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1 ELGIRA: SISTEMA DI AIUTO ALLA CONOSCENZA E ALLA VALUTAZIONE NELLA RIQUALIFICAZIONE DEI SITI INQUINATI DOMENICO PATASSINI 1 , PAOLA COSSETTINI 2 , ENRICO DE POLIGNOL 3 , MARKUS HEDORFER 1 , ENRICO RINALDI 4 1 Dipartimento di Pianificazione, Università IUAV di Venezia 2 VESTA, Venezia Servizi Territoriali e Ambientali 3 Comune di Venezia, Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio 4 CORILA, Consorzio Ricerche Laguna, Venezia Riassunto. La riqualificazione dei siti dismessi inquinati è oggi nella realtà nazionale e internazionale un tema economico-sociale e di pianificazione del territorio tra i più dibattuti. Nel ‘900 molte aree sono state abbandonate, in contesti urbani compatti e diffusi, a seguito di cambiamenti nell’economia della produzione e di welfare, riconversioni industriali, rilocalizzazioni produttive. I cicli della dismissione rispondono a logiche locali e globali e i loro esiti sollevano problemi da entrambi i punti di vista: localmente richiedono la ridefinizione di regole che, con mitigazione del danno e assunzione di rischi, aiutino a restaurare il territorio e a definire nuove pratiche sociali secondo strategie sostenibili; in termini globali, ripropongono la città come ‘dispositivo che permetta di moltiplicare e organizzare l’interazione indiretta, a distanza’, come sottolineato da A. Giddens. La complessità del tema sta in questo rapporto e nella capacità di catturarne i caratteri in processi di riqualificazione. E’ in questa prospettiva che la ricerca ha inteso predisporre un sistema di aiuto alla riqualificazione dei siti inquinati: filiera di operazioni di cantiere, ma soprattutto dispositivo di conoscenza e valutazione continua in cui si alternano conoscenza esperta, strategie di stakeholder e algoritmi.
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ELGIRA: SISTEMA DI AIUTO ALLA CONOSCENZA E ALLA VALUTAZIONE NELLA RIQUALIFICAZIONE DEI SITI INQUINATI

Feb 22, 2023

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ELGIRA: SISTEMA DI AIUTO ALLA CONOSCENZA E ALLA VALUTAZIONE NELLA RIQUALIFICAZIONE DEI

SITI INQUINATI

DOMENICO PATASSINI1, PAOLA COSSETTINI2, ENRICO DE POLIGNOL3 , MARKUS HEDORFER1, ENRICO RINALDI4

1 Dipartimento di Pianificazione, Università IUAV di Venezia

2 VESTA, Venezia Servizi Territoriali e Ambientali 3 Comune di Venezia, Direzione Ambiente e Sicurezza del Territorio

4 CORILA, Consorzio Ricerche Laguna, Venezia

Riassunto.

La riqualificazione dei siti dismessi inquinati è oggi nella realtà nazionale e internazionale un tema economico-sociale e di pianificazione del territorio tra i più dibattuti. Nel ‘900 molte aree sono state abbandonate, in contesti urbani compatti e diffusi, a seguito di cambiamenti nell’economia della produzione e di welfare, riconversioni industriali, rilocalizzazioni produttive.

I cicli della dismissione rispondono a logiche locali e globali e i loro esiti sollevano problemi da entrambi i punti di vista: localmente richiedono la ridefinizione di regole che, con mitigazione del danno e assunzione di rischi, aiutino a restaurare il territorio e a definire nuove pratiche sociali secondo strategie sostenibili; in termini globali, ripropongono la città come ‘dispositivo che permetta di moltiplicare e organizzare l’interazione indiretta, a distanza’, come sottolineato da A. Giddens. La complessità del tema sta in questo rapporto e nella capacità di catturarne i caratteri in processi di riqualificazione.

E’ in questa prospettiva che la ricerca ha inteso predisporre un sistema di aiuto alla riqualificazione dei siti inquinati: filiera di operazioni di cantiere, ma soprattutto dispositivo di conoscenza e valutazione continua in cui si alternano conoscenza esperta, strategie di stakeholder e algoritmi.

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Fig. 1 – Aree dismesse. Porto Marghera, Venezia. 1. La ricerca.

Nell’arco di tre anni la ricerca ha prodotto ELGIRA1, un dispositivo che definisce un percorso (esplorativo e costruttivo) utile ai soggetti interessati al processo di bonifica e riqualificazione.

