Top Banner
1

Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

Dec 28, 2015

Download

Documents

Terzo libro della Storia dell'impero romano dopo Marco Aurelio di Erodiano.
Welcome message from author
This document is posted to help you gain knowledge. Please leave a comment to let me know what you think about it! Share it to your friends and learn new things together.
Transcript
Page 1: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

LIBRO III. III, 1. 1. La morte di Pertinace, l’uccisione di Giuliano, l’ingresso di Severo a Roma e la sua spedizione contro Nigro sono stati descritti nel libro precedente. Quando Nigro apprese che Severo aveva occupato Roma, era stato proclamato imperatore dal senato e stava guidando l’intero esercito dell’Illirico contro di lui, appoggiato dal resto della fanteria nonché da un’unità navale, fu assai preoccupato da questi inattesi sviluppi. Inviò ordini ai governatori delle province orientali di sorvegliare attentamente tutti i passi e i porti. 2. Inviò messaggi anche al re dei Parti,64 al re degli Armeni e al re di Hatra, chiedendo aiuto. Il re degli Armeni rispose che non avrebbe stabilito alleanze con nessuno, ma era pronto a difendere le sue terre se Severo lo avesse attaccato. Il re dei Parti, d’altro canto, disse che avrebbe ordinato ai suoi governatori di radunare truppe – pratica comune ogni qual volta era necessario raccogliere un esercito, poiché essi non hanno un esercito stabile e non assumono mercenari. 3. Barsemio, re di Hatra, inviò un contingente di arcieri indigeni in aiuto a Nigro. 4. Il resto del suo esercito Nigro lo raccolse dalle truppe di stanza in quelle regioni. La maggior parte dei cittadini di Antiochia, in particolare i

64 Vologase V (-208), re dei parti dal 191 al 208. Figlio di Vologase I e appartenente quindi al ramo cadetto armeno della dinastia arsacide, salì al trono alla morte di Vologase IV.

Page 2: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

giovani, che nella loro instabilità erano entusiastici sostenitori di Nigro, si offrirono per il servizio militare, spinti più dall’avventatezza che dalla saggezza. Nigro ordinò che gli stretti passi e valichi dei monti del Tauro venissero difesi da forti mura e fortificazioni, ritenendo che una montagna insuperabile avrebbe costituito una potente difesa per le strade dell’Oriente. I monti del Tauro, che si elevano tra la Cappadocia e la Cilicia, segnano il confine tra l’Oriente e l’Occidente. 5. Nigro inviò inoltre un esercito a occupare Bisanzio in Tracia, a quell’epoca una città grande e prospera ricca di uomini e di denaro. Situata nel punto più stretto della Propontide, Bisanzio divenne immensamente ricca grazie ai proventi del mare, sia quelli delle dogane sia quelli della pesca; la città possedeva inoltre molta terra fertile, e traeva eccellenti profitti da tutte queste risorse. 6. Nigro voleva avere questa città sotto il suo controllo perché era molto forte, ma soprattutto perché sperava di riuscire a impedire qualsiasi passaggio dall’Europa all’Asia attraverso la Propontide. Bisanzio era circondata da un grande e robusto muro di pietre rettangolari connesse così abilmente che era impossibile capire dove fossero le giunture; l’intero muro sembrava composto da un unico blocco di pietra. 7. Ancora oggi le rovine superstiti di questo muro suscitano meraviglia nel viaggiatore sia per l’abilità tecnica dei costruttori originari sia per la forza di coloro che infine lo distrussero. In questo modo, Nigro riteneva di agire nel modo più prudente possibile per garantirsi la massima sicurezza. III, 2. 1.65 Severo, nel frattempo, avanzava con il suo esercito a tutta velocità, senza fermarsi né per riposare né per ritemprarsi. Appreso che Bisanzio, che sapeva essere difesa dalle più forti tra le mura cittadine, era stata occupata da Nigro, Severo ordinò al suo esercito di marciare su Cizico. 2. Il governatore dell’Asia a quell’epoca era Emiliano,66 al quale Nigro aveva affidato i preparativi militari in quella provincia. Quando seppe che l’esercito di Severo si avvicinava, Emiliano marciò verso Cizico alla testa di tutto il suo esercito, che comprendeva sia le truppe che aveva arruolato egli stesso sia quelle inviategli da Nigro. Quando i due eserciti si incontrarono, nella regione furono combattute violente battaglie; l’esercito

65 Siamo nel gennaio del 194. 66 Asellio Emiliano (-193). Probabilmente di origine africana e imparentato con Clodio Albino, fu governatore della Tracia sotto Marco Aurelio (176-180 o 174-177), console suffetto nel 177, ufficiale sotto Commodo, governatore di Siria tra il 187 e il 190 circa (al comando delle legioni III Gallica e III Scythica) e proconsole d’Asia nel 192-193.

Page 3: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

di Severo prevalse e i soldati di Nigro, messi in fuga, furono travolti e massacrati. Così le speranze dell’Oriente furono infrante e quelle degli Illiri aumentarono. 3. Vi è chi sostiene che la causa di Nigro, subito tradito da Emiliano, fosse disperata fin dall’inizio, e indica due motivazioni per l’azione di quel generale. Alcuni affermano che il governatore tramò contro Nigro perché invidioso e furioso perché il suo successore alla carica di governatore della Siria fosse in procinto di divenire suo superiore come imperatore e tiranno. Altri, tuttavia, dicono che fu costretto a tradire Nigro dai propri figli, che lo supplicarono con urgenza di farlo per assicurare la loro salvezza; poiché Severo, trovati i figli di Emiliano a Roma, li aveva catturati e li teneva sotto sorveglianza. Né fu il primo a fare uso di questo stratagemma assai previdente. 4. Era uso di Commodo tenere sotto custodia i figli dei governatori delle province quali garanti della loro fedeltà e buona volontà. Severo, abituato a questa pratica, quando fu fatto imperatore e Giuliano era ancora in vita, era preoccupato per i propri figli. Dopo averli fatti prelevare in segreto, li fece portare da lui a Roma per evitare che cadessero nelle mani di qualun altro. 5. Quando giunse a Roma, Severo radunò i figli dei governatori e di coloro che occupavano cariche importanti in Oriente e in tutta l’Asia e li tenne sotto custodia; questi figli li teneva prigionieri in modo che fosse possibile indurre i governatori a tradire Nigro spinti dal timore per la sicurezza dei loro figli o affinché questi, se avessero continuato a sostenere la sua causa, prevedendo l’agonia che avrebbero patito se i loro figli fossero stati uccisi, potessero fare qualcosa per proteggerli. 6. Dopo la sconfitta di Cizico, le truppe di Nigro si sparsero ovunque; alcuni fuggirono tra le montagne dell’Armenia, altri in Galazia e in Asia, nella speranza di raggiungere i monti del Tauro prima dei soldati di Severo e di rifugiarsi dietro le fortificazioni laggiù. Nel frattempo l’esercito di Severo proseguiva, passando attraverso Cizico e avanzando nella confinante Bitinia. 7. Quando la notizia della vittoria di Severo divenne nota, il dissenso si sviluppò immediatamente nelle città di tutte quelle province, non tanto per affetto o benevolenza nei confronti dell’imperatore guerriero, quanto per reciproca gelosia, invidia e odio, oltre che per l’indignazione per la strage di concittadini. 8. Questo è un antico difetto dei greci; il costante schierarsi delle fazioni l’una contro l’altra e la loro ansia di rovesciare coloro che appaiono

