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w educare 60 anni a servizio dei “piccoli” rivista mensile anno 2011 poste italiane s.p.a. spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n 46) art.1, comma 2, DCB (filiale di bergamo) famiglia nostra RIVISTA DELLA GENTE, DEI RELIGIOSI, DELLE RELIGIOSE SACRA FAMIGLIA anno 92 - n. 6 - giugno 2011
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Mar 29, 2016

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w educare rivista della gente, dei religiosi, delle religiose sacra famiglia anno 92 - n. 6 - giugno 2011 rivista mensile anno 2011 poste italiane s.p.a. spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n 46) art.1, comma 2, DCB (filiale di bergamo) Religiosi in Brasil congr 2 famiglianostra p. Roberto Maver, Superiore della Regionale brasiliana 60 anni di incarnazionE Ed EspEriEnza brasiliana
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anno 92 - n. 6 - giugno 2011

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2 famiglianostra

Religiosi in Brasile: auguri!E d i t o r i a l E

La Congregazione maschile dei Reli-giosi della Sacra Famiglia ha fatto memoria - lo scorso 24 maggio - dei

sessanta anni di presenza missionaria in Brasile. Sessant’anni da quando i primi re-ligiosi - p. Romeo Mecca, p. Angelo Bertoli e p. Mario Moretti - accompagnati dall’allora Superiore generale, p. Leonardo Cusatis, sono giunti a Santos (24 maggio 1951), città sulla costa atlantica nello Stato di San Paolo. Questa ricorrenza è innegabilmente un evento a cui si guarda con sentimenti di gioia e attesa, di gratitudine al Signore per tutti i confratelli che in mezzo a difficoltà e prove, ma anche con fiducia, coraggio e spirito di

sacrificio hanno dato la loro testimonianza carismatica. Il ricordo si tinge di commo-zione, soprattutto conside-rando quando è stato fatto in direzione del compito affi-dato dalla Fondatrice: evan-gelizzare con l’educazione; cioè acconsentire - nella fede e per grazia - a quella pater-

nità spirituale con cui Dio - usando gli uo-mini e le donne come suoi fragili partners - è capace di provocare le giovani generazioni ad una nuova nascita al senso del proprio valore e della vita in genere.Questa memoria dei 60 anni di missiona-rietà brasiliana diverrà autenticamente fruttuosa quand’anche sarà «pro - vo-cazione»: cioè «chiamata a qualcosa’al-tro». Ora si apre per la Congregazione maschile della Sacra Famiglia il compito di ricomprendere e meglio attuare la pro-pria «vocazione» e nell’accoglienza delle possibilità continuamente offerte dal Si-gnore al suo cuore.Un grazie sincero va a tutti i Religiosi che hanno «dato» la vita per annunciare il van-gelo ed il carisma cerioliano in terra brasi-liana ed ancora oggi portano avanti questa testimonianza. Un grazie sincero va anche a tutte le persone e famiglie che in questi lun-ghi anni hanno sostenuto la Congregazione con il loro affetto, la vicinanza, i gesti di so-lidarietà internazionale, le adozioni ed il la-voro concreto nelle missioni.

60 anni di incarnazionEEd EspEriEnza brasiliana

p. Roberto Maver,Superiore dellaRegionale brasiliana

congregazione

Ci sono eventi nella nostra vita che rimangono fissati nella nostra memoria in modo

unico. Uno di questi per tutti i reli-giosi della Regione brasiliana é stata là celebrazione dei sessanta anni della Congregazione in terra brasiliana. Il giorno 24 di maggio in una chiesa stracolma di persone si é celebrata una santa messa di ringraziamento nella parrocchia di San Giuda in Itapevi. La cerimonia presieduta dal vescovo dio-cesano di Osasco, Dom Ercilio Turco, ha visto la partecipazione di tutti i re-ligiosi della regione presenti in quei giorni a Jandira per l’Assemblea regio-nale. Nell’omelia, tenuta dal Superiore generale padre Michelangelo Moioli, si sono ripercorsi i passi iniziali di que-sta sorprendente avventura. Tre padri, padre Romeo Mecca, padre Mario Mo-retti e padre Angelo Bertoli, accompa-gnati dall’allora Superiore generale, padre Leonardo Cusatis, dopo aver ri-cevuto la benedizione del Santo Padre, Pio XII, si imbarcarono sulla nave Anna Costa a Genova. Dopo un picciolo scalo a Lisbona per incontrare il re in esilio, patirono alla volta del Brasile. dopo aver toccato i porti di Recife e Rio, arrivarono il 24 di maggio del 1951 al porto di Santos. L’esperienza per cui erano partiti si arenò dopo alcuni mesi. I giovani che stavano accompagnando rientrarono quasi tutti in Italia. Anche

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Religiosi in Brasile: auguri!