La struttura concettuale di ELGIRA è costituita da tre “strati” interagenti: il “modello logico conoscitivo”, il “modello logico operativo” e il “modello fisico”. Il primo conduce “criticamente” l’utente attraverso le fasi della procedura, lo aiuta a valutare opportunità ed efficacia di una scelta analitica o di progetto tenendo conto del contesto, delle principali domande economiche, sociali e ambientali. Il secondo si organizza per algoritmi e strutture input-output dell’informazione che nei diversi moduli compongono la procedura; il terzo traduce l’elaborazione in mappe di decisione2 con l’ausilio di software specifici.

1 ELGIRA è l’acronimo di Electre, Giuditta, Rec e Aures, moduli analitico-valutativi presenti nella prima versione del sistema. L’attuale versione arricchisce l’originale impianto con nuovi innesti, in parte conclusi, in parte in elaborazione: un data base sulle tecniche di bonifica consente una più motivata selezione d’avvio; l’ancoraggio di scenari generici a scenari di progetto consente di distinguere superfici coperte da superfici scoperte, usi del suolo e morfologie di costruzione e rinaturalizzazione; l’analisi del rischio sanitario è perfezionata con l’utilizzo di modelli alternativi; Rec non viene attivato su tecniche singole, ma su ‘processi’ che combinano in modo seriale o parallelo tecniche di bonifica; la cattura degli effetti diffusivi è resa possibile da un’analisi della geografia dei valori fondiari che detta opportune regole all’automa. 2 Proiezione di una funzione decisionale in uno spazio interpretato.

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2. Il Modello logico di ELGIRA.

ELGIRA è composto da diversi moduli corrispondenti ad altrettante fasi che caratterizzano il processo di bonifica e la sua valutazione.

Fig. 2 – ELGIRA. Schema operativo della procedura.

Esse strutturano il “modello logico”. Le fasi principali sono: caratterizzazione del sito, predisposizione di un modello di inquinamento del terreno, scenario di riqualificazione urbanistica, analisi del rischio sanitario e ambientale, scelta delle tecnologie di bonifica, scenario di riqualificazione ambientale, valutazione degli effetti puntuali e areali delle bonifiche. La costruzione dello scenario avviene in due momenti distinti: il primo risponde a logiche di riqualificazione urbana generali, in cui fattori locali e globali operano congiuntamente; il secondo (operativo) ancora le ipotesi di riqualificazione ad alternativi processi di bonifica e guida la cantierizzazione degli interventi.

Il modello può essere impiegato in una prospettiva ex-ante (design o accompagnamento) o ex-post (di apprendimento, test di realtà, controfattuale). Nel primo caso é utile a valutare plausibilità, fattibilità tecnico-finanziaria, equità distributiva di un’azione di bonifica; nel secondo aiuta a ricostruire un percorso, a ritroso, per testare logiche procedurali o sostantive che hanno guidato l’azione.

Finora la ricerca si è svolta in prospettiva ex-ante.

2.1. Caratterizzazione del sito

La caratterizzazione del sito è l’analisi dei dati di sondaggio sullo stato di inquinamento del terreno. In base ai caratteri della fonte informativa si definiscono la geografia della caratterizzazione, cioè il numero dei sondaggi e la loro zonizzazione (nel

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terreno e nelle acque di falda), i tipi di sostanze da cercare e analizzare per ciascun punto. Il dettaglio della caratterizzazione dipende generalmente dalla conoscenza della storia dell’area (industrie preesistenti, discariche, ecc.) e dalla disponibilità di risorse per effettuare i sondaggi e le successive analisi in laboratorio.

Fig. 3 – Porto Marghera, Matrice di caratterizzazione ambientale (Fonte: Comune di Venezia).

E’ auspicabile che la caratterizzazione sia sufficientemente dettagliata per poter essere collegata alla successiva produzione del modello completo dello stato di inquinamento del terreno, effettuato, se necessario, tramite interpolazione dei valori di sondaggio.

Fig. 4 –Matrice di caratterizzazione ambientale, doppio livello di sondaggi.

Una soluzione che viene talvolta adottata è la caratterizzazione a due livelli: il primo livello con punti di sondaggio a maglia larga sull’intera area; successivamente, la classificazione delle sostanze e delle loro concentrazioni rilevate, assieme alle informazioni sulla storia dell’area, contribuisce a definire il secondo livello di caratterizzazione, con un raffittimento della maglia ove occorra approfondire l’analisi.

