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FRANCESCO MONACO Insediamenti rupestri medievali in territorio di Cagnano Varano (Fg): aspetti della civiltà del "vivere in grotta" sulle rive del lago di Varano, tra lgligiosità e sfmttamento delle risorse del territorio ESTRATTO 33" Convegno sullo Preistorlo - Protostorlo e Storlo dello Dqunio. Son Severo 2Ol2 tArrrl a cura diArmando Gravina San Severo 2O13
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F. Monaco, Insediamenti rupestri medievali in territorio di Cagnano Varano (FG): aspetti della civiltà del "vivere in grotta" sulle rive del lago di Varano, tra religiosità e sfruttamento

Feb 01, 2023

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FRANCESCO MONACO

Insediamenti rupestri medievaliin territorio di Cagnano Varano (Fg):aspetti della civiltà del "vivere in grotta"sulle rive del lago di Varano, tra lgligiositàe sfmttamento delle risorse del territorio

ESTRATTO

33" Convegnosullo Preistorlo - Protostorlo e Storlo

dello Dqunio. Son Severo 2Ol2

tArrrla cura

diArmando Gravina

San Severo 2O13

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II Fnercpsco MouRco-

lnsediamenti rupeski medievali in territorio di CaglranoVarano (Fg): aspetti della civilta del "vivere in §rotùa"sulle rive del lago di Varano, tra religiositae sfruttamento delle risorse del territorio

,Università degli Studi di Foggia

Un distretto *rupestre" sul promontorio del Gargano: la laguna di Varano

Il promontorio del Gargano, a causa delle proprie caratteristich" geomo.fologi-che si e trovato ad essere uno dei luoghi privilegiati della culfura rupestre (Fottsoce

1977;1980;2004; Demua 1990; DB Mnucs 2003; Cepnene e DprrAsull-{ 2004) nellaPuglia settenkionalel. Del resto nel distretto garganico la frequentazione di caver-ne, nafurali o modiflcate dall'uomo, abbraccia un lungo arco cronologico che vadall'età paleolitica (Per-rr,re oI CBsNore, 2003;Mxm, Ttnqz 2005, pp. 2l-28) at giorninostri2, con un apice in Eta tardoantica e medievale in concomitanza con la nascitae sviluppo del culto micaelico (SaNsoNB 1970; 1980; CAnmrfl, Ornen-ro 1980; 1994;

1Se si esclude I'episodio più manifesto ed appariscente, oltre che fondamentale, della Grot-ta di Monte SanfAngelo, infatti, il 'tivere in grotta" garganico è certamente meno conosciu-to nelle sue articolazioni e nel suo ruolo e peso insediativo di quello di altre realtà pugliesi e

dell'Italia meridionale.2 Oltre al riuso in chiave agricolopastorale vanno ricordati i centri di Peschici, Vico e Mon-

te Sant'Angelo che, con le loro casegrottautiTizzate fino alla metà del'900, sono i soli esem-pi nel comprensorio del Gargano di insediamenti rupestri urbani, caratteizzaltda una coesi-stenza di realta ipogeiche con elementi subdiali.

ISBN-97&8&9654}47-8 Atti - 33" Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria Storia della Daunia. San Severo 2012.

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PrBuoNrpso 1980;SrnruccHro 1982; 1990; Ornen'ro, CAruorn 1990;Brnr r'Eua 1999;FelTe 2008, p. 346; 2008b; Feu+ Grur-rem 2011)3.

l,e aree maggiormente interessate dal fenomeno risultano essere proprio quelledel Gargano meridionale, immediatamente a ridosso del sacro speco dedicatoall'Arcangelo, tra i comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant'Angelo.

Un altro comprensorio a presenza rupestre consistente e articolata appareessere quello lagunare, intorno al lago di Varano, nella porzione settentrionale delpromontorio. In particolare, nel territorio di Cagnano Varano il popolamento rupestresi manifesta con le sue diverse tipologie insediative, rappresentate da sepolcretiipogei, chiese rupeski, ed insediamenti abitativi e produttivi in rufe (flg. 1).

Le necropoli rupestri: Arena Daniele-Giardenera e Bagno di Varano

Il primo sito oggetto ditratlazione del presente contributo e l'unita topograficarupestre (UTR9 Arena Daniele, situata 700 m a sud di Cagnano Varano, lungoil ripido declivio che sale da quota 118 m slm flno a 485 m slrn (fig. 2). I.area,attualmente adibita a pascolo, delimitata ad ovest dal profondo vallone San Giovannie a nord dalla piana di Giardenera, è caratteizzata dalla presenza di strutturerupestri ipogee e subdiali. Allo stato athrale della ricerca tali strutture sembranoessere riferibili a piir fasi di frequentazione del sito.

Tra gli elementi subdiali sono da annoverare alcune grosse buche di palo a

3 Per quanto riguarda I'Eta tardoantica ed altomedievale, la ricerca ha individuato prevalen-temente ipogei di tipo e uso funerario; inoltre, a causa del forte peso devozionale e di fascina-zione religiosa esercitato dal sacro antro micaelico, gli studi sul trogloditismo garganico, do-vuti nella maggior parte dei casi a cultori locali, si sono rivolti soprattutto agli aspetti storici,architettonici ed artistici inerenti il particolarissimo nesso tra condizione rupestre e religio-sita, riducendo quasi sempre le diverse cavità ipogee al ruolo di riparo temporaneo per pel-legrini in cammino verso il sacro speco di Monte Sant'Angelo, oppure acellaein cui esercita-vano la propria ascesi i diversi eremiti.

a Nel corso delle ricerche sull'habitat rupestre del Gargano si e indicato come unità topogra-flca rupestre UTR) il sito nel suo insieme, owero I'intero areale comprensivo e unif,cante i sin-goli complessi e unità, comprese le zone sub d,ioo, che si può individuare e definire come ambitodell'anlropizzanone, frequentazione, sfruttamento produttivo e modificazione ad opera dei sin-goli e delle comunità, che praticavano i relativi complessi rupeski (Comp. Rup.), costituiti da am-bienti ipogei e strutture scavate (o semi-scavate) nella roccia, e da fattori geografici e topografl-ci, quali la presenza di fonti d'acqua, strade, boschi e terreni coltivabili. Per complesso rupeste(Comp. Rup.) si è inteso invece I'insieme di due o più grotte (e quali possono essere cavità na-furali, totalmente o solo in parte adattate alla fruizione come abitazione o altro, o cavita artiflcia-li, interamente scavate o con parti in muratura) aventi stretti rapporti strutturali e funzionali: e ilcaso di quelle realta in cui diverse strutture ipogee concorrono alla formazione di una sola enti-tà funzionale. Inflne, per unita rupestre (U. Rup.) si è intesa la singola grotta (naturale o costru-ita-scavata), owero l'elemento ipogeo di base, lo spazio minimo dirfillz;zo antropico.

