince al photofinish contro Francesco Prati a causa di un calo improvviso

nell’ultima parte della gara. Per quanto riguarda le altre gare non ce n’è per

nessuno, e riesce a vincere sempre in tranquillità grazie alle sue belle partenze

e all’ottima velocità a bordo di tavole RRD e vele North Sails. Francesco Prati

dopo una prima prova dove sbaglia decisamente vela uscendo con la 7.9 Point-7

invece che con la 8.6 usata nelle altre prove, recupera subito dalla seconda prova

collezionando secondi posti, alla rincorsa di Thomas. Regate in recupero per lui

viste le pessime partenze in praticamente tutte le prove, ma che risolveva grazie

alla sua velocità e alla scelta dei bordi giusti di poppa, andando sempre a

cercare la parte rafficata del campo. Andrea Ferin, neo vicecampione italiano, si

aggiudica il terzo posto, grazie alla sua costanza e bravura dimostrata in gara.

Fuori dal gradino del podio, ma sul più alto gradino del podio Juniores c’è Luigi

Romano, fresco campione italiano Youth, che dopo una partenza anticipata nella

prima prova, dimostra a tutti quanto vale e quanto filo da torcere darà nei

prossimi anni a molti altri atleti italiani. Da segnalare c’è il 7° posto di Bruno

Martini, giovane surfista che sta crescendo molto bene e molto velocemente

nelle acque di Torbole, allenandosi sempre con i più forti. Aspettatevi di sentire

il suo nome molto più frequentemente negli anni a venire. E complimenti anche

a tutti gli under15 che hanno partecipato alla gara con molta grinta e voglia di

surfare, tra i quali Matteo, Michele, Riccardo, Federico, Nicolò e Jacopo. Come

ogni anno non ci si è limitati solamente alla classica regata, ma anche il

contorno non è stato da meno a partire dalla mega cena “Brasiliana” di venerdì

sera che ha preceduto i fuochi pirotecnici nel golfo di Torbole, e il grande Beach

Party che si è svolto sabato sera richiamando centinaia di ragazzi da tutta la

zona. Una grande festa che come ogni anno ha il principale scopo di far divertire

i partecipanti e lo fa molto bene. Vi aspettiamo dunque per l’appuntamento del

prossimo anno che si svolgerà come al solito a ferragosto e che Funboard non

si farà di certo scappare!

CLASSIFICA TROFEO NOGLER 2011 Classifica parziale primi 20 atleti su 38 totali.

1. Fauster Thomas ITA-106 (North Sails - Ion - Cst - RRD)

2. Prati Francesco ITA-10 (FRANKLIN&MARSHALL - RRD - Point-7 -

res. Verdeblu - Body&Soul gym -

Torbolerules.com)

3. Ferin Andrea ITA-1111 (RRD - Challenger - Tam imm. - Smith)

4. Romano Luigi ITA-911 (RRD)

5. Camozzi Nicola ITA-993 (Point-7)

6. Brunetti Massimiliano ITA-95 (RRD - Tecnolimits)

7. Martini Bruno ITA-160 (Point-7)

8. Franchini Giovanni ITA-92

9. Calò Fabio ITA-720 (Starboard - Neilpryde - Maverx - Lizard - Fox -

Al 360 - Smith - Prolimit - Pat Love)

10. Fantela Mihovil CRO-93 (Nenocomerc - Bravariarade)

11. Magnaguagno Gigi ITA-167 (Surf Planet)

12. Remy Benjamin FRA-712 (North Sails - Fanatic - Iom - Spar - Glorify)

13. Hirschberg Christian GER-750

14. Righi Rolando ITA-17

15. Imbriaco Gianlorenzo ITA-622

16. Mantovani Andrea ITA-15 (Surf Segnana - North Sails)

17. Bronzetti Armando ITA-186 (RRD - Cst - Scorpion Bay)

18. Masserini Massimo ITA-7 (Point-7)

19. Lai Antonio ITA-165

20. Wenter Roland ITA-94

CLASSIFICA JUNIORES1. Romano Luigi ITA-911 (RRD)

2. Camozzi Nicola ITA-993 (Point-7)

3. Martini Bruno ITA-160 (Point-7)

CLASSIFICA UNDER 151. Evangelisti Matteo ITA-85

2. Nogler Michele ITA-1

3. Renna Riccardo ITA-871Il podio del Trofeo Nogler. Da sinistra: Francesco Prati, Thomas Fauster e Andrea Ferin.

Gli eventi di contorno del Trofeo Nogler: cena brasiliana, fuochi d’artificio e beach party.

Page 36: Funboard 142

34

Un grande successo di pubblico, grande spettacolo e ottime condizioni meteo: si

è chiuso domenica 11 settembre “E…vento 2011 Energised by Nature” nel Golfo

dell’Asinara, sostenuto da E.ON, in collaborazione con la Regione Sardegna -

Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e

sport e Assessorato del turismo, artigianato e commercio -, la Provincia di Olbia

Tempio, il Comune di Badesi e con l’apporto di Meridiana Fly, Geasar, Sardinia

Ferries e le case costruttrici navali Primatist e RibMarine.

Oltre 7.000 presenze, più di 300 atleti nazionali e internazionali iscritti alle gare,

30 migliori aziende a livello mondiale insieme ad altrettanti negozi selezionati

con le novità del mercato di settore. E poi inviati di riviste, di settore e non,

provenienti da varie parti del mondo, visite al sito internet da ben 61 paesi tra

cui Russia, China, Australia, Stati Uniti, America del Sud, Africa. Sono solo alcuni

dei numeri di “E..vento 2011”, un’occasione e una scommessa per il territorio

costiero dell’Asinara per allungare la stagione estiva grazie a un evento-sistema

capace di catalizzare importanti flussi turistici di settore. Un evento a cui la

Regione Sardegna, la Provincia di Olbia – Tempio e il Comune di Badesi hanno

aderito con convinzione e grande partecipazione, con lo scopo di esaltare e

promuovere il territorio.

Un evento in cui sport, natura e intrattenimento hanno fatto da volano per lo

sviluppo di un turismo velico-sportivo che nella costa di Badesi trova la sua

location perfetta durante tutto l’anno.

Quattro giorni d’intensa attività agonistica, con i nomi più prestigiosi del kitesurf

e del windsurf che si sono sfidati nelle acque della località gallurese per

conquistare il montepremi di 12.000 euro; quattro giorni di divertimento per

turisti e residenti, durante le serate di musica e animazione.

E anche una vera e propria fiera di settore in riva al mare.

9 SETTEMBRE Con la prima gara ufficiale dello Stand Up Paddlesurf è iniziato il primo giorno di

gare dell’E…vento. Non solo S.U.P. nella prima giornata dell’E...vento, ma anche

windsurf. Tante le persone che hanno popolato la spiaggia Li Junchi per

assistere alle esibizioni e alle gare dei più famosi atleti italiani e stranieri e

visitato i 30 stand espositivi delle più importanti aziende di settore con le

attrezzature e le novità del mercato surfistico. A fare da cornice alle gare musica

e animazione, spettacoli di Break Dance, Skate, Dj Set, in spiaggia e nei locali

della zona.

10 SETTEMBREDopo aver incantato sportivi e vacanzieri sulle spiagge di mezzo mondo e

stregato California e Hawaii, lo Stand Up Paddlesurf è sbarcato a Badesi per

diventare il protagonista assoluto della seconda giornata di gare dell’“E…vento

2011 Energised by Nature” al Golfo dell’Asinara.

Anche i ragazzi del windsurf freestyle si sono dati da fare e in mancanza del

vento è stata organizzata una super session di tow in, eseguire le manovre

trainati dalle moto d’acqua. Con la migliore manovra Funnel One hand su 4

tentativi è stato Mattia Fabrizi (Fanatic/North Sails) a vincere la gara di fronte a

Matteo Todeschi (RRD/Hot Sails), Paolo Bacchini (Starboard/Severne) e Filippo

Bestetti (RRD/RRD).

Per quanto riguarda invece la long distance ha vinto la gara di windsurf cross

Matteo Iachino (JP/Gaastra) dopo Marco Begalli (Starboard) e Giorgio Giorgi

(Drops/Challenger).

Mattia Fabrizi, vincitore dellatow-in Freestyle session.

Il podio della Long Distance.Da sinistra: Marco Begalli, Matteo Iachino e Giorgio Giorgi.

Page 37: Funboard 142
Page 38: Funboard 142

36

Le previsioni parlavano chiaro. Vento moderato da ponente per domenica, ultimo

giorno disponibile per la gara Freestyle Coluccia Finals, e ottime probabilità per la

chiamata della gara Wave del Campionato Italiano a Cala Pischina (o la Ciaccia) per

lunedì. Era la scintilla che aspettavo per tornare in Sardegna, nonostante i costi

esorbitanti triplicati rispetto a solo un anno fa. A pochi giorni dall’inizio della gara

Freestyle più importante dell’anno le previsioni però iniziano a cambiare ad ogni

aggiornamento, e se era abbastanza sicura la totale assenza di vento per i primi due

giorni di gara, per la domenica era un vero terno al lotto, mentre si prospettava

sempre più probabile un nulla di fatto per la gara Wave del lunedì a causa del vento

troppo forte da Maestrale e del mare in burrasca (leggasi vento dritto da mare e un

tappeto di schiuma sia a Cala Pischina che alla Ciaccia… e così è stato!). Questo è

quello che si poteva vedere su Internet… ma poco ci interessa perché la gara reale

c’è stata e le condizioni di domenica, per fortuna, erano davvero ottimali! Tutti i

ragazzi hanno potuto farsi vedere al massimo delle loro capacità e lo spettacolo è

stato davvero esaltante! A causa di qualche impegno lavorativo di troppo, e al triste

binomio “evento no vento” che ha caratterizzato le ultime gare (ad eccezione della

ventosissima Calabria), era da un po’ di tempo che non osservavo i ragazzi da vicino

in condizioni adatte ad una gara di Freestyle. Vi posso dire dopo questa gara che

anche se il numero degli iscritti non è paragonabile ai tabelloni da 32 di due o tre

anni fa (eravamo solo in 16), il livello dei ragazzi è cresciuto vertiginosamente. Sono

16 ma davvero tutti bravi, nessuno escluso, per passare il primo turno ormai non ti

basta più fare le 6-8 manovrine “collaudate”, ma devi metterne almeno 10 e

soprattutto con qualche nuova power move tipo Toad, Kono o Kulo… altrimenti torni

in spiaggia subito! Mattia Fabrizi ha vinto e ha conquistato il Titolo di Campione

Italiano. È stato in grado durante la stagione di performare sempre al meglio in tutti

i tipi di condizione, ed è rimasto concentrato sull’obiettivo anche quando la

pressione avrebbe potuto causare qualche danno in qualche heat difficile. Il vice-

campione è Marco Vinante, il suo inconfondibile stile e pulizia delle manovre sono le

sue carte vincenti e fino all’ultimo è rimasto in lotta per il titolo. Il giovanissimo

Jacopo Testa si aggiudica il terzo posto nel ranking nazionale dimostrando che sarà

uno dei protagonisti delle prossime stagioni, deve solo imparare a gestire meglio le

situazioni di stress, per il resto ha delle manovre e assi nella manica da coppa del

mondo! Quarto Filippo Bestetti, che ha saputo con il vento leggero raccogliere molti

punti (ha vinto al Garda), per poi perderli in una gara poco felice in Sardegna con il

nono posto. Al quinto posto nel ranking nazionale Stefano Lorioli, sempre competitivo

pur essendo ormai il più vecchio, onore all’atleta!

Vediamo ora come è andata la gara nel dettaglio.

Si è conclusa nel migliore dei modi la stagione del Windsurf Freestyle Italiano.

Una gara appassionante, carica di attese, ricca di episodi. La bellissima spiaggia di

Porto Liscia non ha deluso il foltissimo pubblico ed ha offerto il vento, il sole e il

pubblico delle grandi occasioni. I 16 finalisti hanno potuto gareggiare in condizioni

ottimali ed hanno offerto a pubblico ed ai tecnici presenti uno spettacolo di altissimo

contenuto tecnico. Mattia Fabrizi, di Brescia, si presenta come il candidato numero

uno al titolo e dopo un avvio non esaltante nel primo tabellone, e in seguito ad una

netta e bruciante sconfitta diretta da parte di Jacopo Testa, si impone su Jacopo

battendolo nelle ultime due heat del tabellone double vincendo così Gara e Titolo

Iridato con un netto 2 a 1 che non ha lasciato dubbi a Giudici e pubblico.

Nonostante l’importanza della posta in palio entrambi i finalisti giocano a viso aperto

senza risparmiarsi: il milanese Testa deve cedere le armi solo sul finale quando ha

cominciato ad accusare visibilmente segni di stanchezza che lo hanno portato a non

eseguire perfettamente le ultime manovre. Sospinti da un pubblico molto esigente

che non ha mai smesso di incitare i propri beniamini, molti atleti hanno sfoderato

Mattia Fabrizi

Marco Vinante

Jacopo Testa

Page 39: Funboard 142

manovre di difficoltà elevata con salti e transazioni che fino ad oggi si credeva

fossero solamente nei repertori di pochi atleti internazionali. Alle splendide Kulo di

Mattia Jacopo risponde con una Kono altissima, Skopu e quasi conclude asciutto una

bellissima Kabikuchi. Ma Mattia insiste con doppio Spock e una Spock Kulo a pochi

metri dalla battigia che letteralmente brucia le mani del pubblico.

Importante conferma arriva da Marco Vinante che è una presenza costante su

entrambi i tabelloni e le spettacolari heat della prima parte della gara fanno credere

ad un suo inserimento di potenza nella battaglia finale. La mancanza di Gabriele

Varrucciu, l'Olbiese Campione Italiano in carica, e la prematura uscita dai giochi di

Gigi Madeddu lascia la compagine Sarda a bocca asciutta in questa edizione 2011.

Una compagine Sarda che proprio in questa edizione ha visto apparire nel Ranking

Nazionale il giovanissimo Palaese Luca Pirina che a soli 15 anni è sceso in acqua per

confrontarsi con quelli che fino a ieri erano i suoi idoli. Un grande debutto, Luca si è

battuto alla pari, senza timori, dimostrando una forte personalità oltre ad una

tecnica già matura. Da rimarcare l'ottima prestazione del local di Porto Liscia

Stefanino Lorioli che con il quarto posto in gara si aggiudica la quinta posizione in

graduatoria nazionale affermandosi così come uno degli atleti più regolari e forti del

panorama italiano.

Si ringraziano: GoPro, Lega Navale S.Teresa Gallura, Polisportiva Porto Pozzo Alessio

Mannoni, SURFtoLIVE, Paesana Vacanze, Sardegna WiFi, La Bruttea, NurakuRaku e

Porto Liscia WIndsurf Club.

GOPRO COLUCCIA FINALS PORTO LISCIA1. Fabrizi Mattia (Fanatic/North Sails)

2. Testa Jacopo (RRD/RRD)

3. Vinante Marco (Starboard/Severne)

4. Lorioli Stefano (RRD/RRD)

5. Madeddu Luigi (Fanatic/North Sails)

6. Albano Pietro (Naish)

7. Calò Fabio (Starboard/Neil Pryde)

7. Troiani Dario (JP/Gaastra)

9. Betstetti Filippo (RRD/RRD)

9. Mazzocca Vittorio (RRD/RRD)

9. Todeschi Matteo (RRD/HotSails)

9. Dall'Oglio Roberto (RRD/RRD)

13. Romeo Matteo (RRD/RRD)

13. Pirina Luca

13. Bacchini Paolo (Starboard/Severne)

13. Terenzi Nicola (Fanatic/North Sails)

CLASSIFICA CAMPIONATO ITALIANO FREESTYLE OPEN 20111. Fabrizi Mattia (Fanatic/North Sails)

2. Vinante Marco (Starboard/Severne)

3. Testa Jacopo (RRD/RRD)

4. Bestetti Filippo (RRD/RRD)

5. Lorioli Stefano (RRD/RRD)

6. Mazzocca Vittorio (RRD/RRD)

7. Madeddu Luigi (Fanatic/North Sails)

8. Todeschi Matteo (RRD/Hot Sails)

9. Albano Pietro (Naish)

10. Dall'Oglio Roberto (RRD/RRD)

11. Varrucciu Gabriele (Naish)

12. Calò Fabio (Starboard/Neil Pryde)

13. Romeo Matteo (RRD/RRD)

14. Bacchini Paolo (Starboard/Severne)

15. Cappuzzo Francesco (RRD/RRD)

16. Terenzi Nicola (Fanatic/North Sails)

17. Pedrani Mattia (Starboard/Simmer)

18. Troiani Dario (JP/Gaastra)

19. Gasperini Raimondo (Starboard/Severne)

19. Livraghi Marco

21. Pirina Luca

22. Vinante F. Fabio

23. De Lillo Andrea

Vittorio Mazzocca

Stefano Lorioli

Luigi Madeddu

Filippo Bestetti

Page 40: Funboard 142

38

Ciao Bart, sicuramente non ti ricorderai di me, ma quando avevo 20 anni ho passato

8 estati consecutive a Tenerife e ti ammiravo in acqua. Ero anche presente il giorno

del tuo incidente quando la pinna ti tagliò parte della coscia. Cosa era successo?

