21/8/2013 Emanuele Falasca Università degli Studi di L’Aquila 214173 Parole chiave: contante- economia sommersa- carte di pagamento- tecnologie innovative CONCORSO FISAC- CGIL-IRES L’USO DEL DENARO CONTANTE NELLE SOCIETÀ CONTEMPORANEE, TRA RETAGGI CULTURALI, ESIGENZE NORMATIVE E NUOVE TECNOLOGIE
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Emanuele Falasca Università degli Studi di L'Aquila 214173 Parole chiave: contante-economia sommersa-carte di pagamento- tecnologie innovative CONCORSO FISAC- CGIL-IRES
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21/8/2013
Emanuele Falasca
Università degli Studi di L’Aquila
214173
Parole chiave: contante- economia sommersa- carte di pagamento- tecnologie innovative
CONCORSO
FISAC-CGIL-IRES
L’USO DEL DENARO CONTANTE NELLE
SOCIETÀ CONTEMPORANEE, TRA
RETAGGI CULTURALI, ESIGENZE
NORMATIVE E NUOVE TECNOLOGIE
2
Introduzione
La scelta partecipare al concorso d’idee indetto dalla CGIL, IRES e FISAC Abruzzo e Molise nasce
dalla volontà di approfondire e studiare l’uso del contante e delle abitudini di pagamento in Europa,
i fattori critici che determinano le differenze tra i vari paesi, l’evoluzione normativa in tali ambiti e
le più innovative soluzioni di lotta all’economia sommersa e criminale. Di seguito si riporta il
lavoro svolto diviso in piccoli paragrafi e sottoparagrafi.
1. Evoluzioni dei sistemi di pagamento
Quello che tutti noi oggi definiamo “contante” è stata la prima forma d’innovazione finanziaria. La
moneta come oggetto capace di congiungere le volontà nello scambio, è stata protagonista di ampi
dibattiti e di una propria evoluzione nel tempo.
La prima forma di moneta nella storia è stata di certo un bene ampiamente divisibile con la funzione
di stimare il valore di altri beni non (o meno) divisibili (funzione di unità di conto). La successiva
evoluzione, accompagnata dall’intensificazione degli scambi, è stata l’introduzione delle monete
metalliche con l’intento di far corrispondere il valore intrinseco della moneta con quello della
transazione. Il difetto del sistema fu la perdita di valore del metallo nei vari passaggi di mano. Per
questa ragione, gli Stati iniziarono ad introdurre nuove forme di moneta per le quali non si aveva la
corrispondenza tra il valore facciale ed intrinseco, cioè la moneta-segno. Inizialmente fu mantenuta
la convertibilità con un metallo prezioso ed in particolare con l’oro ma i vari shock erratici1, dovuti
alle quotazioni dei metalli e alla scoperta di nuovi giacimenti, portarono il policy maker ad affidare
la stabilità della moneta alle banche centrali e alla fiducia nel sistema. Da questo momento in poi è
lo Stato, con il semplice annuncio che delle unità di carta e di metallo hanno un certo valore, ad
imporre un mezzo di pagamento (corso forzoso). La moneta, in definitiva, anche se frutto in parte
di un’imposizione (fiat) ha sicuramente servito una crescita del benessere in tutte le società che le
hanno adottate.
Il sistema dei pagamenti oltre che all’evoluzione “tecnologica” della moneta ha visto l’affiancarsi
ad essa di altri metodi, in primis della moneta bancaria. La moneta bancaria esisteva già con
l’avvento della moneta merce cui era legata in termini di sviluppo; solo con l’affermazione della
moneta-segno trovò il suo pieno sviluppo ed è, ad oggi, un sistema di assoluta importanza nelle
transazioni di maggior importo.
