Energia rinnovabile di varia origine. Questo ha portato a un aumento di impianti che trattano coltu- re energetiche, sottoprodotti dell’agroin- dustria e Forsu (frazione organica da ri- fiuti solidi urbani, il cosiddetto umido domestico), con conseguente aumento della dimensione delle strutture e delle meccanizzazioni installate, come siste- mi di pre-trattamento (pastorizzatori, trituratori, estrusori, ecc.) e/o separa- tori del digestato, e della potenza elet- trica installata. Il censimento 2010 Alla data di marzo 2010 si è provve- duto all’aggiornamento e all’elaborazio- ne di tutti i nuovi dati raccolti ed è sta- ta effettuata una prima classificazione degli impianti censiti in base al settore industriale. Il quadro complessivo che emerge dal- la tabella 1 è il seguente: sono stati in- dividuati 319 impianti di biogas di cui 273 operano con effluenti zootecnici, col- ture energetiche e sottoprodotti-residui agroindustriali (impianti agro-zootec- nici). Settori interessati dalla produzione di biogas Nell’ambito agro-zootecnico il nume- ro degli impianti è aumentato di 119 uni- L’agricoltore crede nel biogas e i numeri lo confermano IL CRPA AGGIORNA AL 2010 I DATI DEL SETTORE RACCOLTI NEL 2007 • Negli ultimi tre anni il settore del biogas si è diffuso soprattutto nelle regioni della Pianura Padana ed è cresciuto, passando da 154 a 273 impianti funzionanti per un totale di 140 MWe installati • di Claudio Fabbri, Mariangela Soldano, Sergio Piccinini I n Italia si calcola una produzione di biogas nel 2008 di 410 ktep (ve- di riquadro) (circa 4,7 TWh), dei quali circa il 79% è ottenuto dal recupero di biogas dalle discariche per rifiuti urbani. La produzione di energia elettrica da biogas nel 2008 in Italia è stata stimata di 1.600 GWh di cui 309 da impianti in cogenerazione (Eurob- serv’er, 2009). Dalla precedente pubblicazione sul Supplemento Energia Rinnovabile alle- gato al n. 3/2008 de L’Informatore Agra- rio dei risultati del censimento degli im- pianti di biogas in Italia effettuato dal Crpa, la situazione si è evoluta in termini di numero di impianti e anche di tipolo- gia e dimensione, con un maggiore inte- resse verso la codigestione di biomasse ktep: tep sta per tonnellate equivalen- ti di petrolio e rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustio- ne di una tonnellata di petrolio grez- zo; la k davanti è un fattore moltipli- cativo per 1.000 (1 ktep = 1.000 tep). Wh: è l’energia fornita dalla potenza di 1 watt per un periodo di 1 ora kWh: 1.000 Wh MWh: 1.000 kWh GWh: 1.000 MWh TWh: 1.000 GWh • Unità di misura tà pari al 77% rispetto al dato del 2007 ( tabella 1). Altri 14 impianti (tutti ope- rativi) trattano la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) a volte in co- digestione con fanghi di depurazione. Durante l’indagine è stato individua- to anche un numero significativo di im- pianti, pari a 32, che trattano esclusiva- mente reflui provenienti dall’agroindu- stria, localizzati soprattutto nelle aeree a più elevata vocazione di lavorazione dei prodotti agricoli, come ad esempio in Veneto, dove ci sono 10 impianti, e in Emilia-Romagna, dove ce ne sono 7. Nel grafico 1 è illustrato l’andamento del numero di impianti di biogas ali- mentati con effluenti zootecnici, sotto- I
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Energia rinnovabile
di varia origine. Questo ha portato a un aumento di impianti che trattano coltu-re energetiche, sottoprodotti dell’agroin-dustria e Forsu (frazione organica da ri-fi uti solidi urbani, il cosiddetto umido domestico), con conseguente aumento della dimensione delle strutture e delle meccanizzazioni installate, come siste-mi di pre-trattamento (pastorizzatori, trituratori, estrusori, ecc.) e/o separa-tori del digestato, e della potenza elet-trica installata.
