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Fondamenti di Psicologia della Comunicazione: approccio pragmatico Anno accademico 2017/2018 Psicologia della Comunicazione Prof.ssa Serino Seconda Lezione
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Feb 17, 2019

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Fondamenti di Psicologia della

Comunicazione: approccio

pragmatico Anno accademico 2017/2018

Psicologia della Comunicazione

Prof.ssa Serino

Seconda Lezione

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Seconda lezione: modelli di Psicologia

della Comunicazione • Sommario

1. Modelli di comunicazione: approccio pragmatico

• Capitolo 1 «Prospettive sulla comunicazione umana» del manuale di Fondamenti di Psicologia della Comunicazione, par. 4 (NO 4.3)

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1. Modelli psicologici sulla

comunicazione 1. Modello matematico

2. Approccio semiotico

3. Approccio pragmatico

4. Approccio sociologico

5. Approccio psicologico

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Approccio pragmatico

«I cani sono animali»

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«I cani sono animali»

«I cani sono animali»

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Comunicazione come

interdipendenza fra testo e contesto

La pragmatica si occupa di

uso dei significati, ovvero dei modi in cui i significati sono impiegati dei comunicanti nelle diverse circostanze;

relazione fra segno e interpretante;

rapporto fra un testo e il contesto in cui si manifesta.

• La pragmatica analizza i processi impliciti (come la deissi)

Focus è sull’azione e sul contesto

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Semantica = analisi dei significati dei segni Sintassi = analisi delle relazioni formali fra i segni Pragmatica = analisi della relazione dei segni con

i comunicanti

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1.La teoria degli atti linguistici

Secondo Austin, dire qualcosa è anche fare sempre qualcosa

Categorie di atti linguistici

o atti locutori (atti di dire qualcosa): si tratta di azioni che si compiono per il semplice fatto di parlare, per es. atti fonetici.

o atti illocutori (atti nel dire qualcosa): sono atti che si compiono attraverso il parlare e corrispondono alle intenzioni comunicative del parlante

o atti perlocutori (atti con il dire qualcosa): si tratta della produzione di determinati effetti sull’interlocutore

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• (locutorio) «Non ho strappato io il foglio!»

• (illocutorio) dichiarare la propria estraneità al fatto qual è la mia intenzione?

• (perlocutorio) convincere l’interlocutore della propria innocenza che effetto voglio ottenere?

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Distinzione fra

forza illocutoria = forza contenuta nell’atto

effetti perlocutori = effetti sull’interlocutore

atti linguistici:

diretti = la forza illocutoria è trasmessa in maniera conforme e corrispondente al significato letterale dell’enunciato medesimo;

indiretti = la forza illocutoria non deriva dal significato letterale dell’enunciato, ma dai modi non verbali con cui è manifestata

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Diretto: «Scappa da quell’incendio!»

Indiretto: «Oggi te la stai cavando proprio bene eh» (tono ironico e sorriso beffardo, in seguito ad una perfomance

scadente)

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2. Principio di Cooperazione di Grice

Grice propone la distinzione fra:

Significato naturale= per esempio, il fumo è un indizio naturale della presenza del fuoco

Significato convenzionale= per esempio, qualsiasi parola della lingua italiana o di qualsiasi altra lingua. Il significato è inteso come il «voler dire» qualcosa da parte del parlante a qualcun altro.

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Comunicazione = scambio nel quale A intende in maniera consapevole rendere B consapevole di qualcosa di cui non era prima consapevole, facendo ricorso a un sistema di significazione e di segnalazione condiviso dai due partecipanti

Notizia = trasmissione involontaria di A di un segnale che è percepito in maniera autonoma da parte di B, indipendentemente dall’intenzione di A e senza la partecipazione di quest’ultimo

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•Grice formula il Principio di Cooperazione nei seguenti termini: «dai il tuo contributo al momento opportuno, così

com’è richiesto dagli scopi e dall’orientamento della conversazione in cui sei impegnato»

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Il principio di Cooperazione è declinato in quattro massime:

Massima di Quantità: 1. Dai un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi della conversazione; 2. Non fornire un contributo più informativo del necessario

Massima di Qualità: cerca di fornire un contributo vero; in particolare, 1. Non dire ciò che credi falso; 2. Non dire ciò per cui non hai prove adeguate

Massima di Relazione: sii pertinente

Massima di Modo: sii perspicuo; in particolare, 1. Evita espressioni oscure; 2. Evita le ambiguità; 3. Sii breve; 4. Sii ordinato nell’esposizione

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L’implicatura conversazionale colma lo scarto fra: il dire (ciò che è detto) il significare (ciò che è significato)

In particolare, il parlante, dicendo p, implica conversazionalmente q soltanto se:

a) si presume che il parlante segua le massime

b) è necessario che l’inferenza q rispetti a)

c) il parlante pensa che il destinatario realizzerà b)

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A: «Sai che ore sono?»

