Fanciulli soldatiINTRODUZIONE:
Nel 1977 la soglia minima per lingresso nellesercito fu fissata
in 15 anni secondo un protocollo aggiunto alla Convenzione di
Ginevra del 1949. Tale et fu confermata nel 1989 nella Convenzione
sui diritti dei fanciulli delle Nazioni Unite. Lassemblea generale
dellONU nel 1993 ordin uninchiesta sullargomento affidandola a Graa
Machel, la quale redasse un importante documento diffuso dal
segretario generale dellONU il 26 agosto 1996. Il 21 gennaio 2000,
dopo sei anni di negoziati, i governi di numerosi stati hanno
firmato un protocollo sui fanciulli soldati, nel quale si
stabilisce che let minima per larruolamento sia di 18 anni. Il 12
febbraio 2002 stato siglato un nuovo trattato internazionale che
proibisce di impiegare minorenni in campo di battaglia. Solo in
anni recenti il tema stato affrontato, quasi soltanto per in
riferimento al Novecento e con particolare attenzione al nazismo.
Il milite fanciullo ha invece avuto una lunga storia e la
militarizzazione precoce non poneva problemi etici, ci che
determinava il maggiore op minore impiego del fanciullo non era
let, ma la forza fisica.
CAPITOLO UNO LA MILITARIZZAZIONE DEI TROVATELLI IN ANTICO
REGIME
Nella seconda met del Settecento il fenomeno dellesposizione dei
bambini nei paesi latini assunse dimensioni massicce. Le cause di
questincremento possono essere riconducibili alle carestie, guerre,
alle esigenze lavorative delle madri , alla possibilit di avvalersi
della ruota, allatteggiamento delle societ verso le madri nubili.
Si creano due situazioni diverse: se lesposizione costituiva spesso
un mezzo per nascondere la nascita dei figli illegittimi, altres
dimostrato che tra sette e ottocento in Italia e in talune citt
come Milano, aument enormemente il numero delle famiglie legittime
che si avvalevano anchesse del torno, con lidea di riprendersi il
figlio dopo uno o due anni, terminato lallattamento che la madre
naturale non poteva garantire.
La sorte dei bambini rimaneva sconosciuta: laltissima mortalit
di questi bambini , in particolare nel primo anno di vita, spinse a
cercare dei rimedi come le raccomandazioni ai parroci circa le
modalit di abbandono.
La sopravvivenza dei bambini abbandonati diventava importante
per tre ragioni:
1. DEMOGRAFICO-ECONOMICO: la loro morte avrebbe privato il paese
di braccia. Nel 1765 labate Nicolas Baudeau chiese che tutti i
trovatelli fossero affidati a famiglie contadine per essere avviati
ai lavori dei campi. Ma si propose che gli orfani e i trovatelli
collocati in campagna sostituissero nel servizio militare i figli
della famiglia che li allevava, il che fu accordato da Luigi XV nel
1761. La benevolenza del re era volta alle famiglie contadine, non
ai trovatelli la cui esistenza era definita come un mero surrogato
di quella di altri uomini, al posto dei quali andavano a
morire.
2. SCIENTIFICO MEDICA: i loro piccoli corpi furono oggetto di
esperimenti e di osservazione scientifica nella seconda met del
Settecento. La possibilit di sperimentare diversi regimi alimentari
e igienici, di osservare continuamente questi bimbi e di praticare
autopsie per studiare le patologie comport il tragico sacrificio di
centinaia di piccoli. A questo prezzo nacque una pediatria distinta
dalla medicina degli adulti (nel 1802 a Parigi si fond il primo
ospedale pediatrico).
3. UTILIT VERSO LA SOCIET: lobiettivo era quello di impedire che
orfani e trovatelli divenissero delinquenti facendo acquisire ai
fanciulli i modelli comportamentali che avrebbero consentito la
loro integrazione sociale. Questo processo, particolarmente forte
nel 700, si realizzava con una pedagogia che rifuggiva la punizione
fisica in favore di un processo di interiorizzazione di norme
morali e di autocontrollo. Nella celebre analisi del Beccaria non
era la crudelt delle pene, bens la loro infallibilit ed esemplarit
che potevano porre un freno alla delinquenza. Con lapprendimento di
un mestiere e con lacquisizione dellhabitus morale di buon
cristiano e di docile suddito, il bambino abbandonato sarebbe
diventato utile alla societ.
La categoria di utile implicava lidea di servizio nei confronti
della societ e dello Stato, al quale il fanciullo era debitore
della sua sopravvivenza. Per le femmine il debito di pagava
divenendo buone madri, brave serve o impiegandosi nel luogo pio che
le aveva accolte. I maschi dovevano lavorare la terra, divenire
artigiani o impiegarsi nella milizia, nella marina o nelle colonie.
In Francia, lidea di un impiego militare era gi comparsa nelleditto
reale del maggio 1670 con il quale Luigi XIV, per impulso di
S.Vincenzo dePaoli aveva fondato lospedale dei bambini trovatelli.
In questo editto il sovrano considerava la sopravvivenza dei
bambini abbandonati vantaggiosa sia per farli diventare soldati sia
coloni. Limperatore non vedeva, diversamente da S.Vincenzo, i
bambini abbandonati come Figli di Dio, nuovi santi innocenti, ma
soggetti da utilizzare per la sua politica di potenza. In un
progetto di ordinanza del 1717 si diedero due motivazioni in ordine
alla scelta di fare dei bambini abbandonati dei coloni:
1. I loro corpi piccoli e plasmabili si sarebbero adattati
meglio al clima.
2. Privi di famiglia, questi ragazzi, avrebbero facilmente
considerato il nuovo paese come la loro patria.
Nel 1720 fu emanata lordinanza che prescriveva che i mendicanti
e i vagabondi pi giovani fossero arrestati e imbarcati per le
colonie di America. Questi provvedimenti di reclutamento coatto e
di dirottamento verso le colonie assimilavano gli esposti a
vagabondi, mendicanti, delinquenti, prostitute. Chamousset,
pensatore, rifletteva un duplice intento: mirava non solo ad
allontanare questi bambini, ma nel contempo, voleva offrire loro
una possibilit di riscatto e di integrazione in un paese nuovo.
Nel 1749 un opuscolo sugger di avviare alle armi i trovatelli:
per Chomousset era possibile educare i bambini senza famiglia che
non conoscevano la tenerezza dellamore parentale, ad essere
indifferenti verso la morte. In tal modo, si sarebbero destinati
gli esposti alla marina, allesercito, alle colonie. Le idee di
Chamousset erano condivise da altri. Nel 1764 Merlet propose di
fondare un istituto nel quale i bambini abbandonati di robusta
costituzione avrebbero ricevuto uneducazione militare. Listruzione
sarebbe stata limitata a leggere, scrivere, far di conto e
praticare esercizi militari. Lobiettivo pedagogico era la
formazione di soldati modello, mediante lapprendimento del valore
del silenzio, dellobbedienza, della subordinazione.
I processi di modernizzazione dello Stato dancien regime
conducevano a un progressivo distacco dalle fondamenta religiose
che sorreggevano lapparato di potere. In questo senso non stupisce
che il bimbo esposto non fosse pi immagine della sofferenza di
Cristo, ma costituisse un oggetto da manipolare.
Nella seconda met del 700 si verific lo spostamento concettuale
dalla carit cristiana alla beneficenza intesa come atto sociale. In
tale concezione primo dovere della societ e dello Stato era quello
di garantire la sopravvivenza dei bisognosi, adulti e bambini.
Nella seconda met del 700 nacquero cos diverse iniziative volte a
migliorare le sorti dellinfanzia abbandonata: si cerc di provvedere
meglio allo loro alimentazione e alla loro salute, ci si preoccup
di dar loro unistruzione minimale. Tra la fine del 700 e linizio
dell 800 fiorirono in tutta Europa iniziative a favore dellinfanzia
derelitta secondo una prospettiva connotata dallattenzione e dal
rispetto verso il bambino. Questi fenomeni pedagogici erano spesso
animati da una forte tensione religiosa nel tentativo di ricreare,
allinterno dellIstituto scolastico e assistenziale, unatmosfera
affettiva famigliare. Un indirizzo molto distante dalle proposte di
militarizzazione dellinfanzia abbandonata.
CAPITOLO DUE LA MILITARIZZAZIONE DEI FIGLI DEI SOLDATI
NELLEUROPA CENTRO-SETTENTRIONALE
Linfanzia abbandonata non comprendeva solo gli esposti, ma pure
gli orfani e i bambini che i genitori non erano in grado di
accudire ed educare. I figli dei militari rientravano sovente in
questultima categoria. Se in Francia e negli Stati cattolici
latini, dotati di brefotrofi, alto era il numero degli esposti, nei
paesi protestanti molti bambini abbandonati erano orfani o figli di
truppa. Non a caso, gli orfanotrofi militari sorsero ed ebbero
grande sviluppo nellEuropa centrale, per iniziativa di sovrani
illuminati come Federico II e Maria Teresa. Gli orfanotrofi
militari sorti in Prussia, diffusi in Germania, nellImpero
asburgico, in Russia, avevano forti caratteristiche reclusive, che
gradualmente si stemperarono sia nello stesso impero, in Toscana e
infine in Francia, grazie alla diffusione della cultura
illuministica. Nel corso del XVII e del XVIII secolo si afferm il
principio dellesercito permanente quale colonna portante. Questo
passaggio, strettamente collegato alla rivoluzione militare fu
accelerato in Francia dal Re Sole (Luigi XIV). Nel 1710 Luigi XIV
poteva contare su di unarmata di 360.000 soldati. Gli altri paesi
europei seguirono presto lesempio. Restava per il problema del
reclutamento di questi soldati: tra i soldati si trovavano esposti,
ragazzi abbandonati e molti orfani: tutti giovani che evidentemente
non riuscivano a procurarsi un sostentamento nella vita civile. La
ferma era lunghissima: poteva arrivare fino a 30 anni.
Il fatto che i soldati provenissero dai ceti pi umili e che il
loro arruolamento fosse imposto o dalle autorit o dalla miseria,
che li attanagliava nella vita civile, rendeva spinoso il problema
della disciplina che divenne particolarmente dura. La durezza della
disciplina fu portata al parossismo nellesercito prussiano di
Federico Guglielmo I e di suo figlio Federico II : le percosse e le
punizioni corporali, di vario tipo, incluse lamputazione del naso e
delle orecchie. La ferrea disciplina prussiana provocava un
altissimo tasso di diserzioni e suicidi nella fila dei soldati. La
rigidit della disciplina e la metodicit delladdestramento potevano
garantire lefficienza delle truppe, ma non la loro fedelt,
perlomeno non spontanea. I soldati erano visti con disprezzo dal
popolo. Il fatto che lesercito fosse considerato un potente fattore
di disciplinamento, alternativo al carcere, spiega come mai in
tutti gli stati si ricorresse alarruolamento coatto di delinquenti
e deviati, che coinvolgeva anche i delinquenti.(ex:
Toscana-Leopoldo: indic che i soldati o erano volontari o si
arruolavano delinquenti e vagabondi; In Spagna 1598 si prevedeva
che i fanciulli poveri e abbondonati diventassero marinai. In
Inghilterra come in Spagna, ma non vi era sfruttamento).
La funzione dellesercito non pu essere riduttivamente
identificata con lopera di disciplinamento di marginali o deviati,
perch coinvolgeva le fondamenta stesse del potere assoluto.Per
garantire la necessaria efficienza e fedelt, lesercito permanente
imponeva che lo stato gli dedicasse particolari cure come ladozione
di particolari provvedimenti in favore dei soldati e delle loro
famiglie, la cui tutela era sentita come un obbligo contratto dal
sovrano verso chi fedelmente lo serviva. La lunghezza della ferma
rendeva spinoso il problema del reinserimento nella societ civile
dei veterani. Luigi XIV tent per primo dio risolvere il problema
facendo erigere a Parigi nel 1670 LHotel des Invalides. In
Inghilterra nel 1690 il Chelsie Hospital.