Non mi piace tanto parlare di quel giorno perchè me la sono vista brutta. Mi ha

preso una raffica di vento passando uno schiumone che mi ha scaraventato via,

facendomi finire addosso il materiale e la pinna mi ha tagliato la coscia. La

gamba era completamente aperta e per qualche millimetro non mi ha inciso

l’aorta, che era visibile nel taglio! Sono stato anche fortunato perchè ho perso

tantissimo sangue e ci sono volute un paio di borse di sangue

e non so quanti punti per chiudere il tutto. Questo giorno mi ha

cambiato la vita! Ero appena tornato a Tenerife dopo un gran

risultato nel PWA di Gran Canaria e dopo 1 settimana è

successo l’inevitabile.

Come mai sei arrivato a dover fare windsurf senza utilizzare la

strap?

L’idea è venuta vedendo in acqua con il Kite il mio amico Mark

Shinn, che stava testando delle tavole senza footstrap. È nato

tutto per scherzo e mi sono fatto mettere una scassa del piede

d’albero su un longboard da surf. Con questa tavola era

difficilissimo perchè non aveva molto volume, ed aveva troppo

rocker! Però ho iniziato ad intravedere che c’erano delle

possibilità per il futuro. Da lì ho preso le mie vecchie tavole da

windsurf e semplicemente ho svitato i footstrap!

Chi ti ha progettato la tavola? Ha uno shape particolare? E come fai ad ancorarti alla

tavola?

Adesso Why Custom Board mi fa le tavole. Lo shape non cambia da una tavola

normale e corrente. L’unica particolarità sono i pad che sono quelli da kite, che

sono rialzati sui bordi e mi permettono di avere un miglior “aggancio”. All’inizio

poichè potevo solo surfare mi ero fatto fare una tavola super leggera, ma poi ho

iniziato a rendermi conto di poter saltare ed è durata poco!!!

Page 41: Funboard 142

39

Hai dovuto cambiare modo di navigare?

Sì! Quasi non posso più saltare e mi posso dedicare quasi esclusivamente al

surfing! Quello che mi manca di più di non usare le strap è non poter fare più i

doppi! La sensazione che mi dava questo salto non riesco ad averla in nessuna

altra maniera! Adesso sulla tavola cammino come se fossi su un longboard da

surf e in queste condizioni Side-on si riesce a surfare meglio.

Per surfare e fare i salti come funziona la tua tavola no-strap?

Per surfare bisogna camminare tanto sulla tavola. Durante il Bottom mi muovo

in avanti, mentre quando è il momento del Cut Back devo arretrare velocemente!

I salti sono veramente rischiosi perchè non c’è controllo; in qualsiasi momento

ti può scappare via il materiale! Provare per credere!

Sei in grado di chiudere dei Back Loop con la tua tavola “particolare”, come ci riesci?

Per farlo, il Back Loop deve essere perfetto! Senza strap non si possono

correggere gli errori, questo è il difficile! Non ci ho messo tanto tempo ad

impararlo perchè già lo sapevo fare (ride), però nell’aria senza essere attaccato

alla tavola è facilissimo perdere il controllo e cadere.

È l’unico salto che puoi fare o ne provi degli altri?

Ho provato a fare il Forward, ma mi sono dato delle botte spettacolari e non lo

provo più! Credo che un salto che riuscirò a fare sarà il Push Loop! Ho paura di

farmi male al piede a provarlo e per questo sto studiando come fare una

cavigliera migliore e poi... go for it!!! Sarà difficile, ma ci riuscirò a chiuderlo!!!

Vivi sempre a El Medano? Cosa fai nella vita oltre al

windsurf?

Sì vivo sempre qua. Lavoro duro nella

ristrutturazione e nel tempo libero vado a fare surf

e stare con mio figlio. Jonas a 8 anni e già fa tutto:

surf, windsurf e skate! Quando c’è onda viene con

me e già surfa nel picco insieme ai grandi. Nella

Bahia del Medano puoi scorgere una veletta con

numero velico TF-2jr!!!

Cosa ti piace e non ti piace di El Medano?

Del Medano mi piace l’ambiente! Quest’anno

abbiamo avuto la fortuna di avere il PWA qua in casa.

Io sono stato giudice e mi sono potuto godere da

vicino la gara! I nostri local combattendo alla grande con Dany (Bruch) che è

arrivato in finale con il mostro Koster. Che livello!!! Nel surfing sta migliorando

un sacco e ne vedremo delle belle... tripli e doppi into no so cosa! È stata una

gara incredibile perchè si surfa molto di più che a Pozo! Non mi piacciono i giorni

di poco vento! In caso preferisco che non ce ne sia perchè così me ne vado a fare

surf!!!

Progetti futuri?

Innanzitutto salute! Poter surfare costantemente. Con le nuove vele ho avuto un

incoraggiamento in più e tanta voglia di fare!!! Mi ha permesso di avere nuovi

stimoli per poter provare nuove manovre e dare il meglio di me!!! Vorrei salutare

tutti gli italiani e vi aspetto in acqua qua al Cabezo!!!!

Bart David

Tf-2

SCHEDA TECNICANome: BART

Cognome: DAVID

Nazionalità: TEDESCA

Peso: 85 kg

Altezza: 190 cm

Quiver sails: POINT-7 SWELL

Quiver boards: WHY CUTOM

Sponsor: GODZILLA SURF SHOP EL MEDANO

Page 42: Funboard 142

40

Come detto, su questa particolare disciplina sono stati scritti pochi lavori

scientifici e questo deriva dal fatto che è sport olimpionico da soli ventisei anni per

la categoria maschile e diciotto per la categoria femminile. La maggior parte degli

studi già effettuati sono presenti sul motore di ricerca scientifico “pubmed” e

hanno riguardato: meccanismi di infortunio nel windsurf, correlazione tra

frequenza cardiaca e performance durante competizioni, richiesta fisiologica della

pompata nella disciplina olimpica R:SX , ecc.

In questo lavoro di tesi ho effettuato un’analisi cinematica del pumping, studiando

riprese effettuate direttamente sul campo di gara con l’ausilio del programma di

analisi video “dartfish”. Il pumping è un gesto tecnico eseguito dal rider per

aumentare la sua velocità di andatura. Questo gesto tecnico è fondamentale in

condizioni di vento leggero in cui la forza propulsiva del vento non è sufficiente per

raggiungere una buona velocità e può essere quindi decisivo in competizioni che

si svolgono in condizioni meteo-marine calme e medie, o nel caso in cui durante la

competizione il vento calasse, o ancora per raggiungere più rapidamente la

planata dopo una strambata o una virata. Il pumping viene eseguito in tutti i livelli

del windsurf e in tutte le sue discipline, in ciascuno di questi può variare di durata,

intensità, numero di ripetute e leggermente d’esecuzione ma il fine è sempre lo

stesso: aumentare la velocità della tavola creandosi il vento con dei movimenti

eseguiti con la vela.

Possiamo suddividere l’esecuzione di questo movimento in due grandi fasi:

posizione di partenza e contrasto della vela:

1) La posizione di partenza del pumping è quella di una normale andatura in

windsurf in dislocamento o planata che sia, ovvero una posizione eretta del corpo

impegnata a bilanciare la forza della vela, le braccia semiflesse e i piedi disposti

nella zona della tavola che va dal piede d’albero alla fine della poppa a seconda

dell’intensità del vento, della velocità della tavola e delle dimensioni della vela.

2) Durante le varie andature con il peso del corpo e con l’impiego di forza

muscolare si tende a contrastare la forza che la vela esercita nella direzione del

vento. Nella prima fase del pumping questo contrasto viene interrotto per seguire

la vela in questa direzione estendendo al massimo le braccia. Quest’azione viene

accompagnata dalle spalle e dalla testa che seguono la distensione delle braccia

in avanti e viene bilanciata dal bacino che simultaneamente all’avanzamento di

spalle e testa si sposta all’indietro. Raggiunta l’estensione massima delle braccia

inizia la seconda fase del pumping, ovvero un nuovo contrasto della vela creato

dalla flessione delle braccia supportate da un repentino sbilanciamento

all’indietro di testa e spalle mentre il bacino si sposta in avanti. Quando la flessione

delle braccia raggiunge il suo culmine si ricomincerà con un nuovo “ciclo di

pumping” e così via.

In tutto ciò giocano un fattore determinante le capacità propriocettive del

windsurfista, la sua capacità di analizzare a livello del sistema nervoso centrale

tutte le informazioni provenienti dall’esterno: intensità del vento, posizione della

tavola, posizione di partenza del corpo all’inizio del gesto tecnico ed inoltre l’abilità

nel saper leggere il vento e capire da quale direzione arriverà e in quale area

spirerà per più tempo e con maggior forza.

Grazie a questo lavoro mai eseguito prima sono stati descritti tre diversi tipi di

impugnatura durante la pompata, considerando la velocità angolare del

movimento delle braccia (prendendo come riferimento la spalla, il gomito e i

polsi), la velocità del windsurf e il numero di pompate al minuto considerando la

massima estensione delle braccia. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al

suddetto “dartfish”, il programma di analisi video messo a disposizione

dall’Università degli studi di Cassino, e alla coordinazione di uno staff tecnico per

la realizzazione delle riprese ottenute con non poche difficoltà. Il movimento del

pumping è stato ripreso simultaneamente da tre differenti angolature grazie alla

coordinazione di tre telecamere poste avanti, dietro e sopra il windsurfista.

RISULTATO E DISCUSSIONE

VELOCITÀ DELLA TAVOLA A VELA

Impugnatura rispetto all’ampiezza delle spalle Velocità di crociera in nodi

Inferiore 2.5

Superiore 2

Uguale 4.3

Come si evince dalla Tabella 1 la velocità di andatura di un windsurf generata da

un pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle è la più alta,

seguono i valori del pumping ad impugnatura inferiore ed infine quelli ad

impugnatura superiore.

VELOCITÀ ANGOLARE

Impugnatura rispetto angolare del braccio angolare del braccio

all’ampiezza delle spalle di poppa (gradi/sec.) di prua (gradi/sec.)

Inferiore 99,7 23,3

Superiore 115,2 60,9

Uguale 88,4 23,8

La velocità angolare risulta notevolmente più alta nel braccio di poppa. Il braccio

di poppa nel windsurf è il braccio più interessato dai cambiamenti di intensità

del vento, quindi di forza impressa dalla vela e dai cambiamenti di direzione di

quest’ultima e quindi è quello che compie maggiori variazioni di angolo. Il

braccio di prua risente meno di questi fattori poiché, essendo collocato più

vicino ad un punto fisso quale l’albero, è più stabile. A conferma di quanto

espresso dai dati la velocità angolare del braccio di prua è maggiore nel

pumping ad impugnatura superiore, in cui si esegue un movimento nel quale le

braccia si flettono molto di più rispetto agli altri due casi. Con un’ampiezza

dell’impugnatura superiore rispetto all’ampiezza delle spalle si limita il

movimento rotatorio della vela insito del pumping corretto e nel tentativo di

prendere più aria senza il movimento rotatorio si aumenta la flessione delle

Page 43: Funboard 142

41

braccia non ottenendo comunque buoni risultati ed eseguendo movimenti che

portano all’affaticamento. A seguire il pumping ad impugnatura inferiore

all’ampiezza delle spalle con una velocità angolare sul braccio di poppa di 99,7

gradi/sec. e una velocità angolare sul braccio di prua di 23,3 gradi/secondi:

questo è un gesto tecnico migliore che permette un movimento rotatorio

massimo della vela e quindi una buona dislocazione di questa nel vento

permettendo di generare una buona velocità. L’impugnatura inferiore però non

permette al soggetto di esprimere al massimo la sua forza muscolare. Con i

valori di velocità angolare del braccio di poppa di 88,4 gradi/sec. e velocità

angolare del braccio di prua di 23,8 il pumping ad impugnatura uguale

all’ampiezza delle spalle è il gesto tecnico in cui si riesce ad avere il connubio

migliore tra movimento rotatorio della vela e forza espressa dai gruppi

muscolari generando così la miglior velocità di andatura.

NUMERO DI PUMPING AL MINUTO

N. pump/min impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle 46,51

N. pump/min impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle 50,84

N. pump/min impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle 46,15

La tabella 3 non è altro che un’ulteriore conferma di quanto detto fin ora

dimostrando che con un valore di 50,84 pompate/minuto durante un pumping ad

impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità

di 2 nodi. Con un valore di 46,51 pompate/minuto durante un pumping ad

impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il windsurf veleggia alla velocità

di 2,5 nodi mentre con un valore più basso di tutti gli altri di 46,15

pompate/minuto durante un pumping a impugnatura uguale all’ampiezza delle

spalle il windsurf veleggia alla velocità più sostenuta di 4,3 nodi.

CONCLUSIONIIn conclusione il pumping ad impugnatura uguale all’ampiezza delle spalle riesce

a far raggiungere alla tavola a vela delle velocità più sostenute rispetto agli altri

due modi a parità di tempo eseguendo meno ripetizioni del gesto, dimostrando

così di essere il gesto tecnico meglio eseguito con un’impugnatura ottimale. Per

eseguire quindi un pumping in modo corretto e proficuo l’impugnatura delle mani

sul boma deve essere larga orientativamente quanto le spalle, bisogna far

eseguire alla vela un movimento rotatorio in simbiosi con quello avanti-dietro

creato dalla estensione-flessione delle braccia e bilanciare bene il tutto con il peso

del corpo. Nella pompata con l’impugnatura inferiore all’ampiezza delle spalle il

movimento rotatorio può essere accentuato ancor di più ma non riuscendo ad

esprimere al meglio la forza muscolare per via dell’impugnatura ristretta non

risulta essere il miglior compromesso tra tecnica e forza. Nella pompata ad

impugnatura superiore all’ampiezza delle spalle il movimento rotatorio scompare

quasi del tutto e causa l’impedimento creato dalla posizione del corpo: quindi il

solo movimento avanti-dietro non riesce ad eguagliare le prestazioni tecniche del

gesto con l’impugnatura ottimale. In questo lavoro di tesi sono state gettate le basi

in un campo sconosciuto in certi termini, ricco di conoscenze ancora da acquisire

e viene data la possibilità in futuro di avere una guida con basi scientifiche sul

windsurf e su questo fondamentale gesto tecnico.

Impugnatura largamassima estensione.

Impugnatura largamassima flessione.

Impugnatura ottimalemassima estensione.

Impugnatura ottimalemassima flessione.

Impugnatura stretta destramassima estensione.

Impugnatura strettamassima flessione.

Impugnatura stretta sinistramassima estensione.

Il Dott. Nicola Spadea in Kononel suo home Spot a Formia.

Page 44: Funboard 142

42

“Gli infortuni purtroppo fanno parte del gioco e non si può mai escluderli e

prevenirli completamente. È per questo che moltissimi atleti, anche non

professionisti, ricorrono alla fisioterapia per riprendersi il più velocemente

possibile dagli infortuni. Nel mio libro “Finalmente libero dal dolore”, descrivo

tutti i vari tipi di infortuni più comuni nei vari sport, proponendo al paziente dei

trattamenti semplici ed efficaci.”