Page 4: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

superiori a loro hanno rovinato la Grecia. Le loro antiche liti e faide interne ne fecero facili prede dei macedoni e schiavi dei romani, e questa maledizione della gelosia e dell’invidia si è tramandata fino alle fiorenti città greche dei nostri giorni. 9. Subito dopo gli eventi di Cizico, la città di Nicomedia in Bitinia annunciò il suo sostegno a Severo; gli inviò dei legati, accolse il suo esercito e promise di soddisfare tutte le sue necessità. La città di Nicea, d’altronde, poiché odiava Nicomedia, accolse l’esercito di Nigro, sia i fuggitivi che vi si presentarono sia le truppe inviate da Nigro a difendere la Bitinia. 10. Poi i soldati di ciascuno schieramento si precipitarono fuori dalle due città come da normali accampamenti e si scontrarono; dopo una violenta battaglia, i sostenitori di Severo ottennero una vittoria decisiva. I fautori di Nigro che sopravvissero alla battaglia fuggirono da quella regione e si riversarono sulle montagne del Tauro, dove sbarrarono i passi e misero sotto sorveglianza le fortificazioni. Ma Nigro, lasciato sul posto un contingente che riteneva sufficiente per la difesa di queste fortificazioni, si precipitò ad Antiochia per raccogliere truppe e denaro. III, 3. 1. Attraversando la Bitinia e la Galazia, l’esercito di Severo penetrò in Cappadocia; qui si fermò e strinse d’assedio le fortificazioni. Non fu impresa semplice, tuttavia; la strada stretta e aspra rendeva molto difficile avvicinarsi; e i soldati di Nigro, combattendo valorosamente, stavano sugli spalti scagliando pietre sugli attaccanti. 2. Così, pochi difensori potevano tenere a bada un gran numero di attaccanti, poiché lo stretto accesso era protetto da un lato da un’alta montagna e dall’altro da una ripida rupe che costituiva il letto di una cascata formata da torrenti di montagna. Tutte queste difese naturali erano state utilizzate da Nigro per impedire l’accesso a Severo da ogni direzione. 3. Mentre queste cose avvenivano in Cappadocia, dove la reciproca invidia e inimicizia era generale, la città di Laodicea in Siria si ribellò a Nigro perché odiava la città di Antiochia, e il popolo di Tiro in Fenicia si ribellò perché odiava quello di Berito. Quando seppero che Nigro era in fuga, le popolazioni di queste due città decisero di rischiare, privandolo dei suoi onori e dichiarando pubblicamente il loro sostegno a Severo. 4. Nigro seppe di questa iniziativa mentre si trovava ad Antiochia, e benché fino a quel momento fosse stato piuttosto mite, ora si infuriò comprensibilmente per l’insolente defezione e inviò contro di loro i suoi

Page 5: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

lancieri mauri e alcuni arcieri, ordinando loro di uccidere chiunque incontrassero, di saccheggiare le due città e di ridurle in cenere. 5. I mauri sono gli uomini più brutali e selvaggi del mondo e sono del tutto indifferenti alla morte o al pericolo. Cogliendo di sorpresa gli abitanti di Laodicea, distrussero la città e ne massacrarono gli abitanti. Poi proseguirono rapidamente verso Tiro e, dopo aver a lungo saccheggiato e ucciso, diedero alle fiamme l’intera città. 6. Mentre questi eventi accadevano in Siria e Nigro stava radunando un esercito, le truppe di Severo erano accampate e assediavano le fortificazioni nei monti del Tauro. I soldati, però, erano sconfortati e scoraggiati; le difese, protette da una montagna e da una rupe, erano forti e difficili da avvicinare. 7. Ma quando l’esercito di Severo era sul punto di abbandonare l’assedio e i suoi avversari ritenevano imprendibile la propria posizione, improvvisamente durante la notte caddero piogge torrenziali accompagnate da molta neve. (Gli inverni sono rigidi in Cappadocia e in particolare sui monti del Tauro). Un grosso e violento fiotto d’acqua si riversò ora sulle fortificazioni, che sbarravano il letto naturale del torrente ostruendolo; perciò la corrente divenne violenta e forte. La Natura prevalse quindi sull’opera dell’uomo, e il muro non potè trattenere la fiumana. Il muro resistette per breve tempo alla pressione dell’acqua in corrispondenza delle giunture, ma infine le fondamenta, che erano state costruite in fretta e senza la consueta cura, furono sopraffatte dal torrente e il muro crollò. L’intera fortificazione rimase esposta e il torrente, spianando la zona, fece breccia nelle opere difensive. 8. Quando gli uomini di guardia alla barricata videro cosa era accaduto, temettero di essere circondati e intrappolati dalla fiumana; abbandonati i loro posti, fuggirono, dato che non vi era più nulla a trattenere il nemico. Felici per la piega presa dagli eventi, le truppe di Severo gioirono, ritenendo di essere guidate dalla provvidenza divina; quando videro le guardie fuggire in ogni direzione, superarono i monti del Tauro senza difficoltà e senza incontrare resistenza ed entrarono in Cilicia. III, 4. 1.67 Quando seppe che cosa era avvenuto, Nigro radunò un esercito vasto, ma non avvezzo alla battaglia e alla fatica, e marciò in tutta fretta. Un gran numero di uomini, specie i giovani di Antiochia, si presentarono per servire nella campagna, rischiando la vita per lui. L’entusiasmo del suo

67 Siamo nel marzo del 194.

Page 6: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

esercito naturalmente incoraggiò Nigro, ma i suoi soldati erano molto inferiori agli illirici per abilità e coraggio. 2. I due eseciti marciarono fino a una pianura piatta e vasta presso una baia chiamata Isso; qui, una catena di colline crea un teatro naturale su questa piana e un’ampia spiaggia digrada verso il mare, come se la Natura avesse creato uno stadio per una battaglia. 3. Fu lì, dicono, che Dario combattè la sua ultima e più grande battaglia68 con Alessandro e fu sconfitto e catturato quando l’Occidente sconfisse l’Oriente. Ancora oggi rimangono un ricordo e un monumento di quella vittoria: una città sulla cresta, chiamata Alessandria, e una statua di bronzo da cui la regione prende nome. 4. Non solo gli eserciti di Severo e di Nigro si scontrarono in quel luogo storico: anche il risultato della battaglia fu il medesimo. Gli eserciti posero gli accampamenti l’uno di fronte all’altro verso sera e trascorsero una notte insonne, ansiosi e spaventati.69 Mentre ciascuno dei generali incitava i suoi uomini, gli eserciti passarono all’attacco all’alba, combattendo con furia selvaggia, come se questa fosse destinata a essere la battaglia finale e decisiva e la Fortuna avesse dovuto scegliere qui uno di loro come imperatore. 5. Dopo che la battaglia fu proseguita per lungo tempo con terribili stragi, e i fiumi che scorrevano attraverso la piana riversavano ormai più sangue che acqua in mare, ebbe inizio la rotta delle forze d’Oriente. Respingendo davanti a sé le truppe esauste di Nigro, gli illirici spinsero alcuni fuggitivi in mare; inseguendo gli altri di corsa per le colline, li massacrarono, insieme a un gran numero di abitanti delle città e delle fattorie vicine che si erano riuniti per assistere alla battaglia al sicuro da una postazione elevata. 6. Montato su un buon cavallo, Nigro fuggì ad Antiochia con alcuni compagni. Qui trovò i superstiti della rotta, che piangevano e si gemevano, lamentando la perdita di figli e fratelli. Nigro fuggì quindi da Antiochia in preda alla disperazione. Scoperto mentre si nascondeva nei sobborghi della città, fu decapitato dai cavalieri che lo inseguivano. 7. Tale fu il destino subito da Nigro, che pagò il prezzo che meritava per la sua negligenza e la sua indecisione. Sotto altri aspetti, tuttavia, si dice che non fosse affatto disprezzabile né come imperatore, né come uomo. Eliminato Nigro, Severo mise a morte senza pietà tutti i suoi amici, a

68 Nel 333 a.C. In realtà questa fu la prima battaglia tra Alessandro Magno e Dario III Codomanno. L’ultima si combattè a Gaugamela nel 331. 69 Il 31 marzo del 194.

Page 7: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

prescindere dal fatto che lo avessero appoggiato per scelta o per necessità. Quando apprese che alcuni dei soldati di Nigro erano riusciti a fuggire oltre il fiume Tigri e che, temendo l’imperatore, stavano unendo le forze con i barbari di laggiù, ne persuase alcuni a ritornare, concedendo loro un completo perdono, ma la maggioranza dei fuggitivi rimase in terra straniera. 8. Da quel momento, le tattiche di battaglia dei barbari di quelle regioni divennero molto più efficaci contro il combattimento corpo a corpo dei romani.70 In precedenza, i barbari non usavano spade e lance in battaglia; combattevano solo come arcieri a cavallo. E invece di indossare un’armatura completa, cavalcavano con uniformi leggere e larghe. Il loro metodo consisteva nel fuggire a cavallo scagliando frecce dietro di sé. 9. Ma poiché i fuggitivi romani erano tutti soldati, e fra coloro che decisero di stabilirsi definitivamente oltre il Tigri vi erano degli ingegneri, i barbari appresero da loro sia l’uso sia la costruzione delle armi. III, 5. 1.71 Dopo aver sistemato gli affari in Oriente nel modo che riteneva più vantaggioso,72 Severo desiderava scendere in campo immediatamente contro il re di Hatra e invadere inoltre la Partia, accusando entrambi i re di amicizia con Nigro. Tuttavia rimandò questi progetti, desiderando prima impadronirsi dell’impero romano e renderlo sicuro per sé e per i suoi figli. 2. Benché Nigro fosse stato eliminato, Severo considerava ancora Albino una minaccia. Venne a sapere che quest’uomo, entusiasta del titolo di cesare, si comportava sempre più come un imperatore; fu informato inoltre che moltissimi uomini, in particolare i senatori più distinti, stavano inviando lettere pubbliche e private al cesare, tentando di persuaderlo a venire a Roma mentre Severo era assente e occupato altrove. Il fatto era

70 Erodiano sembra qui voler spiegare le ragioni per cui la frontiera orientale di Roma si trovò soggetta a crescenti minacce nel corso del III secolo. Durante il regno di Severo, due attacchi romani contro l’impero partico risultarono particolarmente efficaci. Questi attacchi indebolirono gravemente il nemico orientale di Roma e le continue guerre durante il periodo di Caracalla e Macrino indebolirono ulteriormente i re partici. Alla fine prese il potere una nuova dinastia, quella dei Sasanidi, che riuscirono a riorganizzare l'impero e si trasformarono in un nemico letale per Roma (VI, 2). Erodiano sminuisce l’importanza delle guerre partiche di Severo, pur citando una delle campagne (III, 9). 71 Siamo nel 195. 72 La Siria fu divisa in due province, Celesiria e Fenicia. Erodiano ignora il primo attacco di Severo contro i parti, che ebbe luogo nel 194/195 e determinò l’occupazione di Edessa e Nisibi. Lo storico ignora inoltre che il figlio di Severo, Caracalla, fu nominato cesare; il che spiega l’inizio dell'inimicizia tra Severo e Albino.