Nel corso del 700 vennero formandosi corpi autonomi di veterani.
In Prussia nel 1705 si istitu lInvalidenkasse, mentre in Piemonte
dal 1710 si detrasse il 2% del soldo dei soldati per finanziare il
corpo degli invalidi.
I conflitti del 1700 avevano reso drammatica la situazione dei
ex militi: i sovrani cercavano di tutelare per ragioni umanitarie e
di ordine pubblico questi ex soldati che rischiavano di divenire
accattoni e ladri. Dagli anni 60 i veterani francesi ricevevano la
pensione e venivano riforniti periodicamente di ununiforme.
Nacquero gli ospedali militari nel corso del 1700.
Ladozione di un esercito permanente comport anche il problema
dei figli dei soldati: in Francia i figli legittimi non erano
numerosi poich le autorit osteggiavano il matrimonio. Molto alto
era invece il numero di questi bambini in Piemonte , Baviera
Austria
Numerosi ovunque erano i figli illegittimi.
Assai spesso i bambini vivevano con la madre presso la caserma.
Nel 1763 nacque lespressione bambini di truppa: arruolati ancora
giovanissimi. Nel 1774 presso lesercito asburgico si contavano
31.000 soldatenkinder. Leducazione di questi bambini era negletta:
a volte i cappellani cattolici insegnavano a leggere e scrivere. La
vita di questi bambini era difficile: sia per i problemi economici
ma anche per la cattiva fama.
GLI ORFANATROFI MILITARI TEDESCHI
I figli dei militari venivano assimilati agli orfani.
A tutti questi bambini si impart uneducazione militare e/o
uneducazione al lavoro. Per non privare il paese di braccia per
lindustria, Maria Teresa aveva gi ordinato che le reclute adulte
fossero collocate in reggimenti situati in prossimit di manifatture
in modo da potervi essere nuovamente impiegate in assenza di
operazioni belliche. Si introdusse cos il lavoro manifatturiero
negli orfanotrofi civili e militari obbligando i bambini a sforzi
nocivi per la salute.
Gli orfanotrofi civili tedeschi sorsero nel 1600 quando in
seguito alla guerra dei trentanni crebbe a dismisura il numero dei
piccoli senza famiglia : la loro erezione fu originata da ragioni
di polizia e di ordine sociale. Sempre nel 1600 sorsero le case di
lavoro volontario e forzato alle quali era spesso annesso un
orfanotrofio: bambini orfani e poveri erano internati ai pari dei
mendicanti, delinquenti, vagabondi, criminali e prostitute. In
questi istituti, regolati da un regime di vita tra il claustrale e
il poliziesco, furono introdotti opifici interni, nei quali sin dai
sette anni i bambini imparavano a filare. I fanciulli conducevano
una vita simile a quella degli adulti con orari di lavoro
massacranti.
Accanto a questi orfanotrofi nel 1700 nella Germania protestante
ne nacquero altri di matrice pietistica. Modellati su quello di
Halle di Francke avevano come fine quello della salvezza spirituale
del povero attraverso leducazione religiosa molto rigida. Nessuno
spazio era riservato al gioco e al tempo libero.
Durante il settecento sorsero diversi orfanotrofi militari per i
figli di soldati e orfani di guerra: primo fra tutti POTSDAM
parzialmente ispirato allesperienza pietista di Halle, aperto per
volere del sovrano Federico Guglielmo I nel 1724. Super affollato
si apr anche una sezione femminile. Per il sovraffollamento la
situazione sanitaria fu sempre molto grave nonostante gli sforzi
del medico Christian Andreas Cothenius. Tra le malattie pi diffuse
la scabbia, lo scorbuto, le infezioni oculari.Il regolamento a
Potsdam prescritto dal sovrano Federico Guglielmo I:
leggere scrivere e far di conto
educazione al lavoro manuale
educazione religiosa
insegnamento delloboe o del tamburo
pochi esercizi militari
i maschi vestivano luniforme
Obiettivo pedagogico era quello di formare giovani che vivessero
lodando Dio e che fossero in grado di procurarsi il lavoro con le
loro mani, ma i maschi erano a disposizione dellarmata. A Potsdam
pi che insistere sullo sviluppo delle facolt razionali si
evidenziavano i valori dellobbedienza, della diligenza e della
subordinazione sociale.Diverso era il trattamento riservato agli
orfani di guerra figli di ufficiali, per i quali il curriculum
scolastico dal 1750 si ampliava sino ad includere geometria,
geografia, storia calligrafia e dal 1760 anche latino.
Lorfanotrofio non era sufficiente a tutti i soldati bambini per
i quali nel 1778-1779 furono aperte delle scuole reggimentali.
Federico Guglielmo II nel 1799 impose di usare in questo scuole
testi di lettura nei quali non si sollecitasse la mente degli
scolari per non far sorgere insoddisfazione per il proprio stato.
Pertanto questi libri dovevano essere brevi e semplici e dovevano
seguire la tradizionale forma catechetica (domanda-risposta) che
applicava una didattica mnemonica. Fine dellinsegnamento era quello
di sviluppare lamor di patria e le virt militari.
Il 16 febbraio 1806 lorfanotrofio di Potsdam fu chiuso.
Potsdam fu comunque celebre e venne preso a modello in Sassonia.
Federico Augusto I, re di Polonia, morendo lasci una donazione
benefica, suo figlio Augusto III decise di impegnare i fondi per
istituire un orfanotrofio militare a Dresda che fu inaugurato nel
1736 aperto ai maschi di 6-12 anni. I valori che lorfanotrofio si
prefiggeva di instillare nei bambini erano quelli della puntualit,
dellobbedienza pronta, dellesattezza e della precisione.
Tanto a Potsdam quanto a Dresda leducazione propriamente
militare si riduceva al vestire ununiforme, al compiere esercizi pi
ginnici che militari e al fatto che lorfanotrofio dipendeva
amministrativamente dal ministro della guerra.
A Dresda, per, in et post-napoleonica miglior la preparazione
impartita ai ragazzi, tanto che dal 1824 lorfanotrofio form
sottoufficiali e musicisti militari che dovevano compiervi i loro
studi sino ai 17 anni.
GLI ORFANATROFI MILITARI ASBURGICI
NellImpero asburgico non si diede una soluzione univoca al
problema dei figli di truppa. A Maria Teresa non sfuggiva la
questione sia per unopera di carit cristiana sia per ottenere
consenso che in quanto giovane sovrano donna non possedeva appieno.
Form i primi orfanotrofi strappando i bambini dalla convivenza con
i pazzi, malati, delinquenti, mendicanti e vagabondi. I bambini
furono sottoposti a un disciplina rigida. Nel 1754 la sovrana aveva
disposto che nel Waisenhaus an Rennweg (fondato a Vienna nel 1742
dal canonico Franz Anton Merxer) fossero accolti orfani di soldati,
di ufficiali, di borghesi e di artigiani, dai 6-12 anni, di
entrambi i sessi. Se i genitori erano viventi, dovevano produrre un
attestato di povert per ottenere laccettazione. Limperatrice voleva
ne uscissero buoni artigiani o ragazze da mandare a servizio o
bravi soldati. Listituto andava riorganizzato e nel 1759 la sovrana
affid lincarico al gesuita Ignaz Parhamer che si era gi occupato
con successo delleducazione dei fanciulli. Parhamer impart
allorfanotrofio un carattere fortemente militare che consentiva una
disciplina interiore basata sullobbedienza, sullordine e sulla
sottomissione. Una parte degli esercizi militari era finalizzata
allirrobustimento fisico. I giochi non erano ammessi. Al lavoro si
cantava, si pregava o si taceva. Il personale era in gran lunga
costituito da ex militari. La disciplina interna era rigida con
castighi e punizioni. Gli alunni imparavano a leggere, scrivere far
di conto, ma anche geometria latino e geografia. Alle famiglie
erano insegnati i lavori di cucito maglia e tombolo, ai maschi
quelli di maglia e le professioni di sarto, falegname e calzolaio.
Largo spazio era riservato alleducazione religiosa. La musica aveva
un ruolo centrale e il coro e la banda costituirono uno dei motivi
di attrazione dellIstituto. In giorni particolari i fanciulli si
esibivano pubblicamente in evoluzioni e nellassalto alla trincea.
Pilastri della spiritualit del Parhamer erano la promozione
delleducazione cristiana e la glorificazione politica degli
Asburgo. Listituto ebbe molta fama e ne vollero vedere il
funzionamento diversi personaggi di spicco (i sovrani, Pio VI nel
1782). Dal 1762 lIstituto accolse anche bambini paganti una
retta.
LIstituzione tuttavia non sfugg alle critiche: nel 1764 quando
un ordine imperiale introdusse in tutti gli orfanotrofi le
manifatture, Parhamer si oppose giudicando la filatura del cotone
troppo pesante. Osteggiato da chi lo accusava di non fornire
soldati, ne lavoratori per le industrie, fu aspramente criticato
anche dagli illuministi per la disciplina militare che imponeva ai
bambini. Anche Giuseppe II (figlio di Maria Teresa) era alquanto
critico nei confronti dei metodi educativi di Parhamer. Nel 1785 il
sovrano, che aveva nel 1784 aperto un brefotrofio, destitu Parhamer
che mor di l a poco. Nellorfanotrofio civile di Vienna rimase
comunque la sua impronta.
Nel 1750 fu eretto un orfanotrofio militare a Pettau in
Slovenia. Dal 1768 fu riservato solo agli orfani militari. Oltre
allistruzione elementare, ai lavori manuali, alla musica da campo e
agli esercizi militari, gli allievi dovevano lavorare per quattro
ore al giorno la lana, il lino e la canapa. I ragazzi erano circa
200. Tra le punizioni erano previste il digiuno e gli arresti,
mentre le battiture erano sconsigliate. Il Ministero della guerra
raccomandava che il vitto e leducazione fossero tali da abituare
sin da bambini alle durezze della vita futura. Questo Istituto fu
chiuso da Giuseppe II nel 1782.
Maggior spazio ebbe il lavoro manifatturiero di Innsbruck e
soprattutto nellorfanotrofio militare di Klagenfurt fondato nel
1768 da Maria Teresa. Questo orfanotrofio nacque accanto alla
fabbrica di panni dellolandese Johann von Tys che en divenne il
direttore. Preoccupato dal guadagno von Tsy sfrutt questi bambini
in modo vergognoso costringendoli a lavorare al filatoio per 14 ore
al giorno. Nessuna istruzione, il cibo era pessimo e la situazione
igienico sanitaria catastrofica. Solo alla morte di von Tys nel
1774 lorfanotrofio pass sotto lamministrazione militare che
introdusse listruzione elementare e religiosa, ma mantenne il
lavoro in fabbrica. Nessuna educazione militare fu impartita ai
fanciulli considerati solo forza lavoro.
Solo alla fine del settecento prevalse lidea di inviare i figli
di truppa spesso famiglie affidatarie per ricreare un rapporto
parentale.
Privati dalla funzione pubblica di istituti nei quali si
manifestava la cura sollecita del principe verso i suoi sudditi gli
orfanotrofi perdevano interesse per i sovrani che non gradivano di
doverli finanziare.
Non tutti i figli di truppa furono inviati in orfanotrofi
militari o presso altre famiglie, anzi molti rimasero con i padri.
Ci provocava alcuni problemi. Nel 1780 Ignaz Felbiger si pronunci a
favore dei bambini soldati: egli cur la preparazione di maestri da
inserire nelle caserme che avrebbero insegnato a tutti bambini e
adulti. Lesperimento limitato al suolo austriaco ebbe vita breve
perch incontr lopposizione di GiuseppeII, che lo giudic contrario
alla disciplina dellesercito.