3giugno

> Sentite felicitazioni! Il 1 giugno siamo stati raggiunti da un’inat-tesa novità. Una comunicazione lampo del Superiore generale informava tutti i Religiosi della Congregazione, le Consorelle della «Sacra Famiglia», i familiari, i sacerdoti amici, che Papa Bendetto XVI ha nominato il confratello padre Ettore Dotti come primo ve-scovo della nuova diocesi creata nello stato del Mato Grosso do Sul, di nome Naviraì. Con questa nascita, favorita dallo smembramento della Diocesi di Dourados-MS, d’ora in avanti la Regione Est nº 1 del-la CNBB (Conferenza Nazionale dei Vescovi Brasiliani) rimarrà com-posta da 7 diocesi. A padre Ettore l’intera Congregazione manifesta vive felicitazioni ed esprime ringraziamenti per tutto ciò che in Essa ha dato in tanti anni di dedicato servizio.

> percorSo miSSionario. Padre Ettore fu inviato in missione nel gennaio 1995; ricoprì differenti e delicati compiti istituzionali: Su-periore di Delegazione, Padre Maestro, Rettore della Casa di forma-zione, Economo, Vicario Regionale. Attualmente era parroco a Ser-rinha, vivendo in comunità e lavorando insieme a p. Italo Fani e p. Daniele L. Busetti. La sua ordinazione episcopale è stata fissata per venerdí 22 luglio nella Cattedrale di Serrinha-BAHIA; la presa di pos-sesso della nuova diocesi avverrà la domenica seguente, 31 luglio.

> la nuova dioceSi. Con una estenzione di 35.138 Km2 la Dio-cesi di Naviraì nasce con una popolazione di 267.356 abitanti. È formata da 19 parrocchie, 27 sacerdoti (10 diocesani e 17 religio-si), 25 religiose, 9 seminaristi. Ricopre lo spazio amministrativo e geografico di 19 Comuni.

> le dioceSi in braSile. Con la creazione della diocesi di Naviraì sale a 275 il numero delle circoscrizioni ecclesiastiche presenti in Brasile, così distribuite: 44 Arcidiocesi, 211 Diocesi, 13 Prelazie, 3 Eparchie, 1 Esarcato, 1 Ordinariato per i fedeli di Rito orientale, 1 Ordinariato Militare, 1 Amministrazione Apostolica Personale.

padre Ettore dottié il primo vescovo della nuovaDiocesi di Naviraì-MS, Brasile

(visitate il sito della cnbb per un riscontro di informazioni: www.cmbb.br)

congregazione

padre Romeo e padre Angelo decisero di rientrare. Solo padre Mario decise di rimanere e si rivolse al vescovo di San Paolo che gli offrì la parrocchia di San Giuda in Itapevi. Sul finire del 1952 ritornò in Brasile anche padre Romeo che assume l’incarico con padre Mario.

Ma celebrare i sessanta anni di pre-senza non vuol dire celebrare solo i mo-mento iniziali di questa avventura, ci ha ricordato il Superiore generale, vuol dire anche passare in rassegna tutti i momenti salienti che hanno segnato il corso di questa missione. Vuol dire ri-cordare con affetto e gratitudine tutti i religiosi che in questi anni si sono pro-digati per annunciare il Vangelo della Cerioli, in modo particolare quelli che hanno già raggiunto il Padre dei cieli: padre Romeo Mecca, padre Manfredo Schubiger, padre Angelo Bertoli, padre Giovanni Cornaro, Fra Francesco Vec-chi, padre Riccardo Bravi.

La cerimonia é stata poi caratteriz-zata da alcune testimonianze di laici che sono cresciuti insieme ai padri della sacra Famiglia. Una danza dei ragazzi della nostra scuola di Jandira sulle note di una canzone alla Fonda-trice composta da un insegnante della scuola, ha chiuso la cerimonia. Al ter-mine della funzione seguita da più di 500 persone, si é tenuto un rinfresco per tutti.