Il censimento 2010Alla data di marzo 2010 si è provve-
duto all’aggiornamento e all’elaborazio-ne di tutti i nuovi dati raccolti ed è sta-ta eff ettuata una prima classifi cazione degli impianti censiti in base al settore industriale.
Il quadro complessivo che emerge dal-la tabella 1 è il seguente: sono stati in-dividuati 319 impianti di biogas di cui 273 operano con effl uenti zootecnici, col-ture energetiche e sottoprodotti-residui agroindustriali (impianti agro-zootec-nici).
Settori interessatidalla produzione di biogasNell’ambito agro-zootecnico il nume-
ro degli impianti è aumentato di 119 uni-
L’agricoltore crede nel biogase i numeri lo confermano
I L C R PA AG G IOR N A A L 2 0 10 I DAT I DE L S E T T OR E R AC C OLT I N E L 2 0 07
•Negli ultimi tre anni il settore
del biogas si è diffuso soprattutto nelle regioni della Pianura Padana
ed è cresciuto, passando da 154 a 273 impianti funzionanti per un totale di 140 MWe installati
•di Claudio Fabbri,
Mariangela Soldano,Sergio Piccinini
I n Italia si calcola una produzione di biogas nel 2008 di 410 ktep (ve-di riquadro) (circa 4,7 TWh), dei quali circa il 79% è ottenuto dal
recupero di biogas dalle discariche per rifi uti urbani. La produzione di energia elettrica da biogas nel 2008 in Italia è stata stimata di 1.600 GWh di cui 309 da impianti in cogenerazione (Eurob-serv’er, 2009).
Dalla precedente pubblicazione sul Supplemento Energia Rinnovabile alle-gato al n. 3/2008 de L’Informatore Agra-rio dei risultati del censimento degli im-pianti di biogas in Italia eff ettuato dal Crpa, la situazione si è evoluta in termini di numero di impianti e anche di tipolo-gia e dimensione, con un maggiore inte-resse verso la codigestione di biomasse
ktep: tep sta per tonnellate equivalen-ti di petrolio e rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustio-ne di una tonnellata di petrolio grez-zo; la k davanti è un fattore moltipli-cativo per 1.000 (1 ktep = 1.000 tep).Wh: è l’energia fornita dalla potenza di 1 watt per un periodo di 1 orakWh: 1.000 WhMWh: 1.000 kWhGWh: 1.000 MWhTWh: 1.000 GWh •
Unità di misura
tà pari al 77% rispetto al dato del 2007 (tabella 1). Altri 14 impianti (tutti ope-rativi) trattano la frazione organica dei rifi uti solidi urbani (Forsu) a volte in co-digestione con fanghi di depurazione.
Durante l’indagine è stato individua-to anche un numero signifi cativo di im-pianti, pari a 32, che trattano esclusiva-mente refl ui provenienti dall’agroindu-stria, localizzati soprattutto nelle aeree a più elevata vocazione di lavorazione dei prodotti agricoli, come ad esempio in Veneto, dove ci sono 10 impianti, e in Emilia-Romagna, dove ce ne sono 7.
Nel grafi co 1 è illustrato l’andamento del numero di impianti di biogas ali-mentati con effl uenti zootecnici, sotto-
I
prodotti agroindustriali, colture energe-tiche entrati in operatività negli ultimi 10 anni: è evidente il trend non linea-re di crescita, dovuto principalmente all’applicazione delle ultime novità in materia di incentivazione economica. È particolarmente importante il dato sti-mato per il 2010, ottenuto sommando agli impianti operativi il numero degli impianti in costruzione.
Rispetto all’anno 2007 (tabella 2) il numero degli impianti operativi è cre-sciuto del 73% passando da 115 a 199, mentre la potenza elettrica installata co-me somma fra impianti operativi e in costruzione è passata da 49 a 140 MWe, con una crescita del 186%. La potenza
Quest’anno il settore agro-zootecnico si arricchiràdi ben 74 nuovi impianti di biogas; circa 200sono già operativi.