Nella moneta bancaria si possono identificare principalmente l’uso dell’assegno e del bonifico. Sia
nel caso dell’uno che dell’altro si ha un ritardo di ordine temporale tra la vendita e il regolamento
1 A cui era soggetta anche la moneta merce.
3
finale, rendendoli meno attrattivi rispetto al generico uso del contante. Quest’ultimo, in compenso,
presenta maggiori costi legati alla gestione dell’entità della cifra trattata per la quale la moneta
bancaria risulta più spendibile. Per quanto riguarda l’assegno, esso non presenta un potere
liberatorio assoluto e la sua circolazione si basa su elementi fiduciari che equivalgono ad una
concessione di credito tra le parti. A differenza dell’assegno, nel bonifico l’ordine di pagamento è
eseguito dal debitore alla propria banca con addebito immediato sul suo conto il che non consente
comportamenti opportunistici a scapito del creditore. Questa qualità del bonifico lo rende di facile
utilizzo nei pagamenti ricorrenti e di massa ed inoltre presenta costi per le banche notevolmente
inferiori rispetto all’assegno.
Con lo sviluppo della tecnologia, nei moderni sistemi di pagamento, si è affermato l’uso della
moneta elettronica (e-money) che permette il regolamento degli scambi con mere compensazioni di
natura contabile e con un elevato livello di sicurezza. Si possono distinguere tre diversi tipi di
moneta elettronica:
la moneta su carte: di credito o di debito;
pagamenti tramite driver elettronici (es. smartphone);
valute elettroniche (es. Bitcoin).
L’ampio successo dei pagamenti elettronici ha portato alcuni studiosi (free-banking) ad ipotizzare la
scomparsa del contante, condizione di difficile realizzazione dato il persistere, nella realtà, di
asimmetrie informative tra privati che possono essere “scongiurate” solo grazie alla forma più
naturale di pagamento che ormai è insito nelle nostre abitudini: il contante.
4
2. I sistemi di pagamento nell’Unione Europea
Il costo sociale e privato del contante e dell’e-money
Analizzando le abitudini di pagamento dei paesi europei emerge che circa il 70% delle transazioni a
contatto diretto con la controparte avviene tramite contante anche se con differenze rilevanti da
paese a paese2. In Italia il suo utilizzo è di particolare rilevanza e addirittura pari al 90% dei
pagamenti3. L’uso del contante costa complessivamente al sistema economico italiano circa 8
miliardi di euro, pari allo 0,52 per cento del PIL (Figura 1); questo valore è superiore alla media
europea (0,40 per cento), ad eccezione dell’Ungheria (0,79 per cento) e del Belgio (0,57). Le
differenze più significative si rilevano rispetto a paesi più virtuosi come Danimarca e Svezia con
valori inferiori allo 0,30 per cento del loro PIL.
Studi empirici recenti dimostrano che nei paesi industrializzati il costo sociale4 legato alla
produzione e all’utilizzo del contante rappresenta la parte più consistente del costo complessivo dei
servizi di pagamento cosiddetti “al dettaglio5”. A livello internazionale, nei paesi dove è più elevato
l’uso del contante sul totale delle transazioni, è anche maggiore il costo sociale dei servizi di
pagamento sul PIL. In Italia il costo sociale del contante è di 7 volte superiore a quello delle carte di
2 Ardizzi G., Iachini E., Questioni di Economia e Finanza n.144, pag. 7.
3 ABI, La gestione del cash - Roma, febbraio 2009.
4 Ossia i costi che la collettività sopporta per le risorse utilizzate dai diversi operatori economici per il regolamento delle
transazioni. Il costo sociale può essere dato come somma dei costi sostenuti dai singoli operatori (i c.d. costi privati) al
netto dei flussi intermedi fra gli operatori (es. le commissioni pagate alle banche). 5 Che si differenziano da quelli wholesale convenzionalmente al di sopra dai 50.000 €.
Figura 1. Costo sociale dei servizi di pagamento in rapporto al PIL.
0 0,002 0,004 0,006 0,008 0,01
ITALIA
UNGHERIA
DANIMARCA
PAESI BASSI
BELGIO
NORVEGIA
SVEZIA
MEDIA UE
Centinaia
Carte di debito
Carte di credito
Contante
Fonte : Elaborazione personale su dati Banca d’Italia - Tematiche istituzionali- Novembre 2012.
5
credito e di ben 13 volte quello delle carte di debito6. Gli stessi rapporti, se riferiti alla Danimarca e
alla Svezia, sono inferiori per oltre il 70% con una forte tendenza verso l’utilizzo delle carte di
pagamento.