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4 famiglianostra

«Nei mesi di febbraio-giugno 2009, il pittore cremascoRosario Folcini è ritornato- dopo circa 50 anni - a ritoccaregli affreschi della Chiesa dellaSanta Famiglia della Comunitàreligiosa di Orzinuovi.L’occasione ci è stata propiziaper fare un’intervista a tuttocampo: emergono la storia,i sentimenti vissuti ma soprattutto la fede del pittore Rosario,così da diventare una bellatestimonianza per gli uominidi oggi. La rendiamo pubblicain occasione della memoriadei 40 anni di fondazione.Con la Comunità religiosa ringrazio Rosario per aver accolto l’invito a ritoccare gli affreschi, ma anche per la sua testimonianza di fede»

Il mio Gesù, dopo 50 anni

Dalle coMuNità religioSe

ai fratelli Alberto, Angelo, Paolo, Teofilo, Alessandro... anche tut-ti coloro di cui ricordo il volto ma non il nome, insieme a tutte le suo-re. Tutti ringrazio e ricordo sempre nelle mie preghiere. La loro pre-senza, la loro amicizia, la loro bon-tà, il loro esempio, le loro preghie-re hanno sempre accompagnato il mio lavoro.Chi ha scelto le scene dei Vangeli e delle Scritture? Nella scuola di Avviamento profes-sionale dei Religiosi insegnava Ap-plicazioni tecniche il prof. Giovanni Morandi, mio caro amico, anch’esso pittore e estimatore che mi presentò a padre Nicola come possibile ese-cutore dei lavori. Con padre Zani, vicedirettore della Casa si stabilì di narrare il «cammino della Reden-zione». Fissato il tema di fondo mi fu data carta bianca per la scelta delle singole raffigurazioni. Prepa-rai i bozzetti dell’intera decorazione che furono presentati e approvati dalla Commissione di Arte Sacra della Diocesi di Bergamo.

Rosario, cosa ha provato nel ritoc-care dopo tanti anni i dipinti di que-sta Chiesa? Ho provato le stesse sensazioni ed emozioni di quando circa 50 anni fa iniziavo a dipingere in questa Chie-sa la vita di Gesù. Ho sentito dentro di me lo stesso entusiasmo di allora, felice di essere ancora in compagnia del Signore in questa nostra casa.Come è nata l’idea di questa Chiesa?Non saprei dire con precisione... quando fui contattato dall’allora di-rettore dell’Istituto, padre Nicola Di Bianchi, la Chiesa era da poco ulti-mata, con progetto dell’ing. Andrea Zamboni di Soncino (CR), datato 1957. A quei tempi nell’Istituto vi erano circa cento ragazzi e con loro si apriva una scuola di avviamento professionale.Quali ricordi ha dei Religiosi della Sacra Famiglia che ha incontrato? Ho sempre conservato un bellissi-mo ricordo di tutti i Religiosi della Sacra Famiglia; da padre Angelo Ubiali, Superiore generale, a padre Nicola Di Bianchi, ad Ettore Zani,

Quale messaggio ha voluto lasciare a coloro che avrebbero frequentato questa Chiesa?Ho voluto far sentire dolce e acco-gliente la casa del Signore attraver-so le figure eseguite nella semplicità dei movimenti e dall’espressione semplice dell’anima. Ho voluto far sentire quanto è buono e dolce il Si-gnore per poi poter tornare alle pro-prie case un po’ più buoni. Senz’al-tro non ho lavorato per aver giudizi lusinghieri, ma il tutto è uscito dal mio cuore, dalla mia mente, dalle mie mani come rendimento di grazie per tutto quanto il Signore mi aveva dato, con la speranza che potesse servire a rendere più buono anche un solo fratello. Quanti anni e quante ore ha impie-gato a dipingerla? In quel periodo ero assistente di fi-

La profonda esperienza spirituale di dipingere una Chiesaa cura di p. Antonio Consonni, superiore a nome della Comunità di Orzinuovi

