Giovedì 15 ottobre 2015 5Primo piano
Intervista al professor Marino Biondi La figura del grande
letterato cesenate, negliambienti culturali della città, aleggia da
oltre un secolo. L’Epistolarioè un’opera di rara bellezza
Affascinante enigmatico Serrarobabilmente è il mag-giore esperto
di RenatoSerra. Al professor Ma-rino Biondi (si veda
scheda nella pagina a fianco),abbiamo posto le seguenti
do-mande.
A quando risale il suo primo’incontro’ con Serra?Vivere a
Cesenanell’adolescenza e frequentareil Liceo Monti era tutt’uno
cherespirare aria di Serra. Ne sentiiparlare nella casa di mio
padre,dove si diceva che fosse dacollocare un episodio della
suabiografia. Ma il primo incontrovero fu con l’Epistolario,
unlibro di una bellezza rara estruggente. Vi imparail’amicizia,
l’amore, la nostalgia,la noia dei giorni. Molti lettoridi Serra
hanno cominciatodalle sue lettere private, daldiario della sua
vita. Serra hasempre sprigionato la forzagentile ma irresistibile
diattrarre a sé.
Che cosa ha significato per leiquesta ’lunga fedeltà’ a
unconcittadino?A un certo punto, dal 1970, misono messo a studiare
l’operadi Serra. Il mio primo lavoro astampa su una rivistapadovana
risale al 1973. Lafedeltà è diventata scrupolo,attenzione ai testi,
lavoro,partecipazione alla comunitàdegli studi serriani,
edizioni,commenti, saggi, libri. Notoqui che gli studiosi di Serra
(daicesenati Cino Pedrelli, Renato
P
Turci, Biagio Dradi Maraldi)sono stati anch’essi dei
fedeli.Siamo stati un po’ tutti, critici sìe storici, ma anche
scudieridella memoria del nostroRenato. Gli studi serriani, comeha
documentato Dino Pieri,hanno avuto tradizione più chesecolare,
dall’anno 1909.
Come l’approfondimento dellabreve, ma intensa
avventuraesistenziale-intellettuale ser-riana ha inciso su di lei a
livel-lo umano e professionale?La domanda è pertinente,perché
studiare Serra,frequentarlo sulle carte, suilibri, è cosa che
secondo menon si può fare lasciando che il
resto della propria vita restiinvariata e indifferente. Serra
èun’entità umana, intellettuale,che ti muove dentro, ti chiamaa un
esame di te stesso. Questala lezione vera e
duratura,extraletteraria, dell’Esame. Peril suo valore, per i vizi,
per lapersonalità, chiama a sé, a unconfronto, che può essere
diemulazione o di attrito. È unautore-auctor, uno cheaggiunge,
accresce, che ti facrescere. Esercita un influsso,spinge a
rifletteresull’esistenza, su quanto inessa è decisivo e su quanto
èmera scadente lottadell’ambizione. Ti fa sentirepalpabilmente e in
modalità
anche di drammatica evidenzaquanto, nel cosiddetto
lavorointellettuale come professione,sia pratica discorsiva del
vuoto.
Che messaggio consegna al-l’uomo e al giovane di oggi Re-nato
Serra?Domanda difficile. Mi capita diparlare spesso ai giovani,
aiventenni, di Serra e dell’Esame.Spiegare loro che la guerra
èstata per lui e per la suagenerazione l’ora del destino èarduo.
Essi rifiutano la guerra eil concetto di sacrificio a untempo
storico è mistica chenon li sfiora. Posso dire che licapisco. Ma
poi c’è un passoulteriore. I giovani che per
scelta s’inoltrino negli studiletterari scoprono, comescoprimmo
noi, insieme alcritico lo scrittore. Quindi nonpossono che
ritrovarsi di fronteall’uomo Serra, affascinante eper taluni tratti
enigmatico.