Page 8: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

che l’aristocrazia preferiva di molto Albino come imperatore, perché apparteneva a una famiglia nobile ed era ritenuto avere una natura mite. 3. Quando seppe di questi sviluppi, Severo rinunciò ad aprire le ostilità contro Albino e a iniziare una guerra contro di lui, poiché mancava di una giustificazione ragionevole per una simile iniziativa. Ritenne più opportuno tentare di eliminare il suo cesare cogliendolo di sorpresa con l’inganno. 4. Inviò quindi i suoi messaggeri imperiali più fidati in Britannia con l’ordine segreto di consegnare apertamente ad Albino i messaggi se fossero stati ammessi alla sua presenza. Avrebbero quindi dovuto chiedergli di incontrarli in privato per ricevere istruzioni segrete; quando Albino avesse acconsentito e le sue guardie del corpo non fossero state presenti, i messaggeri avrebbero dovuto aggredirlo di sorpresa e ucciderlo. 5. Severo fornì loro veleni mortali cosicché, se se ne fosse presentata l’opportunità, potessero persuadere uno dei suoi cuochi o coppieri a somministrargliene in segreto una dose. 6. I consiglieri di Albino, tuttavia, sospettavano dei messaggeri dell’imperatore, e lo ammonirono a stare in guardia contro quell’astuto ingannatore. Le azioni di Severo contro i governatori di Nigro ne avevano gravemente danneggiato la reputazione; dopo averli costretti a tradire Nigro per mezzo dei loro figli, come si è riferito più sopra, e dopo aver fatto uso del loro aiuto, li mise a morte insieme ai loro figli dopo aver ottenuto da loro tutto ciò che voleva. Le sue azioni in questa occasione rivelarono chiaramente il carattere spregevole di Severo. 7. Gli sforzi di Severo indussero ora Albino ad aumentare il numero delle sue guardie del corpo. Nessuno degli uomini dell’imperatore fu ammesso alla presenza del cesare prima di essere stato spogliato e perquisito alla ricerca di armi nascoste. 8. Ora, quando arrivarono, i messaggeri di Severo consegnarono apertamente ad Albino i messaggi e gli chiesero di ritirarsi insieme a loro per ricevere ordini segreti. Ma Albino, sospettoso, fece arrestare tutti gli uomini e, sottopostili a tortura individualmente, scoprì l’intero complotto; dopo aver ucciso i messaggeri, si preparò a resistere a quello che aveva scoperto essere suo nemico. III, 6. 1.73 Quando fu informato di quanto era accaduto, Severo prese iniziative efficaci ed energiche; per natura facile all’ira, non nascose più la sua

73 Siamo nel 196.

Page 9: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

ostilità per Albino. Radunato l’intero esercito, parlò agli uomini in questo modo: “Che nessuno ci accusi di capricciosa incoerenza nelle nostre iniziative contro Albino, e che nessuno pensi che io sia sleale verso questo sedicente amico o sia colpevole di mancanze verso di lui. 2. Abbiamo dato tutto a quest’uomo, perfino una parte dell’impero, cosa che un uomo difficilmente concederebbe perfino a suo fratello. In verità, ho concesso a lui ciò che voi avete consegnato a me soltanto. Di certo Albino ha mostrato ben poca gratitudine per i grandi benefici che ho riversato su di lui. 3. Ora sta radunando un esercito per prendere le armi contro di noi, sprezzante verso il vostro valore e indifferente verso il suo giuramento di fedeltà a me, e desideroso, nella sua insaziabile avidità, di impadronirsi a rischio di un disastro di ciò che ha già ricevuto in parte senza guerra e senza spargimento di sangue, senza mostrare alcun rispetto per gli dei sui quali ha spesso giurato e considerando insignificanti le fatiche che avete sopportato in nome di entrambi noi con tanto coraggio e devozione per il dovere. 4. Di ciò che avete conquistato ha avuto anch’egli una parte, e avrebbe avuto una parte ancora maggiore dell’onore che avete conseguito per entrambi noi, se solo avesse mantenuto la parola. Poiché, se è sleale agire ingiustamente di propria iniziativa, è segno di vigliaccheria non difendersi contro un trattamento ingiusto. Ora, quando siamo scesi in campo contro Nigro, avevamo dei motivi per la nostra ostilità, non del tutto logica, forse, ma inevitabile. Non lo odiavamo perché si fosse impadronito dell’impero quando esso era già nostro, ma piuttosto ciascuno di noi, spinto da un eguale desiderio di gloria, aspirava all’impero solo per sé, quando esso era ancora disputato e giaceva prostrato davanti a tutti. 5. Ma Albino ha violato i suoi giuramenti e infranto le sue promesse, e malgrado abbia ricevuto da me ciò che un uomo di norma dona soltanto a suo figlio, ha scelto di essere nemico invece che amico e belligerante invece che pacifico. E così come in precedenza siamo stati generosi verso di lui e lo abbiamo coperto di fama e di onori, ora puniamolo con le nostre armi per il suo tradimento e la sua codardia. 6. Il suo esercito, piccolo e insulare, non reggerà alla vostra potenza. Poiché voi, che con il vostro valore e la vostra prontezza ad agire per il vostro stesso interesse avete ottenuto la vittoria in tante battaglie e avete conquistato l’intero Oriente, come potreste non uscire vittoriosi con la massima facilità, quando contate un numero così grande di alleati e quando praticamente tutto l’esercito si trova qui? Mentre loro, per contro,

Page 10: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

sono poco numerosi e privi di un generale valoroso e competente che li guidi. 7. Chi non conosce la natura effeminata di Albino? Chi non sa che il suo modo di vivere lo ha preparato più per il coro che per il campo di battaglia? Avanziamo dunque contro di lui con sicurezza, fidando nel nostro consueto zelo e valore, con gli dei come nostri alleati, dei contro i quali egli ha agito in modo empio violando i suoi giuramenti, e ricordiamo le vittorie che abbiamo conseguito, vittorie di cui costui si prende gioco”. 8. Quando Severo ebbe terminato di parlare, l’intero esercito chiamò nemico Albino e gridò la sua approvazione per Severo, promettendogli il suo totale sostegno; di conseguenza, egli fu ancora più ispirato e incoraggiato ad attendersi grandi cose. Dopo aver fatto generosi doni ai soldati, Severo annunciò pubblicamente la sua spedizione contro Albino. 9. Inviò inoltre delle truppe a proseguire l’assedio di Bisanzio, che era ancora sottoposta a blocco poiché vi si erano rifugiati i soldati di Nigro.74 Più tardi Bisanzio fu presa in seguito a una carestia, e l’intera città fu rasa al suolo. Spogliata dei suoi teatri e bagni e anzi di tutte le sue bellezze, la città, ormai ridotta a un villaggio, fu consegnata agli abitanti di Perinto perché ne fosse soggetta; allo stesso modo Antiochia fu consegnata a Laodicea. Severo mise a disposizione un’enorme somma di denaro per la ricostruzione delle città distrutte dai soldati di Nigro. 10.75 L’imperatore in persona si mise in marcia, incurante del caldo e del freddo, e non diede requie all’esercito. Spesso, mentre percorreva montagne altissime e gelide, l’imperatore avanzava a capo scoperto in mezzo alla pioggia e alla neve, offrendo un esempio di coraggio e tenacia ai suoi soldati, che sopportavano la fatica non solo per paura e per addestramento, ma anche per emulazione del loro imperatore. Severo mandò avanti un generale con un’unità di soldati per occupare i passi alpini e sorvegliare le vie d’accesso all’Italia. III, 7. 1.76 Quando gli fu riferito che Severo non si limitava a minacciare di presentarsi ma sarebbe presto comparso di persona, Albino cadde in uno stato di totale confusione tra le sue gozzoviglie e la sua negligenza. Passato sul continente in Gallia di fronte alla Britannia, stabilì qui il suo

74 La cronologia di Erodiano è confusa. Severo sconfisse Nigro il 31 marzo del 194. Dopo di che, Severo invase la Mesopotamia per la prima volta (195); nominò cesare suo figlio Caracalla nel 196 e dichiarò guerra ad Albino dopo il suo ritorno a Roma nello stesso anno. Bisanzio era caduta nel 195. 75 Inverno 196/197. 76 Siamo nel gennaio del 197.