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Insediamenti rupestri medievali in territorio di Cagnano Varano

sezione circolare poste nella porzione più settentrionale e meno elevata del sito. lapresenza di arbusti e di terreno alluvionale, che in parte occulta le buche evt"denti

e ne nasconde completamente altre, non permette di poter ricostruire evenfualiandamenti riconducibili alla presenza di una o più capanne.

Scendendo verso ilvallone San Giovanni, ad ovest, si incontrano i relitti di alcune

strutture funerarie subdiali. Con molta probabilità si tratta di alcurae formae qtasidel tutto obliterate da1 terreno e dalla vegetazione.

Poco piìr a sud, quasi su lo stesso livello di quota, sono presenti degli indizi chelasciano pensare a struthrre ipogee: si tratta della porzione anteriore di ambientisotterranei scavati dall'alto, a partire dal piano di campagna; l'accesso agli ambientiipogeirisultadeltutto obliterato dallavegetazione e dalterriccio, masono ancorabenvisibili le tracce di escavazione e modellazione presenti sulla parete arfficialmenteresa verticale e sulla quale si apriva I'accesso alla camera sepolcrale. Sebbene glielementi a disposizione siano pochi, si può ipotizzare la presenza di ipogei funerari,simili a quelli di altri contesti garganici (AmeNo 1965; 1982; FrIro, Nuzzo 1993;

CeuptouB e Nuzzo 1999; CaupBsB SnroNB 2003). Ia funzione funeraria può essere

confermata anche dalla presenza di incavi porta lucerna posti sulle pareti di alcuniipogei semi distrutti.

Potrebbe aver avuto una funzione funeraria anche l'unico ipogeo chiaramenteindividuabile ed indagabile dell'UTR, posto poco più a sud dei precedenti. Sebbene

l'ambiente sia stato rimaneggiato e siano state distrutte le formae ospitate dagliarcosoli è ancora possibile identfficare l'icnografla originaria delf ipogeo: la tipologiadell'ambiente in rupe e riferibile a quella riscontrata in altre realtà garganiche, o nelvicino ipogeo di Giardenera, costituita da una galleria correlata da tre arcosoli didimensioni simili affrontati sulle pareti laterali. Nonostante 1o stato di conservazione,dall'analisi delle dimensioni e di alcuni elementi riscontrabili nell'arcosolio meglioconservato, posto a sud delfaccesso, si ptò ipofizzare che si tratti di sepolturebisome, chiuse da lastre o lateirn di coperfura. Molto interessante è l'arcosolioaffrontato al precedente, che mostra chiari segni di riconversione in ricoveroper animali, quali il foro di aerazione posto nel soffitto ed il muretto a secco direcirzione.

Passando all'esterno, si riscontra una canaletta di scolo che corre lungo lacornice dell'accesso e al di sopra dell'ipogeo stesso, elemento comune a numerosiipogei funerari di area garganica. Con molta probabilita adiacente a questo ipogeo,sullo stesso fronte roccioso arfficia1e, è presente l'accesso ad un'altra cavita, ma lapresenza di folta vegetazione non consente di veriflcare l'ipotesi.

Ad est del precedente ipogeo, oltrepassato un muretto a secco che attraversa da

nord a sud tutta l'u-l& è presente un costone roccioso parzialmente crollato: sullesue pareti sono leggibili,tralavegetazione, i resti di alcune unità ipogee.

Continuando ancora verso ovest, ma salendo di quota, si giunge in uno spiazzo

nel cui centro sono collocate due vasche monolitiche luahzzate come abbeveratoi;

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lunaterza vasca monolitica, quasi completamente obliterata dal terreno, è posta apoca distanza, nei pressi dell'imboccafura,interrata, di una cisterna.

Allo stato athrale della ricerca e delle conoscenze sul contesto appena descritto,si può ipotizzare la successione di almeno due fasi di vita delle strutture rupestris.Inizialmenteilsitopotrebbe essere stato sede diuncimitero misto, ipogeo e subdiale:proprio la tipologia dell'unico ipogeo indagabile fornisce dei dati per una ipotesidi datazione al IV-VI secolo, sulla base dei confronti con altre realtà garganichemeglio note. In un momento successivo, dismessa la funzione cimiteriale, l'area èstata adibita a pascolo e le strutture rupestri riutrhzzate in chiave agro-pastorale:oltre alle vasche monolitiche, in origine forse sarcofagi monolitici, anche le grottedevono essere state uttfizzate dai pastori del luogo, sia come riparo temporaneopergli uomini che come iazzoper ghanimali. Resta dubbialafunzione delle buche,interpretabili come alloggiamenti per pali portanti di capanne.

Poco distante da Arena Daniele, in localilà Giardenera, e situato un ipogeoisolato, attualmente adibito a deposito: presenta un piccolo ingresso, largo 0,90m ed alto 1 m, orientato a nord, preceduto da un profondo dromos. Superata lasoglia d'accesso allipogeo, attraverso fe scalini ricavati nella roccia si raggiungeil piano di calpestio interno. I-ipogeo presenta la consueta forma a corridoiocentrale contornato da arcosoli; le dimensioni del corridoio sono 5 mhtnghezza,1,80 m larghezza e 2 m altezza. Sul lato est sono presenti due arcosoli bisomi edun arcosolio monosomo, mentre su quello ovest ne sono presenti tre monosomi.l,o stato di conservazione delle/ormae è discreto nel settore orientale, migliorein quello occidentale, tanto da consentire la perfetta lettura delle dimensionidei loculi; per quanto riguarda la coperfura, è possibile ipolzzare la presenzadi laske, o latenn, appoggrati direttamente sui bordi delle formae a sigillare lasepoltura.

