, • t /.-•• \-.< LuiMdl 7 luglio 1980 ** * \ ATTUALITÀ l'Unità PAG. 3 :? \: .•CCr- T : ; %v! •• ff>- 'So- -i* .'. .y^'»-'--: &v.Y- ?$• .- •-•• ^-\ •yfc «ss ?*?.*"' - - *.5Ì- - £?:.- • .^,- •-• <••-. i .r%v : Ifc- ' m- i Dopo fe prove scritte prendono il via gli orali L'esame di maturità in cui òggi riésèunò Finora non abbiamo avuto i let- terati che ci raccontano sui quoti- > diani e i settimanali quant'è stato bello, o brutto, faticoso o semplice e liscio il loro esame di maturità quando erano giovani loro e la scuo- la funzionava con drammatica se- rietà. E* già qualcosa. ' Abbiamo avuto, inevitabili e talvolta utili, '; i giudizi sui temi d'italiano; il più utile quello di De Mauro, perché dice quello che ogni persona • di • buon senso può comprendere: che quell'abominevole esercizio premia " coloro che sanno scrivere e scola- sticamente », cioè in maniera re- torìca e falsa e insegna a scrivere in quél modo per tutta la vita. . Ma anche il resto dell'esame si svolge tutto all'insegna dell'incon- gruenza e della più completa ca- sualità. Certo, ora è diventato un esame facile. Gli studenti che rie- scono ad arrivare all'ultimo anno — e sono * molto meno di quelli che si sono iscritti al primo <— hanno buone speranze d'ottenere il titolo; un premio — per quel che vale — per gli anni trascorsi in una scuola che ha reso organica e compatta la loro ignoranza. Pro* fessori giunti da varie province, che non si conoscono, che si ispi- rano ai più diversi criteri didattici giudicano con prove mancanti d'ogni attendibilità dei giovani che non credono più al rito dell'esame come non credono più alla scuola (ma- nifestano al più qualche timore del quale il classismo» imperante non li ha ancora liberati del tutto, an- che perché molti di loro dell'esi- stenza di questo lassismo non sono gran che informati, non essendo in- formati di nulla). Manca di attendibilità un giudizio espresso senza riferimenti al reale rendimento dello studente e al lavoro di altri insegnanti - In attesa di una riforma della scuola media superiore - Proposte y' :•;/•'-.'•'•.:••; : di legge nei'cassetti:•;''/ ì-p^' 1 ^'}:?; se improvvisamente serio? Il mini- stro Valitutti in un'intervista estiva dell'anno scorso lo minacciò annun- ciando l'intenzione di nominare una commissione che avrebbe dovuto fornirgli adeguati strumenti. Severo non potrebbe diventare, dato che è ridicolo; potrebbe solo diventare più grottesco; e non' cambierebbe in nulla la sua natura di prova che non prova, di giudizio inattendibile, il meno attendibile di tutti gli esami. I letterati che hanno fatto l'esa- me tanti anni fa e parecchia altra gente, compreso il ministro, non io sanno, ma esiste tutta un'attività di ricerca sulla valutazione, del tutto comprensibile, per chi abbia voglia di documentarsi; dice fra l'altro che : per valutare attendibilmente biso- gna progettare la valutazione insie- me con l'insegnamento; se sono momenti completamente •* . superati, l'insieme non funziona, o funziona solo in alcuni casi, quando si tratta di giudicare il possesso di singole abilità oggettivamente descrivibili. Sicuramente non funziona sé si tratta di. giudicare la maturità, tan- to più che nessuno ha mai definito questa maturità in modo non equi- voco. Eppure l'esame dovrebbe ser- vire proprio a valutare il possesso di questa dote che non si sa in che cosa esattamente consista. E se quest'anno l'esame diventas- . I professori che si lamentano per l'insufficienza dell'indennità d'esame non hanno torto; e chissà quanti " anni ancora ci vorranno per far > intendere agli amministratori del- l' l'istruzione pubblica che si potréb-1 bero spostare i commissari di pò- * chi chilometri, in modo che possano . ^tornare a dormire sotto il loro tetto anziché costringerli a fare i