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5maggio

gura e pittura del prof. Trento Lon-garetti all’accademia Carrara di Bergamo. Avendo questo incarico potevo lavorare alla Chiesa solo il ve-nerdì e il sabato. Durante le vacanze estive dipingevo l’intera settimana facendo vita comune con i religiosi dell’Istituto. Pertanto il lavoro durò complessivamente 220 giorni circa, dalle otto alle dieci ore giornaliere.Quanti anni aveva quando ha dipin-to questa Chiesa? E poi a che cosa si è dedicato?Avevo circa trent’anni. Prima e dopo ho sempre esercitato la professione del pittore partecipando a mostre e concorsi nazionali e internazionali, facendo tele, affreschi e vari dipinti in Chiese e luoghi pubblici e priva-ti. Mi sono diplomato a Brera e ho frequentato per sei anni l’accademia Carrara di Bergamo. Per circa venti-

cinque anni ho insegnato educazione artistica alle Scuole medie.Chi é Gesú per lei? Come ha cercato di rappresentarLo? Gesù è il mio Redentore, il dono immenso che il papà del cielo (Dio) mi ha fatto. Più che cercare l’effet-to pittorico esteriore mi è sempre interessata l’espressione interiore, scegliendo episodi che parlassero della relazione tra Gesù ed i giovani e le parabole dell’amore (buon sa-maritano e figliol prodigo). Essendo innamorato della Passione di Gesù ho voluto trasformare l’arco trionfa-le della Chiesa nell’esaltazione della Passione di Gesù.Come ha cercato di rappresentare Maria e Giuseppe? Chi sono per lei questi «Divini Personaggi»? Quando dipingo i Santi cerco sempre di approfondire l’aspetto interiore e spirituale cercando di esprimerlo attraverso l’atteggiamento compo-sto e l’espressione degli occhi. La Madonna è la mamma di Gesù e mamma nostra, la nostra avvocata presso il Padre, colei che con Gesù ci ha redenti… la Corredentrice. San Giuseppe, custode di Gesù, è grande nella sua grandissima umiltà e obbe-dienza. È testimone dei grandi mi-steri della fede.Per lei dipingere questa Chiesa ha significato una «profonda esperien-za spirituale». Cosa vuol dire con-cretamente? Dipingendo la vita di Gesù quasi per forza e molto per amore sono stato portato a meditare quanto dipingevo; di conseguenza tutto il lavoro diventava meditazione, pre-ghiera e colloquio con Gesù: nel silenzio ho percepito le risposte a tanti interrogativi. Si era stabilito un rapporto interiore nel quale solo l’anima era p r o t a g o n i -sta. La dura-ta del lavoro era diventata una scuo-la d’amore dove il Mae-stro per tutti i 220 giorni, nel silenzio, mi faceva ca-pire quanto fossi indegno dell’infinito

amore del Padre...». Quante volte constatai l’aiuto anche materiale che il Signore mi dava durante il la-voro in questa Chiesa! Tante volte constatavo quanto bene il Signore mi dimostrava e non capendo sem-pre questo amore, abbracciando spiritualmente il papà del cielo… piangevo.Quale messaggio vorrebbe lasciare ai circa 600 bambini e ragazzi che abitano quotidianamente questa scuola e che durante l’anno entrano in questa chiesa?Questa chiesa, come tutte le chie-se del mondo, non è solo un luogo dove si trovano lavori artistici più o meno validi, ma è la casa abitata dal Signore ed è pure la nostra casa, di noi suoi figli.Nel tabernacolo c’è l’Eucarestia... quel Dio che ha creato i cieli e la terra, quel Dio che ha parlato per mezzo dei profeti, che ha dato i co-mandamenti a Mosè, che ha libera-to Israele dalla schiavitù d’Egitto, che ha sacrificato il Figlio Unigeni-to per nostro amore, che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, quel Dio che è tutto, tutto, tutto, è qui vicino a noi, sempre qui con noi nel tabernacolo con la Mamma Sua e nostra, con tutti i Santi e l’infini-to coro degli Angeli che incessan-temente lo adorano e gli cantano: Santo, Santo, Santo…Tutti vorrebbero un padre miliar-dario e pochi, molto pochi sanno di avere come padre «Dio», Dio stesso! Onnipotente, innamorato di tutti i suoi figli ai quali vor-rebbe dare tutto il suo amore; ma questo tenerissimo papà non è co-nosciuto, o forse, non lo vogliamo conoscere.

