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inizia la tradizionale stagione di studio e formazione. È sempre impegnativo co- niugare l’attività clinica con l’aggiornamento e ancor più con la ricerca. Tuttavia il binomio curare-studiare è indispensabile sia per assicurare ai malati le cure migliori sia per la soddisfazione personale nel rimanere aggiornati e adeguare il proprio bagaglio professionale. Primo importante appuntamento per la nostra formazione è a Milano il 16 Febbraio 2013 con l’incontro “Terapia cognitivo comportamentale della modificazione dello stile di vita”. Sappiamo bene che è questo uno degli snodi decisivi per ottenere dei risultati utili alla salute dei cittadini che si rivolgono ai clinici: cambiare le abitudini che portano a sviluppare patologie fisiche e mentali. È indubbio che il setting co- gnitivo comportamentale, con le sue numerose e validate procedure e strategie per aiutare il paziente a cambiare attitudini e comportamenti disfunzionali, è la “serra” privilegiata dove il cambiamento di stile di vita, in modo empatico e collaborativo, può realizzarsi. La CBT “dà tempo” al terapeuta per lavorare e al paziente per ap- prendere, creando il clima adatto ad un risultato positivo. Il 7-8 Giugno si terrà a Napoli il corso “Terapia cognitivo comportamentale dell’o- besità”, dal 17 al 21 Settembre il “CBT intensive course sui disturbi dell’alimen- tazione”, il 18-19 ottobre il corso di aggiornamento sul “Trattamento dei disturbi dell’alimentazione” e il business meeting delle UOL AIDAP. N. 36 | 2012 Emozioni e Cibo Newsletter dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) VITA DELLA SOCIETÀ Resoconto evento | Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell’alimentazione | PAG. 3 CALENDARIO CORSI E CONVEGNI Corsi in programma nel 2013 | PAG. 4 Resoconto evento | Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità | PAG. 5 Resoconto evento | Conferenza nazionale di consenso sui disturbi del comportamento alimentare | PAG. 6 AIDAP Brescia | La “crociera salutare” | PAG. 7 AIDAP Oliveri | Esperti di psicologia della vendita decidono la disposizione dei prodotti | PAG. 9 ARTICOLI SCIENTIFICI Prevenzione | Determinanti comportamentali dell’obesità: risultati della ricerca e implicazioni politiche | PAG. 11 Prevenzione | Valutazione dell’efficacia di un programma di prevenzione selettiva… | PAG. 14 Prevenzione | Consumo di bevande zuccherate e aumento di peso: l’associazione è stata dimostrata! | PAG. 17 Trattamento | Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adolescenti con anoressia nervosa: un’alternativa alla terapia familiare? | PAG. 20 Trattamento | Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adulti con anoressia nervosa: uno studio inglese e italiano | PAG. 23 Trattamento | La terapia interpersonale nei disturbi dell’alimentazione | PAG. 26 Look AHEAD | Interpretazioni e implicazioni sulla decisione del National Institutes of Health | PAG. 29 ATTIVITÀ DELL’AIDAP Attività e centri in Italia | PAG. 32 In questo numero segue pag. 2 Euro 2,00 | ISSN 1720-5409 | Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR Verona Cari colleghi/e, La natura transdiagnostica della CBT-E è supportata da ricerche sul trattamento della bulimia nervosa, dell’anoressia nervosa e dei disturbi dell’alimentazione NAS DA-NAS BN AN Disturbo dell’alimentazione
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Emozioni e Cibo - Dr. RICCARDO DALLE GRAVE · EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012 [ 3 ] Il corso ÒUn programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dellÕalimentazioneÓ

Feb 16, 2019

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inizia la tradizionale stagione di studio e formazione. È sempre impegnativo co-niugare l’attività clinica con l’aggiornamento e ancor più con la ricerca. Tuttavia il binomio curare-studiare è indispensabile sia per assicurare ai malati le cure migliori sia per la soddisfazione personale nel rimanere aggiornati e adeguare il proprio bagaglio professionale.Primo importante appuntamento per la nostra formazione è a Milano il 16 Febbraio 2013 con l’incontro “Terapia cognitivo comportamentale della modificazione dello stile di vita”. Sappiamo bene che è questo uno degli snodi decisivi per ottenere dei risultati utili alla salute dei cittadini che si rivolgono ai clinici: cambiare le abitudini che portano a sviluppare patologie fisiche e mentali. È indubbio che il setting co-gnitivo comportamentale, con le sue numerose e validate procedure e strategie per aiutare il paziente a cambiare attitudini e comportamenti disfunzionali, è la “serra” privilegiata dove il cambiamento di stile di vita, in modo empatico e collaborativo, può realizzarsi. La CBT “dà tempo” al terapeuta per lavorare e al paziente per ap-prendere, creando il clima adatto ad un risultato positivo.Il 7-8 Giugno si terrà a Napoli il corso “Terapia cognitivo comportamentale dell’o-besità”, dal 17 al 21 Settembre il “CBT intensive course sui disturbi dell’alimen-tazione”, il 18-19 ottobre il corso di aggiornamento sul “Trattamento dei disturbi dell’alimentazione” e il business meeting delle UOL AIDAP.

N. 36 | 2012

Emozioni e Cibo Newsletter dell’Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP)

VITA DELLA SOCIETÀ

Resoconto evento | Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell’alimentazione | PAG. 3

CALENDARIO CORSI E CONVEGNICorsi in programma nel 2013 | PAG. 4

Resoconto evento | Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità | PAG. 5

Resoconto evento | Conferenza nazionale di consenso sui disturbi del comportamento alimentare | PAG. 6

AIDAP Brescia | La “crociera salutare” | PAG. 7

AIDAP Oliveri | Esperti di psicologia della vendita decidono la disposizione dei prodotti | PAG. 9

ARTICOLI SCIENTIFICI

Prevenzione | Determinanti comportamentali dell’obesità: risultati della ricerca e implicazioni politiche | PAG. 11

Prevenzione | Valutazione dell’efficacia di un programma di prevenzione selettiva… | PAG. 14

Prevenzione | Consumo di bevande zuccherate e aumento di peso: l’associazione è stata dimostrata! | PAG. 17

Trattamento | Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adolescenti con anoressia nervosa: un’alternativa alla terapia familiare? | PAG. 20

Trattamento | Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adulti con anoressia nervosa: uno studio inglese e italiano | PAG. 23

Trattamento | La terapia interpersonale nei disturbi dell’alimentazione | PAG. 26

Look AHEAD | Interpretazioni e implicazioni sulla decisione del National Institutes of Health | PAG. 29

ATTIVITÀ DELL’AIDAPAttività e centri in Italia | PAG. 32

In questo numerosegue pag. 2

Euro 2,00 | ISSN 1720-5409 | Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DR Verona

Cari colleghi/e,

La natura transdiagnostica della CBT-E è supportata da ricerche sul trattamento della bulimia nervosa, dell’anoressia nervosa e dei disturbi dell’alimentazione NAS

DA-NAS

BNANDisturbo

dell’alimentazione

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

[ 2 ] www.aidap.org

Quest’anno il Convegno nazionale AIDAP si svolgerà a Mila-no (17-18 maggio 2013) e avremo la straordinaria opportu-nità di partecipare nella prima giornata al workshop del prof. Fairburn dell’università di Oxford, massima autorità mon-diale nella ricerca del trattamento dei disturbi dell’alimen-tazione (prenotatevi per tempo!). Il workshop e il congresso saranno interamente dedicati a illustrare i più recenti studi ed evoluzioni della CBT-E.La CBT-E, come è noto, è il trattamento più efficace per gli adulti affetti da bulimia nervosa, da disturbo da alimenta-zione incontrollata e da disturbi dell’alimentazione non al-trimenti specificati (NAS). La notevole eccezione, fino ad ora, era stata l’anoressia nervosa, per la quale non è stabi-lito in maniera attendibile un trattamento empiricamente supportato. Due articoli, ai quali hanno partecipato come autori alcuni nostri soci dell’AIDAP, in pubblicazione sulla prestigiosa rivista Behaviour Research and Therapy e re-censiti in anteprima su questo numero di Emozioni e Cibo, hanno seguito le raccomandazioni descritte sopra. Il primo “Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with ano-rexia nervosa: A UK-Italy study” riporta l’outcome di uno studio che ha valutato gli effetti della CBT-E ambulatoriale negli adulti affetti da anoressia nervosa. Questo studio ha reclutato un ampio campione di pazienti con psicopatologia grave nei due centri di trattamento in Italia e in Inghilterra. Il tasso di ritenzione è stato superiore rispetto agli studi pre-cedenti e 2/3 dei pazienti hanno completato il trattamento e risposto bene con un aumento significativo del peso e un miglioramento significativo della psicopatologia specifica e generale. Sorprendentemente i miglioramenti raggiunti con il trattamento si sono mantenuti bene nel corso delle 60 set-timane di follow-up con un minimo intervento aggiuntivo. Nel secondo articolo “Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents with anorexia nervosa: An alternative to fa-mily therapy?” gli autori riportano i dati di uno studio italiano sull’applicazione dalla CBT-E adattata per gli adolescenti con anoressia nervosa. I risultati sono paragonabili a quelli ottenu-

ti della CBT-E per gli adulti. In particolare, il tasso di accetta-zione è risultato molto elevato e due terzi hanno completato il programma senza alcun intervento aggiuntivo. Il peso corpo-reo ha mostrato un notevole incremento e a ciò si è associato un miglioramento significativo della psicopatologia del distur-bo dell’alimentazione e della psicopatologia generale. Anche in questo studio, il cambiamento è stato mantenuto in modo sorprendete a 60 settimane di follow-up. Wilson, editor di Behaviour Research and Therapy, nell’edi-toriale di accompagnamento ai due articoli concorda con gli autori che i risultati particolarmente promettenti nello studio eseguito sui pazienti adulti forniscono un punto di riferimento per valutare la CBT-E in studi randomizzati e controllati (RCT) e che il tempo sembra ora maturo per eseguire una ricerca controllata per comparare negli adolescenti l’efficacia della CBT-E rispetto alla terapia basata sulla famiglia. In questo numero trovate, oltre ai resoconti di alcuni inte-ressanti eventi congressuali, anche le recensioni di tre ar-ticoli recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine che hanno dimostrato in modo inequivocabile il ruolo causale delle bevande zuccherate nel promuovere lo sviluppo dell’obesità. Purtroppo, come ben sappiamo, il ten-tativo del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate è naufragato in conseguenza della pressione mediatica eser-citata dalle lobby dei produttori delle bevande zuccherate. Noi dell’AIDAP, comunque, continueremo a contrastare at-traverso l’informazione scientifica le azioni delle lobby delle bevande zuccherate e a supportare con forza le raccomanda-zioni di molte e famose organizzazioni scientifiche interna-zionali finalizzate a ridurre il consumo di bevande zucchera-te nei bambini e negli adolescenti.

Buona lettura

Mauro CappellettiPresidente AIDAP

Newsletter della Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso (AIDAP) Via Sansovino, 16 - 37138 Verona - Tel. (045) 8103915 Fax (045) 8102884 - E-mail: [email protected] Sito web: www.aidap.org

EMOZIONI E CIBO: Periodico quadrimestrale dell’Associazione AIDAPIscrizione Tribunale di Verona - n. 1377-data 28/08/99

DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Cappelletti

PROGETTO GRAFICO: POSITIVE PRESS - Via Sansovino 16 - Verona Sito web: www.positivepress.net

SOCI ONORARI AIDAP: Ms. Jane Brody, Prof. David Garner, Prof. Francesca Brambil-la, Ms. Dacia Maraini, Prof. Michele Carruba, Ms. Maria Tere-sa Ruta, Dr. Johan Vanderlinden, Prof. Christopher Fairburn, Prof. James Look, Prof. Stephen Wonderlich, Prof. Anthony Fabricatore, Dr. Zafra Cooper, Prof. Eric Stice, Dr. Roberta Sherman, Prof. Ron A. Thompson

CONSIGLIERI: Cappelletti Mauro (Presidente AIDAP), Dalle Grave Riccardo (Segretario Scientifico AIDAP), Camporese Lucia, Pasqualoni Elettra, Banderali Arianna, Faillaci Antonino, Filardo Domenico.

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 3 ]

Il corso “Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell’alimentazione” si è svolto nell’intera giornata di sabato 8 settembre ed è stato condotto dal dott. Dalle Grave, dalla dott.ssa Chignola e dalla dott.ssa Ruocco. Nella mattinata sono stati affrontati i principali argomen-ti teorici collegati alla prevenzione, tra cui l’importanza di effettuare interventi di prevenzione, le diverse tipologie di programmi di prevenzione in base ai destinatari (universa-le, selettiva ed indicata), la storia della prevenzione parten-do dagli interventi psicoeducativi a taglio didattico fino ad arrivare ai programmi interattivi. È inoltre stata presentata dal dott. Dalle Grave, relatore della prima parte dell’evento formativo, una interessante revisione metanalitica sulla pre-venzione dei disturbi dell’alimentazione comprendente 66 trial condotti su 51 programmi di prevenzione diversi. I dati indicano che c’è ampio spazio per migliorare l’efficacia dei programmi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione, e suggeriscono che può essere più utile eseguire interventi diretti al sesso femminile ad alto rischio con più di 15 anni. Le caratteristiche peculiari dei programmi di prevenzione efficaci sono le seguenti: essere interattivi, essere focalizzati sull’immagine corporea, usare procedure che inducano dis-sonanza, evitare materiale educativo, essere eseguiti in sedu-te multiple e somministrati da professionisti.In particolare, Progetto Corpo, un intervento di prevenzione selettiva sviluppato da Stice che si basa sulla terapia della dissonanza, ha determinato una riduzione del 60-61% del rischio d’insorgenza di disturbi dell’alimentazione rispetto ai controlli durante il periodo di tre anni di follow-up.Nella seconda parte del corso è stato illustrato nel dettaglio il programma di prevenzione Progetto Corpo dalle dott.sse Elisa

Chignola e Antonella Ruocco dell’equipe di Villa Garda, che hanno applicato il progetto a gruppi di studentesse di istituti superiori. Il protocollo prevede la presenza di gruppi compo-sti da 6/8 ragazze, alle quali è rivolto un intervento di 1 ora a settimana, per quattro settimane consecutive.La peculiarità di questo corso è stata il fatto che oltre alla de-scrizione degli argomenti, degli esercizi e dei compiti per ogni singola seduta, sono stati proiettati molti filmati per mostrare l’applicazione pratica di tutto ciò che è stato illustrato.Per questo motivo e per la disponibilità dei relatori il corso è stato interattivo ed estremamente pratico, ed ha cattura-to l’interesse dei presenti, fornendo loro il protocollo di un intervento di prevenzione efficace, testato scientificamente, replicabile. È stato fornito molto materiale didattico, tra cui l’indispensabile eserciziario da utilizzare nell’intervento pre-ventivo, in lingua italiana. Dato il grande interesse suscitato è probabile che il corso verrà replicato il prossimo anno.

Sabato 8 settembre a Verona è stato presentato il “Progetto Corpo” per la prevenzione dei Disturbi dell’Alimentazione, ideato da Erik Stice, che ha ottenuto risultati sorprendenti nei trial di efficacia.

Un programma basato sulla dissonanza cognitiva per prevenire i disturbi dell’alimentazione

Verona, 8 settembre 2012A cura di: Sara Cappelletti - AIDAP Torino

AIDAP informa corso di prevenzione

PROGETTO CORPO

L’edizione italiana del programma ideato da Erik Stice è stata curata dal Dott. Dalle GraveISBN-88-8429-056-2Ed. Positive Press (2011)

V ITA DELLA SOC IETÀ

Eric Stice è ricercatore senior presso l’Oregon Research Institute e l’Università del Texas di Austin e dirige labora-tori di ricerca attiva in entrambe le istituzioni.

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CALENDARIO CORSI E CONVEGNI 2013

CONVEGNO NAZIONALE AIDAP CBT-E DEI DISTURBIDELL’ALIMENTAZIONE: PROGRESSI E SFIDE FUTURE

Per informazioni vedi pag. 10

MILANO

maggio 17-18febbraio 16

TERAPIA COGNITIVOCOMPORTAMENTALE DELLA MODIFICAZIONE DELLO STILE DI VITA

INGRESSO LIBEROPer informazioni vedi pag. 30

MILANO

Per ulteriori informazioni: POSITIVE PRESS - Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 - E-mail: [email protected] web: www.positivepress.net - www.aidap.orgRicordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani alimentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.

CBT INTENSIVE COURSESUI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

5 giornate nella splendidacornice di Volterra nella “The learning village in Tuscany”

VOLTERRA (PI)

settembre dal17al 21giugno 7-8

TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DELL’OBESITÀ

Per informazioni vedi pag. 28

NAPOLI

UN PROGRAMMA BASATO SULLA DISSONANZA COGNITIVA PER PREVENIRE I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

www.positivepress.netwww.aidap.org

VERONA

novembre 22ottobre 18-19

CORSO DI AGGIORNAMENTOTRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONEE BUSINESS MEETING UOL

www.positivepress.netwww.aidap.org

VERONA

CORSO ANNUALE 2013-2014

Da 16 anni medici, biologi, psicologi e dietisti da tutta Italia giungono a Verona per apprendere la teoria e le tecniche più aggiornate per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità.

VERONA

FIRST CERTIFICATE OF PROFESSIONAL TRAINING IN EATING DISORDERS AND OBESITY

maggio 2013 - marzo 2014www.positivepress.net | www.aidap.org

PREREQUISITO PER L’APERTURA DI UNA UNITÀ LOCALE AIDAP

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 5 ]

A partire dalla terapia comportamentale (BT) fino a quella co-gnitiva, la teoria attuale enfatizza un modello in cui la modi-ficazione dello stile di vita risulta essere l’obiettivo principale del trattamento e la strategia più salutare per gestire l’eccesso di peso e le sue complicanze. L’intervento presentato dal Dott. Dalle Grave non è prescrittivo ma si propone di aumentare l’attività fisica e modificare l’introito calorico utilizzando la terapia cognitivo-comportamentale per far acquisire le co-noscenze e le abilità necessarie per effettuare e mantenere il cambiamento. La struttura del trattamento è di 20 sedute in 40 settimane (9 mesi) ed ha due fasi: la fase 1 ha durata di 24 settimane ed ha lo scopo di raggiungere una salutare perdita di peso ed affrontare gli ostacoli al mantenimento del peso e la fase 2 che va dalla settimana 24 alla 40 ed ha lo scopo di raggiungere un atteggiamento mentale e i comportamenti necessari al mantenimento del peso. Tra i processi cognitivi sottolineati dalla ricerca, importanti per il mantenimento del peso, ricordiamo le aspettative di perdita di peso, la soddisfa-zione per la perdita di peso, la restrizione dietetica cognitiva e l’autoefficacia, cioè la capacità da parte dei pazienti di riuscire

a gestire il loro peso senza un aiuto professionale a lungo ter-mine. Ciò evidenzia come sia necessario implementare sem-pre di più nuove strategie cognitivo-comportamentali per svi-luppare nel paziente il mindset del controllo del peso a lungo termine. Nel corso sono stati anche discussi i punti di forza e i limiti della terapia chirurgica e farmacologica dell’obesità. Per quanto riguarda la terapia chirurgica questa è raccomandata solamente per persone con obesità di grado elevato e patolo-gie concomitanti, mentre per la terapia farmacologica attual-mente in Italia è in commercio un unico farmaco: l’Orlistat. Altre due molecole sono state approvate dalla Food and Drug Administration e sono la Lorcaserina che agisce sul sistema se-rotoninergico e un farmaco a base di Fentermina-Topiramato: quest’ultima molecola però non è stato approvata dalla Euro-pean Medicines Agency (EMA) e non potrà essere prescritta al momento in Europa. La terapia farmacologica potrebbe essere un tassello importante nella terapia dell’obesità, perché agisce su quei meccanismi biologici interni che regolano l’assunzio-ne di cibo e il dispendio energetico, ma purtroppo al momen-to presenta numerosi problemi ancora non risolti.