Ezio Raimondi ha aperto lagrande stagione degli studiserriani,
lei l’ha continuata etuttora la frequenta: che cosale ha insegnato
il maestro bo-lognese?Raimondi, che verrà celebratoa Bologna da un
grandeconvegno alla fine dinovembre, ha riportato Serraall’onore
del mondo dellelettere, italiane e non solo. Èstato il maestro
delle nuovegenerazioni. Un ricordopersonale, quasi uno
scattofotografico della memoria, mifa rivedere l’allora
quarantenneEzio, alto come un frassino,elegante, strepitosa
erudizionee magico eloquio, al tavolo delConvegno cesenate del
1965accanto a Delio Cantimori,ospiti del "Monti". Poi ancoranel mio
liceo, presentato daBiagio Dradi Maraldi, tenereuna conferenza
nellaprimavera del 1966 sulleTecniche della critica
letteraria.Serra - questo l’ho semprepensato - è stato per
Raimondi,lettore universale e poliglotta,l’àncora che lo teneva
allaterra, non solo alla terra di unaletteratura nazionale
eregionale, ma alla terra dellarealtà e della vita vera.
Marino Mengozzi
Società Studi RomagnoliUn convegno rilevante
al 1949, ininterrottamente, laSocietà di Studi Romagnolipromuove
annuali convegni.
Sabato 17 ottobre (ore 10) nel Tea-tro Bonci, nel segno di
Renato Serrae del suo Esame di coscienza, pren-de avvio la prima
parte della 66^tappa, che proseguirà alle 15 nel-l’Aula Magna della
Malatestiana. Alnostro "europeo di provincia" (co-me acutamente
ebbe a definirlo Ezio Raimondi, conantitesi solo apparente) è
giustamente riservato l’ono-re del Comunale: così avvenne nel ’35
(ventennale del-la morte) con l’orazione di Luigi Russo, nel ’65
(cin-quantenario) con il discorso di Carlo Bo, nel 1984(centenario
della nascita) con Raimondi e altri; perchéil Bonci è un luogo
serriano e veicola la solennità do-vuta a uno di quei pochi
scrittori che, come lui, "sonocosì complessi, prismatici, ricchi di
sfaccettature" (an-cora parole dell’italianista bolognese che ha
onoratoRenato e Cesena). I lavori, aperti dagli allievi del
Con-servatorio Maderna, saranno introdotti da Paolo Luc-chi,
sindaco di Cesena, Douglas Regattieri, vescovo diCesena-Sarsina,
Christian Castorri, assessore alla Cul-tura, Elisabetta Bovero,
dirigente della Malatestiana,Bruno Piraccini, presidente della
Fondazione CRC eLuigi Lotti, presidente della Società. L’intenso
pro-gramma - distribuito nelle giornate 17, 18, 24 e 25 ot-
D
tobre e reperibile sul sito: www.societastudiromagno-li.it -
prevede ben 36 relazioni, che spaziano da Dantea Malatesta Novello,
dall’Aula del Nuti ai codici, da Re-nato Serra a Nazzareno
Trovanelli, da Gino Barbieri aCesare Angelini e Augusto Campana,
con importantirelatori del mondo accademico. Nell’occasione
saràdistribuito il volume LXV di "Studi Romagnoli", con gliAtti del
convegno 2014 a Pennabilli e San Marino (35contributi, 820 pagine),
e altre novità editoriali: Augu-sto Campana, Le biblioteche
italiane del Rinascimentoa tre navate (un inedito gioiello); Cesare
Angelini, Vit-toria Abeti, Cino Pedrelli, Serra-Angelini; Mauro
Do-rella, 1824. L’annus horribilis della Legazione ravenna-te: le
questioni socio-sanitarie; Studi su Pennabilli. Questo
appuntamento, convintamente sostenuto daComune, Assessorato,
Malatestiana e FondazioneCRC, fa tappa a Cesena per molteplici
ragionicelebrative: il 550° della morte di Domenico Malatesta
Novello (Brescia 1418 - Cesena 1465), il 130° dellanascita di
Gino Barbieri (Cesena 1885 - Monte Zomo1917), il 100° della morte
di Nazzareno Trovanelli(Forlimpopoli 1855 - Cesena 1915), il 100°
della mortedi Renato Serra (Cesena 1884 - Monte Podgora 1915),il
20° della morte di Augusto Campana (Santarcangelodi Romagna
1906-1995). Un felice ’ingorgo’ diricorrenze che incrociano,
direttamente eindirettamente, quel magnifico tempio della cultura
-cesenate e universale - che è la Biblioteca: voluta daMalatesta,
diretta da Serra e Campana, venerata daTrovanelli e Angelini.
