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ftwioW? rmoQom - onpmi.org una spirituals molto ricca ed esigente La sveglia 26 La diaconia nell'Associazione Discepoli Gesii Maestro 28 Gratitudine 29 Una giornata molto particolare

Feb 18, 2019

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I ' l T ' l ' -

pauperibus misit me

St offcfKor-to

llsemedellaparola

1 Cristiani contagiosi

Alia sorgente

3 Come nasce la famiglia

5 Un santo a custodia dei Discepoli

8 Una nuova associazione

18 I testimoni di Geova

Dalle case nostre

20 DaSenise

22 Da Palermo

23 Da Roma

24 Dal Brasile - Itaquaquecetuba

Pensiero mariano

11 Maria, anima dell'unione ecclesiale

Religione, arte, cultura e vita

12 Anno della vita consacrata guardando al Sinodo

14 Contemplazione e imitazione di Cristo dal cuore

trafitto: una spirituals molto ricca ed esigente

La sveglia

26 La diaconia nell'Associazione Discepoli Gesii

Maestro

28 Gratitudine

29 Una giornata molto particolare

30 Facciamo il punto

32 Spizzicando

EWNGV.l A'/ARE pauperibus misit me

BOLLE'ITINC) MENSII.E DKI.l.'OPERA NAZIONAI.E PER II. MEZZtXilORNO DTI ALIA DIRETTA DAI.l.A EAMIGI.IA DEI DISCEPOl I

Direltore Responsabile Don Michele Celibcrti

Segretario t/i Amministrazione Michele Leone

Direzione - Redazione - Amministrazione: Via dei Pianellari. 7 - Tel. 06/68801409 Fax 06/6861025 C.c.p. .V187(KX>7 00186 R O MA

Copertina L'Angelo accoglie l'inl'an/ia. i giovani solto le sue ali e li prolegge. L'Opera Nazionale per il Mez/ogiorno d'ltalia con la rnissionc di carilanelle sue Case relic da Discepoli. Suore e collaborator! intende proteggerc rinlan/ia e i giovani per elevarli al Signore iVisualizzazione di M. Barberis).

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile Sped, in Abb. postale Gruppo III - 70'/!

1994

Stampa Tipolitogralia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 429988 03049 S. 1-lia Fiumerapido (FR)

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fiBBONflMENTI E RINNOVI

Lire 5.000 Di Fabio Dina, Lentella.

Lire 10.000 Fugardi Antonino, Roma; Corradi Mario, Loreto Aprutino; Palermo Antonietta, Roggiano Gravina; Giuliano Vittorio, Potenza; Pasquali Elisendo, Castel di leri; D'Annunzio Gilda, Pavia.

Lire 15.000 Aquilio Marisa, Pescara; La Rosa Grazia, Palermo;Vinella Mario, Foggia; Suore Discepole di Gesii, Grassano; lannacchero Vincenzo, Lamezia Terme; Orlando Nicola, Acerenza; Meletti Erminia, Ofena; Santarelli Ercole, Rieti; Veglia Vincenzo, Rocca di Mezzo; Letizia Antonio, Scurcola Marsicana; Martoriello Maria, Gioia del Colle.

Lire 20.000 Papi Marcella, Roma; Labella Antonio, Potenza; Mustone Teodoro, Melito Irpino; Cammarata Lia, Palermo; Vista Vincenzo, Pignola; Baycus Fabrizio, Roma; Plini Una, Amatrice; Turinetto Franca, Roma; Lafiosca Diodato, Grassano; Tassotti Luisa, Roma; Continolo Assunta, Gioia del Colle, Durante Silvestro, Imola; Zirilli Carmelo, Palizzi Marina; Prebenna Virgilio, Ariano Irpino; Rosati Licio, Collecorvini.

Lire 25.000 Scuola Materna "P.G, Minozzi", Lentella; Lo Martire Franco, Matera; Paciucci Rufini Rosina e llio, Roma.

Lire 30.000 Rella Cirojormo; Zambella Fiore, Barile; Foglia Emma, Roma; Masciotta Angelo, Roma; Fiori Spartaco, Roma; Caputo Gualda, Roma.

Lire 40.000 Pace Emidio, Loreto Aprutino.

Lire 50.000 Centra Giovanile "P.G.Minozzi", Policora; Don Michele Grieco, Matera; Baccari Francesco, Amatrice; Di Giulio Paola, Roma; Zizzi Pasquale, Montalbano.

Lire 100.000 Istituto "P. G. Semeria", S. Martino delle Scale; Casa di Letizia, Bonefro.

ABBONAMENTO Ordinario

Sostenitore

d'Amicizia

Una copia

L. 15.000

L. 20.000

L. 30.000

L. 1.500

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CRISTIANI CONTAGIOSI

Dobbiamo molto, noi cattolici, all'azione pastorale e agli studi del card. Martini, arcivescovo di Milano, per quanto attiene l'esegesi biblica e l'applicazione dei contenuti alia realta moderna.

Anche per quanto riguarda il problema evangelizzazione, ha dato fortissimi aiuti nei concetti e nella stessa terminologia. Bellissimo quello della evangelizzazione per contagio. E su questo che vogliamo riflettere un po' insieme.

Abbiamo gia detto altre volte che i credenti non possono tenersi per se il Dio conosciuto: da loro deve passare ad altri, perche essi vivono in funzione di ponte. Come cio pud avvenire? La Sacra Scrittura presenta varie immagini, indica vari mezzi.

Volendo rapidamente elencarne alcuni, ci limiteremo a dare nomi e relative conferme tratte dal testo sacro.

L'evangelizzazione per contagio avviene: 1) per racconto esperienziale: "Andrea incontro sub fratello Simone,

e gli disse: abbiamo trovato il Messia" e lo condusse da Gesu" (Gv. 1, 41).

2) Per emanazione di profumi: "Diffonde per mezzo nostro il profu-mo della sua conoscenza al mondo intero! Noi siamo infatti il profumo di Cristo... odore di vita per la vita" (2 Cor. 3, 15-16).

3) Per luminosita, "Voi siete la luce del mondo; non puo restare nascosta una citta collocata sopra un monte. Cosi risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, perche vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che e nei cieli" (Mt. 5, 14-16).

4) Per infezione (febbre infettiva di Dio). Di Paolo viene detto negli Atti degli Apostoli: "Quest'uomo e una peste" ("24, 5). Un uomo cioe dalle forti capacita contagiose di Cristo.

Potremo aggiungere, quale altro mezzo di apostolato contagioso, quello che comunque ti fa venire una voglia di Cristo, la buona vita, la fede espressa in termini di gioia e di liberta, il grande amore che traspare nelle relazioni fraterne, la sofferenza accettata come grazia di Dio.

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Tutto questo porta poi a chiedersi cosa fare per diventare cristiani ad alto contagio, ad alto rischio. In breve diro che solo coloro che prendono sul serio il proprio Signore, si nutrono del suo amore che speriinentano come non paragonabile a nessun altro, che avvertono la sua conoscenza come guadagno al cui confronto tutto scende al ruolo di "immondizie", che in Lui trovano un senso per la loro esistenza divenuta libera e liberan-te, coloro che fortificano le loro convinzioni con continuo studio biblico e che si tuffano frequentemente nella preghiera intensa e mistica, diventano gli apostoli significativi, di cui il Signore si serve per arrivare agli altri, ai lontani e ai tiepidi.

Al contrario ogni fede vissuta nel secreto della propria coscienza e tenuta in vita senza conveniente e proporzionato alimento spirituale, di-venta anemica e preda di altri virus contagiosi di morte. Parlo di cristiani inutili, chiusL in un rapporto, se c'e, individualistisco con un dio che li rende incuranti della sorte degli altri. Siamo dinanzi alia deformazione della fede.

Essendo la fede una vita trasmessa dalla vita e non un prodotto divino pubblicizzato alia stregua di quelli commercials concludiamo che e l'essere, qualitativamente inteso, a generare e a fare l'apostolo. Dobbia-mo percio cambiare noi la nostra vita per presentare a Dio quella degli altri.

Questo e quanto si augura la Chiesa quando afferma che il mondo di oggi attende cristiani dalla superiore qualita di vita per la sua conversione.

II Signore voglia innamorarci di Se e ci porti, come san Paolo, ad essere delle autentiche pesti, altamente contagiosi di fede viva.