Il 19 e 20 Ottobre 2012 si è svolto a Roma il Corso sulla terapia Cognitivo-Comportamenta-le dell’Obesità, dove è stata presentata la nuova teoria e l’organizzazione generale della CBT per la perdita e il mantenimento del peso.

Terapia cognitivo comportamentale dell’obesità

Roma, 19-20 ottobre 2012A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma

AIDAP informa corso sull’obesità

V ITA DELLA SOC IETÀ

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[ 6 ] www.aidap.org

Nel corso della Conferenza è stata fatta una discussione pubblica con il coinvolgimento di esperti del settore e rap-presentanti delle associazioni pazienti/familiari, per poter stendere un documento conclusivo che tenesse conto degli interventi e degli elementi raccolti dal dibattito. La prima area affrontata è stata quella della dimensione Epi-demiologica dei disturbi dell’alimentazione con una relazio-ne presentata dal Dott. Leonardo Mendolicchio dell’Istituto Mario Negri Sud della Puglia. I quesiti di quest’area tematica sono stati la rilevazione dei dati di Incidenza, Prevalenza e Mortalità per Anoressia Nervosa (AN) Bulimia Nervosa (BN) e Disturbo dell’Alimentazione non Altrimenti Specificato (DANAS) in ambito nazionale e internazionale, stratificati per caratteristiche socio-demografiche, comorbidità medica e psichiatrica, numero e livelli di trattamento effettuati. Da questi dati è emerso come ci sia stato negli anni una riduzio-ne dell’ospedalizzazione per AN per il miglioramento della terapia extraospedaliera, ma gli studi di mortalità in Italia sono carenti e quelli di incidenza e prevalenza scarsi. È quin-di fondamentale istituire un registro italiano per avere dati certi senza poter al momento parlare di variazioni di inci-denza e prevalenza di AN, BN e DANAS in Italia.La seconda area tematica è stata quella della prevenzione con relazione presentata dalla dott. ssa Marinella Di Stani del DSM di Ravenna, ambulatorio DCA.I quesiti di quest’area tematica sono stati la valutazione dei fattori di rischio e protettivi dei DA e se esistono evidenze di efficacia per la prevenzione universale e selettiva. Per quanto riguarda il primo quesito, gli studi hanno evidenziato il ruolo

dell’interiorizzazione dell’ideale di magrezza e dell’insoddi-sfazione corporea nello sviluppo dei disturbi dell’alimen-tazione. Gli interventi di prevenzione universale non sono risultati efficaci nel determinare una reale riduzione dell’inci-denza dei disturbi dell’alimentazione mentre la prevenzione selettiva di Stice, basata sulla dissonanza cognitiva, sembra avere un effetto sia sullo sviluppo dei sintomi del disturbo dell’alimentazione sia sui problemi di peso, tracciando così una linea di convergenza tra gli interventi di prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Durante il dibattito è stato sottolineato come l’intervento di Stice sia già stato uti-lizzato in Italia ed è attualmente in corso di studio.

Il 24 e 25 Ottobre a Roma, con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione con l’Aziende Sanitaria Locale N2 dell’Umbria, si è svolta presso l’Istituto Superiore di Sanità la Conferenza Nazionale di Consenso sui Disturbi del Comportamento Ali-mentare, organizzata per avere dati epidemiologici e raccomandazioni basate su eviden-ze scientifiche per gli specialisti del settore, da condividere ed utilizzare a livello Nazionale.

Conferenza nazionale di consenso sui disturbi del comportamento alimentare

Roma, 24-25 ottobre 2012A cura di: Maria Grazia Rubeo - AIDAP Roma

AIDAP informa disturbi dell’alimentazione

AREE TEMATICHE AFFRONTATE

1 Dimensione Epidemiologica

2

3

Prevenzione

Modelli organizzativi

V ITA DELLA SOC IETÀ

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 7 ]

La terza area tematica è stata quella dei modelli organizzativi ed il relatore il dott. Pierandrea Salvo del Centro per la cura e la riabilitazione dei DCA di Portogruaro (VE) ha analizzato quale sia il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo ot-timale e quale quello organizzativo per le persone affette da DA. Sia L’ AN sia la BN comportano notevoli rischi a livello fisico e quindi la decisione di interventi psicologici dovrebbe essere accompagnata sempre da un monitoraggio dello stato fisico. È stata enfatizzata la presenza di una equipe multidi-sciplinare anche se non è possibile fornire conclusioni defi-nitive rispetto al modello organizzativo più adeguato per la gestione dei disturbi dell’alimentazione.

La terapia Cognitivo Comportamentale (CBT-BN) dovrebbe essere consigliata a pazienti adulti con BN e a quelli con Binge Eating Disorder, mentre minori certezze, almeno negli studi esaminati in questa conferenza, sono stati forniti per la terapia dell’AN. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico vi è un’evidenza molto limitata per l’utilizzo di farmaci nell’AN, mentre le ricerche più robuste riguardano l’uso di antidepres-sivi nella BN con evidenza di grado B (NICE 2004). Nella seconda giornata, dopo una sessione pomeridiana ri-servata al Panel dei Giurati, sono state presentate le conclu-sioni della giuria della Conferenza sui DCA.

È giunto felicemente in porto il Progetto Educativo “Cro-ciera Salutare” promosso e realizzato dalle due associazioni bresciane, AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Ali-mentazione e del Peso) e ADPB (Associazione Diabetici della Provincia di Brescia). Una esperienza innovativa, entusiasmante e ricca di contenuti umani e salutistici, che ha portato a bordo della MSC crociere DIVINA più di 100 persone con problemi di peso, diabetici, ma anche gente comune rispettosa della propria salute.L’obiettivo, perfettamente centrato, era quello di favorire l’apprendimento di strategie dietetico-comportamentali in-dispensabili per la gestione del peso e del controllo glicemi-co nel ritorno a casa.Il tutto realizzato in un ambiente di massima competenza specialistica e in un contesto di forte aggregazione e pieno relax che solitamente una vacanza offre.L’organizzazione tecnica è stata affidata alla Ocean Viaggi che in collaborazione con la MSC crociere ha permesso la realiz-zazione dell’iniziativa.L’itinerario mozzafiato dal punto di vista culturale ha sicu-ramente dato un forte sostegno al progetto. Bari, splendido capoluogo pugliese, è stata non solo la prima tappa, dopo la

partenza da Venezia, ma anche un primo banco di prova per verificare il grado di aggregazione e socializzazione del grup-po attraverso l’escursione in città; il risultato è stato più che incoraggiante, condito anche dal successo straordinario del pedometro, strumento terapeutico suggerito dal program-ma e accettato con entusiasmo dai partecipanti, ripetuto in tutte le escursioni successive e con un ritorno sul monitorag-gio dei passi durante le conferenze giornaliere.

La “crociera salutare”A cura di: Andrea Benedetto - AIDAP Brescia

progetto educativoAIDAP Brescia

Una settimana di addestramento intensivo sullo stile di vita salutare per imparare a gestire in modo duraturo il proprio peso immersi nel divertimento e rilassamento di una splendida vacanza.

V ITA DELLA SOC IETÀ

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

Dopo Bari la navigazione ha puntato su Katakolon, in Gre-cia, dove sono stati visitati i resti archeologici di Olimpia, madrina dei primi giochi olimpici. Lasciate le bellezze della antica Grecia, si è intrapresa la rotta verso la Turchia con visita prima ad Izmir, città moderna con caratteristiche più vicine al mondo occidentale, per poi immergersi nel fascino del mondo orientale, attraversando i Dardanelli. È qui che abbiamo scoperto la magica Istanbul, l’antica Bisanzio, con il fascino della monumentale Moschea Blu, Santa Sofia e il Pa-lazzo Reale e lo spettacolo di luci, colori e profumi del Gran Bazar e del Mercato delle spezie. È iniziato a malincuore il viaggio di ritorno che, costeggiando la Grecia e il Peloponne-so, ci ha portati dopo un giorno di navigazione, in adriatico a Dubrovnik, splendita città croata (antica Ragusa) con il suo rinascimentale centro storico.Le escursioni a piedi in questi posti favolosi ci hanno permes-so di fare il pieno di cultura, di ottenere una aggregazione fan-tastica di un gruppo eterogeneo partito una settimana prima da Venezia. Ecco, in un contesto così piacevole siamo anche riusciti a far tenere al nostro gruppo un stile di vita attivo, monitorato con il contapassi.Se l’esperienza fuori dalla nave è stata straordinaria, la vita a bordo non è stata da meno.I momenti dedicati all’aggiornamento scientifico circa gli sti-li di vita salutari, sono stati curati dal Dr. Andrea Benedetto e dal Dr. Felice Mangeri con conferenze su una sana alimen-tazione, uno stile di vita attivo, gestione a lungo termine del peso corporeo, autogestione della malattia diabetica ecc.

Il coinvolgimento dei partecipanti si è espresso non solo in termini di presenza e costanza agli incontri, ma anche e soprattutto attraverso una partecipazione attiva, critica e costruttiva.Il “conteggio calorico” a bordo, da noi previsto come stru-mento di terapia, almeno nei pasti principali, avrebbe sti-molato la curiosità dei partecipanti e avrebbe fornito una maggiore consapevolezza sul contenuto calorico dei pasti e una più salutare scelta alimentare. Purtroppo, per problemi tecnici, non è stato possibile realizzarlo, ma diventerà cer-tamente una delle nostre priorità per la prossima edizione.Dopo la conferenza il teatro con i meravigliosi spettacoli del-la compagnia MSC, e ancora, l’attività di ballo di gruppo per incoraggiare la socializzazione, il divertimento ed anche l’attività fisica. La cena, e poi ancora, il ritrovarsi per due chiacchiere in uno dei tanti bar ai vari ponti della nave, o ancora in discoteca!! Una buona tisana calda per concludere la giornata e poi a letto pronti a ripartire il giorno dopo.La chiusura di questa insolita e fruttuosa esperienza umana e professionale va dedicata senza dubbio a tutti i partecipanti che hanno creduto fortemente nel progetto. Sono proprio loro che hanno manifestato il desiderio di ripetere al più pre-sto un percorso educativo cosi ricco di contenuti scientifici, culturali e sociali. Non a caso il gruppo, come avviene dopo una vacanza piacevole, si ritroverà presto in una cena sociale per rivivere attraverso, foto e video i momenti magici della “Crociera Salutare” in attesa del prossimo viaggio.

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 9 ]

V ITA DELLA SOC IETÀ

Il supermercato è una festa di colori e di prodotti! Ci sono 4.000 yogurt, 7.000 merende, 12.000 tipi di pasta e tanti sur-gelati che se li metti insieme viene fuori un iceberg più grosso di quello che ha stroncato il Titanic! Abbiamo a disposizione tutto ciò che cerchiamo, sembra il paese dei balocchi! Ma c’è un piccolo effetto collaterale: tutta questa merce deve essere venduta, e c’è chi studia tutti i trucchi per farcela comprare.

Ma facciamo un giro dai, entriamo!

Ci avete fatto caso? Spesso, i primi alimenti che incontriamo sono frutta e verdura. Perchè? Alcuni studi hanno dimostrato che i banchi dell’ortofrutta rassicurano i clienti, gli ricordano i mercati di una volta. Insomma ci fa sentire quasi a “casa”.Proseguiamo, “Ma dove sono le uova? Ieri erano qui! Sono scappate via?”. La verità è che alcuni alimenti base, come zucchero, sale, uova, sono sistemati in posti poco visibili o vengono spostati di continuo. Non è un caso. Gli esperti di psicologia della vendita sanno che più tempo passi in un su-permercato più cose compri, così cercano di farci girare tra gli scaffali il più a lungo possibile. Il latte e il pane, due ge-neri di prima necessità fra i più comprati sono distanti l’uno dall’altro, in modo da indurci a girare per tutto il locale, così da avere più possibilità di acquisto. “Però, non è male stare qui...” il tempo passa e non te ne accorgi, e come potremmo visto che non ci sono orologi? In più l’illuminazione, i co-lori e la musica di sottofondo così quieta e rilassante. Tutto studiato per farti sentire tranquillo, come in un acquario, lontano dai rumori e dallo stress. Così non ti viene fretta di andartene, e se ci stai più tempo, compri di più.

“Oh, ecco gli spaghetti!”. È la marca che cercavi o è la marca che stanno cercando di vendere di più? Vi chiedete come facciamo a capirlo? Facile, il segreto è nell’altezza! Vuoi ven-dere un prodotto, piazzalo ad altezza occhi: circa 160 cm. Così, messo davanti al naso non possiamo non vederlo. In-somma, te li piazzano davanti al naso. Per lo stesso motivo, i prodotti meno convenienti per chi vende sono molto in basso o molto in alto, dove è più difficile raggiungerli.“Ora è veramente tardi, andiamo a casa”, mica è cosi sem-plice, c’è la fila! Toh, guarda. Vicino alla cassa ci sono cioc-colatini, ovetti, gomme che sbiancano i denti, pile, lamette, dolcetti... Sai perchè sono lì? La prossima volta che vai al su-permercato facci caso, guarda le mamme con i bambini pic-coli. Vedrai che battaglie! “Mamma, mamma lo vogliooo!!” E giù lacrime e strilli assortiti! La mamma, lì in fila, in mezzo alla gente, si vergogna dei capricci dei pupi e il più delle volte cede. “Eccoti accontentato, purché la finisca”. E sono tutti felici: la mamma che ha zittito il figlio, il figlio che l’ha spuntata sulla mamma e gli esperti di marketing che hanno visto cadere un pesce nelle loro reti! E sai qual è il peggio? Questi stessi prodotti negli scaffali erano venduti in offerta convenienza a un prezzo più basso!.A proposito di fila... Avete notato che se ne fa sempre almeno qualche minuto? Tranquilli, è fatto apposta. Levano e met-tono le bellissime cassiere dalla loro postazione in base al numero dei clienti. Inutile dirvi perché.Ok, non fasciamoci la testa però. Loro sono furbi, ma noi lo siamo altrettanto e possiamo trovare le giuste contromisure.

Qualche suggerimento non guasterà

Andate al supermercato a stomaco pieno. Quan-do abbiamo fame tendiamo a comprare più di ciò che ci serve.Andate al supermercato con una lista di ciò che veramente vi serve e fate la spesa in base a ciò che avete segnato.

Buona spesa!

Esperti di psicologia della vendita decidono la disposizione dei prodottiA cura di: Francesco Iarrera - AIDAP Oliveri

psicologia e marketingAIDAP Oliveri

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VENERDÌ 17 MAGGIO 2013

ACCREDITAMENTO ECM | Corso accreditato ECM per medi-ci, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti

SEDE DEL CONVEGNO | Hotel Hermitage - Via Messina, 10 - 20154 MILANO

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONIPOSITIVE PRESS - Gloria Carli - Tel. 045 8103915 E-mail: [email protected] Sito web: www.positivepress.net

CBT-E dei disturbi dell’alimentazione: progressi e sfide futureMilano, 17-18 maggio 2013

WORKSHOP | TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE: TEORIA E PRATICAChristopher G. Faiburn, Università di Oxford, UK

Christopher G. Faiburn è la massima autorità mondiale nel campo dell’evidenza dei disturbi dell’alimentazione. La relazione dell’intera giornata sarà tradotta in contemporanea in lingua italiana.

RELATORI

Banderali Arianna, medico | AIDAP MilanoCalugi Simona, psicologo | AIDAP Empoli e AIDAP FirenzeCamporese Lucia, psicologo | AIDAP PadovaCappelletti Mauro, medico | Presidente AIDAPChignola Elisa, psicologo | Casa di Cura Villa GardaConti Maddalena, psicologo | Casa di Cura Villa GardaDalle Grave Riccardo, medico | Segretario scientifico AIDAP El Ghoch Marwan, medico | Casa di Cura Villa GardaFaillaci Antonino, medico | AIDAP TrapaniFairburn Christopher | Università di Oxford, UKMarchi Igino, psicologo | Casa di Cura Villa GardaPisano Marianna, psicologo | AIDAP VeronaRuocco Antonella, psicologo | Casa di Cura Villa GardaSartirana Massimiliano, psicologo | AIDAP VeronaScutari Cristina, psicologo | Casa di Cura Villa Garda

Convegno Nazionale AIDAP 2013

SABATO 18 MAGGIO 2013

Focus della giornata saranno i progressi e le sfide future della CBT-E dei disturbi dell’alimentazione.

CBT-E APPLICATA A DIVERSI LIVELLI DI CURA- CBT-E ambulatoriale per i pazienti non sottopeso (Elisa Chignola)- CBT-E ambulatoriale per i pazienti sottopeso (Massimiliano Sartirana)- CBT-E ambulatoriale intensiva (Marianna Pisano) - CBT-E ospedaliera (Arianna Banderali)- CBT-E per gli adolescenti (Igino Marchi)- CBT-E progressi e sfide future (Christopher Fairburn)

CBT-E APPLICATA NEL MONDO REALETavola rotonda (Mauro Cappelletti, Antonino Faillaci, Lucia Camporese)

CBT-E APPLICATA AL PAZIENTE GRAVE- Ingaggiare il paziente ambivalente (Maddalena Conti) - Affrontare la mancanza di progressi (Cristina Scutari)- Trattare le complicanze mediche (Marwan El Ghoch)- Affrontare i problemi psicologici coesistenti (Simona Calugi) - Affrontare i problemi psichiatrici coesistenti (Riccardo Dalle Grave)- Prevenire la ricaduta (Antonella Ruocco)

QUOTE D’ISCRIZIONE

SENZA CREDITI ECMTutte le categorie di socio* € 170,00 € 210,00

Figure NON professionaliSENZA CREDITI ECMIngresso 2 giornate € 170,00 € 210,00Ingresso 1 giornata € 100,00 € 150,00

* Soci in regola con la quota associativa AIDAP 2013

Le quote indicate sono già comprensive di IVA e comprendono tutto il materiale didattico che potrà essere scaricato dal sito www.emo-zioniecibo.it.

CON CREDITI ECM(previsti 14 crediti)

Socio operativo AIDAP* € 170,00 € 210,00Socio ordinario AIDAP* € 250,00 € 300,00Sostenitore Professionista AIDAP* € 300,00 € 350,00

entro il15-04-2013

dopo il15-04-2013

Ricordiamo che i corsi non abilitano all’elaborazione di diete o piani ali-mentari o alla cura e al trattamento di patologie in campo nutrizionale, in assenza di precedenti ed adeguati titoli abilitanti secondo quanto disposto dalle leggi vigenti.