È vero, non c’è nulla che si possa fare per eliminare completamente il rischio

d’infortuni. Anche se fossi uno dei pochi che fa riscaldamento in maniera

corretta e stretching, ad un certo punto sentirai comunque un forte dolore che

ti paralizza, sia alla schiena, al ginocchio…quel famoso “clack” nella schiena che

a volte ti blocca per giorni se non settimane!

Secondo Angie Holzschuh, naturopata tedesca e laureata in scienza sportiva,

“Una spina dorsale non trattata è una bomba ad orologeria, quindi conviene non

aspettare che scoppi. Prima o poi anche una solo vertebra si dislocherà dalla

sua sede, provocando un dolore lancinante che ti costringe a fermarti per

settimane. Il successo della terapia dipende proprio dalla capacità del

fisioterapista di resettare l’intero allineamento della spina dosale e delle

giunture toccate. Intorno alla vertebra, i muscoli saranno contratti ed

infiammati, ed è proprio questo che provoca il dolore.

La tedesca è riuscita a sviluppare una terapia per la rigenerazione veloce della

spina dorsale, in modo da tenere il fisico sempre il più tonico e giovane possibile.

“C’è già una terapia innovativa che praticamente ti cura immediatamente. Tutti

ne possono quindi trarre beneficio, non solo gli atleti professionisti.”

Secondo Angie, si tende a sottovalutare il dolore causato dai problemi muscolari.

Per la scarsa consapevolezza di questi problemi, si ricorre spesso a trattamenti

complessi e costosi, fino ad arrivare alla chirurgia, senza una vera ragione.

Durante la nostra vita, un sacco di microfratture si accumulano nei nostri fisici,

dovuti alle ragioni più varie tra cui micro-infortuni delle fibre muscolari, che poi

risultano in contrazioni dolorose.

“Cerchiamo sempre i punti doloranti del muscolo, perchè è tramite il dolore che

il corpo ci indica dove sia il problema. Nè il paziente nè il fisioterapista ne

conoscono esattamente la ragione – ma il corpo non mente mai. Chiediglielo

allora! Cerca i punti di massimo dolore e massaggia la zona profondamente!”.

È tutta una questione di riuscire ad alleviare la pressione muscolare con uno

strumento per massaggiare. È anche possibile utilizzare un cucchiaio di legno o

qualcosa della stessa forma che possa aver effetto anche sulle fibre più

profonde. Per poter rigenerare correttamente le fibre muscolari, è necessario

cercare di eliminare le varie fibre sovrapposte, che possono risultare dolorose.

Molte persone sono convinte che il massaggio non debba far male, invece Angie

la pensa diversamente. “Se il massaggio non fa male durante il trattamento,

allora non sta facendo il minimo effetto.”

Dopo aver rilasciato la tensione

muscolare, è fondamentale trattare la

muscolatura “malata” con l’applicazione

di bende magnetiche. La terapia

magnetica ha già dato dei risultati

comprovati nella medicina nel corso dei

millenni. Angie utilizza bende magnetiche

per tutti i tipi d’infortunio, dal mal di

schiena, alle contratture, alle slogature e

perfino alle fratture ossee. (Magnet)

Il paziente stesso può trattare la zona dolorante con l’applicazione delle bende

magnetiche. Basta attaccarle sulle zone interessate, proprio nel punto in cui fa

più male, in modo da ottenere il massimo rilassamento della muscolatura

profonda. L’effetto magnetico sulla muscolatura è come un massaggio

permanente. Il muscolo si rilassa e si ammorbidisce, facendo diminuire

drasticamente il dolore.

Molte terapie sono costose sia in termini

di tempo che denaro, ma la terapia

magnetica è efficace e poco costosa. Per

30 euro ti vengono dati 2 magneti

permanenti e 20 adesivi. I magneti

possono essere applicati più volte e non

perdono mai la loro intensità ed effetto. Gli

adesivi invece si attaccano direttamente

sulla pelle nella zona interessata. (Sticker)

Philip Koster a soli 17 anni è il più giovane PWA World Champion Wave di sempre!

Magnet

Sticker

Page 45: Funboard 142

43

La naturopata raccomanda l’uso della terapia magnetica come supporto vitale

per il trattamento dei diffusi dolori muscolari e già un sacco di atleti

professionisti ne fanno uso. Le bende magnetiche ti permettono di sfruttare i

benefici della terapia in ogni momento e in ogni luogo. (Philip Köster therapy)

Come ci spiega Angie, queste bende con effetto magnetico sono polarizzate in

modo speciale e alternano la carica tra polo positivo e negativo. Così facendo, si

ottiene una penetrazione molto profonda del tessuto muscolare ed è per questo

che si ottengono risultati del genere. “Ci vuole veramente poco con questa

terapia ad avere una muscolatura flessibile e senza dolore che quasi non

sembra vero.”

Utilizzo corretto delle bende magnetiche lungo la spina dorsale

La giuntura sacroiliaca è la più importante nella spina dorsale, e fa da

connessione tra l’osso sacro e il coccige, nella zona del bacino. Se questa

giuntura dovesse aver problemi, la mobilità del paziente si limita molto e si sente

un dolore intenso oltre un certo punto. Il dolore poi si espande alla spina

dorsale, e spesso viene diagnosticato erroneamente e le terapie classiche

risultano inefficaci. Passa il pollice sul giunto sacroiliaco, esercitando una forte

pressione coi pollici. Puoi fare lo stesso per la zona lombare o qualsiasi altro

punto la spina dorsale, sempre alla ricerca di una profonda tensione nella

muscolatura. Dopo il massaggio, metti le bende magnetiche proprio sulla zona

interessata come nella foto. (Pelvis, Lumbar zone, Spine)

BENEFICI DELLA TERAPIA MAGNETICA • Miglioramento della circolazione: Rilasciando la pressione in eccesso nei muscoli

contratti, la compressione dei vasi sanguigni nella zona interessata diminuisce. Il

campo magnetico poi migliora la circolazione dilatando i vasi sanguigni.

• Pulizia muscolare: La

circolazione sanguigna

aumenta grazie al campo

magnetico. È per questo che

le tossine ecc. vengono

eliminate più velocemente. È

una vera e propria pulizia

muscolare. I muscoli quindi

si rilassano sotto l’effetto

delle bende magnetiche,

riguadagnando la loro

elasticità originale.

• Maggiore ossigenazione:

L’ossigeno aumenta fino a

fattore 2,5 nella zona in cui è

applicata la benda

magnetica. Questo effetto è

dovuto alla migliore

circolazione grazie alla

dilatazione dei vasi sanguigni.

• Doping legale: A causa del campo magnetico, il corpo ha a disposizione maggiore

ossigeno e quindi l’atleta ha un maggiore margine di efficienza e minore produzione di

acido lattico, permettendo un recupero più veloce. È proprio per questo che molti pro

utilizzano bende magnetiche ed anche coperte magnetiche dopo un duro allenamento.

Se dovessi essere interessato ad avere maggiori informazioni e vuoi anche

tu ottenere la forma fisica di un atleta, vai sul sito di Angie. Ci sono un sacco

di informazioni sui vari trattamenti e l’utilizzo delle patch magnetiche.

www.finally-painfree.com

Andrea Rosati: “Ho incontrato Angie in Costa Brava quest’anno ed è stato il mio

“Angelo”. Appena sceso dall’aereo non riuscivo più a camminare e sentivo il ginocchio

sinistro come bloccato. Sembrava il menisco. Avevo già pensato di tornare a casa ed

ho iniziato a contattare il mio dottore di fiducia per farmi operare. Poi per caso ho

incontrato Angie e appena mi ha visitato mi ha detto che non era il menisco e che non

dovevo operarmi. Per una settimana abbiamo avuto condizioni con vento fortissimo e

grazie alla sua terapia sono guarito. Ho anche comprato il suo massaggiatore e i

magneti per farmi i massaggi in qualsiasi momento e parte del mondo!”.

Philip Köster therapy

Pelvis Lumbar zone Spine

Page 46: Funboard 142

44

LAURENT GUILLEMIN: Team Goya Board - Goya Sail

Il mio segreto per riuscire nella maggior parte dei salti e delle surfate è di mettere la mano

posteriore il più lontano possibile sul boma, quasi alla fine del grip. Spesso noto che molti buoni

windsurfisti a Hookipa non utilizzano questo sistema e quando lo fanno hanno l’impressione di farlo

abbastanza. Ok! Anche in questo caso, prendetevi tutto il tempo che volete e controllate quanto

lontano siete riusciti a mettere la vostra mano… e ricordate che avete ancora un spazio di almeno 30-

40 cm per spostarla verso la bugna. L’utilizzo di questo piccolo segreto vi aiuterà immensamente nel

controllo della vela e delle rotazioni.

NICK WARMUTH: Team Hot Sails

Personalmente credo che la preparazione prima di fare una session nell’acqua sia determinante al

fine di ottimizzare il risultato positivo della stessa. Nel wave sailing è importante interpretare le

condizioni dello spot in cui si surfa. Spendere 20 minuti per leggere attentamente le condizioni del

mare, del vento e delle onde oltre che la marea, vi faranno fare sicuramente un’uscita con maggiore

sicurezza e potrete migliorare le vostre performance. Questo concetto va applicato tutte le volte che

si va in mare sia con piccole che con grandi onde. Più le condizioni sono difficili e nuovo è lo spot,

maggiore è l’attenzione che bisogna impiegare per analizzare il comportamento in acqua dei migliori

windsurfisti, quindi osservare dove surfano e quali onde raidano, notare la distanza tra i set delle

onde, guardare i canali di uscita e le correnti; tutto questo vi aiuterà a familiarizzare con lo spot ed

a tranquillizzarvi anche in uno scenario di alto pericolo. Se il tuo albero si rompe? Dove devo

nuotare?...etc. Studiare bene gli spot prima di andare in acqua ed, eventualmente, chiedere

informazioni ai local, migliorerà molto la vostra uscita e vi darà sicurezza per le prossime. Aloha! Ci

vediamo in acqua.

FRANCISCO GOYA: Owner Goya Board - Goya Sails

La foto fa riferimento al mio set up per affrontare il Carving 360°, utilizzo lo stesso anche per i Bottom full

power. L’idea principale è di imprimere la maggior velocità possibile alla tavola al fine di attaccare il lip e

riatterrare fronte all’onda. Spesso, andando ad un’andatura medio lenta non si riesce a finire la manovra

restando bloccati sul lip dell’onda, sul bianco della schiuma. Quindi, state molto alti sul lip perchè questa

partenza vi darà l’abbrevio a quella velocità sperata; successivamente, cercate di andare alla base

dell’onda, anche un po’ più in profondità, nella parte liscia e piatta, per avere la visuale completa del lip e

dell’angolo che vorrete colpire. Tenete la vela vicino e ben sdraiata a pelo d’acqua, aiutando in questa

maniera i rail della tavola e le pinne a creare un drive sicuro e potente, contemporaneamente arretrate

la vela così che anche la prua della tavola sarà libera di scorrere veloce alla ricerca del lip. Armonia e

velocità creeranno quella sinergia giusta per la realizzazione definitiva della manovra.

Page 47: Funboard 142

45

MARCILIO BROWNE: Team Fanatic - North Sail

Penso che ci siano diversi modi per affrontare un 360° sull’onda. Secondo la mia esperienza è

determinante andare il più basso possibile alla base dell’onda, perché vi aiuterà per un Bottom Turn

pieno di spazio e quindi ad attaccare il lip dell’onda in ritardo per il 360° (questo atteggiamento porta

conseguente rientro all’interno della stessa onda). Ricordate di aprire bene la distanza tra le mani

sul boma, vi aiuterà ad un spin molto più veloce e reattivo; stando molto aperti con il corpo, cercate

sempre di avere la completa visualizzazione della rotazione, dove colpire il lip e dove eseguire

l’atterraggio. Have fun!

BOUJIMAA GUILLOUL: Team Starboard - Severne

Il mio trick preferito è il Goiter! È stata la manovra che ho impiegato più tempo a completare davanti

all’onda, un paio di anni di duro training! È determinante avere molta potenza al fine di riuscire a tirar

fuori il rig dalla schiuma. Generalmente attacco il lip con l’apertura delle mani sul boma al massimo

possibile e mi concentro sull’atterraggio davanti alla schiuma dell’onda. Quando sento che la tavola

ha di nuovo aderenza, con tutta la mia forza cerco di ritirare su la vela.

NAGOSHI JUNKO: Team Tabou - Goya Sails - Goya Boards

Credo fortemente che la chiave di successo per la maggior parte delle manovre sia la “confidenza”.

Quando ho iniziato a fare gli Aerial molti anni fa’, non avevo paura, ma non avevo molta confidenza. Il

prezzo che ho pagato per tutto ciò sono state tre fratture a un piede per avere atterrato malamente.

È stato un periodo molto frustrante. La confidenza mi ha permesso poi di capire l’importanza di una

seconda parola chiave per il successo di una manovra: la “velocità”! Confidenza e velocità sono la

giusta sinergia per attaccare il lip con il massimo dei risultati.

MASSIMO MANNUCCI “MANNA”: Team Goya Board - Simmer Sails

La manovra nella quale ho acquisito una maggiore facilità di esecuzione è l’Aerial off the lip. È un

traguardo importante e mi ha dato immensa emozione poter realizzare questa manovra con una

certa disinvoltura. Il segreto che mi permette di realizzare l’Aerial in maniera corretta è senza dubbio

la capacità di restare concentrati, bisogna cercare assolutamente di mantenere una surfata fluida e

veloce e al momento perfetto inserire all’interno del tubo dell’onda davanti a te la prua della tavola…

e si, mettere dentro il lip il naso della tavola. Il rollio dell’onda vi sparerà perfettamente in aria e se

tutto è fatto con controllo sarete anche pronti ad atterrare davanti all’onda.

© JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii

Page 48: Funboard 142

PIO MARASCO: owner MauiFinCompany, Team RRD - Goya Sails

My little Ho’okipa secret: non ve lo dico! Il segreto è saper nuotare bene, molto bene, in modo da

inseguire il materiale quando vi scappa di mano sotto un’onda e per acquisire sicurezza nello spot ed

essere sempre consapevoli di dove ci si trova, specialmente in un posto pieno di insidie come

Ho’okipa. Per esempio, quando siete davanti alle rocce mai nuotare fuori, cioè verso il largo, ma

nuotare verso Lanes. La corrente è talmente forte che vi spinge velocemente verso le rocce, cosa che

non accade se scegliete la direzione sottovento… verso Mamas Fish e non solo, in questa maniera

eliminate il problema rocce e vi trovate nella zona senza corrente, con una facile water-start sarete

di nuovo pronti a ripartire per andare a surfare un’altra onda. Ragazzi… you are welcome in Ho’okipa!

Vi aspettiamo! Peace and much aloha from the 808 state!

PASCAL BRONNIMANN: Team Quatro - Goya Sails

Personalmente ci tengo a parlare di sicurezza, quindi:

- Prima di entrare in acqua, controllare attentamente il meteo e le condizioni del mare, se avete dubbi

non entrate;

- Non siate timidi ad andare dal primo local a chiedere informazioni sullo spot: reef, corrente, zone di

pericolo, etc;

- Se nessuno è in acqua… c’è di sicuro una ragione! Riflettere, mi raccomando!

- Bere una buona quantità di acqua prima di fare la vostra session;

- Assicurarsi che almeno una persona sappia che tu sei in acqua;

- Cercare di non fare mai le session in acqua in solitudine;

- Assicurarsi di avere sempre una cima lunga di riserva o ben arrotolata al gancio del trapezio o alla

fine del boma;

- Controllare, prima di ogni uscita i materiali: gommino del piede d’albero e cima di sicurezza,

footstrap, viti e pinne, cime del boma e della prolunga, cime del trapezio.

KAULI SEADI: Team JP - Neil Pryde

Il Goiter è una manovra molto bella, direi che la prima cosa da focalizzare è il fatto di posticipare il

momento in cui decidete di mettere giù la vela sul lip per atterrare nell’onda. L’approccio del Goiter

è lo stesso con il quale si affronta un normale Aerial, la sola differenza è che alcuni secondi prima di

attaccare il lip bisogna iniziare a trasferire il peso sulla parte alta del corpo.