Sebbene l'ipogeo non abbia restituito materiale, essendo stato profanato giàin antico, la similitudine con altri contesti che hanno restituito materiale datanteconsente di collocare il complesso nell'arco cronologico che va dal IV al VI secolo.

Non piir indagabile, in quanto distrutto da una cava di tufo, è un altro contestofunerario rupestre, I'ipogeo di Bagno di Varano, posto a poche decine di metri dallasponda meridionale del lago di Varano.

Abbiamo rroizie del complesso funerario rupestre dalle ricerche effettuate daA.M. Ariano nei primi anni 60 del secolo scorso (AruaNo 1965, pp. 199.200; si vedanoanche Bemecuel9l7; FERRATruE, Russr 1999, pp. 6$66). IJipogeo, che già all'epocadell'indagine di Ariano era fortemente compromesso da seri problemi statici e diconservazione, presentava unaarttcolazione icnografica simile a quella degli ipogei

#5 l,e ipotesi circa una cronologia di frequentazione di questo sito, così come degli alki trat-

tati nel presente conkibuto, si limitano alle fasi medievali, anche se il contesto pare esserestato interessato da frequentazione antropica a partire dalla pre e protostoria.

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di Arena Daniele e di Giardenera: un corridoio lungo 4,90 m e largo 2,10 m eracosteggiato da due arcosoli sul lato destro (probabilmente con altri due aJfròntatisulla parete sinistra, non descritta perché Sià distrutta) e da un arcosolio sullaparete di fondo. Anche a questo ipogeo si accedeva mediante rt dromos ed alcunigradini, legsibili purkoppo solo in parte a causa del grave degrado del complesso.

Per questo contesto, così come per gli ipogei posti a sud dell'abitato di Cagnano, è

ipottzzabile wa dataÀone al IV-VI secolo.

La chiesa rupesbe Grotta di San Michele di Cagnano Varano

Circa 3 km a nord-ovest di Cagnano Varano e ad 1 km dalla sponda meridionaledel lago di Varano, è ubicata la chiesa rupestre Grotta di San Michele, costituita da

un'unica ampia caverna di natura carsica, lunga circa 50 m e larga dai 6 ai 15,60 m,

alta dai 3 ai7,20 m (fiS. 3).Ia grotta,frequentata sin dal Paleolitico (Germom 1979; Par.nre oI CBsuora 1984)

quasi ininterrottamente, in Età medievale venne kasformata in chiesa rupestre e inrrn momento non meglio precisabile dedicata al culto dell'Arcangelo, sul modello

del vicino santuario micaelico di Monte Sant'Angelo6.Per meglio rispondere alle esigenze di culto, la grotta è stata a pifi riprese

modiflcata ed integrata con opere in murafura, tra le quali, oltre al monumentaleaccesso, ricostruito in anni recenti a sostituzione di un più antico recinto, e alla

piccola sagrestia, vanno ricordate gli altari e la pavimentazione.

In particolare, proprio per fare posto all'athrale altare maggiore, edificato in più

momenti a1al.1929 eil19437, il profllo della grotta è stato modificato eliminando

6 Dal punto di vista archeologico la grotta non è mai stata indagata scientfficamente. Neloorso del Novecento si sono susseguite diverse ricerche, che tuttavia hanno assunto sempreil carattere di ricognizioni casuali, mirate principalmente allo studio delle fasi di frequentazio-ne preistorica. Il piu delle voltel'at/tenzione degli studiosi locali si è concentrata sui soli aspettigeaspeleologici, storico-artistici, religiosi ed etnoantropologici legati al culto dell'ArcangeloNfichele. Lunica indagine archeologica mirata, nel corso de11a quale si stufiarono i materia-li purtroppo decontestualizzati in quanto frutto di uno sbancamento e di un butto di terrenonèdi spazi antistanti I'hgr:esso della grotta e lungo il pendio sottostante, si ebbe nel 1975 ad

opera dell'Istituto diAntropologia e Paleontologia Umana dell'Università di Siena.i Un altare era comunque già presente nel 1678, all'epoca del sinodo diocesano voluto dall'ar-

civescovo sipontino Vincenzo Maria Orsini, i cui atti recano la prima menzione della dedica-

zione micaelica (Abiendix Synodù.I due altari laterali sarebbero posteriori a tale data. Con

sianrezza, inoltre, sulla base dei rapporti stratigrafici tra i diversi elementi, si può affermare

che gli stessi altari laterali siano successivi anche allareatizzazione della pavimentazione, inquanto la base dell'altare di San Raffaele è edificata direttamente al di sopra della pavimenta-

zione, mentre per la costruzione dell'altare dell'Annunciazione, alcuni basoli sono stati taglia-

ti in modo da consentire la posa della struttura.

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un sedile in pietra che correva lungo la parete orientale, parallelo a quello ancorapresente lungo la parete occidentale. Altri segni di taglio della roccia, oltre che neipressi dell'accesso, si leggono alle spalle dell'altare maggiore, dove sono presentialcuni gradoni scavati nellarocciapervincere il salto di quota che porta al cosiddettopozzo di Santa Lucia.

Per quanto riguarda la pavimentazione, essa risulta essere l'opera antropicadi maggiore impegno all'interno della grotta: si tratta infatti di un piano dicalpestio costituito da basoli calcarei che copre, dall'ingresso all'altare maggiore,una superficie di circa 190 mq. In alcuni punti sono ben individuabili delle lastredi restauro poste in opera già in antico. Il rivestimento pavimentale si presenta

omogeneo per quanto riguarda i materiali componenti, ma non nelle dimensionidei blocchi uttlizzatr; in particolare, mentre nel settore piir meridionale le lastrepresentano misure omologhe, nella parte settentrionale esse risultano interessateda numerose fratture e da una certa varietà dimensionale. k due porzioni sono

inoltre marcate da una cesura, dettata da un gradone posto all'incirca ad w terzodella lunghe zza della grotta, poco dopo l'altare di San Raffaele; il piano di calpestiodella zona più interna dell'antro e posto 10 cm più in basso rispetto a quello

meridionale.In assenza di saggi stratigraflci al di sotto del piano di calpestio e analisi