turisti e dormire in pensione. Ma dovreb- bero protestare con^ almeno altret- tanta forza contro l'uso che sì fa - di loro e della loro professione fa- cendoli partecipare a queste impre- : ' se. Proclamare solennemente che sono persone serie e dunque non si prestano più: tanto vale imbus- solare i nomi degli studenti e sor- teggiare i promossi e i bocciati. L Per i giovani, partecipare al rito della maturità è uri pò' mettere in* parentesi, per qualche settimana, la loro condizione precaria, di proba- > bih' emarginati, agire come se usci- re dalla scuola «verso la vita» ò • verso l'università avesse significati diversi da quelli che ha effettiva- , mente, come se davvero uscissero / dalla scuola sapendo e sapendo fare ' e trovassero un mercato dove le loro conoscenze e le loro abilità fossero apprezzate. > . - - - Forse sarebbe di buon gusto de- cidere il silenzio stampa sugli esami almeno finché non si veda qualche atto significativo nella politica sco- lastica, ' tanto per ' cominciare, una ; legge sulla scuola secondaria alla quale possano fare riferimento par- ziali modifiche agli ultimi anni di ; studio e all'esame e qualche seria iniziativa per aggiornare gli inse- gnamenti e interventi sul mercato ; e sull'organizzazione del lavoro, e viceversa rompere un altro silenzio , stampa, quello per cui, a parte - qualche avaro resoconto delle boc- ciature e la cronaca delle agitazioni degli autonomi, della scuola si parla sempre meno, anche a sinistra. ' . • Da qualche settimana, per esem- pio, giacciono all'archivio della Ca- mera due proposte di legge comu- niste sulla scuola elementare: : sul tempo pieno e l'organizzazione dei- la didattica e sui contenuti dell'in- segnamento. Chi n'ha parlato, < su quale giornale o settimanale, per analizzarne la portata '- culturale e politica? Quanti, fra coloro che fan- no la predica ai giovani perché non studiano, si preoccupano di ciò che '. occorre fare perché leggere, espri- mersi, comprendere, agire e studia- re cominci intanto ad essere pos-< sibilo-per tutti in maniera intelli- gente a partire dai sei anni? Siamo andati fuori tema, come • dicono i professori d'italiano. Ma f qual è il tema? Se :è la maturità, è impossibile svolgerlo, non essendo accaduto nulla — se non quella cò- sa fastidiosa, ma scontata che è il peggioramento della, condizione gio- vanile — dall'anno scorsoad oggi. , Il tema infatti è un altro: quale - uso. fare della scuola perché non ostacoli gli sforzi (eventuali) per organizzare diversamente la vita di tutti, perché non funzioni come fab- brica d'ignoranza e d'incompetenza. Giorgio Bini Studenti di un Istituto supe- riore milanese alle prese con il tema. «Ciò che conta è i cinque anni di scuola» MILANO — « Il saggio, es- sendo giusto, coraggioso e pio, è un uomo compiuta- mente buono: d'altra parte, chi è buono compie bene e- rettamente quel che fa, e chi opera bene è felice e for- tunato, mentre chi è mal- vagio ed opera male è in- fetice*. Non è la morale di una favola, ma un passo tratto dal Gorgia di Plato- ne, U primo capoverso del brano da tradirne dal Gre- co, capitato sui banchi degli studenti dei licei classici, co- me seconda prova scritta al- Uno studente del t Pati- ni », fra ì primi a conclu- dere ìa prova, esce con U volto pnff*rfff ma soddisfat- to: «Mi pare a» essere «in- cito abbastanza bene. H con- cetta espresso .da Platone forse è superato dai tempi. Non è sempre vero che i buoni sono fetici e fortunati. E forse è ancora meno vero che gU «omàn fortunati so- no quelli più buoni. Comun- que si tratta di una tradu- zione. Il problema è tradur- re, non discutere 9 conte- melo». Adesso aspetterà i com- pepiti dt classe per scam- biare qualche impressione. D'altra parte chi voleva ci- mentarsi con i € contenuti* ha