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I dati dei sondaggi sono quindi archiviati in maniera opportuna per essere validati e utilizzati nelle successive fasi della procedura di valutazione.

2.2. Modello di inquinamento del terreno

La predisposizione di un modello di inquinamento del terreno accompagna la caratterizzazione ambientale. Con procedimenti di interpolazione si “stima” la concentrazione delle sostanze presenti in ogni punto dell’area, che, a seconda della tecnica di detecting e interpolazione adottata, viene divisa in sotto-aree con medesima concentrazione di inquinanti oppure a celle regolari, di dimensioni prefissate.

Nella costruzione di un modello di inquinamento occorre scegliere la sua dimensionalità (superficiale – 2D, o volumetrico – 3D) e l’algoritmo di interpolazione (media pesata, triangolazione, kriging, ecc.). La topologia dell’interpolazione (aree, celle, ecc.) dipende dall’algoritmo scelto e dal software che si adotterà di conseguenza.

Fig. 5 – Interpolazione bidimensionale con media pesata in relazione alla distanza di valori di sondaggio (evidenziati dal riquadro).

Un modello tridimensionale del terreno è il più efficace per la descrizione dello stato di inquinamento dell’area, ma spesso risulta di difficile costruzione, per la scarsità di informazioni fornite dai sondaggi, la carenza di conoscenza della geologia in profondità e dei meccanismi di percolazione delle sostanze in interazione con le eventuali falde3. Inizialmente si può predisporre un modello superficiale del terreno in cui, con opportune tecniche di interpolazione verticale dei valori in profondità, si 3 E’ utile a volte ricorrere ad un modello “2D e mezzo”, ovvero ad una descrizione “a strati” di determinato spessore (50 cm - 1,2 metri), tra loro indipendenti (le falde sono rappresentate da singoli strati), in ciascuno dei quali si effettua l’interpolazione.

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assegna un valore di concentrazione in un punto della superficie dell’area. Un analogo modello bidimensionale va prodotto per lo strato di falda.

La scelta dell’algoritmo di interpolazione dipende dalla gamma di contaminanti e dal tipo di risultato che si vuole ottenere in termini di precisione di stima o di qualità dell’interpolazione. E’ difficile stabilire una graduatoria di qualità degli algoritmi poiché la loro applicazione dipende anche dalla densità dei punti di campionamento originari. Può succedere che un algoritmo sofisticato fornisca gli stessi risultati di una semplice media pesata. Non esistono sistemi che possono stimare con certezza la presenza di picchi di inquinamento all’interno di un’area; comunque, al di là di un calcolo probabilistico, rimane importante conoscere la storia del sito e quindi i luoghi specifici di trattamenti di materiali, sversamenti di sostanze o stoccaggi. In ELGIRA è attualmente adottato un software sviluppato appositamente che lavora su algoritmi di interpolazione di media pesata.

Con il modello di inquinamento del terreno sono quindi prodotte matrici bidimensionali o tridimensionali di ciascuna sostanza o famiglie di sostanze4, in cui ciascuna zona (cella o punto) si presenta con valore di concentrazione specifico.

Da questo modello possono essere derivate matrici o mappe (2D o 3D) necessarie per proseguire la valutazione.

Fig. 6 – Sogliatura dell’interpolazione secondo i limiti di legge italiani di concentrazione ammissibile delle sostanze (D.M. 471/99), destinazione Residenziale (a sinistra), destinazione Industriale-Commerciale (a destra). La gradazione cromatica dal giallo all’azzurro indica un fattore crescente di superamento del limite. Le aree in verde hanno concentrazione al di sotto del limite.

Mappe interessanti sono ottenute per “sogliatura” dei valori di concentrazione

secondo la normativa vigente5: dalle matrici complete sono derivate sotto-matrici 4 le famiglie sono gruppi di composti con analoga struttura chimica, elementi componenti e comportamento ed è per questo che possono essere trattati con l'ausilio della stessa tecnologia. 5 Per l’Italia il Decreto del ministro dell’ambiente 25 ottobre 1999, n. 471, “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati”.