I). Michele Celiberti

L'ANSIA DI UN APOSTOLO

Da una lettera scritta a don Romeo Panzone: "Ogni anno il tempo ci fa ricordare del dono prezioso

del sacerdozio. Scorrono i giorni e noi portiamo Cristo nolle nostre

carni, nei nostri cuori, che possiamo ridonarlo alle anime in qualsiasi condizione Egli ci ponga.

II mio augurio e che tu lo possa distrihuirc a piene mani, specialmente nel tuo faticoso andare. Pertanto sii apo-stolo fecondo e possa colmare le lacune di noi Discepoli, almeno parlo di me".

D. Francesco Panctta dei Discepoli 1979 fi 1' n in r i ^ rn !' iin'lt'i

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COME NASCE LA FAMIGLIA 2 - IL MATRIMONIO (?) CIVILE

1. Questa frase, storicamente parlando, esprime il tentativo, anzi una serie di tentativi per sostituire il matrimonio religioso con un atto pura-mente civile; per, diciamo tutto con una parola sintetica, laicizzare il matrimonio riducendolo un contratto a cui da special forza e vigore lo Stato colle sue leggi. Nel senso preciso era ben naturale, logico che la Chiesa condannasse il matrimonio civile, dichiarando ben alto che senza l'atto religioso tutti gli atti civili di questo mondo comunque autenticati e solenni non possono di due Cristiani fare due sposi.

2. In realta il disegno primitivo di soppiantare il matrimonio religio­so con l'atto civile non e riuscito; la enorme maggioranza degli italiani non si ritiene debitamente sposata che se e quando sia sposata in Chiesa; se mai parecchi tendono a ritenersi ottimamente sposati anche se uniti

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solo davanti al Parroco. I piu fanno il matrimonio religioso, e adempiono l'atto civile.

3. Questa coesistenza del rito sacro e della cerimonia civile e in qualche modo provvidenziale, perche serve a misurare sperimentalmentc la superiorita ineffabile del primo sulla seconda. Quando il matrimonio religioso e per se stesso e per tutti gli amminicoli che lo accompagnano, caldo e solenne, tanto e, malgrado eccezionalissime circostanze, fredda e sciatta la cerimonia civile; con quell'ufficiale (lo chiamano cosi) in cal/.o-ni, e sia pur anche cinto di fascia, che freddamente, prosaicamente ti legge, ti biascica quegli articoli del codice, cosi giusti ma che in quel momento paiono proprio una volgare doccia sul calore e l'entusiasmo delle giovani anime frementi d'affetto, in una stanzetta che sembra la cornice degna del freddo e sciatto svolgersi della cerimonia. Spiritual-mente il piu modesto matrimonio religioso nella piu povera Chiesa d'un villaggio supera la celebrazione profana civile la piu sontuosa.

4. Sotto la pretesa iniziale di sostituirsi al matrimonio religioso, a cui solo spetta di pieno diritto quel nome, c'era pero e c'e qualcosa di legitti-mo. Anche la societa civile e interessata nel fatto matrimoniale, base e fondamento della famiglia. E s'ella fosse conscia davvero e rispettosa dei limiti naturali ai suoi diritti, si contenterebbe di registrare anche lei i matrimoni cattolici, che non cosi, serii, dando man forte alia lutela dei diritti e doveri che ne scaturiscono; salvo a intervenire lui in quei casi disgraziati in cui manca tra i due sposi il soffio divino della religione. E cosi fa quel paese civilissimo che e Tlnghilterra; e cosi facendo sarebbe evitata in radice ogni contesa tra le due supreme autorita che hanno tanto interesse ad andare d'accordo.

5. Ma da noi il matrimonio civile e nato sotto una cattiva stella, quando il potere laico pareva si divertisse a creare e moltiplicarc i dissen-si, gli attriti col potere sacro. E voile essere una cosa a se, e s'impose come tale, e voile precedere, assolutamente precedere quel rito religioso che, per una strana contraddizione, esso, potere civile, proclamava quanti-ta trascurabile, inesistente.

La Chiesa fu assai piu savia dello Stato. E per non esporre i suoi figli devoti a trovarsi proprio essi ed essi soli sforniti della protezione statale dei loro diritti, prescrisse e prescrive, salvo casi eccezionalissimi, che non solo i suoi figli celebrino, ossequienti alia legge, l'atto civile, ma lo man-dino avanti al rito religioso. Anche una volta, anche in questo caso, la Chiesa ha dato a Cesare quello che era di Cesare, anche se Cesare meno scrupoloso non ha dato a Dio tutto quello che era ed e di Lui.

(continua) Da "La Famiglia " di P.G. Semeria

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UN SANTO A CUSTODIA DEI DISCEPOLI

Quando padre Minozzi, fondata la Famiglia dei Disce-poli, pensd di affidarla a chi la potesse presentare continuamen-te dinanzi al trono di Dio, scelse due grandi intercessori quali suoi protettori, i due Giovanni biblici: il Battista l'Evangelista, da lui stesso ben sperimentati perche suoi personali protettori onomastici.

Due santi quasi agli antipo-di, ma che, congiunti, incarnano i piti puri ideali cristiani: la for-tezza austera ed umile del Batti­sta e 1'amore profondo e puro dell' Evangel ista.

Ci chiediamo: perche padre Minozzi per una Famiglia gio­vane del XX secolo ha scelto a protettore 1'ultimo, anche se il piu grande, profeta del V.T.?

Egli piu volte del Battista ha parlato ai Discepoli nelle celebrazioni del 24 giugno, giorno della nascita del Santo e della rinnovazione dei voti da parte dei consacrati. II Battista viene presentato dal padre come una figura poliedrica ed entusiasmante.

Vediamo di delinearne alcuni tratti senza pretese di esaustiva com-pletezza configurando in lui il primo consacrato del N.T., il primo Disce-polo.

Anzitutto dal Vangelo il Battista appare come l'uomo dall'indiscusso primato di Dio sulla sua vita: fin da giovane si ritira in regioni deserte (Lc. 1, 80) per inzupparsi di Lui e irrobustendo il suo spirito nella pre-ghiera e nella penitenza, che lo renderanno trasparente immagine di Dio. Sara veramente un uomo di Dio (20, 6 Lc).

Gesu lo chiamera "lampada che arde e risplende" (Gv. 5, 33), cioe che splende solo ed in quanto "arso" dall'amore per il suo Signore. Cio costituisce la premessa per la lode alia sua rigorosa coerenza da parte

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ancora di Gesu, che di lui dira che tutto fu ad eccezione di "una canna sbattuta dal vento" (Mt. 11, 8) o un uomo "mollemente vestito", ammantato cioe di ipocrisia o falsa diplomazia. Questo non gli impedira di vivere in profonda umilta, nel desiderio di "diminuire" fino alia scom-parsa dinanzi a Colui che vuole "cresca", senza alcun ostacolo da parte sua (Gv. 3, 30). Quel Gesu, la cui gioia diventa la sorgente della sua (Gv. 3, 29) e nella presentazione del Quale ("Ecco l'Agnello di Dio" Gv. 1, 36) egli vede realizzata tutta la sua missione, ridotta a "voce" indicativa del Messia (Gv. 1, 23), e Tinsaziabile ideale e passione della sua vita.

Per Lui, perche venga degnamente accolto e conosciuto, tuona e scuote le coscienze colpendo senza misericordia gli uomini vuoti, storti, superbi, sassosi (ingombri di peccati custoditi come tesori), gli uomini-paglia, gli inutili ed infruttuosi, gli sfruttatori e gli adulteri, a tutti indican-do come possibility di salvezza la via della penitenza.

Perche egli e il profeta, il piu grande dei profeti, il profeta penitente e radicale, il giovane profeta, quasi un moderno contestatore, ma soprattutto il profeta-discepolo, perche egli si ritiene "Voce" di Cristo, la cui luce (=senso! da luce alia sua luce (Gv. 1, 8), che tanto brillera fino a sembrare

sorgente luminosa autonoma. Egli non si esalta ed umil-mente chiarifica: "Non sono io il Cristo" (Gv. 3, 28); non sono cioe assoluto, sono rela-tivo ad un Altro, al Cristo, che mi spiega.

Giovanni inoltre e l'uo-mo che prega e insegna a pre-gare (Lc. 11,1); e Tuomo del­la carita, quella che divide tutto in due parti, una per i poveri ed una per se; e colui che insegna ai re ed ai soldati, ai sacerdoti ed agli anziani ad essere servitori umili della gente.

Un servo di Dio vera-mente eccezionale, ma che non fece mai alcun miracolo (Gv. 10, 40), perche egli stes-so fu miracolo, "segno" di Dio in mezzo agli uomini.