Page 11: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

quartier generale. Inviò quindi messaggi ai governatori delle province ordinando loro di rifornire il suo esercito di cibo e denaro. Alcuni obbedirono e inviarono i rifornimenti, per la propria rovina, poiché ne pagarono il fio in seguito; coloro che non gli obbedirono si salvarono, più per fortuna che per discernimento. Furono l’esito della controversia e le fortune della guerra a determinare la saggezza di ciascuna decisione. 2. Quando l’esercito di Severo giunse in Gallia, si verificarono qua e là alcune scaramucce, ma la battaglia finale fu combattuta presso la grande e prospera città di Lugdunum.77 Albino si rinchiuse nella città, rimanendo indietro quando fece uscire l’esercito per la battaglia.78 Ebbe luogo un grande scontro e per lungo tempo le probabilità di vittoria dei due schieramenti furono eguali, poiché per coraggio e spietatezza i soldati della Britannia non erano affatto inferiori a quelli dell’Illiria. Quando questi due magnifici eserciti erano impegnati in combattimento, non era cosa facile indurne uno alla fuga. 3. Come riferiscono alcuni storici contemporanei – e lo dico non per piaggeria ma nell’interesse della precisione – il reparto dell’esercito schierato di fronte al settore in cui combattevano Severo e il suo comando si rivelò di gran lunga superiore; l’imperatore cadde da cavallo e fuggì, riuscendo a salvarsi gettando via il manto imperiale.79 Ma mentre i soldati della Britannia inseguivano gli illirici, intonando peana come se avessero già vinto, videro apparire Leto, uno dei generali di Severo, alla testa delle truppe affidate al suo comando, fresche e non ancora impegnate nella battaglia. 4. Gli storici accusano Leto di essere rimasto a guardare l’andamento della battaglia e di aver atteso deliberatamente, tenendo le sue truppe fuori dallo scontro e facendo la sua comparsa solo dopo essere stato informato che Severo era stato sconfitto. I successivi sviluppi della faccenda corroborano l’accusa secondo cui Leto aspirava all’impero per sé. In seguito, quando Severo ebbe sistemato tutto e viveva tranquillamente, diede generose ricompense agli altri suoi comandanti, ma mise a morte il solo Leto, il che pare ragionevole date le circostanze, considerate le azioni precedenti del generale.

77 L’attuale Lione. 78 Il 19 febbraio del 197. 79 Cassio Dione (76, 6) fornisce una versione meno umiliante di questa vicenda, affermando: “Severo rischiò la vita quando perse il cavallo. Quando vide tutti i suoi uomini in fuga, si strappò di dosso il manto imperiale e, sguainata la spada, si lanciò in mezzo ai fuggitivi, sperando che si vergognassero e tornassero indietro oppure di morire insieme a loro”.

Page 12: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

5. Tutto ciò avvenne molto più tardi, tuttavia. In questa occasione, quando Leto apparve con truppe fresche, come si è riferito più sopra, i soldati di Severo ripresero coraggio, avvolsero nuovamente l’imperatore nel manto imperiale e lo fecero risalire a cavallo. 6. Ma i soldati di Albino, convinti che la vittoria fosse nelle loro mani, si ritrovarono ora in preda al disordine quando questo esercito potente e che non aveva ancora preso parte al combattimento li attaccò; dopo breve resistenza, ruppero i ranghi e fuggirono. Quando la rotta divenne generale, i soldati di Severo inseguirono e massacrarono i fuggitivi fino a ricacciarli dentro Lugdunum. Ciascuno storico contemporaneo ha riferito in funzione dei propri scopi il numero effettivo dei caduti e dei prigionieri di ciascuno schieramento. 7. Le truppe dell’imperatore presero Lugdunum e la diedero alle fiamme. Quando catturarono Albino, gli tagliarono la testa e la inviarono a Severo. L’imperatore ottenne così due magnifiche vittorie, una in Oriente e una in Occidente. Nessuna battaglia e nessuna vittoria si possono paragonare a quelle di Severo, e nessun esercito al suo per dimensioni; non vi sono paragoni in termini di sollevazioni di popolazioni, numero di campagne e lunghezza o velocità delle marce. 8. Tremende furono certo le battaglie di Cesare contro Pompeo, quando i romani combattevano contro i romani; altrettanto tremende furono le battaglie combattute da Augusto contro Antonio e i figli di Pompeo, e le lotte di Silla e Mario in epoca precedente, nelle guerre civili e straniere dei romani. Ma qui si parla di un uomo che rovesciò tre imperatori che erano già al potere, ed ebbe la meglio sui pretoriani con uno stratagemma: riuscì a uccidere Giuliano, l’uomo che occupava il palazzo imperiale; Nigro, che aveva in passato governato i popoli dell’Oriente ed era stato salutato imperatore dal popolo romano; e Albino, che aveva già ricevuto l’onore e l’autorità di cesare. Prevalse su tutti loro grazie al suo coraggio. È impossibile nominare un altro come Severo. 9. Tale fu il destino subito da Albino, che fu privato dell’onore che lo distrusse dopo breve tempo. III, 8. 1. Quindi l’imperatore, infuriato, si vendicò degli amici di Albino a Roma. Inviò la sua testa in città e ordinò che venisse esposta. Quando riferì la sua vittoria nei dispacci, aggiunse una nota che dichiarava che aveva inviato la testa di Albino perché fosse esposta al pubblico così che il popolo conoscesse l’entità della sua ira contro di lui.

Page 13: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

2. Dopo aver sistemato gli affari in Britannia, divise questa regione in due province, ognuna soggetta a un proprio governatore.80 Quando ebbe sistemato anche gli affari della Gallia nel modo che riteneva più vantaggioso, mise a morte tutti gli amici di Albino e ne confiscò le proprietà, indifferente al fatto che lo avessero appoggiato per scelta o per necessità. Condusse quindi il suo intero esercito a Roma allo scopo di incutere in città il massimo terrore. 3. Ultimato il viaggio con la consueta rapidità, entrò a Roma, furioso nei confronti degli amici superstiti di Albino. I cittadini, portando rami d’alloro, lo accolsero con tutti gli onori; anche i senatori uscirono a salutarlo, i più presentandosi davanti a lui in preda al terrore, persuasi che non avrebbe loro risparmiato la vita. Poiché la sua malevolenza, un tratto naturale del suo carattere, era letale anche di fronte provocazioni minime, ora che egli sembrava avere tutte le ragioni per trattarli duramente, i membri del senato erano in preda al terrore. 4. Dopo aver visitato il tempio di Giove e offerto sacrifici agli altri santuari, Severo entrò nel palazzo imperiale. Per onorare tutte le sue vittorie fece generose donazioni al popolo; distribuendo grandi somme di denaro ai soldati, garantì loro molti privilegi di cui non avevano goduto precedentemente. 5. Fu il primo imperatore ad aumentare le loro razioni alimentari, ad autorizzarli81 a indossare anelli d’oro e a permettere loro di vivere con le loro mogli; queste erano concessioni fino ad allora considerate dannose per la disciplina militare e per la conduzione appropriata della guerra. Severo fu inoltre il primo imperatore a operare un cambiamento nella dieta rude e salutare dei soldati e a minarne la risolutezza di fronte alle dure fatiche; inoltre, ne indebolì la rigida disciplina e il rispetto per i superiori abituandoli a desiderare il denaro e facendo loro conoscere la vita lussuosa. 6. Sistemate queste faccende nel modo che riteneva più opportuno, Severo entrò nella sede del senato e, salito sul trono imperiale, si lanciò in un duro attacco contro gli amici di Albino, presentando lettere segrete che aveva scoperto in mezzo alla corrispondenza privata dell’uomo. Denunciò alcuni

80 La Britannia Inferiore (attuale Inghilterra) e la Britannia Superiore (comprendente Cornovaglia, Galles e Northumbria). Severo aveva operato un’analoga divisione in Siria. Il risultato fu che nessun governatore poteva avere a disposizione più di due legioni. 81 In realtà il provvedimento riguardò solo un certo numero di ufficiali, che ottennero l’accesso alla carriera equestre. Tra i provvedimenti militari non riferiti da Erodiano vi fu la creazione di una riserva strategica, composta dalla legione II Parthica, utilizzabile dall’imperatore insieme alla guardia pretoriana qualora fossero necessari rinforzi.