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selezionando i valori che superano i limiti di concentrazione imposti per legge. Esse vengono quindi visualizzate con modalità cromatiche in funzione del fattore di superamento del limite di legge: tali mappe aiutano ad individuare le zone “critiche” della distribuzione dell’inquinante. Queste matrici sono considerate nel prosieguo della valutazione con ELGIRA, per valutare l’accorpamento in zone di famiglie di sostanze e per determinare volumi e pesi delle porzioni di terreno da bonificare. L’ operazione aiuta a definire la zonizzazione delle aree in cui si applicano specifiche tecnologie di bonifica, singole o combinate. 2.3. Rischio sanitario ed ambientale

L’analisi del rischio sanitario e ambientale nell’area di intervento è un’altra fase essenziale della procedura; essa è connessa alle destinazioni d’uso e alle norme di prescrizione dei livelli di accettabilità dell’inquinamento (limiti o rischi residui ammessi).

Accade a volte di non riuscire – per motivi di efficienza della tecnologia di bonifica adottata o di scarsità di risorse economiche – ad abbattere completamente le concentrazioni di inquinante; rimane in questi casi una concentrazione residua, di cui occorre valutare la pericolosità e l’accettabilità. Questa valutazione è congruente con le indicazioni normative6, ma soprattutto con le destinazioni d’uso previste. Essa può assumere un connotato critico in ragione degli elementi in gioco (percorsi di esposizione, di ingestione, ecc.) e dell’importanza ad essi attribuita dai soggetti interessati al processo di riqualificazione, siano essi produttori o consumatori.

Fig. 7 – Analisi del rischio sanitario (doppio livello).

L’analisi del rischio sanitario è attualmente effettuata in ELGIRA con il programma Giuditta, la cui efficacia è in fase di test con l’aiuto di altri software, come Risc 4, mentre l’analisi di rischio ecologico avviene all’interno del modulo REC.

6 Ad esempio, una semplice divisione in due zone come prescrive il DM 471/1999 in Italia: la prima a destinazione industriale, commerciale e terziaria e la seconda a destinazione residenziale, a verde e agricola.

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2.4. Zonizzazione del modello di inquinamento

Al fine di ottimizzare la relazione tra tecnologie di bonifica impiegate e sostanze trattate7 è utile l’accorpamento delle sostanze in famiglie di inquinanti afferenti alla medesima tipologia di trattamento. Le matrici spaziali di presenza delle sostanze nel sito (ad esempio nelle zone in cui superano i limiti di legge) possono quindi essere accorpate, individuando aree e volumi.

Fig. 8 – Zonizzazione del modello di inquinamento. Mappe di concentrazione dell’inquinate delle singole sostanze afferenti a diverse famiglie di contaminanti (1); sovrapposizione delle mappe di concentrazione delle sostanze afferenti a ciascuna famiglia (2); sovrapposizione finale delle mappe di ciascuna famiglia (3) .

Una ulteriore elaborazione è costituita dalla intersezione spaziale tra le aree

(volumi) di ciascuna famiglia per ottenere un’unica matrice (rappresentabile in una mappa 2D o 3D). Tale identificazione è fondamentale, poiché a ciascuna di queste porzioni è (teoricamente) applicabile una (o più) tecnologie di bonifica. 2.5. Tecnologie di bonifica

Elemento indispensabile per la individuazione e la scelta delle migliori tecnologie applicabili è un archivio (database) delle tecnologie. Per ognuna si dispone di caratteristiche specifiche, comprese le possibilità di applicazione e i vincoli, in dipendenza delle sostanze inquinanti, della conformazione del contesto, della disponibilità, delle performance e dei costi. La costruzione di un archivio di questo tipo è utile fonte di conoscenza sulle problematiche connesse alle principali esperienze di bonifica in contesti simili o diversi.

7 In Italia il DM 471/99 raggruppa per famiglie le sostanze inquinanti. Sono comunque disponibili diverse tecniche di clustering.