archeomekiche, non è possibile stabilire quando la pavimentazione sia stata posta inopera. Dall'osservazione diretta, e dalla lettura interpretativa del rilievo, emergonoperò dati utili per rnadatazione relativa: oltre al rapporto di anteriorità rispetto aglialtari, si possono individuare elementi per definire i rapporti cronologici interni allestesse diverse componenti della pavimentazione: la tessitura pavimentale originalesembra essere quella conservatasi nella porzione meridionale, fatta di lastre digrandi dimensioni poste in opera in modo da formare dei "filari" ben ordinati,organtzzatia partire da due di essi perpendicolari tra di loro e generatori delf interatrama. Il brano settentrionale, al contrario, si presenta composto da basoli posti inopera in maniera pitr confusa; è probabile che questo lacerto del rivestimento sia

stato interessato da diversi lavori di rimaneggiamento nel corso dei secoli: sonoindicatori in questo senso numerose fratture e l'uso di pietre di dimensioni minori(che sembrano occupare il letto di posa di basoli più grandi e rimossi); inoltre,nel settore immediatamente a ridosso dell'altare maggiore, le lastre sembrano, conmaggiore eidenza, essere state sostituite o ricollocate.

la pavimentanone in basoli manifesta un altro elemento particolarmenteimportante: la presenza di incisioni graffite e a sgraffio. Ia maggior parte dei segniè costituita dalprofllo delfimpronta di un piede, ma sono visibili anche improntedi mani ed alcuni tratti di scrittura. In pochi casi è chiaramente leggibile il nomedei visitatori, o di chi per loro ha inciso i basoli della roccia; non è documentatoalcun graffito nella porzione di pavimento compresa tra l'altare dell'Annunciazionee l'altare maggiore, mentre in alcuni casi si constata l'incompletezza di alcune

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Insediamenti rupestri medievali in territorio di Cagrwno Varano

incisioni, i cui segni dovevano proseguire su basoli adiacenti evidentementesostituiti o rimaneggiatis.

Le lastre graffite del piano di calpestio richiederebbero owiamente una dettagliatae specffica analisi paleo-epigrafica; naturalmente esse evocano le consuetudini deipellegrini alla grotta e alla basilica di Monte Sant'Angelo (Cenrprn 1980), ma anche,per esempio, nella chiesa abbaziale di Pulsano, di lasciare un segno inciso delpnoprio passaggio e aprono occasioni di inquadramento temporale, certo di lungoperiodo mapotenzialmente risalenti anche al Medioevo.

Un altro spunto di informazioni cronologiche potrebbe scaturire da indaginircheometriche sui supporti pavimentali delle incisioni, da analisi isotopichesulle stalagmiti e sulle concrezioni calcaree, seppure in parte inflciate dalla stessacontinua frequentazione umanae.

Sinora I'unico elemento in grado di offrire con buona attendibilita unadatazioneper almeno una fase di frequentazione della gr:otta è costituito dagli affreschi, chiaratestimonianza del culto sacro all'interno della spelonca in Eta medievale; i quattropannelli, due dei quali contigui, con immagini isolate di santi, una Crociflssioneframmentaria ed una Madonna col Bambino sono stati oggetto di una ampiatrafiaàorre da parte di G. Massimo (Massuvro cds; Favra et alii cds), la quale hadatato la loro reahzzazione al maturo XIV secolo.

Allo stato attuale delle ricerche risulta inoltre difficile individuare nei documentiriferimentisicuriallacappelladiCagnanoediconseguenzacollocxecronologicamentela sua dedicazione all'Arcangelo. Alcune carte tremitesi, datate allX secolo, stilatea Devia, evocano appunto una chiesa di SanfAngelo, che potrebbe peraltro essereidentificata piuttosto con quella stessa di Devia oppure con il santuario di Monte(kmuccr 1960,II, doc. n.32,pp.101-104; Ibid. doc. n.51, pp. 15$163; Consr 1999, p.

23), cui si aggiunge un privilegio di Alessandro II, del luglio 1172, che cita una chiesadi SanfAngelo d.e Rocca in tenimento di Devia (Prrtuccr 1969, III, doc. n. 115, pp.

31G322).Ia prima attestazione certa del culto micaelico risale, come si è anticipato,

al 1678. Poco dopo, precisamente nel 1680, Marcello Cavaglieri, nella sua operasrl pellegrinaggio al Monte Gargano e sulla devozione a San Michele, cita una'Spelonca dedicata a S. Michele", vicina all'antica citta diVarano (Cevacuoru 1680, p.294), mentre, sempre nel 1680, Pompeo Sarnelli annovera tra le chiese extra rnoeniadella terra baronale di Cagnano un luogo di culto dedicato a San Michele Arcangelo(SanNeu 1680, p.440).

8 Non è da escludere che oltre alla sostifuzione di alcuni basoli, altre lastre possano esserestate poste nuovamente in opera con la faccia incisa rivolta verso il basso, testimoniando di-verse fasi d'uso del pavimento.

e I-a presenza antropica interferisce con il fenomeno di deposizione ed inoltre il continuoapporto calorico (causato dall'uomo e dell'illuminazione arfficiale) rallenta ed altera notevol-mente i1 processo di accrescimento delle stalagmiti

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Sulla base dunque dell'analisi combinata fra dati archeologici e documentari sipuò mantenere come probabile I'ipotesi di una conversione della grotta in chiesa

Sià in Età altomedievale, con I'intitolazione, eventualmente successiva, al culto

micaelico, sul modello di Monte SantAngelo, accomunandola ad altre spelonche

nelMezzogtrorno d'Italia (tra cui la vicina Grotta dell'Angelo in agro di Sannicandro

Garganico); solo una sempre più approfondita ricerca sulle fonti, archivistiche,

storico-artistiche ed archeologiche, potrà offrire ulteriori elementi per meglio

comprendere quale sia stato lo sviluppo del culto micaelico in Eta medievale

all'interno della grotta di San Michele in Cagnano Varano.