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> ricevete tutti gli oSpiti! A Martinengo presso la Casa ge-neralizia della nostra Congregazione esiste uno spazio dedicato all’ospitalità. Noi la chiamiamo Casa di spiritualità perché vorreb-be essere un’occasione di sosta per quanti vogliono incontrare con maggior calma se stessi, gli altri e soprattutto il Signore Gesù. L’attività della Casa di spiritualità non é nuova: infatti già negli anni ‘20 la Casa generalizia apriva i suoi spazi (un bellissimo con-vento francescano del XV secolo) per animare lungo l’anno pasto-rale esercizi spirituali per sacerdoti diocesani, religiosi e religiose. Oggi l’attività dell Casa é mutata, soprattutto come conseguenza degli sviluppi che la Famiglia religiosa ha operato in Martinengo e cioè l’ampliamento dell’opera scolastico-educativa. Ora la Casa di spiritualitá accoglie solo nei fine settimana e soprattutto grup-pi ben specifici: bambini e ragazzi che si trovano nell’iniziazione cristiana (confessione, comunione, cresima); gruppi di preghie-ra o altri movimenti ecclesiali (acr, comunità neo-catecumenali, gruppi mariani); accoglie anche ospiti occasionali che chiedono il ricovero notturno perché in visita a familiari. Non meno la Casa vede sempre piú la presenza di turisti che - avendone sentito par-lare - desiderano ammirare di persona le bellezze artistiche del complesso conventuale. > diSponibilità in ambienti. La Casa di spiritualitá SF é costitu-ita da una palazzina riservata che può ospitare fino a 50 persone contemporaneamente. Ha poi varie sale proprie per i lavori di gruppo (1 di 70 posti, 2 di 25, 1 di 20 con un bar). Il resto dell’ac-coglienza é apppoggiato ai grandi e nuovi spazi scolastici: 2 sale magne (ciacuna con 180 posti a sedere); mensa e refettorio per 250 posti; sale di varie dimensioni per lavori in gruppo (5 sale).> collaborazione e gratitudine. L’animazione della Casa di spiritualità é stata affidata in questi anni a religiosi incaricati; tut-tavia il loro impegno sarebbe stato meno fruttuoso e serio sen-za l’aiuto di un gruppo di giovani e di famiglie che, condividendo lo spirito di famiglia, hanno offerto il loro tempo per garantire un’ospitalitá serena ed efficiente a chi ha bussato alle porte di casa.

casa di spiritualità«Sacra Famiglia»: una casa per tutti

«Praticate l’ospitalià:

alcuni senza saperlo hanno

accolto degli angeli».

p r i m a

Nuova freschezza per la chiesaparrocchiale di Milano

Dal luglio u.s. la Comunità religiosa che vive in Quar-to Oggiaro (Milano - via

Aldini, 33) - impegnata nell’ani-mazione della Parrocchia dei «Ss. Mm. Nazaro e Celso» - ha dato av-vio ad un progetto ambizioso: la ristrutturazione della Chiesa.Determinanti sono stati alcuni oneri strutturali: sostituzione del-le parti lignee dei tetti, consolida-zione della volta centrale, rifaci-mento degli infissi, rimedio delle microlesioni delle volte, rinnovo

degli intonaci, riqualificazione degli impianti di riscaldamento ed illuminazione. A queste, si é aggiunta la scelta del «bello», av-valorando l’idea di riportare l’edi-ficio sacro il più possibile a somi-glianza dell’antico splendore.Dopo aver ottenuto un importante finanziamento da parte del Comu-ne di Milano (310 mila euro) ed il placet della Curia Vescovile Mila-nese, i lavori sono partiti, affidati all’impresa Ferri-Nardi Livio di

di padre Mario Vecchierelli, superiore locale della Comunità religiosa di Quarto Oggiaro

Diario Di coNgregaZioNe

Le immagini rappresentano alcuni gruppi:bambini della Prima Comunione di Sarnico;

famiglie del Villaggio degli Sposi; famiglie e adolescenti di Rovato;bambini di Peschiera Borromeo.