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percio il testimone singolare, venuto come testimone per rendere testimo-nianza(Gv. 1, 8).

Peccato pero che alcuni uomini del suo tempo "vollero rallegrarsi solo per un momento alia sua luce" (Gv. 5, 35) e "resero vano per loro il disegno di Dio non facendosi battezzare da lui" (Lc. 7, 30).

Ma Giovanni non sara un fallito, anche quando per screditarlo, i farisei diranno di lui che "aveva un demonio" (Lc. 7, 34), perche, cosi affermera Gesu, "alia sapienza e stata resa giustizia" (Lc. 7, 35).

Nell'anno internazionale della famiglia infine, il Battista deve occu-pare un posto di onore singolarissimo: la sua strenua difesa dell'amore unico coniugale contro la corruzione immorale ed amorale degli Erodi, delle Erodiadi e Salome di tutti i tempi, che tra ebbrezza di vino e danze staccano dal busto le teste dei santi, e e deve restare una bandiera eretta sul mondo da non ammainare mai. Scomparso quel segno, non sara decapitato piu Giovanni Battista, ma la famiglia, anche nell'anno in cui viene esaltata.

II santo patrono dei Discepoli voglia riempire di se, del suo spirito i suoi protetti, tanto bisognosi della sua potente intercessione e della sua forza di testimonianza.

D. Michele Celiberti

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UNA NUOVA ASSOCIAZIONE?

L'Associazione degli Ex Alunni dell'Opera sorse negli anni imme-diatamente susseguenti alia guerra per volere del Padre Minozzi e fu primo presidente il dott. Giuseppe Valente, uno dei primissimi alunni, orfano di guerra.

L'Associazione era ritenuta indispensabile per raccogliere e conser-vare il ricchissimo patrimonio di esperienza fraterna ed educativa che si

era accumulata negli anni, per ridestare con molteplici attivita e con l'aiuto del giornale i sen-timenti di legame alTOpera e alia Famiglia dei Discepoli. una ric-chezza non trascurabile e in nessun modo da di-sperdere.

Non sono state po-che le esperienze di incontri, di conoscenze, di notizie, di visite, che si sono accumulate via via negli anni, anche se qualcuno avanza la la-mentela che incontri se ne fanno pochi.

Ma anche nei pochi che periodicamente si

promuovono, accanto a motivi certamente piacevoli, ne balzano evidenti altri che inducono a perplessita.

Senza dubbio e'e sempre il vecchio entusiasmo che puntualmente si rinnova, e'e il piacere di rivedere volti amici, di stringere mani fraterne e abbandonarsi ad abbracci affettuosi, ma sono, come dire, sentimenti or­mai consolidati dall'andare degli anni, che sanno di un certo peso delTeta matura, deiraffanno delle primavere ormai sempre piu numerose. Sono pero rari i giovani rincalzi portatori d'esperienze nuove, che consentano il profumo di collegio lasciato da poco, Tascolto ancora fresco di episodi di vita collegiale e di Discepoli amici lasciati al loro lavoro che non ha soste.

Quello che emerge e che non mancano i giovani perche non avverto-

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no come noi il caro attaccamento all'Opera e alia Famiglia, che snobbano i vecchi collegiali ai quali non sentono di collegarsi per incomunicabilita, ma e che mancano proprio i giovani ex alunni! E questo per il semplicissi-mo motivo che mancano gli alunni! Forse ci pare di evitare un triste riferimento, ma occorre avere il coraggio di dire che le nostre gloriose Case delFOpera non sentono piu i gridi di centinaia di ragazzi, ne dalle cappelle s'elevano preghiere corali e canti appassionati, ne i refettori pro-fumano di calde minestre fumanti. Che per questo? Che 1'Opera e finita? No, non ci sfiora neppure l'ombra di questo pensiero inopportuno.

E che dobbiamo prendere consapevolezza che il mondo cammina, che le cose del mondo camminano con esso, che l'Opera e nel mondo e ne segue le vicende.

Noi fummo accolti quando la societa rendeva evidenti carenze e lutti e la poverta era piu esteso patrimonio d'intere regioni e di larghi strati sociali. Oggi non piu. L'ltalia per la prima volta conosce un lungo perio-do di pace e gli orfani non sono tali per le guerre; un certo benessere rende meno pesante la vita anche alle famiglie meno agiate; la scuola ha raggiunto ormai ogni angolo del nostro Paese.

I casi di necessita, le necessita della nostra infanzia, sono quasi del tutto spariti, anche se sono sorte nuove poverta, che richiedono ben altro impegno.

Ora, mandare i figli in collegio non ha senso, e si e avverato quanto gia notava P. Semeria: II collegio e un male necessario. 11 che voleva dire che doveva essere superato non appena fosse finita la ragione che lo rendeva necessario.

Tuttavia l'Opera continua e in modo egregio, perche ha saputo ascol-tare la voce dei tempi, e ha dato risposta alle nuove richieste: assistenza agli anziani, centri di spiritualita e di incontri, ricreatori, centri culturali. Le Case sono occupate da nuovi ospiti.

Dunque, si e estesa a nuovi incontri la vita del l'Opera e, in essa, dei Discepoli; sono persone mosse da motivazioni diverse dalle nostre che entrano nel raggio della loro azione e sono persone che fruiscono di un'azione indubbiamente benefica.

II problema che poniamo e questo: come l'Associazione ex Alunni mira a tenere stretti i legami degli ex, sorti in seno all'Opera e, indiretta-mente, a ridestare sentimenti ideali che negli anni di collegio furono fondanti, analogamente si dovrebbe creare una forma nuova associativa capace di continuare quel legame con le persone che attualmente hanno rapporto con l'Opera. Un'Associazione di Amici dell'Opera, per esempio, che annoveri gli ex-Alunni, oserei dire come nucleo piu importante e piu impegnato da doveri di riconoscenza, ma anche quanti in un modo o nell'altro hanno fruito e fruiscono dell'attivita dei Discepoli con la fre-

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quenza dei Centri di formazione, o dei Centri di Spiritual ita, di quelli giovanili, ricreativi. Potrebbero partecipare, perche no?, i parenti degli Anziani, gli estimatori in genere.

L'attuale Associazione degli ex alunni non verrebbe cancellata, ne assorbita totalmente dalla nuova forma associativa, ma allargherebbe la spiritualita e il sentimento di fraternita che la connotano ad un'esperienza piu vasta che le darebbe nuovo alimento e nuovo vigore. Vedrebbe piu chiaro il motivo che ne giustifica Tesistenza e che non e tanto il richiamo del passato, che e solo una prima ragione del suo essere, quanto quello del presente, cioe la vita dell'Opera e della Famiglia nel momento attuale. Gli ex, insomma, e gli altri, manifesterebbero in modi diversi, cioe, appunto, per varieta di motivazioni, lo stesso legame alia stessa Opera, che, in modo diverso, ha svolto la sua azione benefica lungo il corso degli anni.

Scompariranno gli ex alunni, nel senso che non sara incrementato il numero di quelli attuali? Non so, ma se anche fosse? Certo non sara per nostra incuria o disinteresse. Ma e certo che sta a noi perseguire uno scopo preciso: amare l'Opera per quello che e attualmente, sostenerla anche con la nostra sincera comprensione per le risposte, non facili in vero, alle richieste del tempo presente e accomunare a noi quanti nutrono sentimenti di affettuosa stima e gratitudine.

Luigi Galaffu

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MARIA, ANIMA DELL'UNIONE ECCLESIALE

Maria, nostra mediatrice dopo Cri-sto, e proprio in di-pendenza dcll'azione salvifica dell'unico Mediatorc fra Dio e gli uomini (I Tm 2,5), contribuisce in modo del tutto spe-ciale all'unione della Chiesa con la realta escatologica e celeste della comunione dei santi, essendo lei gia stata "assunta in cie-lo".

La verita del-l'assunzione di Maria al cielo, in corpo ed anima, definita da Pio XII e riaffermata dal Concilio (LG 59), ci mostra la realiz-zazione piena e definitiva in questa donna di tutti gli effetti dell'unica mediazione di Cristo, Redentore del mondo e Signore ri-sorto, secondo il pensiero di S. Paolo; "Tutti riceveranno la vita in Cristo. Cia-scuno pero nel suo ordine: prima Cristo che e la primizia; poi quelli di Cristo, alia sua venuta" (I Cor 15, 22-23).