Page 14: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

per i doni lussuosi che avevano inviato ad Albino, mosse altre accuse agli altri, denunciando l’amicizia degli orientali per Nigro e il sostegno degli occidentali ad Albino. 7. Quindi, senza preavviso, mise a morte tutti i senatori più eminenti del tempo,82 insieme agli uomini delle province che erano noti per lignaggio o per ricchezza, fingendo di vendicarsi dei propri nemici, mentre la verità era che era mosso da un’insaziabile sete di denaro; nessun altro imperatore fu mai così avido d’oro. 8. Benché per risolutezza d’animo, resistenza alle fatiche e capacità di gestire le questioni militari non fosse inferiore a nessuno dei più rispettati imperatori, il suo amore per il denaro acquisito in modo ingiusto e per l’omicidio non provocato divenne una vera ossessione. I suoi sudditi gli si sottomisero per paura più che per affetto. 9. Tentò tuttavia di fare piacere al popolo; organizzò costosi spettacoli d’ogni sorta, abbattendo in numerose occasioni centinaia di animali di ogni specie raccolti da ogni parte dell’impero e anche da paesi stranieri, in occasione dei quali distribuì lussuose donazioni. Indisse giochi trionfali per i quali fece arrivare attori drammatici e abili atleti da ogni parte. 10. Durante il suo regno assistemmo a ogni sorta di spettacoli rappresentati simultaneamente in tutti i teatri, nonché a festeggiamenti che duravano tutta la notte imitando i Misteri. Il popolo dell’epoca li chiamò Giochi Secolari quando apprese che sarebbero stati tenuti solo una volta ogni cento anni. Araldi furono invitati per tutta Roma e l’Italia, invitando tutti a venire a vedere ciò che non avevano mai visto prima e non avrebbero visto mai più. In tal modo apparve chiaro che il periodo di tempo che sarebbe trascorso tra un’edizione dei Giochi Secolari e la successiva avrebbe superato di gran lunga la durata della vita di qualsiasi uomo.83

III, 9. 1. Severo rimase quindi a Roma per un lungo periodo, durante il quale i suoi figli furono suoi collaboratori nel governo dell’impero.84 Fu poi colto

82 A quanto sembra furono giustiziati ventinove senatori. I loro beni furono confiscati e divennero patrimonio personale dell’imperatore. Da questo momento, le proprietà del sovrano furono separate da quelle dell’impero. 83 Erodiano raggruppa tre feste che furono celebrate a distanza di parecchi anni: il trionfo (non una processione!) di Severo nel 198, la celebrazione dei suoi dieci anni di regno (203) e i Giochi Secolari del 204. 84 La notizia è inesatta. Caracalla era già stato nominato cesare nel 196 e Severo – al suo ritorno dalla campagna contro Albino – proseguì subito alla volta della Siria per continuare la guerra contro i parti che aveva iniziato nel 194.

Page 15: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

dal desiderio di ottenere gloria per vittorie non solo sui compatrioti e su eserciti romani, ma anche sui barbari; sfruttando come pretesto per le sue azioni l’amicizia dimostrata a Nigro da Barsemio, re di Hatra, condusse il suo esercito in Oriente. 2. Quando vi giunse, la sua intenzione era di invadere l’Armenia. Ma il re dell’Armenia lo prevenne inviandogli denaro, doni e ostaggi quale pegno della sua offerta di pace e promettendo accordi e benevolenza. Dopo che gli affari dell’Armenia si furono così risolti in modo per lui soddisfacente, Severo marciò contro il regno di Hatra. In questo periodo Abgaro, re di Osroene,85 si rifugiò presso Severo e gli consegnò i suoi figli quale garanzia del suo sostegno; condusse con sé anche un gran numero di arcieri perché combattessero nell’esercito romano. 3. Attraversata la regione fra i fiumi Tigri ed Eufrate e il paese di Adiabene,86 Severo avanzò nell’Arabia Felix,87 il paese che produce le piante fragranti che utilizziamo per i nostri profumi e l’incenso. Dopo aver distrutto molte città e villaggi della regione e aver saccheggiato le campagne, giunse nel territorio degli hatreni, dove si accampò e mise sotto assedio la città di Hatra. 4. Questa città, che sorge in cima a un’alta montagna, era circondata da un muro alto e robusto difeso da molti arcieri. Dopo aver posto il campo, i soldati di Severo intensificarono l’assedio con tutta la forza di cui disponevano, sforzandosi di catturare la città. Macchine di ogni tipo furono condotte in prossimità del muro e furono sperimentate tutte le tattiche conosciute. 5. Gli hatreni resistettero valorosamente; rovesciando sugli assedianti una gragnuola di pietre e frecce, inflissero danni considerevoli all’esercito di Severo. Costruite delle pentole di argilla, le riempirono di insetti alati, piccole creature volanti velenose. Quando le pentole venivano scaraventate sugli assedianti, gli insetti si gettavano negli occhi dei romani e su tutte le parti non protette dei loro corpi; insinuandovisi prima di essere notati, mordevano e pungevano i soldati. 6. I romani trovavano insopportabile l’aria di Hatra, soffocante per il calore del sole; cadevano ammalati e morivano e vi furono più perdite per la malattia che per le attività del nemico.

85 Il regno di Osroene era noto anche come regno di Edessa. La descrizione di questa guerra sembra derivare da un'errata interpretazione dei rilievi dell'Arco di Settimio Severo. 86 Le capitali dell’Adiabene erano Arbela e Nisibi. 87 È un errore: la campagna di Severo ebbe luogo in una zona abitata da Arabi, ma l’Arabia Felix è l’attuale Yemen.

Page 16: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

7. Quando l’esercito, per le ragioni sopra citate, aveva ormai perduto ogni speranza e l’assedio era in fase di stallo, con i romani che perdevano terreno invece che guadagnarne, Severo condusse via le sue truppe senza aver ottenuto alcun successo, temendo di perdere l’intero esercito. I soldati erano scontenti che l’assedio non avesse dato i risultati desiderati; 8. abituati alla vittoria in tutte le loro battaglie, ritenevano che una mancata vittoria equivalesse a una sconfitta. Ma la Fortuna, favorendo i suoi disegni in questo periodo, fornì a Severo una qualche consolazione; egli non rientrò in patria privo di qualche successo e in realtà ottenne più di quanto si era aspettato. 9. L’esercito, imbarcato su un gran numero di navi, non fu condotto alla destinazione presunta, sulle coste romane, ma dopo che la corrente ebbe trasportato la flotta a grande distanza, le legioni sbarcarono sulle coste partiche in una località a pochi giorni di marcia dalla strada per Ctesifonte, dove si trovava il palazzo reale dei parti. Qui il re stava trascorrendo il suo tempo in pace, ritenendo che le battaglie tra Severo e gli hatreni non lo riguardassero. 10. Ma le truppe dell’imperatore, trasportate dalla corrente su queste sponde contro la loro volontà, sbarcarono e saccheggiarono la regione, portando via per cibarsene tutto il bestiame che trovarono e bruciando tutti i villaggi al loro passaggio. Dopo aver avanzato per breve distanza, giunsero alle porte di Ctesifonte, la capitale del gran re Artabano.88

11. I romani piombarono di sorpresa sui barbari,89 uccidendo tutti coloro che resistevano. Prendendo prigionieri le donne e i bambini, saccheggiarono l’intera città. Dopo che il re fu fuggito con un pugno di cavalieri, i romani saccheggiarono il tesoro, si impadronirono degli ornamenti e dei gioielli e ripartirono. 12. Così, più per fortuna che per acume, Severo ottenne la gloria di una vittoria sui parti. E poiché queste questioni si erano risolte con maggior successo di quanto avesse motivo di sperare, inviò messaggi al senato e al popolo, esaltando le sue imprese, e fece esporre in pubblico dipinti delle sue battaglie e vittorie. Il senato votò per tributargli i titoli basati sui nomi delle nazioni conquistate, oltre a tutti gli altri consueti onori. III, 10.