FERDINANDO LOFFREDA: Team Maui Sails

Personalmente penso sia importante la fase prima di entrare in acqua e nello specifico: controllare

attentamente le straps e fare attenzione a rinforzare la pressione delle viti; poi assicurarsi un

perfetto fissaggio del piede dell’albero. Ritengo anche essenziale un pre-workout del corpo e della

mente al mattino, prima di fare la session in acqua, in quanto trovo determinante al fine di una buona

surfata sentire il mio corpo ben plastico, flessibile a reattivo.

46

Page 49: Funboard 142

Analizziamo questi meravigliosi segreti!

Allora che ne dite, state già affilando i rails dei vostri giocattoli pronti a

mettere in pratica i consigli sopra elencati? Questo è uno degli aspetti

principali del nostro sport, continuare ad avere voglia di imparare qualcosa,

migliorando anche poco alla volta, ma quanto basta per farvi tornare in

spiaggia con quel sorriso, speranzosi di entrare in acqua per riprovarci di

nuovo. Se controllate attentamente i vari consigli troverete delle interessanti

variabili che prese con una certa convinzione vi possono veramente aiutare a

migliorare il vostro riding sulle onde. Ferdinando, Pio, Nik e Pascal hanno

perfettamente esposto il loro segreto. Non ci sono solo l’acqua e i materiali per

migliorare le proprie performance, ma alla base si comincia con una perfetta

coscienza del proprio stato di salute atletico e psicologico. Tutti vi hanno

spiegato la loro priorità ancora prima di entrare in acqua: per Ferdinando e

Pio è il training, per Nick è la preparazione prima di entrare in acqua, per

Pascal è la sicurezza. Personalmente mi associo a tutti questi Local Ho’okipa

talents, è da veri Pro analizzare al meglio la giornata di windsurf.

Junko, ex Pro e probabilmente la migliore windsurfista donna ad Ho’okipa, ha

qualità atletiche e determinazione impareggiabile, eppure anche lei vi ha

mandato un messaggio preciso: velocità! Essere veloci sull’onda vi permetterà

di fare la differenza su chiudere una manovra o impiccarvi sotto una massa

d’acqua! Se siete lenti non ci provate neanche rischiate solo di farvi male,

quindi full power e giù a gas aperto!

Alcuni dei nostri Pro preferiti vi hanno dato consigli tecnici raffinati su come

effettuare alcune delle più famose ed esaltanti manovre del nostro sport,

penso che il denominatore comune in questi casi sia la perseveranza. Il tempo

e l’attitudine positiva vi darà ragione! E’ indispensabile credere nella

possibilità di riuscire in questi splendidi trick. Guardate che bella cosa vi

hanno spigato Francisco e Laurent, entrambi utilizzano con convincimento

l’apertura, direi a questo punto alare, delle mani sul boma, la mano dietro è

alla fine del grip! Vi assicuro che con l’avvento di nuove tavole, shape e pinne,

questo trucco vi farà impazzire di gioia, provare per credere! Senza parlare dei

consigli sul Goiter di Kauli e Boujimaa, sono stati impeccabili tutti e due, e sono

convinto che il mix dei due consigli vi faranno affrontare l’approccio della

prova in acqua con maggiore sicurezza. Di sicuro sarete poi pronti per il 360°

versione Browne. Raccogliete questa perla di informazioni e tenetevele strette!

Vi raccomando di divertirvi sempre e di rispettare l’Oceano!

Manna sponsored by : Goya Board - Simmer Sails - Maui fin company - Teva -

Maresia - David.Firenze.Italia.

47

Massimo Mannucci, aka "il Manna", aerialeggia a Hookipacon il nuovo Thruster Goya... next level?!? Stay tuned.© JIMMIE Pepp - Maui - Hawaii

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Situata proprio nel cuore della Polinesia Francese, Tahiti come destinazione viene

spesso reputata troppo lontana e costosa. Per quanto mi riguarda, non ho mai visto

un posto in tutti i miei viaggi in giro per il mondo che mi abbia sconvolto e toccato

così profondamente. Sono rimasto così ammaliato che qualche anno fa ho deciso di

trasferirmici definitivamente. È vero che, dal punto di vista logistico, queste isole

risultano veramente isolate e questo può rappresentare un handicap se ci si

dovesse spostare un sacco, ma è anche un aspetto che gioca a favore della

preservazione della sua bellezza naturale.

ALLA FINE DELLA STRADA…Accolgo a casa mia sulla penisola di Tahiti i miei amici Carine Camboulives, Manu

Bouvet e la loro figlia Lou, invitandoli a scoprire il vero giardino dell’Eden. Ho

acquisito una buona conoscenza della zona costiera circostante, negli ultimi anni, e

sebbene le condizioni siano spesso piuttosto imprevedibili, gli consiglio di passare

un po’ di tempo qui, aspettando il momento ideale per fare quella session da sogno.

Loro, ovviamente, non se lo sono fatti ripetere!

Ovviamente, sapevano già dell’esistenza di Tahiti e di alcune altre isole vicine, ma io

volevo che venissero a stare qui con me, proprio alla fine della strada. Esatto, la fine

della strada… e del mondo… ed è proprio qui che si trova il piccolo villaggio di

Teahupoo ed il suo break rinomato, proprio all’estremo sud della penisola di Tahiti.

NATURA COME UNIVERSO Per alcuni turisti, già atterrare a Tahiti li fa sentire lontani dal mondo conosciuto.

Fortunatamente per loro, posso decidere se restare nel mondo civilizzato e nelle

zone più turistiche. Per gli avventurosi, la vera Tahiti è

a solo un’ora di macchina, ed è una giungla preistorica,

che sopravvive incontaminata alla tecnologia e

civilizzazione moderna. È proprio qui che finisce la

strada, e la Natura diventa regina, fondendosi con

l’Universo. Ed è proprio qui che l’avventura comincia!

La terrazza proprio davanti alla laguna viene illuminata

dai primi raggi mattutini, e in sottofondo si sente il

rombo delle onde che tuonano sul reef, e l’aria

profuma di fiori di tiare… Questa è la realtà giornaliera

alla fine della strada. L’umidità tropicale che si posa

sulle tue spalle e s’incolla al tuo viso appena scendi

dall’aereo ti fa capire come mai l’isola sia

completamente coperta da vegetazione lussureggiante

che si addensa nelle vallate di Tahiti. Le giornate sono

differenti da un’ora all’altra, alternando spesso e

volentieri tra pioggia, nuvole e sole, con possibilità di

luci e colori diversi in ogni momento, cambiando

completamente e continuamente il paesaggio, facendo

realizzare i sogni più reconditi di ogni fotografo, tra cui

il sottoscritto.50

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TRA LE ONDE E LA LAGUNAOgni giorno mi rendo conto di quanto sia privilegiato a vedere queste perfette barre

che si allineano sul reef, mettendosi in posa per il mio obbiettivo. Che regalo della

natura! È davvero un contrasto stupendo tra la violenza e potenza brutale delle onde

che esplodono sul reef, contrapposte alla tranquillità della laguna turchese che

resta riparata dal reef corallino. Ancora una volta madre natura crea delle

meraviglie. Le rotture nel reef sono state create da correnti d’acqua dolce che, in

antichità, hanno creato dei passaggi. Questi sono i punti di comunicazione tra

l’Oceano aperto e le lagune, e sono il punto di caccia preferito per gli squali punta

nera, oltre al playground ideale per i surfisti, che trovano onde che si aprono

perfettamente.

PESCE VOLANTEMi sono abituato molto velocemente allo stile di vita e ritmi polinesiani, e condividere

delle sessions di surf magiche e rimpinzarsi di sashimi fresco è all’ordine del giorno.

Fortunatamente, le acque polinesiane non sono ancora state razziate dai pescatori

giapponesi e pullulano di pesci tra cui i tonni pinna azzurra, i mahi-mahi ed altre

prelibatezze caricate sui “poti-marara” locali. Poti-marara, significa “pesce volante”

in Tahitiano, sono le tipiche imbarcazioni da pesca che sono diffusissime in tutta la

Polynesia. Presentano una chiglia a V molto affusolata, stabile e con la prua alta,

ideale per affrontare anche il mare grosso. Il pilota si siede comodamente nella

cabina rialzata verso la prua dell’imbarcazione, dandogli perfetta visibilità, e utilizza

una cloche anzichè il tradizionale volante, permettendo di fare curve e manovre più

strette. È l’imbarcazione perfetta per prendere i mahi-mahi.

PESCA TRADIZIONALEIl metodo di pesca tradizionale per prendere questi famosi pesci, chiamati anche

pesce delfino dai francesi, è usando un arpione o “patia”, ed è anche per questo che

la cabina di pilotaggio è messa a prua. Con una mano sulla cloche e l’altra

sull’arpione, il pescatore caccia e segue i mahi mahi, standogli dietro, mentre cerca

di zigzagare per scappare, finchè poi si stanca e si mette sul fianco per riposarsi ed

è proprio in questo momento che il pescatore lo arpiona. Spettacolo eccezionale!

CONVIVERE CON GLI SQUALIPer tornare alla nostra storia iniziale, stiamo ora facendo un’immersione in laguna

e siamo circondati da squali! Questi pesci sono davvero straordinari sotto molti

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punti di vista e, sebbene possano fare paura, sono quasi completamente innocui!

Sono praticamente ovunque nella laguna e non si fanno problemi a girarci intorno,

indisturbati dalla nostra presenza. Effettivamente, ci nuotano a fianco come se

niente fosse e si capisce che, fortunatamente, non siamo nemmeno lontanamente

nel loro menù. Oggi siamo stati fortunati, e c’è stato vento. Carine si lancia

immediatamente in una bellissima session di freeride nella laguna turchese,

trovandosi a dover schivare un bel po’ di pinne! Per quanto mi riguarda, non mi resta

altro che mettere la macchina nella custodia subacquea ed entrare a farmi una

nuotata assieme ai nostri amici pinnuti. Fortunatamente sono sopravvissuto e posso

raccontarlo in prima persona, e sono tornato sulla barca con delle bellissime

immagini che rendono la bellezza della spot e fanno anche vedere un aspetto più

tranquillo e giocoso dei nostri fraintesi amici squali. Di solito provocano terrore, ma

quando poi vivi qui e adotti lo stile di vita tahitiano, ti rendi conto di quanto questi

squali siano tranquilli e la paura svanisce immediatamente.

Ovviamente, se fosse spuntato uno squalo bianco di 5metri, non l’avrei

assolutamente pensata allo stesso modo, ma qui nella laguna non ci sono problemi.

(NB: consiglio vivamente di capire ed essere sicuri di sapere identificare gli squali al

100%, prima di entrare in acqua...!)

PIÙ PERICOLOSA DEGLI SQUALI!Quello che però temo di più, ben più degli squali, è l’onda di Teahupoo. Qui non si può

mai abbassare la guardia e il pericolo è reale e sempre presente. Tonnellate d’acqua

dell’Oceano Pacifico si riversano in pochi secondi su questo reef affilatissimo

coperto a malapena da un metro d’acqua, risultando in un impatto devastante!

Sfortunatamente per me, ho più volte vissuto questa situazione sulla mia pelle,

vivendoci per anni. Ho anche assistito a una serie di incidenti davvero pesanti, tra cui

quello del mio amico e partner Baptiste Gossein che, dopo un wipeout, è rimasto

paralizzato dalla vita in giù. Fortunatamente, grazie alla sua inarrestabile personalità

e voglia di vivere, riesce comunque a essere in prima linea, pilotando il jetski che

spara rider del calibro di Laird Hamilton e Raimana Van Bastolaer su bombe

spaventose durante session solitarie. Baptiste ha guadagnato il rispetto dell’intera

isola tornando in acqua dopo quello che è successo, ed è ancora animato da una

profonda passione. Una cosa è sicura, se ne sentirà ancora parlare molto a lungo…

PERCHÈ TU NO?Anche con le giuste condizioni windsurfistiche, questo spot rimane comunque

difficile da surfare, ma finalmente Manu è riuscito a fare un po’ di ottime session

anche qui a Teahupoo. Ha avuto anche lui un assaggio della potenza della mitica onda

alla fine della strada! Teahupoo, ovviamente, è accessibile esclusivamente ai surfisti

e windsurfisti, più esperti e temerari, ma Tahiti offre un sacco di altre possibilità e

c’è qualcosa per ogni livello: sia per i waver che freerider e freestyler. Dallo stand-

up paddling o windsurf a Teahupoo o nella laguna, Manu, Carine e Lou hanno fatto

un pieno di natura, e spero che questo racconto vi abbia fatto venire voglia di

esplorare questo posto meraviglioso, che rimane ancora unico nel suo genere e

offre ricchezze davvero genuine e che vale la pena scoprire. Perchè quindi non ci

vieni anche tu? Perchè non vieni a farti un giro nelle lagune turchesi e ad immergerti

nella mistica cultura tahitiana?

Spero di vederti presto qui nella Polynesia francese – a cavallo tra sogno e realtà…

DIARIO DI VIAGGIO DI TAHITI

VOLI: Da Londra ci sono un sacco di possibilità, spesso però che comprendono uno

stopover, e il costo del biglietto dipende dalla stagione. Cercando su internet si parte

dagli £815 da agosto a novembre, che non è poi così tanto, considerando la distanza.

Un’altra rotta classica è da Londra via Los Angeles a Papeete, ma per gli altri che

vogliono uscire un po’ dagli schemi, ci sono un sacco di possibilità. Magari Londra-

Madrid, poi diretto a Santiago, Cile? Poi da Santiago volando a Tahiti passando per le

bellissime Isole di Pasqua, con i mitici ed enormi Maoi. Un’altra opzione che offre un

buono stop windsurfistico è Tokyo. Puoi così immergerti nella cultura giapponese,

per poi volare direttamente verso Tahiti.

ALLOGGIO: C’è un’ampia scelta di posti dove alloggiare a Tahiti, ed è anche possibile

trovare degli ottimi prezzi. Per gli amanti della natura e del paesaggio, si può cercare

un posto direttamente sulla penisola di Tahiti, dove ci sono un sacco di bed&breakfast

pronti ad accoglierti, tra cui Pension Chayan (pensionchayantahiti.pf) e Vanira Lodge

(vaniralodge.com). Come bonus per coloro che vogliono esser sicuri di trovarsi in

ottime mani, il mio amico Baptiste Gossein noleggia una meravigliosa casa con vista

mare. È piuttosto difficile trovare materiale windsurfistico da noleggiare in questa

zona, quindi conviene portarsi le proprie sacche di materiale da casa.

Se invece preferisci mantenere un legame con la civilizzazione, ci sono un sacco di

alberghi e resort nella zona di Motu Martin vicino a Papenoo, che offre una grande

varietà di condizioni sia per il wave che per il freeride. Qui si può anche noleggiare il

materiale, fare lezioni e, in caso, anche provare a fare kitesurf. Sei poi a due passi

dalla città, quindi chi ama uscire la sera si divertirà un sacco.

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Ci sono talmente tanti posti che vale la pena scoprire in Polynesia però. Basta

prendere un traghetto per andare a Moorea, l’isola sorella di Tahiti, che è

assolutamente pittoresca per le sue alte e drammatiche montagne nell’entroterra,

ed ha un’infinità di bellissime spiagge sia bianche che nere. Non è un’esagerazione

dire che Moorea potrebbe essere una delle isole con le più belle spiagge al mondo,

e finchè ti piace la vita tranquilla, ci sono anche delle ottime condizioni per fare

windsurf. Per quanto riguarda l’alloggio, vi consiglio vivamente Les Tipaniers. Una

tavola ti aspetta pronta in spiaggia, permettendoti in ogni momento di andare a

surfare l’onda cristallina che rompe sul perfetto banco di sabbia di questa

bellissima spiaggia.

Mi devo fermare prima che la lista diventi troppo lunga. La Polynesia è composta da

120 isole, molte delle quali possono accogliere i visitatori, ma per i più curiosi

consiglio di studiare per bene le mappe delle singole isole che potrebbero

interessarvi.