Nel mistero del-I'assunzione si espri-me la fede di tutta la Chiesa, che ama vede-re Maria unita a Cri­sto da uno stretto c in­dissoluble vincolo: se infatti, come madre-vergine, era a lui con-giunta singolarmente nella sua prima venu­ta, lo sara anche in at-tesa della seconda ve-nula di Cristo per la sua continuata coope-razione con lui nel-l'opera della salvezza.

"Redenta in modo piu sublime in vista dei meriti del Fi-glio suo" (LG 53),

Maria possiede anche quel ruolo, che e proprio della madre, di mediatrice di cle-menza nella venuta definitiva di Cristo, quando saremo tutti vivificati in Lui e 1'ultimo nemico ad essere annientato sara la morte, perche Dio sia tutto in tutti (I Cor 15, 26-28).

Michele Perriello

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ANNO DELLA VITA CONSACRATA GUARDANDO AL SINODO

I lavori di preparazione al Sinodo sulla Vita Consacrata (2-29 otto-bre) fervono. Si attende di giorno in giorno la pubblicazione deirinstrumentum laboris", gia consegnato, con embargo, ai componenti delTU.S.G. (Unione Superiori Generali), riuniti ad Arriccia per l'assem-blea di primavera a fine maggio scorso. In quella occasione Mons. Jan Schotte, segretario Generate del Sinodo, presentando il coordinato mate­r ial (questional, proposte, indicazioni varie) pervenuto in segreteria, ha affermato che per nessun altro Sinodo c'e stata tanta partecipazione, tante risposte (65%), tanto interessamento; per esso c'e tanta attesa, tensione verso l'avvenire, tante speranze.

Non si possono certo anticipare le conclusioni del Sinodo: l'instrumentum laboris e solo materiale ordinato ai fini di una program-mata trattazione della molteplicita degli argomenti (veramente tanti). In questo lavoro pero non c'e alcuna anticipata risposta, perche il Sinodo lo faranno i vescovi con le loro riflessioni accettando o rifiutando quanto pervenuto o proposto.

Ne il Sinodo trattera tutti gli argomenti ed i problemi della V.C.; necessariamente si limitera ad alcuni, a quelli piu rilevanti ed urgenti, quali la tensione verso il futuro, l'analisi del presente, approfondimenti teologici, immissione nella comunione e missione della Chiesa.

E personale convinzione che il Sinodo vorra ricordare e rimarcare ai religiosi specialmente gli aspetti connotanti la V.C., quelli piu reclamati dagli uomini del nostro tempo, validi a renderla elemento di attrazione da parte di quanti oggi non la conoscono o comunque non se la spiegano proprio quanto a senso. L'inculturazione della V.C., che renda accessib­le il nostro linguaggio alle odierne generazioni e quindi un po' piu roseo il

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futuro; un effettivo rinnovamento spirituale delle comunita rese esperte di Dio e capaci di contagiarne il mondo; una piu vera e grande comunione all'interno delle comunita e con I'intera Chiesa (Laici e Clero) che la renda oggetto di ammirazione; ed infine un radicalismo carismatico fondazionale finalizzato alia missione voluta dalla Chiesa, che si chiama oggi evangelizzazione e rievangelizzazione: penso saranno questi i punti focali su cui il Sinodo fara sentire la sua illuminata parola.

Occorre certo che la comunita cattolica interceda perche lo Spirito Santo sia presente con la sua grazia ai lavori sinodali, che solo con lui sfuggiranno al rischio di un semplice lavoro umano di programmazione dottrinaria e strategica e riporteranno la comunita dei credenti alia riappropriazione degli splendidi ideali della consacrazione, dal momento che Egli solo pud sovvertire ogni previsione ed umano calcolo.

Tutto questo chiaramente richiede ancora impegno di preghiera ed attenzione ai segni dei tempi, ai segnali di Dio.

D. Michele Celiberti

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CONTEMPLAZIONE E IMITAZIONE DI CRISTO DAL CUORE TRAFITTO: UNA

SPIRITUALITA MOLTO RICCA ED ESIGENTE

II testo biblito fondamentale (Gv 19, 31-37)

"Era il giorno della Parasceve (preparazione della Pasqua) e i Giudei, perche i corpi non rimanessero in croce durante il sabato, era intatti un giorno solenne quel sabato, chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero, dunque, i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso con lui.

Venuti, pero, da Gesu e vedendo che era morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpi il costato con la lancia e subito ne usci sangue e acqua.

Chi ha visto ne da testimonianza e la sua testimonianza e vera ed egli sa che dice il vero, perche anche voi crediate. Questo, infatti, avvenne perche si adempisse la Scrittura: 'Non gli sara spezzato alcun osso'; e un altro passo della Scrittura dice ancora: 'Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

La devozione al Sacro Cuore di Gesu nasce sul Calvario, sgorga dal Costato aperto di Gesu Crocifisso, poggia sulla testimonianza veritiera di

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S. Giovanni e si riannoda all'annuncio profetico di Zaccaria: "Volgeranno gli occhi a colui che hanno trafitto": questa e la sua linea teologica.

S. Giovanni non soltanto e il solo a raccontarci l'episodio che si e svolto sul Calvario immediatamente dopo la morte di Gesu, ma aggiunge all'episodio alcune frasi particolarmente significative: "Colui che ha visto ne rende testimonianza e sa che la sua testimonianza e vera affinche anche voi crediate".

E' evidente che S. Giovanni non vi discerne solamente un avveni-mento qualunque accaduto dopo la morte di Nostro Signore. S. Giovanni vede in cio qualche cosa che deve spiegare in realta cio che e stata la morte di Gesu, cosi come Giovanni l'ha capita e come vuole che noi la comprendiamo.

L'evangelista, dopo aver narrato della lanciata e del sangue e dell'ac-qua scaturiti dal costato cosi aperto, riporta due testi dell'Antico Testamento.

1. II sangue

II primo testo si riferisce all'agnello immolato, senza romperne alcun osso, per prescrizione di Dio, in occasione della prima Pasqua degli Israeliti in Egitto, quando il sangue di questo agnello, sparso sugli stipiti e sull'architrave delle case degli Ebrei, salvo dalla morte i loro primogeniti e segno la liberazione dalla schiavitu.

Giovanni cita il particolare "Non gli sara spezzato alcun osso", in vista che i soldati spezzarono le gambe ai due ladroni, ma non a Gesu, ma intende riferirsi a tutto intero l'episodio.

La citazione fatta da Giovanni ci autorizza a vedere, in questo agnel­lo e nel suo sangue, la figura del vero Agnello Pasquale immolato sulla croce proprio nel momento in cui a Gerusalemme si immolavano gli agnelli per la Pasqua.

Questo testo, questa lanciata, questo sangue ci dicono: "Ecco il vero Agnello, che ha tolto i peccati del mondo, che salva gli uomini dalla morte eterna, dalla schiavitu del peccato; ecco l'Agnello che morendo ha distrutto la morte e ha ridato a noi la vita".

2. L'acqua

II secondo testo citato da Giovanni e un richiamo alia profezia di Zaccaria. Zaccaria descrive l'immenso dolore e afflizione che si riversera sul popolo a motivo dell'uccisione d'un personaggio, al quale "volgeran­no lo sguardo" e lo piangeranno come si piange un primogenito... Ma "in

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quel giorno vi sara per la casa di Da-vide... una sorgente zampillante per lavare il peccato e rimpurita".

Ezechiele poi ha la visione del-l'acqua che seende "sotto il lato destro del tempio verso oriente..." e gli vien detto che quelle acque, dove giungono, risanano".

S. Giovanni, con le poche parole citate, ci invita a leggere tutta la pro-fezia nella visione del costato trafitto di Gesu e delTacqua che ne scaturi-sce. Percio viene a dirci che il Trafitto e Gesu e la sorgente e quel la uscita dal suo costato aperto. L'acqua uscita dal costato di Cristo e l'acqua che veramente purifica dal peccato e daH'impurita. Essa significa lo Spirito Santo, come Giovanni stesso dice

spiegando le parole di Gesu: "Chi ha sete venga a me e beva ecc": "Questo egli disse riferendosi alio Spirito Santo che avrebbero ricevuto i credenti in lui".

Gesu dona lo Spirito che purifica dal peccato e dairimpurita.

Guardiamo alia ferita del costato

Questa ferita riepiloga tutta l'opera di Gesu e l'infinito suo amore: la salvezza nel suo sangue del sacrificio, la purificazione vitale nelTacqua, cioe nello Spirito Santo: i Sacramenti delta Chiesa, la Chiesa stessa, come dicono i Padri e il Vaticano II, sono nati qui da questo incommensurabile amore provato dal costato squarciato, col cuore ferito.