88 Il re dei parti era in realtà Vologase V. 89 Il 28 gennaio del 198.

Page 17: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

1. Dopo aver sistemato le questioni in Oriente, Severo ritornò a Roma,90 portando con sé i suoi figli, che avevano allora circa diciotto anni.91 Durante il viaggio si occupò dei problemi delle province a seconda di ciò che richiedeva ciascun caso, e fece visita alle truppe in Mesia e in Pannonia. Terminato il suo viaggio, fu accolto come “Conquistatore” dal popolo romano, con lodi sperticate e segni di adorazione. 2. Organizzò quindi uno spettacolo con bestie feroci per il popolo e offrì feste, divertimenti e spettacoli. Dopo aver distribuito lussuosi doni e aver osservato le festività prescritte associate al trionfo, Severo rimase a Roma per diversi anni,92 presiedendo regolarmente il tribunale, occupandosi delle questioni civili, provvedendo all’educazione dei suoi figli e tenendoli sotto controllo. 3. Ma i giovani (erano ormai infatti giovani uomini) furono corrotti dai lussi e dai vizi di Roma e dal loro smisurato entusiasmo per gli spettacoli, la danza e le corse dei carri. I due fratelli furono nemici fin dall’inizio; già da piccoli erano stati rivali nelle lotte delle quaglie e dei galli e avevano avuto le consuete liti infantili. 4. Ora la loro passione per gli spettacoli e i concerti li metteva costantemente in lotta. I loro seguaci e compagni alimentavano la loro rivalità adulandoli e spingendoli a competere nei piaceri della gioventù. Quando ne fu informato, Severo tentò di riconciliare i suoi figli e di tenerli a bada. 5. Prima di essere ammesso al governo dell’impero, il figlio maggiore si chiamava Bassiano, ma quando ebbe la fortuna di ricevere l’onore di una quota del potere imperiale, Severo lo ribattezzò Antonino93, desiderando che portasse il nome di Marco. Gli diede anche una moglie,94 nella speranza che il matrimonio lo facesse in qualche modo maturare; la fanciulla era la figlia di Plauziano,95 il prefetto del pretorio.

90 Nel 200. 91 In realtà Caracalla aveva undici anni e Geta dieci. 92 In realtà fece un viaggio in Tripolitania, dove rifondò la sua città natale, Leptis Magna, e organizzò il Limes Tripolitanus. 93 Il nome completo di Caracalla era Lucio Settimio Bassiano, noto a tutti come Caracalla. “Antonino” in questo periodo era una sorta di titolo, ricavato dal nome che Marco Aurelio aveva dato ad alcuni dei suoi figli che avrebbero dovuto succedergli (Tito Aurelio Antonino, Tito Elio Antonino, Tito Aurelio Fulvio Antonino). Naturalmente Marco Aurelio li aveva chiamati così dal nome del suo predecessore Antonino Pio. 94 Publia Fulvia Plautilla Augusta (circa 182-212). Il matrimonio ebbe luogo tra il 9 e il 15 aprile del 202. 95 Gaio Fulvio Plauziano (-22 febbraio 205). Di umili origini, nacque a Leptis Magna come Severo con il quale ebbe buoni rapporti. L'imperatore lo inviò in Oriente nel 193 per catturare i figli di

Page 18: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

6. Da giovane, questo Plauziano era stato povero (c’è chi dice che fu bandito dopo essere stato riconosciuto colpevole di tradimento e di molti altri crimini), ma era compatriota dell’imperatore (anche Severo proveniva dalla Libia) e, secondo alcuni, suo parente; c’è anche chi lo accusa di essere stato ben altro, affermando che nella prima giovinezza era stato l’amante dell’imperatore. Di conseguenza, Severo elevò quest’uomo da una posizione bassa e scarsamente onorevole a una carica di grande autorità; donandogli le proprietà di alcuni condannati, rese Plauziano immensamente ricco. Di fatto, l’imperatore non divideva il potere con nessuno se non con quest’uomo. 7. Approfittando della propria autorità, Plauziano non si tratteneva da alcun atto di violenza e divenne così più temuto di qualunque altro prefetto prima di lui. Severo unì le due famiglie con il matrimonio di suo figlio con la figlia di Plauziano. 8. Ma Caracalla non trasse alcun piacere da questa unione, poiché si era sposato a forza e non per scelta. Era quanto mai ostile alla fanciulla e a suo padre, e rifiutava di dormire o anche solo di mangiare con la moglie; la verità è che la disprezzava e prometteva ogni giorno di uccidere lei e suo padre non appena fosse divenuto l’unico sovrano dell’impero.96 La donna riferì queste minacce al padre, alimentando la sua rabbia con racconti del rancore del marito. III, 11. 1.97 Notando che Severo era orma anziano e costantemente afflitto dalla malattia,98 mentre Caracalla era un giovane sfrontato e violento, Plauziano, temendo la minaccia, decise di agire in anticipo piuttosto che indugiare per poi soffrire per mano del genero. 2. Per di più, numerosi elementi lo spingevano ad aspirare al controllo dell’impero: più denaro di quanto chiunque ne avesse mai visto, un proprio esercito personale, gli onori a lui concessi dall’imperatore e la sua posizione pubblica. Indossava la toga con il bordo purpureo99 e aveva un rango pari a quello di coloro che avevano ricoperto due mandati come

Pescennio Nigro; nel 197 Plauziano fu nominato prefetto del pretorio e tra il 197 e il 200 fu console onorario. 96 Come infatti avvenne quando Caracalla succedette al padre nel 211. 97 Siamo nel 205. 98 Severo soffriva di gotta. Il senato gli offrì due volte l’ingresso trionfale in città ma lui, non potendo guidare un cocchio, rifiutò. 99 Propria dei senatori.

Page 19: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

consoli; portava anche una spada. Il prefetto era l’unico pubblico ufficiale la cui importanza fosse suggerita dal suo aspetto. 3. Era oggetto di timore quando appariva in pubblico; non solo nessuno osava avvicinarglisi, ma anche coloro che lo incontravano per caso si facevano da parte per evitarlo. Le guardie che lo precedevano non permettevano a nessuno di avvicinarsi o di guardarlo; tutti avevano ordine di farsi da parte e di tenere lo sguardo fisso al suolo. Severo fu tutt’altro che felice quando queste questioni furono portate alla sua attenzione; divenne allora duro e rude con Plauziano e tentò di rintuzzare la sua eccessiva ostentazione privandolo di parte della sua autorità. 4. Plauziano rifiutò di accettare questo ridimensionamento del suo potere; abbastanza sfrontato da tramare per impadronirsi dell’impero, escogitò il seguente piano. Della guardia pretoriana faceva parte un tribuno di nome Saturnino. Questo ufficiale era devoto al prefetto; in realtà, tutti i suoi ufficiali erano devoti a Plauziano, ma questi aveva conquistato il favore del tribuno trattandolo con maggiore affetto. Ritenendo che Saturnino fosse il più fidato degli ufficiali pretoriani e l’unico in grado di agire con discrezione e di eseguire ordini segreti, Plauziano lo fece convocare una sera dopo che gli altri erano andati a dormire. 5. “Ora hai l’opportunità”, gli disse, “di portare a debito compimento la benevolenza e la devozione che hai sempre dimostrato verso di me, e io da parte mia ho l’opportunità di ripagarti come meriti e di offrirti in cambio un favore paragonabile. A te la scelta: puoi diventare ciò che ora vedi in me, assicurandoti questa carica di potere succedendomi, oppure morire qui e ora, pagando il fio della disobbedienza. 6. Non lasciarti sbalordire dall’enormità dell’impresa che ti propongo, e non farti spaventare dal titolo di imperatore. Sei il solo che possa entrare nella stanza dove dormono l’imperatore e i suoi figli, poiché hai il comando delle ronde della guardia notturna. Qualunque cosa tu intenda fare, la farai in segreto e senza incontrare resistenze; non attendere che io ti impartisca l’ordine per eseguirlo. 7. Recati subito al palazzo imperiale e, fingendo di recare ordini segreti da parte mia, entra e uccidili. Dimostra il tuo coraggio togliendo di mezzo con tutta facilità un vecchio e un semplice ragazzo. E per aver condiviso il rischio e il pericolo, condividerai anche i più alti onori quando l’impresa sarà ultimata con successo”. 7. Il tribuno rimase stupefatto e perplesso da questa proposta, ma era un uomo abituato a tenere i suoi pensieri per sé (era siriaco, e gli uomini d’Oriente tendono a essere più astuti); notando l’ira che attanagliava il suo