Quando nel 1465 Novello muore,in Italia (a Subiaco) viene
introdotta la stampa: nel2015 curiosamente si celebra il 550° della
morte di unartefice della fortuna del manoscritto e della
nascitadell’editoria. Davvero una fine è anche un nuovoinizio.
Mm
Sabato 17 ottobre al "Bonci" di Cesena
Previste 36 relazioni, che spazianoda Dante a Malatesta Novello,
dall’Auladel Nuti ai codici, da Renato Serraa Nazzareno Trovanelli,
da Gino Barbieria Cesare Angelini e Augusto Campana,con relatori
del mondo accademico
L’interno di Casa Serra a Cesena
Nel riquadro, Marino Biondi
Giovedì 15 ottobre 20154 Primo piano
Renato Serra Quest’anno si celebra il centenario della morte del
grande critico cesenateL’Esame di coscienza di un letteratoè una
punta di diamante nella produzione serriana
Un’opera sublime ispirata dalla guerrare anni fa, con l’amicoe
sodale serrianoRoberto Greggi,decidemmo che
dovevamo editare l’Esame dicoscienza di un letterato diRenato
Serra, e altri testilimitrofi, Carte Rolland eDiario di trincea.
Serra era infilosofia e in etica unkantiano. Ebbene, si parvalicet,
anche noi ci sentimmodi fronte a lui e ai suoitestamenti letterari
e moralikantiani d’osservanza,categoricamente ispirati. Fuun
imperativo, o, come hodetto altre volte in sintoniacon certe
abitudini del nostroautore, un debito da pagare.A volte alcuni
anniversariagiscono da veri e proprimemento, vengono per dirtiche è
l’ora di farlo quellavoro, sempre pensato esempre dilazionato,
adesso omai più. Come per ilpassaggio di una cometa - esi spera nel
nostro casobenefica - non si puòaspettare che ripassi. Passauna
volta sola, solca una solavolta il nostro cielo, e a quellacoda di
luce e di ghiacciobisogna attaccarsi. E così èstato per il 2015,
uncentenario che già siprofilava ed era stracarico dieventi, di
retrospettivestoriche e letterarie, di echigrandiosi e tragici, e
trainavacon sé l’onda secolare di cosee ricordi, per l’Italia e
perl’Europa, non solo l’Esame,ma i dibattiti e lecontroversie
suinterventismo e neutralità, lepiazze ricolme e urlanti,d’Annunzio
e Cesare Battisti,la scelta della guerra, ilMaggio radioso, le
partenzedi soldati, l’Isonzo fin dasubito insanguinato, latrincea
del Podgora, il Diariodi trincea, la fulminea mortedi Serra. In una
parola, e inuna cifra calendariale, era il1915 che faceva
ritornodall’eracliteo fiume deltempo, con tutto quantosignificava,
unaconfigurazione enorme earticolata di memorie chenella scrittura
dell’Esameaveva trovato una sua formalucida e commossa, vibrantee
ferma come un emblemaaraldico di quellagenerazione di italiani
edeuropei. Era una data troppodensa di fatti e di
riepiloghi,pregnante di richiami, unadata-specchio, e per me,
pernoi, una data che ci dava unaresponsabilità, un obbligo.Abbiamo
pensato che Cesena
T
lo meritava il nostro restaurotestuale, come ricordo ecome
omaggio. La "cittadina"di Serra aspettava che letornasse indietro
quell’opera,nata dentro di lei anche secresciuta fuori, nella
suaforma migliore, quella cheabbiamo creduto la piùcurata. Poi
altri giudicherà illavoro fatto, che andava fatto.La Cesena e i
cesenati cheamano il loro Renato siritroveranno al Teatro
Bonci,luogo anch’esso serriano, il17 ottobre. Nostra era dal1996
una edizione, presso il"Ponte Vecchio" di Cesena,del manoscritto