Dato l’alto costo sociale del contante, sarebbero auspicabili, nel nostro paese, strumenti e soluzioni
innovative nella realizzazione delle transazioni. In realtà questa conclusione potrebbe mutare con
riferimento al costo privato7 per singola operazione realizzata con contante o con carte.
Figura 2. Costo privato per singola operazione lato esercente/impresa
Dalla Figura 2 emerge che i mezzi di
pagamento più costosi sono le carte
di credito (1,68 € per operazione) e
le carte di debito (0,37 € per
operazione) rispetto al contante che
abbatte il costo per singola
operazione a 0,18 €.
Da quest’analisi sembrerebbe che adottare sistemi di pagamento più innovativi non sia poi così
conveniente per il singolo cittadino, ma è anche vero che il costo sociale ricade su tutta la
collettività con minore efficienza nell’uso delle risorse.
Fatta questa prima riflessione (su cui tornerò in seguito), è necessario analizzare le abitudini di
pagamento nei paesi europei per capirne le differenze ed individuare i fattori critici che, a livello
economico e giuridico, portano ad un minor uso del contante.
Analisi integrata dei sistemi di pagamento: fattori critici nell’uso del contante
Le carte di pagamento sono state la più recente innovazione nei sistemi di pagamento garantite da
banche ed intermediari finanziari. Questi ultimi mettono a disposizioni anche altri strumenti come
gli assegni e i bonifici. Indagando sulle abitudini di pagamento nell’UE emergono differenze ma
anche analogie nelle preferenze degli operatori economici (Figura 3).
6 Tematiche Istituzionali, Banca d’Italia- Novembre 2012, pag.15.
7 Per costo privato si intendono i costi sostenuti dagli operatori (imprese ed esercenti) per l’accettazione e la gestione
dei servizi di pagamento (costo interno) e a cui si aggiungono le commissioni pagate alle banche/intermediari che
forniscono i servizi (costo esterno).
0 0,5 1 1,5 2
Contante
Carte di debito
Carte di credito
Fonte : Elaborazione personale su dati Banca d’Italia - Tematiche istituzionali
6
Figura 3. Importanza relativa degli strumenti di pagamento in numero di operazioni (dati in percentuale)
Fonte: Elaborazione personale da Questioni di Economia e Finanza n.144 - Banca d’Italia.
In quasi tutti i paesi, gli strumenti più diffusi sono le carte di pagamento e i bonifici. La Germania e
l’Austria registrano un peso relativo dei bonifici e degli addebiti diretti superiori alla media
europea. Al contrario la Danimarca, il Portogallo, la Svezia, la Spagna, la Grecia, la Finlandia e il
Regno Unito presentano una prevalenza delle carte di pagamento (56% in media), mentre, i per
paesi dell’Est, vi è un maggior ricorso ai bonifici (61% in media).
In Italia, l’uso delle carte di pagamento è contenuto a fronte di una diffusione del contante superiore
alla media europea. Nonostante ciò, il nostro paese può essere inserito nel gruppo delle nazioni
“card based”, con un peso relativo delle carte pari al 37 per cento nel 2009, dato superiore alla
media dell’area euro ma inferiore a quella dei paesi dell’UE (rispettivamente 33 e 38 per cento).
Indicativo in Italia è il dualismo nel ricorso a strumenti elettronici, maggiore nelle regioni
settentrionali rispetto a quelle meridionali, ma comunque al di sotto della media europea. Le
differenze territoriali possono essere evidenziate con l’indicatore di utilizzo del contante, il cash
card ratio8 che è pari al 65% nel Mezzogiorno e al 51% nel Centro-Nord
9. In altre parole, a
differenza della maggior parte dei paesi dell’Eurosistema, dove in media il cash card ratio è pari al
35%, in Italia la carta di debito è utilizzata in prevalenza per eseguire prelievi di contante da ATM
8 Dato dal rapporto tra il valore dei prelievi da ATM e quello delle operazioni complessivamente addebitate sul conto
per transazioni con carta. 9 Ardizzi G., Iachini E., Questioni di Economia e Finanza n.144, pag. 20.