TABELLA 1 - Impianti di biogas per settore di attività rilevati dal censimento Crpa del 2010
SettoreImpianti operativi
(n.)
Impianti in costruzione
(n.)
Totale (n.)
Agro-zootecnico (1) 199 74 273 (4)
Forsu + fanghi di depurazione (2) 14 0 14
Refl ui dell’agroindustria (3) 30 2 (5) 32
Totale 243 76 319 (1) Impianti alimentati con effl uenti zootecnici e/o sottoprodotti agroindustriali e/o colture energetiche. (2) Impianti alimentati con Forsu e, a volte, fanghi di depurazione. Forsu = frazione organica dei rifi uti solidi urbani.(3) Impianti alimentati con acque refl ue di processo e di lavaggio di stabilimenti agroindustriali (distillerie, produzione di succhi di frutta, birrerie, ecc.).(4) Due impianti prevedono nella miscela in alimentazione anche Forsu. (5) I due impianti trattano anche sottoprodotti animali.
300
250
200
150
100
50
0
Impi
anti
oper
ativ
i (n.
)
Anni
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Impianti operativi Impianti in costruzione
Ante
2000
GRAFICO 1 - Andamento del numero di impianti di biogas operativi nel settore agro-zootecnico
La potenza elettrica installata, considerando sia gli impianti operativi sia quelli in costruzione, è passata da 49 a 140 MWe, con una crescitapositiva del 186%.
TABELLA 2 - Confronto tra numero d’impianti di biogas nel settore agro-zootecnico nel 2007 e nel 2010
(1) Il dato comprende anche gli impianti che al 2007 erano in autorizzazione.(2) Il valore non comprende la potenza elettrica installata di 34 impianti di cui non è disponibile il dato.
Il trend non lineare di crescita è dovuto principalmente all’applicazione degli incentivi dal 2008 in poi.
elettrica indicata non comprende il va-lore di 32 impianti di cui non è dispo-nibile il dato.
Da notare che gli impianti in costru-zione rappresentano circa il 36% della potenza installata: la maggior parte di questi ha una potenza elettrica elevata, spesso pari o superiore a 1 MWe e pre-vede l’utilizzazione di quantità signifi -cative di colture dedicate.
La potenza elettrica media degli im-pianti operativi al 2010 è pari a 450 kW circa; la potenza elettrica media degli impianti in costruzione e che entreran-no in operatività presumibilmente entro la fi ne del 2010 è di 690 kW.
Relativamente agli impianti di dige-stione anaerobica per la stabilizzazione dei fanghi di depurazione civile e indu-striale (realizzati per lo più all’interno di grossi impianti urbani di depurazio-ne delle acque refl ue civili e industriali), sulla base di un precedente censimento (Gerli A., Merzagora W., 2000) si stima-no più di 120 impianti.
Notevole pure il recupero dalle disca-riche per rifi uti urbani che, grazie a circa 232 impianti operativi e circa 306 MW installati (dati Aper al settembre 2009), rappresenta, per ora, la principale fonte di biogas da biomasse.
Distribuzione degli impianti sul territorio nazionale
In tabella 3 è possibile vedere la distri-buzione degli impianti di biogas sul ter-ritorio nazionale. Risulta evidente una maggiore densità nell’area della Pianura Padana, nella quale, peraltro, è presente anche la maggior parte delle produzioni zootecniche del nostro Paese.
La regione leader nello sviluppo del settore è la Lombardia con 150 impianti (102 dei quali dal settore agro-zootecni-co), come conseguenza anche di una for-te politica di incentivazione economica con bandi specifi ci di fi nanziamento.
Come emerso anche nella precedente indagine, gli incrementi maggiori come numero di impianti agro-zootecnici (ta-bella 4) si sono registrati in Lombardia (54 impianti), seguiti da Piemonte (29 impianti), Veneto (16 impianti) ed Emi-lia-Romagna (6 impianti).