con uncommento di caratterefilologico. Ripartimmo daquella. Siamo
arrivati inporto, nonostante l’anticipodi anni, negli
ultimissimigiorni e stiamo ancoraaspettando il volume che cigiunga
da Roma, dalleEdizioni di Storia eLetteratura. È stata
un’estateinteramente dedicata allebozze di stampa, agli indici,alle
proporzioni della paginafra testo e note, alle
sfumature cromatiche dellariproduzione tipografica
delmanoscritto malatestiano.Un’estate, per mio conto,piuttosto
ansiosa. Amicicesenati, come MarinoMengozzi, levatori anch’essidel
parto, non lo ignorano, enoi lo ringraziamo.
MA COS’E’ L’ESAME?Che cosa è l’Esame e che cosasignifica una
edizione critica?Serra cominciò a scrivere isuoi pensieri sulla
guerra findal luglio-agosto 1914.L’Europa stava entrando
nellagrande fornace e fra lenazioni Serra fissò lo sguardosulla sua
amata Francia. Losguardo della sua animainquieta fu tutto per la
sorellalatina. Quasi si misurò con lesorti della Francia, assisté
dalontano alle grandi battaglie,ne condivise le ansie e
gliscoramenti, ne riscoprì conpassione la civiltà, con i suoipoeti
e letterati patrioti, daPaul Fort a Charles Péguy. Illetterato
cesenate, giunto aun nodo difficilmentesolvibile della
propriaesistenza, una crisicomplessiva di identità e diruolo che si
era manifestatasu diversi piani da quellosentimentale a
quellointellettuale, con un nettorifiuto della critica
letterariacome mestiere, finì perintrecciare le ragioni dellavita a
quelle degli eventi chesentiva prossimi, che prima o
poi avrebbero toccato l’Italiae lui stesso fra gli altri. Lui e
ilsuo popolo. Mai Serra sentìquella fusione, quella affinitàcon la
sua gente, con piùforza e convinzione, come inquel tempo
dell’attesa.Angoscia e speranza laconnotarono.
UNA SCRITTURA DENSAE MOBILEL’Esame è una scritturadensa,
stratificata, mobile,apparentementecontraddittoria, che sialimentò
giorno per giorno,come un diario dellacoscienza, si nutrì
disensazioni, abbozzi dipensieri, rifiuti, nuovepersuasioni,
pensieridiversamente definiti, si tinsedi stati d’animo, sentimenti
erisentimenti, mutevoli, comeil tempo atmosferico dellestagioni, e,
in quella precisafase, cangianti come la storiadel mondo. Quello
spartito diparole, che inaugurava unanuova modalità diletteratura,
viaggiò, trainterruzioni e riprese,disgusti ed entusiasmirinnovati,
verso la propriameta, senza sapereesattamente quale potesseessere.
Ma una meta, untraguardo, ci sarebbero statialla fine. E ci furono
in effetti.La fine fu diversa dall’inizio.L’uomo della fine non era
piùl’uomo dell’inizio. Questaesistenzialità vera, con tutto
il peso specificodell’esistenza, si avvertedall’Esame, dalla sua
intimatemporalità, e fa sì che sianon una scrittura fra le altrema
una speciale partituradella vita, di una vita nuova,sia pure subito
e crudamentetroncata. Ma vita nuovatuttavia. L’Esame varcò lasoglia
fra il 1914 e il 1915 e simaturò, come il frutto diun’inedita
stagione,determinandosi nelle sueparti finali solo al momentoin cui
Serra fu chiamato alcampo militare di San Vito alTagliamento. Fu il
primoscritto lievitato altrove, sottouna tenda militare, e al
primovento della grande storia,sfiorato e da ultimo plasmatodalle
condizioni che poisarebbero state quelle dellaguerra, e del Diario.