0% 20% 40% 60% 80% 100%
Austria
Belgium
Cyprus
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
Italy
Netherlands
Portugal
Spain
United Kingdom
Euro area
Sweden
Hungary
Poland
Lithuania
UE
Assegni
Bonifici
Carte di pagamento
Altri strumenti
7
(per oltre il 56% delle operazioni)10
. Questi dati confermano quanto rilevato in precedenza, in
quanto, l’elevato uso delle carte, nasconde una consistente diffusione del contante nella nostra
economia.
Una volta individuate le abitudini di pagamento nell’UE, occorre studiare i fattori critici che
portano i sistemi economici ad avere un diverso uso dei sistemi di pagamento. I più significativi
possono essere individuati nei seguenti, cioè:
il grado di sviluppo economico (PIL, PIL pro capite e rapporto tra spesa in R&S e PIL);
la diffusione dell’economia sommersa11
(grado di coesione sociale, come il numero di
crimini per abitanti o d’inclusione sociale, come il grado di concentrazione del reddito);
la diffusione delle Automated Teller Machine (ATM) e il numero di Point of Sale (POS) per
impresa;
le abitudini di pagamento storiche e la percezione di scarsa sicurezza verso i sistemi di
pagamento più innovativi12
.
Dall’analisi di questi fattori da uno studio della Banca d’Italia13
possiamo trarre importanti
conclusioni.
Si rileva che all’aumentare del PIL il ricorso al contante diminuisce a favore di strumenti come le
carte di pagamento, mentre l’economia sommersa sembra avere un impatto sul contante positivo ma
non rilevante14
. Inoltre sempre dalle analisi della Banca d’Italia si riscontra un coefficiente di
correlazione positivo e piuttosto forte tra il rapporto della spesa in R&S sul PIL e il numero di
transazioni con strumenti elettronici.
Un altro dato importante è la relazione negativa tra livello delle transazioni con strumenti elettronici
e la concentrazione del reddito. Se si confronta la posizione dell’Italia con quella dei principali
paesi europei, con un PIL pro-capite superiore alla media, per il nostro Paese, la relazione negativa
è particolarmente accentuata. L’elevata concentrazione del reddito non è però in grado di spiegare
per intero il ritardo nell’uso di strumenti elettronici in Italia. Spagna e Regno Unito presentano,
infatti, un grado di concentrazione del reddito elevato ma un numero di transazioni con carte di
pagamento superiori a quelli italiani.
10
G., Iachini E., Questioni di Economia e Finanza n.144, pag. 21. 11
Si fa riferimento ad una generale definizione di economia sommersa che include: le attività di evasione ed elusione
fiscale e contributiva. Non si può far rientrare in tale classificazione l’economia criminale e nel resto del lavoro verrà
opportunamente specificato. Per queste classificazioni si è fatto riferimento a definizioni elaborate dal CNEL nel
rapporto annuale CNEL 2001, Metodologie di stima. 12
Sulla sicurezza dei sistemi di pagamento molto si sta facendo soprattutto con le direttive PSD e PSD2 di cui si riferirà
in seguito. 13
Ardizzi G., Iachini E., Questioni di Economia e Finanza n.144, pag. 12-14. 14
Su quest’ultimo dato si tornerà in seguito.
8
Piuttosto ambigui sono poi i risultati delle stime riguardanti l’impatto degli ATM sulla quantità di
contante detenuta. In generale, si può osservare che in Paesi caratterizzati da un elevato utilizzo del
contante, si è sviluppato una rete di ATM piuttosto capillare, mentre, in paesi in cui prevale
l’utilizzo di strumenti elettronici, la rete degli ATM è meno sviluppata a favore di una maggiore
diffusione dei POS. Inoltre, esiste una correlazione positiva (0,66) tra il valore medio delle
transazioni presso ATM e POS. L’Italia si caratterizza, però, per un valore medio dei prelievi da
ATM e dei pagamenti su POS notevolmente più alto della media paesi dell’area euro.