Nuclei rupestri abitativi e produffivi tra vocazione agricolo-pastorale e

sfruttamento delle risorse lagUnari: lazo Ttombetta e Bagno di Varano-Pannoni

Una realta rupestre a chimavocazione produttiva agricolo-pastorale e costituita

dalle grotte dilazzo Trombetta, poste circa 400 m a sud della laguna di Varano e

scavate lungo il flanco di un banco di calcarenite avente un prospetto alto circa 4m, posto sul lato occidentale di una valle che scende verso la laguna. Il complesso

e composto da almeno quattro cavità artificiali e da una serie di nicchie scavate

all'esterno degli ipogei. Due dei tre ipogei indagabili sono posti sullo stesso livelloe messi in comunicazione mediante un sentiero scavato nella roccia, che collega le

due grotte con la valle sulla quale si alfaccia il banco roccioso tramite una rampa

dalla leggera inclinazione.Ilterzo ipogeo è posto in un registro più basso, ed è inparte scavato al disotto del più meridionale dei due precedentemente indicati.

Il primo ipogeo preso in considerazione ha subìto diversi riadattamenti:originariamente sembra aver avuto una funzione funeraria, mentre in Età

contemporanea e stato convertito in rifugio per pastori mediante la costruzione

di una parete in muratura e di un caminetto, anch'esso in muratura. All'ipogeo si

accede mediante una porta ricavata nella parete in muratura. I-lambiente presenta

una pianta abbastatza regolare, di forma sub.rettangolare. Nella parete di fondo

sono state ricavate delle nicchieloculi e una mensola. Sulla parete sud sono presenti

diversi lucernai. Un gruppo di croci è inciso sulla parete esterna dell'ipogeo, a

sinistra della porta d'ingresso.Il secondo ipogeo è invece interamente scavato nel banco di calcarenite, in

parte al di sotto dell'ambiente precedentemente descritto. Ia grotta presenta unaplanimetria "polilobata" con otto cavità semicircolari, larghe fino a 2 m e alte finoa 1,60 m, disposte a semicerchio. k pareti si staccano nettamente dal piano dipalpestio, mentre tendono a curvare gfadualmente verso il soffitto. Lungo le pareti

dell'ipogeo sono presenti numerose nicchie quadrangolari. Il piano di calpestio sipresenta ialzato di circa 0,15 m in corrispondenza delle tre nicchie presenti sul

fondo della struttura.

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Ircediarnenti rupestri medievali in terrinrio di Cagnano Varano

fr.terzo ipogeo esaminato, posto alle pendici del banco di calcarenite in cui sonoscavate le altre cavita, poco pitì a nord degli altri due, è il maggiore per dimen§ioni.Vi si accede tramite una porta larga circa 4 m, in parte delimitata da un muro a

seoco. Le pareti formano quatko ambienti di forma semicircolare definendo unasorte di pianta "quadrilobata".I*pareti si staccano nettamente dal piano di calpestioe presentano una lieve curvafura in corrispondenza del cielo piano. Al centro&Illpogeo sono stati isolati, durante lo scavo, due pilaski che si allargano verso ilcielo piano della struttura. Sul primo pilastro di fronte all'entrata è incisa una croceon i bracci espansi; sul secondo pilastro, anche se poco visibile, si distinguono unacroce con doppia barra oizzontale e i caratteri di una breve iscrizione. Sul pilastro

mteriore è presente un lucernaio, mentre altri lucernai sono scavati sulle pareti, a

ridosso della volta. Una canaletta scende lungo la parete occidentale dell'ipogeo per

onfluire in unavaschettapostaa0,l5 m dalpiano di calpestio. Laltezzadell'ambienteè di 2 m nella parte anteriore e di 1,80 m in quella posteriore.

Un quarto ambiente e posto poco più a nord sullo stesso livello, nta risultainaccessibile in quanto completamente ostruito da terriccio che ne obliteraI'iagresso.

Per quel che riguarda la cronologia relativa all'insediamento, occorre dire cheesso non ha offerto sinora elementi che permettessero una dataÀone assoluta delperiodo dt reahzzazrone, fui ciò riflettendo una difficoltà propria di molti contestirupestri. Tuttavia, per gli ipogei dilazzo Trombetta si può ipotizzare una datazione

ai secoli dell'Alto Medioevo, sulla base delle similitudini delle caratteristicheplanimetriche (forma e dimensioni degli ipogei, presenza di pilastri che reggono levotte, nicchie scavate all'interno e all'esterno delle cavità) con altri contesti rupeskiFrgliesi che hanno fornito maggiori elementi datanti.

PergliipogeidilazzoTrombettaèipottzzabileunafruizione qualiabitazioni-stalle;sebbene disti solo 400 metri dalla laguna, il sito sembra più proteso verso i fertificolli che lo circondano: e probabile che qui, anche in Età alto medievale, venissero

1raticate attivita agricolelo o che, come succede ancora oggi, venisse sfruttata lamacchia mediterranea per l'allevamento di caprovini, forse in combinazione conrmo sfruttamento dei prodotti lagunari.

Bisogna tenere in considerazione anche la presenza di estesi boschi, oggidecirnati da disboscamenti indiscriminati, sulle colline circostanti. Questi offrivanonon solo legna da costruzione o da ardere, ma erano anche un'utile bacino di

ryprowigionamento di risorse alimentari, per l'uomo e per gli animali domestici.

r0 fa presenza di nicchielaboratorio, simili a quelle per I'alloggiamento di macine a mano,

all'esterno degli ipogei dilazzoTrombetta, fa pensare alla coltivazione di cereali. Sulla base

dei modelli di sfruttamento attuali del comprensorio studiato si può ipotizzare che I'olivicol-tura fosse già praticata nel Medio Evo. Tuttavialamancanza di fonti storiche e archeologicheattestanti tale produzione agricola non consente di avere la certezza delle ipotesi avarzate.

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ISBN-97&8&9654}47-8 Atti - 33' Convegno Nazionale sulla Preistoria Protostori4 Storia de11a Daunia. San Severo 2012.