Page 20: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

comandante e ben consapevole del suo potere, non lo contrastò, non desiderando essere ucciso per questo. Fingendo quindi di ascoltare cose per le quali pregava da tempo e di accoglierle con gioia, il tribuno si prosternò davanti a Plauziano come se questi fosse già imperatore e lo supplicò di consegnargli un promemoria scritto con l’ordine dell’assassinio. 9. Quando un uomo veniva condannato a morte senza processo, i tiranni abitualmente mettevano per iscritto il loro ordine in modo che la sentenza non venisse eseguita solo su ordine verbale. Accecato dalla sua ambizione, Plauziano consegnò al tribuno un ordine scritto e lo inviò a commettere gli omicidi. Ordinò inoltre a Saturnino di chiamarlo dopo che avesse ucciso l’imperatore e suo figlio e prima che la cosa divenisse nota, in modo che egli potesse trovarsi nel palazzo prima che qualcuno si rendesse conto che si stava impadronendo dell’impero. III, 12. 1. Accettando queste proposte, il tribuno fece la sua abituale ronda attraverso l’intero palazzo imperiale senza alcuna interferenza. Ma sapendo che gli sarebbe stato impossibile uccidere due imperatori, specie poiché alloggiavano in parti diverse del palazzo, Saturnino si fermò fuori dalla camera di Severo e, chiamate le guardie della casa imperiale, chiese di essere condotto dall’imperatore per potergli dare informazioni che riguardavano la sua sicurezza. Le guardie riferirono la questione a Severo e ricevettero ordine di condurre il tribuno davanti a lui. 2. Il tribuno si avvicinò all’imperatore e disse: “Sono venuto da te, signore, come ben sa l’uomo che mi ha mandato, per divenire il tuo assassino e omicida, ma spero e prego di poter essere invece il tuo benefattore e salvatore. Plauziano, progettando di impadronirsi dell’impero, mi ha ordinato di assassinare te e tuo figlio, e ha impartito questo ordine non solo a parole ma per iscritto. Questo promemoria mi è testimone. Ho intrapreso questo incarico perché temevo che se mi fossi rifiutato lo avrebbe affidato a qualcun altro, e sono venuto qui per svelarti questo complotto così che i suoi intrighi non rimangano occultati”. 3. Ma benché Saturnino muovesse queste accuse tra molte lacrime, Severo non si convinse subito. Al contrario, poiché provava grande affetto per il prefetto, sospettò che questa storia fosse un qualche tipo di trucco inteso a ingannarlo; credette che suo figlio, nel suo odio per il prefetto e per sua figlia, avesse ordito un complotto calunnioso e fatale contro quell’uomo.

Page 21: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

4. L’imperatore mandò quindi a chiamare suo figlio e lo rimproverò per aver architettato un simile complotto contro un uomo ben disposto verso l’imperatore nonché suo intimo amico. Dapprima Caracalla giurò sul suo onore di non sapere nulla di ciò che affermava il tribuno; ma quando l’uomo insistette ed esibì il promemoria, il giovane imperatore lo incitò, spronandolo a dimostrare la veridicità delle sue accuse. Rendendosi conto del pericolo che correva e temendo l’affetto dell’imperatore per Plauziano, il tribuno capì allora che se il complotto fosse rimasto confuso e non dimostrato, egli sarebbe andato incontro a una morte non accidentale. 5. “Signore”, disse, “desideri prove più concrete o dimostrazioni più chiare? Allora, permettimi di recarmi davanti al palazzo e di rivelare a uno degli uomini a me fedeli che l’omicidio è stato compiuto. Credendomi, Plauziano verrà qui ritenendo di occupare un palazzo ormai deserto. Quando arriverà, starà a te scoprire la verità. Ordina che nel palazzo sia mantenuto il massimo silenzio così che il piano non venga scoperto in anticipo e mandato a monte”. 6. Dopo aver fatto questa proposta, il tribuno ordinò a uno dei suoi uomini più fidati di portare un messaggio al prefetto dicendogli di venire a palazzo il più rapidamente possibile. Il messaggero avrebbe dovuto dire che entrambi gli imperatori erano morti, e che era essenziale che il prefetto si trovasse a palazzo prima che la notizia fosse riferita al popolo. Quindi, con il Palatino nelle sue mani e a successione ormai effettuata, tutti i romani, volenti o nolenti, si sarebbero schierati non con un imperatore ancora da scegliere, ma con uno già insediato. 7. Prestando fede a questo messaggio e assai speranzoso, Plauziano, benché fosse notte fonda, indossò una corazza sotto la sua veste come protezione, salì su un carro e si recò a tutta velocità al palazzo imperiale, accompagnato da alcuni amici che erano con lui quando era giunto il messaggero e che credevano che avesse ricevuto una convocazione d’emergenza dagli imperatori. 8. Plauziano entrò a palazzo indisturbato, poiché le guardie non erano al corrente di quanto stava accadendo. Il tribuno si fece avanti per incontrare il prefetto e gli tese una trappola: salutando Plauziano quale imperatore e prendendolo per mano come era uso in questa circostanza, Saturnino lo condusse nella camera dove, disse, erano stati gettati i corpi degli imperatori. 9. Severo aveva già ordinato ad alcune delle guardie del corpo più giovani di catturare il prefetto non appena fosse entrato nella stanza. Così Plauziano, che si aspettava un’accoglienza ben diversa, fu afferrato e

Page 22: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

immobilizzato. Quando vide entrambi gli imperatori in piedi davanti a lui, fu colto dal terrore e li supplicò, tentando di difendersi e giurando che era tutto un equivoco, un complotto, una congiura contro di lui. 10. Quando Severo lo rimproverò ricordando i molti favori che gli aveva fatto e i molti onori che gli aveva tributato, e Plauziano a sua volta ricordò all’imperatore la sua precedente fedeltà e benevolenza, Severo iniziava ormai a credere al prefetto, finché la veste di questi si aprì rivelando la corazza sottostante. Quando vide l’armatura, Caracalla, che era sfrontato e rapido all’azione e odiava d’istinto quest’uomo, esclamò: “Come spieghi questi due fatti? 11. Primo, l’esserti presentato di notte ai tuoi imperatori senza essere stato convocato, e secondo, l’essere venuto qui indossando quella corazza? Chi si presenta a un banchetto o a una festa indossando l’armatura?” Detto questo, Caracalla ordinò al tribuno e agli altri pretoriani presenti di sguainare le spade e di uccidere questo nemico smascherato. 12. Obbedendo senza indugio agli ordini del giovane imperatore, essi uccisero Plauziano e gettarono il suo corpo sulla strada, così che la vicenda fosse nota a tutti e che egli venisse oltraggiato da coloro che lo disprezzavano. Tale fu il destino di Plauziano che, reso folle dalla sua avidità di possedere tutto, fu infine tradito da un subordinato infedele.100

III, 13. 1. In seguito, Severo nominò due prefetti del pretorio. L’imperatore trascorse la maggior parte di quanto gli restava da vivere nelle tenute imperiali nelle vicinanze della città e lungo la costa della Campania, presiedendo i tribunali e occupandosi delle questioni imperiali. Desiderava tenere lontani i suoi figli dal lusso di Roma e voleva che avessero i benefici di una vita sana, specie quando notò che erano assai più interessati agli spettacoli di quanto fosse appropriato a uomini di rango imperiale. 2. A causa del loro entusiasmo per questi passatempi e della rivalità che li opponeva rendendoli costantemente e apertamente ostili, i fratelli erano in uno stato di perenne agitazione, lite e inimicizia. Caracalla divenne particolarmente insopportabile dopo aver eliminato Plauziano. Il rispetto per suo padre e il timore di lui trattenevano il giovane da iniziative drastiche, ma tramava in ogni modo la morte di sua moglie, la figlia di Plauziano.

100 In seguito Caracalla ordinò l’esecuzione di Saturnino.

Page 23: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

3. Severo, tuttavia, inviò la fanciulla e il fratello di lei in Sicilia,101 fornendo loro fondi sufficienti per vivervi comodamente. Nel fare ciò seguì l’esempio di Augusto, che trattò in tal modo i figli di Antonio benché Antonio fosse suo nemico. Severo tentava costantemente di riconciliare i suoi figli e di persuaderli a vivere in pace e armonia. Continuava a ricordare loro le storie e le tragedie antiche, narrando loro più e più volte le sventure sofferte dai fratelli di sangue reale per colpa del dissenso. 4. Mostrava loro i tesori e i templi, traboccanti di ricchezze; spiegava loro che non avrebbero mai dovuto tramare all’estero per ottenere denaro e potere; le risorse in patria erano così abbondanti che avrebbero potuto pagare i soldati con lussuosa generosità. La guarnigione di Roma era stata quadruplicata102 e l’esercito accampato davanti alla città era così potente che non esisteva ormai alcun esercito straniero che potesse competervi per numero di truppe, prestanza fisica o quantità di denaro disponibile per la paga. 5. Diceva loro, tuttavia, che tutto ciò non avrebbe recato loro alcun vantaggio finché fossero rimasti reciprocamente ostili e finché tra loro fossero continuati gli attriti. Dicendo queste cose a ogni occasione, ora supplicandoli e ora rimproverandoli, Severo tentava di mantenere i suoi figli sotto controllo e di indurli a riconciliarsi. Ma i due giovani non gli prestavano alcuna attenzione; ribellandosi, trascorrevano il tempo in attività ancor più reprensibili. 6. Poiché erano giovani vigorosi e l’autorità imperiale dava loro un appetito insaziabile per i piaceri, ciascuno di essi aveva un proprio gruppo di fedeli seguaci; questi non si limitavano a soddisfare i desideri dei due giovani e il loro entusiasmo per attività vergognose, ma trovavano continuamente nuovi vizi atti a deliziare il loro favorito e a contrariare il fratello. Ma Severo puniva questi parassiti ogni qual volta li scopriva a svolgere simili servizi. III, 14. 1. Nel pieno dell’angoscia dell’imperatore per il tipo di esistenza che i suoi figli conducevano e per la loro sciagurata fissazione per gli spettacoli, il governatore della Britannia informò Severo103 mediante dispacci che i barbari locali erano in rivolta e stavano sopraffacendo il paese,

101 Per la precisione, alle isole Eolie. 102 È un’esagerazione: in realtà era stata aggiunta una sola legione (la II Parthica). 103 Nel 208.