Ah già! Quasi dimenticavo! C’è ancora un’altra soluzione che può rendere il tuo

viaggio davvero indimenticabile: la barca! Ci sono un sacco di compagnie di noleggio

di barche che operano qui nella Polynesia francese, ma quella più rinomata è

Moorings (moorings.co.uk). Che modo migliore di scoprire questa magnifica isola se

non a bordo di un catamarano con tanto di capitano ed equipaggio a disposizione!

Se preferissi, puoi anche noleggiarne uno tuo e farti i tuoi giri.

La scelta è tua, ma qualsiasi approccio tu scelga per scoprire questo posto

incantato, una cosa è sicura: non te ne pentirai!

Vuoi andare ancora più a fondo?

Uno dei miei migliori contatti per andare proprio “al cuore del pollo”, come dicono

da queste parti, è il mio amico Rodo Vinh-Tung, che mette a disposizione tutta la sua

conoscenza da local per aiutarti a pianificare la vacanza della tua vita!

tahitimyconcierge.com

Non hai più scuse!

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TAHITIStavo facendo tow surfing con onde enormi a Tahiti quando ho sentito che

era previsto in arrivo uno swell anche a Fiji.

La mia casella ha cominciato a intasarsi di e-mail, e tutti volevano

assicurarsi che fossi consapevole dell’imponenza dello swell che stava

superando l’Australia sudorientale. Ad inizio mese avevo già perso un grosso

swell a Fiji perchè ero dovuto andare ad un meeting di importatori di JP / NP

in Francia, quindi stavolta non me lo sarei fatto scappare per nessuna

ragione. Queste mareggiate così grosse sono davvero rare, quindi averne

due di fila era praticamente un’opportunità più unica che rara.

FIJICon un sorriso da orecchio a orecchio, saluto tutti e mi imbarco sul mio

aereo diretto verso Fiji. Ho deciso di chiamare anche i miei vecchi amici

Scotty e Mandy O’Conner che sono i proprietari e gestori di un resort di

lusso sull’isola di Namotu e li ho scongiurati di farmi stare da loro.

L’isola è circondata da 5 onde di livello mondiale ed il rinomato Cloud Break

si trova a soli 5 minuti di barca. Puoi scegliere tra un’enorme varietà di spot

e tipologie di onde, a seconda della tua capacità. Le barche sono sempre a

disposizione e ti portano avanti e indietro tutto il giorno dai vari break.

La maggior parte del tempo le onde variano dai 2 ai 4 metri, con dei set più

grossi con le giuste condizioni di marea. È una location assolutamente

perfetta per tutti i surfer, windsurfer e kite surfer con anche acqua ideale

per la pesca subacquea e le immersioni. Se dovessi cercare un posto dove

stare e che offra tutte queste possibilità, con bungalow lussuosi e

mangiando il cibo migliore al mondo, questo è sicuramente il posto che

cerchi! Potete chiamare questo numero a Namotu : + 679 670 6439 o scrivere

un’e-mail a: [email protected] o sul loro sito: namotuislandfiji.com

NAMOTUAppena arrivato all’isola di Namotu sono stato accolto da una vagonata di

sashimi mentre stavamo andando sul picco principale dell’isola, Namotu

Lefts. Quando vado in posti che non conosco, di solito mi tengo il portafoglio

ben stretto mentre mi porto tutto il materiale in testa e chiedo le indicazioni

alla gente. Questo posto è completamente l’opposto. Mai vista una cosa del

genere. Tutto viene fatto per te, davanti ai tuoi occhi, prima che tu apra

bocca. Mi ci sono abituato immediatamente.

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Ho deciso di farmi un bagnetto veloce in piscina controllando le previsioni al bar,

sfruttando la connessione wireless dell’isola. Scusa, ma hai capito bene. È

davvero una figata!

Erano previste due gigantesche perturbazioni che avrebbero spedito verso Fiji

delle onde enormi, facendo scattare l’High Surf Advisory per l’intero arcipelago.

Davano onde dai 6 agli 8 metri, dall’indomani e per i 4 giorni successivi.

TOW IN SURFINGSiamo arrivati sullo spot alle prime luci dell’alba ed abbiamo immediatamente

cominciato a fare tow in. Lo swell stava cominciando ad arrivare e c’erano già

onde dai 3 ai 5 metri che si srotolavano perfettamente sul reef.

Sono riuscito a beccarmi una bomba quella mattina, sui 5 metri, super ripida e

cattiva, che ha risucchiato l’acqua dal reef asciugandolo quasi e sparandomi nel

canale a tutta velocità. Ero già al settimo cielo!

Dopo poco sul line up è arrivato un intero entourage di pro surfer, tra cui perfino

Kelly Slater e Bruce Irons. Mentre lo swell continuava ad aumentare, mi sono

seduto tranquillo in barca a guardarmi i pro che si prendevano tubo dopo tubo.

In men che non si dica il canale era intasato da 30-40 barche. Fotografi e

cameramen si sono precipitati sulla scena, con un sacco di barche piene di

spettatori che volevano vedere l’azione con i loro occhi. Le ragazze in bikini si

mettevano sulle prue delle barche ed urlavano minchiate tipo: “Che figata è

divertentissimooo…” ed altre minchiate tipo “Chi mi offre una birra?” ed intanto

si strofinavano i capezzoli con la crema. Era davvero un circo… sia in acqua che

fuori.

L’ARRIVO DELLO SWELLVerso le 11 di mattina i set hanno cominciato a diventare sempre più grossi e le

tavole hanno cominciato a spezzarsi come rametti sotto il peso delle frullate. Io

sono finito sul jetski a tirare i ragazzi fuori dai casini prima che l’onda successiva

li polverizzasse. Quasi tutti si sono presi delle belle mazzate quel giorno. Dopo

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che li recuperavo, mi chiedevano poi di riportarli sulla barca perchè erano

distrutti.

Mark Heally è stato il rider migliore quella mattina ed ha preso le onde più

grosse e si è piazzato nei tubi più profondi. Bruce Irons ha fatto altrettanto

paura.

Verso il primo pomeriggio, il vento è cominciato ad aumentare un po’ sul picco.

Era ancora troppo leggero però e variava tra gli 8 e 10 nodi ed era

completamente side shore, che non è proprio il massimo con onde così grosse.

Il vento side off genera maggiore potenza, accelerando sulla faccia dell’onda e

permettendoti di proiettarti con maggiore velocità down the line e maggiore

potenza nel bottom turn. Con questa direzione la situazione è piuttosto delicata.

Mentre l’onda rompe lungo il reef, curva leggermente, rendendo la zona inferiore

dell’onda molto più interessante di quella superiore. Da quello che ho visto, il

problema principale era riuscire a prendere l’onda nella zona superiore del reef,

che era piena di surfisti, e poi arrivare fino alla zona inferiore del line up per

surfarla per bene.

Una volta uscito dall’onda però il vento finiva completamente e se fosse entrato

un set in quel momento, c’erano ottime possibilità che te lo beccassi in testa. Il

jetski era l’unico modo per riuscire a tornare sul line up appena uscito dall’onda,

ed evitare di farmi triturare.

Le prime bombe hanno cominciato ad arrivare come da previsione, e lo swell ha

raggiunto il pieno regime verso il tardo pomeriggio. Con il line up ancora pieno

di surfisti da onda, ho cominciato ad armare la mia vela. Mentre mi stavo

avvicinando al picco, ho visto arrivare uno dei set più grossi del giorno. I loro

guns da 12 piedi sembravano delle piccole matite mentre venivano triturate e gli

ultimi surfisti sono usciti a nuoto l’uno dopo l’altro. Quel set li ha fatti fuori tutti

e mi ha regalato il line up tutto per me.

Son saltato giù dal jetski ed ho cominciato a galleggiare sottovento verso la zona

del take off. Sapevo che fosse vitale trovarsi esattamente al posto giusto al

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momento giusto, in quanto il vento era leggero e completamente sideshore. Il

primo drop è stato un po’ spaventoso in quanto ho messo i piedi nelle strap

all’ultimissimo secondo. Sono volato down the line per cercare di arrivare al

punto in cui l’onda curva sul reef ed il vento diventa più offshore, ed ho fatto il

mio primo bottom. Sono poi uscito dall’onda e sapevo che mi aspettava un ottimo

pomeriggio.

BIG WIPE OUTHo passato tutto il tempo ad aspettare i set più grossi, facendo delle ottime

surfate ed ecco che poi ho fatto un casino. Ho fatto un bottom troppo verticale e

il vento sideshore mi ha spinto la bugna controvento. Il lip ha ingoiato la bugna

e mi sono sentito andare indietro verso il mio destino crudele. Sapevo di aver

sbagliato e quindi ho cercato di rilassarmi e vedere un po’ come andava. Ad un

certo punto, nella schiuma, ho sentito un forte colpo in testa e penso di aver

sbattuto contro la tavola o l’albero ed ho perso completamente l’orientamento.

Non sapevo più da che parte fosse l’alto. Sono poi riemerso guardando verso la

spiaggia. Mi sono girato giusto in tempo per vedere un’enorme bomba di 6 metri

esplodere sul reef a pochi metri da me. Non sono nemmeno riuscito a riprendere

fiato e son dovuto tornare subito sotto. Mentre la schiuma mi sbatteva con

violenza da una parte all’altra, mi sono reso conto di essere in problemi seri. Non

avevo più aria a disposizione e stavo cominciando a mandare giù acqua, come mi

era successo a Jaws lo scorso anno. Alla fine sono riuscito a riemergere ma ero

completamente sfatto. Fortunatamente, uno dei ragazzi del salvataggio è riuscito

a venirmi a prendere. Sanguinavo più o meno ovunque e non riuscivo ad aprire

l’occhio destro. Ero così malridotto che non sono nemmeno riuscito a tirar su la

testa per fargli vedere la ferita mentre mi riportava verso il canale.

Fortunatamente per me era solo un piccolo taglio appena sopra all’occhio e

quindi sono tornato in barca ed ho fatto una piccola pausa prima di armare

un’altra vela.

Ho armato la mia ultima vela, piano piano, mentre sanguinavo sia sulla tavola

che sulla barca. Le botte ed il wipe out mi hanno davvero risucchiato ogni

energia, e facevo fatica perfino ad infilare l’albero nella vela ed ho cominciato ad

avere le vertigini. Dopo ho vomitato sul jetski. A dire il vero probabilmente ho

avuto una lieve commozione cerebrale, ma dovevo assolutamente finire la

session ed uscire ancora o non mi sarei mai perdonato, e sarei stato un vecchio

inacidito per mesi.

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UN GIOCO PER DURIIl jetski mi ha riportato sul line up ed in men che non si dica ero ancora in acqua.

Sono rimasto in acqua finché il sole ha tramontato, per poi tornare sulla barca

completamente sfinito. Quando cadi su onde simili, bruci tutte le tue energie in

un secondo, cercando di sopravvivere.

Mi sono seduto sulla barca con tutto il mio materiale distrutto mentre tornavo

verso Namotu. Mi usciva ancora sangue ed avevo ancora un po’ di vertigini per il

colpo in testa, ma niente che un po’ di punti ed una buona notte di riposo non

potessero curare. Arroganza ed umiltà vanno in coppia ed è solo dopo che la vita

ti ha insegnato il valore dell’una e dell’altra che puoi veramente comprendere le

lezioni che l’Oceano ha da insegnarti, tra cui la bruta Potenza della natura.

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Victor Fernandez davanti alla telecamera di Michael Sumereder.

RIcardo Campello in the tube!

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La prima volta che abbiamo parlato del nostro nuovo film che ora si chiama “Minds

Wide Open” è stato in Brasile a gennaio 2010 assieme a Peter. Abbiamo fatto un po’

di brainstorming assieme mentre sorseggiavamo una bottiglia di Montilla (Rum

locale) ed abbiamo cominciato a fantasticare sulle eventuali location di ripresa. Il

primo posto che ci è venuto in mente è stato l’Indonesia. Sarei andato ovunque il mio

team avesse voluto ma l’Indo era proprio un must secondo me. Ho visto troppi video

di surf da onda con onde perfette e surreali, una cultura a mio avviso perfetta ed

armoniosa e paesaggi da sogno. Il mix perfetto.

Dopo un anno e mezzo, me ne stavo seduto su un letto d’ospedale a guardare i

biglietti online per la nostra penultima destinazione per le riprese, diretti in

Indonesia. Purtroppo però non riuscivo nemmeno ad alzarmi a causa della chemio

e, quindi, davvero a malincuore, ho prenotato per tutti gli altri tranne che per me.

L’unica cosa che mi ha tirato su di morale era vedere poi il risultato delle riprese e

delle fotografie, che sicuramente sarebbe stato eccezionale. L’inizio del viaggio non

era proprio il massimo dal punto di vista logistico. Kauli ha volato da Madrid a

Jakarta, Ricardo e Victor da Francoforte, Michael Sumereder (il nostro fotografo) da

Monaco e il nostro filmer Sebastian Dörr da Amburgo. A parte il salasso di 3000 euro

di extra bagaglio per portare il materiale fotografico, tutto è andato per il verso

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Ricardo Campello si gode una session da sogno in solitudine.

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giusto e la crew è riuscita a riunirsi all’aeroporto internazionale di Jakarta dopo

poche ore dalla fine della tappa di coppa del mondo Wave a Tenerife.

Il viaggio però non era che all’inizio. Ora mancavano 8 ore di viaggio in autobus per

andare dal centro del chaos di Jakarta ed arrivare nel mezzo del nulla e cominciare

a lavorare per catturare la vera essenza di questo posto. Dallo smog asfissiante della

Jakarta tempestata di motorini, la crew è poi arrivata in un piccolo villaggio di

pescatori senza internet e nemmeno la copertura telefonica. Questo sarebbe stato il

quartier generale di Kauli, Victor, Ricardo e gli altri per i 10 giorni seguenti.

Io sinceramente non mi aspettavo ci fosse tanto vento in questa location. A dire il

vero pensavamo di concentrarci maggiormente sul lifestyle, variando anche un po’

le riprese tra surf da onda, sup e diving, ma Kauli, che ci era già stato qualche anno

fa, ci aveva anticipato che saremmo rimasti sconvolti da quello che ci aspettava.

Kauli aveva ragione. Qui c’è vento tutto il giorno, tutti i giorni! A volte era giusto per

galleggiare ed andare a prendere una delle onde perfette, a volte era quasi da

essere sovrainvelati e dover mettere le vele piccole. Il vento però non ci interessava

più di tanto… questo viaggio era incentrato sulle onde. Proprio durante la nostra

estate, l’emisfero australe è sconvolto da enormi tempeste che pompano swell

potenti e perfetti nell’Oceano Indiano, che si srotolano alla perfezione quando

Victor, Kauli e Ricardo, tre dei 6 rider protagonisti di Minds Wide Open.

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colpiscono i reef affilati di Java. È proprio la conformazione del fondale che rende

queste onde così straordinarie e riservate solo ai rider di altissimo livello. La potenza

e la velocità sono eccezionali. Non troppo grosse ma veramente ripide e tubanti. Se

non mi credete, basta che guardate quanto materiale è stato distrutto durante il

viaggio. Vele ed alberi lacerati e triturati dal reef e perfino un profondo taglio sulla

gamba di Kauli mentre faceva surf, che si è dovuto recare in un ospedale locale per

farsi mettere i punti, il che è stato ancora più spaventoso del wipe out stesso.

Il windsurf? Assolutamente speciale. È davvero difficile riuscire a trovare un posto

con condizioni simili. Onde che ti fanno partire in planata già da centinaia di metri di

distanza e che appena sbattono sul reef si srotolano perfettamente e sono lisce

come l’olio e trasparenti come il vetro. È come pensare di surfare su un’enorme

lastra di cristallo perfetto. Neanche una minima imperfezione, solo un lungo,

perfetto, potente e veloce muro liscio da fare a pezzi. È stata proprio questa

combinazione di assoluta perfezione e rischio piuttosto alto che ha fatto stampare i

sorrisi in faccia ai rider al termine di ogni singola session. Le giornate erano lunghe.