Per questa ragione istitu nel 1782 le scuole reggimentali, ma
queste scuole si rivelarono un fallimento :linsegnamento impartito
non era uniforme, la disciplina militare era imposta troppo presto,
le occupazioni erano troppo faticose, i fanciulli dormivano troppo
poco. Sotto il peso di queste critiche anche le Scuole reggimentali
furono chiuse nel 1805.
LA MILITARIZZAZIONE DEI FIGLI DI TRUPPA IN RUSSIA
I figli dei soldati furono obbligati a seguire le ombre dei
padri e a servire nellesercito ci che avrebbe alleggerito il peso
della leva sul popolo. Essi divennero propriet del dipartimento
militare, ovvero dello Stato, coem recitavano alcuni decreti. A
sette anni i figli di militari cominciavano a vestire luniforme ed
entravano nelle scuole di guarnigione. Nel 1798 lo zar Paolo I fece
aprire un orfanotrofio militare a Gatchina dove vi erano due
sezioni:
1-per i figli di nobili e ufficiali;
2-per i figli dei soldati.
La ferma fu ridotta a 25 anni. Per questa ragione molti soldati
tenevano nascosta lidentit dei figli e le madre stesse li portavano
al brefotrofio spacciandoli per illegittimi, per poi riprenderli
quali balie. In questo modo sfuggirono ben 11.000 figli di
soldati.IL CASO INGLESE
LInghilterra non possedeva un esercito permanente quale quelli
continentali, ma sin dallet dei Tudor aveva potenziato la
marina.
In Inghilterra i sovrani si interessarono alla tutela dei figli
dei marinai: gi nel 1673 era stata aperta la Royal Mathematical
Shool. nel 1712 fu istituita la Royal Hospital School per
leducazione dei figli dei marinai. Molti ragazzi senza famiglia
venivano imbarcati. Un act del 1703 stabil che i ragazzi poveri dai
10 ai 18 anni fossero arruolati in marina. Nel 1756 fu fondata la
Marine Society che intendeva riabilitare i giovani poveri e deviati
inviandoli al servizio navale per il bene loro e per la grandezza
della nazione. Era anche considerato un mezzo per consentire a
questi ragazzi di riabilitarsi. I ragazzi erano trattati
benevolmente e potevano giocare e beneficiavano di un apprendistato
che poteva loro garantire un miglioramento sociale. La marina
britannica consentiva ai giovani di fare carriera in base al
merito, ovvero allabilit e allesperienza (era possibile che anche
uomini di modeste origini potessero raggiungere il comando).
La guerra dei sette anni segn un aumento nel numero degli orfani
di guerra.
La prima iniziativa a favore si rivolse ai figli dei marinai: la
Military School. In essa tutti i ragazzi erano educati al credo
protestante e preparati al servizio militare. Nel 1838 il governo
cess di concedere sussidi ed esso si resse sulle donazioni private.
Il numero dei ragazzini presenti si ridimension. La scuola rimase
attiva fino al novecento.
Nel 1769 il sovrano approv e finanzi la costituzione di una
societ per la tutela dei figli di truppa e degli orfani di guerra.
A Dublino fu fondata la Hibernian Military School. Tutti erano
educati alla fede anglicana. la disciplina interna della scuola era
di tipo militare, il direttore era chiamato comandante e i
fanciulli erano divisi in compagnie. Al termine degli studi i
ragazzi potevano scegliere tra landare a bottega o entrare in
marina. Listituto chiuse nel 1922 uando i suoi allievi ridotti a
200 furono trasferiti a
Dover alla Duke of Yorks Military School istituto che era stato
fondato nel 1803 a Londra per orfani di guerra. Listituzione,
connotata da una forte impronta militare, continu a vivere e nel
1909 fu trasferita a Dover ove ancora oggi si trova.
Il caso inglese si differenzia da quello degli altri Stati
europei. Ai ragazzi era impartita unistruzione elementare e in
alcuni casi anche seconaria. Gli istituti assolvevano a una
funzione assistenziale e preventiva che potevano dare la possibilit
di una certa ascesa sociale.
Durante let vittoriana la propaganda nazionale cominci ad
attribuire allesercito un ruolo socialmente positivo.CAPITOLO TRE
LEDUCAZIONE MILITARE DEI FIGLI DEI SOLDATI IN ITALIA E IN
FRANCIA
Anche nel Piemonte Sabaudo si ipotizz lidea di un Istituto
riservato agli orfani di guerra: progetto dettato da ragioni
umanitarie, ma soprattutto rispondeva allesigenza di rafforzare
lesercito innalzando il morale degli uomini e procurando un
serbatoio di reclute.
Per procacciare i fondi necessari allerezione e al mantenimento
dellorfanotrofio militare si suggeriva di ricorrere alle rendite
ecclesiastiche. Qualora tale orfanotrofio si sarebbe potuto aprire
a tutti i figli di truppa, ai veterani e agli invalidi. Il progetto
non ebbe seguito.
Quarantanni dopo 1770 fu fondato un ritiro per le figlie di
militari per iniziativa della Compagnia del San Sudario che rimase
attivo fino al 1873.
Nel 1774 furono raccolte una 40 di fanciulle di et superiore ai
10 anni che furono poste al lavoro di cucito e maglieria. Listituto
accoglieva solo le ragazze sane, nubili, figlie legittime con padre
in fanteria o cavalleria. Fine dellistituto era quello di educarle
nelle massime della religione dando loro uneducazione morale che ne
provasse i costumi e di educarle al lavoro. Non era prevista
nessuna forma di alfabetizzazione.
Nel 1789 il conte di Caluso sugger di incoraggiare il matrimonio
di soldati: le donne si sarebbero potute occupare nei lavori
tessili per lesercito e i bambini a sei anni sarebbero stati
accolti in appositi istituti. I maschi avrebbero dovuto ricevere
unistruzione elementare e religiosa ed essere sottoposti ad una
disciplina militare. Gli Istituti dovevano essere diretti da un
ufficiale, il personale sarebbe stato costituito da militari.
Nella Toscana di Pietro Leopoldo fu realizzato un orfanotrofio:
nel 1781 apr a Livorno un conservatorio per i figli e le figlie dei
militari. Questo orfanotrofio rivestiva caratteristiche che lo
iscrivevano nel corso di una pedagogia ispirata alla dolcezza a uno
stile educativo amorevole, nel quale lo stato non veniva a
sostituirsi alla famiglia, ma piuttosto interveniva per aiutarla
avendo come fine la tutela dei figli di truppa e non il loro
sfruttamento. Incitando a usare con le reclute carit e pazienza
limit drasticamente luso delle punizioni corporali, ordinando la
degradazione degli ufficiali che avessero percosso un subalterno di
loro arbitrio.
Il soldato era un uomo degno di rispetto da non sfruttare. pur
conservando tradizionali sistemi di arruolamento (discoli e
vagabondi), Pietro Leopoldo estese anche allesercito i principi di
riforma e di moralizzazione della societ, che volle applicare anche
in campo economico, amministrativo, giudiziario e scolastico.
Il Conservatorio militare di Livorno dipendeva
dallamministrazione militare. La sua direzione era affidata a un
sovraintendente che dipendeva dal colonnello del Reggimento
toscano. Un capitano era nominato ispettore. Entrambi dovevano
esercitare una vigilanza rigorosa e continua controllando la qualit
del servizio. La spesa era sostenuta dal commissario di guerra, ma
ogni padre era tenuto a versare un soldo e quattro denari al
giorno. Let di ingresso era dai sei anni. I maschi imparavano
listruzione elementare e sceglievano un mestiere nel quale si
sentivano portati. Le femmine imparavano a leggere e a fare i
lavori donneschi. Il denaro guadagnato dai ragazzi era custodito
dal Conservatorio, che ne dava loro met affinch potessero comprarsi
qualche capo di vestiario e abituarsi ad amministrare i soldi.
Laltra met era loro resa allatto di lasciare lIstituto. I soldatini
non perdevano i contatti con la famiglia: i genitori potevano
recarsi al Conservatorio due volte alla settimana. Vitto e igiene
sufficiente. Larrivo delle truppe francesi nel 1799 provoc la
chiusura di questo istituto.
In Francia la monarchia non fond alcun orfanotrofio militare,
probabilmente perch, il numero dei figli di truppa era esiguo
rispetto a quello di altri Stati europei.
Lesperienza pi significativa quella iniziata nel 1773 da Pawlet
che a sue spese avvi a Parigi una scuola che nel 1788 ottenne la
protezione reale e il finanziamento statale. ECOLE DES ORPHELINS
MILITAIRES. LIstituto in realt era aperto ad allievi di estrazione
nobile, borghese e popolare. Pawlet si preoccupava di incoraggiare
le naturali inclinazioni dei fanciulli con un curriculum di studi
diversificato e modellato non solo sul ceto sociale, ma anche sulle
capacit dagli allievi. Il sistema educativo si fondava sul
principio dellemulazione e sullautodisciplina. Gli scolari erano
divisi in piccole unit comandate da ufficiali da loro stessi
eletti: si abituavano cos tanto ad obbedire quanto a comandare.
Pawlet mirava a rafforzare le motivazioni, quindi lodava molto e
non permetteva castighi corporali. La domenica si svolgevano
esercizi paramilitari. Varie erano le maerie di insegnamento
proposte che includevano anche il latino, il tedesco e linglese. A
16 anni gli allievi potevano seguire la carriera militare o
scegliere un lavoro. Solo che non aveva sviluppato alcuna
attitudine particolare diveniva soldato semplice.
Nel 1788 il duca de la Rochefoucauld-Liancourt dopo
autorizzazione reale, presso la sua propriet a Liancourt lECOLE DES
INFANTES DE LARMEE. La scuola era ispirata al modello di Pawlet e
alle scuole di fabbrica inglese. Gli insegnanti erano ufficiali.
LIstituto aveva caratteristiche professionale, poich accanto a un
programma di alfabetizzazione elementare e agli esercizi militari
era previsto lapprendimento di un mestiere.
Entrambe queste esperienze francesi nascevano da una marcata
sensibilit nei confronti della giovent povera e senza famiglia che
si saldava a una moderna consapevolezza della necessit di tutelare
i figli di chi combatteva.
CAPITOLO QUATTRO LA FIGURA DEL FANCIULLO SOLDATO NELLA FRANCIA
RIVOLUZIONARIA
La Rivoluzione francese introdusse importanti cambiamenti
nellambito dellassistenza allinfanzia. Il duca de Liancourt si
prefisse di dare ai bambini abbandonati uneducazione che li
rendesse utili allo stato. Non solo egli chiese precise migliorie
igieniche e sanitarie, ma avanz osservazioni di ordine psicologico
che mettono in rilievo limportanza del legame affettivo
madre-figlio. Privi della madre naturale, gli esposti dovevano
essere inseriti in una nuova fa,miglia che ricreasse un rapporto
damore. Questi bambini non conoscevano lamore parentale. Per questa
ragione era loro estranea lidea di dovere, che nasceva in seno alla
famiglia e diventavano cos cittadini inutili. Era dunque ncessario
prevedere labbandono, aiutare le famiglie povere con elargizioni di
denaro. Solo leducazione famigliare poteva garantire unadeguata
formazione morale.
Le parole del duca riflettevano una rivalutazione dellamore
materno e della funzione educativa della donan che si deve a
Pestolazzi, le cui idee avevano avuto un eco notevole, tanto che
nel 1792 egli ricevette la cittadinanza onoraria della Repubblica
francese. Nel 1783 il pedagogista svizzero aveva pubblicato
Legislazione e infanticidio in cui sostenne che il problema
dellinfanticidio doveva essere affrontato secondo unottica
socio-educativa di prevenzione. Non una parola di condanna aveva
pronunciato Pestolazzi nei confronti delle madre assassine,
riservando loro la piet cristiana e definendole non criminali ma
vittime.