Page 24: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

saccheggiando e distruggendo praticamente tutta l’isola. Riferì a Severo che aveva bisogno di un esercito più forte per la difesa della provincia o della presenza dell’imperatore in persona. 2. Severo fu felice della notizia: per natura assetato di gloria, desiderava ottenere vittorie sui britanni per poterle aggiungere alle vittorie e ai titoli onorifici che aveva ottenuto in Oriente e in Occidente. Ma desiderava ancor di più allontanare i suoi figli da Roma, così che potessero abituarsi alla vita del soldato sotto la disciplina mimlitare, lontano dal lusso e dai piaceri di Roma. E così, pur essendo ormai avanti con gli anni e tormentato dall’artrite, Severo annunciò la sua spedizione in Britannia, e nel suo cuore era più entusiasta di un ragazzo. 3. Per la maggior parte del viaggio fu trasportato in lettiga, ma non rimaneva mai a lungo in un luogo e non si fermava mai per riposare. Giunse sulla costa insieme ai suoi figli prima di quanto chiunque avesse previsto, precedendo la notizia stessa del proprio arrivo. Traversò la Manica e sbarcò in Britannia; reclutando soldati in tutte queste regioni, raccolse un potente esercito e fece preparativi per la campagna. 4. Sconcertati dall’arrivo improvviso dell’imperatore e consapevoli che questo enorme esercito era stato raccolto per muovere guerra contro di loro, i britanni inviarono dei legati a Severo per discutere le condizioni di pace, ansiosi di fare ammenda per i loro precedenti errori. 5. Determinato a prolungare la guerra in modo da evitare un rapido rientro a Roma, e ancora desideroso di ottenere una vittoria sui britanni con il relativo titolo onorifico, Severo mandò via i legati, rifiutando le loro offerte, e proseguì i preparativi per la guerra. Si preoccupò soprattutto che venissero predisposti dei terrapieni nelle regioni paludose, cosicché i soldati potessero avanzare in sicurezza correndo su queste passerelle di terra e combattere su un terreno solido e stabile. 6. Le regioni della Britannia sono perlopiù paludose, poiché vengono inondate di continuo dalle maree oceaniche;104 i barbari sono abituati ad attraversare a nuoto o guadandole queste paludi in cui si affonda fino alla vita; poiché girano nudi, non si preoccupano di infangarsi il corpo. 7. Non facendo uso di vestiti, i britanni indossano ornamenti di ferro intorno alla vita e al collo; considerando il ferro un simbolo di ricchezza, attribuiscono a questo metallo il valore che gli altri barbari attribuiscono all’oro. Si tatuano il corpo con disegni colorati e immagini di ogni tipo di

104 La spiegazione è chiaramente priva di fondamento, ma gli antichi greci e romani erano affascinati dal fenomeno delle maree ai “confini del mondo”.

Page 25: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

animali; per questa ragione non indossano abiti, che nasconderebbero le decorazioni sui loro corpi. 8. Estremamente selvaggi e bellicosi, sono armati solo di una lancia e di uno scudo stretto, oltre che di una spada appesa a una cintola sul corpo per il resto nudo. Non fanno uso di corazze o elmi, considerandoli un impiccio nell’attraversamento delle paludi. Per tutte queste ragioni, Severo fece tutti i preparativi che riteneva vantaggiosi per l’esercito romano e che potevano ostacolare i barbari e fiaccarne gli attacchi. 9. Quando gli parve che tutto fosse pronto per la campagna, Severo lasciò il minore dei suoi figli, Geta,105 nella zona della provincia ancora sotto controllo romano; gli diede istruzioni di amministrare la giustizia e di occuparsi delle questioni imperiali, lasciando insieme a lui quali consiglieri i suoi amici più anziani. Quindi, accompagnato da Caracalla, l’imperatore si mise in marcia contro i barbari. 10. Dopo che le truppe ebbero attraversato i fiumi e i terrapieni che segnavano il confine dell’impero romano in questa regione,106 ebbero luogo frequenti battaglie e scaramucce, in cui i romani furono vittoriosi. Ma per i britanni era facile sfuggire; sfruttando la propria conoscenza del territorio circostante, scomparivano nei boschi e nelle paludi. La scarsa familiarità dei romani con il territorio prolungò la guerra. III, 15. 1. A quel punto,107 una malattia più grave colpì l’anziano imperatore e lo costrinse a rimanere nei suoi alloggi; decise tuttavia di inviare suo figlio a guidare la campagna. Caracalla, tuttavia, prestava scarsa attenzione alla guerra, e tentava piuttosto di assumere il controllo dell’esercito. Tentando di persuadere i soldati a prendere ordini solo da lui, perseguiva il potere assoluto in ogni modo, anche con attacchi calunniosi ai danni di suo fratello. 2. Considerando il padre, che era malato da lungo tempo e tardava a morire, come un fastidioso impiccio, tentò di persuadere i medici a danneggiarlo con le loro cure in modo da liberarsene più in fretta. Dopo breve tempo, tuttavia, Severo morì,108 vinto soprattutto dalla tristezza, dopo aver conseguito maggior gloria nelle questioni militari di qualunque imperatore precedente.

105 Publio Settimio Geta (Roma 7 marzo 189-19 dicembre 211), figlio minore di Settimio Severo e della seconda moglie Giulia Domna. 106 I valli di Adriano e Antonino Pio. 107 Nel 211. 108 Il 4 febbraio del 211.

Page 26: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

3. Nessun imperatore prima di Severo ottenne vittorie così straordinarie in guerre civili contro i rivali politici o in guerre straniere contro i barbari. Così Severo morì dopo aver governato per diciotto anni, e gli succedettero i suoi giovani figli, ai quali lasciava un esercito invincibile e più denaro di quanto qualunque imperatore ne avesse mai lasciato ai suoi successori. 4. Dopo la morte del padre, Caracalla prese il comando e iniziò subito ad assassinare tutti quanti a corte; uccise i medici che si erano rifiutati di obbedire al suo ordine di accelerare la morte del vecchio, e uccise anche gli uomini che avevano educato suo fratello e lui stesso, poiché insistevano nell’invitarlo a vivere in pace con Geta. Non risparmiò nessuno degli uomini che avevano collaborato con suo padre o che avevano goduto della sua stima. 5. Segretamente procedette a corrompere i comandanti delle truppe con doni e lussuose promesse, così da indurli a persuadere l’esercito ad accettarlo come unico imperatore, e tentò ogni trucco che conosceva ai danni del fratello. Non riuscì tuttavia ad accattivarsi i soldati, poiché questi ricordavano Severo e sapevano che i due giovani erano sempre stati assolutamente uguali per lui ed erano stati educati come tali fin dall’infanzia; di conseguenza, tributavano a ciascuno dei fratelli lo stesso sostegno e la stessa fedeltà. 6. Quando i soldati si rifiutarono di appoggiarlo, Caracalla firmò un trattato con i barbari, offrendo loro la pace e accettando le loro professioni di buona fede. Quindi abbandonò quella terra straniera e ritornò presso il fratello e la madre.109 Quando i due giovani furono nuovamente riuniti, la madre tentò di farli riconciliare, così come fecero vari uomini di rango e gli amici di Severo che erano i loro consiglieri. 7. Poiché tutto questo si opponeva ai suoi desideri, Caracalla, per necessità e non per scelta, accettò di vivere con Geta in pace e amicizia, ma si trattava di sentimenti simulati e non sinceri. Così, occupandosi entrambi delle questioni imperiali con pari autorità, i due giovani si prepararono a salpare dalla Britannia e a riportare a Roma le spoglie del padre. Dopo aver bruciato il suo corpo e aver collocato le ceneri, insieme a profumi, in un’urna di alabastro, accompagnarono quest’urna a Roma e la posero nel mausoleo sacro degli imperatori. 8. Quindi attraversarono la Manica con l’esercito e sbarcarono da conquistatori sulla sponda prospiciente della Gallia. In questo libro ho

109 Giulia Domna (Emesa 170 circa – 217). Figlia di Giulio Bassiano, gran sacerdote della divinità solare siriaca El-Gabal.

Page 27: Erodiano - Storia Dell'Impero Romano Dopo Marco Aurelio - Libro III

descritto come Severo giunse al termine della sua vita e come i suoi figli gli succedettero al potere imperiale.