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76 Francesco Monaco

Ad attività artigianali, probabilmente legate dlalavorairone di prodotti agricoli,

sembrano riferirsile nicctrie poste alfesterno degli ipogei. Le notevoli afflnità che

queste presentano con le nicchielaboratorio indagate in altri contesti fanno pensare

à uro sfruttamento del territorio circostante per la produzione cerealicola (Cernana

e DprrAourrt 2004, p. 463). Non e da escludere inoltre che le nicchie possano

ospitare sul fondo delle vaschette (come riscontrato a Pulsano) o rappresentare

l'iÀbocco di una cisterna (come riscontrato ancora una volta a Pulsano o nella

vicina Arena Daniele) contribuendo, in tal caso, a rafforzatelavocazione pastorale

dell'UTR.Purtroppo, in matcanza di uno scavo stratigraflco delle skuthrre in esame

oo, po.*"-diamo dati che ci permettano di definire con certezza se questi incavi

semitircolari fossero o meno nicchie adibite all'alloggiamento di macine a mano o

di vaschette, o ancora se venissero tttlizz,ateper altre attività artigianali o se si tratti

della parte terminale di cisterne scavate nella roccia'

Un altro contesto produttivo rupestre, ma con piir marcati caratteri residenziali

è posto circa 1 km a nord est dilazzo Trombetta, in contrada Bagno: si tratta del

viilagsio rupestre di Pannoni, costituito da una serie di cavità scavate in una falesia

calcarenitica a ridosso della laguna di Varano (fls. 0.Le Unità Ipogee individuabili attualmente sono sedici, organizzate in sette

complessi rupestri; ma è probabile, stando alle testimorianze dei pescatori del

luogà, che in-passato ""." fo.*"ro più numerose. Le grotte non più individuabili

.*ébt".o andate distrutte a causa di un cedimento strutturale, con conseguente

frana, della parete rocciosa nella quale erano scavate: in un registro superiore della

falesia sono leggibili alcune tracce che lasciano ipottzzarelapresenza di altri ipogei,

crollati oppure attualmente occultati dalla vegetazione'

I compiessirupestri superstiti di contradaPannoni, posti su più livelli, presentano

sia esempi planimetrici ad unico ambiente approssimativamente quadrangolare,

sia casi "o*ùtoifi

da pitr gfotte adiacenti e dunque in stretta relazione funzionale,

comunicanti mediante uno spazio di disimpegno esterno, ricavato nella roccia in

posizione sopraelevata, o sulla fascia di terreno antistante gli ipogei stessi' I varchi

di u.."*.o presentano spesso un profllo ben squadrato, avolte integrato da opere

in muratura; non mancano tuttavia esempi di ingfessi che occupano tutta la parete

anteriore della grotta, flno a conferire all'ambiente ipogeo la forma di una grande

nicchia.G1i interni si catatteizzirno per il soffitto a cielo piano e le pareti dal profilo

generalmente dritto; numerosissimi sono i fori sulle pareti per l'alloggiamento

ài pAi oizzontali, funzionali per dimensioni, posizione e quote d'imposta alla

reilizzazionedi struthrre accessorie quali porta-oggetti, o in alcuni casi lettiere' Adt

un letto rilevato sembra riferirsi una strutfura risparmiata in fase di escavazione a

ridosso della parete in uno degli ipogei. Del tutto assenti sono le tracce di focolari e

camini (ma le attivita legate al fuoco potevano svolgersi anche all'esterno) mentre

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Ircedianeni rupestri medievali in territorio di Cagnnno Varano

sono attestate flnestrelle e fori di aerazione; i pavimenti presentano in alcunicasi 6r.1r" di palo, ed in altri sono dotati di banchine e gradini. In un ipogèo èchiafitmente visibile latraccia di un ribassamento del piano di calpestio rispetto alEviello originario, in relazione ad una attività estrattiva, come ben documentato daibloachi ancora in situ individuabili sul pavimento della grotta adiacentell.

Iaanformazione dell'insediamento, un vero e proprio villaggio rupestre, è datamche da una serie di strutture accessorie poste all'esterno degli ambienti in rupe.

È il caso di un sentiero che corre, su una sottile striscia di terrenol2, tra la falesiae b acque della laguna e che assicura la viabilita interna dell'UTR Nel settoreorest dell'insediamento, dopo aver scavalcato il rigagnolo formato dalla sorgentedi Pannoni, il percorso tra gli ipogei è caratteizzato da alcune rampe di scalemolto ripide scavate nello stesso banco roccioso in cui sono state ricavate le cavità.All'estremita occidentale dell'UTR, il sentiero, athaverso delle altre scale si eleva per9,6 m slm e si ricongiunge ad un altro czilnminamento ricavato nel banco rocciosoche corre al di sopra degli ipogei, e che ricollegandosi ad un antico tracciato viariochegiungevapresso lagrande sorgente di Bagno diVarano, mette in comunicazioneFmtera UTR con questa importantissima fonte di approwigionamento idrico.

Per quel che riguarda la cronologia assoluta dell'insediamento, occorre dire cheil sito non ha offerto sinora elementi che permettessero una datazione del periodoù, rcaltzzaàone, in cio riflettendo una dfficolta propria di molti contesti rupestri.Unadataàone ai secoli dell'Alto Medioevo èipot:zzablle sulla base delle similitudinidelle caratteristiche planivolumetriche con alki contesti rupestri pugliesi chehanno fornito maggiori elementi datanti: alcuni particolari architettonici, qualiporte d'ingresso, finestrelle, scalinate di comunicazione tra i diversi ipogei, nicchielaboratorio, elalavorazione stessa della roccia offrono notevoli punti di raccordocon quanto indagato in altri contesti rupestri di sicura datazione medievale, sia inmea garganica @ulsano, Monte Sant'Angelo), che in altri comprensori pugliesi

Gldadonna della Scala, Massafra).Tuttavia per Pannoni, nonostante l'approccio stratigrafico, non vi sono tracce

di prticolare evidenza per una cronologia risalente ad epoca medievale: la lungafrrequentazione del sito fino ai nostri giorni ha infatti reso poco evidenti le traccedetrti offerte dal complesso. Ciò nonostante rna datazione ai secoli centrali delMedioevo può essere effethrata, oltre che sulla base dei raffronti con altri contesti,

u Tracce di estrazione vanno segnalate anche nel settore orientale dell'UTR dove e leggi-bile la presenza di una cava a cielo aperto, con i segni dei caratteristici gradoni con alcuniblocchi ancora in situ.

É [a striscia di terreno posta tra le acque lagunari e il banco roccioso in cui sono stati rica-v*i gli ipogei, è larga tra un minimo di 0,10 metri e un massimo di 6 metri (notevole è ancheIeffefio delle maree); attualmente è costellata da numerosi ripari per imbarcazioni. Nei set-tori piu ampi sono ricavati dei piccoli orti.