In quellasituazione logistica epsicologica tanto diversadalla sua
Cesena famigliare,dalla casa della madre, dalla
civitas professionale emalatestiana, Serra operòcon uno slancio
diverso, piùlibero, sentendosi - lo disse -più vuoto, e perciò
piùnuovo, meno logoro, menovecchio (lui poco più chetrentenne),
rigenerato.Pronto a vivere un’altra vita.Tanto che la guerra
apparecome una conversione nellesue pagine, con un
lievitoagostiniano che loaccompagnò all’estremasoglia del destino.
Conseguitaquesta libertà dai ceppi dellasua pace usurata e stanca,
illetterato poté apporre leultime correzioni alla
stesuradell’Esame. Le abbiamoregistrate nell’apparatovariantistico
al testo. E queltesto abbiamo commentatoriga per riga. Da
alloral’Esame, pubblicato il 30aprile 1915 su "La Voce" diGiuseppe
De Robertis, fece ilsuo cammino di opera fra lepiù alte che la
Grande guerraabbia mai ispirato a uncombattente, e non solo
inItalia.
Marino Biondi
Cesena meritavail restauro totaledell’Esame, come ricordo e come
omaggio
✎ | Chi è il professor Marino BiondiMarino Biondi
insegna"Letteratura italiana" e "Storiadella critica e della
storiografialetteraria" nel Dipartimento diLettere e Filosofia
dell’Universitàdi Firenze. I suoi studi sono statiprevalentemente
indirizzatiall’area ottonovecentesca, frastoria della letteratura e
dellacultura, con particolareattenzione alla
storiografialetteraria, alla letteratura delRisorgimento (La
tradizione dellapatria I, Letteratura e
Risorgimento da Vittorio Alfieri aFerdinando Martini,
Roma,Edizioni di Storia e Letteratura,2009; La tradizione della
patria II,Carduccianesimo e storia d’Italia,Roma, Edizioni di
Storia eLetteratura, 2010) e alla culturafiorentina (Il secolo
fiorentino,Arezzo, Edizioni Helicon, 2015).Fra le centinaia delle
sue
pubblicazioni - in volumi,miscellanee e riviste - spiccano
ititoli dedicati a Renato Serra. I piùimportanti: Renato
Serra.Biografia dell’ultimo anno nelcarteggio con Giuseppe
DeRobertis, Santarcangelo diRomagna, Fara Editore, 1995;L’"Esame di
coscienza". Per unastoria del testo dall’autografo alla
stampa, a cura di M. Biondi e R.Greggi, con un saggio critico
diEzio Raimondi, Cesena, Il Vicolo &Il Ponte Vecchio, 1996;
Serra. Lelettere la storia. Antologia degliscritti, Cesena, Società
Editrice "IlPonte Vecchio", 2005; La culturacesenate dal Settecento
alNovecento. Il tempo di RenatoSerra, Rimini, Bruno Ghigi, 2005
(vol. VI/2 della Storia di Cesena);Serra a teatro.
Commemorazioni ediscorsi nel "Comunale" di Cesena(1912-1915),
Cesena, SocietàEditrice "Il Ponte Vecchio", 2006;Renato Serra.
Storia e storiografiadella critica, Roma, Edizioni diStoria e
Letteratura, 2008; RenatoSerra. La critica, la vita, Roma,Edizioni
di Storia e Letteratura,2012. È stato Presidente della"Fondazione
Serra". Fa parte delComitato Nazionale per l’edizionedelle Opere di
Renato Serra.
L’interno di Casa Serra a Cesena
Renato Serra