Nel 1786 Robespierre aveva sostenuto la pratica delladozione. La
legge sulladozione del 18 agosto 1792 rest largamente disattesa,
perch poche furono le famiglie che adottarono un esposto. La
legislazione rivoluzionaria attribu allo Stato il compito di
provvedere agli orfani e agli esposti (tra laltro aiutando le madri
nubili) mettendoli significativamente sullo stesso piano dei
bambini poveri con famiglia. La nazione intera diveniva
simbolicamente madre dei bambini abbandonati ed era suo dovere
aiutarli. Gli orfani erano adottati dalla nazione. Il decreto del
28 giugno
1793 definiva ufficialmente i trovatelli enfantes naturels de la
patrie. Molti trovatelli ricevettero un nome rivoluzionario. La
fratellanza laica garantiva a tutti i bambini leguaglianza
giuridica dei diritti. Laccento democratico e umanitario di questa
legislazione traspare da due importanti provvedimenti tesi ad
omologare agli altri i bambini abbandonati: la proibizione del
marchio a fuoco e labolizione del cognome unico per chi era
lasciato nella ruota.
In epoca rivoluzionaria le idee di infanzia e di istruzione
acquisirono una rilevanza notevole: il bambino diventa simbolo
della purezza, dellinnocenza e della forza della Rivoluzione
stessa: il fanciullo incarnava la speranza per il futuro della
Repubblica come indicavano i nomi dei battaglioni dei
fanciulli.
Nel piano educativo presentato alla Convenzione da Bouquier il
primo dicembre 1793, il lavoro manuale e la fatica fisica erano
indicati come mezzi efficaci per fortificare la volont infondendo
lo spirito di sacrificio proprio del buon repubblicano. I
sanculotti incoraggiavano la formazione di societ giovanili, dal
1792 sorsero battaglioni di ragazzi. La formazione del soldato
sanculotto fu affidata alla Ecole de Mars, un tentativo durato
quattro mesi, nonostante il carattere effimero delliniziativa,
questi enfantes des sanculottes divennero sottoufficiali e
ufficiali in et napoleonica.
Il nuovo ruolo simbolico attribuito al bambino emerse nella
festa rivoluzionaria del 1792. I bambini armati di sciabole che
partecipavano alla festa, rappresentavano il cittadino pronto a
difendere la patria. Cos nelle feste vi era un rituale in cui i
ragazzi di 16 anni ricevevano le armi. Ma pi che la figura del
ragazzo soldato fu quella del bambino soldato martire a veicolare
un messaggio politico nuovo. Leroe bambino si incarnava in Joseph
Bara, tredicenne al seguito dellesercito repubblicano ucciso dai
vandeani il 7 dicembre 1793. Accanto al culto civico a Bara, si
diffuse il culto di Joseph Viala, tredicenne ucciso l8 luglio 1793
dai federalisti marsigliesi. Entrambi resi immortali dalla loro
morte eroica, incarnavano luomo nuovo. Il martire bambino era una
figura con un significato plurimo. Era doppiamente simbolo delluomo
nuovo in quanto giovane e incorrotto e in quanto milite: il soldato
della Repubblica era investito di significato profondamente diversi
rispetto al milite dellantico regime.
Lidentificazione delluomo novo con leroe bambino, infatti si
presentava come un doppio ossimoro. Linfanzia, et della debolezza
fisica e del non sapere diveniva modello di virt morale e di
coraggio militare. Il fanciullo era il vero adulto.
Questo processo riprendeva e modificava il mito cristiano del
martire bambino, dandogli un contenuto politico, ma conservandogli
una cornice sacra.
I giovani Bara e Viola avevano sconfitto la morte secondo la
teologia laica rivoluzionaria. Nella festa degli anni del
Direttorio, il bambino perse la sua veste eroica e guerresca, per
divenire semplicemente lo scolaro disciplinato: parimenti le
esperienze di giovent in armi, storicamente realizzatesi tra lanno
II e lanno III, vennero troncate.
Fu naturalmente la progettualit scolastico-educativa a farsi
carico delle nuove istanze di rigenerazione nazionale dellinfanzia.
La realizzazione pi significativa in questo campo fu la scuola
fondata nel 1792 a Parigi dal giacobino Bourdon gi noto per le sue
proposte pedagogiche, fautore della scristianizzazione accolse
gratuitamente orfani di militari accanto ad allievi paganti,
educandoli secondo un modello largamente simile a quello di Pawlet:
pedagogia di matrice sensista, mutuo insegnamento, emulazione,
disciplina interna affidata agli studenti, ampio ventaglio di
insegnamenti. Bourdon intendeva dare ai fanciulli una formazione
completa. La scuola ebbe un notevole successo.
Altri come Delacroix nel 1793 proposero di educare insieme
orfani e bambini poveri: lattenzione a orfani ed esposti diveniva
un aspetto del pi ampio problema deleducazione nazionale. Tutti i
bambini appartenevano non alla famiglia, ma allo Stato cui spettava
non solo il dovere, ma il diritto di educare tutti i cittadini.
Leducazione familiare era vista con sospetto in quanto poteva
conservare tracce dei vecchi errori.
Nel luglio del 1793 Robespierre present alla Convenzione il
piano di educazione nazionale che Michel Lepeletier aveva redatto
poco prima di essere ucciso. Questo piano mirava non tanto ad
insegnare un sapere, quanto a far acquisire stabilmente dei
comportamenti. Il piano prevedeva che listruzione dei fanciulli
fosse nazionale, uniforme e obbligatoria. Tutti i bambini dai
cinque sino ai dodici anni e tutte le bambine dai cinque agli
undici sarebbero stati educati in comune in appositi istituti a
spese della Repubblica.
Il sistema educativo sarebbe stato improntato alla massima
austerit e a un controllo continuo; forgiando luomo nuovo,
lavoratore coscienzioso, dedito alla patria, privo di superstizioni
e moralmente integro. Ai bambini si sarebbero impartiti nozioni
semplici: il catechismo repubblicano naturalmente avrebbe avuto un
ruolo centrale, come pure leducazione al lavoro e agli esercizi
ginnici.
La rivoluzione francese oper un profondo rinnovamento giuridico
e sociale nel settore dellinfanzia abbandonata, dallaltro ne favor
la reclusione e la militarizzazione. La contraddizione del resto
rifletteva linterna tensione tra pensiero liberal-costituzionale e
spinte giacobine.
CAPITOLO CINQUE ASSISTENZA E MILITARIZZAZIONE DELLINFANZIA
ABBANDONATA NELLIMPERO NAPOLEONICO
La notte del 9 termidoro (nel calendario rivoluzionario francese
corrispondeva al periodo compreso tra il 19/20 luglio e il 17/18
agosto), alcuni allievi della Ecole des Enfantes de la Patrie
avevano partecipato allassalto del Comune guidati da Bourdon che fu
poi incarcerato dai moderati, dietro laccusa di terrorismo. La sua
scuola come quella di Pawlet, venne chiusa. Gli allievi di entrambe
furono raccolti a Liancourt, nellIstituto di La Rochefoucauld. Dopo
il Termidoro i progetti pedagogici giacobini presero consistenza
politica. Nel frattempo, i principi deguaglianza affermati a
livello legislativo non avevano prodotto un miglioramento effettivo
delle condizioni di vita dellinfanzia anzi i provvedimenti contro
il clero ostacolarono pesantemente lorganizzazione assistenziale,
che tra il 1795 e il 1800 attravers una crisi grandissima. La
mancanza di fondi e la necessit di riservare gli ospedali ai
soldati feriti ebbero gravi ripercussioni sulla struttura
assistenziale. A fronte delle difficolt organizzative e
finanziarie, il numero dei bambini abbandonati alla ruota continu a
salire: negli anni 90 il numero degli esposti in tutta la Francia
toccava le 40000 unit.
Il Direttorio e il Consolato ripresero e in parte modificarono
lopera rivoluzionaria creando un fondo speciale per il soccorso ai
bambini abbandonati, dettando norme uniformi per la loro assistenza
e per il baliatico, cercando di incoraggiare finanziariamente le
nutrici, premiando quelle che riuscivano a far sopravvivere il
bambino loro affidato e che continuavano a mantenerlo anche dopo i
12 anni. Nel 1795 il Direttorio eman un decreto che assegnava
allamministrazione locale il carico finanziario per linfanzia
abbandonata. Nel 1801 le spese furono assegnate ai dipartimenti.
Nello stesso anno fu creato il Conseil General des Hospices, sotto
la giurisdizione del mistero degli interni. Tutti gli enti
assistenziali furono denominati hospices e posti sotto il controllo
di un direttore generale e della commissione amministrativa
nazionale.
Il ministro degli interni Jean-Antoine Chaptal nel 1801 invi una
circolare ai prefetti nella quale chiedeva di controllare loperato
delle balie per garantire la sopravvivenza dei bambini.
Il tema delleducazione militare dellinfanzia abbandonata continu
a fermentare. Bourdon scarcerato propose nel 1798 di fondare un
istituto per orfani militari e per ragazze senza famiglia. A Parigi
per diretto interessamento di Napoleonericevettero uneducazione
militare i ragazzi della Maison Nationale des Eleves de la Patrie,
un istituto che raccoglieva circa 1500 fanciulli dai 4 ai 17 anni,
i quali erano orfani, figli di soldati, figli di genitori
indigenti, ragazze delinquenti e vagabondi.
Nel 1799 il ministro degli interni appoggi la proposta di un
armaiolo parigino che offriva di introdurre nellistituto unofficina
per insegnare ai ragazzi a riparare armi, ma il ministro della
guerra bocci lidea per ragioni di prudenza e di economia, non
desiderando concentrare armi a Parigi. Lagente di sorveglianza
incaricato di dirigere leducazione della Maison Nationale e
provvide ad introdurre esercizi militari e di migliorare
listruzione impartita ai fanciulli: sua intenzione era formare
buoni soldati e buoni maestri.
Ispezionata dal capo brigata Giobert il 28 marzo 1800, la Maison
Nationale ottenne un giudizio favorevole. I ragazzi pi grandi erano
riuniti in un battaglione detto degli Eleves de la Patrie che era
composto da 225 fanciulli dai 9 ai 15 anni e da 10 giovani di 16-17
anni.
In occasione della festa della Bastiglia, il 14 giugno 1800, il
battaglione degli Eleves de la Patrie fu ammirato tanto da
suscitare linteresse del ministro degli interni, che concesse di
erigere nella Maison Nationale un nuovo edificio per uninfermeria
in grado di ospitare 300 malati. Napoleone dispose che dalla
fabbrica di Liegi fossero inviati per gli Eleves 250 piccoli fucili
ed approv il piano di educazione militare proposto dallagente di
sorveglianza. Questi propose di dare agli allievi anche
uneducazione musicale. Il fulcro della formazione di questi
fanciulli doveva comunque essere leducazione morale, poich privi di
famiglia, essi amncavano di principi etico-religiosi. Egli
lamentava la commistione di bambini poveri e orfani con ragzzi
vagabondi e delinquenti che gli erano stati incarcerati e che
introducevano nellistituto i vizi che avevano appreso nel carcere e
nella strada: questi giovani dovevano essere separati in un altro
edificio.
Lassistenza agli orfani militari venne riorganizzata. Il duca di
La Rochefoucauld, rientrato in patria, nel 1799 persuase il primo
console a trasferire a Compiegne ci che rimaneva della sua scuola
di Liancourt.