Questi risultati appaiono per un certo verso sorprendenti soprattutto per quanto riguarda la relazione
apparentemente poco influente dell’economia sommersa sull’uso del contante. In realtà, come
precisato dallo stesso studio della Banca d’Italia, il risultato non può essere considerato attendibile a
causa della non rilevanza statistica del campione utilizzato per stimare questo dato specifico. In
sostanza non si può negare che per l’Italia l’elevato uso del contante nasconde una patologica
economia sommersa e criminale. A sostegno di questa ipotesi vi sono importanti studi a livello
internazionale che mostrano una correlazione negativa tra il grado di diffusione degli strumenti di
pagamento elettronici (alternativi al contante) e i livelli stimati dell’economia sommersa15
. In
proposito l’Istituto per la Competitività (I-COIN)16
ha realizzato uno studio nel quale si dimostra
una forte correlazione negativa tra il numero di carte di pagamento con l’economia sommersa e
l’evasione fiscale. In base allo stesso studio, se in Italia si avesse un aumento di 10 milioni di carte,
si potrebbe ridurre l’economia sommersa del 3,6% con un recupero di 5,1 miliardi di euro evasi 17
.
Se a tutto ciò si aggiungesse una diminuzione del prelievo medio di contante presso gli ATM di 15
euro, si potrebbe arrivare a recuperare 15 miliardi di euro di evasione fiscale.
Viste le possibilità di riduzione dell’economia sommersa attraverso l’uso delle carte di pagamento,
è importante studiare come il legislatore stia intervenendo al riguardo.
15
Ardizzi G., Petraglia C., Piacenza M., Turati G., Servizi di pagamento, pag. 7. 16
i-coin.it-working paper. 17
Inoltre solo con un aumento di un milione carte in Italia il PIL crescerebbe di 10 miliardi.
9
3. Le recenti riforme nei sistemi di pagamento
Negli ultimi anni in Europa e in Italia vi sono state molte iniziative per favorire la riduzione
dell’uso del contante. Nel nostro paese si è intervenuti in particolare con:
il decreto “salva Italia” (D.L. 6 dicembre 2011, n. 201) che ha ridotto, a decorrere dal 6
dicembre 2011, da 2.500 € a 1.000 € la soglia dei pagamenti in contanti e dei libretti di
deposito bancari o postali al portatore.
il decreto “semplificazioni” (D.L. 2 marzo 2012, n. 16) che ha introdotto una deroga alle
norme sulla limitazione del contante in caso di acquisti effettuati da cittadini extra-Ue
presso commercianti al minuto e agenzie di viaggio. Inoltre sono state disposte nuove
sanzioni per i trasferimenti transfrontalieri di denaro contante.
Il tetto sui pagamenti contenuto nel decreto “salva Italia” è molto più severo rispetto ai sei paesi
dell’area dell’euro che hanno scelto di imporre per legge una limitazione nell’uso del contante
(Tabella 1).
Tabella 1. Limiti massimi nei pagamenti in contanti
Italia 1.000 €
Romania 2.300 €
Francia18
3.000 €
Danimarca 13.400 €
Belgio 15.000 €
Slovenia 15.000 €
Fonte: ECB Monthly Bulletin April 2011
In Italia una misura di tale portata può essere giustificata da un’economia sommersa con dimensioni
ormai patologiche ma, a parere di chi scrive, la vera rivoluzione non si trova solo nell’imporre limiti
ma anche nel promuovere riforme che permettano lo sviluppo di nuove tecnologie applicate ai
sistemi di pagamento e ai relativi mercati. In questo senso vanno nella giusta direzione la PSD
(Payment System Directive) e il SEPA (Single European Payments Area).
La direttiva europea PSD, recepita in Italia nel 2010, mira a garantire ai cittadini europei sistemi di
pagamento più efficienti, con regole sempre più uniformi e trasparenti. La PSD definisce tempi certi
per l’esecuzione dei pagamenti, elimina le tariffe implicite ed accorda periodi molto ampli per
annullare le singole operazioni (con bonifici, RID e carte). Inoltre è prevista una responsabilità
18
In Francia questa soglia è ridotta a 1.500 € per il pagamento degli stipendi e a 500 € per l'acquisto di materiali
metallici.
10
piena e diretta di ciascun prestatore di servizi nei confronti del proprio cliente per la corretta
esecuzione del pagamento.
Un'altra iniziativa importante è il progetto SEPA che ha come obiettivi la realizzazione
d’infrastrutture, schemi di pagamento e la sicurezza necessaria per l’adozione concreta della PSD.