B: «Bah, è già passata la corriera per Rovereto»

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B. Sembra non rispettare il principio di cooperazione, ma in realtà fornisce egualmente indizi corretti e condivisi dicendo in modo tale che il richiedente sia in grado di inferire q in linea con la sua domanda

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Le implicature hanno quattro proprietà:

• sono cancellabili: si possono dissolvere se si aggiungono alcune premesse a quelle originali

a) Affermazione: «Michela ha mangiato alcuni pasticcini».

b) Implicatura per default: «Michela non ha mangiato tutti i pasticcini»

c) Cancellazione di b: «Michela ha mangiato alcuni pasticcini. Di fatto, li ha mangiati tutti».

• sono non-distaccabili: sono attaccate al valore semantico dell’enunciato e non alla sua forma linguistica

«Claudio non è riuscito a dare l’esame di diritto penale» implica

«Claudia ha cercato di dare l’esame di diritto penale»

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• sono calcolabili: dati il principio di Cooperazione e le massime, è prevedibile che in una situazione standard l’interlocutore sappia fare l’inferenza appropriata

• sono non-convenzionali: non fanno parte del significato convenzionale delle espressioni linguistiche, ma sono di volta in volta negoziate in funzione del contesto d’uso

«Sergio è una macchina»

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3. I significati presuntivi

Secondo Levinson, sono le interpretazioni preferite degli enunciati in un dato scambio comunicativo

Tre livelli di significato:

significato-tipo della frase: significato-tipo astratto e ideale

significato-occorrenza dell’enunciato: uso del significato di una frase in una occorrenza concreta e contingente entro uno specifico contesto

significato-tipo dell’enunciato : significato usuale e regolare, ricorrente in una determinata classe di contesto, in grado di generare inferenze sistematiche e prevedibili.

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Implicatura conversazionale generalizzata: inferenza standard che usualmente è realizzata, dati un certo contesto e un certo enunciato Tale inferenza si fonda su tre euristiche:

“quello che non è detto, non c’è”

“quello che è descritto in modo semplice è esemplificato in

modo stereotipato”

“quello che è detto in modo non usuale, non è usuale; cioè: il messaggio marcato si riferisce a una situazione marcata”

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Tre principi pragmatici per spiegare la comunicazione: Principio Q Massima per il parlante: non fare un’affermazione che sia più debole a livello informativo di quanto la tua conoscenza lo consenta, a meno che il fatto di fornire un’affermazione più ricca sul piano informativo vada contro il principio I. In particolare, scegli l’alternativa più forte a livello informativo che sia coerente con i fatti Corollario per il destinatario: assumi che il parlante faccia l’affermazione più consistente con quanto conosce

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Principio I

Massima per il parlante: dì il minimo indispensabile, necessario per raggiungere i tuoi scopi comunicativi, tenendo a mente il principio Q (massima di minimizzazione)

Corollario per il destinatario: amplia il contenuto informativo dell’enunciato del parlante, facendo l’interpretazione più specifica al fine di individuare la sua intenzione comunicativa (regola di arricchimento)

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Principio M Massima per il parlante: segnala una situazione non usuale facendo ricorso a espressioni marcate che contrastino con quelle impiegate per descrivere corrispondenti situazioni usuali Corollario per il destinatario: ciò che è comunicato in modo non usuale indica una situazione non usuale (cioè un messaggio marcato indica una situazione marcata)

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Pratica: le «implicature» in pubblicità

L’uso delle implicature («dire per non dire») nella comunicazione pubblicitaria è molto vantaggioso per diversi motivi:

• possono servire per economizzare l’informazione (esprimere molto con poco);

• sono altamente persuasive e coinvolgenti in quanto inducono il ricevente a recuperare il messaggio, anziché imporglielo apertamente, e ad arricchirlo con il proprio universo di conoscenze;

• sono cancellabili.

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• Fa leva sulle aspettative di avere sconti

• Implicitamente, però, il messaggio lascia intendere che solo alcuni prodotti sono scontati al 70%, ma non tutti, di fatto potrebbe essere anche uno soltanto, ciò nonostante il negozio riesce a tutelarsi nei confronti del pubblico.