Listituto venne destinato a 400 ragazzi, orfani militari o figli
di ufficiali. e soldati di merito distinto. Il programma era ampio
e spaziava. Ma quando nel 1805 il duca ispezion la scuola, la trov
in uno stato deplorevole. Nel 1806 listituto fi trasferito a
Chalons-sur-Marne e solo con la Restaurazione La Rochefoucauld
riusc a modificare definitivamente il programma dellistituto: il
carattere militare fu attenuato e la qualit dellinsenamneto tecnico
fu progressivamente migliorata, sicch questa prima Ecole des art
set metiers si impose come modello.
Durante limpero Napoleonico prosegu lopera di riorganizzazione e
di controllo degli enti assistenziali. La legge 4 febbraio 1805
affid agli istituti di beneficenza la tutela giuridica sui bambini
abbandonati sino al raggiungimento della maggiore et, con il
compimento dei 21 anni, assegnando a tali enti i diritti e i doveri
che il Codice Napoleone attribuiva ai genitori. Questi ragazzi
erano considerati FIGLI DELLO STATO. A seguito del progressivo
aumento delle esposizioni, facilitate dal fatto che il Codice
Napoleone non imponeva la ricerca della paternit, la situazione nei
brefotrofi si fece esplosiva. Il primo gennaio 1810 risultavano
esservi in Francia quasi 81.000 ragazzi senza famiglia. Ci
obbligava gli ospedali a un maggior esborso per pagare un numero
maggiore di balie che spesso si ribellavano poich non venivano
pagate. Informato sulla situazione Napoleone decise che le ragioni
di bilancio potevano sposarsi con le esigenze della guerra.
Reclutare questi ragazzi in giovane et significava sgravare di
spese gli istituti assistenziali e aumentare le reclute di un
esercito in costante bisogno duomini, senza provocare risentimento
tra la popolazione.
Il 19 gennaio 1911 fu prolungato il decreto che regolamentava la
carit pubblica concernente linfanzia. Il decreto sottoponeva gli
orfani allo stesso regime degli esposti, assegnando loro eguali
doveri verso lo stato. Questa concezione considerava tutti i
bambini senza famiglia quali figli dello Stato. Il decreto imponeva
apertura di una ruota in ogni brefotrofio dellImpero facilitando
cos la pratica dellabbandono. Il provvedimento poi prevedeva la
permanenza dei piccoli esposti presso balie stipendiate sino a sei
anni, et nella quale sarebbero stati collocati presso contadini o
artigiani pure retribuiti. I familiari che avessero reclamato la
restituzione del figlio abbandonato erano tenuti a rifondere lente
assistenziale delle spese sostenute per il suo mantenimento.
Inoltre non avrebbero pi potuto reclamare il figlio maschio dopo
che questi avesse compiuto dieci anni, se non a una condizione; e
cio che egli andasse alle armi alla prima chiamata. Il decreto
stabiliva che a 12 anni i maschi di robusta costituzione fossero a
disposizione del ministro della marina.IL REGGIMENTO DEI PUPILLI
DELLA GUARDIANapoleone nel 1811 decise di dare vita a un reggimento
formato da ragazzi senza famiglia rimasti a carico degli enti
assistenziali. Questa idea fu concretizzata sulla base di
unesperienza olandese. AllAja esisteva un istituto per orfani
poveri e orfani militari che destinava questi ragazzi allesercito.
Luigi Bonaparte istitu per loro il corpo dei Veliti reali. Quando
lOlanda fu unita allimpero, nel 1810, questo corpo fu trasferito a
Versailles. Lorfanotrofio dellAja fu posto sotto il controllo del
ministro degli interni.
Il 30 marzo 1811 Napoleone eman il decreto con il quale diede
vita al Reggimento dei Pupilli della guardia, inserendovi i Veliti
olandesi, che sciolse come corpo speciale. Luniforme bianca e verde
era tuttavia ispirata a quella dei Veliti. Questo reggimento di
fanteria doveva arrivare a contare nove battaglioni per un totale
di 8000 giovani. Ogni dipartimento doveva inviare un contingente
prestabilito e proporzionato al numero di ragazzi che ospitava. Una
volta radunati questi giovinetti dovevano essere esaminati da una
commissione medica militare. Laltezza minima prescritta era di 1,54
m. Quelli dichiarati abili erano inviati a Versailles con scorta
militare. Se si ammalavano durante il viaggio erano affidati a un
ospedale. A Versailles subivano una seconda visita medica pi
rigorosa. Coloro che risultavano esclusi tornavano agli istituti
dai quali erano usciti, gli altri iniziavano laddestramento
militare terminato il quale i pi grandi entravano in altri
corpi.
Il numero effettivo dei Pupilli stato stimato in circa 5300.
Nonostante gli sforzi dei prefetti non si riusc mai a raggiungere
la cifra stabilita da Napoleone (8000). A 12 anni infatti, i maschi
erano collocati presso artigiani o contadini. Solo i malati
restavano a carico degli istituti. evidente quindi che reclutare
ragazzi robusti tra loro non era impresa facile. Tra il giorno del
loro arrivo a Versailles e quello della visita trascorrevano 8-9
mesi che consentivano ai ragazzi di riprendersi dalle fatiche di un
viaggio spesso lungo e faticoso, normalmente compiuto a piedi.
La scarsezza di Pupilli obblig ad inserire nel reggimento anche
i volontari (11% del totale) in genere figli di genitori indigenti.
Napoleone che era contrario inizialmente, obblig che essi fossero
alti almeno 1.64 m. Il ministro degli interni Montelivet era
persuaso che larruolamento tra i pupilli potesse essere il mezzo
per strappare questa giovent da un sicuro triste destino.
I pupilli godevano di alcune speciali condizioni:
-ricevevano un soldo pieno, ma marciavano meno rispetto agli
altri militari;
-cera un maestro ogni 200 giovani
-vi era la scuola per tamburini e trombettieri
-non si applicava la legge marziale.
Il reggimento fu sciolto il 31 luglio 1814. Molti pupilli
rientrarono nei loro paesi di origine, ma alcuni restarono
nellesercito. Pi della met dei Pupilli italiani scelse di rimanere
nellesercito francese.Il soldato rivoluzionario e napoleonico
rivestiva caratteristiche speciali e nuove:
-non era un mercenario, ma un cittadino chiamato alle armi della
patria;
-apparteneva ad un esercito nel quale era premiato il valore e
non la nobilt di sangue
-veniva guardato con rispetto
-veniva preparato rapidamente ed efficacemente
- la patria riconosceva i suoi obblighi verso i soldati
garantendo assistenza agli invalidi, ai veterani, alle vedove e
agli orfani.
Napoleone era il padre dei suoi soldati oggetto di unammirazione
e di una fedelt sconfinante, raramente riscontrabili nel corso
della storia.
In questa prospettiva la militarizzazione dei trovatelli voluta
da Napoleone non era estranea a istanze democratiche. In relat il
quadro appare meno positivo: vita dura e difficile del soldato,
mancanza di rifornimenti, cibo, pessime condizioni igieniche.
Giudicato in sede storiografica come esempio di sfruttamento
giovanile o come tentativo illuminato di liberazione, il Reggimento
dei Pupilli coniugava istanze rivoluzionarie e tendenze
conservatrici.
CAPITOLO SEI LA MILITARIZZAZIONE DEGLI ORFANI E DEGLI ESPOSTI
DURANTE LA REPUBBLICA CISALPINA
Negli anni della prima e della seconda Repubblica Cisalpina si
si propagarono gli ideali giacobini di uguaglianza e democrazia
che, applicati in campo pedagogico, si tradussero in un forte
impegno per una formazione morale, nazionale e militare dellintera
giovent, e non solo dellinfanzia abbandonata.
I patrioti giacobini italiani volevano rigenerare la societ. La
formulazione pi radicale quella di Girolamo Bocalosi, il quale nel
1797 scriveva che leducazione doveva formare uomini tutti nuovi di
corpo e di animo che ameranno la democrazia e aboliranno
laristocrazia.
La robustezza fisica per i giacobini era sinonimo di libert
etico politica: di qui limportanza delleducazione fisica e ginnica.
In questa prospettiva utopica sembravano svanire gli orrori delle
malattie , ma ricordando la realt delle patologie neonatali,
Bocalosi valorizzava il pensiero spartano che prevedeva di far
fuori i nati malformati.
Troviamo anche Melchiorre Gioia, nelle sue Effemeridi
Repubblicane del 1797, aveva usato accenti fortemente giacobini nel
propugnare uneducazione nazionale alle armi. Anche Vincenzo Cuoco
criticava lutopia dei modelli rivoluzionari, sosteneva tuttavia
lideale del cittadino-soldato, uomo virtuoso, orgoglioso della
propria patria.
In attesa della legge sulla coscrizione, nella repubblica
Cisalpina si organizzarono dei battaglioni di giovinetti poveri da
esercitare alle armi, aggregandoli alla Guardia Nazionale e
assegnando loro un ruolo pubblico in occasione delle feste
politiche. A pochi mesi dallingresso di Bonaparte a Milano,
avvenuto il 15 maggio 1796 in seguito alla Battaglia di Lodi,
risultava gi costituito a Milano il primo Battaglione della
Speranza, che prese parte alla festa federativa del 14 luglio. Ne
facevano parte 300 ragazzi, 140 dei quali erano orfani: ricevettero
luniforme a spese del comune e furono addestrati da due ufficiali
della Guardia nazionale.In questa prima fase gli orfani
costituivano circa la met del contingente e non provenivano ancora
allorfanotrofio dei cosiddetti Martinitt, i quali nel frattempo,
non restarono estranei allatmosfera di fermento, di eccitazione e
di entusiasmo che si era diffuso a Milano, presso alcuni strati
delle masse popolari, sin dallarrivo delle truppe del Bonaparte. Il
contatto con i soldati francesi favor la penetrazione degli ideali
repubblicani nellorfanotrofio. Ladesione allideologia democratica,
lavversione alle pratiche religiose imposte loro dai padri
somaschi, la volont di riscatto sociale e il desiderio di evasione
indussero alcuni ragazzi, l8 febbraio 1797, a fuggire per tentare
di arruolarsi.
Il milite repubblicano era dotato di virt, era luomo nuovo,
libero. Vestire luniforme sin da piccolo era un segno esteriore di
un avvenuto rinnovamento interiore, che rendeva pubblica la
trasformazione antropologica avvenuta. Di qui la necessit che si
attivassero su tutto il suolo della Repubblica i Battaglioni della
Speranza, includendovi non solo gli orfani, bens tutti i ragazzi
dai 7 ai 17 anni. I contadini, per la loro povert sarebbero stati
esentati dalluniforme, affermava il ministro Ragazzi, ma avrebbero
comunque potuto diventare ufficiali. Tutti gli altri avrebbero
vestito un abito verde scuro a simboleggiare la speranza della
patria in una generazione rinnovellata. Si sarebbe dovuto stampare
un libretto sulla disciplina militare da utilizzare per listruzione
di questi ragazzi. Questi progetti di stampo democratico restarono
per inattuali probabilmente perch i comuni non avevano alcuna
voglia di sobbarcarsi la spesa ne avevano un diffuso zelo
rivoluzionario.
La rivoluzione politica non era preceduta dalla rigenerazione
morale e civile che veniva ad essere effetto e non causa di essa
rendendo cos assai fragili le basi del Nuovo Stato. In questa
situazione particolare importanza assumeva la figura del bambino
che incarnava luomo nuovo, nato dopo la liberazione, portatore di
innocenza e di virt. Linfanzia e ladolescenza erano identificate
rispettivamente con la ragione e con la forza, a testimoniare,
lavvenuta trasfigurazione delluomo.
Il nucleo pi compatto del Battaglione della Speranza,
conquistato agli ideali repubblicani, era costituito dai Martinitt.