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Fig. 9 – Tecnologie di bonifica. Impianto di trattamento fanghi a Fusina, Porto Marghera, Venezia (fonte: VESTA)

ELGIRA effettua una prima selezione secondo requisiti richiesti: presenza di inquinanti, risorse finanziarie disponibili, vincoli di progetto e contesto8. Una fonte importante al riguardo per l’area test è il Master Plan delle bonifiche di Porto Marghera. Questo sottoinsieme di tecnologie è quindi sottoposto a valutazione multicriteriale di scelta, ordinamento o assegnazione in base ad opportuni criteri9. Com’é agevole notare, si adotta una procedura lessicografica in cui la valutazione multicriteriale viene attivata soltanto per le tecnologie che rispondono ai requisiti minimi nel contesto d’impiego. La zonizzazione ambientale ancorata alle ipotesi di uso del suolo viene così associata a specifici processi di bonifica. Ogni processo è definito da un modello di impiego di tecnologie singole o associate la cui dimensione temporale è cadenzata sugli scenari di riqualificazione 2.6. Scenari di riqualificazione

In questa fase si completano gli scenari di riqualificazione le cui dimensioni strutturali riguardano l’uso del suolo, il progetto d’area, il processo di bonifica e la cantierizzazione dei lavori. Gli scenari vengono valutati con analisi costo-efficacia in funzione della riduzione del rischio, del merito ambientale e del costo finanziario. Quest’ultimo può essere rappresentato da criteri finanziari specifici, come il rendimento,

8 Criteri di selezione della tecnologia possono essere: tipologia rispetto al sito, tipologia di processo, condizioni d’uso, stato dell’arte, presenza di residui trattamento, tipologia di azione sui contaminanti, contaminante trattato, e così via. 9 Criteri di valutazione della tecnologia possono essere: tipologia di esposizione della popolazione, adattabilità agli imprevisti, affidabilità, efficacia sul contaminante specifico, competitività, valorizzazione degli estratti, tempistica di trattamento, costo della bonifica, costi di trasporto, conformità ambientale, accettabilità sociale, rendimento del sistema, disponibilità di mercato, richiesta area per impianti, e così via.

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il periodo di copertura, o con opportuni indici di cash-flow. Altre informazioni possono arricchire la descrizione degli scenari in fase riepilogativa10.

Fig. 10 – REC. Schema operativo.

REC è una procedura seguita per la valutazione degli scenari. Si tratta di una metodologia olandese (REC, Risk, Environment, Cost) sperimentata in diversi contesti europei. Gli obiettivi della metodologia sono: minimizzare i rischi per persone, ecosistemi e oggetti nel sito, massimizzare la qualità ambientale dell’area, minimizzare l’uso di risorse scarse durante le operazioni di bonifica, minimizzare i costi finanziari della bonifica. 2.7. Effetti areali

La riqualificazione di un sito (bonifica, nuova edificazione, riutilizzo di manufatti, ecc.) genera effetti puntuali e areali, sull’intorno naturale o urbanizzato. Questi effetti riguardano la variazione di qualità urbana, di accessibilità, in generale di valore delle aree. Per comprendere le conseguenze di un intervento di riqualificazione sulle aspettative e i comportamenti degli operatori (immobiliari, industriali) e della popolazione è opportuno cercare di stimare le dinamiche che producono tali effetti.

10 Informazioni integrative riguardano, ad esempio, il differenziale di rischio (tra stato iniziale e finale), differenziali di concentrazione delle sostanze inquinanti, profilo dei costi finanziari delle singole opzioni, l’energia consumata.

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Fig. 11 – Effetti areali delle bonifiche.

Ciò può essere effettuato con modelli di simulazione ancorati a “regole” o “leggi” di diffusione. Queste possono derivare da modelli spaziali già calibrati in contesti simili e in grado di restituire prezzi impliciti in opportune funzioni edoniche, oppure da studi empirici su attese e comportamenti di investitori, city user, agenzie immobiliari, uffici pubblici (come il catasto e l’ufficio imposte), forum civici e di altri soggetti.

Fig. 12 – Simulazione dell’effetto di una bonifica sui valori immobiliari di un’area urbana. Scenario di Porto Marghera e del quartiere urbano di Marghera. Area bonificata evidenziata dal circolo; valori immobiliari (gamma cromatica dal giallo all’azzurro) prima (a sinistra) e dopo (a destra) l’intervento di riqualificazione. Applicazione di una regola di variazione dei valori crescente-decrescente in relazione alla distanza.

ELGIRA contiene una procedura sviluppata con la tecnologia degli automi

cellulari. Utilizza due regole, una di interazione locale e una a distanza. La prima consente di simulare la variazione di valore nelle aree immediatamente adiacenti all’intervento; la seconda cattura gli effetti in aree più o meno lontane dal luogo di

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bonifica. In entrambi i casi gli effetti seguono particolari ‘regimi’ dovuti alla morfologia fisica e sociale del territorio interessato. 2.8. Plausibilità degli scenari di riqualificazione

Gli scenari generati da REC vengono quindi sottoposti ad analisi multicriteriale riepilogativa. Lo scopo è riconoscere il dominio di negoziazione fra gestione del rischio residuo, merito ambientale e costo finanziario. Quest’ultimo può essere trasformato in costo economico con l’aiuto di opportuni fattori di correzione. Indagini in corso sui benefici delle bonifiche consentiranno di arricchire la valutazione anche dal lato dei benefici economici, solo indirettamente trattati nella procedura REC.