Tutti gli interventi citati sono funzionali a rafforzare la fiducia negli strumenti di pagamento diversi
dal contante (moneta bancaria e mobile payments). Il SEPA prevede, inoltre, una maggiore
diffusione dei microchip nelle carte e l’autenticazione a più livelli on-line per accrescere
ulteriormente la sicurezza verso le carte di pagamento.
La PSD contiene anche nuove norme per lo sviluppo degli Istituti di pagamento (IP) e degli Istituti
di moneta elettronica (Imel) che ad oggi sono in diretta concorrenza con le banche e gli intermediari
finanziari nel mercato dei servizi di pagamento. Nei mobile payments le imprese di telefonia
mobile, le imprese turistiche e la GDO (operando come IP o Imel) diventeranno invece protagoniste
nei pagamenti di piccolo importo mettendo a disposizione conti aperti tramite smartphone o carte di
pagamento.
A queste innovazioni legislative si dovrebbe accompagnare presto una nuova direttiva, la PSD2, che
avrà l’intento di realizzare una maggiore omogeneità nei sistemi di pagamento dell’Unione
Europea, fissando, tra l’altro, tetti sulle commissioni di carte di credito e di debito. I limiti saranno
dello 0,3% e dello 0,2% sulla transazione effettuata rispettivamente per le prime e le seconde. Per i
primi 22 mesi verrà adottata una sperimentazione applicando i limiti solo alle operazioni tra paesi
dell’UE per poi unificare l’intero mercato europeo dei pagamenti elettronici con regole comuni per
ogni transazione.
I vantaggi di questa direttiva potrebbero essere veramente importanti. Come si è visto in
precedenza, il costo sociale del contante è assai rilevante ma il relativo costo privato è molto più
basso rispetto alle carte di pagamento. Portando le commissioni allo 0,2% e allo 0,3%, si eguagliano
i costi privati del contante, con un impulso decisivo per l’espansione dei pagamenti elettronici.
Un'altra misura riguardante la PSD2 sarà la riduzione delle perdite che l’utilizzatore dovrà
affrontare in caso di pagamento non corretto da parte dell’operatore o in caso di pagamento
contestato, con una franchigia che scenderà da 150€ a 50€.
Nonostante le buone intenzioni delle direttive europee appare necessario, a parere di chi scrive,
avviare meccanismi di vigilanza in grado di evitare che i costi di transazione siano scaricati sugli
utilizzatori finali. Se ciò non fosse adottato, si rischierebbe di annullare lo sviluppo dei pagamenti
elettronici.
11
4. Idee originali per il contrasto all’uso del contante
Soluzioni e tecnologie innovative
Questo paragrafo è dedicato alla ricerca di nuovi sistemi che in un prossimo futuro potrebbero
diventare importanti per lotta all’economia sommersa e criminale.
In primo luogo bisogna rilevare che il contrasto all’uso del contante è essenziale per l’Italia e l’UE,
ma non dovrebbe sfociare verso una sua ideologica eliminazione che appare comunque
irrealizzabile19
. Ecco allora cinque proposte che mirano non soltanto ad una riduzione ma anche ad
una convivenza più civile con il contante, cioè:
1. l’introduzione del “contrasto d’interessi”;
2. l’eliminazione delle banconote da 500 €;
3. abbinare agli scontrini fiscali e alle fatture dei “gratta e vinci”;
4. i paytouch associato alle carte di pagamento;
5. i sistemi contactless.
Con il “contrasto d’interessi” s’intende la possibilità da parte dei contribuenti di scaricare scontrini
e fatture dalla dichiarazione dei redditi in modo da far emergere gran parte del nero dilagante in
Italia. Esperienze del genere sono già una realtà in Francia, dove questo sistema porta ad una
maggior fedeltà fiscale da parte dei cittadini. La materia è molto complessa e richiede ovviamente
una valutazione preliminare con riguardo alle conseguenze sul gettito fiscale. Occorre quindi
calibrare nel modo migliore la deducibilità delle spese la detraibilità delle imposte ma, anche nel
caso i recuperi fossero limitati, il provvedimento avrebbe comunque l’effetto di far emergere
l’economia sommersa con minori effetti distorsivi sulla concorrenza oltre che una riduzione della
pressione fiscale per gli operatori onesti. Se il sistema funzionasse, si potrebbe registrare un minor
uso del contante anche per la riduzione della pressione
fiscale.