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7maggio

d o p o

Nuova freschezza per la chiesaparrocchiale di Milano

Cura educativain Oratorio

Castel Rozzone (Bg). Ad oggi i la-vori non ancora del tutto terminati mostrano già i loro benefici effetti. La chiesa è passata dai preceden-ti toni scuri ad un ambiente mag-giormente grazioso e caldo, abita-bile e soprattutto di aiuto alla vita celebrativa della Comunità.Ci chiediamo: che cosa fa “bello” il luogo sacro e riempie di senso il tempio celebrativo? Il celebrante che presiede, il grup-po, lo stesso spazio, oppure – ve-rosimilmente – la donazione origi-

naria del Signore che conferisce ai credenti raccolti un clima nuovo?Un clima che abilita a compren-dere ed agire nella modalità della gratuità? Crediamo plausibile questa secon-da ipotesi. Rimane tuttavia vero che il «bello» apre le porte del cuore e della mente - attraverso la meraviglia – a quella attenzione ed ascolto radicali che permettono di lasciarsi incontrare e salvare da Gesù.

Venerdì 27 maggio u.s., nel sa-lone dell’oratorio della Par-rocchia «Ss. MM. Nazaro e

Celso» di via Aldini 33 a Milano, presso il periferico quartiere Quarto Oggiaro, si è tenuta una serata molto interessante dal titolo: «Quale cura educativa in oratorio per il benessere del territorio?». Relatore di eccezio-ne, il Preside della Facoltà di Scien-ze della Formazione dell’Università Statale di Bergamo, Professor Ivo Lizzola, che unisce in sé sia la com-petenza pedagogico-educativa, sia la sua esperienza di sposo e padre, sia il suo concreto impegno eccle-siale di testimonianza della sua fede cristiana-cattolica, tutti tratti che lo rendono acuto conoscitore della re-altà degli oratori ed anche della loro capacità di interazione sul territorio. Il Prof. Lizzola è subito entrato nel merito della questione dicendo che perché ci sia «cura educativa» ci deve essere «relazione educativa» e ciò comporta tre cose:1. Capacità da parte del mondo adul-to di essere «memoria del futuro» (G. Marcel): raccontare alle giovani generazioni la propria storia, conse-gnare la narrazione delle diverse ge-nerazioni. Certo gli adulti sono di un tempo «altro» rispetto a quello degli adolescenti attuali, ma non possono limitarsi ad impostare la relazione educativa sull’immediato. È impor-tante che gli adulti si propongano nel loro essere generazione «altra», con la propria storia professionale, valoriale e sociale. Questa attitudine permette ai giovani di cogliersi nella loro unicità, nella loro differenza per-cepita come una ricchezza, di potersi anch’esse progettare cercando di dare un loro volto concreto di società, di valori, di relazioni, di professioni.2. Essere chiamati per nome: il sen-tirsi chiamati per nome, soprattuto per le persone con grosse fragilità e vulnerabilità (ad esempio: disabili psichici gravi, bambini/e «difficili» della scuola primaria) ha il beneficio di sprigionare energie, potenzialità

espressive e creative davvero sor-prendenti. Di fronte alla fragilità e vulnerabilità, la relazione si fa educa-tiva perché schiude mondi possibili e nuovi. Se un adolescente ad un certo punto del suo percorso non si sente chiamato per nome da qualcuno/qualcosa/Qualcuno, come potrà co-struire il suo futuro? Come potrà per-cepire la propria vita come unica e ir-ripetibile? La vita è più ricca della sua organizzazione, quando aiuti la fragi-lità altrui - e lo scopri attraverso la tua fragilità - allora la relazione educativa è avviata, allora la vita è progetto/vo-cazione: attorno alla fragilità propria ed altrui, si avvia una relazione edu-cativa: si può e perciò si deve.3. La relazione all’interno di strut-ture istituite come l’oratorio. Queste strutture continueranno a vivere fin-ché saranno capaci di avere vita da accogliere, finchè saranno luoghi at-tivatori di speranza, di cura recipro-ca, di accoglienza. Dove c’è un luogo di vita comune, si dà il di più che è la cura del legame, dando respiro a risorse nuove da accogliere e respon-sabilizzare, coltivando spazi comuni di partecipazione; allora si instau-ra una relazione educativa sapendo «stare controvento» ( S. Weil).

di padre Mario Vecchierelli, superiore locale della Comunità religiosa di Quarto Oggiaro di padre Gianmario Monza, della Comunità religiosa di Milano (Quarto Oggiaro)

Diario Di coNgregaZioNe

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proprietàCongregazione dei Religiosi della Sacra Famiglia di Bergamo

Via dell’Incoronata, 1 - 24057 Martinengo-Bg (Italia)

Istituto delle Suore della Sacra Famiglia di ComonteVia L. Corti, 6 - 24068 Comonte di Seriate-Bg (Italia)