potuto farlo U giorno pri- ma con lo scritto di italia- no, il vecchio tema. Vecchio come vecchio può essere un tìpo di esame introdotto e sperimentalmente » nei 't9, e che ormai attende, per cambiare, ìa riforma dì tut- ta la secondaria. Un episodio, singolare ma davvero accaduto, può ser- vire ad introdurre un di- scetto suUa crisi deWesa- me. Un maturando ~ del « Giorgi », l'istituto tecnico più importante . di Genova, si era costruito un magnifi- co aggeggio ricetrasmitten- te. Grazie a questo non ave- va dovuto fare altro che ri- serioere, sotto dettatura, il tema svolto da una * com- plice » esterna, una studen- tessa universttaria nascosta in un ttppartamento detta zo- na. n cmessaojtfo» è stato intercettato per puro caso dalla polizia. E u* « rodiosug- geritore > è stato definito « tecnicamente perfetto e in- gegnosissimo ». Questo scher- zetto costerà al ragazzo si- curamente ìa maturità, ma potrebbe perfino • comporta- re una condanna di Tribu- nale. Marchingegno perfetto Eppure, è di per sé una cosa straordinaria che uno studente del quinto anno di un istituto tecnico (dove (a teoria è vecchia e la prati- ca è episodica e insufficien- te) riesca a fabbricare un tale marchingegno, e per di pia < inaeanostsstmo e tec- nicamente perfetto*. € Nell'esame — dice una studentessa del liceo scienti- fico "Cremona" dopo la prova di matematica — c'è una componente particolar- mente antipatica, che ci con- trappone nettamente agli in- segnanti, La sua espressione pie palese è U tentativo di copiare, di scambiarsi qual- che risaltato, anche interme- dio. Perchè quello che con- ta è chiudere ovetti ci none anm ai se noia, non mtsnrnr* ci con noi stessi e vedere quanto abbiamo imparato. Certo può essere colpa no- stra, U fatto è che non ci sentiamo colpevoli pia di tan- to di ciò che la scuola non ci ha dato negli anni prece- denti. E ripetere Vanno non fa piacere a nessuno*. Spesso capita che U se- condo scritto, che varia se- : condb crii indirizzi di spe- cializzazione. sia ad un li- vello superiore rispetto agli studi realmente effettuati dalla classe. Allora. è un drammatico circolare clan- destino di foglietti. E il mem- bro interno diventa una spe- cie di ancora dì salvezza. Si spera che dia una mano, al- meno nella valutazione dei compiti, se non proprio du- rante U loro svolgimento. Nessuno pensa che € ba- rare* aVCesame significhi entrare impreparati, « do- po*, nel mondò del lavoro: « Secondo te — osserva uno studente — chi supera Tesa- rne di maturità può conside- rarsi preparato? ». E poi c'è il problema dei posto di la- voro. e lo penso ad un esa- me più rigoroso e intelligen- te, dopo un periodo di studi altrettanto rigorosi e infeUt- genti, che ani accesso ad una professione dignitosa e con- seguente, o. naturalmente, all'università*. E* una ri- chiesta elementare e perfi- mmj nwnmyeuwsu^Uf ^ wumTV^mn ^pmmn ^^tmm^ pUcUà; eppure ìa sua di- stanza dalla realtà appare oggi enorme. nmvpn^9vna> ^pn>nwve^nnjsfewy vevonvfmj4vf iniziano gU orati; su due ma- terie: una scelta dagli stu- denti, l'altra dalla commis- sione esaminatrice. Una-pro- va breve ma temuta; c'è U •* f w ^ W T V a? navve* nTe™J^n»*"<l^nWj Wv* le improvvise amnesie, ma- gari proprio sugli argomen- ti delie domande. Fattori di cui solitamente le commis- sioni tengono conto, ben sa- pendo che questa è forse la peggiore delle interrogazio- ni, dove spesso fortuna, ti- midezza o proprietà di lin- guaggio, precipitazione o calma, sono i veri protago- nisti del colloquio. Un col- loquio che diventa tutto un € tener conto* non si sa be- ne di che cosa: allievi e do- centi neppure si conoscono. Cosi, studenti, genitori e sempre ad affannarsi fefc bramente. E poi, basta la notizia riportata da un gior- nale suìt errore contenuto nel problema dì matematica, o la voce che c'è stata « ma fnoa» per la versione dì la- tino per accendere polemi- che, per far rinascere una curiosità dimenticata. Telefonate ai giornali Seco allora genitori e stu- denti che telefonano alle re- dazioni dei Giornali per se- gnalare che U terzo quesito contenuto nel compito di ma- tematica ai licei scìentt/ici richiedevo di calcolare la grandezza delle due aree de- terminate dall'intersezione di una parabola con una dr- con/erenza, mentre in real- tà, in base ai dati /orniti, le aree determinate erano tre, due interne e ma esterna al cerchio. GU esaminandi si sono .trovati cosi nell'in- certezza a doversela cavare «ÈenutUem htme (fi buon sen- •o a causa dona trascura- - Difficile per questi ragazzi credere che si " .tratti di un'occasione per misurarsi ; con se stéssi' Alle prese ; con i quesiti incerti delj problema di matematica allo scientifico e la presunta fuga 'f della versione vi*: : A- ài latino '^ alle magistrali tezza ministeriale che r ha' predisposto la formulazione del problema. Ed ecco ancora la voce sostenuta in prima pagina ieri da Paese Sera che il : testo della versione dal la- tino per le magistrali era nota prima dell'esame. Il auotidiano romano ha pub- blicato a testo dx un tele- gramma ricevuto in redazio- ne giovedì 3 Inolio, in cui veniva indicato il brano del- Vopera da cui sarebbe stata ricavata ìa versione. Paese Sera.ha pnbòtìcato anche U testo di una telefonata ano- nima giunta aOa redazione dt Napoli nello anale ma insegnante rivelava dì esse- re in possesso del testo da tradurre e aggiungeva che molti professori stavano la- v varando per consegnare ìa traduzione dietro congrui compensi. Ecco, con questo fanno an- cora i conti. studenti, inse- gnanti, genitori òx questo mo- mento. Tutto corre sul fi- lo ài una lama: la posta in palio è ìa promozióne o ìa bocciatura e qualsiasi op- rando è importante per rin- viare, resoingere, accettare un verdetto che non va ol- tre questi due poti di boc- ciatura e promozione. In mezzo, c'è U deserto, o quasi; difficile trovare con- tenuti, nonostante oggi tutto sia enormemente pie diffi- cile e complesso af aaanto non sembri trasmettere la massima di Platone, secon- do cai busta estere buoni per estere felici. L impor- tante, appvnto, e finse ire a frodarla. E pad sembrare per/ino sufficiente. Saverio Pattumi • Dalla nostra redazione FIRENZE'— Un palcoscenico J illuminato a giorno. Dietro i T ^ pregi di Palazzo Vècchio, ai ; ; lati il « Biancone » e la Log- ' già dèi Lanzi. Sopra il pai - '• co quaranta sassofonisti ve\ siiti con~una .tuta bianca da astronauta. E' una- notte fio- rentina, unariotted'estate. ; i Ha preso il via, còsi la se- , corida edizióne di «Firenze Estate '80»,; l'insieme delle ; manifestazioni culturali orga- nizzate dal : Comune di Fi- renze. :•. :..V;' ; " ..•' :"•' ?-;^<^' ""-i ; .Un omàggio doveroso al fu- turo, a un futuroxhe sembra/ però ormai prossimo in una città che sta sperimentando un nuovo modo di vivere e di gestire i grandi spazi ur- - barii, di inserire organica- mente nel contesto . rinasci- ' mentale e medioevale i trat- ti più • salienti della cultura contemporanea, di quella che sarà la cultura del Duemila, v vfSorry, che cosa è que-' : sto?-»,'.•' chiède^ lUnipèrterrito turista aiMfcaiìb. ^fiU'npMrS-" tura della stagióne tótìvà di Firenze s --.:. rlspimóUamò''f;-r ; cori uno spettacolo del ' grup- po francese Urbansax». «Ah, credevo^ fossero'' nwrmoni» >; : E in effetti l'irtpatto cori que-; • sto nuovo modo di fare cui-. turai è ; maggiore soprattutto in' chi^vièiie 4aa vfuori; iti quanti sono attirati a Firen- " ze dalla sua immagine di cit- tà storicat di città-museo, co- .'• si come viene «venduta» da i molte compagnie di "viaggio. ' ^ « Firenze Estate '80 » non ; è solo una rriastodontica car- rellata di spettacoli, rassegna e festival da «consumare» frettolosamente, ma qualcosa idi più grosso che lascerà il suo segno' nella città. Appro- fittando : delle manifestazioni culturali, !'Amministrazione comunale hi - infatti: dato il via afla «pedonalizzazione» delle principali piazze fioren- tine. n primo provvedimento ha interessato piazza della Signoria, un ambiente che non è patrimonio solo dei fio- rentini, ma della cultura di tutti gli uomini. - k < L'immagine della piazza sgombra di ogni veicolo non è un miraggio, né tantomeno appartiene a una collezione di fotografie d'epoca. E* una realtà. / e Seminiamo'•musica nel selciato deOe piazze fiorenti- ne — dicono i dirigenti del- l'ARCI che organizzano i concerti" con rapporto del- • l'Amministrazione comunale — perché la scelta del po- sto diventa motivo di socia- lizzazione, di recupero di spa* zi utilizzati nonnahnente ,co- n » parcheggi». Via le inocchine, spostati 1 tragitti degli autobus, resta- no solo le carrozzelle e k gente che parla, legge i fàor- nahV ascolta musica. Tutto il centro storico flocentino di- venta un Beaubourg: l'isola pedonale sarà un'isola cultu- rale. Si allargherà tanto da creare un «percorso» urbe- Suggestivo esperimento Piazza Signoria (senza le auto) in palcoscenico Il programma di «Firenze Estate '80» • I parcheggi sfrattati per lasciar posto a con- certi e spettacoli - La presenza dei turisti 1 >" &s~ Mi' .tei: j i t. i "i-** ^ t5 ™ x Folla, in piazza per il concerto degli «Uran Sax». In alte, sopra II titolo, piazza delle Signoria senza più auternoWII: sem- bra un'immagine d'altri tempi. •. no che dal piazzale degli Uf- fizi a piazza della Signorìa toccherà via Calzatoli per ai-. rivare sino a una parte di piazza del Duomo. - : rÀ .: r Oggi tocca alle mostre me- dicee (prorogate sino a set- tembre) fare da degna cor- nice a questa « galteria al- l'aria aperta», domani ad altre esposizioni o manifesta- zioni culturali. ••" -••: -tv La sperimentazione ora va avanti; in questi giorni altri luoghi perderanno l'aspettò di parcheggio per diventare' pai-' coscenico naturale: piazza Santa Croce, piazza Santissi- ma Annunziata, piazza Santo Spirito.; •.-•.-, Altri punti saranno poi uti- lizzati da «Firenze Estate '80», come piazza del Carmi- ne, piazza dell'Isolotto e piaz- za Elia Dalla Costa, in modo da non ghettizzare i quartie- ri della periferia, ma di uni- ficarli, anche sul piano cul- turale. al centro storico. Per chi non ama i«raduni» se- raK dei giovani, raltemati- va è a canonico spazio stori- co dora affreschi e statue si compenetrano a pianoforti e violmi. Va in questa direzio- ne l'inseriraento in «Firenze Estate '80 » di una serie di prestigiose strutture cultura- li che operano a tempo pie- no a Firenze. I concerti nell'eremo E* cosi possibile ascoltare concerti nell'eremo della Cer- tosa, nel suggestivo cortile di Palazzo Pitti, nella sontuosa villa di Poggiò Imperiale e netta calma del Chiostro del Carmine. Qui diventa facile immergersi nel dona dell'am- biente grazie anche alla sug- gestione delle note. Sulla col- linare Fiesole, inoltre, per tutta l'estate il piccolo bor- go rinnova i suoi antichi fa- sti colturali con un program- ma denisc^ dì appuntamenti musicali, teatrali e cmemato- granci che l'hanno .posto or- mai da anni an'avanguardia. , Sulla parte opposta, Forte Belvedere strizza rocchio al- la citta. E* l'occhio del ci- nema che mette sullo scher- mo una vera e propria gal- leria di personaggi, dall'enig- matica Mata Hari. interpre- tata da Greta Garbo, al ri- flessivo Agente 007. 'H titolo della rassegna è «Quadri di ' » . • • • • • • i contenuti di «Firenze Estate *00»? Quafi sono sta- te le scelte e chi le ha com- piute? «I programmi — ri- sponde l'assessore. aOa Cul- tura, Franco Caznarnngìn — sono il fratto di un'intensa coBaliorazione tra fl Comu- ne. le forse e gM organismi ùneOettuali deOa città, come U Teatro comunale, FARCI, le ACLI, l'Ente Teatro roma- no di Fiesole, il Centro stu- di danza e via dicendo. Ab- biamo quindi sintetizzato . i programmi in rassegne orga- niche, di livello qualitativo assai elevato, che fornissero l'idea dèi moviménti e delle tendenze principali che si ma- nifestano nei diversi settori. Facciamo il caso della ras- segna di jazz, di quella sul- la musica popolare a ballo, delle manifestazioni. concerti- stiche di importanti strutture come il Musicus. la Cer- tosa, della rassegna tea- trale organizzata al Boschet- to, di quella della musica - da organo a cui si devono aggiungere i festival sulla musica dei popoli, sulla dan- za contemporanea e dei bu- rattini che si terranno • alla fine dell'estate». . - Il totale delle manifesta- zioni programmate da luglio a metà settembre supera il numero di duecento, qualco- sa come tre appuntamenti di rilièvo ogni sera, a cui bi- sogna .afhancare le iniziati- ve desolane, quelle dei co- mmuni limitrofi, delle organiz- zazioni private, dei movimen- ti- di massa altre alle centi- naia di Feste den'Unità che starino sempre più assumeh- ; do un taglio culturale e spet- • tacciare. - ••'. _ ^j.-' - ;•,- Tutta la città respira que- sto clima di fervore. Gli stra- nieri e i turisti in generale sono in aumento, attirati cer- tamente dai musei, dalle mó- stre medicee e dalle al- ; : tn». ^snnRìiìrtni CNctrp. Tlame. Oscar Niemeyer, le sculture delle OWate ecc.). ma anche • dall'atmosfera che si respi- ra nell'estate fiorentina e dal grado di civiltà e di vivibi- lità che contraddistingue il capoluogo toscano. > Dietro le pagine di una cro- naca' cosi ' intènsa, . si affac- ciano'però problemi importan- ti, come la ricettività delle strutture di fronte a un mo- do diverso di fare vacanza e anche contrasti culturalL Non tutti, infatti, «digeri- scono» volentieri lo scossone che la città ha avuto in one- sti ultimi cinque anuL I grup- pi di potere della rnsiddrtla «Firenze bottegaia», da pre con l'uscio aperto. ti a criticare le eterogenee e con le quali si presenta la modernità e la spregnancatez- za dei giovani, forse troppo ingombrante e per una parte dì per la verità assai che non si vuole aprire. Ma Firenze la sua Tha già fatta: dai concetti di massa aOa musica nette piazze liberate dal traffico c'è un disegno unico di ao- rialitiare e uniauinare . gfi Marco Furrari ROMA — L'idea non è mal- vagia, ma nemmeno troppo ceiginale: proporre una ver- sione a fumetti della vita, del- la figura e delle opere di un poeta come D'Annunzio. Ad- dirittura In una galleria della capitale, al Centro Morenti, in via Grana. Scopo, secondo quanto ha ónchterato l'orge- iriaeatore ònQlnunutlva, Da- rio Spera, quello di «propor- re un rrAnnunaiod'pggi: nuo- vo, ' umano, ridìcolo, abba tjttante e contradò^ttorto, co- me è gluato che ate> srotola- to dal sudarlo a di vecchio toezuostro». a dire che, sansa la usata per le « strtpea » •sa- remmo ancora^ qui ad aflrcnv tara ed ' asammare 'l'autore dnttiiAlcron*», del «Trionfo dalla mortai, dal tPlaoaraa Al Centro «Momndi» di Roma Ancora D'Annunzio stavolta a fumetti riccioluti e (cM l'avrebbe detto) a Benito tener conto dei passi avanti compiuti In tutti questi anni dalla critica letteraria. Cozuunque, a dal ltaftaujalo a tratti pò 41 sei artisti e i Tafanai del Tnatro^ inatinatta, hanno puntato a ónV «alativi di a va» vinta con gli artlatl di oggi. A tall- oni poeta vm gate oonla tBatecatnte e 1 pi 7 # donna, a ptooott putti coroncina òraooro o evidenti ci alte sua figura, o sta dipingendo & proprio ri- «lfoii è la na tenuto a Darlo Spera,' aiteunì di-