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

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L’obesità rappresenta in tutto il mondo un problema di salu-te pubblica e costituisce la causa di molte patologie ad essa correlate. Nel periodo tra il 1980 e il 2008 la prevalenza di obesità nel mondo è raddoppiata. Infatti, considerando come misura di classificazione l’Indice di Massa Corporea (IMC) > 30 kg/m², nel 1980 il 5% degli uomini e l’8% delle donne era obeso, mentre quasi 30 anni dopo la percentuale di obesità era del 10% per gli uomini e del 14% per le donne. I dati at-tuali riferiscono che oltre mezzo miliardo di adulti nel mondo sono obesi (si stimano 297 milioni di donne e 205 milioni di uomini). L’obesità infantile presenta lo stesso ritmo di cresci-ta: nel 1990 il 4,2% dei bambini era sovrappeso od obeso e nel 2010 questa percentuale era arrivata al 6,7%. Il dato pre-occupante riguarda la previsione dei bambini obesi nel 2020: si stima saranno il 9,1%, ossia 60 milioni in tutto il mondo. Inoltre, dal momento che, con molta probabilità, un bambino obeso è un potenziale adulto obeso con tutte le complicanze mediche e psicologiche che questa condizione comporta, la prevenzione diventa una necessità fondamentale.Individuare i determinanti dell’obesità è un passo decisivo per promuovere programmi di prevenzione efficaci basati sui complessi aspetti multifattoriali che sono all’origine dell’o-besità stessa. Inoltre, le interazioni tra i diversi fattori che influiscono sul suo sviluppo sono ancora poco conosciute. Pertanto, è indispensabile affrontare il problema per cercare di rallentare, e possibilmente invertire, il progredire di que-sto fenomeno definito come “pandemia globale” di obesità.Gli studi effettuati per affrontare questo problema hanno preso in considerazione sia i fattori comportamentali sia quelli ambientali allo scopo di contrastare il fenomeno at-traverso strategie di salute pubblica finalizzate alla promo-zione di un’alimentazione sana e all’aumento dei livelli di attività fisica. A tale scopo si è rivelato molto utile l’approccio “ecologico”. È stato descritto come un approccio multilivello (regioni, nazioni, stati, città e quartieri) che prende in con-

Determinanti comportamentali dell’obesità: risultati della ricerca e implicazioni politiche A cura di: Adolfo Fossataro, Stefania Rosi - AIDAP La Spezia

Fonte: Affenito SG, Franko DL, Striegel-Moore RH, Thompson D. Behavioral determinants of obesity: Research findings and policy implications. J Obes. 2012;2012:150732. Epub 2012 Aug 16.

articolo scientifico prevenzione

Donne297

milioni

Oltre mezzo miliardo di adulti nel mondo sono obesi

Uomini205

milioni

siderazione i componenti “multistrutturali” (ambiente, stato socio-economico e relazioni sociali) e i comportamenti legati allo stile di vita (dieta, attività fisica e stress) a diversi livelli istituzionali (scuola, famiglia, governo locale ed enti locali), con l’obiettivo di spiegare le interazioni multiple e complesse legate all’obesità.Tra i fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m² ci sono l’eccessivo introito calorico, la scarsa attività fisica e le in-fluenze ambientali. È stato, inoltre, evidenziato che deter-minati comportamenti alimentari sono associati all’obesità; tra questi il consumo di pasti veloci e fuori casa, l’aumento delle porzioni di cibo, il consumo frequente di bevande zuc-cherate e l’abitudine da parte di molti a non fare la prima colazione. Oltre a queste abitudini non salutari, sono state individuate alcune variabili multistrutturali, come l’ambien-

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[ 12 ] www.aidap.org

te e lo status socio-economico, ritenute responsabili di con-dizionare l’assunzione di cibo e il dispendio energetico. Le influenze ambientali riguardano la vicinanza ai supermercati e ai fast-food, la qualità degli istituti scolastici, l’opportunità di stabilire relazioni sociali con i vicini di casa e la possibilità di accedere a strutture sportive. Queste condizioni, infatti, influiscono molto sul peso degli adolescenti, specialmente quelli appartenenti alle fasce più svantaggiate della popola-zione. Nei Paesi industrializzati lo status socio-economico, il reddito e il livello d’istruzione sono inversamente correlati all’obesità, mentre nei paesi in via di sviluppo la prevalenza di obesità è maggiore tra le persone che hanno uno status socio-economico più elevato e che vivono in aree urbane. Esaminando la potenziale associazione tra lo stato socio-economico, l’ambiente, la presenza di fast-food ed il sovrap-peso, uno studio ha osservato che le caratteristiche del luogo di residenza, come la concentrazione di locali dove si servo-no cibi veloci, la bassa disponibilità finanziaria e le diversità nello stato sociale, rappresentano fattori determinanti sul-la distribuzione territoriale del sovrappeso. L’esposizione ai fast-food è stata anche esaminata tra i giovani in uno studio longitudinale. I risultati hanno evidenziato come le aree con reddito medio familiare più elevato e locali dove consumare cibi veloci sono meno numerosi e più cari siano associate a un ridotto consumo di questi cibi tra gli adolescenti. Questi due studi mostrano l’importanza del ruolo dell’ambiente e dello status socio-economico sulla scelta del cibo. È evidente che sono necessari interventi sociali per poter offrire a tutti la possibilità di reperire cibi sani e di praticare attività fisica. I cambiamenti ambientali e sociali, comprese le abitudini

alimentari, lo stile di vita più moderno, l’urbanizzazione e la globalizzazione della catena alimentare hanno influenzato l’aumento della prevalenza di obesità sia nei Paesi sviluppa-ti che in quelli in via di sviluppo. Usando i dati trasversali di uno studio nazionale è stato osservato che poco più del 60% di Palestinesi tra 18 e 64 anni era sovrappeso (38%) od obeso (24,4%) e l’obesità era prevalente nelle aree urbane. Mentre lo studio non ha permesso ai ricercatori di esami-nare i potenziali fattori che contribuiscono alla prevalenza di obesità, i risultati hanno, invece, chiarito come i cambia-menti nel consumo di cibo e nella pratica sportiva siano la conseguenza dell’urbanizzazione. Le variabili demografiche come l’età, il livello d’istruzione, il sesso e lo stato civile sono anch’esse associate all’IMC. Rispetto agli uomini, più alti li-velli di obesità e ridotta attività fisica sono stati riscontrati tra le donne Palestinesi meno istruite. È interessante nota-re che questo studio ha riscontrato che l’associazione fatto-ri socio-economici/obesità cambia in relazione al sesso e al grado d’istruzione (un alto livello d’istruzione è associato ad un maggior rapporto vita/altezza negli uomini, mentre nelle donne avviene il contrario). Gli stessi autori ipotizzano la mancanza di impianti sportivi come un potenziale fattore che contribuisce all’obesità tra le giovani donne in Palestina. È da chiarire se le donne palestinesi con più alto livello d’i-struzione possano avere più facilmente accesso, rispetto alle altre donne, a strutture sportive. La mancanza di esercizio fisico potrebbe essere un possibile meccanismo che lega un basso stato socio-economico con alti livelli di obesità. Quan-do si interpretano questi risultati bisogna, però, tenere in considerazione l’aspetto culturale e l’atteggiamento di queste

influenze ambientali

vicinanza a supermercati e fast-food

eccessivo introito calorico

qualità degli istituti scolastici

opportunità di stabilirecontatti con i vicini di casa

possibilità di accederea strutture sportive

OBESITÀ

aumento delleporzioni

pasti veloci e fuori casa

abitudine a non fare colazione

consumo di bevande zuccherine

Alcuni fattori che favoriscono un IMC > 30 kg/m2

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

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ragazze circa lo sport e l’attività fisica all’aperto. Inoltre, nei Paesi in via di sviluppo, le ragazze sono più occupate nelle faccende domestiche e meno in attività ludiche rispetto alle coetanee dei paesi industrializzati. La letteratura scientifi-ca suggerisce, ancora, che le persone con uno status socio-economico più elevato, oltre ad aver più facilmente accesso a strutture sportive, hanno la possibilità di acquistare cibi più salutari e consumano meno frequentemente cibi veloci. Il costo elevato del cibo è un ostacolo ad un’alimentazione sana, pertanto, le persone con più disponibilità economi-che hanno maggiori risorse per proteggersi da un ambiente obesogenico. Le influenze sociali, quindi, favoriscono lo sviluppo dell’obe-sità attraverso numerosi meccanismi: la modificazione delle abitudini alimentari e dello stile di vita, la maggiore disponi-bilità di cibo, la globalizzazione dei mercati e l’urbanizzazio-ne. Ulteriori indagini sono comunque necessarie per chiarire i meccanismi che legano lo status socio-economico all’obesi-tà. Questo aspetto ha implicazioni politiche profonde, spe-cialmente se sono necessarie risorse pubbliche per superare le barriere economiche al fine di combattere l’obesità.La tecnologia ha supportato alcuni ricercatori canadesi nell’ottenere i dati relativi a 59 scuole pubbliche e private di Alberta (Canada) per osservare, attraverso il web, i fattori comportamentali che influiscono sul peso e sull’attività fi-sica tra gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori. Uno studio recente ha riscontrato che gli studenti normo-peso consumavano la prima colazione e spuntini più equi-librati, ossia più ricchi di carboidrati e fibre, assumevano

meno grassi e svolgevano maggior attività fisica rispetto agli adolescenti obesi. Una migliore comprensione circa l’asso-ciazione tra comportamenti alimentari e peso corporeo deve tenere in considerazione anche la potenziale influenza di altri fattori che riguardano il cibo, come la praticità nella preparazione, la palatabilità e il basso costo che possono influenzare la scelta finale dei consumatori.Oltre ai fattori culturali, è importante considerare anche i fattori individuali e sociali che influiscono sul consumo dei pasti e che possono spiegare le differenze della prevalenza di obesità tra i sessi. Infatti, uno studio ha riscontrato che per le donne il periodo che intercorre tra l’adolescenza e l’età adulta è critico per l’aumento di peso. Oltre ai cambia-menti fisiologici che avvengono nel corso della maturazio-ne, in questo periodo i giovani acquisiscono più autonomia nella pianificazione dei pasti, nell’acquisto di cibo e nella sua preparazione. I comportamenti alimentari dei giovani sono influenzati anche dai cibi che trovano a scuola, dove trascorrono buona parte della giornata, e non solo a casa. Si evidenzia, quindi, l’importanza dell’ambiente scolastico, sia in termini di disponibilità di pasti e di spuntini sani che nei programmi che promuovono un’alimentazione corret-ta e attività fisica costante. Inoltre, è necessario che anche l’ambiente domestico aiuti i ragazzi a sviluppare abitudini alimentari che permettano il controllo del peso corporeo. Uno studio ha evidenziato che la disponibilità a casa di frut-ta e verdura e gli eventi stressanti influiscono sulla riduzione del consumo di questi alimenti tra le donne americane di origine africana e ispanica, un segmento di popolazione a ri-schio di sviluppare obesità (diminuzione dei livelli di stress sono associati all’aumento del consumo di frutta e verdura). Poiché le diete ipocaloriche finalizzate alla perdita e al man-tenimento del peso corporeo sono ricche in frutta e verdura, i risultati di questo studio sono importanti e possono fornire informazioni per i programmi di educazione alimentare mi-rati a questo target di popolazione. Dai dati ottenuti dalle diverse ricerche, risulta pertanto evi-dente che l’obesità deve essere studiata nel contesto sociale in cui i comportamenti individuali legati al cibo e all’attività fisica vengono messi in atto. L’individuazione dei molteplici stili di vita può essere un mezzo efficace per contrastare l’o-besità, piuttosto che l’analisi di singoli specifici aspetti che favoriscono l’aumento di peso. Quanto sopra esposto si ag-giunge all’evidenza sempre maggiore secondo cui un corret-to stile di vita può essere messo in pratica solo se sostenuto dall’ambiente circostante e dai fattori culturali. Abitudini alimentari scorrette e bassi livelli di attività fisica sembra-no molto diffuse, nell’immediato favoriscono l’aumento di obesità e nel lungo termine predispongono all’insorgenza di malattie croniche: per questo motivo, è necessario av-viare iniziative di salute pubblica a vari livelli che tengano in considerazione le variabili che influenzano le abitudini alimentari e la pratica sportiva.

L’obesità deve essere studiata nel contesto sociale in cui i comportamenti individuali legati al cibo e all’attività fisica vengono messi in atto

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[ 14 ] www.aidap.org

Valutazione dell’efficacia di un programma di prevenzione selettiva per i sintomi dei disturbi dell’alimentazione e per l’aumento di peso non salutare rivolto a studentesse di istituti di formazione superioreA cura di: Antonella Ruocco e Elisa Chignola - Casa di Cura Villa Garda

Fonte: Stice E., Rohde P., Shaw H., Nathan Marti C. (2011). Efficacy trial of selective prevention program targe-ting both eating disorder symptoms and unhealthy weight gain among female college students. J Consult Clin Psychol, vol. 80, n°1 164-170.

articolo scientifico prevenzione

I disturbi dell’alimentazione e l’obesità costituiscono feno-meni in costante aumento e comportano una notevole com-promissione della qualità della vita, nonché un aumentato rischio di patologie associate e di mortalità. Pertanto i cli-nici si confrontano con l’esigenza di identificare programmi di prevenzione efficaci non solo per i sintomi dei disturbi dell’alimentazione, ma anche per l’aumento di peso non sa-lutare. Gli studi indicano che quattro programmi di preven-zione hanno ridotto sia i sintomi dei disturbi dell’alimenta-zione sia l’aumento di peso non salutare. Per esempio, un programma di prevenzione universale della durata di 26 ore, che promuoveva una limitata esposizione ai media, una dieta salutare, un’attività fisica regolare, ha ridotto i com-portamenti di controllo del peso non salutari (per esempio il vomito, l’uso di pillole per dimagrire) e l’indice di massa corporea (IMC) tra le femmine preadolescenti, ma non tra i maschi. Tuttavia, solo il programma di prevenzione selettiva della durata di tre ore, Peso Salutare, di Stice e collaboratori, ha prodotto una riduzione a lungo termine dei sintomi dei disturbi dell’alimentazione, dell’IMC e dell’insorgenza di fu-turi disturbi dell’alimentazione e dell’obesità. Il programma promuove piccoli cambiamenti salutari, che possano essere mantenuti nel tempo, sia nell’alimentazione (introito ca-lorico) sia nei livelli di attività fisica in giovani donne con preoccupazioni per l’immagine corporea. Questo intervento ha ridotto i sintomi dei disturbi dell’alimentazione e l’IMC rispetto al gruppo controllo e a interventi alternativi a tre anni di follow-up. Ha inoltre ridotto l’insorgenza dei distur-bi dell’alimentazione, rispetto al gruppo controllo, a tre anni di follow-up e dell’obesità, rispetto al gruppo controllo o a

interventi alternativi, a un anno di follow-up e, rispetto al gruppo controllo, a tre anni di follow-up.Poiché gli effetti di Peso Salutare erano di moderata entità, i ri-cercatori hanno cercato di potenziare il programma nella ver-sione Peso Salutare 2. Quest’ultima versione prevede l’aggiunta di principi di nutrizione, con l’intento di facilitare cambia-menti salutari nell’alimentazione (per esempio la sostituzione di cibi ad alto contenuto calorico con cibi a basso contenuto calorico, la riduzione delle dimensioni delle porzioni, ecc.), e di attività fisica (es: programmazione settimanale di eserci-zi, rendere più attiva la routine quotidiana, ecc.). Inoltre, per consolidare i cambiamenti salutari acquisiti, è stata aumentata la durata dell’intervento da tre a quattro sedute di un’ora.Stice e collaboratori, con uno studio controllato e randomiz-zato pubblicato su Journal of Consulting and Clinical Psy-chology, si sono posti l’obiettivo primario di verificare se i partecipanti al programma di Peso Salutare 2 mostravano una maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell’alimenta-

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

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zione e dell’IMC a fine intervento e a sei mesi di follow-up, rispetto a un gruppo controllo. Hanno verificato inoltre gli effetti di questo intervento sull’introito calorico, sulla restri-zione dietetica, sui livelli di attività fisica, sul livello di soddi-sfazione corporea e sul tono emotivo dei partecipanti. Nello studio sono state coinvolte 398 giovani donne (età media 18 anni; IMC medio 23,7; etnicità bianca 83%, la-tina 8%, asiatica, 7%, nera 2%) che frequentavano istituti di formazione superiore. Le studentesse, con preoccupazioni per l’immagine corporea, sono state reclutate per partecipare a uno studio sull’accettazione corporea attraverso l’utilizzo di mail, volantini e opuscoli. I ricercatori si sono focalizzati su questa popolazione poiché maggiormente a rischio di au-mentare di peso e di sviluppare disturbi dell’alimentazione. I soli criteri di esclusione sono stati la presenza di una dia-gnosi per anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata. Le partecipanti sono state randomizzate casualmente all’in-tervento Peso Salutare 2 o a una condizione di controllo. L’in-tervento Peso Salutare 2 consiste in quattro incontri di grup-po (6-10 partecipanti), della durata di un’ora, con frequenza settimanale (per quattro settimane consecutive), condotti da clinici laureati (si veda la descrizione del programma in Ta-bella 1). I conduttori hanno letto il manuale dell’intervento e hanno frequentato un seminario di formazione di quattro ore. Per la condizione di controllo, alle partecipanti è stato fornito un opuscolo educativo, “Dieci Passi per un’Immagi-ne Corporea Positiva”, promosso dall’Associazione Nazionale Americana dei Disturbi dell’Alimentazione.

Tutte le partecipanti sono state valutate prima dell’intervento (basale) a fine intervento (post-test) e a sei mesi di follow-up. Sono stati valutati i sintomi del disturbo dell’alimentazione at-traverso l’Eating Disorder Diagnostic Interview, l’IMC, il con-sumo di specifici cibi attraverso il questionario Block Food Frequency Questionnaire, la frequenza dei comportamenti dietetici attraverso la Ducht Restrained Eating Scale, i livelli di attività fisica attraverso il Paffenbarger Activity Questionnaire, l’insoddisfazione corporea attraverso la Body Dissatisfaction Scale, i sintomi della depressione maggiore attraverso la Sche-dule for Affective Disorders and Schizophrenia for School-Age Children, la quantità di pressioni ad essere magre che si perce-piscono dalla famiglia, dagli amici, dai partner e dai media at-traverso la Perceived Sociocultural Pressure Scale, il dispendio energetico e l’introito calorico.I risultati dello studio indicano una buona aderenza al pro-gramma; in totale il 67% delle partecipanti ha frequentato tut-te e quattro le sedute, il 18% ha frequentato tre sedute, il 5% due sedute e il 10% una seduta.Le partecipanti all’intervento Peso Salutare 2 hanno mostrato una maggiore riduzione dei sintomi dei disturbi dell’alimenta-zione a fine intervento, ma non a sei mesi di follow-up. Questo dato è rilevante, in quanto solo pochi programmi di preven-zione hanno ridotto i sintomi dei disturbi dell’alimentazione. L’intervento Peso Salutare 2 presenta, però, il vantaggio di avere una durata di sole quattro ore rispetto ai programmi di pre-venzione universale di 16-26 ore. I partecipanti all’intervento hanno anche mostrato minori incrementi di IMC a sei mesi di follow-up (ma non al post-test); ciò suggerisce che i cambia-menti comportamentali a seguito dell’intervento, favorendo il mantenimento di uno stile di vita sano, hanno contribuito a ridurre il rischio di un aumento di peso non salutare. Il fatto che questo programma di prevenzione abbia prodotto effetti significativi sia sui sintomi dei disturbi dell’alimentazio-ne sia sull’IMC è incoraggiante. Tuttavia, l’effetto sui sintomi del disturbo dell’alimentazione non è stato significativo a sei mesi di follow-up, e l’effetto sull’IMC non è stato significativo al post-test, suggerendo che gli effetti del programma hanno per-sistenza limitata. Può essere stato difficile mostrare un effetto post-test sull’IMC in quanto il cambiamento di peso può essere molto lento. Inoltre, il fatto che l’originale intervento Peso Salu-tare di tre ore abbia prodotto effetti più rilevanti e più persisten-ti sui sintomi dei disturbi dell’alimentazione e sull’IMC (Stice et al., 2008) rispetto all’intervento Peso Salutare 2, implica che l’aggiunta di principi per facilitare un’alimentazione salutare e per aumentare i livelli di attività fisica non ha potenziato gli effetti dell’intervento. Si può ipotizzare, da una parte, che la mancanza di precise linee guida nell’intervento iniziale Peso Sa-lutare possa aver fatto sentire ogni partecipante maggiormente responsabile nel processo di cambiamento; dall’altra, che gli ef-fetti del programma Peso Salutare 2 siano stati più deboli perché le partecipanti erano a più basso rischio (il punteggio medio dei sintomi dei disturbi dell’ alimentazione al basale era più basso e le partecipanti avevano un’età superiore).