Zero Facebook, né e-mail, solo conversazioni faccia a faccia mentre si sorseggiava

una birra. Era proprio questo che sognavo. Viaggiare da pro windsurfista è davvero

eccitante e ti permette di vedere un sacco di posti interessanti ma raramente

Kauli Seadi è stato anche protagonista di un spaventoso wipe out terminato con qualche punto di sotura sulla gamba.

Mr. Fernadez tiene sotto stretta osservazione ilpunto di atterraggio di questo Goyter mozzafiato.

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capitano questi momenti in cui tutto il gruppo si unisce e si ritrova in armonia,

lasciando tutto lo stress ed i problemi a casa. È bellissimo vedere il tutto dall’esterno,

ma anche un po’ agrodolce.

Io nel frattempo ero appena stato dimesso dall’ospedale e me ne stavo a casa

cercando di ricevere qualche piccolo update via sms, tra cui “Posto migliore al

mondo”, “Vento ed onde tutto il giorno – stai tranquillo”.

Queste news però hanno fatto di tutto tranne che tranquillizzarmi, in quanto non

vedevo l’ora che i ragazzi tornassero per mostrarmi i frutti del loro lavoro.

Appena i ragazzi sono arrivati in aeroporto, il mio skype ha cominciato ad impazzire.

Kauli mi ha detto che è stato il viaggio migliore che abbia mai fatto ed anche Victor

ha detto lo stesso. Ecco che il giorno seguente tra le mie mani ho tutte le foto ed i

video. Comincio a guardare il tutto ed è esattamente come me l’ero immaginato un

anno e mezzo prima. Paesaggio incontaminato e tranquillo, con una luce stupenda e

gente semplice ed accogliente. Il sogno di ogni surfista e windsurfista e quindi la

scelta perfetta per il nostro nuovo progetto “Minds Wide Open”. Erano proprio queste

le vibrazioni che stavamo cercando. È davvero eccezionale che il nostro sport possa

aprire le menti e nuovi orizzonti, facendoti assaporare ogni momento su questo

magnifico pianeta ed in qualsiasi situazione.

Life style indonesiano.

I ragazzi hanno surfato spot spettacolari constatando loro stessi che in Indonesia c’è vento tutto il giorno e tutti i giorni!

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Intanto, qualche settimana prima dell’inizio dell’evento, le condizioni stavano

eludendo l’isola di Réunion, come ci hanno confermato i local. “Stiamo avendo un

pessimo inizio dell’inverno australe. Poca onda e pochissimo vento, e mi sa che

andrà avanti per un po’, purtroppo!”. Ecco però che, come per magia, a poche

ore dall’apertura delle ostilità, appena i rider hanno messo piede sulla pista

dell’aeroporto “Roland Garros” a St Denis, le previsioni per i 7 giorni seguenti

davano condizioni semplicemente incredibili con un enorme swell, tanto da fare

venire l’acquolina in bocca a tutti gli hardcore rider di Ravine Blanche ed ai puri

waverider “down the line” dalla parte di Etang Salé.

Fortunatamente il meteo non si sbagliava e la competizione è stata veramente

benedetta da Dio! 7 giorni in acqua su 10, 3 eliminazioni completate, onde di un

albero, vento forte, ottime surfate e salti, 10 alberi sbriciolati, 10 vele distrutte…

Con circa 8600 foto e 60 ore di video nell’hard disk, di materiale per spingere la

Réunion Wave Classic ce n’è un sacco anche quest’anno. Qualcuno dei rider più

conosciuti non ha potuto dare la disponibilità ad un mese dall’inizio della gara,

ciò nonostante il livello dei partecipanti effettivi ha davvero incendiato il lip e la

folla in spiaggia!

Prima di cominciare con la prima batteria ufficiale, sono state fatte 2 Free

Sessions ed una Super Session. Una volta che le condizioni sono entrate, la

macchina del vento e onde delle Réunion non ha più smesso, permettendoci

perfino – ciliegina sulla torta - di fare una session di salti spettacolare a Ravine

Blanche, due giorni prima della fine! Questa giornata estrema ha coronato

degnamente la chiusura della terza edizione della “Réunion Wave Classic”, che

ancora una volta ha confermato di essere una delle prove più radicali nel mondo

del wavesailing!

HIGHLIGHTS:Secondo giorno. Super Session a Ravine Blanche: onda sui 4 metri e 25+ nodi

di vento side shore. Camille Juban, caldo come la brace, si gode le condizioni e

vola in Aerial enormi, Cutback slashati al massimo, Goyter e un perfetto Wave 360

staccato dal tubo! Ed infatti si guadagna i 500 ¤ di premio per il “best move” del

contest!

Quinto giorno. 2 heat completate in due 2 spot diversi! Cosa molto strana e

raramente vista in una gara normale! La prima batteria è stata disputata di

mattina all’Etang Salé con 15 nodi di vento offshore ed onde da 2 a 3 metri… La

seconda session è stata fatta a Ravine Blanche con 30 nodi di vento side offshore

ed onde di 4 metri. È tutto possibile qui a La Réunion!

Sesto giorno. Free Session à l’Etang Salé! Con una barca a disposizione

proprio sul picco con appostate le crew video e foto, i rider hanno incendiato lo

spot, navigando per almeno 3 ore. Tutti spingevano al massimo, facendo un

sacco di Aerial su sezioni liscissime di onde di oltre un albero! Sicuramente le

immagini più belle saranno quelle dall’acqua.

Settimo giorno. “Best Jump session” à Ravine Blanche! Vento forte sui 35

nodi, rampe di quasi 4 metri a Ravine Blanche, con timing perfetto per proiettare

i rider nel cielo in una delle prove migliori di salti e solamente il salto migliore,

tra tutti, vincerà i 500 ¤ offerti da Ciel et Terre, uno sponsor locale. È stato Colin

Sifferlen a vincere con un enorme doppio Forward esitato chiuso perfettamente.

Il pubblico in spiaggia non credeva allo spettacolo a cui stavano assistendo, con

Denel che faceva doppi Forward e Backloop a più di 12 metri e Jamaer con

Pushloops tweakkati, Forward esitati e perfino Push Forward!

Ottavo giorno. “Iniziazione e condivisione”. Dall’ultima edizione, i rider si

prendono una mattina per condividere la loro passione assieme ai giovani rider

locali. Anche l’anno scorso una decina di giovani fortunati del posto hanno avuto

la possibilità di affiancare i pro nella bellissima laguna di Saline les Bains.

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I rider della Reunion Wave Classic edizione 2011.

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TEAM VINCENTE: PICHOT/SIFFERLEN/JUBAN

Steven Pichot

Capitano della squadra vittoriosa.

Alla sua terza partecipazione, Steven ha avuto fortuna già dall’inizio dei giochi,

trovandosi come compagni di team Juban e Sifferlen! Con una prima posizione e due

seconde posizioni nelle batterie, Steven ha riconfermato che la squadra da battere

è la sua e che resta anche uno dei migliori rider locali. La sua conoscenza dello spot

è perfetta e riesce sempre a surfare con un sacco di stile e coraggio, sfruttando al

meglio ogni singola onda. Sebbene quest’anno non sia stato sempre perfettamente

costante nelle sue batterie, è riuscito comunque a dare il meglio a Etang Salé.

Colin Sifferlen

Eletto “Miglior Rider” del contest per le sue palle!

Aveva già impressionato tutti nella prima edizione della gara del 2009.

Quest’anno poi è tornato ancora più in forma ed aggressivo che mai! Rapido,

stiloso, aggressivo e preciso… il caledoniano infatti ha vinto tutte le sue batterie,

guadagnando i tanto ambiti punti che hanno poi permesso al suo team di vincere

questa terza edizione. Sempre al posto giusto, sulle onde migliori, andando a

spaccare il lip proprio nel punto più critico, senza la minima esitazione e con un

coraggio da leone e, infatti, Colin ci ha regalato gli Aerial più grossi e belli

dell’intera manifestazione! Se il suo livello in surfata è assolutamente

spaventoso e stiloso, cosa dire dei salti? Anche durante la “Best Jump Session”,

ha lottato all’ultimo sangue con Denel, essendo sempre iper radicale e

spingendo al massimo. Un enorme e perfetto doppio Forward esitato ha poi

permesso a Colin di vincere i 500 euro in palio per il “Best Jump” ed anche di

guadagnare il titolo di “Miglior Rider” (pro) di questa terza edizione!

Camille Juban

Sempre stiloso, vincitore del trofeo “Best Move”!

“Ti Cam” continua come sempre ad impressionare e a dare spettacolo! È

sicuramente uno dei waverider più dotati della sua generazione, ed è alla terza

partecipazione consecutiva a questa manifestazione. Durante la seconda

giornata di gara, il giovane originario della Guadalupa ha tirato fuori l’artiglieria

pesante, chiudendo un perfetto Wave 360, vincendo la super session. Questo trick

gli ha fatto guadagnare i 500 ¤ offerti dallo sponsor locale “Ciel et Terre” per il

“Best Move”! La sua scelta e lettura delle onde hanno poi fatto la differenza

anche nelle batterie. A colpi di Aerial enormi, Cut Back spinti all’inverosimile e

Goyter enormi, sempre con stile fluido, è arrivato una volta primo e due secondo

su 3 batterie. Anche quest’anno ha vinto il trofeo per la migliore caduta, che è

stata votata sul web dal pubblico da casa! Sebbene Camille abbia brillato

leggermente meno rispetto alle edizioni precedenti, il ripper della Guadalupa

resta uno dei concorrenti più temibili, specialmente per il suo stile in condizioni

così estreme, affrontando ogni onda senza la minima pressione.

SQUADRA #2: BOURLARD/DENEL/TABOULET

Sylvain Bourlard

Prima competizione della sua vita.

Ha seguito la “Réunion Wave Classic” già dalla prima edizione. Quest’anno è

riuscito a qualificarsi ed a vivere l’evento in prima persona. Abituato

maggiormente ai viaggi in giro per il mondo, con free sessions piuttosto che

gare, Sylvain si è ritrovato leader della sua squadra a capo di Jules Denel e Wesh

Taboulet ed ha fatto delle buone heat, facendo guadagnare un sacco di punti

preziosi al suo team. Il local si è davvero divertito un sacco a surfare affianco ai

pro e dando consigli da vero local ai vari rider, facendo sempre battute e

sdrammatizzando la situazione. La sua squadra poi ha chiuso in seconda

posizione.

Jules Denel

La rivelazione di questa Réunion Wave Classic 2011.

A solamente 21 anni, Jules possiede già un’enorme esperienza. Questo è stato il

suo primo viaggio alla Réunion. Già dall’inizio dei giochi, il “Ch’ti” ha saputo

sfruttare le condizioni hardcore con vento forte ed onda grossa a Ravine

Blanche: ha capito il funzionamento dello spot in men che non si dica ed ha

cominciato a surfare al massimo da subito. Anche nell’infame Etang Salé, Jules

ha sorpreso tutti per la sua scelta e lettura delle onde. A vederlo surfare,

sembrava che lo “Sciamano” fosse un vero local del posto! Aggiungi poi uno stile

potente ed aggressivo sia in Bottom che in Cut Back, con grossi Aerial e entrate

spaventose nelle sezioni critiche e si capisce perchè Jules sia stata la rivelazione

di questa Réunion Wave Classic. Per chiudere il tutto in bellezza, “Ch’ti” ha

scioccato tutti durante la “Best Jump Session”, in cui ha chiuso 3 doppi Forward,

dei giganteschi Backloop 1 hand, e perfino uno spettacolare Wave 360!

Attenzione, questo ragazzo va veramente tenuto d’occhio!

Julien Taboulet

Un Wesh da paura in Free Session quest’anno…

“Wesh” conosce questo spot come le sue tasche, in quanto ha partecipato già

dalla prima edizione della Réunion Wave Classic. Durante questa terza edizione

però è stato piuttosto sfortunato, rompendo spesso e volentieri durante le sue

batterie. Esplosivo e radicale durante le Free Session, ma un po’ più rigido

durante le prime batterie. Si è però riscattato a bomba nella terza manche,

battendo Camille Juban facendo degli Aerial giganteschi a Etang Salé. Sempre

potente, con Bottom Turn profondi e Cut Back sempre al limite, Wesh è

veramente affezionato a queste condizioni hardcore, tanto che dopo essere

uscito due volte in una batteria dalle rocce a Ravine Blanche, le ha ironicamente

soprannominate “Wesh Point”, in quanto ci finisce puntualmente ogni volta che

rompe qualcosa! E come d’abitudine, il suo atteggiamento positivo e bravura

hanno incendiato gli spot durante le varie sessions.

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Pierre Godet, “miglior local” di quest’anno.

Julien Taboulet, sempre uno dei più radicali!

Il “Wesh Point” a Ravine Blanche.

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SQUADRA #3: GODET/HARTMANN/JAMAER

Pierre Godet

Eletto “miglior local”, papi ha combattuto strenuamente!

Con il doppio ruolo di organizzatore e rider da ormai 2 anni, Pierre è riuscito a

svolgere al meglio entrambi i compiti! Il veterano, infatti, è riuscito ad

organizzare l’evento in maniera impeccabile, dimostrando ancora una volta che

è lui il miglior rider del posto. Per la seconda volta, si è ritrovato nelle sue heat

contro i due titani Juban e Wesh. Dopo aver perso una volta contro Juban nella

prima batteria, è poi riuscito a vincere nella seconda e terza heat contro i rider

locali Pichot e Bourlard. Non è però abbastanza per Pierre, che non riesce a

guadagnare i punti necessari, finendo col suo team in terza posizione.

L’importante alla fine è comunque di essere riusciti a rendere questo evento un

vero successo e di aver guadagnato anche il titolo di “miglior local”, deciso dai

suoi amici rider!

Tom Hartmann

Il “grosso” soulrider!

Questo ragazzone di 1m90/100 kg è alla sua prima partecipazione. È abituato a

surfare qui all’isola vicina di Mauritius e con le ottime condizioni di wavesailing

“down the line”. Tom è stato un po’ svantaggio nelle prime batterie con vento più

leggero a Etang Salé; poi ha anche avuto un po’ di sfortuna a Ravine Blanche

perdendo tempo dopo essersi fatto frullare. L’austriaco ha un buono stile in

surfata ed ha tentato il tutto per tutto nella batteria numero 3 con vento più forte

a Etang Salé, ma perderà poi contro Wesh e Camille Juban. Anche se non ha

guadagnato il massimo dei punti per il suo team, ha comunque fatto delle ottime

surfate, prendendosi anche un sacco di onde in testa, ricci e materiale rotto,

tutto per il suo team. Tom è rimasto davvero impressionato da questa esperienza

che anche lui definisce “hardcore”!

Leon Jamaer

Un charger sfortunato.

Poco conosciuto sulla scena internazionale in quanto non partecipa a quasi

nessuna delle tappe di coppa del mondo PWA, il giovane tedesco ventunenne ha

sorpreso tutti per il suo stile e coraggio, già dal primo giorno di gara: veloce,

potente e cattivo… elementi che rendono Leon un problema per tutti i rider delle

altre squadre contro cui però ha perso quasi sempre. Sebbene sia riuscito a fare

degli enormi Aerial a Ravine Blanche, non è riuscito a trovare il timing giusto a

Etang Salé, spero per sua sfortuna, rompendo anche più volte alberi e vele

durante le sue batterie. Leon però ha dato un’ottima dimostrazione delle sue

capacità, mostrando a tutti il suo talento nascosto durante la “Best Jump

Session”, facendo degli ottimi Forward esitati, Tweaked Pushloop e perfino

Pushloop into Forward! Durante la sera della premiazione ha detto che questa è

stata l’esperienza più bella della sua vita.

I nostri più grandi ringraziamenti agli sponsor e supporter senza i quali

questa terza edizione non si sarebbe potuta fare: Région Réunion, Ile de la

Réunion Tourisme, Ciel et Terre, Rentus, Quatro, Kit Kat, Réunion Windsurf.

RISULTATI RWC 2011Miglior team: Steven Pichot/Colin Sifferlen/Camille Juban

Miglior pro rider: Colin Sifferlen

Miglior rider locale: Pierre Godet

Miglior trick: Camille Juban

Miglior Wipe out: Camille Juban

“Best Jump session” à Ravine Blanche.A sinistra Jules Denel in un immenso Back Loop;

a destra l’ex King of the Lake Colin Sifferlenche si aggiudica la Jump Session grazie ad un

esitatissimo doppio Forward.