Il numero di impianti nelle altre regio-ni del Nord e Centro-sud Italia rimane sempre più contenuto, seppur in discreto aumento rispetto al dato del 2007 (+14 impianti). In termini relativi, invece, la regione a più elevato incremento è sta-ta il Piemonte con +483%, seguito da Lombardia e Veneto rispettivamente con +112 e +94% .
Considerando, complessivamente, i settori agro-zootecnici, Forsu e refl ui agroindustriali (319 impianti) la poten-za elettrica installata è superiore a 160 MW, di cui 140 MW (87,5%) dal setto-
Progetto Central Europe sull’uso re-sponsabile delle risorse naturali per salvaguardare l’ambiente. Un nuovo progetto di Crpa e Environment Park di Torino con altri 12 partner euro-pei sullo sviluppo del biogas, nel qua-le verranno condotte attività di moni-toraggio della diffusione ed effi cienza del settore e di divulgazione •
Sebe: un progetto per il biogas
64 30/2010L’Informatore Agrario •
I Energia rinnovabile
Con 150 impianti di biogas, 102 dei quali nel settore agro-zootecnico, la regione leader nello sviluppo del settore è la Lombardia, grazie anche alle possibilità di fi nanziare gli investimenti contenute nel Piano di sviluppo rurale.
TABELLA 3 - Ripartizione degli impianti nelle diverse regioni e per settore
(1) Fonte: Gerli A., Merzagora W. (2000). (2) Fonte: Aper, «Lo studio sulla diffusione degli impianti a bioenergie in Italia» (2009).
re agro-zootecnico. Il dato è parziale in quanto mancano informazioni su circa 40 impianti.
Gli impianti di biogas nel settore agro-zootecnico
Di seguito viene riportata un’elabora-zione aggregata dei dati rilevati per i 273 impianti di biogas che operano nel set-tore agro-zootecnico. Materia prima. In tabel-la 5 e nel grafi co 2 è riportata la ripartizione degli impian-ti di biogas censiti per tipo-logia di substrato trattato. Il 33% circa, pari a 91 impian-ti, utilizza solo effl uenti zoo-tecnici mentre il 51%, ovve-ro 139 impianti, codigerisce gli eff luenti zootecnici con colture energetiche e sot-toprodotti agroindustriali.
Questo dato è decisamente in aumento rispetto a quello rilevato nel 2007, soprattutto nelle aree agricole a elevata vo-
cedente indagine, che utilizzavano solo liquami zootecnici, hanno incrementa-to la potenza elettrica utilizzando coltu-re dedicate e/o sottoprodotti agro-indu-striali o di altra origine. Età impianti. In tabella 6 è riporta-ta l’età di operatività degli impianti di biogas: poco più della metà, il 54%, sono entrati in funzione negli ultimi 5 anni. In questo numero sono compresi anche alcuni impianti che al momento sono in
fase di start-up (codigestione anaerobica appena avviata per cui non c’è ancora produzione di energia elettrica) e quindi operativi a breve e comunque entro l’anno 2010. Tipi di digestori. In me-rito alla tipologia di digestore (tabella 7) viene confermata, anche in questo censimento, una maggioranza di impianti Cstr (Completely stirred tank reactor), ovvero digestori con vasche completamente misce-late e coibentate, pari a 155. Questa tecnologia è presente soprattutto negli impianti do-
cazione produttiva di colture industriali o cerealicole: gli incrementi maggiori si sono avuti per gli impianti in codigestio-ne di effl uenti, sottoprodotti agroindu-striali e colture dedicate (+139%), men-tre gli impianti a sole colture dedicate sono aumentati di molto in termini re-lativi (+133%) ma non altrettanto in ter-mini assoluti (da 9 impianti nel 2007 a 21 nel 2010).
Parte degli impianti censiti nella pre-
Negli ultimi tre anni sono cresciuti in numero, da 58 a 139 (+139%) gli impianti che codigeriscono effl uenti, sottoprodotti agroindustriali e colture dedicate.