Intervento di prevenzionePeso Salutare 2 su398 giovani donne in istituti di formazione superiore

Età media IMC medio 18 anni 23,7

Aderenza al programma

67%

18%

5%

10%

4 sedute

3 sedute

2 sedute

1 seduta

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[ 16 ] www.aidap.org

Lo studio presenta delle limitazioni. In primo luogo, è da con-siderare che per l’introito calorico e per i livelli di attività fi-sica sono state utilizzate misure self-report che mostrano una validità limitata. In secondo luogo, il campione comprendeva studentesse di istituti di formazione superiore di etnia preva-lentemente bianca, pertanto sarebbe utile estendere i risultati a popolazioni diverse sia per etnia sia per livello di formazio-ne. In terzo luogo, il campione era composto esclusivamente da giovani donne, il che non implica che i risultati possano essere estesi ai giovani maschi. Dal punto di vista clinico è interessante e innovativo che un programma di prevenzione di breve durata abbia prodotto una riduzione dei sintomi dei

disturbi dell’alimentazione e dell’IMC. Tuttavia, la diffusione in altre popolazioni e la raccolta di ulteriori dati sarà essenzia-le per migliorare l’efficacia di questo intervento. Si ritiene anche che l’aggiunta di procedure per indurre disso-nanza cognitiva potrebbe potenziare gli effetti del programma. Inoltre può essere vantaggioso progettare futuri interventi che affrontino le emozioni negative, in quanto rappresentano un fattore di rischio sia per l’aumento di peso che per i disturbi dell’alimentazione. Infine, i risultati di questo intervento sono incoraggianti, tuttavia è necessario un perfezionamento conti-nuo, per riuscire a prevenire con maggior efficacia sia i disturbi dell’alimentazione che l’obesità.

Tabella 1. Descrizione dell’intervento Peso Salutare 2Le partecipanti vengono invitate a ridurre i comportamenti non salutari di controllo del peso che aumentano il rischio di insorgenza dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione. L’obiettivo è quello di creare un bilanciamento tra calorie introdotte e consumate attraverso piccoli cambiamenti, ma duraturi, nell’alimentazione e nei livelli di attività fisica. Le partecipanti sono invitate ad affermare pubblicamente il loro impegno a intraprendere questi cambiamenti. Alle partecipanti viene spiegato che il loro obiettivo è il perseguimento di un ideale di peso salutare (non di un ideale di magrezza). In questa prima seduta vengono discussi alcuni principi per migliorare l’introito calorico (sostituire cibi non salutari con altri salutari; mangiare carboi-drati complessi ad alto contenuto di acqua all’inizio dei pasti per esempio zuppe, frutta, insalata; ridurre le dimensioni delle porzioni; mangiare ai pasti con meno varietà di cibo e tenere in casa solo cibi salutari). Inoltre vengono discussi i principi per aumentare i livelli di attività fisica (programmare settimanalmente l’attività fisica; rendere più attiva la routine quotidiana, per esempio facendo le scale, andando a scuola in bicicletta piuttosto che in macchina, diventando più creativi su come fare a esercitarsi, facendo lavori in giardino). I partecipanti vengono esortati a definire una sfida comportamentale per iniziare ad apportare cambiamenti salutari nell’alimentazione e nei livelli di attività fisica. Per la settimana successiva i partecipanti completano un diario alimentare e dell’attività fisica, per tre giorni, con l’obiettivo di apportare un piccolo cambiamento nella loro dieta e nei livelli di attività fisica.

Per motivare le partecipanti al cambiamento vengono coinvolte in una discussione circa i benefici associati al mante-nimento di un peso salutare. Successivamente le partecipanti rivedono il diario alimentare e dell’attività fisica e i cam-biamenti intrapresi durante la settimana precedente. Per implementare la motivazione le partecipanti discutono circa l’importanza di sviluppare uno stile di vita attivo ed elencano i benefici associati a una regolare attività fisica. Le parteci-panti discutono i modi per includere una regolare attività nella loro quotidianità, riflettendo su come superare gli eventuali ostacoli. Vengono esortate a non utilizzare comportamenti non salutari di controllo del peso (per esempio fumo) e sono incoraggiate a focalizzarsi sulla fitness corporea anziché sul peso. Tra gli esercizi assegnati viene chiesto di fare una lista di 10 ragioni significative per inseguire l’ideale del peso salutare. Vengono invitate a continuare la compilazione del diario alimentare e dell’attività fisica per impegnarsi in un nuovo cambiamento per la settimana successiva senza dimenticare i cambiamenti già intrapresi.

Con un intento motivazionale, le partecipanti condividono l’esercizio relativo alla lista delle 10 ragioni per inseguire l’ideale di peso salutare (anziché l’ideale di magrezza). Successivamente discutono circa i vantaggi e gli ostacoli che hanno incontrato provando a migliorare l’introito calorico e vengono esortate a affermare pubblicamente il loro impegno per ulteriori cambiamenti salutari nella loro dieta. Sono incoraggiate a sostituire cibi non salutari con frutta e verdura. Viene discussa “l’alimentazione emotiva” e i metodi alternativi per gestire le emozioni. Condividono poi i cambiamenti nei loro livelli di attività fisica intrapresi nella settimana precedente. Viene enfatizzata l’importanza di svolgere esercizi per migliorare la forza, l’elasticità e le funzioni cardiovascolari. Gli esercizi per la settimana sono continuare a compilare il diario alimentare e dell’attività fisica, mettendo in atto un ulteriore cambiamento nella dieta e nei livelli di attività fisica, e mantenendo i cambiamenti già apportati.

Per mantenere la motivazione, le partecipanti condividono i benefici associati al peso salutare e discutono gli effetti po-sitivi dell’intervento di gruppo. Discutono i risultati che hanno ottenuto e gli ostacoli incontrati nel tentativo di migliorare l’introito calorico e i livelli di attività fisica, e propongono altri cambiamenti salutari che possono intraprendere nei sei mesi successivi. Le partecipanti, anche grazie al supporto dei membri del gruppo, individuano strategie per affrontare gli ostacoli al cambiamento e individuano le future sfide comportamentali. Per ridurre il rischio di ricaduta le partecipanti discutono circa i futuri ostacoli che potrebbero bloccare il loro percorso di modificazione dello stile di vita e imparano a distinguere la “scivolata” dalla “ricaduta”. Le partecipanti condividono poi le motivazioni e le aspettative che le hanno spinte a partecipare al gruppo. Viene inoltre chiesto loro di inviare gli esercizi via e-mail, per aggiornare i conduttori circa i progressi fatti nella modificazione dello stile di vita.

SEDU

TA 1

SEDU

TA 2

SEDU

TA 3

SEDU

TA 4

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www.aidap.org [ 17 ]

L’aumentato consumo di bevande zuccherate nell’infanzia e nell’età adulta negli Stati Uniti d’America e in altri Paesi è considerato un potenziale fattore ambientale che ha con-tribuito allo sviluppo della pandemia dell’obesità. È stato calcolato che l’introito di zucchero derivante dalle bevande zuccherate, che sono la più grande singola fonte alimentare di calorie negli Stati Uniti d’America, è circa il 15% dell’in-troito calorico giornaliero in numerosi gruppi di popola-zione. I ragazzi adolescenti negli Stati Uniti d’America, ad esempio, assumono in media 375 kcal al giorno da bevande zuccherate. Queste bevande sono diffusamente pubblicizza-te ai bambini e agli adolescenti e un incremento del loro consumo è stato osservato tra i giovani neri e messicani ame-ricani che sono a più alto rischio di sviluppare l’obesità e il diabete di tipo 2 rispetto ai loro pari di età bianchi.A differenza dei carboidrati ad alto contenuto di fibre, le bevande zuccherate sono povere da un punto di vista nutri-zionale e sono spesso associate con il consumo di cibi ad alto contenuto di sale come quelli assunti nei fast-food. Vari studi hanno evidenziato l’esistenza di un’associazione emergente tra l’aumentato consumo di bevande zuccherate e malattie croniche come l’obesità, il diabete di tipo 2, l’iper-tensione e le malattie delle arterie coronariche. La spiegazione proposta per l’associazione con l’aumento di peso è che le calorie delle bevande zuccherate hanno un bas-so potere saziante ed elicitano una debole risposta dietetica compensatoria rispetto a quando si consuma cibo solido. Le bevande zuccherate possono anche influenzare il peso corporeo attraverso meccanismi comportamentali. Mentre, infatti, l’introito di cibi solidi è caratteristicamente associa-to alla fame, l’assunzione di bevande zuccherate si verifica

spesso in assenza di fame, per soddisfare la sete o per ragioni sociali. Le bevande zuccherate possono avere anche un ef-fetto cronico negativo sul gusto e sull’accettazione del cibo. Gli individui, specialmente i bambini, che consumano abi-tualmente bevande zuccherate piuttosto che acqua possono trovare meno piacevoli e attraenti cibi meno dolci (es. ver-dura, legumi e frutta) con la conseguenza che la loro dieta può diventare di scarsa qualità nutrizionale.

Consumo di bevande zuccherate e aumento di peso: l’associazione è stata dimostrata!A cura di: Riccardo Dalle Grave (AIDAP Verona) e Antonino Faillaci (AIDAP Trapani)

Fonti: - de Ruyter JC, Olthof MR, Seidell JC, Katan MB. A trial of sugar-free or sugar-sweetened beverages and body

weight in children. N Engl J Med 2012;367:1397-406.- Ebbeling CB, Feldman HA, Chomitz VR, et al. A randomized trial of sugar-sweetened beverages and adole-

scent body weight. N Engl J Med 2012;367:1407-16.- Qi Q, Chu AY, Kang JH, et al. Sugar-sweetened beverages and genetic risk of obesity. N Engl J Med

2012;367:1387-96.- Caprio S. Calories from soft drinks--do they matter? N Engl J Med 2012;367:1462-3.

articolo scientifico prevenzione

Le bevande zuccherate possono influenzare il peso corporeo attraverso meccanismi comportamentali

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Ben documentati sono anche gli effetti metabolici negativi di un’eccessiva assunzione di carboidrati raffinati, come l’ele-vazione dei livelli di trigliceridi e della pressione arteriosa e l’abbassamento del colesterolo HDL, fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. L’elevato carico glicemico associa-to con l’assunzione di bevande zuccherate può aumentare il rischio di diabete di tipo 2 causando insulino resistenza e attraverso un effetto diretto sulle cellule pancreatiche delle isole del Langerhans, un’ipotesi supportata dall’osservazione che il consumo di bevande zuccherate, ma non di bevande dolcificate non caloriche, è associato con marker di insuli-no resistenza. Infine, un’altra potenziale spiegazione è l’uso, come ingrediente chiave di molte bevande zuccherate, dello sciroppo di mais ricco di fruttosio. Vari studi hanno dimo-strato che il fruttosio dietetico promuove la lipogenesi e lo sviluppo di insulino resistenza e di conseguenza potrebbe favorire lo sviluppo della steatosi epatica non alcolica e del diabete di tipo 2.I dati a disposizione indicano che l’associazione tra assun-zione di bevande zuccherate e aumento di peso è più forte negli studi longitudinali, rispetto a quelli trasversali, e negli studi non sponsorizzati dall’industria delle bibite. Mancava, però, fino ad oggi un’evidenza conclusiva di questa associa-zione derivante da studi controllati rigorosamente progettati.Tre studi pubblicati sul numero del 21 settembre 2012 della prestigiosa rivista americana New England Journal of Me-dicine hanno fornito nuovi dati a supporto dell’ipotesi che il consumo delle bevande zuccherate possa influenzare lo sviluppo dell’obesità.

Lo studio di Qi e colleghi del Department of Nutrition, Har-vard School of Public Health ha esaminato l’interazione tra assunzione di bevande zuccherate e un punteggio di predi-sposizione genetica calcolato sulla base di 32 loci di Indice di Massa Corporea (IMC) associati con l’obesità in donne e uomini di due ampie coorti e in una coorte indipendente. Lo studio ha fornito una forte evidenza che esiste una signi-ficativa interazione tra introito di zucchero derivante dalle bevande zuccherate e punteggio genetico di predisposizio-ne, obesità e rischio di obesità. I partecipanti con maggiore predisposizione genetica sembrano essere più suscettibili agli effetti avversi dello zucchero delle bevande zucchera-te sull’obesità: un chiaro esempio di interazione gene-am-biente. Lo studio indica la necessità di testare se interventi finalizzati a ridurre il consumo di bevande zuccherate per prevenire l’obesità possa essere più efficace negli individui con più elevato punteggio di predisposizione genetica.

Lo studio in doppio cieco di de Ruyter e colleghi del De-partment of Health Sciences, EMGO Institute for Health and Care Research, University Amsterdam ha valutato gli effetti sul peso in un ampio campione di studenti normopeso di età compresa tra 4 anni e 10 mesi e 11 anni e 11 mesi. I partecipanti hanno ricevuto a random una scatola a scuola ogni settimana con il loro nome contenente 8 lattine di una bevanda artificialmente dolcificata (0 kcal con 34 mg of su-cralosio e 12 mg of acesulfame di potassio per lattina) o di una bevanda contenente zucchero (104 kcal). Gli insegnanti hanno controllato se i bambini consumavano la lattina du-rante la ricreazione in classe e ricordavano agli studenti di portare a casa le lattine e di berle durante il weekend e le vacanze. I ricercatori, oltre alle variazioni di peso, hanno misurato anche il sucralosio nelle urine come indicatore di aderenza. Sebbene il 26% dei partecipanti non abbia com-pletato lo studio per ragioni non specificate, la ricerca ha evidenziato chiaramente che la sostituzione delle bevande zuccherate con bevande prive di zucchero dolcificate riduce significativamente l’aumento di peso e l’accumulo di grasso nei bambini normopeso dopo 18 mesi.

Ebbeling e colleghi del Boston Children’s Hospital hanno in-vece assegnato a random 224 adolescenti sovrappeso e obesi che consumavano regolarmente bevande zuccherate a un gruppo sperimentale o a un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale ha ricevuto un intervento di un anno che con-sisteva nel recapitare a domicilio bevande non caloriche (es. acqua in bottiglia o bevande “dietetiche”) ogni 2 settimane, nell’effettuare una telefonata motivazionale di 30 minuti con i genitori una volta al mese e 3 visite di controllo di 20 mi-nuti. Inoltre sono stati inviati messaggi scritti di non bere né comprare bevande zuccherate. L’intervento è stato pro-gettato per diminuire il consumo di bevande zuccherate e ha previsto un follow-up di due anni. I punti di forza dello studio sono stati la scelta di effettuare l’intervento nella casa dei partecipanti, dal momento che il maggior consumo delle bevande zuccherate sia nei bambini sia negli adolescenti si verifica nell’ambiente domestico, e l’eccellete tasso di riten-zione (97% a 1 anno e 93% a 2 anni). La differenza nell’out-come primario, il cambiamento dell’IMC a 2 anni tra gruppo sperimentale e controllo, non è risultata significativa, ma a 1 anno sono stati osservati cambiamenti significativi di IMC, in particolare tra gli ispanici.

1 Sugar-sweetened beverages and genetic risk of obesity

2A trial of sugar-free or sugar-sweetened beverages and body weight in children

3A randomized trial of sugar-sweetened beverages and adolescent body weight

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Caprio, nell’editoriale di accompagnamento di del New En-gland Journal of Medicine, ha sottolineato che questi tre trial randomizzati, in particolare lo studio di de Ruyter e collabo-ratori, forniscono un forte impeto per sviluppare raccoman-dazioni e decisioni politiche per limitare il consumo di be-vande zuccherate, al fine di invertire l’incremento di obesità nei bambini. Tale intervento, se avesse successo, potrebbe anche aiutare a prevenire lo sviluppo di diabete di tipo 2 e le sue complicazioni nei giovani. In conclusione, se presi assieme, questi tre studi suggeriscono che le calorie provenienti dalla bevande zuccherate contano, come affermato dall’editorialista dei New England Journal of Medi-cine. Purtroppo questi tre studi sono stati pubblicati subito dopo il ritiro in Italia della proposta del Ministro della Salute Renato Balduzzi di tassare le bevande zuccherate, avvenuta in conseguenza della pressione mediatica esercitata dalle lobby dei produttori delle bevande zuccherate e da opinioni, non basate su dati scientifici, di alcuni nutrizionisti italiani, con-trari alla tassazione. In realtà, uno studio pubblicato sul British Journal of Clinical Nutrition da Ng e collaboratori, ricercatori dell’università del North Carolina, aveva già dimostrato che un aumento del 10% del prezzo delle bevande zuccherate potreb-be diminuire il consumo pro capite di 7,5 millilitri al giorno, corrispondenti a circa un grammo di zucchero. Un altro studio

pubblicato da Aubre in Health Affairs nel 2012 aveva stimato che una tassa di un penny per ounce sulle bevande zuccherate potrebbe prevenire 240.000 casi di diabete per anno, 8,000 casi di ictus e 26.000 morti premature in 10 anni (o 2.600 per anno)! Infine, un editoriale di Brownell del 2009 pubblicato sul New England Journal of Medicine faceva notare come sia-no i più poveri a essere i consumatori principali: “Le bevande zuccherate non sono necessarie per sopravvivere - sottolineava Brownell - e un’alternativa molto più economica, l’acqua, è già a disposizione. Non solo una tassa sulle bevande zuccherate avvantaggerebbe i più poveri dal punto di vista della salute, ma anche abbassando le loro spese”.È ovvio che le decisioni politiche riguardanti le bevande zuc-cherate non vanno considerate isolatamente e dovrebbero essere associate ad altre che promuovono l’educazione della popolazione, la promozione dell’attività fisica e la modifica-zione dell’ambente tossico che espone la popolazione a cibi altamente palatabili, ultraprocessati, ricchi di grassi e a basso costo. Per noi dell’AIDAP è comunque tempo di agire, contra-stando le azioni delle lobby delle bevande zuccherate e sup-portando con forza le raccomandazioni dell’Institute of Medi-cine, dell’American Heart Association, dell’Obesity Society e di molte altre organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti.

AIDAP È A FAVORE DELLA TASSAZIONE DELLE BEVANDE ZUCCHERATE

Per noi dell’AIDAP è tempo di agire e di supportare con forza e implementare le raccomandazioni dell’Institute of Medicine, dell’American Heart Association, dell’Obesity Society e di molte altre

organizzazioni finalizzate a ridurre il consumo di bevande zuccherate nei bambini e negli adolescenti.

LE PIÙ MODERNE PROCEDURE E STRATEGIE DERIVATE DALLA TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE IDEATE PER AIUTARE GLI INDIVIDUI A SVILUPPARE LE ABILITÀ NECESSARIE PER MODIFICARE IN MODO SALUTARE ALIMENTAZIONE, PESO, ATTIVITÀ FISICA E GESTIONE DELLO STRESS.

