Zeno Martini (admin) EYS - 2 20 December 2012 Preistoria Appunti di Elettrotecnica era il nome di un sito che avevo messo on line su digilander alla fine del secolo scorso usando FrontPage ed un client ftp, di cui non ricordo il nome. Era uno dei tanti siti personali che nascevano con le prime offerte di spazi web gratuiti ed i primi strumenti di sviluppo. Insegnavo Elettrotecnica in un Istituto tecnico ad indirizzo elettronico ed il mio scopo era di mettere a disposizione degli allievi almeno i canovacci delle lezioni. La sicurezza elettrica era una parte opzionale del programma di quarta, incentrato sulle macchine elettriche. Nella nostra zona però sembravano esserci più possibilità di lavoro nell'impiantistica anche per i periti elettronici. Speravo pertanto che il dare uno spazio maggiore a quella parte di programma suscitasse negli studenti un vero interesse; l'argomento avrebbe potuto allargare le prospettive della loro futura vita lavorativa. Non ero particolarmente entusiasta del mio lavoro. Mi sembrava di non ottenere molto e che quanto insegnavo fosse percepito come inutile. C'era qualcosa che non andava in quel mestiere, considerato socialmente quasi un ripiego, specie per gli insegnanti di materie tecniche. Mi dava la sensazione di un mondo capovolto: l'insegnamento di una materia tecnica avrebbe dovuto essere un punto di arrivo di un percorso fatto di studio e di esperienza sul campo, mentre era il punto di partenza per insegnare, senza esperienza specifica, a diventare buoni tecnici. Con una retroazione perversa, questo clima contribuiva ad intaccare anche l'interesse degli allievi. Non tutte le cause di insoddisfazione erano esterne a me, sicuramente, ma nemmeno tutte interne, visto che non ero il solo a sentirmi a disagio. Si verificavano anche situazioni assurde. Tanto per farne un esempio, nelle quarte erano state abolite le due ore di laboratorio, proprio l'anno successivo in cui la scuola aveva acquistato, dopo qualche anno di mia insistenza, una macchina asincrona, un banchetto di misura trifase, un trasformatore ed macchina a corrente continua. Ricordo ancora la frase del mio preside che, durante uno di quei riti chiamati consigli di classe, si rivolse a me, dopo l'arrivo delle apparecchiature. Con un sorrisino mi chiese se finalmente io fossi contento. Replicai che non ero io a doverlo essere, ma la scuola eventualmente, visto il quasi nulla prima esistente. Non sapevo però ancora che il rimedio ad un laboratorio scadente sarebbe stato, l'anno successivo, nel quadro delle varie sperimentazioni di moda, abolire il laboratorio. Le macchine appena acquistate finirono nello sgabuzzino delle cose inutili. Sistemi TT, TN, IT, impianti di terra, differenziali, magnetotermici, fusibili, furono dunque i primi argomenti che inserii nel web. Scrivere le lezioni mi piaceva; provavo una sensazione dimenticata: produrre qualcosa di utile. Mentre in aula le mie parole si volatilizzavano, disperdendosi in malo ELECTROYOU.IT EYS - 2 1
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Zeno Martini (admin)
EYS - 2
20 December 2012
Preistoria
Appunti di Elettrotecnica era il nome di un sito che avevo messo on line su digilander alla
fine del secolo scorso usando FrontPage ed un client ftp, di cui non ricordo il nome. Era uno dei
tanti siti personali che nascevano con le prime offerte di spazi web gratuiti ed i primi strumenti di
sviluppo.
Insegnavo Elettrotecnica in un Istituto tecnico ad indirizzo elettronico ed il mio scopo era di
mettere a disposizione degli allievi almeno i canovacci delle lezioni.
La sicurezza elettrica era una parte opzionale del programma di quarta, incentrato sulle macchine
elettriche. Nella nostra zona però sembravano esserci più possibilità di lavoro nell'impiantistica
anche per i periti elettronici. Speravo pertanto che il dare uno spazio maggiore a quella parte di
programma suscitasse negli studenti un vero interesse; l'argomento avrebbe potuto allargare le
prospettive della loro futura vita lavorativa.
Non ero particolarmente entusiasta del mio lavoro. Mi sembrava di non ottenere molto e che
quanto insegnavo fosse percepito come inutile. C'era qualcosa che non andava in quel mestiere,
considerato socialmente quasi un ripiego, specie per gli insegnanti di materie tecniche. Mi dava la
sensazione di un mondo capovolto: l'insegnamento di una materia tecnica avrebbe dovuto essere
un punto di arrivo di un percorso fatto di studio e di esperienza sul campo, mentre era il punto di
partenza per insegnare, senza esperienza specifica, a diventare buoni tecnici. Con una retroazione
perversa, questo clima contribuiva ad intaccare anche l'interesse degli allievi. Non tutte le cause
di insoddisfazione erano esterne a me, sicuramente, ma nemmeno tutte interne, visto che non ero
il solo a sentirmi a disagio. Si verificavano anche situazioni assurde. Tanto per farne un esempio,
nelle quarte erano state abolite le due ore di laboratorio, proprio l'anno successivo in cui la scuola
aveva acquistato, dopo qualche anno di mia insistenza, una macchina asincrona, un banchetto di
misura trifase, un trasformatore ed macchina a corrente continua. Ricordo ancora la frase del mio
preside che, durante uno di quei riti chiamati consigli di classe, si rivolse a me, dopo l'arrivo delle
apparecchiature. Con un sorrisino mi chiese se finalmente io fossi contento. Replicai che non ero
io a doverlo essere, ma la scuola eventualmente, visto il quasi nulla prima esistente. Non sapevo
però ancora che il rimedio ad un laboratorio scadente sarebbe stato, l'anno successivo, nel quadro
delle varie sperimentazioni di moda, abolire il laboratorio. Le macchine appena acquistate finirono
nello sgabuzzino delle cose inutili.
Sistemi TT, TN, IT, impianti di terra, differenziali, magnetotermici, fusibili, furono dunque i primi
argomenti che inserii nel web. Scrivere le lezioni mi piaceva; provavo una sensazione dimenticata:
produrre qualcosa di utile. Mentre in aula le mie parole si volatilizzavano, disperdendosi in malo
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