TABELLA 5 - Numero di impianti di biogas agro-zootecnici per tipologia di substrato trattato
GRAFICO 2 - Materia prima usata dagli impianti nel settore agro-zootecnico (2010)
6530/2010 • L’Informatore Agrario
I
Nel 2010 nella maggior parte degli impianti censiti la poten-za elettrica installata (tabella A) è compresa tra 500-1.000 kWe (36,6%), seguono gli impianti nell’intervallo fra 101 e 500 kWe (22,3%).
A differenza dell’anno 2007 è evidente un signifi cativo spo-stamento delle potenze elettriche installate nella classe 501-1.000 kWe, passati da 19 impianti ai 100 del 2010 (+426%). Gli impianti di taglia inter-media (101-500 kW), invece, sono aumentati da 28 a 61 (+118%).
Al di sotto dei 100 kW, invece, ovvero nel set-tore degli impianti alimentati prevalentemente con effl uenti zootecnici, il mercato non ha mo-strato segnali di interesse signifi cativi (da 44 a 49 impianti, +11,4%).
Ciò a rimarcare le dinamiche di un mercato che nel momento di forte espansione predilige la realizzazione e, conseguentemen-te, l’incentivazione anche a livello commerciale degli impianti a più elevato investimento e remuneratività, coinvolgendo so-prattutto le aziende di grandi dimensioni.
Ciò nonostante il mercato si sta rapidamente adeguando an-che alle richieste di tante piccole aziende zootecniche che, non avendo terreni suffi cienti o la possibilità per produrre colture
dedicate da insilare, possono investire nel settore solamente utilizzando i propri effl uenti zootecnici. Si pensi a tale riguardo al divieto previsto dal Disciplinare del Consorzio Parmigiano-Reggiano di detenere e utilizzare insilati di qualunque genere in azienda. In queste realtà sono molte le iniziative imprendi-
toriali che stanno portando avanti progetti per la realizzazione di impianti interaziendali.
Per circa 157 impianti è stato possibile analiz-zare anche il rapporto fra il volume dei digestori presenti e la potenza elettrica installata (tabella B e grafi co A).
Tale rapporto, espresso come m3/kWe, varia fra 6,7 e 39,5: i valori minori sono riconducibi-li ai grandi impianti funzionanti a sole colture energetiche e i maggiori agli impianti a effl uen-
ti zootecnici. Ciò in ragione del fatto che, a parità di potenza elettrica da
produrre, le quantità da immettere nei digestori con prodotti a bassa concentrazione di sostanza organica e molto umidi, quali gli effl uenti zootecnici, devono essere più elevate.
Negli impianti a colture dedicate, al contrario, l’elevata den-sità energetica della biomassa consente di produrre molto più biogas per metro cubo di digestore.
In termini operativi, però, impianti con un rapporto molto basso, seppur correttamente dimensionati per funzionare con colture dedicate, hanno una fl essibilità gestionale scarsa: diffi -cilmente possono sostituire le colture dedicate che utilizzano con sottoprodotti agroindustriali a basso contenuto energetico producendo la stessa quantità di biogas necessaria per il fun-zionamento del cogeneratore e senza perdere di effi cienza nella conversione della coltura dedicata.
Ciò in ragione del fatto che, sostituendo un prodotto altamen-te energetico con uno a basso contenuto energetico, i tempi di ritenzione idraulici si riducono. •
CHIAVE DI VOLTA PER LA REDDITIVITÀ
La taglia dell’impianto
Dal 2007 al 2010 sono aumentati in numero (da 19 a 100) gli impianti con potenza elettrica installata tra 501 e 1.000 kWe; gli impianti di taglia intermedia (101-500 kW), invece, sono aumentati da 28 a 61.
TABELLA A - Numero di impianti agro-zootecnici per potenza elettrica installata
Biogas in caldaia 8 5,2 10 3,7 25,0Dato non disponibile 41 26,6 34 12,5 –17,1
Totale 154 100 273 100 77,0
TABELLA B - Classifi cazione per categoria di potenza elettrica installata (kWe) e dimensione media dei digestori (m3) degli impianti di biogas agro-zootecnici
A parità di energia elettrica prodotta, il digestore anaerobico alimentato a effl uenti zootecnici va caricatocon una quantità maggiore di prodotto rispetto a quelladi colture dedicate.