La discussione sugli scenari di riqualificazione è arricchita da una o più analisi di sensitività sulla varianza della matrice degli effetti e sull’eventuale trade-off fra rischio, merito e costo. Conclusioni. Test sull’area “43 ettari” a Porto Marghera.

Il modello è stato applicato nell’area “43 ettari” di Porto Marghera, di proprietà del Comune di Venezia. Ai confini della seconda zona industriale, l’area è stata usata negli anni ‘50 e ‘60 come discarica di rifiuti industriali. Il terreno presenta un’alta eterogeneità di inquinamento con forte presenza di arsenico, nerofumo, IPA (idrocarburi policiclici aromatici), zinco e bauxite.

Fig. 13 – Area “43 ettari” a Porto Marghera.

La matrice di caratterizzazione ambientale dei sondaggi fornita dal Comune di Venezia (Sistema Informativo Suolo) è la fonte principale. Sono state stimate le distribuzioni spaziali bidimensionali, con interpolazione, di circa 40 sostanze. Le mappe riferite ai limiti di legge (DM 471/99), per destinazioni d’uso, residenziale (A) e commerciale-industriale (B) hanno evidenziato una situazione di inquinamento particolarmente importante nella parte sud, con il superamento generalizzato dei limiti, e soprattutto del limite residenziale per centinaia o migliaia di volte per gli IPA e ancora più elevati per PCB (policlorobifenile).

Il test è stato effettuato ipotizzando un utilizzo commerciale-industriale come previsto dalla Variante per Porto Marghera del PRG di Venezia del 1999.

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E’ stata quindi effettuata l’analisi del rischio sanitario con il software Giuditta, individuando un’unica zona di esposizione e nove percorsi di esposizione per il suolo11 . Dai risultati, riassunti nella figura seguente, si rileva un rischio cancerogeno dal suolo superficiale molto elevato sia per lavoratori che per eventuali residenti.

Stato di inquinamento e caratteristiche dell’area consigliano quattro tecniche di bonifica:

• Desorbimento termico, per trattare gli IPA; • Soil washing per IPA e metalli; • Capping come soluzione a minor costo; • Discarica come soluzione ultima e destinazione dei residui di lavorazione In relazione alla zonizzazione dell’inquinamento e alla ottimizzazione del processo

sono state quindi considerate cinque opzioni alternative di bonifica: 1. Desorbimento termico su IPA + Soil washing su IPA e metalli 2. Una linea di Soil washing 3. Due linee di Soil washing 4. Capping 5. Discarica. Di queste opzioni sono stati calcolati consumi, costi e performance, come richiesto

dal modulo REC per la stima della riduzione del rischio, del merito ambientale e del costo finanziario. Gli obiettivi specifici sono la minimizzazione dei rischi per persone, ecosistemi e oggetti nel sito, la massimizzazione della qualità ambientale, la minimizzazione dell’uso di risorse durante la bonifica, la minimizzazione dei costi finanziari.

I risultati della valutazione (punteggi per R ed E, Euro per C, percentuale sui massimi teorici), indicati nella figura seguente, evidenziano la Discarica come opzione preferibile dal punto di vista della riduzione del rischio, il Desorbimento termico con

11 Ingestione di suolo; contatto dermico; inalazione indoor di polveri; inalazione all’aperto di polveri; vapori indoor dal suolo superficiale; vapori all’aperto dal suolo superficiale; vapori indoor dal suolo profondo; vapori all’aperto dal suolo profondo; dilavamento del suolo verso la falda; tre percorsi per il prodotto libero: vapori indoor; vapori all’aperto; migrazione della fase dissolta in falda.