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'78 Francesco Monaco

interpretando le fonti storiche sulle peschiere e sui diritti di pesca posseduti dai

S.*ài monasteri medievali, quali Montecassino, San Vincenzo al Volturno, Cava,

P,rl*-o e Santa Maria di Tremiti, sul lacus Barani (Fevre 2008b, pp. 167-168)13.

Sulla base di tali documenti, attestanti anche una pratica di pesca notturna, è

certalapresenza di attivita volte allo sfruttamento della laguna in Eta medievale;

non e da escludere, inolke, che gli ipogei scavati nella falesia a picco sulle acque

potessero essere stati la sede, residenziale o semplicemente di supporto logistico,

àei pescatori che operavano nelle acque del /z cus Romani,per conto dei monasteri

che detenevano i diritti di Pesca-Ancora, la mmrcanza di struthrre proprie di una stabile occupitzione in grotLa,

quali camini e focolai, ha fatto ipotwzare per Pannoni una occupanone abitativa

pàriodico/stagionale; la pre."-idi ttu.ce di lettiere, e di lucernai, tuttavia, esclude'interpretazio-ne

delle cavita quali semplici depositi per gli atfiezzi da pesca' Al

-o-"ìto l'ipotesi più attendiblle circa le funzioni svolte dagli ipogei di Pannoni è

quella che vède l'ializn delle cavità come riparo temporaneo per i soli pescatori,

àente le famiglie vivevano nei vicini centi, tra i quali, anche per continuità storica,

si può ipotizzare che abbia avuto un ruolo importante Cani'anum'- Se àa un lato sono pochi gli elementi per stabilire una cronologia assoluta

dell'insediamento rupestre di Pannoni, dalfaltro, f indagine archeologica e

topograflca sistematica alla quale sono stati sottoposti gli ipogei ha offerto notevoli

spunti di riflessione per una cronologia relativa delle cavitìfa'

Con molta probabilita Sli ipogei piir antichi dell'UTR sono quelli posti ad oriente

della sorgente di Pannoni. In particolare, le cavità poste a ridosso della piccola

fonte (Comp. Rup. 51s) sembrano essere state tealizzate per prime: occupano

una posizione privilegiata, a ridosso della sorgente; presentano pareti e soffltto

curvilinei, assumendo un aspetto ogivale, elemento che lascia \pofizzare waescavazione precoce, in una fase in cui la litotecnica degli abitanti del posto non

aveva ancorur acquisito le conoscenze empiriche e tecniche circa la lavorazione della

calcarenite; ffine le kacce di lavorazione sono quasi illeggibili a causa del forte

grado di abrasione.Contemporaneamente, Se non in una fase immediatamente Successiva' Sono

stati scavatigli ipogei posti poco più ad est (Comp. Rup. 4), che presentano notevoli

ffinità. Per quanto riguarda gli ipogei posti all'estremita orientale dell'UTR (Comp.

-t

Ia ricche zza elapeanliantadelle risorse ittiche del lago di Varano, così come del vicino

lago di lesina, atkassero già a partire dal VIII-D( secolo I'interesse dei grandi cenobi dell'Ita-

lia centrale, prima, e del Gargano poi.1a Importanti dati sono stati acquisiti anche per quanto riguarda gli strumenti di escavazio-

ne: l'analisi delle kacce ha coo""rrtito di individuare l'ùihzzn, oltre al piccone da tufo, di ascia

e scalpelli dalla punta Piatta.15 Per la definizione di complesso rupestre (comp. Rup) si veda supra nota n. 4.

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hscdiotnenti rupestri medievali in terrinrio di Cagnano Varano 79

kp- 1), il pessimo stato di conservazione non consente di leggere i rapporti con lealtre grotte, o di individuare elementi per una datazione relativa. {

Elemento comune ai citati ipogei, che awalla I'ipotesi direahzzazione in fasi piuo rreno successive o contemporanee, è la soglia d'accesso posta a livello del pianofi campagna. Ia posizione del piano pavimentale ad una quota piu alta, invece, fa'wttzzare nel caso degli ipogei del complesso rupestre S rna datazione dei nucleifriginari ad una fase successiva. I due ipogei sembrerebbero essere statsrealizzatiin contemporanea viste la medesima quota e la notevole similitudine del profllo degliiryressi; tuttavia, I'ipogeo piir occidentale, per la maggiore regolarita delle pareti edèl soffitto, sembra essere stato rimaneggiato ed ampliato successivamente.

GIi ipogei posti ad ovest della sorgente (Comp. Rup. 6 e 7), dalle pareti

lrfettamente delineate e perpendicolari al pavimento, sembrano essere statismli in un momento in cui, a differenza di quanto accadeva durante I'escavazioneild precedenti ipogei, le acque della laguna già lambivano la falesia calcarenitica:non si spiegherebbe infatti il perche della loro reahzzazione a mezza costa, cheha richiesto, ta I'altro, la modellazione delle scalinate d'accesso e degli spiazzi-hggette di disimpegno, oltre alla reahzzazione del camminamento superiore chemsente un accesso alle grotte anche dall'alto del costone roccioso.

Gli ipogei posti nel settore occidentale dell'insediamento, inoltre, sono statismti almeno in due fasi: in un primo momento gli scavatori si sono fermati adrma quota piìr alta di quella attuale; successivamente ad una fase di coltivazione ingrotta del tufo calcarenitico, testimoniata dalle tracce sulle pareti dell'ipogeo 7.2e dai blocchi in situ sul pavimento dell'ipogeo 7.1, ci si è fermati sui livelli attuali.È moho probabile che le murature degli ingressi siano state reahzzate in questa

#ssa fase, poiche le dimensioni dei blocchi rtthzzatt sono compatibili con quelledei blocchi cavati dall'interno. Ia reahzzairorre delle murature, inoltre, è awenutain aheno due fasi, poiché i blocchi prossimi alla roccia madre sono stati allettatiin antico con malta, mentre quelli che formano il profilo rettangolare dell'ingressomo sfiati allettati in Età contemporanea con cemento Portland.