II Papa Pio XII neU'enciclica "Haurietis aquas" sottolinea fortemente il simbolismo "biblico" e "sacramentale" del Cuore di Cristo.

Egli cita esplicitamente una frase di S. Bonaventura, in "Vita mystica", ritenuta sempre un punto di riferimento essenziale per ogni riflessione sulla spiritualita del Cuore di Cristo: "La ferita del costato aperto ci mostra la ferita interiore.... Nella ferita visibile del tuo cuore noi contempliamo la ferita invisibile del tuo amore".

La Chiesa ci propone cost a meditare in quella ferita il compendio del misterioso amore di Dio, ci invita a vedere in essa la nostra risposta a questo amore infinito: Tingratitudine.

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Se Gesu Crocifisso col costato squarciato ci dice: "Ecco quel cuore che ha tanto amato", ci dice anche "Ecco quel cuore che gli uomini hanno squarciato con i loro peccati e la loro ingratitudine".

Gl'uomini? Tu, io... su quella lancia c'e inciso il tuo. il mio nome, il tuo, il mio peccato... ogni peccato.

Che cosa dobbiamo fare?

Pentimento e conversione, cioe proposito di non voler piu peccare e di vivere in un nuovo rapporto d'amore crescente con Cristo.

La devozione al Sacro Cuore di Gesu rivolge ai fedeli un duplice invito: conoscere Cristo in profondita, conoscerlo nella sua interiore realta.

Quando col catechismo alia mano siete arrivati a dire "E il Figlio di Dio", non arrestatevi. Camminate con passi cauti, con l'anima attenta, colle meditazioni raccolte, pronti a ricevere l'eco delle immensita che si rivelano a chi osa esplorare il Cuore di Cristo.

Davanti a Cristo presentato col suo Cuore noi dobbiamo concludere: il Vangelo e amore, l'lncarnazione e amore, la Passione e amore, l'Euca-ristia e amore, la Chiesa e amore, la grazia e amore" (Paolo VI).

Suor Adeodata Zappon

NERO E BIANCO Amico Bianco Io, quando piccolo, Nero Quando diventato grande. Nero Quando arrabbiato. Nero Quando paura. ancora Nero Quando morire, Nero Ugualmentc Nero sempre Nero

Ma tu, Amico Bianco Tu, quando nato, Rosa Quando diventato grande. Bianco Quando arrabbiato. Rosso Quando ammalato. Giallo Quando morire. Viola Dopo... senza colore

Ma allora, Amico, Perche chiamare me ... "Uomo di Colore" ?...

(Anonimo)

JM

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ITESTIMONI DI GEOVA

COSA DICONO

La negazione della divinita di Cristo

La Bibbia dei TdG, denominata Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, in molti punti essenziali e gravemente infedele ai testi originali. E cio non per ignoranza o superficiality bensi per giustificare le loro tesi peregrine.

II loro "Credo" risulta percio in piu articoli in evidente e stridente contrasto con la fede della Chiesa.

I TdG sostengono che: — la Trinita non esiste — Gesu Cristo non e Dio

- Gesu non ha istituito i Sacramenti (pertanto: nessun valore ha la Santa Messa)

— l'anima dell'uomo muore con il corpo — non esistono 1'inferno e il purgatorio

- non bisogna venerare ne la Madonna ne i Santi — venerare le immagini e idolatria — Cristo non ha fondato la Chiesa

- la Chiesa Cattolica e la nuova Babilonia, la citta di Satana — il Papa e i Vescovi sono asserviti a Satana — la fine del mondo e imminente

- glieletti sono 144.000 — si salveranno solo i TdG — e proibita la trasfusione di sangue

La trinita non esiste

II movimento geovista non solo nega questa verita ma asserisce che questa dottrina "disonora Dio" perche equivarrebbe a credere a tre dei. Afferma altresi che la Scrittura non direbbe nulla al riguardo. Ma questa e una menzogna.

Se e vero, infatti, che nei libri delTAntico Testamento il mistero del Dio Trino e solo adombrato (il Messia non e indicato come Figlio di Dio, lo Spirito di Jahwe non indica una persona ma la potenza con la quale Dio agisce) e che nel Nuovo Testamento il termine 'Trinita' non compare mai

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(e una formulazione della teologia cattolica a partire dal 11° secolo) e pur vero che le pagine neotestamentarie abbondano di citazioni esplicite sul Padre, sul Figlio e sullo Spirito Santo presentati come Persone nettamente distinte con interventi ed operazioni che competono unicamente a Dio. Le prove non mancano sia a livello enunciativo che sul piano delle immagini.

Per un confronto sereno e costruttivo rimandiamo a questi testi: — Mt 28,19-2 Cor 13,13 (sulla divinita di Gesu e sulla sua uguaglianza con il Padre): — Gv 10,30- Gv 14,9-11 (sulla divinita dello Spirito Santo e sulla sua uguaglianza con il Fi­

glio): — Gv 14,16.26- Gv 15,26- Gv 16,13.

QUESTA E LA NOSTRA FEDE Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

n. 234 11 mistero della Santissima Trinita e il mistero centrale della fede e della vita Cristiana. E il mistero di Dio in se stesso. E quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; e la luce che li illumina. E l'insegnamento piu fondamentale ed essenziale nella "gerarchia delle verita" di fede. Tutta la storia della salvezza e la storia del rivelarsi di Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a se coloro che sono separati dal peccato.

n. 254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. "Dio e unico ma non solita-rio". "Padre", "Figlio" e "Spirito Santo" non sono semplicemente nomi che indicano modalita dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: "II Figlio non e il Padre, il Padre non e il Figlio, e lo Spirito Santo non e il Padre o il Figlio". Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: "E il Padre che genera, il Figlio che e generate lo Spirito Santo che procede. L'Uni-ta divina e Trina.

n. 261 II mistero della Santissima Trinita e il Mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio pud darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo.

n. 266 La fede cattolica consiste nel venerare un Dio solo nella Trinita, e la Trinita nell'Unita, senza confusione di Persone ne separazione della sostanza: altra infatti e la Persona del Padre, altra quella del Figlio, altra quella dello Spirito Santo; ma unica e la divinita del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, uguale la gloria, coeterna la maesta.

Cesare Faiazza

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Da Senise - Scuola Materna "P. Minozzi

LA FAMIGLIA CON GLI OCCHI DEL BAMBINO

L'anno scolastico 1993-'94 volge al termine. Quanta cordialita, simpatia, amicizia e buona compagnia abbiamo

avuto dallo stare insieme ai nostri bimbi ed alle nostre care e laboriose suore!

AH'inizio dell'anno scolastico la Madre Superiora convoco 1'assem-blea dei genitori per presentare la programmazione. Ci informo che, in occasione della proclamazione da parte deirO.N.U. dell'anno 1994 come "Anno Internazionale della Famiglia", il tenia dominante attorno al quale si sarebbe svolta l'attivita didattica sarebbe stata la famiglia vista con gli occhi del bambino. E stato infatti questo il punto intorno al quale si sono svolti successivamente gli incontri di catechesi e quelli ricreativi. I primi si sono svolti periodicamente a cura della Madre Superiora e del Parroco al fine di aiutare i genitori nel difficile compito educativo, che e vero proprio apostolato, mediante un piu approfondito cammino di fede che non e un bene acquisito ma un dono da custodire, far crescere e trasmette-re mediante la famiglia, piccola chiesa e nucieo tondamentale per la vita di ogni societa.

Le festivita liturgiche, e non, sono state occasione di incontri ricreati­vi tra genitori e bimbi a motivo di crescita comune.

Per le festivita natalizie le suore hanno lavorato assieme ai bimbi per preparare le recite con canti e poesie e i genitori hanno lavorato assieme ai figli per preparare dei cartelloni rappresentanti in modo soggettivo il Natale al fine di evidenziare, dal punto di vista didattico, il lavoro colletti-vo svoltosi in seno alle proprie famiglie.

Anche in occasione del Carnevale abbiamo assaporato il piacere e la gioia di ritrovarci tutti insieme come una grande famiglia.

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L'attivita didattica e ricreativa ha avuto culmine nell'ultimo incontro svoltosi il 21 maggio in occasione della 3a festa regionale che non a caso titolava intensa che ha visto ancora una volta uniti suore - genitori -bambini.

