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Chiostro San Domenico Maggioredal 2 ottobre al 8 novembre 2014tutti i giorni dalle 10:00 alle 22:00
organizzazione e direzione generaleE-M ARTS ASSOCIAZIONE CULTURALE
coordinamento generaleGIUSEPPE MORRA
RAFFAELLA MORRA
ricerca e documentazione storicaRAFFAELLA MORRA
disegni tecniciROBERTO DELL’ORCO
laboratori e visite guidateAPOREMA O.N.L.U.S.
segreteria organizzativaLUIGI ADAMO
comunicazioneFRANCESCA BLANDINO
collaboratoriCLAUDIO CATANESE
ERIKA CERVO
CINZIA INFANTINO
ANDREA MARINO
selezione brani audioELIO SPAGNUOLO
documentazione fotografica e videoDANILO DONZELLI
BIAGIO IPPOLITO
traduzioni ingleseDALIA MAINI
maestranze artigianaliLUIGI FRATERNO
MARIO FRATERNO
ALFONSO IACCARINO
video MAHAUT HAINAUT – DE VILLEHARDOUIN
PRINCIPI DI ACAIA
diretto daMATTEO FRATERNO
performanceDOMENICO MENNILLO
riprese videoMARY ZYGOURI
montaggioMARIA ANGELI
poemaPLATONOPOLI POEMA IN TRE COLTIVAZIONI
DOMENICO MENNILLO
musicaMARCO DI PALOvioloncello e loop station
in copertinaHeraclea, 2008 - photo by ROBERTO DELL’ORCO
INGRESSO GRATUITO
tutti i giorni ore 10:00 - 22:00 le azioni laboratoriali sono programmate per il
2 - 11 - 15 - 22 - 29 ottobre 8 novembre 2014per informazioni su laboratori e visite guidate tel. 081 5641655
www.em-arts.org [email protected]
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Femminile de Villehardouin di Matteo Fraterno, a curadi Teresa Carnevale, Rossana Macaluso, Raffaella Morra eLoredana Troise, progettato da E-M ARTS Associazione Cul-turale e prodotto dal Forum Universale delle Culture diNapoli e Campania, riflette sulle esperienze storiche delladinastia de Villehardouin nel XIII secolo tra Europa occiden-tale ed Europa orientale. Un uso del passato che, distantedal tradizionalismo, si attualizza attraverso un filtro sogget-tivo di immaginazione e tramuta gli spazi geografici in sup-porti creativi; la storia, affidata all’artista relazionale MatteoFraterno, diviene funzione di un processo di analisi per atti-vare una trasmissione interiorizzata della ricerca come sol-lecitazione concettuale. Secondo una metodologia basatasull’intreccio tra linguaggi e temporalità distanti, ricordo eattualità, emozione e concetto, Matteo Fraterno riscrive lestabili coordinate del tempo e dello spazio; una riflessionesu un’esperienza storica e un’indagine artistica attuale chefa scattare un desiderio di conoscere, farne esperienza esviluppare i differenti elementi che caratterizzano ognicomposizione e soggetto, vuoto e forma, luce e colore.
de Villehardouin è concepito come spazio di cono-scenza da attraversare e visionare internamente ed ester-namente, scandito da tre installazioni-tende disegnate daMatteo Fraterno. La scelta della tenda, nomade per eccel-lenza, si configura come oggetto flessibile e permette diipotizzare il suo spostamento per progetti futuri in altreregioni e nazioni coinvolte dal progetto. La cultura è circo-lazione e coinvolgimento, oltre il cerchio stabile dello spe-cialistico, dedicando tempo e profondità di connessioni,concedendo al pensiero di mescolarsi e riappropriarsi diuna visione d’insieme per decifrare quei misteri della storiaancora celati. de Villehardouin offre la possibilità di guar-dare al passato secondo un’altra prospettiva non ancorasperimentata, aperta all’interpretazione personale; la storiaè sempre anche contemporanea e la contemporaneità è,necessariamente, la premessa del futuro. Immergersi inquesta atmosfera e prender coscienza di un determinatomomento diviene dunque premessa per l’azione trasfor-matrice della realtà.