RISCHIO VALORE [adimensionale] VALUTAZIONE (rif. D.M. 471/99)

Rischio cancerogeno per i lavoratori dal suolo superficiale

1,24·10-3 100 volte superiore al limite ammissibile

Rischio cancerogeno per i residenti dal suolo superficiale

4,78·10-3 100 volte superiore al limite ammissibile

Rischio cancerogeno per il suolo profondo e la falda sotterranea

Inferiore a 1 Inferiore al limite ammissibile

HI (Hazard Index = dose massima giornaliera assunta per dose tollerabile) per lavoratori e adulti

Inferiore ad 1 per tutti i percorsi di esposizione

Inferiore al limite ammissibile

HI (Hazard Index = dose massima giornaliera assunta per dose tollerabile) per bambini dal suolo superficiale

5,40 dato da 1,32 da ingestione di arsenico, a cui si aggiunge il contributo di alcuni IPA (cadmio, selenio, piombo, zinco, ecc.)

5 volte superiore al limite ammissibile

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Soil washing più efficaci sul piano del merito ambientale, e il Capping come soluzione meno costosa.

Opzioni di bonifica Discarica Desorbimento

termico+soil washing

Soil washing (una linea)

Soil washing (due linee)

Capping

R (Riduzione del rischio)

28,40 (94 %) 21,49 (71 %) 21,00 (70 %) 20,49 (68 %) 12,19 (40 %)

E (Merito ambientale)

-1,32 (-13 %) 4,86 (49 %) 4,79 (48 %) 4,62 (47 %) 2,84 (29 %)

C (Costo dell’intervento)

45’589’900 (± 1’578’200)

20’387’100 (± 682’200)

20’558’700 (± 693’200)

20’558’700 (± 693’200)

5’322’300 (± 155’800)

La scelta dell’opzione dipenderà dalle modalità e dagli esiti della negoziazione fra

R, E e C nei luoghi interessati dal processo di riqualificazione. Riferimenti bibliografici Andreottola G, “Tecnologie di bonifica, criteri di selezione e analisi di rischio”, in C Gargiulo (a cura), 2001, Processi di trasformazione urbana e aree industriali dismesse: esperienze in atto in Italia, Atti del Convegno AUDIS 1999/2000, Venezia. Anselin L, 1992, SPACESTAT Tutorial. A workbook for using SpaceStat in the analysis of spatial data, NGCIA, Dept. of Geography, University of California, Santa Barbara. Beinat E., van Drunen M A (eds) ,2001, The REC decision support system for comparing soil remediation options. A methodology based on risk reduction, environmental merit and cost, REC Consortium, Amsterdam. Benevolo L (a cura), 1996, Venezia. Il nuovo piano urbanistico, Edizioni Laterza. Beretta G P, “La caratterizzazione dello stato di contaminazione dei siti”, in C Gargiulo (a cura), 2001. Cecchini A. (1999), Meglio meno ma meglio. Automi cellulari e analisi territoriale, Franco Angeli, Milano. Cecchini A., Viola F. (1990), Ficties (Fiktive Stadte): Eine Stadtbausimulation in Wissenschaflichte Zeitschrift der Hochschule fu Architektur und Bauwesen, Weimar Heft. Chiozzotto E, “Il caso di Porto Marghera”, in C Gargiulo (a cura), 2001, cit. Comune di Venezia, Direzione Centrale Ambiente e Sicurezza del territorio, 2001, Accordo di programma per la chimica a Porto Marghera. Dpcm 12.02.99. Quadro conoscitivo di riferimento per la redazione del Master Plan per la bonifica delle aree contaminate di Porto Marghera (a cura di E De Polignol, F Zanetti), Venezia. Comune di Venezia, La pianificazione urbanistica come strumento di politica industriale. La Variante al Prg per Porto marghera, Urbanistica Quaderni 9, 1996. Coses e Comune di Venezia, 1990, Porto Marghera. Proposte per un futuro possibile, Franco Angeli, Milano. Couclelis H. (1985), Cellular Worlds: A Framework for Modelling Micro-Macro Dynamics, Environment and Planning A, vol. 17. De Polignol E, “Un sistema di supporto alle decisioni in campo ambientale: il Sistema Informativo Ambientale Suolo del Comune di Venezia”, in C Gargiulo (a cura), 2001, cit. Dennison M S, 1998, Brownfields redevelopment. Programs and strategies for rehabilitating contaminated real estate, Government Institute, Rockville, MD. Fishman A, B R Amjad, ”Acquisition considerations for brownfields properties”, in in T S Davis, K D Margolis, 1997,Brownfields. A comprehensive guide to redeveloping contaminated

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