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L’anoressia nervosa ha un profondo impatto sulla salute fisi-ca e il funzionamento psicosociale. Per tale motivo è impor-tante trattarla precocemente ed efficacemente altrimenti può avere effetti gravi e duraturi. Una particolare forma di tera-pia familiare, chiamata Family-Based Treatment (FBT), è la principale terapia evidence-based indicata per il trattamento dell’anoressia nervosa negli adolescenti. Nonostante ciò la FBT presenta numerosi limiti:1. Non è accettabile per alcune famiglie e pazienti.2. Richiede un lavoro intensivo e di conseguenza costoso.3. Meno della metà dei pazienti risponde al trattamento

una volta completato.Per questi motivi la FBT deve essere modificata per renderla più accettabile ed efficace oppure devono essere trovati ap-procci terapeutici alternativi.La Terapia Cognitivo Comportamentale “Migliorata” (CBT-E) è una potenziale alternativa alla FBT. La CBT-E è un trat-tamento empiricamente validato nella cura di pazienti adulti che soffrono di bulimia nervosa, un disturbo che presenta una psicopatologia sovrapponibile a quella dell’anoressia nervosa. Inoltre, è stata adattata per essere applicabile a qualsiasi tipo di disturbo dell’alimentazione, incluso l’ano-ressia nervosa, ed ha dimostrato di essere associata a un out-come buono in due coorti di pazienti adulti con anoressia nervosa (in totale 99 soggetti) e in una coorte di pazienti ospedalizzati (80 soggetti). La sua utilità nel trattamento de-gli adolescenti non è stata però ancora stabilita. Un recente articolo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Be-haviour Research and Therapy, ha valutato gli effetti della CBT-E negli adolescenti con anoressia nervosa. L’obiettivo generale dello studio è stato stabilire l’efficacia a breve e a lungo termine della CBT-E e valutare se essa possa essere una valida alternativa alla FBT. L’obiettivo specifico dello

studio è stato rispondere a tre domande cliniche: (1) tra gli adolescenti con anoressia nervosa, quanti sono in grado di completare la CBT-E senza la necessità di un ulteriore trat-tamento?; (2) tra i pazienti che concludono la CBT-E, qual è l’outcome?; (3) i cambiamenti ottenuti con il trattamento sono mantenuti dopo la conclusione della CBT-E?Lo studio ha reclutato pazienti adolescenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni che soddisfacevano i criteri diagnostici del DSM-IV per l’anoressia nervosa, ad eccezione del criterio amenorrea. Il trattamento si è svolto in 40 sedute nell’arco di 40 settimane e, come la CBT-E per gli adulti sottopeso, è diviso in tre fasi:

prima fase l’enfasi è stata aiutare i pazien-ti a pensare in modo nuovo al loro stato attuale e ai processi che lo mantengono. Questo interven-to è stato seguito da una dettagliata analisi dei pro e dei contro di affrontare il disturbo dell’ali-mentazione.

seconda fase i pazienti, se lo accetta-vano, sono stati aiutati a recuperare peso e allo stesso tempo ad affrontare la psicopatologia del loro disturbo dell’alimentazione e i processi che la mantengono. Particolare enfasi è stata posta sulla modificazione delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo.

fase finale l’obiettivo è stato aiutare i pa-zienti a mantenere i cambiamenti che avevano ottenuto. Ciò comprende lo sviluppo di strate-gie personalizzate per prevenire la ricaduta dopo un’eventuale scivolata.

Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adolescenti con anoressia nervosa: un’alternativa alla terapia familiare?A cura di: Lucia Camporese - AIDAP Padova

Fonte: Dalle Grave R, Calugi S, Doll HA, Fairburn CG. Enhanced cognitive behaviour therapy for adolescents with anorexia nervosa: An alternative to family therapy? Behav Res Ther, 2012, http://dx.doi.org/10.1016/j.brat.2012.09.008.

articolo scientifico trattamento

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L’unica differenza significativa, rispetto alla CBT-E per gli adulti, è stata il coinvolgimento dei genitori del paziente per facilitare il trattamento. Nei pazienti adulti il coinvolgimen-to degli altri significativi avviene solo se ciò può facilitare l’intervento.Nel presente studio la CBT-E, è stata somministrata in se-dute individuali di 40-45 minuti, precedute da due sedu-te di preparazione di 60 minuti, seguite da una seduta di revisione 20 settimane dopo la fine del trattamento. Nella maggior parte delle sedute il paziente adolescente ha parte-cipato da solo. Il coinvolgimento dei genitori consisteva in una singola seduta di un’ora di valutazione durante le prime due settimane di trattamento e otto sedute di 15 minuti con il paziente e genitori insieme. Queste ultime hanno avuto luogo, subito dopo una seduta individuale con il paziente, alle settimane 1, 4, 8, 12, 20, e 40. L’obiettivo della seduta iniziale con i genitori è stato identificare i fattori familiari che possono ostacolare i tentativi del paziente di cambiare, mentre le sedute successive sono state dedicate alla piani-ficazione dei pasti, alla gestione dei pasti e allo sviluppo di soluzioni a problemi emersi o prevedibili. Altre sedute con i genitori hanno avuto luogo in rari casi in presenza di crisi familiari, di difficoltà estreme durante i pasti o di ostilità dei genitori verso l’adolescente. Il trattamento è stato somministrato da un singolo terapeuta o da un suo sostituto, in caso di sua assenza e i pazienti non hanno avuto alcun input terapeutico aggiuntivo a meno che non vi fosse stata una specifica indicazione (ad esempio, la gestione delle complicanze mediche o di condizioni di co-morbidità psichiatrica).Lo studio ha valutato, prima del trattamento, alla fine del trat-tamento e a 60 settimane di follow-up le seguenti variabili:

(IMC) utilizzando le Center for Disease Control and Pre-vention growth charts (www.cdc.gov/growthcharts) per permettere confronti internazionali.

-ting Disorder Examination Questionnaire (EDE-Q6.0).

Checklist-90 da cui è stato calcolato un Indice di Gravi-tà Globale (GSI).

Dei 49 pazienti elegibili, i 46 che hanno accettato la CBT-E avevano un’età media di 15,5 anni, una durata media del di-sturbo dell’alimentazione di 0,86 anni ed erano tutte femmi-ne di razza bianca. I pazienti erano notevolmente sottopeso, 23 (50%) avevano un centile di IMC <1, e la media (SD) del centile di IMC era 2,86.Anche se l’obiettivo primario di questo studio era di deter-minare la percentuale di pazienti in grado di completare il trattamento ambulatoriale e la loro risposta al trattamento, i dati intent-to-treat dei risultati alla fine del trattamento e a 60 settimane di follow-up sono stati promettenti. I pazien-ti hanno ottenuto un notevole aumento di peso, alla fine del trattamento il centile di IMC è aumentato da 2,86 (SD

Studio degli effetti della CBT-E su adolescenti

49 ragazze di razza bianca

Età tra i 13 e i 17 anni

Media del centile di IMC 2,86

Intervento terapeutico di 40 settimane articolato in 3 fasi:

2 sedute di preparazione

di 60 minuti

40 sedute individuali

di 40-45 minuti

Sessione di revisione 20 settimane dopo la fine del trattamento

Coinvolgimento dei genitori

1 seduta di un’ora durante le prime due settimane di trattamento e 8 sedute di 15 minuti alle settimane 1, 4, 8, 12, 20, 40

Variabili valutate nello studioprima del trattamento, alla fine del trattamento e a 60 settimane di follow-up

peso corporeo e percentile dell’IMC

caratteristiche del disturbo (EDE-Q6.0)

caratteristiche psichiatriche generali (Symptom Checklist-90)

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3,35) a 19,8 (SD 19,2) e a 60 settimane di follow-up è ul-teriormente aumentato (centile di IMC medio 23,6 centile, SD 25,7). Al follow-up il 28,3% (13/46) dei pazienti aveva guadagnato un peso sufficiente per raggiungere il 95% del 50° centile di IMC (peso previsto per la loro età). L’aumento di peso è stato accompagnato da una riduzione della psi-copatologia del disturbo dell’alimentazione e delle generali caratteristiche psichiatriche.

Quasi due terzi dei pazienti hanno completato le 40 sedute di CBT-E (N = 29, 63,0%). I pazienti che richiedevano un trattamento aggiuntivo, sia per lo stato fisico o psicologico sia per la mancanza prolungata di progressi, sono stati classi-ficati come non-responders (N = 9, 19,6%), così come quelli che hanno interrotto il trattamento (N = 8, 17,4%).

I 29 pazienti che hanno completato il trattamento hanno ot-tenuto un notevole incremento ponderale. L’aumento di peso medio è stato di 8,6 kg pari a un aumento del 27,0 percentile di IMC. Un terzo (32,1%, 9/28) ha recuperato peso suffi-ciente per raggiungere il 95% del peso previsto per la loro età e sesso. La psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e le caratteristiche generali psichiatriche sono migliorate in modo sostanziale. Quasi tutti i pazienti (96,6%, N = 28/29) avevano alla fine del trattamento una psicopatologia del di-sturbo dell’alimentazione minima, definita come avere un punteggio globale dell’EDE-Q 1 deviazione standard al di sotto della media comunitaria (<2,77).

Tutti i 29 pazienti che hanno completato il trattamento sono stati rivalutati a 60 settimane di follow-up. In questo periodo solo pochi soggetti avevano richiesto un ulteriore trattamento.Nel complesso le modifiche raggiunte nel corso del tratta-mento sono state ben mantenute. L’aumento di peso è conti-nuato con un incremento di peso medio di 2,22 kg (SD 7,4) dalla fine del trattamento al follow-up e il centile di IMC è passato da una media di 29,4 (16,2) alla fine del trattamen-to a 33,7 (25.4) al follow-up. Altri quattro pazienti hanno raggiunto successivamente il 95% del peso previsto per la

loro età e sesso arrivando al 44,8%. Infine, il 90% (26/29) presentava una psicopatologia del disturbo dell’alimentazio-ne minima.

In conclusione possiamo dire che lo studio ha ottenuto tre principali risultati:

-do di completare la CBT-E senza la necessità di input aggiuntivi.

CBT-E ci sono stati miglioramenti sostanziali del peso e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione.

Questi sono stati mantenuti oltre 60 settimane no-nostante l’esposizione minima a ulteriori trattamenti. Tali dati sono in contrasto con la FBT in cui il trat-tamento aggiuntivo è comune durante il follow up e può contribuire al risultato riportato.

I risultati di questo studio sono molto promettenti e, date le dimensioni e la gravità del campione, l’ampiezza della ri-sposta e il fatto che i cambiamenti sono stati ben mantenu-ti, indicano l’urgenza di eseguire uno studio randomizzato e controllato che confronti la CBT-E e la FBT. Le variabili chiave di interesse dovrebbero includere l’accettabilità per il paziente per i due approcci, la loro efficacia, la loro capacità di produrre un cambiamento duraturo e il loro costo e costo-efficacia. Il fatto che la CBT-E possa essere utilizzata anche con adulti e con tutte le forme di disturbi dell’alimentazione è uno dei punti di forza dell’approccio. Oltre a determinare gli effetti relativi ai due trattamenti, sa-rebbe anche di interesse teorico e d’importanza pratica poter stabilire se ci sono moderatori di risposta al trattamento che potrebbero consentire di indirizzare i pazienti verso la CBT-E o la FBT. Questo non è facile perché i due approcci sono molto diversi nelle loro strategie, nelle procedure e nelle mo-dalità di azione postulate. Mentre la FBT ha una posizione “ateoretica”, la sua natura suggerisce che sia più adatta alle esigenze di giovani pazienti adolescenti. Al contrario, la CBT-E è disegnata per modificare i meccanismi che mantengono la psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e quindi potrebbe evidenziare i suoi effetti maggiori nei pazienti in cui questi processi operano come ad esempio gli adolescenti più vecchi o con più lunga durata del disturbo dell’alimen-tazione. Queste previsioni hanno bisogno di essere verificate in studi controllati e randomizzati.

1

2

3

1 Qual è la percentuale di pazienti che completano la CBT-E?

2 Qual è il risultato, tra coloro che completano la CBT-E?

3 I cambiamenti sono mantenuti nel tempo dopo la CBT-E?

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L’anoressia nervosa negli adulti è stata definita “uno dei più difficili disturbi mentali da trattare”. La riluttanza a ingag-giarsi nel trattamento è comune e, in coloro che accettano il trattamento, l’esito è spesso poco soddisfacente. L’ospeda-lizzazione è essenziale in alcuni casi e in genere determina un aumento di peso, ma ha lo svantaggio di essere un trat-tamento costoso e spesso seguito da una perdita di peso. Un trattamento che produce cambiamenti duraturi sarebbe di grande utilità, specialmente se potesse essere applicato in un setting ambulatoriale. L’anoressia nervosa è, inoltre, difficile da studiare a causa della sua rarità, dei rischi medici associati, dell’alta durata del trattamento e dell’importanza del follow-up per determi-nare se gli effetti del trattamento persistano nel tempo.Nove studi sui trattamenti psicosociali sono stati pubblicati e alcuni di questi sono stati interrotti a causa di difficoltà incontrate durante il reclutamento. Quasi tutti gli studi ave-vano una numerosità campionaria bassa, il numero medio di pazienti per condizione di trattamento era inferiore a 20. Queste sfide metodologiche, insieme ai risultati deludenti o inconcludenti degli studi fatti fino ad oggi, hanno portato alla proposta che i nuovi trattamenti per l’anoressia nervosa dovrebbero essere sottoposti a numerosi test preliminari pri-ma di essere considerati ammissibili alla valutazione in studi randomizzati e controllati. Alternativamente è stato propo-sto che il focus della ricerca dovesse spostarsi dagli adulti al trattamento sugli adolescenti dato che sembra che siano più facili da trattare e da studiare. La terapia cognitivo comportamentale è un potenziale can-didato per il trattamento dell’anoressia nervosa in un set-ting ambulatoriale dato che è il principale trattamento em-piricamente supportato per la bulimia nervosa. La terapia cognitivo comportamentale per la bulimia nervosa è stata

Terapia cognitivo comportamentale migliorata per adulti con anoressia nervosa: uno studio inglese e italianoA cura di: Simona Calugi - AIDAP Firenze e Empoli

Fonte: Christopher G Fairburn, Zafra Cooper, Helen A Doll, Marianne E O’Connor, Robert L Palmer and Riccardo Dalle Grave Enhanced cognitive behaviour therapy for adults with anorexia nervosa: a uk-italy study. Behav Res Ther, 2012, http://dx.doi.org/10.1016/j.brat.2012.09.010.

articolo scientifico trattamento

La terapia cognitivo comportamentale è un potenziale candidato per il trattamento dell’anoressia nervosa in un setting ambulatoriale

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recentemente adattata con l’obiettivo di renderla applicabile a ogni forma di trattamento, compresa l’anoressia nervosa. A tal fine la nuova forma “migliorata” di trattamento (CBT-E) si focalizza sul modificare i meccanismi che mantengono tutte le forme di psicopatologia del disturbo dell’alimenta-zione. Il trattamento è stato testato in due studi indipendenti nei quali ha prodotto cambiamenti duraturi in pazienti con disturbo dell’alimentazione non significativamente sottope-so, indipendentemente dalla loro diagnosi DSM. L’utilità del trattamento per i pazienti con anoressia nervosa deve essere ancora stabilita.Alla luce della raccomandazione secondo cui nuovi tratta-menti per gli adulti con anoressia nervosa richiedono appro-fondite valutazioni preliminari, in questo lavoro sono stati studiati gli effetti della CBT-E in due campioni di pazienti

Studio degli effetti della CBT-E

99 pazienti divisi in 2 campioni

50 in Inghilterra 49 in Italia

Età media 24 anni

Durata media della malattia 3 anni

Intervento terapeutico di 40 settimane articolato in 3 fasi:

40 sedute di 50 minuti ciascuna

Valutazione all’inizio del trattamento, alla fine del trattamento e 60 settimane dopo la dimissione

misurazione del pesocalcolo dell’IMCmisurazione della psicopatologia specifica (EDE e EDE-Q)misurazione della psicopatologia generale (BSI)

gravemente compromessi. Molti di questi pazienti erano nel-la condizione di poter essere ricoverati. La scelta di includere pazienti significativamente sottopeso serve a testare le po-tenzialità del nuovo trattamento. Lo studio è stato effettuato per rispondere a quattro quesiti clinici:1. Tra gli adulti con marcata anoressia nervosa, qual è la

percentuale di pazienti in grado di completare questo trattamento ambulatoriale?

2. Tra coloro che completano il trattamento, qual è l’esito?3. I cambiamenti sono mantenuti?4. Ci sono delle variabili in basale che predicono il com-

pletamento del trattamento?Studiando due campioni indipendenti di pazienti gli autori sono stati in grado di determinare la consistenza nella rispo-sta alla CBT-E. I due campioni di pazienti sono stati reclutati uno in In-ghilterra e uno in Italia. Entrambi soddisfacevano i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa, anche se il criterio amen-norea non è stato richiesto per la diagnosi. L’intervento te-rapeutico è articolato in tre fasi. Nella prima fase l’enfasi è posta sull’aumento della motivazione al cambiamento; nella seconda il paziente viene aiutato a recuperare peso affron-tando contemporaneamente la psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione; nella terza fase il paziente viene aiutato a sviluppare strategie personalizzate per identificare e modificare ogni difficoltà residua prima della fine della te-rapia e per gestire una potenziale ricaduta.Per questa ricerca è stata utilizzata la versione focalizzata della CBT-E dato che ha mostrato maggiore utilità clinica rispetto alla versione allargata. Il trattamento prevede 40 sedute della durata di 50 minuti cia-scuna da effettuarsi con un unico terapeuta, in 40 settimane. La valutazione, effettuata prima dell’ingresso, alla fine del trat-tamento e 60 settimane dopo la dimissione, comprende la mi-surazione del peso e il calcolo dell’IMC, la misurazione della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione attra-verso l’Eating Disorder Examination interview (EDE) e la sua versione self-report (EDE-Q), la misurazione della psicopa-tologia generale attraverso il Brief Symptom Inventory (BSI). Sono stati reclutati 99 pazienti, 50 in Inghilterra e 49 in Italia, con un’età media di 24 anni e una durata media di malattia di circa 3 anni. Il campione italiano aveva un IMC significativamente più basso e una psicopatologia meno gra-ve del campione inglese. Il primo risultato dello studio riguarda l’incremento di peso alla fine del trattamento. Nel campione totale e utilizzando un’analisi intent-to-treat, l’IMC è passato da 16,1 all’inizio del trattamento a 17,9 alla fine ed è rimasto stabile dopo 60 settimane di follow-up (IMC 17,8). L’aumento di peso è stato accompagnato da una diminuzione della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione e della psicopatologia generale. Gli altri risultati vengono esplicitati attraverso la risposta ai quattro quesiti clinici:

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Due terzi dei pazienti (63,6%) in entrambi i centri ha com-pletato le 40 settimane di trattamento. Solo un terzo dei pa-zienti, quindi, non ha completato il trattamento. Le ragioni che hanno portato al non completamento del percorso te-rapeutico sono due. La prima riguarda una decisione tera-peutica in risposta ad un peggioramento dello stato di salute fisica del paziente o alla mancanza di progressi, la seconda riguarda invece l’interruzione spontanea del paziente. Nel primo caso tutti i pazienti venivano direzionati verso percor-si terapeutici più intensivi.

La risposta al trattamento è stata simile nei due centri. L’au-mento di peso medio è stato di 7,5 kg che corrisponde ad un aumento di 2,8 punti di IMC. Oltre il sessanta percento dei pazienti ha raggiunto un IMC > 18,5. La psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione e la psicopatologia generale sono migliorate significativamente. Quasi il novan-ta percento dei pazienti ha una psicopatologia del disturbo dell’alimentazione residua minima, definita come l’avere un EDE-Q totale inferiore di una deviazione standard rispetto alla media di comunità (< 2,77).