La prima tenda presenta la sezione storico-documentaleper condurre il visitatore in un viaggio ideale attraverso levicende dei Villehardouin nel XIII secolo ed i rapporti conla Francia, l’Italia e la Grecia, ed è connessa con la sezionecalcarea del golfo di Napoli, dall’Isolotto di Rovigliano versoPunta Campanella. Una tenda da campo con la parte sot-tostante di colore bianco opaco e la cupola blu elettricoricamata con un motivo decorativo vicino all’iconografia
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medioevale. All’esterno è stampata la genealogia de Ville-hardouin; all’interno vi è l’installazione acustica della ricercaaudio dedicata alla dinastia, i brani selezionati sono indicatiin una scheda/didascalia. Su di un piedistallo la scultura inpietra leccese di Matteo Fraterno, sulle quattro facciate delpiedistallo è scritto e disegnato il progetto.
La seconda tenda consente di approfondire le geografiedei luoghi mediante la proiezione di un video diretto daMatteo Fraterno, con la performance di Domenico Mennilloe girato da Mary Zygouri tra le rovine dei castelli di Chlou-moutsi, Kalamata, Mistra e Kelefa nel Peloponneso. La mura-ta sottostante è di colore beige e la cupola in verde bottiglia,con un finale di una sfera rossa.
La terza tenda interamente gialla rappresenta l’area Fle-grea, da Cuma all’antico corso del fiume Sebeto, ed è con-cepita come area slow news communication / laboratorio,affidato all’associazione Aporema onlus. In questa tenda enell’area adiacente il porticato sono previsti gli incontri set-timanali con le scuole che accettano di partecipare.
La proposta della sezione educativa è orientata a fornireuna visita che si trasforma in esperienza, la relazione tra ilpercorso installativo e l’ospite si esprime attraverso un’azionedinamica, ibrida, in cui continuamente si riformulano glielementi della comunicazione.
RAFFAELLA MORRA
Fortezza di Mistra, 2014
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L’aspetto fondamentale di Femminile de Villehardouinsta nell’interpretare la nostra vita dialogando col passato.Una suggestione che percorre totalmente l’opera di MatteoFraterno e che viola l’illusione secondo cui la realtà possaessere disciplinata con criteri sicuri, secondo indirizzi precisi.Femminile de Villehardouin è una rappresentazione che rie-sce a porre sul medesimo piano regioni lontane, emozioni,ricordi e attualità che riscrivono le stabili coordinate deltempo e dello spazio.
Su questa trama si innesta la realizzazione di tre tendecreate dall’artista: slanciate e nomadi, simulano idealmentele vicende della dinastia de Villehardouin che, nel XIII secolo,si intrecciano con le logiche dei regni e delle grandi potenzeEuropee.
L’installazione progettata da Matteo Fraterno, perfetta-mente data nella sua simmetria e, al tempo stesso aperta,posta al di là di vincoli e di argini, mostra una metodologiadell’impianto che accosta, al gusto filologico-visionariodella prima tenda, l’intreccio video-scenico della secondae l’idea partecipativa laboratoriale della terza tenda, doveè possibile lasciare idee, tracce, e ripensare la nostra storia,definendola.
Il racconto, già impostato da Fraterno nel 2013, con unamostra presso la Biblioteca del Museo Nitsch - qui prosegueconcentrandosi attorno a tre principesse dello stesso casato:Isabelle, la prima figlia di Guillaume II de Villehardouin,Mahaut Hainaut, figlia di Isabelle e Florent d’Avesnes, e Mar-guerite, la seconda figlia di Guillaume II.