Questo spirito democratico suscit ben presto le ansie della
municipalit, giacch si era tradotto in ripetuti e gravi atti di
insubordinazione allinterno dellistituto. Ladesione ai nuovi ideali
eccitava un certo spirito di ribellione nei confronti dei
superiori. Il clima interno dellistituto divenne estremamente teso
e fu impossibile tenervi i consueti esami di fine ano scolastico. I
rapporti tra i ragazzi e i padri somaschi si fecero cos
conflittuali, da indurre i padri ad abbandonare, nellestate del 98,
lorfanotrofio, provvisoriamente affidato allistruttore militare. Il
ministro degli interni Guicciardi propose di convertire listituto
in una scuola di educazione militare per poveri orfani, abolendovi
nel contempo linsegnamento della religione. Ma le intemperanze dei
ragazzi avevano notevolmente preoccupato anche le autorit
municipali e governative, sicch lorfanotrofio fu nuovamente
affidato a un religioso e riportato a una situazione di normalit
tra il 98 e il 99. I ragazzi non sembravano apprendere dalla
disciplina militare i concetti di ossequio gerarchico e di
obbedienza pronta, vivendola piuttosto come momento ludico nel
quale affermare una propria indipendenza nei confronti di autorit
religiose o civili.
Il battaglione della Speranza dopo la comparsa alla festa del 14
luglio 1801 non diede pi notizie. La restaurata disciplina imposta
ai Martinitt, la scarsa propensione degli amministratori
dipartimentali a sostenere le spese necessarie, le preoccupazioni
di ordine pubblico concorsero a decretare la fine di questo corpo
dimitazione francese.
Nel biennio della Repubblica italiana tornarono a proporsi i
temi dellassistenza allinfanzia abbandonata e delleventuale sua
militarizzazione.
Il crescente incremento degli abbandoni, confermato dallindagine
del 1802 e le difficolt di ordine finanziario stimolavano a un
ripensamento dellorganizzazione dellinfanzia abbandonata. Su
sollecitazione di Francesco Melzi verso la fine del 1802 i ministri
competenti furono invitati a presentare un piano per leducazione
militare degli orfani civili di Milano, piano da estendere poi
allinterno territorio della Repubblica. Si pens di riprendere
lesperienza del Battaglione della speranza della Cisalpina,
ampliandolo a tutto il territorio nazionale, organizzandolo per in
modo pi solido. Il progetto anzitutto prevedeva la
nazionalizzazione e la concentrazione di tutti gli esposti e gli
orfani della Repubblica in tre stabilimenti per i maschi, a Milano,
Bologna e Cremona, e due per le femmine.
Gli insegnanti per i ragazzi sarebbero stati per esigenza dei
religiosi, ma subito si sottolineava che gli allievi dovevano
essere tuttaltro che devoti o bigotti. Ancora pi, marcata era la
laicizzazione degli istituti femminili, dai quali era esclusa la
presenza di religiose.
Prima dei tre anni i bambini abbandonati e gli orfani sarebbero
stati mantenuti dai comuni, a tre anni sarebbero stati accolti
negli orfanotrofi nazionali. Per le femmine si prevedevano i
tradizionali fini educativi: la formazione di buone madri di
famiglia o brave donne di servizio, ma si aggiungeva la
preparazione di attrici di teatro.
Per i maschi si prevedevano lacquisizione di una cultura
elementare, di una professione di artigiano o di attore e di
conoscenze militari sufficienti a farne degli abili sottoufficiali.
A tal fine si raccomandava ladozione sin dai primi anni di et di
una disciplina militare e di esercizi ginnici, per promuovere la
robustezza fisica e lassimilazione delle virt proprie del soldato
repubblicano.
Giuseppe Compagnoni il 18 novembre 1800 fu nominato promotore
della pubblica istruzione nella seconda Cisalpina. Con questa
funzione propose un importante piano che prevedeva di aprire in
ogni comune di almeno 300 abitanti una scuola di base. Affinch la
Repubblica potesse conseguire il primato sugli altri Stati
italiani, realizzando col tempo lunificazione nazionale, era
indispensabile che si dotasse di unarmata efficiente e fedele,
ovvero che tutti i cittadini servissero la patria con dedizione. A
giudizio di Compagnoni per ottenere tale risultato, si sarebbe
dovuto riorganizzare listruzione pubblica introducendovi
leducazione militare.
Durante gli anni della Repubblica dItalia Melchiorre Gioia
tornava sulla questione con una proposta: sugger unidea che defin
utile: riunire esposti, orfani e abbandonati in un solo luogo per
formare un vivaio di soldati e supplire alla coscrizione. Egli
stimava in 861 il numero di fanciulli disponibili e calcolava che
essi potessero ogni tre anni soddisfare la legge di coscrizione del
2 agosto 1802 che richiedeva al Dipartimento milanese 2463
uomini.
Tanto per Compagnoni quanto per Gioia la militarizzazione dei
trovatelli e degli orfani era intesa come primo passo per la
militarizzazione dellintera giovent. Il vero repubblicano era luomo
virtuoso, leale, onesto privi di pregiudizi religiosi, lavoratore.
La disciplina militare era ritenuta strumento formativo per far
apprendere le virt.CAPITOLO SETTE GLI ORFANOTROFI MILITARI DI
MILANO E FERRARA IN ET NAPOLEONICA
La fondazione di un collegio apposito per leducazione militare
degli orfani di guerra avvenne tra il 1801 e il 1802, nella seconda
Cisalpina, grazie soprattutto agli sforzi del generale Pietro Teuli
che aveva dedicato molte energie per migliorare le condizioni di
vita dei soldati. Garantire uno status adeguato ai soldati e agli
ufficiali che corrispondesse al loro nuovo ruolo di difensori della
patria e non di mercenari, significava anche tutelare i loro figli.
Dapprima Teuli tent di far aprire i collegi gestiti dagli ordini
regolari ai figli di militari, riservando loro un terzo dei posti.
Il governo accolse la proposta con il decreto 7 messidoro anno IX
(26 giugno 1801), che per non fu attuato, nonostante il continuo
interessamento di Teuli e poi di Melzi dopo la costituzione della
Repubblica italiana.
Teuli aveva perorato la necessit di istituire una scuola
militare per gli orfani di guerra e per i figli di truppa e aveva
aperto a Milano nel 1801 un ricovero per veterani e invalidi di
guerra nel fabbricato di San Luca, collocato allestremit del corso
di Celso, di fronte a porta Lodovica.
Il 15 gennaio 1802, con lappoggio di Melzi, fu ufficialmente
costituito lorfanotrofio militare, nei locali di San Luca. La
scuola fu posta sotto il controllo del ministero della guerra. I
figli di ufficiali ne furono inizialmente esclusi.
Sino al 1803 i ragazzi coabitarono con i veterani e con gli
invalidi. Questa convivenza era dettata da ragioni economiche, ma
anche perch i veterani e gli invalidi fornissero agli orfanelli un
esempio di disciplina e di valore.
A sue spese Teuli fece dipingere lungo i corridoi i ritratti di
illustri guerrieri antichi e moderni. Era cos applicato uno dei
principi della didattica rivoluzionaria: quello di fornire
continuamente esempi di azioni virtuose e gloriose da imitare. Non
mancava naturalmente il ritratto di Napoleone.
Melzi estese ai figli di ufficiali indigenti il diritto di
entrare nellorfanotrofio, inizialmente riservato solo ai figli dei
militari semplici. I primi anni di vita di questistituto furono per
stentati.
Sin dal 1803 si progett di riorganizzare listituto, frequentato
s da orfani, ma anche da molti figli di civili e niente affatto
bisognosi, a testimonianza delle capacit dattrazione che possedeva
unistituzione educativa di carattere militare presso i ceti medi. I
ragazzi erano distinti in orfani ed allievi. Successivamente tale
differenziazione fu vietata e fu imposta luniforme unica.
Finalmente il 10 marzo 1807 lorfanotrofio fu riorganizzato con
un regolamento apposito cui ne sarebbe seguito un altro nel 1811.
Il nome stesso cambiava in Collegio reale degli orfani militari e
la capienza aumentava a 300 posti. Listituto avrebbe educato
gratuitamente non solo i figli di militari ma anche i figli di
funzionari civili vittime nellesercizio delle loro funzioni. Il
ministro della guerra diffuse il regolamento presso tutti i
prefetti, ordinando di farlo conoscere nelle principali citt del
Regno, per conferire allistituto carattere nazionale. Fine della
scuola era quello di essere un vivaio di tamburini, trombettieri,
caporali e sergenti, ma gli allievi migliori potevano entrare,
previo esame, nella Scuola militare per ufficiali di fanteria
eretta a Pavia il 7 luglio 1805. Questo sbocco garantiva la
possibilit concreta di una elevazione sociale. Tutti avrebbero
dovuto servire lesercito per 10 anni.
Let di ingresso era fissata a non meno di 7 o 8 anni. La durata
dellintero corso era di otto anni, ma generalmente era frequentato
per solo quattro anni. Le materie insegnate erano: leggere scrivere
e far di conto, calligrafia, geografia, storia, disegno,
aritmetica, geometria algebra, lingua italiana, francese, teoria e
amministrazione militare, scherma, musica e tromba militari.
Linsegnamento con il passare del tempo diventava pi
specialistico.
Il corpo insegnante, inizialmente formato solo da militari
veterani e invalidi di scarsa preparazione si arricch di docenti
civili (ex.Silvio Pellico). Nel 1812il ministro della guerra
Fontanelli propose ladozione del metodo del mutuo insegnamento,
presumibilmente basandosi sulle scuole per orfani militari di
Pawlet.Accanto agli insegnanti vi era un cappellano militare e nei
giorni festivi era prescritta la presenza dei ragazzi alla messa e
al catechismo. La figura dellimperatore era oggetto di venerazione.
Ogni giorno si svolgevano esercizi militari, tutti i gioved e le
domeniche si marciava per sei miglia con il fucile. La disciplina
era rigida, ma le punizioni corporali erano vietate, anche se di
fatto e volte vi si ricorreva. Le ferree regoli militari si
estendevano anche al vitto, sia per abituare i ragazzi aun rancio
essenziale, sia per ragioni di economia.
Gli allievi del collegio non godevano di buona salute come
appare dalla visita compiuta nel 1810 dallispettore generale di
sanit mentale: Giacomo Rezia.
Sotto il profilo ideologico, ladesione agli ideali patriottici e
la devozione a Napoleone erano garantite dalla scelta di ufficiali
che avevano abbracciato agli inizi le idee giacobine e che avevano
militato con Bonaparte. Dal 1802 al 1805 ricopr questa carica il
capitano degli invalidi Ignazio Ritucci che con spirito democratico
sottolineava limportanza di fornire ai figli di truppa la
possibilit di accedere alle scuole per ufficiali di Pavia e
Bologna.
Dal 1805 al 1812 il Collegio fu diretto da Gian Battista
Deangeli che nel 1807 redasse un progetto per la militarizzazione
degli esposti che invi al ministro della guerra. Il progetto non
rivestiva particolari caratteri di originari et, ma riproduceva
argomentazioni gi note: avviati precocemente al lavoro senza
adeguata educazione i trovatelli diventavano vagabondi e
delinquenti, viceversa se educati in tenera et avrebbero contratto
stabilmente le abitudini militari e, essendo senza famiglia, tanto
pi avrebbero amato lo stato sino alla morte. Ragioni di ordine
pubblico e di umanit richiedevano che si esercitasse su di loro
maggior sorveglianza combinando lutile individuale con quello
collettivo.
La preparazione infatti corrispondeva a quella di una scuola di
base.
La militarizzazione di orfani ed esposti era intesa da De Angeli
in senso globale, includendo anche quelli adulti: i ragazzi dagli 8
ai 16 anni sarebbero stati educati nei tre istituti, dai 16 ai 30,
se celibi e sufficientemente robusti sarebbero stati tutti
arruolati, risparmiando cos il servizio militare ai figli dei
contadini in modo da conservare le braccia allagricoltura. Gli
istituti sarebbero stati sovvenzionati con unimposta sul sale.