Sylvain Bourlard, local di Reunion alla sua primaesperienza in una competizione internazionale.

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L’emozionantissima Oldtimer Parade.

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Let’s go party! Carnival Night Performance

al Moby Dick di Torbole.

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Dopo lo skipper’s meeting di giovedì sera al Shaka Surf Shop di Torbole che sanciva

l’inizio delle ostilità, i team si sono sfidati con la prima prova: il gioco delle freccette,

Dart Game 301. Dopo le batterie di qualificazione il team Funboard riesce ad

accedere alla finale contro il Windinfo Team che ci batte. Otteniamo così già nella

prima prova un utilissimo secondo posto!

Il giorno dopo ci spostiamo tutti quanti al Pier Windsurf per la Freestyle Session.

L’appuntamento è per le ore 7:00 per sfruttare il Peler previsto. Alle 8:00 tutti i team

sono in acqua a dare spettacolo. Il Team 045 entra in acqua in maschera, davvero

simpatici. Come prevedibile tutto il pubblico è per Gollito che ci delizia con le sue

spettacolari manovre davanti alla spiaggia dei Maiali e porta ovviamente il Team

Fanatic a vincere questa prova. Subito dietro di lui, Marco Vinante (Team Funboard),

che con le sue Kulo e Bob stilosissime si piazza alle spalle del World Champion. Quindi

per il nostro Team un altro secondo posto!

Il Peler dura giusto il tempo di finire i 20 minuti di Super Session e poi tutti al Pier e

pronti per un’altra prova prima dell’arrivo dell’Ora: la 2x300 metri SUP race. Questa

volta è il Team Austrian Freestyle Tour che si aggiudica i 10 punti per la vittoria.

Nel pomeriggio fa il suo ingresso una timida Ora che permette lo svolgersi di un’altra

Super Session di Freestyle, poiché il Super Star di Malcesine chiamato per la Jump

Session ci ha tirato un pacco clamoroso!!! Anche in questa seconda Super Session è

Gollito a portare il Team Fanatic saldamente in testa, il nostro team invece cede una

posizione al NeilPryde/JP Team che con Andy Laucher riesce ad aggiudicarsi questa

volta il secondo posto e noi il terzo.

Terminate le ostilità in acqua tutti i team si ritirano per prepararsi alla prova più

divertente, la Carnival Night Performance al Moby Dick, dove tutto è permesso per

impressionare i giudici! Ore 22:00 il centro di Torbole si anima e iniziano ad arrivare

i vari Team con le loro “creazioni”. Il primo a scendere sul campo è il Detonation

Team che impressiona giudici e polizia con il loro Hawaiian Style Bar mobile trainato

da un quad, seguiti a ruota dal A-Team che arriva su una Ape Car trasformata in

camion dei pompieri e che inonda il pubblico d’acqua. Saranno poi questi due team

ad aggiudicarsi meritatamente la prova. Il Team Shaka, padrone di casa, fa il suo

ingresso su una lussuosa limousine e con tanto di sigaro cubano e giacca spargono

soldi con il marchio Shaka, davvero ammirevole il loro lavoro organizzativo. Il nostro

team si traveste invece da chirurghi e fa divertire il pubblico spruzzando

direttamente in gola attraverso delle siringhe del liquido “un po’ alcolico”.

Terminata la serata tutti a riprendere le energie per il giorno dopo.

La giornata di sabato inizia con la prova del “Longest Golf Drive into the water” in

Conca d’Oro che è stata dominata dall’Austrian Freestyle Tour Team che si aggiudica

i 10 punti con un super colpo da 250 metri. Il Team Funboard non riesce nemmeno a

mandare la pallina in acqua e si aggiudica l’ultima posizione per questa disciplina!

Poco dopo fa il suo ingresso una violenta Ora, Golitto e gli altri freestyler entrano

subito in acqua e intrattengono il pubblico della Conca d’Oro. Il vento inizia però

quasi da subito a calare e diventare molto rafficato, annullata quindi nuovamente la

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Lo stilosissimo Marco Vinante impressiona

giudici e pubblico e si piazza in seconda

posizione dietro a Gollito.

Gollito delizia il pubblico della

Conca con le sue full stretch Kono.

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SUP race.

Longest Golf Drive into the Water.

A-Team in versione vigili del fuoco.

Nicholas Slijk in Flaka durante la

Freestyle Super Session.

Dart Game 301.

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Jump Session si da il via allo Slalom. Partenza approssimativa in Conca, arrivo al

Ponale con virata/strambata il più vicino possibile ad una bandiera posizionata sulla

montagna (ndr: ma chi l’ha vista?!?) e ritorno in Conca. Vince Kevin Mevissen (Team

F2 Rockets), alle sue spalle mi posiziono io e Craig Gertenbach; nonostante fossi

arrivato sotto il Ponale in prima posizione con 300 metri di vantaggio sul secondo…

ma a causa della bandiera non visibile abbiamo iniziato a fare qualche virata per

risalire sopravento per cercarla fino a quando Kevin non ha deciso di tornare

indietro e tutti gli altri a inseguirlo… Comunque abbiamo ottenuto un altro prezioso

secondo posto per il nostro Team! Verso sera è di scena poi la spettacolare parata

con il materiale d’epoca. Un’emozione davvero impagabile poter planare prima con

il Sud e poi con il Nord con materiali di 20 e addirittura 30 anni fa!!! I Team Shaka,

Fanatic e 045 sono stati i migliori per lo stile della loro attrezzatura.

Giusto prima del Prize Giving delle ore 22:00 in Conca e dopo la grigliata offerta da

Shaka, abbiamo potuto ammirare proiettate sul megaschermo le foto per la

categoria Sexy Shoot. Vince il Team Shaka con una spettacolare e professionale foto

di Ronny Kiaulehn con soggetto la bellissima Greta Marchegger, e a pari merito

l’A-Team per l’idea più pazza e divertente, ma è meglio che non vi descriva il soggetto

e il tema della foto… Subito dopo ecco che Andre Paskowski annuncia la classifica

finale… e anche per quest’anno il Team Funboard non si può lamentare, peccato solo

per il Golf… Per la prossima edizione ci organizzeremo ancora meglio per togliere il

titolo al Team Fanatic che è la seconda volta consecutiva che vince!

PS: Ore 24:00 il vento da Nord non cessa di diminuire e insieme a Andre Paskowski,

Fiore, Michael Sumereder e Gollito decidiamo di darci appuntamento l’indomani

mattina alle 7:30 al Prà… ma questa è un’altra avventura e una nuova storia che vi

racconterò sul prossimo numero… stay tuned!

RISULTATI FINALI DELLA 48HRS ANALYSIS

1 • Fanatic 77 Points

2 • AUT Freestyle Tour 64 Points

3 • Funboard 59 Points

4 • F2 Rockets 56 Points

5 • Shaka 52 Points

6 • A Team 51 Points

7 • 045 Team 50 Points

8 • Detonation 49 Points

9 • NeilPryde 41 Points

10 • Windinfo 21 Points

Get ready for 2012 - The next level!

L’organizzatore Stehsegelrevue.com ringrazie gli sponsor che hanno sostenuto

l’evento: Chiemsee, Fanatic, ION, Moby Dick, NeilPryde, North Sails, Pier Windsurf,

Shaka Shop & Surf Center, Surf Hotel Pier e Troika.

La partenza della gara Slalom.

Vento da Nord e luce spettacolare per uno dei momenti

più intensi di questa edizione della 48HRS ANALYSIS.

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Dopo una prima session mattutina al Capo, ero appena uscito dall’acqua quando una

bella serie attira la mia attenzione, naturalmente il local Matteo era presente su di

essa, dopo uno dei suoi Botton radicali a vela sdraiata vedo che sale su attaccando

il picco e staccando un mega Aerial, l’atterraggio è stato imbarazzante! A prima

impressione, vedendo il tutto da lontano, mi è sembrato che esattamente durante

l’atterraggio Matteo “risdraiasse” la vela ripartendo subito in Botton continuando a

surfare, ma riguardo la sequenza, catturata naturalmente dalla grande fotografa

Adele Frola, vediamo che durante l’atterraggio perde la mano davanti e ciò fa si che

la vela gli si sdrai all’istante, penso che io in quel caso sarei “morto” partendo in un

mega Wipe Out. Matteo invece no… come se niente fosse puntando con lo sguardo il

picco successivo rimette la mano sul boma ripartendo in Botton riattaccando l’onda

dove solo lui riesce! Anche se giocavi in casa, un “Grande Matte” te lo meriti!

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HOW TO DOSe si possiede un buon controllo del Back Loop, provarlo ad una mano non è poi

tanto più difficile! La difficoltà di questa manovra varia a seconda di quanto a

lungo lasciamo la mano staccata dal boma!

Mentre sei in andatura punta una bella rampa e lasca un pochino per acquisire

più velocità possibile, appena prendi l’onda prima di staccare orza leggermente

su questa e imposta un Back Loop normale senza però staccarti dal trapezio. Vi

consiglio di usare delle cimette abbastanza lunghe (almeno 28”… io uso le 30”) in

modo tale da non essere troppo attaccati alla vela ed avere più controllo in

manovra!

Nella prima fase di decollo assicurati di avere una buona posizione che ti

permetta di controllare bene il tuo rig in manovra, a quel punto sposta la mano

posteriore un po’ verso bugna, per controllare meglio la vela e stacca la mano

anteriore dal boma.

Una volta arrivati all’apice del salto giria la testa e guarda il punto di atterraggio,

per evitare di andare in over rotation è fondamentale che in questa fase il

braccio sia in linea con la testa.

Appena inizia la fase di discesa rimetti la mano assicurandoti una buona presa

sul boma, staccati dalle cimette del trapezio, cosa che avviene quasi spontanea

quando rimettiamo la mano sul boma, e concludiamo la manovra come un Back

Loop atterrando di prua al lasco, aprendo un po’ la vela e spingendo sui talloni!

STEP BY STEPFoto 1: Cerca una bella rampa ripida che ti spari alto come in Back Loop normale

rimanendo agganciato al trapezio.

Foto 2 - 3: Iniziata la fase di “decollo” e assicurati di essere impostato bene e

agganciato al trapezio prima di mollare la mano, a quel punto puoi lanciare la

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mano anteriore facendo una piccola torsione con il corpo verso il vento per

mantenere l’assetto, controllando la rotazione con la mano posteriore!

Foto 4 - 5: Arrivato all’apice del salto devi, come nel Back Loop, girare la testa

oltre la spalla e fissare il punto d’atterraggio cercando di tenere il braccio in

asse con la testa, l’emozione che si prova in questa fase è a dir poco

indescrivibile!

Foto 6 - 7: Dopo esserti goduto a fondo questa nuova sensazione bisogna

concentrarsi sull’atterraggio, quindi rimetti la mano sul boma, staccati dal trapezio

(per rallentare ed evitare di andare in over rotation) e tieni bella salda la presa!

Foto 8 - 9: D’ora in poi nulla cambia da un Back Loop normale, fissa sempre con

lo sguardo il punto d’atterraggio controllando bene le ultime fasi di rotazione, e

ricordati di allargare la presa per avere più controllo.

Foto 10 - 11: Atterra di prua al lasco e appena impatti l’acqua apri la vela e

spingi sui talloni!

CONSIGLIEseguire il Back Loop ad una mano aumenta la velocità di rotazione della

manovra, dobbiamo quindi controllare e dosare bene la rotazione con la mano

posteriore e girare la testa all’apice del salto e non quando stacchiamo la mano,

altrimenti il rischio di over rotation è molto alto! Quando abbiamo preso

confidenza con questa manovra dobbiamo cercare di tenere la mano staccata

dal boma per più tempo ad ogni tentativo fino ad eseguire anche l’atterraggio ad

una mano sola! Questa manovra migliora tantissimo il timing del Back Loop

normale!

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SHAKA FLAKAInnanzitutto assicurati di saper chiudere Flaka e Shaka ad occhi chiusi. Non utilizzare

una vela più grossa della 5.0 ed una tavola tanto più grossa dei 100L, in quanto hai

bisogno di potenza e proiezione per saltare nuovamente. Cerca anche di trovare una

zona d’acqua piuttosto piatta e vicino a riva, in modo da avere lo scenario ideale.

Cerca di visualizzare il trick già quando sei in spiaggia prima di entrare a provare e

concentrati sulla transizione dalla Shaka alla Flaka. OK. Vai a tutta velocità per

staccare nella Shaka. Utilizza un chop molto piccolo e cerca di staccare in lungo

piuttosto che in alto, permettendoti di aver maggiore proiezione e saltare

nuovamente. Gira la Shaka e comincia a spingere sulla prua quando hai girato poco

più di 180° della rotazione finale. Sposta il peso leggermente a prua e controlla la

rotazione della Shaka, preparandoti a staccare nuovamente, tenendo la vela piena e

pronta ad esplodere. Appena atterri, spingi nuovamente sulle ginocchia e rimbalza

per innescare la seconda rotazione della Flaka. Fai il tutto molto velocemente, senza

bisogno di saltare troppo in alto. Per rendere il trick davvero dinamico e bello da

vedere, hai bisogno di ruotare col fisico e la vela in potenza, in aria, girando la testa

sottovento per far seguire il corpo. Spingi sul braccio posteriore mentre continui a

girare tutto il corpo sottovento. Unisci le due manovre singole continuando a

spingere sulla mano posteriore e sfruttando tutta la potenza della vela per ruotare

in aria e supportare la rotazione del fisico. Così facendo, la rotazione diventa sempre

più aerea e d’impatto, fino all’inverosimile. Se fossi Gollito, faresti la seconda

rotazione quasi come una Air Flaka completa, senza nemmeno bagnarti le caviglie.

Surreale e assolutamente ad altissimo livello. Se dovessi chiudere questo trick al tuo

home spot, iscriviti alla prossima tappa di PWA!

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FLAKA PONCHSinceramente non ho mai chiuso una Flaka into Ponch ma è da un anno che

ormai sempre più gente riesce a chiudere questa combinazione.

Il trick è sicuramente uno dei più radicali e ricercati ma vedendo come Gollito

li fa, tutto sembra possibile e comprensibile.

Ancora una volta, la chiave per chiudere la manovra correttamente è la

condizione giusta che lo permetta. È importante infatti avere tavola e vela

piccola, con vento forte ed acqua piatta, rendendo il secondo stacco più facile.

Cerca di andare alla massima velocità su acqua più piatta possibile e imposta

tutto come una Flaka, cercando però di non andare troppo al lasco, altrimenti

neutralizza troppo la potenza nella vela, rendendo difficoltoso lo stacco del

Ponch.

Vai leggermente al traverso lasco prima di staccare per la Flaka. Concentrati

poi sull’atterrare e girare i primi 360 gradi a tutta velocità e quando la vela

riprende la massima potenza, stacca nuovamente per il Ponch.

Il timing è sicuramente la parte più critica e decisiva dell’intera manovra.

Stacca ed infila l’albero nel vento verso poppa, utilizzando tutto il corpo,

specialmente la testa e le spalle per impostare e completare la rotazione con

potenza.

Se segui questi consigli alla lettera, la chiuderai anche tu. Non dimenticare, è

importante chiudere sia Flaka che Ponch ad occhi chiusi e poi capire il timing

e la transizione in mezzo alla combinazione per chiudere il tutto

correttamente.

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La bellezza di un grande Aerial Off The Lip è senza tempo e va al di là delle mode.

Quindi, se proprio doveste desiderare una sola cosa nel windsurf, desiderate un

Aerial perché rappresenta il gioiello più importante della corona di un wave rider

che si rispetti. Infatti, questa è la manovra che richiede più esperienza, dedizione e

soprattutto timing a prova di bomba! Questo perchè se impattate l’onda troppo

presto non riuscirete a staccarvi dall’acqua, ma se invece impattate il lip troppo

tardi molto probabilmente vi ritroverete a esplorare il tubo dell’onda ed il fondale.