La compliance con il follow-up è molto alta, infatti l’84% dei pazienti che ha completato il trattamento è stato rivalutato dopo 60 settimane. Solo una minoranza dei 63 pazienti che ha completato il trattamento ha richiesto trattamenti aggiunti-vi nel periodo del follow-up: tre pazienti inglesi e due italiani hanno ricevuto trattamenti aggiuntivi e 4 pazienti inglesi e tre italiani hanno ricevuto da una a cinque sessioni “di richiamo”.Nel complesso i cambiamenti raggiunti durante il tratta-mento sono stati ben mantenuti. Si è verificata una leggera riduzione dell’IMC così come della psicopatologia generale e specifica. Come risultato la proporzione di pazienti con IMC > 18,5 è scesa dal 62% al 55%. Allo stesso modo la propor-zione con una psicopatologia residua minima è diminuita dall’87% al 78%.

Non c’è stata una relazione statisticamente significativa tra centro, età, durata del disturbo dell’alimentazione o IMC e completamento del trattamento. Tuttavia il completamento

del trattamento era significativamente associato con la gra-vità della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimenta-zione e con la psicopatologia generale. In particolare coloro con più grave psicopatologia hanno avuto meno probabilità di completare il trattamento. Il punteggio dell’EDE-Q totale, delle sottoscale relative alla preoccupazione per il peso e per la forma del corpo, del BSI e la frequenza degli episodi buli-mici e del vomito erano significativamente più alti in coloro che non hanno completato il trattamento rispetto a coloro che lo hanno completato, con una relazione più forte osser-vata con l’EDE-Q totale, la sottoscala preoccupazione per il peso e la presenza e frequenza degli episodi di vomito. Nella regressione multipla solo la sottoscala preoccupazione per il peso dell’EDE-Q e gli episodi di vomito si mantenevano nel modello con un effetto indipendente.

Lo studio ha tre risultati principali. Il primo è che due terzi dei pazienti, in entrambi i centri, è riuscito a completare que-sto percorso terapeutico. Il secondo risultato riguarda l’esito del trattamento. L’aumento del peso e il miglioramento della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione a fine terapia sono a conferma della qualità e della specificità dell’in-tervento terapeutico. Il terzo risultato è particolarmente inte-ressante e riguarda la stabilità dei cambiamenti ottenuti. No-nostante la minima quantità di trattamento nel post-terapia, i cambiamenti si sono ben mantenuti con soltanto un lieve deterioramento del peso e della psicopatologia specifica. Que-sto risultato è in netto contrasto con gli alti livelli di ricaduta a 12 mesi di follow-up negli studi sull’ospedalizzazione. Due delle principali variabili di esito possono essere con-frontate tra i vari studi. La prima è il completamento del trattamento. In questo studio due terzi dei pazienti hanno completato la CBT-E, un livello di completamento tipico di questa tipologia di pazienti. La seconda variabile è il recupe-ro del peso. Il recupero medio in questo studio, utilizzando un’analisi intent-to-treat è di 5 kg che è superiore a quello di 2,7 kg riportato nell’unico altro studio in cui sia stato va-lutato il cambiamento del peso in pazienti sottopeso trattati in un setting ambulatoriale. Inoltre il cambiamento di peso ottenuto è superiore a quello riportato utilizzando una gene-rica forma di CBT, psicoterapia interpersonale e una forma di management clinico specialistico in un gruppo di pazienti con livelli di gravità inferiori. La ricerca ha alcuni punti di forza. Primo, la raccolta di due campioni paralleli, entrambi di ampie dimensioni per studiare il trattamento dell’anoressia nervosa ha permesso di determi-nare se i risultati possano essere considerati robusti. Secondo, i pazienti sono stati consecutivamente reclutati in cliniche con una lunga esperienza nel trattamento dei disturbi dell’alimen-tazione, ciascuna delle quali fornisce il servizio principale nel-la propria area geografica. È per questo che i risultati ottenuti sono potenzialmente estendibili ad altri centri clinici. Terzo, come notato precedentemente, i casi non sono di lieve gravità. Quarto, in contrasto con molti altri studi, la CBT-E è stata il

Qual è la percentuale di pazienti in grado di completare la CBT-E ambulatoriale?

Tra coloro che completano il trattamento, qual è l’esito?

I cambiamenti sono mantenuti?

Ci sono variazioni in basale che predicono il completamento del trattamento?

1

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solo trattamento psicologico effettuato, nessun altro tipo di intervento è stato messo in atto. Ultimo, i pazienti erano se-guiti per oltre un anno dopo il completamento della CBT-E, periodo in cui la ricaduta è più probabile. Dati i suoi obiettivi specifici, lo studio ha tre principali limi-tazioni. Il primo è che i risultati non possono essere gene-ralizzati a pazienti con IMC al di sotto di 15 o al di sopra di 17,5. Secondo, un periodo di follow-up più lungo dovrebbe essere previsto per determinare la stabilità dei cambiamenti a lungo termine. Terzo, nonostante l’ampia numerosità cam-pionaria rispetto alla rarità della patologia in questione, lo studio ha una potenza statistica modesta per rilevare gli ef-fetti nei due centri. Studi multicentrici più numerosi sono necessari per confermare che gli effetti della CBT-E sono re-plicabili. Da una prospettiva più ampia, l’altra principale li-mitazione è che la CBT-E non è stata confrontata con nessun altro trattamento. Ciò significa che nessuna conclusione può essere tratta relativamente all’efficacia della CBT-E rispetto ad altri approcci terapeutici. Ciò che il presente studio fornisce è un robusta mole di dati sull’esito immediato e al lungo termine dell’uso della CBT-E

per trattare adulti con anoressia nervosa. Due terzi dei pazienti sono stati in grado di completare il trattamento e tra questi c’è stato un sostanziale miglioramento del peso e della psico-patologia del disturbo dell’alimentazione che si mantiene nel tempo. Questi risultati sono sufficientemente promettenti per giustificare la valutazione della CBT-E in un trial randomizzato e controllato. I risultati inoltre confermano che la CBT-E è un trattamento “transdiagnostico” dato che i nuovi dati supporta-no il suo utilizzo nell’anoressia nervosa, nella bulimia nervosa e nei disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati. Può inoltre essere usata con gli adolescenti e durante il ricovero.

Un lavoro molto atteso che mette un tassello importante nel mondo della psicoterapia per i disturbi dell’alimentazione. Il prof. Fairburn da anni porta avanti la ricerca scientifica a soste-gno dell’ipotesi transdiagnostica dei disturbi dell’alimentazione. Con questo studio non solo la teoria trasdiagnostica guadagna in scientificità, ma la CBT-E si dimostra efficace in pazienti con anoressia nervosa, una patologia da sempre considerata molto complessa e resistente al trattamento, soprattutto quando è pre-sente in pazienti adulti.

Il quadro che emerge dalle ricerche sull’efficacia delle di-verse psicoterapie e sui loro metodi, pratiche e contenuti di lavoro, è sicuramente complesso e tiene giustamente conto delle differenze notevoli, dell’efficacia terapeutica e dei diffe-renti quadri psicopatologici.La ricerca appare necessaria sia per gli aspetti scientifici che contribuiscono a motivare gli interessati (pazienti, servizi sani-tari, grande pubblico, società assicurative, ecc.) sia per fattori etico deontologici, oggi quanto mai presenti nella decisione di percorrere un determinato iter psicoterapeutico: si tratta, so-prattutto, di avere sempre rispetto della persona del paziente e delle sue aspettative, oltre che delle sue caratteristiche perso-nologiche, nella prospettiva di rendere auspicabili modalità di

aggiornamento, di valutazione e di monitoraggio delle diverse ipotesi diagnostiche e terapeutiche che vengono utilizzate nel mondo della clinica e della ricerca. In ogni caso la ricerca, accanto alla sottolineatura costante delle necessarie procedure utilizzate, all’evidenziazione del razionale e delle tecniche riscontrabili in ogni psicoterapia, favorisce la rilevanza dell’importanza decisiva della perso-nalità del terapeuta, della sua formazione e competenza, della sua esperienza professionale, fattori che svolgono un’ influenza determinante nel processo terapeutico e nel rag-giungimento di esiti positivi in ogni attività clinica. La ricerca in ambito psicoterapeutico permette, inoltre, di tesaurizzare - potremmo anche dire capitalizzare - i risultati

La terapia interpersonalenei disturbi dell’alimentazioneA cura di: Sergio Colombi - AIDAP Milano 2

Fonte: Murphy R, Straebler S, Basden S, Cooper Z, Fairburn CG. (2012). Interpersonal psychotherapy for eating disorders. Clin Psychol Psychother, 19(2):150-8.

articolo scientifico trattamento

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raggiunti nel corso degli anni, favorendo comparazioni, su-peramento di percorsi obsoleti; in una parola determinando sistematicità, innovazione, progresso. Partendo da queste prospettive epistemologiche e di meto-dologia, l’articolo di Murphy e colleghi del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Oxford, risulta estremamente in-teressante e di grande attualità euristica. Nella loro revisione gli autori riportano i dati del primo studio eseguito dal loro gruppo (Fairburn et al, Arch Gen Psychiatry. 1993;50:419-28) che ha confrontato in un campione di 75 pazienti l’effi-cacia della Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), della Terapia Interpersonale (IPT) e della Terapia Comportamentale (BT). Al follow-up di 12 mesi pochi pazienti (20%) trattati con la BT avevano un outcome buono (interruzione di tutte le forme di abbuffate e purging), mentre i pazienti trattati con la CBT e la IPT avevano ottenuto esiti buoni e comparabili (44% e 35%, rispettivamente), sebbene ci siano state delle chiare differenze temporali nelle modalità di risposta, perché la IPT ha impiegato più tempo per raggiungere i sui effetti pieni. Un altro studio (Fairburn et al., Arch Gen Psychiatry. 1995;52:304-12) che ha esaminato il follow-up a lungo ter-mine (5,8 +/- 2,0 anni) di 88 dei 99 partecipanti a due trial randomizzati e controllati che avevano confrontato la CBT, la BT e la IPT, ha confermato che la remissione (definita come assenza di qualsiasi disturbo dell’alimentazione secondo i criteri del DSM-IV) era significativamente più frequente nei pazienti trattati con CBT o IPT senza differenze significative tra le due forme di terapia, rispetto a quelli trattati con la BT.Infine, uno studio randomizzato e controllato multicentrico che ha incluso 220 pazienti con bulimia nervosa (Agras et al., Arch Gen Psychiatry. 2000; 57:459-66) ha confermato che la CBT è superiore nel tasso di remissione alla fine del trattamento rispetto alla IPT (48% vs 28%), ma che al fol-low-up di un anno non ci sono differenze tra le due forme di trattamento: tra i completers il 40% dei pazienti trattati con CBT e il 27% dei pazienti trattati con la IPT soddisfacevano i criteri della guarigione dalla bulimia nervosa.Sebbene la CBT sia considerata dalle NICE (2004) l’inter-vento di prima scelta per la bulimia nervosa, perché è più rapida nel raggiungere gli effetti rispetto alla IPT, Murphy e colleghi riportano le seguenti ragioni per utilizzare la IPT nel trattamento della bulimia nervosa:

bulimia nevosa e contribuiscono a mantenere il disturbo.

della bulimia nervosa oppure esserne una conseguenza.

della bulimia nervosa attraverso meccanismi differenti quali:- I pazienti diventano più isolati dalla normale influenza

dei pari e come risultato la loro psicopatologia tende a persistere perché non può essere disconfermata.

- Alcune manifestazioni della bulimia nervosa sono di-rettamente mantenute da difficoltà interpersonali: ad esempio sia le abbuffate sia la restrizione dietetica co-

gnitiva tendono a manifestarsi o a essere esacerbate nel contesto di eventi interpersonali avversi.

- Difficoltà interpersonali spesso peggiorano l’autostima, e ciò tende a incrementare gli sforzi del paziente per valutarsi attraverso il controllo dell’alimentazione, del-la forma e del peso.

La IPT, secondo Murphy e colleghi, appare molto indicata come strumento terapeutico atto ad aiutare i pazienti nell’i-dentificare e affrontare le difficoltà interpersonali di questo tipo, rimuovendo le funzioni e i processi che mantengono il disturbo dell’alimentazione, favorendo pertanto la guarigione. È utile e necessario ricordare che da un punto di vista stori-co-critico la IPT si basa sulle idee della scuola interpersonale (fondata da Sullivan) ed inizialmente è stata formulata come terapia breve, in particolare rivolta a pazienti depressi. Inoltre occorre puntualizzare che questa terapia non fa rife-rimento agli aspetti eziologici, quanto piuttosto al focus del trattamento. Si focalizza, infatti, più sulle relazioni attuali che sugli aspetti persistenti, potremmo dire strutturali, della personalità. Il terapeuta svolge un ruolo attivo e di supporto, piuttosto che svolgere funzioni interpretative.La IPT applicata alla bulimia nervosa comprende da 16 a 20 sedute di 50 minuti che coprono 4-5 mesi ed è divisa in tre fasi, ciascuna con i propri obiettivi, strategie e procedure.La fase 1 occupa solitamente 3-4 sedute e ha due obiettivi principali:1. Ingaggiare il paziente nel trattamento e descrivere il razio-

nale e la natura del trattamento. 2. Identificare i problemi interpersonali attuali e scegliere

quei problemi che potrebbero diventare il focus del trat-tamento.

I problemi interpersonali che si presentano più frequente-mente nei pazienti con disturbi dell’alimentazione vengono individuati in quattro aree principali:

Quando viene identificato più di un problema interperso-nale è necessario decidere quale affrontare. La strategia più efficace è rivolta ad affrontare quei problemi la cui risoluzio-

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ne potrebbe avere un maggior impatto sul funzionamento interpersonale del paziente, sulla sua autostima; fondamen-tale è che tali problemi risultino altresì percepiti come tali anche dal paziente.La fase 2 risulta il “corpus” principale della terapia e com-prende 14 sedute settimanali. Gli obiettivi dichiarati sono:

identificato.

Nella fase 3, che occupa generalmente le ultime tre sedute, si affrontano due principali obiettivi:

essere mantenuto

L’articolo giustamente evidenzia la necessità di effettuare ricerche sempre più approfondite sull’utilizzo dell’IPT nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione e per tale moti-vo attendiamo con curiosità i dati del trial appena concluso che ha confrontato la IPT con l’ultima versione migliorata e potenziata della CBT (CBT-E). Questo studio, oltre a con-frontare l’efficacia delle due forme di trattamento nella buli-mia nervosa e nei disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati non sottopeso (in quest’ultimi non è mai stata fino ad ora testata l’efficacia dell’IPT), si pone l’obiettivo ambizio-so di indagare i mediatori del trattamento e cioè attraverso quali meccanismi funzionano le due forme di psicoterapia. Non appena i dati dello studio saranno pubblicati non man-cheremo di discuterli nella nostra rivista.

Terapia cognitivo comportamentale dell’obesitàNapoli, 7-8 giugno 2013

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RELATORE | Dalle Grave Riccardo

ACCREDITAMENTO ECM | per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti

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PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONIPOSITIVE PRESS - Tel. 0458103915 [email protected] - www.positivepress.net

VENERDÌ 7 GIUGNO 201309:00-09:30 Consegna del materiale didattico09:30-10:30 Terapia comportamentale del sovrappeso e dell’obe-

sità: efficacia e limiti10:30-13:00 Terapia farmacologica del sovrappeso e dell’obesità:

efficacia e limiti Terapia chirurgica del sovrappeso e dell’obesità: effi-

cacia e limiti Strategie non chirurgiche per potenziare la perdita di

peso14:00-15:00 La nuova teoria cognitivo comportamentale per la

perdita e il mantenimento del peso15:00-16:00 Organizzazione generale del nuovo programma di

terapia cognitivo comportamentale del sovrappeso e dell’obesità

16:00-17:30 Seduta # 0. Valutazione diagnostica e spiegazione del programma

17:30-18:30 Attività interattiva

SABATO 8 GIUGNO 201309:00-13:00 Fase della perdita di peso: Monitorare l’alimentazione,

l’attività fisica ed il peso corporeo Modificare lo stile di vita Affrontare gli ostacoli alla perdita di peso 14:00-15:00 Fase della perdita di peso: Affrontare gli obiettivi di

peso e gli obiettivi primari15:00-16:00 Fase del mantenimento del peso: Affrontare gli osta-

coli al mantenimento del peso16:00-17:00 Attività interattiva17:00-18:00 Esame ECM

QUOTE D’ISCRIZIONE

Tipologia di iscrizioneentro il

07-05-2013dopo il

07-05-2013

Quota intera NON socio AIDAP € 300,00 + IVA € 360,00 + IVASocio operativo AIDAP* € 150,00 + IVA € 180,00 + IVASocio ordinario AIDAP* € 210,00 + IVA € 252,00 + IVASostenitore Professionista AIDAP* € 240,00 + IVA € 288,00 + IVAIscrizione SENZA crediti ECM € 150,00 + IVA € 180,00 + IVA

* in regola con la quota associativa AIDAP 2013

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 29 ]

Interpretazioni e implicazioni sulla decisione del National Institutes of Health di interrompere il Look AHEAD Trial

Venerdì 19 ottobre 2012 Il National Institutes of Health (NIH) ha an-nunciato la decisione di interrompere prematuramente il “Look AHEAD” (Action for Health in Diabetes) trial. Lo studio aveva l’obiettivo primario di testare se un intervento di perdita di peso basato sulla modificazione

dello stile di vita riducesse il tasso di malattie cardiovascolari, di ictus e di mortalità per malattie cardiovascolari negli individui sovrappeso e obesi con diabete di tipo 2, un gruppo che ha un aumentato rischio per questi eventi. Il Look AHEAD trial è stato condotto in 16 centri degli Stati Uniti e ha reclutato 5.145 individui sovrappeso e obesi con diabete di tipo 2 con un follow-up pianificato di 13 anni. La metà dei pazienti è stata allocata a random a un intervento intensivo di modificazione dello stile di vita (si veda per i dettagli il sito https://www.lookaheadtrial.org) e la metà a un programma educativo e di supporto. Entrambi i gruppi hanno ricevuto le cure mediche di routine dai loro medici. Il Data and Safety Monitoring Board (DSMB) del trial, dopo aver rivisto i dati, ha concluso che non c’erano dif-ferenze tra i due gruppi nel tasso di eventi cardiovascolari fino a 11 anni di follow-up. Poiché è estremamente improbabile che si sviluppi una differenza prolungando il follow-up, il NHI, agendo sulla base delle raccoman-dazioni del DSMB, ha deciso di interrompere l’intervento perché la risposta al quesito primario dello studio era stata raggiunta. È interessante notare che il numero totale di eventi cardiovascolari nei due gruppi di pazienti è molto più basso di quanto previsto.L’AIDAP vuole fornire ai soci e ai lettori di Emozioni e Cibo la sua prospettiva per capire e interpretare la deci-sione presa dal NIH. Il Look AHEAD trial ha monitorato gli effetti dello stile di vita non solo sui tassi di malattie cardiache e ictus, ma anche su un ampio numero di indicatori di salute e di funzionamento. Questo fa sì che lo studio sia una risorsa unica per chi si occupa di ricerca sulla cura della salute. Il fatto che i partecipanti, come affermato dall’NIH, continueranno a ricevere una valutazione del loro stato di salute, aggiunge ulteriore valore allo studio.La decisione di interrompere il trial, sebbene non siano ancora disponibili i dati specifici, non mette in discussione il valore in generale della perdita di peso. La scienza continua a supportare l’idea che la perdita di una modesta quan-tità di peso possa avere notevoli benefici per la salute degli individui in sovrappeso e obesi, anche se sono diabetici. A 4 anni di follow-up, i partecipanti al gruppo di modificazione dello stile di vita avevano ottenuto un calo medio del 6,2% del loro peso iniziale, rispetto allo 0,9% ottenuto dai partecipanti del gruppo di educazione e di supporto. Inoltre, avevano anche ottenuto miglioramenti maggiori nel controllo del diabete (con una riduzione del numero di farmaci usati per il diabete), della pressione arteriosa, della colesterolemia HDL, della trigliceride-mia, del fitness e della mobilità funzionale (con una minore necessità di aiuto per mantenere la mobilità fisica). I resoconti di precedenti follow-up avevano anche trovato maggiori miglioramenti nella qualità della vita e una diminuzione delle apnee del sonno. Tali benefici sono molto importanti per avere una vita più sana e appagante. I dati dei risultati delle ricerche precedenti sono disponibili nel sito https://www.lookaheadtrial.org. È anche da sottolineare che un trial simile eseguito in individui prediabetici (Diabetes Prevention Program http://diabetes.niddk.nih.gov/dm/pubs/preventionprogram/#results) aveva dimostrato che la perdita di peso e la modificazione dello stile di vita avevano ridotto l’incidenza di diabete durante i 10 anni di follow-up: un dato che sottolinea come la modificazione dello stile di vita fornisca anche altri importanti benefici per la salute. La conclusione che si può trarre di dati del Look AHEAD trial è che tra gli individui che sono già diabetici, un intervento di modificazione dello stile di vita che produce una moderata perdita di peso fornisce significativi benefici per la salute, ma non riduce l’incidenza di eventi cardiovascolari rispetto a un intervento educativo edu-cazione e di supporto. La ricerca fornisce anche un esempio importante di come la scienza lavora. Lo studio ha testato un’ipotesi iniziale intuitiva, ma la scienza si basa sull’evidenza e non sulle ipotesi. Per tale motivo l’AIDAP plaude e ringrazia in ricercatori del Look AHEAD trial e il NIH per avere portato avanti uno studio importante e ben condotto che ha fornito ai clinici e ai ricercatori importanti informazioni sugli effetti della perdita di peso basata sulla modificazione dello stile di vita negli individui sovrappeso e obesi diabetici.