Una soluzione molto più fantasiosa per combattere
l’evasione fiscale è quella di associare agli scontrini
fiscali e alle fatture un vero e proprio “gratta e vinci” e
cioè un numero associato ad un’estrazione con premi
(Figura 4). In Cina questo sistema è stato sperimentato
in diversi distretti dal 1998 al 2003 ed ha portato ad
importanti risultanti tanto da essere esteso a livello
19
Si veda il primo paragrafo.
Figura 4. Esempio di scontrino fiscale in Cina.
Fonte: dailystorm.it
12
nazionale. Ben risaputa è la passione del popolo italiano per il gioco e questa idea, quasi ingenua,
potrebbe avere un potenziale enorme. Il rovescio della medaglia è una possibile riduzione nel
numero di tutte le altre scommesse dei monopoli di stato con un relativo calo del gettito. Vi è da
obbiettare, però, la possibilità di pareggiare il gettito fiscale con meno evasione ed un possibile
istaurarsi di un circolo virtuoso che avrebbe come slogan “più consumi, più giochi, più vinci”. In
una situazione di gravissima crisi economica stimolare i consumi con un tipico vizio degli italiani
potrebbe portare a buoni risultati. Non si può di certo dire che questo sia un sistema perfetto perché
in ogni caso andrebbe monitorato sia dal punto di vista economico (accordo tra privati per eludere la
fatturazione ed effetti di lungo periodo sul gettito) che socio-sanitario (vista l’elevata dipendenza
dal gioco).
Un altro intervento realizzabile e in certo senso alternativo e maggiormente efficace rispetto alla
soglia massima sui pagamenti in contanti, è l’eliminazione delle banconote di grosso taglio ed in
particolare da 500€ a livello europeo. Negli Stati Uniti d’America, per fare un esempio, i 500$ non
sono più in circolazione dal 1934. La spiegazione è semplice ed immediata e riguarda la
trasportabilità di grosse somme di denaro contante da parte di organizzazioni criminali ed evasori
fiscali. Per avere un’idea si consideri che una somma di 10 milioni di dollari pesa circa 10 Kg
mentre la stessa somma in euro, ma in banconote da 500, ha un peso di 2 Kg.
Alle precedenti proposte se ne può aggiungere un'altra volta a velocizzare gli acquisti con le carte di
pagamento: i paytouch. Questo innovativo sistema è
costituito ad un terminale con due sensori biometrici che
funziona registrando e collegando la propria carta alle
impronte digitali utilizzando le dita come canale di
riconoscimento (Figura 5). In altre parole s’instaura un
collegamento univoco tra la carta e le impronte
riducendo al massimo la possibilità di furto o
smarrimento, non dovendo portare con sé la carta e
senza codici da dover ricordare a memoria.
Il paytouch nasce da un’idea di una start-up spagnola ma già negli Stati Uniti d’America si sono
avute alcune applicazioni in campus universitari come a Rapid City in Sud Dakota dove è iniziata la
sperimentazione di pagamenti con impronte digitali rivolta ad un campione di 50 studenti entusiasti
di essere i primi al mondo a utilizzare questa innovativa tecnologia. L’obiettivo è evidente: con il
paytouch si vuole dare la possibilità di velocizzare le transazioni e scoraggiare così l’uso del
contante garantendo la massima sicurezza nei pagamenti.
Figura 5. Esempio di sistema paytouch.
Fonte: economiaefinanza.blogosfere.it
13
Un sistema alternativo o integrativo dei paytouch ed eventualmente concorrente con i mobile
payments, potrebbe essere un diverso uso dei sistemi contactless. In altre parole si potrebbero
eseguire piccoli pagamenti (20-50€), non solo con smartphone ma anche con carte di pagamento
avvicinando semplicemente la stessa ad un apposito terminale. Diverse banche, anche in Italia,
stanno sperimentando il sistema per fornire un servizio di pagamento veloce che sproni
maggiormente le persone ad utilizzare le carte.