Il progetto De Angeli venne portato allattenzione del ministro
della guerra, che lo defin una buona idea, da non potersi per
immediatamente attuare, poich si trattava di una questione di
carattere generale che andava ancora regolata ed esaminata e che
non riguardava solo il ministro della guerra.
A De Angeli successe il 9 novembre 1811 Filippo de Meester la
cui opera educativa al San Luca non possibile esaminare poich la
documentazione rimasta non sufficiente. tuttavia possibile che nel
suo Collegio non si educassero gli allievi a una cieca devozione a
Napoleone, ma si facessero loro percepire limportanza di un
riscatto nazionale. Sembra inoltre, che egli non imponesse una
disciplina troppo rigida, instaurando con i ragazzi rapporti
paterni. De Meester fu arrestato poich bvoleva lindipendenza
italica. Scarcerato si rifugi a Civate e contribu a preparare i
moti carbonari del 1821.
significativo che Romagnosi nella Scienza delle costituzioni
edita postuma nel 1848 sostenne limportanza dellistruzione popolare
e militare per dar forza e coesione allo Stato prendendo come
esempio lesperienza della direzione di De Meester.Romagnosi
proponeva che listruzione di base fosse affidata ai bassi ufficiali
e ai soldati. Le scuole, collocate in ogni parrocchia sarebbero
state finanziate con fondi pubblici di beneficenza e carit e
avrebbero impiegato preferibilmente militari invalidi. In questo
progetto non mancava di elogiare pesto lazzi e il suo sistema
educativo. pure significativo che Romagnosi proponesse il metodo
del mutuo insegnamento gi applicato da Pawlet. Che lesempio di
Teuli e linsegnamento patriottico di De Meester avessero lasciato
la loro impronta si vide nel 1816 quando il sovrano in visita a San
Luca, fu salutato con levviva da un solo ragazzino e con il
silenzio di tutti gli altri allievi. Per conseguenza tutti gli
alunni furono immediatamente invitati in reggimenti non italiani e
il Collegio fu pareggiato a quelli reggimentali. Dal 1817 si
accettarono quali docenti solo militari, che davano maggior
garanzia di fedelt allAustria.
Nel 1838 il Collegio reale degli orfani militari cambi
denominazione e statuto, diventando Imperial regno Collegio dei
Cadetti, su modello del Collegio di Graz, per volere di Radetzky.
Solo 50 erano i posti gratuiti e 150 a pagamento. I figli di
ufficiali paganti diventavano cadetti, gli altri soldati semplici.
Era cos snaturata loriginaria portata democratica del Collegio di
San Luca.
LORFANOTROFIO DI SAN GIORGIO IN FERRARA 1808
Nel novembre del 1807 il comune decise di introdurre leducazione
militare nei tre istituti maschili della citt ordinando di
procurare luniforme nazionale e di farli esercitare nelle armi un
giorno alla settimana.
Si decise quindi di istituire un nuovo istituto, dal nome di
orfanotrofio di San Giorgio (protettore della citt e Santo
guerriero). Lorganizzazione fu dovuta allopera di Giovanni Scopoli.
Listituto accoglieva 70 ragazzi dai sei ai 20 anni che apprendevano
oltre al leggere, allo scrivere, allaritmetica anche la storia, la
geografia, il disegno. Il livello di istruzione era pi basso
rispetto a Milano, ma loriginalit risiedeva nel fatto che erano
aperte allinterno dellIstituto alcune botteghe artigiane di fabbro,
calzolaio, falegname come prevedeva il decreto 12 agosto 1807.
Scopoli non chiam questi ragazzi figli della patria, ma tutti figli
uguali della carit obbligandoli ad assistere alla messa e al
catechismo.
Lorfanotrofio di San Giorgio ebbe vita breve: ritiratosi i
francesi nel 1814, Ferrara torn nel 1815 sotto la dominazione
pontificia.
CAPITOLO OTTO ASSISTENZA ED EDUCAZIONE MILITARE DELLINFANZIA
ABBANDONATA NEL REGNO DI ITALIA
Il 13 maggio 1805 a due mesi dalla costituzione del Regno di
Italia (17 marzo 1805), Napoleone intervenendo in una seduta del
Consiglio di Stato sugger di militarizzare orfani e trovatelli.
Nel Regno italico venne introdotta la legislazione francese
sugli esposti: la legge francese del 4 febbraio 1805 assegnava la
tutela di questi bambini alle commissioni amministrative dei dei
brefotrofi: eventuali rendite dei bambini sarebbero state
amministrate dal luogo pio; il codice Napoleone prevedeva che i
beni di chi moriva senza eredi passassero allo stato. Il decreto
del 4 dicembre 1806 sostanzialmente ridusse la normativa francese
investendo cos i brefotrofi di precise responsabilit giuridiche ,
oltre che morali. Le motivazioni addotte a giustificazione del
decreto che un maggior controllo sulla vita degli esposti avrebbe
fornito allo stato utili lavoratori e soldati anzich delinquenti e
spostati. Motivazioni di ordine pubblico e attenzioni umanitarie
spesso si sovrapponevano. Lurgenza del problema era acuita dal
fatto che il fenomeno delle esposizioni conobbe un ulteriore
aumento nel primo decennio del secolo.
Per arginare il fenomeno, il 2 marzo 1807 il vicer Eugenio
incaric i ministri degli interni e del culto di presentargli un
decreto per prolungare la tutela dellamministrazione pubblica su
esposti e abbandonati, rilevando come molti di essi si chiamavano
Colombo e come spettasse allamministrazione pubblica e al governo
vegliare sugli infelici fanciulli abbandonati: motivazioni di
ordine umanitario oltre che di sicurezza pubblica. I momenti di
peggior pericolo era individuato negli anni delladolescenza, in
particolare dai 15 in poi, quando terminava la sorveglianza
dellospedale sugli esposti, che non erano pi accettati se vi
tornavano. Il ministro del culto Bovara aggiungeva alcune
osservazioni di carattere psicologico: questi ragazzi si traviavano
perch non conoscevano lamore di una vera famiglia. Solo lamore
fondava i sentimenti filiali di rispetto e sottomissione e quelli
paterni di protezione. Bovara quindi, premesso che era dovere dello
Stato provvedere a questi ragazzi, suggeriva di prendere ad esempio
i provvedimenti presi da Napoleone in Francia dove dopo i dodici
anni i fanciulli erano inviati all'orfanotrofio se sani o all
ospedale dei bambini ammalati se infermi. Proponeva che sino ai
diciotto anni gli esposti avessero il diritto di rientrare nella
casa che li aveva accolti nellatto dellabbandono nella quale
comunque si sarebbero dovute aprire scuole di base e scuuole
artigiane. I ragazzi avrebbero dovuto ricevere met del soldo
guadagnato col loro lavoro. Dopo i diciotto anni, se non
possedevano un mestiere, i giovani sarebbero stati inviati nelle
Case di Lavoro volontario o forzato, da aprirsi in conformit al
decreto 25 luglio 1806. Il Consiglio Legislativo rigett l'idea
dell'internamento in case: di lavoro forzato per diciottenni
disoccupati: non era colpa loro se erano senza lavoro. Meglio
comunque sarebbe stato affidare ai sindaci, podest e giudici di
pace il compito della sorveglianza sugli esposti e sulle famiglie
affidatarie, dato che prefetti e viceprefetti erano gi gravati da
numerose incombenze. Il vicer Eugenio sottoline la necessit di
erigere una casa di manifattura ove impiegare questi ragazzi per
non abbandonarli a se stessi. Bovara ribad lurgenza di introdurre
insegnamenti professionali in tutti gli ospizi, ma il ministro
delle finanze fece presenti le difficolt economiche in cui essi
versavano Il 12 agosto fu pubblicato il decreto nel quale si
attribuiva a podest e sindaci la vigilanza sugli esposti affidati a
contadini e artigiani vigilanza che passava a polizia dal momento
in cui i ragazzi non dipendevano pi dal luogo pio sino al
ventunesimo anno d'et. Dai quindici sino ai ventnn anni ogni
ragazzo avrebbe dovuto riportare un certificato semestrale di
condotta rilasciatogli dallospizio o chi lo educava. Il mancato
possesso di tale certificato era punito con larresto sino a dieci
giorni. I prefetti avrebbero dovuto compilare annualmente un quadro
degli esposti, con le indicazioni sul loro contegno , inviandolo
alla Direzione generale di polizia che ne avrebbe informato il
ministro del culto. Si instituivano scuole professionali negli
ospizi, per i ragazzi che vi rimanevano. Il decreto non menzionava
espressamente il controllo sulle famiglie affidatarie, parlando
sempre di vigilanza sugli esposti. Tale controllo sarebbe stato
segretamente esercitato. Ma non erano solo i poveri ad abusare dei
piccoli abbandonati. Molte erano le ragazze che messe a servizio
venivano sedotte e abbandonate. Non a caso Bovara proponeva che le
ragazze rimanessero in campagna. Nel 1806 si registr presso Milano
un caso di sfruttamento lavorativo di dodici trovatelle talmente
drammatico che fu risolto con un indennizzo pecuniario alle
sventurate da parte del seviziatore. Ne da credere che le angherie
e i soprusi cessassero in virt di questo decreto del 12 agosto
1807. Tutta lamministrazione della pubblica beneficenza fu
riformata negli anni napoleonici, secondo i criteri della
laicizzazione. Il 21 dicembre le competenze in materia passarono
dal ministro del culto a quello degli interni. Si miglior la tutela
della salute dei lattanti abbandonati, si introdusse la
vaccinazione vaiolosa per i trovatelli e gli orfani, si tent di far
frequentare la scuola di base anche agli esposti. Scopoli fu molto
attento alla sorte degli esposti. Il 15 febbraio 1808 egli fece
pubblicare un avviso alla popolazione in cui caldeggiava la
compassione verso questi bambini. Affidava ai parroci il compito di
dissuadere i genitori allabbandono e chiedeva loro che mostrassero
apertamente le fatali conseguenze di quellatto. Scopoli, nella
carica di direttore generale della pubblica istruzione ordin ai
prefetti nel 1809 di informarsi sui metodi educativi negli
orfanotrofi del regno: -istruzione non uniforme ai maschi leggere
scrivere far di conto -alle femmine lavori manuali -edifici mal
sani - vitto scarso Non va per dimenticato che nonostante tutto gli
orfanotrofi e i brefotrofi garantivano condizioni di vita che
potevano essere migliori di quelle di molti bambini con una
famiglia.
A ingrossare le schiere di questi piccoli girovaghi si
aggiungevano i bambini i cui genitori erano stati incarcerati. Nel
1816 fu sospesa a Milano laccettazione dei ragazzi derelitti presso
S. Caterina, che non riusciva a far fronte alle spese. Nel 1810 gli
orfanotrofi di Bologna e di Milano rifiutarono di aprire le loro
scuole ai bambini poveri abitanti nei quartieri vicini. Poich la
beneficenza pubblica era passata sotto la giurisdizione degli
interni, Scopoli rivendic il suo diritto, in qualit di direttore
generale della pubblica istruzione, a uniformare, migliorare e
controllare linsegnamento impartito negli orfanotrofi. Nel 1811 e
poi ancora nel 1813 Scopoli propose di aprire una scuola per
orfani, da riservare ai fanciulli pi dotati per lo studio e inabili
al servizio militare, per debole costituzione o per difetti fisici.