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PROGRAMMA

ACCREDITAMENTO ECM | Corso accreditato ECM per medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti, infermieri

SEDE DEL CONVEGNO | Hotel Michelangelo, Via Scarlatti, 33 - 20124 MILANO

ORGANIZZAZIONE E PROVIDER | Via U. Giordano, 37/A - 90144 Palermo - Tel. 091 6818545 - Fax 091 9889354 E-mail: [email protected] - web: www.collagecongressi.it

Terapia cognitivo comportamentale della modificazione dello stile di vitaMilano, 16 febbraio 2013

08:30-09:00 Registrazione dei partecipanti09:00-09:45 Stile di vita e malattie: qual è la relazione? (Riccardo

Dalle Grave)09:45-10:30 Stile di vita e malattie: quando usare la terapia

cognitivo comportamentale e la terapia farmacologica? (Giulio Marchesini)

10:30-10:45 Coffee break10:45-11:15 Strategie per adottare un’alimentazione salutare

(Arianna Banderali)11:15-11:45 Strategie per sviluppare uno stile di vita attivo

(Fabio Soave)

11:45-12:15 Strategie per perdere peso (Marwan El Ghoch)12:15-13:00 Strategie cognitivo comportamentali per mantenere

il peso (Felice Mangeri)13:00-14:15 Lunch a buffet14:15-15:00 Gestione dello stress con il rilassamento muscolare

profondo (Cristina Scutari)15:00-15:30 Gestione dello stress con la terapia cognitivo

comportamentale (Sabrina Marchi)15:30-16:30 Discussione16:30 Questionario di apprendimento e conclusioni

IL CONVEGNO È GRATUITO E A NUMERO CHIUSO. A BREVE VERRANNO APERTE LE ISCRIZIONI.

RELATORI

Banderali Arianna, medico | AIDAP MilanoDalle Grave Riccardo, medico | Segretario scientifico AIDAP El Ghoch Marwan, medico | Casa di Cura Villa GardaMangeri Felice, medico | Ospedale Civile di Gavardo (BS)

Marchesini Giulio, medico | Policlinico S. Orsola-Malpighi BolognaMarchi Sabrina, psicologo | Casa di Cura Villa GardaScutari Cristina, psicologo | Casa di Cura Villa GardaSoave Fabio, fisioterapista | Casa di Cura Villa Garda

Convegno patrocinato da AIDAP

ERRATA CORRIGE

Nel numero 35 di Emozioni e Cibo l’articolo a pag. 16: “Pre-valenza e cause del sovrap-peso e obesità in Italia: la si-tuazione al 2010” non è stato scritto dal Dott. Antonino Faillaci (AIDAP Trapani), ma è stato cu-rato dai dottori Adolfo Fossa-taro e Stefania Rosi (AIDAP La Spezia).

Buon Natale e Felice 2013 dallo staff AIDAP

BachecaAPERTURA NUOVOCENTRO AIDAP

Siamo lieti di annunciare l’aper-tura del nuovo centro AIDAP SALERNO a Ca’ de Tirreni (SA). Facciamo i nostri migliori auguri alla Dott.ssa Fimiani Giorgia.

Maggiori informazioni a pag. 33 o sul sito www.aidap.org

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

UNITÀ DI RIABILITAZIONE NUTRIZIONALEResponsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave Spec. in Endocrinologia e Scienze dell’AlimentazioneE-mail: [email protected] dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata) e dell’obesità grave e/o complicata.

L’unità di Riabilitazione Nutrizionale ha 29 posti letto per il ricovero e nove posti con possibilità di due accessi giornalieri per il trattamento in day-hospital, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.

Il programma si basa su un modello teorico originale di tipo cognitivo comportamentale somministrato da diverse figure professionali (medici, psicologi, dietiste, infermieri professionali). Le procedure terapeutiche applicate inclu-dono la riabilitazione nutrizionale (con l’assistenza a tutti i pasti), la psicoterapia individuale e di gruppo, la terapia della famiglia nei pazienti più giovani.

Il programma di riabilitazione intensiva per l’Obesità grave e/o complicata è indicato per le persone affette da obesità grave (BMI > 40) o associata a severe complicanze mediche e/o psicologiche.

Il programma si basa su un modello teorico cognitivo comportamentale originale condotto da un’équipe multi-disciplinare che include la riabilitazione nutrizionale e fisica, gli incontri psicoeducazionali di gruppo e gli incontri individuali con il medico e lo psicologo (nei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata).

ALTRI SERVIZI

UNITÀ DI RIABILITAZIONE CARDIOVASCOLAREResponsabile: Dott. Pierluigi BaroniSpec. in Malattie dell’Apparato CardiovascolareRiabilitazione post-operatoria per interventi di rivascolarizzazione e sostituzione valvolareTrattamento riabilitativo dell’infarto

POLIAMBULATORI> Servizio nutrizionistico - Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave - Spec. in Endocrinologia e Scienze

dell’Alimentazione> Diagnostica Cardiologica - Responsabile: Dott. Pierluigi Baroni - Spec. in Malattie dell’Apparato Cardio-

vascolare> Diagnostica per Immagini - Responsabile: Dott.ssa Paola Bazzani - Spec. in Radiologia> Servizio di Fisiokinesiterapia - Responsabile: Dott. Sergio Briani - Spec. in Ortopedia e Fisiatria

CASA DI CURA PRIVATA AD INDIRIZZO RIABILITATIVO

37016 Garda - Via Monte Baldo 89 - Telefono (045) 6208611 - Fax 7256132 E-mail: [email protected] - sito web: http//www.villagarda.it

Direttore sanitario: Dott. Giovanni CitarellaIdoneità Nazionale D.S. Ospedaliero - Spec. in Scienze dell’Alimentazione

S.p.A.

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[ 32 ] www.aidap.org

Acicastello (CT)Adrano (CT)AnconaArezzoBresciaCagliariCassino (FR)CatanzaroEmpoli (FI)EnnaFirenzeGenova

La SpeziaLecceMilanoMilano 2ModenaMonzaNapoliOliveri (ME)PadovaParmaPalermoReggio Calabria

Reggio EmiliaRiminiRomaSalernoTorinoTrapaniTrentoTrevisoVareseVerona

RIVISTA EMOZIONI E CIBOÈ la newsletter dell’Associazione, un punto d’incontro tra specialisti e coloro che vogliono condividere i loro problemi, le loro lotte e i loro successi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e obesità.

PREVENZIONEVengono organizzati incontri educativi nelle scuole e altre istituzioni e corsi di formazione per insegnanti, educatori e altri operatori socio-sanitari non specialistici.

SPORTELLO INFORMATIVO- Per dare sostegno e consigli ai familiari - Per dare informazioni sulle cure e i centri terapeutici più vicini

GRUPPI DI STUDIO - Fare ricerca e sperimentazione per contribuire ad aumentare la

conoscenza dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità- Per aggiornarsi sulle nuove evidenze scientifiche internazionali

SITO http://www.aidap.orgDove potete trovare:- Forum. Il luogo d’incontro per chi soffre di disturbi dell’alimenta-

zione o vuole conoscere tali problemi.

- Novità scientifiche e Angolo Informativo. Tutte le notizie su disturbi dell’alimentazione e obesità.

- Convegno Nazionale e Incontri. Convegni, workshop e tavole rotonde.

- AIDAP test-online.1) Eating Attitude test a 26 Item (EAT-26)2) Calcola il tuo Indice di Massa Corporea (BMI)3) Calcola la Spesa Energetica a Riposo o Resting Energy Expen-

diture (REE)- Centri AIDAP. Per trovare la sede AIDAP più vicina.

SITO http://www.emozioniecibo.itÈ la prima rivista elettronica in Italia sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.Emozioni e Cibo online presenta tre diversi livelli di informazione in grado di soddisfare sia il grande pubblico sia lo specialista più esigente.- Modulo “Emozioni e Cibo” - versione online della rivista.- Modulo “Journal Observer” - riporta un riassunto con commen-

to di articoli pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.- Modulo “News RSS” - gli abstract in lingua originale, presenti

nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali.

ATTIVITÀ DELL’AIDAPIndirizzi e referenti delle varie UOL (Unità Operative Locali) AIDAP e attività svolte

AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso), nata nel 1999, è un’associazione indipendente e autonoma senza fini di lucro ed è riconosciuta come socie-tà medico scientifica da FISM (Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane). Ha lo scopo di condividere un certo tipo di conoscenza e cultura nella prevenzione, educazione, trattamento e ricerca dei disturbi dell’alimen-tazione e dell’obesità. Si propone di promuovere e organiz-zare convegni, tavole rotonde, conferenze, gruppi di studio e altre attività di informazione e formazione nel campo me-dico, psicologico, scolastico e sociale.

AIDAP è stata accreditata come partner del Ministero della Pubblica Istruzione per la promozione del piano nazionale per la prevenzione del disagio fisico, psichico e sociale a scuola. Come tale AIDAP ha un ruolo rilevante nella pre-sentazione ed educazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità nelle scuole.

Elenco dei Centri AIDAP

CHE COS’È L’AIDAP

CAGLIARI

TRAPANI

OLIVERI

REGGIO CALABRIA

CATANZARO

PALERMO

LECCE

NAPOLI

CASSINOROMA

GENOVA

LA SPEZIAFIRENZE

ANCONA

MILANOMILANO 2

VERONA

BRESCIATRENTO

PADOVATREVISO

TORINO

VARESE

EMPOLI

PARMA

RIMINI

MODENA

REGGIO EMILIA

ADRANO

AREZZO

MONZA

ACICASTELLOENNA

SALERNO

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 33 ]

Calabria

AIDAP CatanzaroResponsabili: Dott. Tommaso Gioffrè (in alto) e Dott. Giovanni Minutolo (in basso)

Sede: Via Panoramica, 7 88068 Soverato (CZ) Telefax 0967 528522Cell. 335 5325535 - 347 0056700 E-mail: [email protected]

Collabora nello studio il Dott. Massimiliano Scalzo (nutrizionista)

AIDAP Reggio CalabriaResponsabile: Dott. Giovanni Minutolo

Sede: Via R. Willermin, 1 89123 Reggio CalabriaTel. 0965 25864 - Cell. 347 0056700Telefax 0966 474400E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: da lunedì a sabato 9:00-13:00 e 17:00-19:30

Attività svolte:

informazione, gratuiti, nelle scuole del territorio rivolti a studenti, genitori e insegnanti.

la divulgazione informativa e scientifica sui disturbi dell’alimentazio-ne e obesità.

e partecipazioni a convegni organizzati da Associazioni ed Enti del territorio. È attivo uno sportello d’ascolto gratuito dal lunedì al sabato.

ovvero: pasti assistiti in ambulatorio (pranzo, merenda e cena), se--

loga e una dietista.

Campania

AIDAP NapoliResponsabile: Dott.ssa Rosa Mennella

Sede: Via Salvo D’Acquisto, 17180042 Boscotrecase (NA)Tel. e Fax 0815374177 Cell. 338 5940931E-mail: [email protected]

Attività svolte:-

formazione sui disturbi dell’alimentazione e del peso (previo appun-tamento).

dell’alimentazione nelle scuole del territorio.

per studenti, genitori, insegnanti sui temi legati all’obesità e ai di-sturbi dell’alimentazione.

AIDAP SalernoResponsabile: Dott.ssa Fimiani Giorgia

Sede: Corso Umberto I, 203 84013 Cava de’ Tirreni (SA)Tel. e Fax 089 9951640Cell 335 1091918E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: da lunedì a venerdì 9:00-12:30 e 15:30-19:30

Collabora nello studio la Dott.ssa Rosaria Grassi (psicologa e psicoterapeuta)

Attività svolte:-

to e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’o-besità (previo appuntamento).È attiva una collaborazione con quotidiani e periodici locali per la pubblicazione di articoli sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e su tematiche riguardanti l’alimentazione e lo stile di vita.

la diffusione di informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e ad un corretto stile di vita.

sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.

rivolti a studenti, insegnanti e genitori, sui temi legati ai disturbi dell’alimentazione e all’obesità.

Emilia Romagna

AIDAP ModenaResponsabile: Dott.ssa Maria Pia Bagnato Bulgarelli

Sede: Via Franklin, 7 - 41124 ModenaTel. 059 6138595 Cell. 348 9694333E-mail: [email protected]

Attività svolte:È attivo lo sportello di ascolto che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sui percorsi di prevenzione e cura, sui centri terapeutici AIDAP. Per appuntamenti telefonare al nume-ro 348 9694333.

medie superiori, sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimen-tazione.

AIDAP ParmaResponsabili: Dott.ssa Lorella Fornaro (in alto) e Dott.ssa Carlotta Bocchi (in basso)

Sede: Strada Inzani, 5 - 43100 ParmaTel. e Fax 0521 237644E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: lunedì-venerdì 9:00-13:00 e 15:00-19:00mercoledì 9:00-12:00 (sportello di ascolto su appuntamento)

Collabora nello studio la Dott.ssa Lisa Reverberi

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

[ 34 ] www.aidap.org

Attività svolte:-

zione e sull’obesità rivolti al grande pubblico.È sempre attiva la collaborazione con alcuni giornalisti per interviste e articoli pubblicati sui quotidiani della città.È iniziata una collaborazione con un’associazione onlus di donatori di sangue e con una società sportiva di calcio per diffondere infor-mazioni e materiale scientifico sull’alimentazione e su un corretto stile di vita.È attivo lo sportello di ascolto e informazione il mercoledì dalle 9 alle 12 (su appuntamento).

AIDAP Reggio EmiliaResponsabile: Dott.ssa Lisa Reverberi

Sede: Via A. De Gasperi, 44 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 555514 - Fax 0522 334906E-mail: [email protected],[email protected]

Orario di segreteria: lunedì e sabato 9:00-12:00 martedì-mercoledì-venerdì 13:30-18:30

Collabora nello studio la Dott.ssa Lorella Fornaro

Attività svolte:-

to e di informazione gratuito sui disturbi dell’alimentazione e sull’o-besità (previo appuntamento).

-fondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obe-sità e a un corretto stile di vita.

AIDAP RiminiResponsabili: Dott.ssa Manuela Marchini (in alto) e Dott. Amelio Marchi (in basso)

Sede: Via G. Perlasca, 15 - 47900 Rimini Tel. 0541 478485 - Cell. 329 3790844E-mail: [email protected]

Seguici su Facebook

Attività svolte:-

zione e diffusione di materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione e del peso e sui per-corsi di prevenzione e di cura. Il lunedì mattina è possibile effettuare, previo appuntamento, i colloqui informativi.

fornire una consulenza specialistica in relazione al riconoscimento precoce dei disturbi dell’alimentazione e ai percorsi di cura.

agli insegnanti sul tema dei disturbi dell’alimentazione e un ciclo di incontri aperti al grande pubblico sul corretto stile di vita.

scuole medie inferiori e superiori del territorio.

Lazio

AIDAP CassinoResponsabile: Dott. Franco Giuseppe Colella

Sede: c/o Centro di Riabilitazione Neuromotoria s.r.l., L.go MichelozziAngolo Viale Tiziano, 103030 Piedimonte S. Germano (FR)

Tel. 0776 403159 - Fax 0776 402156 - Cell. 339 7380152E-mail: [email protected] - [email protected]

Attività svolte:

grado del territorio con la proposta di progetti educativi sia per gli studenti che per il grande pubblico.

-tori di rischio che favoriscono l’insorgenza dei disturbi dell’alimenta-zione e del rapporto tra attività fisica e qualità della vita.

medicina generale.

sui disturbi dell’alimentazione, sui problemi di sovrappeso ed obesi-tà (previo appuntamento).

AIDAP RomaResponsabile: Dott.ssa Maria Grazia Rubeo

Sede: Via Levico, 9 00198 Roma (RM)Tel. e Fax 06 8840242 Cell. 338 9098603E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: tutti i giorni 24 ore su 24

Collabora nello studio la Dott.ssa Lidia Nevaloro

Attività svolte:È attivo uno sportello d’ascolto per quanti fossero interessati all’in-formazione e alla prevenzione sui disturbi dell’alimentazione e obe-sità (previo appuntamento).

-zione nelle scuole medie e superiori a partire da Ottobre.

pubblico. È richiesta la prenotazione.

Liguria

AIDAP GenovaResponsabile: Dott. Giancarlo Sarno

Sede: Via Ruffini, 10/816128 Genova Tel. 010 5955374 Cell. 335 6942193E-mail: [email protected]

Attività svolte:

medici di base e pediatri allo scopo di fornire criteri idonei sia a una prima diagnosi dei disturbi dell’alimentazione sia al riconoscimento di eventuali altri disturbi sovrapposti (di personalità, depressivi, d’ansia).

-tori ed insegnanti.

AIDAP La SpeziaResponsabile: Dott. Adolfo Fossataro

Sede: Via XXIV Maggio, 152 19124 La Spezia Tel. e Fax 0187 23414E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: da lunedì a venerdì 15:00-18:00

Collaborano nello studio la Dott.ssa Stefania Rosi (dietista) e la Dott.ssa Monica Gomez Ortiz (psicologa e psicoterapeuta)

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 35 ]

Attività svolte:

scuole del territorio rivolti a studenti, genitori e insegnanti.

è attivo uno sportello informativo gratuito che fornisce informazioni sui disturbi dell’alimentazione, sovrappeso e obesità.