Nuove tecnologie da “evitare”
Tra i sistemi di pagamento ampie critiche e dibatti si sono accesi intorno alla circolazione di valute
elettroniche come nel caso di maggior successo dei Bitcoin. Questo sistema si basa sull’omonimo
software open source che implementa il protocollo di comunicazione e la relativa rete peer-to-peer.
In altre parole i Bitcoin sono delle vere e proprie monete costituite da bit che possono essere
cambiate con le tradizionali valute ma con la differenza che esse non hanno un ente centrale di
emissione (Banca centrale) che può modificarne il valore reale perché la sua gestione è totalmente
decentrata. Risulta allora interessante studiare il funzionamento di questa valuta per capire quali
possano essere i suoi effetti sull’economia sommersa e criminale.
Il sistema prevede il trasferimento delle monete (Bitcoin) in maniera del tutto anonima tra conti
(nodi) pubblici usando una crittografia a chiave pubblica. Per fare un esempio se l’utente Tizio
spende Bitcoin, trasferisce a Caio il relativo importo aggiungendo la chiave pubblica di Caio sulle
sue monete e firmandole con la propria chiave privata rinunciando, così, alla proprietà sulle stesse.
Queste monete devono poi essere trasmesse con un apposito messaggio attraverso la rete peer-to-
peer. Gli altri nodi convalideranno le firme crittografate e l’ammontare della cifra prima di
accettarla. Alla fine tutte le transazioni sono visibili da un possessore di portfolio Bitcoin perché
memorizzate in un database usato per confermare il trasferimento e impedire la possibilità di
spendere due volte la stessa moneta.
Questa breve descrizione sulle modalità di funzionamento dei Bitcoin mi permette di concludere
che un sistema del genere sia del tutto controproducente rispetto alla possibilità di lotta
all’economia sommersa e criminale. Anzi, essendo tutte le transazioni anonime e il sistema
totalmente decentrato, si arriverebbe al paradosso di favorire quest’ultime vanificando anche la
transizione verso sistemi tracciabili come le carte di pagamento.
In Italia, quand’anche fossero realizzate tutte le riforme necessarie per disincentivare l’uso del
contante, il sistema dei Bitcoin potrebbe creare il paradosso di spostare almeno parte dell’economia
sommersa e criminale dal contante ai pagamenti elettronici. Al riguardo si può far riferimento ad
una recente intervista di Paul Krugman sul New York Times: “When you transfer Bitcoins to
someone else, it’s as if you handed over a paper bag filled with $100 bills in a dark alley. And sure
14
enough, as best as anyone can tell the main use of bitcoin so far, other than as a target for
speculation, has been for online versions of those dark-alley exchanges, with Bitcoins traded
for narcotics and other illegal items”.
Se lo scenario ipotizzato si realizzasse, il contrasto dell’economia sommersa e criminale
diventerebbe molto più difficile vista la diffusione globale di internet e la limitazione nazionale
delle leggi. A quel punto il confronto si sposterebbe nei Summit internazionali nei quali
prevarrebbero (come la recente storia economica dimostra) egoismi nazionalistici.
Queste critiche, in realtà, potrebbero essere eccessivamente allarmanti e anticipatorie dei tempi vista
l’ancora limitata estensione del fenomeno Bitcoin con transazioni giornaliere di 30 milioni di
dollari, ancora molto limitate rispetto alle rispettive transazioni nel Forex di circa 1.900 miliardi di
dollari.
Conclusioni
Com’è emerso dallo studio l’alta diffusione del contante in Italia è causa di un elevato costo sociale
e un forte deterrente nel contrasto all’economia sommersa e criminale.
Senza scivolare in una lotta ideologica nell’eliminazione del contante le direttive PSD, PSD2 e la
SEPA vanno nella giusta direzione nello sviluppo di sistemi di pagamento innovativi.
Nella recente legislazione italiana è stato introdotto un limite molto stringente nei pagamenti in
contanti che potrebbe essere anche riformato se si giungesse all’applicazione definitiva delle
direttive europee ed alcune riforme interne. In altre parole con una giusta “alchimia” tra le proposte
trattate nell’ultimo paragrafo, le norme europee ed in linea con le esigenze del bilancio pubblico, si
possono adottare soluzioni innovative che non siano vessatorie verso i cittadini ma a vantaggio di
tutta la società e dei futuri Stati Uniti d’Europa.