Ognuno ha svolto il proprio ruolo con entusiasmo ed amore, abbiamo sfilato, cantato, giocato con i nostri bimbi, abbiamo apprezzato il paziente e faticoso lavoro delle suore nel preparare in modo lodevole i bambini. Alcuni genitori hanno contribuito ad allietare la serata con il Karaoke. Noi genitori abbiamo fatto una scelta consapevole iscrivendo i nostri figli alia scuola cattolica con la quale intendiamo collaborare non solo per I'educazione religioso-morale dei nostri bambini ma per promuovere tutto il processo educativo della persona insieme con la Chiesa.

A tale proposito non possiamo fare a meno di congratularci e ringra-ziare di cuore le nostre suore per il lavoro che svolgono e il sostegno morale che danno alle nostre famiglie.

Una mamma Milione M. Antonietta

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Da Palermo - Istituto "Puricelli"

PER NON DIMENTICARE NESSUNO

Dopo cinque anni di vita insieme, si avvicina sempre piu il momento della "separazione"; con alcuni sara un ritrovarsi nel prossimo corso di studi, con altri magari ci incontreremo un giorno per strada e ricorderemo i bei momenti trascorsi insieme, le marachelle, gli scre/.i, le burle e i sorrisi.

Certamente abbiamo quasi superato una tappa della nostra vita molto importante, ed e per questo che di tutti sono certo che ricordero qualcosa: I'allegria e la simpatia di Armando Pepe; la simpatica birbanteria di Fran­cesco Ingrassia e di Bruno Papia; l'ingenuita di Giovanni Belfonte, spesso vittima dei piu discoli; la bonaria e cordiale espressione di Fabio Delmonte e Alessandro Lemme; il supersimpaticone Vincenzo Venuto; il mio omonimo Dario Savarese; Giuseppe Sciortino con i suoi occhietti vivaci e la battuta sempre pronta; Francesco Pillitteri e Nicola Giambelluca dall'aria tranquilla e rassicurante; e concludo l'elenco dei maschi con Marco Vassallo ormai amico inseparabile.

E ora le femmine della mia classe che spesso abbiamo tenuto in disparte: la sempre gentile Arianna Russo; le simpatiche gemelline Maria e Francesca Di Fiore; la sempre disponibile Leandra Ardizzone; le pimpanti e vivaci Angela Pinto e Mariaconcetta Pensato; le tranquille e socievoli Clara Marino e Romina Mendola; e naturalmente la nostra Tiziana Gambini che con serieta e amore ci ha seguiti in questo quinquen-nio con lodevole impegno. Di lei nulla dico perche non trovo aggettivi adatti, ma so che dentro di noi rimarra qualcosa di lei che il tempo non cancellera.

Conservero questo lungo elenco con le firme della mia maestra e dei miei compagni nel mio cassetto dei ricordi perche fanno parte della mia vita.

Dario Torregrossa V Classe Elementare

Istituto "Puricelli" Palermo

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Da Roma - Casa Nazareth

Raiano - Suore Alcantarine.

"Viva Maria", riportava un segnale allegro e luminoso nel giardino di Casa Nazareth delle Ancelle del Signore a Prima Porta. Ed il giardino stesso sembrava un inno alia Madonna, tanto rigoglioso ed ordinato era quello sfondo della Messa serale che si e svolta l'ultimo venerdi del mese di maggio. La celebrazione riuniva la piccola comunita di abitanti di Prima Porta, seguita da Suor Giovanna e Suor Maria Rita.

La bellezza del luogo, la presenza di molti bambini, la musica, i canti e le tranquille parole del Padre Monsignor Messucco Romano, parroco della Chiesa dei Santi Urbano e Lorenzo, hanno contribuito alio svolgi-mento di una Messa molto sentita. A cio e seguito un rinfresco offerto dalle Ancelle con vassoi che passavano di mano in mano fra le panchine ed i banchetti della scuola materna sparsi nel giardino.

Cos! anche il sottofondo musicale di canti di religiosa speranza e l'incessante vociare dei bambini impegnati con gli scivoli, componevano l'armonia del gruppo.

Una serata molto gradevole che ci ha mandato a casa pieni di buoni prospetti.

Federica Corteggiani

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Dal Brasile - Itaquaquecetuba

GIOVANI IMPEGNATI NELLA EVANGELIZZAZIONE

Ogni anno cresce la partecipazione e l'impegno dei giovani nelle attivita pastorali e liturgiche nella nostra parrocchia "Gesu Maestro" in Itaquaquecetuba, Sao Paulo, Brasile.

Nella festivita della Settimana Santa i giovani si distinsero per l'im­pegno e la partecipazione. Nella domenica delle Palme si concentrarono circa duemila persone, in maggioranza giovani, e andarono in processione dalla parrochia fino al palazzetto dello sport (ancora incompleto, con la sola copertura per ripararsi dal sole), ove si radunarono per la santa messa celebrata dal nostro parroco padre Aldo.

Durante la processione animata da canti, i giovani, con nastri vario-pinti, in cinque gruppi rappresentanti i cinque continenti. simboleggiava-no la missionaries mondiale.

Fu una grande manifestazione di fede e ardore missionario, per l'amore e Timpegno dimostrato, derivante anche dai compiti di responsa-bilita che i giovani hanno assunto nelle comunita a servizio del Regno di Dio.

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Ancora nella Settimana Santa, oltre a partecipare attivamente alle festivita proprie del tempo, i parrocchiani ebbero la gioia di assistere ad una meravigliosa rappresentazione teatrale, ove i giovani, sotto la guida del professor Pascale, riuscirono, in maniera straordinaria, a creare intor-no al pubblico un clima di preghiera, riflessione e conversione. 11 giovane Claudio Gedert interpreto la persona di Gesu.

Sempre i giovani inoltre, hanno assunto impegni da leaders di Comu­nita di Base, con responsabilita di presidenza, segreteria, amministrazione e catechesi. Cosi, per esempio, nella Comunita San Pietro Apostolo, nel villaggio Campo Limpo, promosso e diretto dal giovane Luis Mercurio e con l'appoggio del parroco, si e formato un gruppo misto di sedici giova­ni, denominato "Giovani Missionari del Perpetuo Soccorso" (J. M. P. S.), che ha come priorita la missione di evangelizzare nelle Comunita dei Villaggi, che piu necessitano di appoggio e sostegno, in quelle special-mente in fase iniziale, come alcune da loro stessi fondate.

Questi giovani, ben coscienti della parola del profeta Isaia: "Lo Spiri-to del Signore Iddio riposa su di me, perche il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri" (Is. 61,1), ci danno un esempio di coraggio, perseveranza e amore a Dio che per primo ci ha amati: un esempio da non dimenticare!

Che il Signore benedica questi giovani, li illumini e l:i fortifichi sem­pre di piu rendendoli perseveranti in questo cammino di fede e missionarieta.

Gloria Helen

LA CARTOLINA

Sono per una settimana a BuclaPest, in Unghe-ria. Una citta straordinaria, bellissima. II ponte delle Catene sul Danubio e maestoso, i monumenti unici e splendenti. Nei ristoranti, davvero tipici, violini e at-mosfera tzigani.

Un invito a Voi tutti di visitarb. E un altro invito cordiale e che troviate, durante

le vacanze estive amici, compagni, ragazzi passati nel­le case dell'Opera per essere sempre piu numerosi...

Scriveteci, ve ne saremo grati. Alvaro Vilale

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LA SMEGMA NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE EX - ALUNNI

LA DIACONIA NELL'ASSOCIAZIONE DISCEPOLI GESU MAESTRO

"Probabilmente Dio perdonera tutti i nostri peccati tranne uno: quello di non aver utilizzato appieno il tempo concessoci". E' un'affermazione di don Michele Celiberti, fatta durante un'omelia domenicale, che mi e tornata con prepotenza in mente ascoltando, sabato 28 maggio a Potenza, la presentazione dell'abbozzo di statuto dell'Associazione Discepoli Gesu Maestro.

Si riferiva, quasi certamente, a quel cristianesimo di comodo che non vogliamo approfondire o peggio a quello che cerchiamo di nascondere oppure a quel rimandare a tempi migliori e mai stabiliti la nostra profes-sione di fede e l'impegno che ne deriva.

In pratica si tratta "non tanto di aggiungere anni alia vita ma vita agli anni" come qualcuno asserisce.

Questo sacerdote, indubbiamente, non cade in quel peccato ed eserci-ta il proprio ministero non lasciandosi scoraggiare dalla mediocrita quoti-dianamente sperimentabile.

L'incontro, infatti, ha favorito, anche questa volta, l'occasione per una stimolante catechesi ed ha prodotto lo sprono a fare i cristiani sul serio.