Lombardia

AIDAP BresciaResponsabile: Dott. Andrea Benedetto

Sede: Via Milano, 14 - 25126 Brescia Tel. 030-292179 - E-mail: [email protected]

Orario di segreteria:lunedì e giovedì ore 8:30-11:00 martedì e venerdì ore 14:00-18:00

Collabora nello studio: dott.ssa Ornella Pastrengo (psicologa)

Attività svolte:

gratuito d’ascolto e d’informazione sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.

del territorio.-

mative sui temi legati all’obesità e ai disturbi dell’alimentazione.

peso e dello stile di vita.

l’Assessorato allo Sport e al Tempo libero della Provincia di Brescia, per la realizzazione del Progetto S.P.O.R.T. (Salute Passione Onestà Rispetto Territorio), nelle scuole della Provincia di Brescia.

AIDAP MilanoResponsabile: Dott.ssa Arianna Banderali

Sede: Viale Caldara, 23 20122 MilanoTel. e Fax 02-5456738Cell. 339-1785974E-mail: [email protected]

Attività svolte:-

le scuole medie inferiori e superiori del territorio.

AIDAP Milano 2Responsabile: Dott. Sergio Colombi

Sede: Corso Garibaldi, 71 - 20123 MilanoTel. 02 86460962Cell. 339 8898555E-mail: [email protected]

Sportello di ascolto: martedì-mercoledì 16:00-17:00 Cell. 339-8898555 - Tel. 02-86460962

Collabora nello studio la Dott.ssa Francesca Colombi (psicologa)

Attività svolte:-

notazione.

AIDAP MonzaResponsabile: Dott.ssa Maria Grazia Galimberti

Sede: Via Moriggia, 3 20900 Monza Tel. 339 7777811E-mail: [email protected]

Collaborano nello studio la Dott.ssa Chiara Galli (medico endocrinologo), la Dott.ssa Cristina Calderone (psicoterapeuta), la Dott.ssa Vanessa Sangiorgio (nutrizionista) e la Dott.ssa Manuela Caslini (psichiatra)

Attività svolte:È attivo, previo appuntamento, uno sportello d’ascolto e di orienta-mento sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.

secondaria, un progetto rivolto ai genitori e dirigenti scolastici per

e sull’obesità.

AIDAP VareseResponsabile: Dott.ssa Annarita Traini

Sede: Viale Borri, 75 - 21100 Varese Tel. 0332 813456 (per appuntamenti)Fax 0332 813464Cell. 338 3917580 (per informazioni)E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: da lunedì a sabato: 9:00-19:00

Collabora nello studio la Dott.ssa Angela Focarelli (dietista)

Attività svolte:È attivo uno sportello di ascolto e di orientamento gratuito, sia tele-fonico che via e-mail, per fornire informazioni sui problemi dell’obe-sità e dei disturbi dell’alimentazione.

informativi all’interno della Sede.-

tà nelle scuole di ogni ordine e grado.

obesità.

Marche

AIDAP AnconaResponsabile: Dott.ssa Silvia Filipponi

Sede: Via Giordano Bruno, 44 - 60100 AnconaTel. 071 2804116 - E-mail: [email protected]

Collaborano nello studio la Dott.ssa Paola Bartolini e la Dott.ssa Lucia Piccinini

Attività svolte:-

mazione gratuito, su disturbi dell’alimentazione e obesità (previo appuntamento).

(21-22:30) informativo, rivolto in particolare a familiari e amici di per-sone affette da DCA.

nei comuni della provincia di Ancona.-

die inferiori e superiori del territorio.

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

[ 36 ] www.aidap.org

Piemonte

AIDAP TorinoResponsabili: Dott. Mauro Cappelletti (in alto) e Dott.ssa Sara Cappelletti (in basso)

Sede: Via San Francesco da Paola, 3710123 Torino Cell. 338 5077416 (Mauro Cappelletti) Cell. 338 9892040 (Sara Cappellletti)E-mail: [email protected]

Orario di segreteria:lunedì-mercoledì-giovedì ore 16:00-18:00martedì e venerdì ore 10:00-12:00

Attività svolte:

scientifico sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesità (previo ap-puntamento).

incontri rivolti alla popolazione sui temi legati all’alimentazione, all’o-besità e ai disturbi alimentari.

Puglia

AIDAP LecceResponsabili: Dott.ssa Loredana De Luca (in alto), Dott. Salvatore Rizzello (in basso)

Sede: Via Montello, 1 73100 LecceTel. e Fax 0832 244063 Cell. 328 6120205E-mail: [email protected],[email protected]

Orario di segreteria: tutti i pomeriggi dalle 16:00 alle 20:00martedì dalle 9:30 alle 12:00 (Si riceve previa telefonata)

Attività svolte:-

-quio gratuito con l’esperto Aidap (medico e/o psicologo).

-dì dalle 16:30 alle 18:30.È attivo, gratuitamente, lo sportello di ascolto previo appuntamen-to, che fornisce informazioni su: disturbi dell’alimentazione, sovrap-peso e obesità, percorsi di prevenzione e cura, attività dell’Aidap di Lecce sul territorio.

Permanente della Città, ascolta di buon grado chi voglia esprimere un parere, esporre una difficoltà, dare un suggerimento al fine di ot-timizzare e diffondere le strategie di prevenzione e cura dei disturbi dell’alimentazione e dell’obesità.

istituito dall’Assessorato alla Sanità del Comune di Lecce, l’Aidap prosegue settimanalmente con gli incontri di prevenzione nelle scuole, per promuovere, tra l’altro, i nuovi dispenser con frutta, yo-gurt e cibi sani.

Sardegna

AIDAP CagliariResponsabile: Dott.ssa Manuela Biddau

Sede: Via Malpighi, 4 - 09126 Cagliari Cell. 328 3324817 - Fax 070 7731921E-mail: [email protected]

Orario di segreteria: venerdì 16-19

Collaborano nello studio la Dott.ssa Valeria Serra e la Dott.ssa Elisabetta Gasperini

Attività svolte:

attivo uno sportello d’ascolto gratuito allo scopo di fornire informazio-ni sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità, sulle attività del centro, sulle cure e i centri terapeutici più vicini e di illustrare e consegnare materiale informativo scientifico.

-verse scuole superiori della città diretti a studenti e insegnanti.

base sui disturbi dell’alimentazione e del peso.-

fettuare uno screening gratuito sui disturbi dell’alimentazione e del peso.

-ne per familiari ed amici di pazienti affette da DCA.

Sicilia

AIDAP Acicastello (CT) Responsabile: Dott. Tullio Scrimali

Sede: c/o Centro Clinico AleteiaVia Gramsci, 6 - 95021 Acicastello (CT)Tel. 0935 25060, 095 492945Fax 095 7127749 - E-mail: [email protected] web: www.centroclinicoaleteia.it

Attività svolte:Valutazione strumentale integrata, grazie alla attuazione di avanzate metodiche per la Elettroencefalografia Computerizzata, La Psicocar-diologia e la Psicofisiologia Clinica (MindLAB Set).Laboratori per l’area delle emozioni, della auto-regolazione, della co-municazione e del corpo (Body Skill Training e Body Painting). Labo-ratori di Pet-therapy con animali e conduttori formati in Scuole spe-cializzate e di arti-terapie quali musica, pittura, disegno, fotografia, cinema (movie therapy). Attivo anche un laboratorio per una corretta alimentazione presso il quale si impara la pianificazione e la prepara-zione di pasti adeguati, da un punto di vista nutrizionale, quantitativo e qualitativo.Trattamenti individuali e di gruppo; attività di riabilitazione. Sostegno alle famiglie attraverso interventi sistemici e gruppi di auto-aiuto.Valutazione medica, internistica, psichiatrica, psicologica e della di-sabilità.

AIDAP Adrano (CT) Responsabile: Dott. Francesco Iarrera

Sede: Via Casale dei Greci, 5495031 Adrano (CT) Tel. 095 497865 Cell. 320 9117157 E-mail: [email protected]

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 37 ]

AIDAP Enna Responsabile: Dott. Tullio Scrimali (vedi foto AIDAP Acicastello)

Sede: c/o Centro Clinico Aleteia - Via Gramsci, 6 95021 Acicastello (CT) - Tel. 0935 25060, 095 492945Fax 095 7127749 - E-mail: [email protected] web: www.centroclinicoaleteia.it

Attività svolte:Valutazione strumentale integrata, grazie alla attuazione di avanzate metodiche per la Elettroencefalografia Computerizzata, La Psicocar-diologia e la Psicofisiologia Clinica (MindLAB Set).Laboratori per l’area delle emozioni, della auto-regolazione, della co-municazione e del corpo (Body Skill Training e Body Painting). Labo-ratori di Pet-therapy con animali e conduttori formati in Scuole spe-cializzate e di arti-terapie quali musica, pittura, disegno, fotografia, cinema (movie therapy). Attivo anche un laboratorio per una corretta alimentazione presso il quale si impara la pianificazione e la prepara-zione di pasti adeguati, da un punto di vista nutrizionale, quantitativo e qualitativo.Trattamenti individuali e di gruppo; attività di riabilitazione. Sostegno alle famiglie attraverso interventi sistemici e gruppi di auto-aiuto.Valutazione medica, internistica, psichiatrica, psicologica e della di-sabilità.

AIDAP Oliveri (ME)Responsabile: Dott. Francesco Iarrera (vedi foto AIDAP Adrano)

Sede: Piazza Pirandello, 8 - 98060 Oliveri (ME) Tel. 0941 313999 - Cell. 328 3727128E-mail: [email protected] web: www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it

Orario di segreteria: lunedì, mercoledì e venerdì ore 8:30-12:30 e 14:00-18:00

Équipe terapeutica: Dott.ssa Claudia Milazzo, Dott. Stefano Squatrito, Dott.ssa Giusi D’amico, Dott.ssa Viviana Natale

Attività svolte:

dei disturbi dell’alimentazione.-

sti presso il centro), dell’obesità e dei disturbi dell’alimentazione.È attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it un forum di mutuo supporto destinato a pazienti con disturbo alimen-tare e obesità.È attivo tramite il sito www.centrodiriabilitazionenutrizionale.it uno sportello d’ascolto gratuito per avere informazioni sui disturbi ali-mentari e sull’obesità.

pazienti di seguire il programma per la perdita tramite un accesso internet.

formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obe-sità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizioni-sti) che vogliano approfondire le proprie conoscenze sulla CBT.

-sturbi alimentari e sull’obesità indirizzati ai pazienti.

AIDAP Palermo

Responsabile: Dott. Antonino Faillaci

Sede: Via Gambara, 2 - 90135 Palermo - Tel. e Fax 091 551090E-mail: [email protected]

Sportello di ascolto: su appuntamento

Équipe terapeutica: Dott.ssa Erika Cardella, Dott.ssa Rosalba Con-tentezza, Dott.ssa Odette Martinez, Dott.ssa Raffaella Nocito, Dott.ssa Simona Tarantino (psicoterapeute); Dott.ssa Rosa Maria Pizzo, Dott.ssa Vicenta Zito (dietiste); Dott.ssa Maria Stella Aliquò (medico internista e diabetologa)

Attività svolte:

multidisciplinare.-

blico, palestre e scuole di danza.

che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimen-tazione ed obesità.È in fase di organizzazione uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi alimentari e loro familiari, previa prenotazione, all’interno della Sede.

-pani e alla UOL Oliveri, programmi di formazione sulla terapia dei Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti e biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le proprie conoscenze sulla CBT.

AIDAP TrapaniResponsabile: Dott. Antonino Faillaci (a destra)

Équipe: Dott. Paolo Palmeri (dietista) (in piedi), Dott.ssa Maria Barbara (psicologa) (a sinistra)

Sede: Via Salemi, 54 - 91100 Trapani Tel. 0923 554244 - Fax 0923 554244 Cell. 3495742098 - N. verde: 800 192756 Email: [email protected]

Orari di Segreteria: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9:00 alle 11:30. Martedì dalle 16:00 alle 19:00.

Attività svolte:-

blico, palestre e scuole di danza.

che vengono a contatto con persone affette da disturbi dell’alimen-tazione ed obesità.È attivo uno sportello di ascolto per persone con obesità, disturbi dell’alimentazione e loro familiari, previa prenotazione.

disturbi dell’alimentazione e obesità. È possibile svolgere in sede tirocinio pre-laurea con convenzione da stipularsi con tutte le Università Italiane e le Facoltà che svolgano attività formativa inerente le tematiche trattate dall’Associazione (ad es. Medicina, Psicologia, Biologia, Farmacia, Dietistica).

-mo programmi di formazione sulla terapia dei disturbi dell’alimen-tazione e dell’obesità rivolti ai terapeuti (medici, psicologi, dietisti, biologi nutrizionisti) che vogliono approfondire le conoscenze sulla CBT. Inoltre partecipa alla gestione del sito www.centrodiriabilita-zionenutrizionale.it.

Toscana

AIDAP Arezzo Responsabile: Dott.ssa Barbara Lapini (a sinistra)

Sede: Via Calamandrei, 137 - 52100 Arezzo Cell. 333 2739033 - Fax 0575 401170E-mail: [email protected] web: www.dietistalapini.it

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

[ 38 ] www.aidap.org

Collabora nello studio la Dott.ssa Gloria Vazzano (psicologa) (a sinistra)

Attività svolte:È attivo uno sportello informativo gratuito, per fornire informazioni e materiale scientifico sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro.

-

quali obesità e disturbi alimentari.

medici di base.

sede in Via Calamandrei, 137 sui temi legati all’alimentazione, all’o-besità e ai disturbi alimentari.

-mativa e scientifica.

-mentazione e obesità.

AIDAP Empoli Responsabile: Dott.ssa Simona CalugiSede: Via L. Cherubini, 2/4 - 50053 Empoli (FI) Tel. 0571 73922 - 0571 99281 - Cell. 345 1639017 E-mail: [email protected]

Collabora nello studio la Dott.ssa Elisa Salvi (dietista)

Attività svolte:-

ito, per qualsiasi informazione sui disturbi dell’alimentazione, sull’o-besità e sulle attività del nostro centro.

-ne di articoli informativi e scientifici.

AIDAP Firenze Responsabile: Dott.ssa Simona Calugi (vedi foto AIDAP Empoli)

Sede: Via Pacini, 23 - 50144 Firenze - Tel. 055 3245370Cell. 345 1639017 - E-mail: [email protected]

Collabora nello studio la Dott.ssa Elisa Salvi (dietista)

Attività svolte:È attivo uno sportello informativo gratuito, per qualsiasi informa-zione sui disturbi dell’alimentazione, sull’obesità e sulle attività del nostro centro.

-ne di articoli informativi e scientifici.

Trentino Alto Adige

AIDAP TrentoResponsabile: Dott.ssa Micol Taddei (in alto)

Sede: Via San Marco, 2138100 TrentoCell. 340 5150390 Cell. 392 9586073 (per appuntamenti) E-mail: [email protected]

Orari di segreteria: da lunedi a venerdi ore 9:00-19:00

Collabora nello studio la Dott.ssa Simona Ginetti (dietista) (in basso)

Attività svolte:-

besità nelle scuole e nelle circoscrizioni del territorio.-

tello informativo gratuito per avere informazioni sui disturbi dell’ali-mentazione, sull’obesità e sulle attività del centro.

Veneto

AIDAP PadovaResponsabile: Dott.ssa Lucia Camporese

Sede: Via D’Alemagna, 2 35134 PadovaTel. e fax 049 604752 Cell. 338 4464021E-mail: [email protected]

Collabora nello studio la Dott.ssa Diana Soligo (dietista)

Attività svolte:

disturbi dell’alimentazione e sull’obesità.

colloqui informativi.

affette da sovrappeso e obesità e incontri educativi rivolti al grande pubblico, insegnanti e genitori per diffondere informazioni relative ai disturbi dell’alimentazione, all’obesità e a un corretto stile di vita.

AIDAP TrevisoResponsabile: Dott. Fulvio Susanna

Sede: Via Campagnola, 3/1 31020 Villorba (TV)Tel. 0422 444900 - Fax 0422 278987E-mail: [email protected] - [email protected]

Orario di segreteria:da lunedì a venerdì: 10-12 e 16-20

Équipe: Dott.ssa Zuccalà Maria Isabella e Da Ros Eva (dietiste) Gob-betto Veronica (psicologa-psicoterapeuta)

Attività svolte:È operativo uno sportello informativo gratuito, su appuntamento, per fornire informazioni sui disturbi dell’alimentazione e sull’obesi-tà; in sede è disponibile gratuitamente materiale informativo.

informazioni su disturbi dell’alimentazione, obesità e alimentazione in generale.

AIDAP Verona (sede centrale)

Responsabile: Dott. Riccardo Dalle Grave

Sede: Via Sansovino, 16 - 37138 Verona Tel. 045 8103915 - Fax 045 8102884 Email: [email protected] Sito web: www.aidap.org www.emozioniecibo.it

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EMOZIONI E CIBO N. 36 | 2012

www.aidap.org [ 39 ]

INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 DEL D.LGS. N. 196/03 E D’AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI

La informiamo che i Suoi dati personali potranno essere oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa privacy, da parte dell’associazione, dei suoi dipendenti, ausiliari e collaboratori per finalità di: servizio associati, marketing, pubblicità, promozione e informazione, analisi statistiche, indagini sulla soddisfazione della clientela, revisioni, archiviazione di dati storici. Potrà accedere in ogni momento ai dati personali che La riguardano, ottenere l’indicazione della loro origine, del modo in cui sono utilizzati, farli aggiornare, rettificare, integrare o cancellare, a seconda dei casi, ed opporsi alla loro utilizzazione (art. 7 del D.Lgs. 196/03), rivolgendosi direttamente al responsabile

proprio sito web: www.aidap.org.

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Versamento della quota (barrare la casella inerente): qeffettuato tramite bonifico bancario - SPARKASSE Cassa di Risparmio di Bolzano - Verona - cod. IBAN: IT93 Y060 4511 7030 0000 5000 189 (allegare ricevuta) qallegato alla presente richiesta con assegno bancario qversamento su c/c postale n. 12210324 (allegare ricevuta)

n SOCIO ORDINARIO quota sociale annuale Euro 100,00

titolo di Positive Press-

ficate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity)

TESSERAMENTO AIDAP 2013Isc_0501 r00Tesseram

entoAID

AP

RICHIESTA DI AMMISSIONE ALL’ASSOCIAZIONE:

q NUOVA ISCRIZIONE q RINNOVO TESSERA N. ....................................... q NON DESIDERO RICEVERE A CASA LA NEWSLETTER “EMOZIONI E CIBO”

NOME * COGNOME *

LUOGO DI NASCITA DATA DI NASCITA

PARTITA IVA CODICE FISCALE *

INDIRIZZO *

CAP * CITTÀ * PROV *

TEL. FAX

E-MAIL * PROFESSIONE *

* CAMPI OBBLIGATORI

Dedicato ai professionisti che hanno conseguito il First Certificate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity. Con questo tesseramento si ha diritto a:

n SOSTENITORE PROFESSIONISTA quota sociale annuale Euro 50,00

titolo di Positive Press

-ficate of Professional Training in Eating Disorders and Obesity)

Dedicato ai professionisti (medici, psicologi, dietiste). Con questo tesseramento si ha diritto a:

n SOSTENITORE NON PROFESSIONISTA quota sociale annuale Euro 15,00

pubblico

Dedicato alle persone affette da disturbi dell’alimentazione e del peso, loro familiari, insegnanti, religiosi, educatori, ecc. Con questo tes-seramento si ha diritto a:

n ABBONAMENTO ALLA RIVISTA quota annuale Euro 15,00

Dedicato a tutte le persone che desiderano ricevere la newsletter “Emozioni e cibo” a casa anche senza essere iscritti all’AIDAP.

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2012 | EMOZIONI E CIBO N. 36

[ 40 ] www.aidap.org