Se colpirete l’onda col giusto timing vi ritroverete proiettati in aria in un esperienza

a dir poco esilarante. Ancora una volta le condizioni ottimali sono rappresentate da

vento side-offshore, mentre è davvero difficile riuscire ad eseguire questa manovra

in condizioni più onshore. Esistono due varianti della manovra: il primo è l’Aerial

Classic (vedi sequenza fotografica 1), il secondo è l’Aerial Board Kick (vedi sequenza

fotografica 2), più difficoltoso del primo. Ora vi spiegherò meglio il Classic Aerial Off

The Lip. Per piazzare un buon Aerial la prima cosa da fare è allargare la presa delle

mani sul boma dopo il Bottom Turn (analizzato nel capitolo 1), a questo punto dovete

ritrovarvi sparati alla massima velocità sul lip dell’onda, perché avere una velocità

elevata è essenziale per la buona riuscita della manovra. Mantenetevi dunque

sempre vicini al face dell’onda a tutta velocità, poi con un buon tempismo dovete

andare a colpire il lip nel momento in cui l’onda sta per frangere, e vi ripeto ancora

una volta di farlo con la massima velocità possibile. In questo modo il lip stesso

colpirà la vostra tavola e vi proietterà in aria. Appena vi staccate dall’onda cercate

di raccogliere le gambe e di mantenere il vostro peso esattamente a metà fra il piede

anteriore e quello posteriore. Questo vi aiuterà a mantenere un buon equilibrio in

volo. AIRTIME. Mantenete le gambe raccolte ed aggrappatevi alla vela utilizzandola

come un’ala e tenendola bella cazzata sopra la testa. Nel momento dell’atterraggio

tenete lo sguardo fisso sul punto in cui andrete ad impattare l’acqua, cominciando

a distendere le gambe, che vi serviranno da ammortizzatori durante l’atterraggio ed

alleggerite il peso sulla vela. Infatti, quando la vostra tavola impatterà l’acqua con

violenza dovrete flettere le ginocchia per ammortizzare il colpo, cercando allo stesso

tempo di appoggiarvi il meno possibile sul boma, mantenendo equilibrio e

concentrazione per uscire indenni dalla schiuma. Dopo l’analisi del Classic Aerial,

parliamo della variante più complessa e difficile, l’Aerial Board Kick. Questa

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stupenda manovra è un'altra grande prova di grossa coordinazione e potenza fisica.

Anche per questo Aerial serve tanta, tanta velocità e questo perché dovete andare in

orbita con la vostra attrezzatura. Infatti, dopo l’impatto con il lip dell’onda, la

maggiore altezza rispetto al Classic Aerial vi serve per calciare in aria la tavola

adeguatamente ed avere poi il tempo e lo spazio necessari per raddrizzarla prima

dell’atterraggio. Per prima cosa nel Bottom dovete tenere il busto vicino al rig,

tagliando l’onda longitudinalmente in piena velocità ed invertendo il bordo della

vostra tavola verso l’interno dell’onda per andare ad impattare il lip della stessa.

Questo impatto, dovuto alla grande velocità, fa letteralmente esplodere l’onda come

si evince dallo spray spazzato dal vento nella sequenza fotografica. Inoltre, in questa

fase iniziale, prima di impattare il lip, il vostro sguardo andrà attraverso la finestra

della vela, verso la sezione dell’onda che si andrà a colpire, tenendo le gambe rigide

per trasmettere tutta la spinta necessaria per salire verticali sull’onda.

Dopo aver impattato l’onda e guadagnata quindi una certa altezza, raccoglietevi con

tutto il corpo e le gambe vicino all’attrezzatura. In questa posizione, già di per sé

altamente spettacolare, raccolti in aria sopra l’onda, con un gesto atletico stile kung-

fu, dovrete scalciare forte verso l’alto con il piede posteriore la vostra tavola,

mantenendo la vela nella stessa posizione. Ora il vostro sguardo deve essere rivolto

verso la base dell’onda, mantenendovi pronti a qualsiasi evenienza. È BOARD KICK!

Nella fase successiva al board kick, si inizia il recupero delle gambe raddrizzando il

busto e il rig per prepararsi all’atterraggio. Quest’ultima fase nasconde però

un’insidia dal momento che, data l’altezza, si è un po’ in ritardo e quindi si atterra

quasi sempre nel punto in cui l’onda sta chiudendosi, trasformando il board kick in

un floater obbligato in mezzo alla schiuma dell’onda già franta.

A questo punto, con la vela ben cazzata, con un po’ di sangue freddo ed una grande

determinazione è necessario completare al meglio il rientro. Tale rientro in gergo

surfistico viene chiamato “free fall”, ossia caduta libera. Bisogna rimanere ben rigidi

e mantenersi saldi all’attrezzatura perché la schiuma che ovviamente si

impadronisce della vela rende durissimo il già difficile compito di chiusura della

manovra. Lo sforzo è enorme ma alla fine, liberando la vela dalle schiume, si porta

felicemente a termine questo “aerial board kick-floater freefall”.

Have Fun! and “GO FOR IT”.

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DOVE ANDARE?… Mentre fuori piove e fa freddo, il cielo plumbeo di

febbraio aiuta la mente a vagare sui ricordi e sulla

voglia di nuove onde e nuovi popoli da visitare. Per la

tribù dei windsurfer il mondo altro non è che un

posto dove le perturbazioni si rincorrono creando le

condizioni per conoscere nuovi spot! Skype si

accende, è Gianluca, Boss della WindJeri,

contemporaneamente a Francone… la conversazione

è vaga ma subito punta all’obiettivo, dove andare per

spaccare la monotonia dell’inverno! Mentre l’Italia è

spazzata dalla neve, noi mettiamo giù il piano

“antinoia” e dopo un breve confronto nasce subito

l’idea, Franco dice: “che ne pensi del Madagascar?”.

Ecco che si mette in moto la macchina del windsurf

e subito mi viene in testa il trip che hanno fatto Fabio

Calò e Mattia Pedrani… la telefonata con Fabio è

chiarificatrice ed il Madagascar diventa la nostra

meta per maggio 2011. Per dare un po’ l’idea del

posto, il Madagascar è un territorio che milioni di

anni fa si è “staccato” dalla Pangea dando origine ad

un luogo unico con una biodiversità incredibile e

meravigliosa, ma allo stesso tempo l’isola è rimasta

molto scollegata dal progresso e dalla tecnologia

oramai normale per noi popolo della rete e della

telefonia cellulare. Quindi, la prima cosa da

assimilare è la difficoltà di comunicare dalle location

di windsurf con il continente europeo, Internet c’è

solo nelle grandi città ed anche per questo motivo si

prospetta un viaggio unico nel suo genere.

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MADAGASCARLe location ideali per la pratica del windsurf nella

parte nord dell’isola sono principalmente due e sono

vicine a Diego Suarez: una si chiama Babaomby e

l’altra Sakalava. Il viaggio per arrivare in

Madagascar è lungo e pesante: Bologna, Parigi, poi il

salto verso Antananarivo, capitale del Madagascar, e

via verso Diego Suarez. La prima parte della

permanenza in terra malgascia sarà presso il

Babaomby Eco Lodge e la seconda a Sakalava!

Per non rendere noiosa la lettura di questo report ci

soffermeremo poco sul viaggio e su Babaomby visto

che il report pubblicato da Funboard Magazine era

molto esaustivo mentre racconteremo più

approfonditamente la permanenza presso Sakalava.

BABAOMBY, UN POSTO DA SOGNOBabaomby Lodge è una bellissima invenzione di

Nicolas Martin, francese e un po’ guascone, ragazzo

simpatico e molto raffinato nelle cose che fa; al

Babaomby Lodge molti sanno già che non prendono

i cellulari e che ci si arriva, dopo 50 minuti di

navigazione a bordo di dubbie imbarcazioni di

pescatori, all’interno della baia per poi arrivare

sempre dentro il reef in un posto magico fuori dal

mondo dove tutto è organizzato con maestria a

dispetto delle poche risorse che la terra offre. Una

vacanza dove si mangia quello che il pescatore

assoldato da Nicolas prende con un fucile ad

elastico, dove la tavola per cena è sempre

perfettamente apparecchiata da uno staff attento in

grado di fornire ogni bontà che il mare possa offrire

accompagnando il tutto addirittura con

freschissimo vino francese… una meraviglia! La sera

al tramonto si accendono le lampade a petrolio

creando un’atmosfera magica e si sta tutti nella

zona living, dove si mangia allo stesso desco

discutendo della giornata windsurfistica, in barba a

tutte le convenzioni internazionali, confrontandosi

con francesi, sudafricani, americani e chi ne ha più

ne metta. Per la notte si dorme in tende “chiuse”,

data la possibilità di incontrare qualche scorpione

La laguna davanti all’Eco Lodge Babaomby nel Mer d’Emeraude, spotperfetto per il Freestyle e lunghe planate!

Il Team al completo!

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non mortale ma molto doloroso. Attenzione quindi

alle scarpe e alle borse aperte.

Solitamente al mattino ci si alza all’alba e si

comincia. Il vento quando soffia è forte e costante,

mure a dritta, sulla laguna si può fare dell’ottimo

freestyle, oppure decidere di dirigersi verso lo spot

wave con onde perfette anche se un po’ lontane da

riva, con un bordo solo, in tutta sicurezza all’interno

del reef, si arriva comunque al point break. Quando

fai il bordo per uscire davanti all’isoletta, ultimo

baluardo di civiltà, si passa su di un mare che

sembra finto e si possono vedere razze enormi sotto

la tavola e una spiaggia degna delle più fervide

immaginazioni, ma il bello arriva quando viri! Qui

siamo in paradiso e davanti a voi avete onde perfette

con vento side. La condizione che abbiamo trovato

era bella ma molto “safe”: circa due metri che

srotolavano tranquilli su un reef a tavolato dove in

condizioni di bassa marea non si arriva mai sotto il

mezzo metro di acqua e con l’alta marea addirittura

in alcuni punti non si tocca! Chi fa Wave sa bene che

questa caratteristica lo rende un posto abbastanza

tranquillo. Mai dimenticare però che non siete a

Maui, qui farsi male può essere un problema e le

strutture di soccorso sono poche e molto lontane.

Quindi state tranquilli senza mai esagerare. I ragazzi

del Windjeri team saltavano come delle quaglie su

quei bomboni, Edvan con i suoi “Back” stellari e Cico

con un “Ponch” appresso all’altro, mentre Gianluca

“sfowardava” a gò gò io nel mio piccolo ho fatto il

mio e mi sono divertito veramente molto. Raimondo

non si perdeva un’onda. Quest’anno avevamo anche

un kiter a seguito per la “par condicio”, un ospite

che si è veramente divertito in questo paradiso.

Insomma come direbbe un mio amico: “Babaomby

omologato”.

SAKALAWA, LO SPOT GIUSTO PERVOLARE ALTOIl tempo scorre e quindi si torna verso la civiltà e ci

dirigiamo dopo 7 giorni verso Sakalava che si trova

un po’ più vicino alla “city”. Noi tutti ci aspettavamo

un posto un po’ meno “wild” ed infatti non ha deluso

le aspettative. Siamo arrivati la sera e ci siamo

rivolti al “ROYAL SAKALAVA” una struttura sulla

spiaggia gestita da Lucas, anche lui francese ma dai

tratti somatici asiatici, accompagnato nella gestione

dalla sua graziosissima compagna. Qui si cena con

menù alla carta, poche pietanze ma molto

succulente, a partire dai granchi reali per arrivare

alla carne di Zebu (simile ad uno gnù africano), luce

tutta la notte e spiaggia da sogno. Il nostro

rimessaggio era la spiaggia davanti alle casette

dove si lasciava tutto montato preferibilmente

all’ombra per preservare le attrezzature dal cocente

sole subequatoriale.

Lo spot si trova di fronte al lodge e ci si arriva con

un bordo solo, il vento è leggermente da mare e

permette salti spaziali e surfate solo per i più

esperti. Qui torna in ballo il Gaspero che con la vela

aperta quasi bugna avanti chiude dei Cut Back al

limite! Questo spot è favoloso per saltare e il team

WindJeri ha dato il meglio di se: Edvan ha stupito

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Edvan Sousa in Push Loop Tweacked a Sakalawa.

Freestyle session nella laguna di Babaomby.

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per le altezze dei suoi Push Loop, Ray evergreen con

Back e Forward a gògò. Mentre Chico Bento, king of

capoeira, si concentrava più sul Wavefreestyle con

Shove-It e anche Crazy Peat esagerati !Io ho fatto del

mio meglio divertendomi un macello!!

Lo spot è molto facile, puoi addirittura tornare a

terra a bere o a cazzare la vela in un battibaleno e

via di nuovo, si possono fare tranquillamente due

session giornaliere e se ne avete voglia anche il

tramontino. A Sakalava c’è posto per tutti e lo spot è

ottimo anche per i photoshooting, visto che proprio

sul picco c’è un isolotto che fornisce un

particolarissimo punto di vista per i salti presi da

sottovento ad un’altezza di inquadratura di circa 10

metri, la luce è perfetta ed i colori sono spaziali.

Sakalava può essere una buona soluzione anche per

fidanzate o mogli che possono prendere il sole

mentre voi surfate! Altra cosa da segnalare è che la

vita è molto più economica che in Europa… Il

Madagascar è una terra piena di colori, odori ed

animali stupendi, gente ospitale, di grande povertà

ma ricca d’animo, e natura mozzafiato. Una terra dai

mille contrasti dove tutto sembra essere in un

ordine caotico ma naturale, in ogni caso, qualunque

sia la vostra opinione sulla vacanza ideale, questa

terra vi resterà nel cuore e vi ricorderà la grandezza

di Dio!

Frank, Ray and WindJeri Team.

TRAVELLER INFOS:• Volo: Roma/Milano/Bologna-Parigi,

Parigi-Antananarivo, Antananarivo-Diego Suarez.

• Trasporto attrezzature: per il volo Air France fino

ad Antananarivo la vostra attrezzatura di massimo

32 kg in una singola sacca vi costerà 200 euro ad

andare ed altrettanto a tornare, mentre la tratta

interna da Antananarivo fino a Diego Suarez circa 30

euro da contrattare. Il vostro bagaglio personale

deve essere di 20 kg, anche se Air France ve ne

concede 2 da 20 Kg, Air Madagascar che opera la

tratta interna, ve ne concede solo 1 da 20 Kg.

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Raimondo in Back Side a Sakalawa.

Il rimessaggio davanti casa di Sakalawa.Le eco tende di Babaomby.

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• Lingua: la lingua ufficiale è il Malgascio, il francese

è molto diffuso. Pochissimi parlano inglese.

• Fuso orario: meno 2 ore rispetto all’Italia.

• Moneta: 1 euro = circa 2300 Ariary.

• Periodo migliore: da aprile a novembre. I mesi di

luglio, agosto e settembre sono i migliori con quasi

il 100% dei giorni sopra i 4 btf. Il mese di maggio

quando noi eravamo lì non è il più ventoso ma

comunque siamo usciti in mare con la 5.0 per 6

giorni su 10.

• Temperatura: sui 27 gradi! Sulla spiaggia 30 gradi.

Stessa temperatura per l’acqua!

• Onde: il periodo migliore per le onde è da luglio a

ottobre.

• Quiver: un freestyle piccolo sui 90 litri e un wave sui

77 litri. Vele dalla 4.2 alla 5.3.

• Accomodations:

BABAOMBY LODGE, www.babaomby.com. SAKALAVA,

Facebook: royalsakalava. [email protected]

• Raccomandazioni:

non tentate il trasporto di souvenir particolari tipo

camaleonti vivi o simili, vi fermeranno di sicuro,

sono molto attenti e sono severissimi.

Special thanks to: WINDJERI TEAM (il main sponsor).

MANUZZI VIAGGI di Cesena, in particolare Alida Parrino,

che ha organizzato il volo aereo. BABAOMBY LODGE ed

in particolare Nicolas Martin che ha accolto con

simpatia il WindJeri Team. ROYAL SAKALAVA ed in

particolare Lucas e Nadia, sempre attenti ad ogni

esigenza dei propri ospiti.94

Sakalawa, interminabili jump session. Raimondo in Forward.

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FOURTIME

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