Negli ultimi anni del Regno di Italia continuarono a fermentare le
proposte di militarizzazione di esposti e orfani. Nel gennaio del
1811 lispettore di pubblica beneficenza Luigi Bossi, sugger al
ministro degli interni di impiegare gli esposti in marina al
compimento dellundicesimo anno di et come avveniva nellimpero. Il
decreto francese del 19 maggio 1811 aveva messo a disposizione del
ministero della marina tutti i bambini abbandonati al compimento
del 12 anno. Inizialmente si decise di trasporre nel Regno di
Italia la normativa francese. Ma interessante osservare che il
Consiglio, accogliendo le istanze di Scopoli, oper alcune modifiche
che sostanzialmente annullavano la militarizzazione dellinfanzia
abbandonata, conservando invece tutti gli articoli in favore di
questi ragazzi (art 9_ modifica_sarebbero stati messi a
disposizione del ministero della marina solo i ragazzi di 11 anni
sani e che erano negli ospizi- ben pochi fanciulli sani rimanevano
negli ospizi). Come aveva temuto Scopoli il decreto produsse
effetti opposti a quelli desiderati poich molti contadini avevano
rinunciato a tenere presso di s i trovatelli, temendo che a 11
anni, proprio qiuando la loro forza lavoro sarebbe aumentata,
venissero arruolati. Il ministero degli interni Vaccari ribad ai
prefetti che solo i ragazzi a carico degli ospizi erano
arruolabili. Nella sua relazione del 22 settembre 1811 al ministro
degli interni, lispettore generale di pubblica beneficenza del
terzo circondario, Stanislao Bovara, si disse favorevole alla
concentrazione degli istituti di accoglienza, per ragioni
economiche e propose di istituire negli orfanotrofi delle
esercitazioni militari nei giorno festivi, secondo quanto si faceva
ottimamente a Ferrara nellistituto San Giorgio fondato da Scopoli.
Nel 1812 fu aperta a Cant una scuola per la formazione di caporali
e sottoufficiali di fanteria, nella quale si accoglievano anche
ragazzi abbandonati o senza mestiere per farne dei tamburini. Il 27
agosto 1811 Rocco Sanfermo, ispettore del primo circondario, aveva
inviato al ministro degli interni un progetto per l'erezione di un
orfanotrofio militare. Sanfermo proponeva di concentrare a Milano,
in un unico istituto, gli orfani del circondario e assumeva
esplicitamente a modello il Collegio reale degli orfani militari,
che aveva personalmente visitato. Rispetto all'organizzazione del
Collegio milanese (San Luca), poche ma significative erano le
differenze: come nell'orfanotrofio di San Giorgio, si introducevano
nell'istituto laboratori artigiani di sarto, calzolaio, fabbro e
falegname, per evitare che recandosi a lavorare fuori dall'edificio
i ragazzi perdessero tempo e seguissero cattivi esempi.
L'orfanotrofio era posto alle dipendenze del ministro degli interni
e non della guerra. La direzione restava comunque affidata a un
veterano con il grado di capitano - presumibilmente Deangeli stesso
- ma gli altri istruttori militari sarebbero stati uomini gi
appartenenti alla Guardia Nazionale e non all'esercito. La finalit
dell'istituto, inoltre, non era esclusivamente militare, come
invece accadeva per il Collegio di San Luca: gli allievi
fisicamente non adatti alla vita sotto le armi potevano divenire
artigiani o maestri elementari, una categoria della quale vi era
particolarmente bisogno, tanto pi dopo la soppressione degli ordini
religiosi. Convivevano in questo progetto suggestioni di matrice
diversa. Vi si colgono istanze di controllo sociale, dalle quali
emerge l'utilitarismo settecentesco: privi di educazione questi
ragazzi divenivano esseri pressoch inutili a se stessi, e di peso
ben sovente; eco illuministe; n mancava un sentimento umanitario:
Sanfermo poneva in primo piano sussistenza, educazione e successiva
utilit individuale di essi orfani, che di riflesso avrebbero
prodotto effetti di utilit generale sulla societ. La tutela del
ragazzo era prioritaria. Esclusa l'ingerenza del ministero della
guerra, era pure negata ogni autorit alle Congregazioni di Carit,
realizzandosi cos una completa laicizzazione e un accentramento
degli orfanotrofi maschili che corrispondeva alla pi generale opera
di controllo sugli enti assistenziali nel loro complesso, Ma cos
facendo non si sarebbero rispettate le disposizioni dei testatori,
con il pericolo di allontanare future donazioni agli orfani. A
questa obiezione Sanfermo rispondeva che il suo progetto forse
violava la lettera, ma certo non lo spirito di tali testatori. Il
progetto fu inviato dal ministro degli interni Luigi Vaccari ai tre
colleghi di Sanfermo, i quali tutti, tra il 1812 e il 1813, lo
rigettarono in base ad analoghe osservazioni. L'ispettore del
secondo circondario: Raffaello Parravicini: ritenne il progetto
inapplicabile anche solo a un singolo dipartimento perch troppo
dispendioso e perch lesivo della volont dei testatoti. Le
osservazioni critiche riguardavano solo il tema della beneficenza,
in quanto Parravicini non esaminava il nodo della militarizzazione
degli orfani, che liquidava come improponibile senza una speciale
norma di legge.
L'ispettore del quarto circondario, Luigi Bossi: riteneva che
sotto il profilo economico il progetto Sanfermo avrebbe potuto
procurare dei vantaggi, ma egli pure lo riteneva inapplicabile
perch irrispet-toso delle disposizioni testamentarie dei
benefattori degli orfanotrofi e suscettibile di provocare
malcontento nell'opinione pubblica dei luoghi ove gli orfanotrofi
sarebbero stati chiusi, come gli risultava da un'indagine da lui
condotta In quanto alla militarizzazione degli orfani, Bossi non la
escludeva, anzi suggeriva che la si applicasse gradualmente nei
singoli orfanotrofi, soprassedendo alla proposta concentrazione.
L'ispettore del terzo circondario Giovanni Burri: contestava le
cifre prodotte da Sanfermo sulle rendite degli orfanotrofi e si
allineava alle osservazioni di Parravicini, temendo che in, caso di
concentrazione le donazioni sarebbero diminuite, perch la,
beneficenza spesso era fatta per amor proprio che ambiva a un
riconoscimento pubblico e non come atto di carit disinteressata101.
Inoltre osservava che Milano era la citt ove la vita era pi cara.
Burri avanzava poi delle obiezioni circa leducazione militare degli
orfani. Riteneva troppo ricca la dieta proposta da Sanfermo. Il
progetto Sanfermo fu cos bocciato nel 1813.
CONCLUSIONI Il crollo dell'Impero determin la fine degli
Orfanotrofi militari di Milano e di Ferrara. Trattandosi di
esperienze che consentivano un'integrazione sociale e che
apparivano intimamente radicate all'ideologia giacobino-napoleonica
non potevano essere accettate n dall'Austria n dalla Chiesa negli
anni della Restaurazione. L'idea del fanciullo soldato rimase
ancorata agli anni rivoluzionati e napoleonici. Anche in Europa si
spensero le esperienze di orfanotrofi militari, superate
dall'adozione graduale in tutti gli Stati di un esercito nazionale,
su modello di quello prussiano del Wehrgeselz del 1814, con una
leva breve ma generalizzata, che poneva altri problemi di tipo
educativo. Se, come aveva prefigurato la pedagogia giacobina, il
servizio militare era un dovere connesso alla cittadinanza, non era
pi necessario reclutare militi tra i fanciulli abbandonati, che
avrebbero servito sotto le armi al pari dei loro coetanei con
famiglia. Non a caso, fu in Russia e nel Regno delle Due Sicilie
che, nella prima met dell'Ottocento, si realizzarono ancora forme
di militarizzazione dell'infanzia ispirate chiaramente a una
matrice assolutistica, mirante allo sfruttamento e non ceno
all'integrazione sociale dei fanciulli. In Russia lo zar Nicola i
nel 1837 viet agli esposti di studiare nelle scuole urbane annesse
ai brefotrofi, riservandole ai figli di ufficiali. In quanto ai
figli legittimi dei soldati, erano obbligati a servire per almeno
12 anni nell'esercito. Italia meridionale_Le istruzioni per gli
ospizi del 1819 prescrissero che tutti i ragazzi ricoverati negli
istituti assistenziali imparassero a leggere e scrivere,
ricevessero un'educazione religiosa e fossero avviati
nell'esercito. Solo i pi dotati avrebbero ricevuto un insegnamento
tecnico, che li avrebbe avviati alle professioni. L'educazione al
lavoro era qui alternativa e superiore rispetto a quella militare.
I giovani del Pio Albergo di Napoli non ricevevano alcuna
istruzione militare, ma subivano il reclutamento coatto. Non vi era
spazio per un'educazione militare che formasse il corpo ma anche
che illuminasse lo spirito a determinati valori, vi era solo
l'imposizione di una disciplina cieca, secondo un modello
assolutista prerivoluzionario. Gli allievi sani e robusti del Reale
Ospizio di Giovinazzo, in Puglia, erano dal 1819 destinati
all'esercito, i meno forti o comunque inabili al servizio militare
erano avviati a un mestiere o all'agricoltura. Ferdinando II,
salito al trono nel 1830, conferm questa scelta. Per sua volont,
anche l'Ospizio maschile di Lecce, che raccoglieva orfani ed
esposti della Terra d'Otranto, invi i suoi giovani nell'esercito.
Tanto i ragazzi internati nell'Albergo dei Poveri, quanto quelli di
Giovinazzo, inoltre, sostituivano nell'esercito coloro che
ottenevano l'esonero pagando una somma di denaro alla famiglia di
chi li rimpiazzava, secondo modalit in uso nell'antico regime .
Negli anni '40 le disposizioni del 1819 vennero inasprite e tutti i
giovani reclusi del Pio Albergo, senza eccezione, furono inviati
sotto le armi per una ferma di otto anni. L'industria napoletana
necessitava ormai di salariati e non di forza lavoro coatta: questo
spinse a indirizzare tutti i ragazzi abbandonati verso l'esercito.
Solo nel 1855 questi provvedimenti furono mitigati, consentendosi
agli orfani con tutori o ai fanciulli con geni-tori viventi di
evitare il reclutamento forzato, se chi esercitava la patria potest
vi si opponeva. Il modello era quello, ormai reazionario, dello
sfruttamento dei bambini abbandonati a favore del sovrano. Con
l'unit questo sbocco coatto, ultimo retaggio settecentesco
criticato da Luigi Carlo Farini e Luigi Settembrini, fu abolito " e
l'assistenza all'infanzia, pur con lentezza e nonostante il
perdurare di modelli tradizionali, cominci ad aprirsi a teorie
pedagogiche, tanto laiche quanto cristiane, pi rispettose della
persona del bambino ". Il caso della Gran Bretagna, come si detto,
costituisce un capitolo a s stante, non riducibile all'interno del
contesto continentale. Nel corso dell'Ottocento nacquero e si
svilupparono orfanotrofi militari e si ac-centu, nell'et
vittoriana, la pratica dell'espulsione verso le colonie dei piccoli
devianti, o semplicemente orfani o comunque privi di una famiglia
in grado di accudirli. Lo spostamento cronologico legato al fatto
che l'Inghilterra non conobbe, sul suo suolo, l'esperienza
pedagogica ri-voluzionaria e napoleonica di una militarizzazione
"democratica" dell'in-fanzia abbandonata e pot, dunque, erigere
orfanotrofi militari senza do-versi confrontare con tale
tradizione. Fondamentale, inoltre, fu il fatto che sino alla prima
guerra mondiale l'Inghilterra non adott la coscrizione
obbligatoria, il che rendeva quasi inevitabile che i figli dei
soldati fossero avviati allo stesso mestiere dei padri. In quanto
all'arruolamento in marina, si visto come, perlomeno nel XVIII
secolo, esso non comportasse invece caratteri di sfruttamento e
anzi consentisse una certa mobilit sociale. La Spagna, che come gli
altri paesi dalla seconda met del Settecento inseriva forzosamente
vagabond