Nuova fondazione: Irmãs da Sagrada Família de Montes ClarosAv. Sagrada Família de Nazaré, 555 - Jaraguá II, Montes Claros-MG (Brasil)

redazione

Antonio Consonni (direttore), GianMarco Paris, Giuseppe Vitari, Giovanni Costioli,Mauro Ambrosini & Eloriana Monticelli

autorizzazione del tribunale di bergamo n° 104 del 18 giugno 1948

abbonamenti 2011: ordinario € 25 | amico € 35

progetto grafico | Grafiche La Passa stampa | Il Creativo

famiglia nostra

Contatta la Redazione scrivendo a: [email protected]

suffragi0p e r p e t u o

>> Iscrizioni 2010Longhi Teresa (Seriate)

Remoti Antonio e Giupponi Maria (Urgnano)

>> Iscrizioni 2011Airoldi Giuseppe, Leidi Massimo e Leidi Marco

Algeri Angelo (Scanzorosciate)

Deleidi Franco, Angela e Pierluigi (Martinengo)

Fratus Enrica e Merisio Mario (Martinengo)

Marsetti Maria Luigia (Cisano Bergamasco)

Paris Carolina (Grumello del Monte)

Pignedoli Dino e Olmi Ioride

Pisoni Paolo (Romano di Lombardia)

Salvi Maria e Clotilde (Carobbio degli Angeli)

GIORNATA MISSIONARIA

2 0 1 1Congregazione Sacra Famigliau f f i c i o m i s s i o n a r i o

d o m e n i c a 2 o t t o b r e presso la Casa generalizia della Congregazionea Martinengo, in via dell’Incoronata, 1

a p p u n t a m e n t i1. L’Adozione per un Sostegno a Distanza (ASD) è un soccorso rivolto ai bambini del Brasile e Mozambico dove i Missionari e le Missionarie della Congregazione vivono e lavorano per l’annuncio del Vangelo.

2. L’ASD potremmo definirla come un atto di solidarietà per chi è svan-taggiato; è tentativo, a volte disperato, di riportare in pareggio le di-versità del mondo che è desideroso di pace, di sanare le diversità, di ricomporre le ingiustizie sociali.

3. Concretamente, il soccorso come si determina? Gruppi di volontari che guidati dal religioso o religiosa incaricati visitano periodicamente le case dei bambini, controllano la loro salute; interven gono distribuen-do viveri di prima necessità. Seguono la loro educa zione e provve dono all’istruzione scolasti ca. Apertura di Case famiglia, scuole dell’infanzia, sostegno ai giovani in difficoltá perché soli o borse di studio.

4. Scopo dell’ASD è formare alla carità e alla solidarietà perché coloro che sono beneficiari diventino a loro volta promotori generosi di soccor-so e solidarietà. Crediamo una nuova catena di carità che da Dio Padre e Madre si rende visibile anche in mezzo a noi!

5. Il costo dell’ASD è di 235 €: la cifra è solo indicativa: ciascuno da quel-lo che può e vuole. Si rinnova di anno in anno. La Congregazione ha costituito una Onlus che da la possibilità di presentare, con la denuncia dei redditi, ciò che è stato offerto in beneficenza. Si chiama: Sacra Fami-glia Solidale - Onlus. Essa è intesta taria di due conti, uno postale, l’altro bancario.CCP: 992255 | Sacra Famiglia Solidale - Onlus / via dell’Incoronata 1, 24057 Martinengo BG. Per la denuncia dei redditi è sufficiente conse-gnare al commercialista o al Caf la ricevuta del conto corrente postale.CCB, IBAN: IT13 U084 9953 2000 0000 2010 000 | Sacra Famiglia Solida-le - Onlus via dell’Incoronata 1, 24057 Martinengo BG. Su questo conto è possibile eseguire versamenti o con bonifico bancario o con assegno. L’Ufficio Missionario invierà via posta l’erogazione liberale utile per la denuncia dei redditi, per chi esegue il versamento con l’assegno; per il bonifico bancario è sufficiente la ricevuta bancaria.

Stringilo fortea te!!!SoStieNiloa DiStaNZa

Il sostegno a distanzaè un abbraccio

che nutre, che scalda,da forza, speranza ...

G r a z i e ! ! ! perchè aiuti i missionari e le missionarie

della «Sacra Famiglia» in Brasile e Mozambico