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
Volu
me
dige
stor
epe
r kW
e in
stal
lato
(m3 /k
We)
Classi di potenza elettrica installata (kWe)< 100 > 1.000
Impianti coneffluenti zootecnici
e/o sottoprodottiagroindustriali
Impianti alimentati con colturededicate + effluenti
e/o sottoprodotti
ee
a
101-250 251-500 501-1.000
GRAFICO A - Ripartizione percentuale degli impianti agro-zootecnici per potenza elettrica installata
Gli impianti di potenza tra
501 e 1.000 kWe sono cresciuti del 426%
tra il 2007 e il 2010
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I Energia rinnovabile
Al seguente indirizzo: www.informatoreagrario.it/rdLia/10ia30_5237_web è consultabile l’elenco degli impianti censiti, suddivisi per regione e com-pleti di comune e provincia in cui si trovano, matrice organica utilizzata, volume totale dei digestori e poten-za elettrica installata, nonché l’elenco delle ditte operative in Italia che co-struiscono impianti di biogas. •
Gli impianti censitie le ditte costruttrici
ve il substrato da digerire ha un conte-nuto di sostanza secca al carico inferio-re al 20%.
Il reattore a fl usso orizzontale a pistone (Pfr, Plug fl ow reactor) risulta impiegato in 63 impianti (il 23% del totale).
Inoltre, non riportato in tabella perché non agro-zootecnico, c’è un impianto, avviato di recente e alimentato con For-su, che prevede il processo a secco con biocelle anaerobiche.
Applicazioni praticheA seguito dell’approvazione in via de-
fi nitiva degli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabi-le, il settore della digestione anaerobica ha visto, nel corso del 2009 e soprattut-to nell’anno in corso, una forte accele-razione.
Il numero degli impianti è cresciuto, rispetto all’ultima indagine del Crpa del 2007, del 77% passando da 154 impianti a 273, di cui il 27% in costruzione.
Lo sviluppo non è stato omogeneo, ma
de opportunità imprenditoriale, anche per la possibilità di gestire tutto il valore aggiunto della fi liera produttiva grazie alla certezza della vendita integrale del-la produzione e la presenza di un unico acquirente obbligato ad acquistare a un prezzo garantito per un periodo di tem-po prefi ssato e, generalmente, molto più lungo dei tempi di ritorno dell’investi-mento. E di questa situazione favore-vole, gli agricoltori sembrano essersene accorti. •
Per consultare la bibliografi a e gli approfondimenti: www.informatoreagrario.it/rdLia/10ia30_5237_web
ha visto protagoniste soprattutto alcu-ne regioni (Lombardia, Piemonte e Ve-neto).
Al pari, la potenza elettrica installata è passata da circa 50 a più di 140 MWe. Lo sviluppo è stato fortemente indiriz-zato verso i grandi impianti, pari ad al-meno 1 MWe.
In questo contesto, comunque, è sem-pre fondamentale per l’imprenditore avere la consapevolezza che deve esser-ci un corretto equilibrio fra le biomasse disponibili in azienda o nelle immediate vicinanze e utilizzabili nell’impianto e il terreno necessario alla gestione agro-nomica del digestato prodotto.
Allo stato attuale, la realizzazione degli impianti vede fortemente coinvolte tec-nologie di ditte straniere, in particolare quelle tedesche e austriache.
Ciò nonostante, diverse ditte italia-ne stanno investendo nello sviluppo di proprie tecnologie, sia per piccoli sia per grandi impianti.
Nel campo delle produzioni agro-zoo-tecniche la produzione di energia elet-trica rinnovabile rappresenta una gran-
Gli impianti di biogas in Italia sono abbastanza giovani, il 54% di essi è entrato in funzione negli ultimi 5 anni.