Tenaci, volitive, forti. Fraterno ne accoglie l’insondabilità.Ne tratteggia le sagome, celebrandole per colpi d’occhio,di impronte, di rimandi che si lambiscono. Appaiono escompaiono dalla vista; le tre principesse e il territorio proi-bito della storia non si sono mai completamente incrociatiin maniera compiuta, eppure Fraterno ha voluto giocarequesta partita: mettere in scena un luogo che è, insieme,il massimo di realtà e il massimo di astrazione, e dimostrarequanto oggi ancora spesso si viva sul fondale delle incer-tezze, dell’errore reiterato, come se nulla avessimo imparatodalla storia. Isabelle, Margherite e Mahaut Hainaut giungonoa un passo dall’indifferenza assoluta, ma la loro è stata un’av-ventura del transito vertiginosa ed eversiva, fatta su rovine.Dinanzi alla storia le tre tende sono come un testimonepossibile, uno spazio originario, una coscienza dell’essere:un monumentum aere perennius, postumo.
LOREDANA TROISE
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G. di Villehardouin & figli è una mostra incentrata sulle affa-scinanti vicende che ruotano intorno a Goffredo e GuglielmoII di Villehardouin, reggenti del Principato di Acaia e Morea(l’attuale Peloponneso) nel XIII secolo. Il contesto storico èquello delle Crociate, che hanno causato la colonizzazionee spartizione dell’Impero di Bisanzio al grido di battaglia Deusvult!, l’espressione latina usata per la prima volta da Pietrol’Eremita, uno dei promotori della prima crociata.
La memoria dei Villehardouin viene restituita dall’artistaalternando in mostra materiale di ricerca documentativaa lavori di ispirazione fantasiosa che comprendono tele digrandi dimensioni, disegni e materiale lapideo, il tutto trat-tato con la tecnica ad acquarello.
La “&” commerciale inserita nel titolo della mostra denun-cia un intento provocatorio: una riflessione sulla funzionedell’arte contemporanea, ovvero un sistema culturale pro-duttore di idee e di nuove coscienze politiche e identitarie,ma al contempo oggetto di un articolato sistema di mar-keting. Matteo Fraterno si interroga sul proprio ruolo di arti-sta e sulla crisi del sistema di vendita dell’arte, in particolarequello delle gallerie. Sceglie di decontestualizzare il luogosolitamente destinato alla vendita dei prodotti artistici, lagalleria, mettendo in vendita le proprie opere in uno spaziodeputato allo studio: la Biblioteca del Museo Nitsch, circuitodella Fondazione Morra. La decrescita del sistema culturaleed economico può e deve trovare una soluzione nel ritornoalla conoscenza della storia. Ricerca e processo sono infattiper Matteo Fraterno due metodologie fondamentali dellafase creativa.
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La ricerca delle vicende storiche dei Villehardouin si pre-sta al racconto di una Grecia scomoda oggi come allora.Scegliere dunque la Grecia per attivare una riflessione sulpassato di una nazione su cui l’artista ha già proposto altrilavori come ΤΑΞΙΔΙ ΣΤΑ ΑΝΤΙ-ΚΥΘΗΡΑ - Viaggio verso ANTICitera (2011-2012), in-differenziati, athina 2012, la Persistenzadel significante 2010.
La mostra si presenta come un work in progress apertoa futuri contributi con lo scopo di continuare a rintracciarenuove possibilità di senso. L’esposizione è distinta in tre fasi:la prima, introduttiva, è dedicata alla ricerca iconograficae storica, la seconda presenta le rielaborazioni fantasiosedell’artista, la terza rimanda all’idea di progress e di labora-torio artistico.
Il percorso in mostra concorre alla scoperta dei dueprotagonisti: Goffredo, grande cronista che attraverso iltesto “De la Conquête de Constantinople” ci narra la IV Cro-ciata, e Guglielmo II, nato a Kalamata e passato alla storiacome “trovatore”. Per espandere la propria potenza si impos-sessa dell’importante porto di Monemvasia. Quest’ultima,insieme a Mistrà e Kelefa costituiscono le tre fortezze delPrincipato dal grande significato non solo strategico-militare,ma anche filosofico rintracciabile negli scritti del neopla-tonico Plotino.
ROSSANA MACALUSO
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www.em-arts.org • [email protected]. +39 081 5641655
La cultura è durata e profondità, costruita di frammenti isolati collegatidal senso di comunanza.
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