Lo ringraziamo di cuore e gli auguriamo il costante aiuto dello Spiri-to.

Mi preme, tuttavia, sottolineare dello statuto quello che riporta Tart. 9 all'ultimo capoverso: "... collaborando attivamente nelle strutture ani­mate dai Discepoli ... ". Ma quali le caratteristiche di questa collaborazio-ne?

Mi riferisco a quel carisma particolare della diaconia, inteso come servizio gratuito e disinteressato che si basa sul modello di Gesu Cristo, quel carisma che necessariamente deve essere posseduto da chi manifesta questa volonta.

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Questi laici non dovranno soltanto promettere ma dimostrare invece di possedere questo dono dello Spirito Santo col loro comportamento concreto e costante.

Dovranno tendere a diventare "collaboratori" alia maniera paolina. Arrivare, cioe, al punto da poter sostituire chi chiede la collaborazione e poter essere mandati in sua vece.

Opero a Potenza e voglio concludere con un invito a tutti gli ex alunni del "Principe di Piemonte": incontriamoci e parliamone. Sceglia-mo, come suggerisce don Michele, la messa della prima domenica del mese.

Padre Minozzi in un suo scritto afferma: "Nessuna casa ebbe vita facile, ma nessuna ci tormento come Potenza" e ancora "Nessuno ha amato Potenza quanto me".

Sono parole che esprimono tutto l'impegno e l'amore profusi per questa Casa.

Noi ex alunni non possiamo permettere che questo istituto possa correre il benche minimo rischio di non poter continuare a fare tutto il bene che ha fatto sempre.

Giovanni Ciancia

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GRATITUDINE

Ho preso ed appreso mol-to, da piccolo, dalTOpera Na-zionale. Tanto, sempre, da tutti davvero.

Sono appagato, soddisfatto sempre, specie quando mi addi-tano come "diverso" dagli altri. Naturalmente "diverso" per loro sta nella cortesia, simpatia. disponibilita. Ho fatto mio il motto: "Non c'e prestito piii grande d'un orecchio disposto ad ascoltare con benevo lenza"!

E nel mio lavoro di diri-gente di un ufficio particolare, quale appunto quello delta Sta-zione Termini, con mille perso-ne al minuto, con mille me/./i.

con mille problemi da risolvere al volo, con mille situazioni difficili, particolari, umani, riuscire a risolvere sempre con la dovuta modestia, tutto nel migliore dei modi e senza dubbio un grosso successo oltre che una bella soddisfazione morale.

Se, immedesimandosi nelle altrui difficolta quotidiane, si riesce ad avere la soluzione in cambio d'un sorriso sincero e un segno di stima. si riflette allora l'idea che hai negli altri: la tua storia, il tuo passato, la commozione si unisce in ricordi dei tempi andati. Hai preso, hai dato come il mare con i fiumi, come fai con i figli che riflettono, apprezzano, commentano con buoni propositi.

E allora, che vuoi di piu?!? Ho rivisto, l'altra settimana a Potenza, i Sacerdoti Don Livio e Don

Fortunato, miei superiori negli anni cinquanta. Un abbraccio, tante parole, tanti ricordi, tante pause di silenzio, di riflessioni, ricche di momenti di vita davvero incancellabili. Attimi irripetibili. Merito loro?? Di tutta l'OPERA NAZIONALE, e ringrazio e saluto di cuore!!

Alvaro Vitale

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UNA GIORNATA MOLTO PARTICOLARE

Sabato 28 maggio per alcuni di noi e stata una giornata diversissima dalle solite per tutta una serie di ragioni che poi diro!

Siamo partiti da Roma alia volta di Potenza alle 9 circa, in quattro: Vitale, Pascucci, Perrone e Leone. L'appuntamento era per le quattro del pomeriggio. Era in programma un incontro con tanti Amici, Ex e non.

L'autostrada non ci ha dato problemi particolari; il traffico non era intenso.

Poco prima di pranzo siamo giunti al Principe di Piemonte dove siamo stati accolti dal Superiore Don Fortunato che, dopo i convenevoli di rito, ci ha accompagnati in camera. Quale meraviglia! Con i recenti lavori di ristrutturazione parte delle vecchie camerate e stata trasformata in stanze bellissime provviste di ogni contort. Letti molto comodi, servizi completi di tutto.

Alle 13.30 ora di pranzo. Sua Ecc.za il Vescovo di Potenza Mons. Enni Appignanesi e stato ospite gradito e ci ha rallegrati in vario modo con la sua parola ora seria ora scherzosa.

La riunione programmata per le 16.00 e iniziata quasi puntuale. Un bel gruppo di Amici affollava la sala e I'interesse era alto per quello che ci saremmo detti.

II Padre Superiore Don Michele ha aperto i lavori ed ha letto ed illustrato ai presenti una bozza di statuto per la "Nuova Associazione" che si ha in animo di far nascere. In poche parole vogliamo allargare le fila dell'Associazione Ex Alunni a tutti coloro che per qualunque ragione frequentano le case dell'Opera e dei Discepoli e che condividono il pen-siero educativo di Padre Giovanni Minozzi.

La discussione sui vari articoli e stata ampia e gli interventi hanno variamente messo in evidenza I'interesse a formare un qualcosa che anco-ra non sappiamo come definire: Associazione, Movimento... o altro anco-ra. La dottrina della Chiesa in tale materia ci sara certamente d'aiuto.

Gli interventi non si sono, pero, soffermati solo sugli aspetti organiz-zativi e/o formali, hanno anche scavato nelle problematiche piu comples-

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se dell'uomo di oggi ed hanno messo in evidenza la necessita di lavorare in profondita per creare una spiritualita piu sentita e piu partecipata.

Alcuni dei partecipanti hanno dato le loro testimonianze di vita e di fede ed hanno espresso le proprie perplessita e il loro pensiero sulla bozza di statuto proposto. Hanno parlato nell'ordine: Raffaella, Anna Gloria, Gaetano, Alvaro, Melchiorre, De Biasi.

L'Assistente dell'Associazione Don Savino ha risposto alle domande ed alle perplessita di alcuni ed ha dato la sua ricetta per risolvere alcune situazioni-pratiche.

II Padre Superiore ha dato, poi, degli annunci in anteprima che rivo-luzioneranno, per cosi dire, la vita della casa di Potenza in quanto tale struttura dal prossimo autunno ospitera il Seminario dei Discepoli che attualmente e ad Ofena.

II Presidente degli Ex ha concluso con poche brevissime battute la conversazione intorno alle 20.30 dando appuntamento a tutti gli Amici per il prossimo autunno. Allora si riprenderanno i discorsi e si vedra meglio il da farsi.

II Cronista

A MARCO ANDRIANI

Arrivederci Papa pero non ti voltare, non mi guardare. Ci siamo salutati a lungo e se non ti ho baciato e stato per pudore. Arrivederci fai tu la nostra strada. Non posso dirti ora se ci sard domani o l'altro ancora.

Sistemer6 il giardino come posso, certo non come tu vuoi e manterro le cose tue come volevi. Arrivederci amore mio piccolo uomo amato, odiato, sofferto, compatito, riverito e cercato sino all'ultimo minuto. Arrivederci Papa, non e un addio!

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FACCIAMO IL PUNTO

Un altro anno sociale si e chiuso e diventa, quindi, tempo di bilanci e di riflessioni.

L'anno sociale che chiudiamo e stato segnato da alcuni avvenimenti fondamentali che hanno lasciato certamente un segno significativo. La perdita di Don Romeo e del nostro Segretario Angelo Masciotta, a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, ha creato anche un po' di scompiglio e, soprattutto I'esigenza di ridistribuire e riorganizzare le funzioni operative dell'Associazione.

II prossimo autunno servira certamente per dare un nuovo assetto alia nostra Associazione. Verranno riassegnati gli incarichi centrali e periferi-ci, verra dato slancio nuovo a tutta la vita dell'Associazione.

In questa pausa estiva ciascuno di noi dovra pensare ad inquadrare le esigenze operative e dovra pensare ad impegnarsi in prima persona.

Se e nostra intenzione far funzionare ed ingrandire l'Associazione e necessario l'apporto fattivo di ogni Ex Alunno e di tutti gli Amici.

II nuovo assetto organizzativo prevede, infatti, che anche altre perso-ne diverse dagli Ex possano far parte dell'Associazione o di quello che decideremo diventi questo nostro stare insieme.