TABELLA 6 - Età degli impianti di biogas a liquami zootecnici, sottoprodotti agroindustriali e colture dedicate
Età impianti operativi (anni)
Impianti(n.)
Incidenza sul totale
(%) > di 16 26 136-15 50 25< 5 108 54Dato non disponibile 15 8Totale operativi 199 100In costruzione 74 –Totale 273 –
Lo sviluppo del settore degli ultimi2 anni ha visto prevalere la costruzione di reattori Cstr (57% del totale).
TABELLA 7 - Impianti agro-zootecnici per tipologia di reattore
Tipo di reattore
Impianti Incre-mento2010/2007(%)
2007 2010
(n.) (%) (n.) (%)
Vasca a pareti verticali (Cstr) 77 50,0 155 56,8 101,0
Lagone coperto 3 1,9 3 1,1 0,0
Reattori a fl usso orizzontale a pistone (Pfr)
40 26,0 63 23,1 58,0
Dato non disponibile 34 22,1 52 19,0 53,0
Totale 154 100 273 100 77,0
6730/2010 • L’Informatore Agrario
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L’agricoltore crede nel biogas e i numeri lo confermano
Articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2010 a pag. 63
BiBLiografia
Fabbri C., Piccinini S. (2010) - Colture dedicate e sottoprodotti per un’efficien-te codigestione. L’Informatore agrario, 1: 57-61.
Observ’ER (2009) - Etat des énergies re-nouvelables en europe. EurObserv’ER Edi-tion 2009: 171.
Piccinini S., Soldano M., Fabbri C. (2008) - Le scelte politiche lanciano il bio-gas. L’Informatore agrario (Supplemento n. 1), 3: 28-32.
Piccinini S., Soldano M., Fabbri C. (2009) -
Monitoring and assessment of three biogas plants in Italy. Conferenza internaziona-le biogas science (Germania, Erding), 2-4 dicembre.
Aper (2009) - Lo studio sulla diffusione degli impianti a bioenergie in Italia.
Gerli A., Merzagora W. (2000) - L’evo-luzione della situazione italiana nel cam-po della valorizzazione energetica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Relazione presentata al Convegno «Pro-duzione e utilizzo di biogas, recupero di energia e razionalizzazione del ciclo di trattamento dei rifiuti», organizzato da Itabia nell’ambito della fiera Sep-Pollu-tion 2000, Padova 31 marzo.
Come è stata impostata la ricercaIl Crpa (Centro ricerche produzioni animali) da oltre 10 anni svolge un’attività di inda-gine sugli impianti di digestione anaerobica operativi su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al settore agricolo, zootecnico e agroindustriale. La finalità è quel-la di creare un archivio capace di fornire un quadro quanto più completo possibile del-la dimensione del settore in Italia e delle principali caratteristiche degli impianti. Vista la rapida espansione del settore, l’attività di reperimento di informazioni e dati necessari per l’aggiornamento dell’archivio da parte del Crpa è continua. L’individuazione degli impianti di biogas viene effettuata sia con visite dirette sia me-diante la predisposizione di questionari inviati alle ditte impiantistiche del settore, ai ge-stori degli impianti, alle amministrazioni locali, alle associazioni agricole e ai portatori di interesse. Nella scheda vengono richiesti i principali dati relativi all’azienda, le caratte-ristiche tecniche dell’impianto, i substrati utilizzati e le conversioni energetiche del gas. In considerazione della difficoltà di reperimento di dati ufficiali, l’indagine non è cer-
i
AB Energy - Via G. D’Annunzio, 16 - 25034 Orzinuovi (Brescia) - Tel. 030.9945011 - Fax 030.9945026 - [email protected] - www.gruppoab.it
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Principali ditte operative in italia nel settore della digestione anaerobicaEukrasia - Tecnologie Ambientali - Via Volta, 3 - 37020 Arbizzano (Verona) - Tel. 045.6020784 - Fax 0456020786 - [email protected] - www.eukrasia.it