AIITtà contemporanea, datol'utihzzo anche in questo caso di cemento Portland,dsale la costruzione del setto murario che chiude l'ingresso dell'ipogeo 5.3,adtaente alla sorgente; contemporaneo è anche 1l rirfiltzzo di alcune grotte comed€posito.

C.mclusioni

I-analisi dell'ambiente geofisico del comprensorio della laguna di Varano,combinata con lo studio e l'analisi delle testimoniarze archeologiche e dei contesti$oricoinsediativi conflguratisi nell'area, permettono di valutare in maniera piurticolata la natura dei suoi insediamenti rupestri e di sottolineare il rilievo eYmportNrza dell'habitat in grotta nel comprensorio lagunare.

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Innanzifutto, occorre mettere in evidenza come la morfologia del territoriorisulti essere ottimale per l'escavazione di ipogei. Questa condizione naturalefavorì dunque una tendenza a77o sfruttamento abitativo e funerario ipogeo, che indeterminati momenti storici, quali il Medio Evo, ha trovato particolari motivazionie ragioni in vari contesti pugliesi e garganici. Infatti, in un'epoca di dissoluzione/trasformazione dell'organizzanone del paesaggio insediativo precedente, qualeè stata la prima Età medievale,la reahzzazione in negativo sembra essere statapreferita, o affiancata, alla coskuzione in elevato: molto piir conveniente risultavaessere lalavoraàone della roccia presente in situ, piuttosto che la creazione dielevati con materiali provenienti da località talvolta lontane dall'insediamento.

Ia scelta del sito in cui scavare gli ipogei non deve essere stata peraltro dettatasolo da ragioni di pura convenienza costruttiva; nel caso di grotte sfruttate al flne diconffollare le risorse del territorio, l'entroterra o la laguna, questa del luogo in cuiscavare le abitazioni è stata influenzata soprattutto dalla presen za difattoinecessarie favorevoli alla frequentazione e alla sussistenza degli "abitanti delle grotte".Innanzitutto la presenza di costanti e abbondanti fonti d'acqua deve aver giocatoun ruolo di primo piano nelle scelte insediative: di sicuro coloro che scavarono gliipogei di Pannoni devono aver sfruttato l'acqua della grande sorgente di Bagno e

delle più modeste sorgenti che sgorgano (o sgorgavano) tra gli ipogei, così comecoloro che reahzzarono gli ipogei di lazzo Trombetta devono aver sfruttato lavantaggiosa posizione del costone roccioso posto a pochi passi da una sorgented'acqua dolce e nell'immediata vrcinanzadei ricchi pascoli dell'entroterra.

Inoltre la facilita di modellazione della calcarenite rispondeva non solo alleesigenze dei vivi, ma anche alle esigenze cultuali dei morti, come evidenziato dusepolcri ipogei di Bagno di Varano, Giardenera e Arena Daniele.

Del tutto peculiare, invece, e la scelta della Grotta di San Michele qualeluogo di culto dedicato all'Arcangelo: sebbene la venerazione dell'Arcangelo siadocumentabile con certezza solo a partire dal 1678 (anno del sinodo celebratodall'arcivescovo Orsini), la natura del sito, con la presenza di acqua stillante dallavolta e raccoltaintnapozza carsica, e la configurazione stessa dell'antro in posizioneelevata - elementi ben ricollegabili al culto micaelico delle origini e propizi ad unasua riproposizione in ambito lagunare - non osta ad. ipottzzNe che I'intitolazioneall'Arcangelo possa essere più antica.

Lrttcolanone degli insediamenti di Pannoni elazzo Trombetta, ottimali per losfruttamento e il controllo delle risorse offerte dalla laguna e dalle colline circostantilascia intrawedere le tracce di un modello di sfruttamento del territorio capillare e

integrato. Cio servirebbe a confermare che anche in un contesto microterritoriale,quale quello della laguna di Varano, l'habitat rupestre si palesa non come formainsediativa secondaria e marginale di comunita depresse ed emarginate, ma comeespressione di una scelta motivata, in competizione, o in integrazione, con quelledelle comunità sub dioo.

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Irsdia neni rupestri medievali in territorio di Cagnano Varano

A confermare tale integrazione e la partecipaitone attiva degli abitanti degliinÉdiamenti rupestri alla vita e all'economia dell'Eta medievale, concorre anchenn fattore topograflco non trascurabile: i siti descritti infatti erano perfettamenteinseriti nel sistema capillare di strade e mulattiere che metteva in collegamento coni cffii centri garganici. Bisogna ricordare, infatti, come gli insediamenti di lazzoTiombetta e grotta di San Michele fossero situati nelle prossimità dell'importanteesse viario che collegava già in Eta romana il Gargano settentrionale con Teanum.W; e quindi con il Tavoliere; grazie a queste vie di comunicazione, dalla spondamerilionale della laguna di Varano si potevano raggiungere agevolmente i centrigrganicl quali Devia, Varano e Monte Sant'Angelo, oltre naturalmente a Cagnano;do specifico, un sentiero che partiva da Bagno di Varano conduceva a MonteSmrAngelo dopo aver attraversato Cagnano e lambito Arena Daniele.

O@orre, quindi, mettere in evidenza come anche sul Gargano, e precisamented contesto lagunare, la civiltà rupestre abbia prodotto esempi delle esperienze deltivere in grotta" comuni a tutta l'area mediterranea, peraltro con alcune peculiarilàe speificiè quale la skutfura topograflca di un contesto paesaggistico e antropicomùto all'ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse offerte dallo stesso bacinohgunare e dai fertili colli che 1o circondano.

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EB\-97&8&9654t47-8 Atti - 33" Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2012.

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Figura 2 – Evidenze documentate in località Arena Daniele; dall’alto a sinistra, in senso orario: vasche/sarcofagi monolitici, buca di palo, formae interrate, arcosolio presente nell’unico ipogeo indagabile.

Figura 1 – Ubicazione su carta IGM dei siti citati nel testo e rapporti con la viabi-lità antica e medievale.

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Insediamenti rupestri medievali in territorio di Cagnano Varano 93

ISBN-978-88-96545-43-0 Atti – 33° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2012.

Figura 3 – Planimetria e particolari fotografici della Grotta di San Michele.

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Figura 4 – Planimetria e particolari fotografici di Pannoni.