La cosa certa e che lo spirito che ci animera sara sempre lo stesso, gli ideali ed i valori a cui ci ispireremo saranno sempre quelli dei Padri Fondatori che vogliono che tutti noi dobbiamo essere: "Lavoratori sereni, lieti, cristianamente autentici, figli appassionati dell'Italia".

In questa semplice frase di Padre Minozzi e racchiusa tutta la filoso-fia che deve animare il ramo laicale delle istituzioni fondate dal Padre.

Sara nostra cura lavorare sempre per adeguarci sempre piu a cosi alto ideale.

Michele Leone Presidente

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SPIZZICANDO

Le novita delta politica di questi giorni sono abbaslanza significative per not Cittadi-ni, in quanta ci stanno nwstrando la Nuova classe politica alle prese con I'attivitd di Governo.

II Nuovo Governo si e insediato ed iniz.ia ad operare.

Quello che la gente si aspetta e sicuramente tanto, ma pud sintetizzarsi in una sola frase: ripresa dell'economia, che vuol poi dire piu posti di lavoro, maggiori investimenti produttivi, risanamento delta jinanz.a puhhlica.

Le cose da fare sono sicuramente tantissime ed i Nuovi Ministri oltre che ad imparare it mistiere si troveranno a dover risolvere la pesante situazione eredilata.

Parlare gid oggi delta capacitd di operare di questo Governo e cerlamenle ancora prematura. Tutti dobbiamo avere la consapevolez.z.a che necessitano certi tempi per poter attuare i progetti o i sogni che sono stati fatti.

II tempo ci dird, difatto, se sono progetti o sogni. Se i posti di lavoro nasceranno vorrd dire che non si e parlato a vanvera di oltre I

milione di posti di lavoro. Se, invece, la ripresa non decollerd... allora avremo tempi motto piu bui di quelli appena vissuti.

Nelle su Considerazioni Finali it Governatore delta Banca d'ltalia ha data segni di speranz.a ed ha ribadito che la ripresa per TAz.ienda Italia e arrivata ed e foriera di soddisfaz.ioni e di benessere, ma perche sia colta interamente occorre che poggi sui solidi pilaslri degli investimenti pubblici e privati e non sui consumi detle famiglie.

II miracolo italiano e, pertanto possibile, ma a patto che ci sia la massima collabora-zione di tutti. Le aziende devono investire, le famiglie devono comprimere i consumi per non creare inflazione. I segnali di ripresa ci sono e sono buoni; le esportaz.ioni tirano anche per la svalutaz.ione delta Lira che ha reso competitive le nostre merci all'estero.

Bisogna, insomma, rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. In credibilitd di questo Governo si giochera tutta sulla ripresa economica e sui

risanamento delta Jinanz.a puhhlica. Sono obiettivi grandi ed impegnativi per quahmque tipo di Governo.

II Presidente Berlusconi e convinto di riuscire perche e sempre riuscito a raggiungere tutti i traguardi die si e prefissato.

El'augurio che gli facciamo, con la segreta speranza che ci riesca veramente, perche dalla sua Vitloria nasceranno certamente tutta una serie di vittorie per tutti gli italiani.

Una certa parte politica rema controcorrente anche perche non ha chiaro che in questa situazione e in gioco la credibilitd tutta del Paese. lr altre forze sane devono dare manforte al Presidente perche in tal modo daranno una mano a se stessi ed alle proprie famiglie.

IM ripresa deve interessare tutti, nessuno escluso. Tutti dobbiamo lavorare ed essere fattivi per far si che certi sogni diventino realtd.

m.l.

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DODICI PROVERB! Casa - Famiglia - Educazione

QUATTRO DALLA BIBBIA (Re Salomone) 1) Un uomo di poco conto che basta a se stesso

vale piu di un uomo esaltato a cui manca il pane.

2) La mano operosa ottiene il comando, quella pigra sara per il lavoro forzato.

3) L'affanno deprime il cuore dell'uomo, una parola buona lo allieta.

4) Nella strada della giustizia e la vita, il sentiero dei perversi conduce alia morte.

(Prov. XII, 9,24,25,28).

OTTO DA PROVERBIABRUZZESI

1) Quande lu parente l'ha sapute, lu vecenate ha currute. (Quando il parente l'ha appreso, quello del vicinato ha giaportato aiuto)

2) La superbie se ne jette a cavalle e reveniette a ppiede. (La superbia andd a cavallo e se ne tomb a piedi)

3) Lu pefTere de muntagne e menute pe' suna, i a remaste sunate. (II piffero di montagna e venuto per suonare ed e stato suonato)

4) Doppe la feste, sen/a quatrine e dulore de teste. (Dopo le feste, si torna senza denaro e con dolori di testa)

5) Luna a ponente, luna crescente; luna a levante, luna calante. (Luna a ponente")", luna crescente; luna a levante "(" luna calante)

6) La vecchiaie e 'na carogne; pe' chi 'if ci' arrive e na vergogne. (La vecchiaia e una carogna; per chi non ci arriva e una vergogna) (con tutti i mali... e meglio arrivarci)

7) Quande la hatte n'arriv' alle larde, dice che rancide. (Quando la gatta non pud prendere il lardo, dice che e guasto)

8) I uajie da la pegnate, ji che-nosce la cucchiare. (I guai della pignatta li conosce solo il cucchiaio - che ci sta dentro)

(Da "Le Voci di Ieri" di B. Ferri - Ed. Japadre AQ) (continua)

III

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L'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Questa nostra Opera e una istituzione di assistenza e beneficenza.

E stata fondata nel 1919 dai Cappellani militari P. Giovanni Semeria e P. Giovanni Minozzi, con lo scopo di soccorrere con le rendite e il patrimonio gli orfani di guerra, estendendo tuttavia il servizio di assistenza a tutti i ragazzi bisognosi di aiuto spirituale e materiale. Nei suoi ultimi fini I'Opera e sorta per promuovere iniziative atte a favorire I'elevazione della gente nelle regioni d'ltalia meno provvedute.

L'attivita dell'Opera oggi si articola e si concretizza nelle seguenti istituzioni: 28 istituti di educazione, 42 scuole materne, 5 case per anziani, 2 centri giovanili, 1 casadi soggiornoe spiritualita, 2 scuole magistrali, 10 scuole elementari, 3 pensionati universitari.

LA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI

La Famiglia dei Discepoli e una congregazione religiosa, fondata da P. Giovanni Minozzi nel 1931 dentro YOpera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia e avendo I'Opera come immediato campo di impegno e di apostolato.

II suo fine speciale e I'assistenza ai poveri delle Regioni piu povere dell'ltalia, special mente ai fanciulli eagli orfani, perelevarii a Dio nella Chiesa sua. L'evangelizzazione nelle terre di missione ne corona gl'ideali di servizio e di santificazione, nella verita e nella carita.

Oggi la Famiglia dei Discepoli articola la sua specifica missione nelle seguenti istituzioni:

— Presidenza, Amministrazione centrale, Istituti maschili dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia;

— Casa per anziani "Stella Maris" — Siponto (Foggia) — Istituto "Pietruccio Leone" — Mondello (Palermo); — Casa di formazione per i Discepolini — Orvieto (Terni); — Casa di spirituality e Centro giovanile "P.G. Minozzi" — Policoro

(Matera); — Studentato dei Discepoli e Casa generalizia. Via dei Pianellari, 7 —

Roma; — Parrocchia "Sacro Cuore" — Gioia del Colle (Bari); — Parrocchia "Madonna della Neve" — Roccadimezzo (L'Aquila); — Parrocchia "Gesu Divino Maestro" — Itaquaquecetuba SP (Brasile).

IV

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SEI TESTI PER CONOSCERE

Lfl NOSTRA OPERfl

Egisto Patuelli P. GIOVANNI SEMERIA

Rodolfo Atzeni PROFILO D'UNA GRANDE ANIMA

P.G. Minozzi RICORDANDO

P.G. Minozd L'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

D. Virginio Di Marco SUL FILO DEI RICORDI

Romeo Panzone P. GIOVANNI MINOZZI

D. Michele Celiberti "NON RIUSCIVA AD ESSER TRISTE"

/ volumi possono essere richiesti alia Sede dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italic Pianellari, 7 - 00186 ROMA.

pp. 217

pp. 137

pp. 135

pp. 198

pp. 153

pp. 153

pp. 171

Centrale i - Via dei

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NELLA VERITA E

NELL'AMORE

2 Gv 1,3

L. 1.500

In caso di mancato recapito si prega di restituire a:

EVANGELIZARE pauperibus misit me - Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA