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fake the system!

Mar 23, 2016

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undesign

un workshop di undesign per cattivi ragazzi dove imparare a comunicare male e fare male comunicando. 7 - 11 marzo 2011 design workshop, politecnico di torino
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Progetto graficoUndesignconClaudio ChiangoneSimone Spedicato

Fotografie e videoUnodue StudioPatrick Delorenzi

Quaderno di lavoroFake the System!

Progetto didatticoLuigi Bistagnino

CoordinamentoPaolo Tamborrini

Politecnico di TorinoDesign Workshop

UndesignMichele BortolamiTommaso DelmastroconClaudio ChiangoneSimone Spedicato

WorkshopFake the System!

Become a faker and join us!fakethesystem.tumblr.com

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Lunedì 7 - Venerdì 11 Marzo 2011Design Workshop - Politecnico di Torino

Un workshop per cattivi ragazzi dove imparare a comunicare male e fare male comunicando.

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Diario di guerriglia.

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Fake the System!Fake it now!

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Become a FakerFake you!

We are the fakersFake Club.Le regoleGruppo di fuoco.

Action ReactionCome agire.

Fake off guys.Gli undesigners.

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Fake the System!

Significa fregare il sistema attraverso azioni virali spiazzanti e surreali, imparando a conoscere e falsare le regole del gioco della comunicazione.

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Affrontare con i ragazzi del Corso in Disegno Industriale del Politecnico di Torino una ricerca sperimen-tale sul campo,

in cui manipolare la comuni-cazione dello spazio comune, generare comporta-menti ambigui, riprenderli e commentarli.

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Fakeit now!

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Gotopag.11

Una sola certezza:il sistema ci fotte.Fottiamo il sistema!

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Be-co-me afa-ker!

Senza spirito di iniziativa non esiste nessuna guerriglia urbana.

Teasing

Reclutamento. Manifesti, flyer, sticker nei luoghi strategici, una comunicazione rapida e abusiva si inserisce nell’ambiente clandestinamente. Occhiali, naso e baffi si diffondono in maniera virale. La gente mormora, Il mistero si svela poco a poco. Fake is coming.

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In alto, i corridoi tappezzati con i manifesti abusivi, l’adunata ha inizio.

Sono stati scelti alcuni punti strategici come le maniglie delle porte e i bagni.

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Per compensare inferiorità e scarsità di mezzi rispetto al nemico la guerriglia urbana usa la sorpresa.

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Fakeyou!

La comunicazione indica e guida. Prima le persone seguono, poi si abituano ed eseguono. Spesso si rispettano i segnali dati anche se insensati.

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You are fake vic-tim!

Se sei arrivato fin qui seguendo l’indicazione di pagina 11 sei vittima del sistema.

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Nessuna parola. Ad accogliere i fakers un distributore di ticket numerati davanti alla porta dell’aula: è obbligatorio prendere il numero. Che senso ha? Nessuno. Risultato? Tutti in fila a prendere il numero senza preoccuparsi della sua utilità. Una settimana di esperimenti spostando la colonnina in luoghi diversi: ingressi, bar, scale, porte. Totale 168 vittime.

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Wearethe fa-kers

Azioni e tattiche pianificate eseguite e portate al successo.

Tommaso Delmastro,Michele Bortolami, Simone Spedicato,Claudio Chiangone. Noi siamo i fakers.Nucleo guerrigliero che ha come obiettivo quello di usare le armi del sistema per combatterlo. Magliette scure, vestiti comodi, armi in pugno: pronti all’azione!

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FakeClub.

Motivazione, ambizione, voglia di sfidare il sistema.Attaccare e distruggere. Trenta guerriglieri adunati in unico gruppo d’azione: il Fake Club.

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Fuori di qui, il Fake Club non esiste.Nel Fake Club l’individuo non esiste.Il punto di partenza è il punto di ritorno.L’istruzione è tutto.Stai attento a quello che fai.Stai attento a quello che fa l’altro.Le vostre uniche tracce: il buzz.State comodi, si corre.

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Unico punto di riferimento un kit di base con una spilla ufficiale, una mascherina, un adesivo e le regole da seguire. All’esterno non esiste nessun Fake Club, nessuno dovrà parlare della sua esistenza. I membri possono organizzarsi tramite un gruppo segreto creato sui network. Le reclute sono pronte all’azione: da questo momento sono i fakers.

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Nessuno può diventare guerrigliero senza prestare attenzione particolare alla preparazione tecnica. Non puoi essere un buon combattente se non hai imparato l’arte della guerra.

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In alto, Michele Bortolami alla cattedra tiene una lezione sulla comunica-zione virale.

Sotto, Tommaso Delmastro mentre spiega ai fakers come preparare le azioni.

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Prima di agire è importante conoscere il contesto di azione. La formazione avviene nei primi tre giorni, tramite la presentazione di case history particolarmente rilevanti nel campo della comunicazione non convenzionale. Le azioni sono state categorizzate in base al mezzo usato: ambiente esterno, azioni di guerriglia urbana, billboard, web 2.0, situazionismo e flash mob.

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Gruppo di fuoco.

I guerriglieri non sono una forza armata regolare. Al contrario dell’esercito, sono piccoli gruppi armati,intenzionalmente frammentati.

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01 Virus in metro.02 Give joy, give me five!03 Fuck yeah!04 Inchinato al sistema.05 Privacy, sei sicuro?06 Precarity parking.07 Non sono un oggetto.08 Media war.09 Selling people.10 Germitalia.11 Welcome T’orino.12 Void destroys.

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01Supore, timore, telefonate tempestive, addetti alla sicurezza in allerta, attenzione: c’è un virus in metropolitana. O è un fake?

Virus in metro.

Ogni gruppo è salito sul vagone da una fermata diversa indossando subito la mascherina.

I fakers sono entrati a scaglioni nello stesso vagone della metro-politana di Torino.

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Mission: terrorizzare. Quale sarà la reazione della gente dentro la metropolitana se trenta ragazzi entrano indossando contemporaneamente una mascherina antismog? Puro Panico.

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Le armi del guerrigliero sono inferiori a quelle del nemico, ma dal punto di vista morale ha una superiorità innegabile. Questa superiorità morale è ciò che sostiene la guerriglia.

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Alcuni decidono di ripetere il giro e invitano altre persone a partecipare.

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Le persone si mostrano divertite, danno il cinque ai fakers ed escono col sorriso.

Facce buie, testa bassa, nessuna voglia di parlare. Le persone hanno bisogno di ridere. Portiamo una ventata di gioia.

Give joygive me five!

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Scale mobili, uscita della metropolitana, le persone che salgono si trovano di fronte un muro di braccia rivolte verso di loro. Tutti in silenzio, ma le mani suggeriscono una cosa sola: dammi il cinque!

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Gli adesivi sono stati posizionati dappertutto.L’obiettivo è renderli facimente visibili.

In basso,il libero sfogo arriva ovunque, anche contro lo stesso Fake Club.

La monotonia della quotidianità rende le persone passive, f…..o a tutto! Diamo sfogo alla noia.

FuckYeah!

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Mission: incoraggiare le persone a esternare le proprie emozioni. Diffondere stickers con la scritta Fuck e sotto uno spazio libero da compilare come si preferisce.

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I posti presi di mira sono pali, obliteratrici, multe, panchine,auto dei vigili urbani.

Stickering selvaggio ai murazzi, con lo scopo di mandare a quel paese chiunque.

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In poco tempo il centro di Torino è invaso dagli adesivi e gli insulti dilagano.

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L’autobus èdi nuovo in ritardo? Lascia il tuo messaggio di dissenso sulla panchina.

I luoghi pubblici di sosta temporanea sono spazi ideali per combattere la noia.

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Chiunque è libero di sfogarsi contro qualsiasi cosa. Fuck è anarchia pura, non sta con niente e con nessuno, permette alle persone di prendersela contro qualsiasi cosa. F.....o le regole! Di nuovo una multa? F…..o la multa! E anche i vigili! E anche tu che leggi! I risultati sono del tutto fuori controllo. Chiunque può essere un bersaglio. Dopo lo sfogo prevale una sensazione di leggerezza.

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In alto, una vittima intenta a piegarsi legge la scritta presente sul pavimento.

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In basso, un faker prepara l’azione con stencil e bomboletta di vernice gialla.

Causare, tramite un ostacolo, un gesto involontario e automatico. Attraverso una frase di critica il passante recepisce il messaggio.

Inchinatoal sistema.

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Un nastro rosso e bianco ad un metro e cinquanta di altezza, così da creare un ostacolo e costringere le persone a chinare la testa e leggere la scritta inchinato al sistema creata con stencil e bombolette.

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In una guerra convenzionale, generalmente si combatte a distanza, con armi a lungo raggio. in una guerra non convenzionale, come la guerriglia urbana, il combattimento è a corto raggio.

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A lato, i fakers in azione: telecamere puntate e flyer con un messaggio preciso.

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In basso, una ragazza legge il flyer dopo essere stata assaltata dalle telecamere.

Irritare e infastidire qualunque passante con delle finte riprese. Le persone intuiscono che dietro l’azione c’è un messaggio che fa riflettere sulla mancanza della privacy.

Privacy,sei sicuro?

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La nostra privacy è a rischio. Impertinenza, facce toste, videocamere spente e flyer di spiegazione che recitano così: PRIVACY? Le nostre telecamere sono spente. Ma le altre?

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In seguito viene consegnato il flyer e le persone rimangono del tutto spiazzate.

In una prima fase i passanti vengono circondati dalle telecamere come dei vip.

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Disturbare e importunare l’ignaro passante con una falsa, insistente violazione della privacy, fino a ottenere la reazione stizzita della vittima.A quel punto, la rivelazione: non è delle nostre telecamere che ti devi preoccupare, ma di quelle che non riesci a vedere. Il risultato sono occhiate indagatrici, furtive e ansiose alla ricerca del grande fratello. Vittoria!

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A lato, gli stencil adoperati durante l’azione.Sotto, il nuovo parcheggio.

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L’azione avviene lungo il perimetro di una delle sedi del Politecnico di Torino.

I neo laureati sguazzano nella precarietà, aiutiamoli a mostrare questo disagio.

PrecarityParking.

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Diamo voce ai futuri precari. Cartoni usati, taglierini e bombolette per creare lo stencil. Sarà un’azione dimostrativa rapida e pulita su ciò che aspetta i neo-laureati se il sistema non cambia.

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In alto,una ragazza in mezzo al centro di Torino con l’adesivo non sono un oggetto.

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In basso, un adesivo non sono una donna applicato su un muro dei portici del centro.

Sensibilizzazione sullo sfruttamento del corpo delle donne nei programmi televisivi e nelle campagne pubblicitarie.

Non sono un oggetto.

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Gli strumenti per l’azione hanno un costo minimo. Sono state create due diverse tipologie di sticker: non sono un oggetto e non sono una donna che hanno contaminato le vie della città.

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Gli adesivi sono stati applicati su diversi oggetti, dalle panchine ai veicoli.

Sono stati stampati centinaia di sticker di dimensioni differenti per i due claim.

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I due claim vicini, applicati ai rispettivi riferimenti, trasmettono bene il messaggio.

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In giro per il centro di Torino ogni oggetto e ogni donna diventano protagonisti dell’azione. Gli sticker piazzati ovunque destano attenzione. Spesso le donne vengono stereotipate attraverso luoghi comuni o immagini di nudo. L’abitudine a vedere in giro sempre le stesse rappresentazioni fa passare inosservate certe questioni, un messaggio esplicito aiuta a non lasciarle nell’ombra.

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A lato, i cartellini riprodotti sostituendo il contenuto con un messaggio critico

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In basso, la telecamera nascosta ha ripreso l’azione durante la sostitu-zione.

Se usata senza criterio, la televisone provoca condizionamento, omologazione edisinformazione. È ora di dichiararle guerra!

MediaWar.

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Dopo aver truccato la comunicazione, scelto il luogo, diviso i vari compiti, studiato la planimetria del punto vendita si è passati all’azione: entrata a scaglioni, sostituzione dei cartellini e fuga.

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La vita del guerrigliero dipende dal saper sparare, dall’abilità nell’uso delle armi e dall’evitare di essere colpito. Quando parliamo del tiro, parliamo della sua accuratezza e della sua precisione.

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A lato, l’adesivo applicato sulle selle del bike sharing, il messaggio gira.

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In basso, un adesivo codice a barre che recita così: il tuo quanto costa?

Il tasso di corruzione nella nosra società è alle stelle. Per quanto siamo disposti a venderci?

SellingPeople.

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Sono stati creati dei codici a barre con un messaggio irriverente al fondo. Gli adesivi sono stati attaccati su selle e sellini delle biciclette, facendo riferimento al lato B delle persone.

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A lato, la maschera utilizzata e il cartellino del posto riservato alle cimici sui sedili.

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In basso, l’insetto gigante che vaga sul treno infastidendo i viaggiatori stupiti.

I casi di scarsa pulizia all’interno dei treni sono sempre più soventi. Sensibilizzare le persone al problema della sporcizia in maniera ironica e irriverente.

Germ-Italia.

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Sono stati creati sticker, volantini con falsi comunicati di Trenitalia e un travestimento da insetto, da utilizzare sul treno facendo un’incursione per infastidire i viaggiatori.

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La tattica di guerriglia urbana è una tattica aggressiva, in altre parole ha un carattere offensivo. Com’è ben noto, l’azione difensiva significa la nostra morte.

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Durante l’azione di guerriglia ognuno ha il suo ruolo. Mentre la Blatta umana infastidisce i passeggeri inseguita dai disinfestatori, il treno viene tappezzato di sticker, finti comunicati istituzionali e segnaposti per cimici. I passeggeri ridono, schivano, non capiscono ma tutti restano interdetti ed increduli davanti alla possibilità di avere degli insetti succhiasangue come compagni di viaggio.

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A lato, gli stencil usati per l’azione: cartoni da imballaggio, bombolette bianche.

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In basso, le zone toilette tracciate, un cartello segnaletico informerà i passanti del nuovo WC.

La pisciata è un bisogno fisiologico, cosa succede se per farla si crea un’inutile distinzione di etnia?

Welcome T’orino.

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I murazzi sono un luogo multietnico, si affaccia direttamente sul Po e molte persone pisciano nel fiume. Nasce così un’area WC all’aperto, distinta in due zone: extracomunitari e italiani.

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Il guerrigliero urbano è caratterizzato dal suo coraggio e dalla sua decisione. Deve essere un buon tattico ed un buon tiratore, deve condurre un’esistenza clandestina.

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A lato, design della fotografia e ho sposato Torino stravolti dai Void Destroys.

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In basso, un bidone per la raccolta di abiti usati, trasformato in raccolta abusati.

Stravolgere il significato delle frasi cancellando parole o lettere, dimostrando come, in una società satura di informazioni, il vuoto possa fare molto male.

VoidDestroys.

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Il silenzio certe volte, può fare molto rumore. Che la distruzione della comunicazione abbia inizio! Uniche armi consentite: ironia, provocazione e letali fogli adesivi.

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Dalle targhe delle aule ai cartelli delle vie, i Void Destroyers colpiscono ovunque senza pietà.

Luciano Bruno, ufficio audiovisivi, qualsiasi scritta è una potenziale preda.

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I messaggi più lunghi vengono stravolti con poco, sicuramente ora sono più interessanti.

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Sci di emergenza, un cartello di questo tipo sarebbe perfetto sulle piste innevate.

In alto, affittasi posto letto a ragazza trasformato in un annuncio insolito.

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L’obiettivo dell’azione è di superare la barriera che divide l’emittente dal ricevente, decontestualizzando in maniera sfrontata il messaggio della comunicazione. Il progetto trova un nome e un logo: Void Destroys. Dopo aver compiuto un giro di ricognizione per individuare i possibili bersagli, si decide di agire intorno alle aree esterne ed interne della scuola.

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Ac-tion re-ac-tion!

Le armi del guerrigliero urbano sono armi leggere, fatte al volo per l’azione.

Sapere come nascondersi e come essere vigile. Essere un buon camminatore. Essere capace di resistere alla fatica. Imparare l’arte del mimetizzarsi. Non temere mai il pericolo. Non agire impetuosamente. Avere pazienza illimitata. Queste le qualità richieste al Fake Club per l’azione notturna.

NightRiders.

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Ore 23:00. Il Fake Club è pronto all’azione finale. La lezione si sposta in casa Undesign. Lo studio si trasforma in un piccolo laboratorio operativo dove i fakers creano le armi per la guerriglia. Cutter, scotch, cartone, in poco tempo gli stencil sono pronti. Cinque gruppi d’azione in cinque macchine! Per tutti bombolette nere e rosse pronte a colpire le arterie di Torino.

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Gli stencil sono stati preparati di due dimensioni, una grande e una più piccola.

Azione:prima baffi e occhiali neri e poi il naso rosso. Velocità e agilità sono tutto.

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Il lavoro di squadra è fondamen-tale, ognuno ha il suo ruolo, non bisogna farsi notare.

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Politici di destra, centro e di sinistra, cantanti e modelle non si risparmia nessuno.

I volti mascherati assumono un nuovo significato. L’ironia ha colpito il sistema.

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Gli abitanti di Torino si sono svegliati il mattino trovando i manifesti così.

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Mostrare la vera realtà del sistema. Sono tutti dei pagliacci, noi lo sappiamo e li trattiamo come tali. Chiunque compaia sui manifesti viene colpito con il simbolo del Fake Club. Qualcuno si accorge di noi, le prove devono sparire, scatta la fuga, qualcuno viene fermato. Bombolette e stencil saltano fuori, ma nessuno nota le facce sorridenti col simbolo impresso. Libertà. Di nuovo.L’azione gira sui network.

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Comeagire.

Un faker sa come sparare a corto e a lungo raggio e le sue armi sono appropriate per ogni tipo di esigenza.Rapidità e coordinazione, il nemico è in agguato.

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Fa-keoff guys.

Un brindisi al Fake Club. Il gruppo si scioglie, il clamore resta.

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Gli un-designer.

Progettare identità, combinare aspetti funzionali, comunicativi, formali ed emotivi. Buttare giù il muro, creare una connessione tra pensieri e persone. Give joy.

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ph. W

hite

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Ci sono alcune persone che diventano poliziotti per rendere il mondo migliore,

altri diventano vandali per rendere il mondo un posto più bello da vedere Banksy

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fakethesystem.tumblr.com