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Univerzita Palackého v Olomouci
Filozofická fakulta
"DINO TICLI: SETTE GIORNI A PIRO PIRO"
TRADUZIONE COMMENTATA
KOMENTOVANÝ P ŘEKLAD
Magisterská diplomová práce
Studijní program: Anglická a italská f ilologie
Vedoucí práce: Mgr. Martina Pračkeová
Autor: Lenka KEZNIKLOVÁ
Olomouc 2010
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Studijní program: FilologieUniverzita Palackého v
OlomouciFilozofická fakulta
Akademický rok: 2009/2010
Podklad pro zadání DIPLOMOVÉ práce studenta
Mgr. KEZNIKLOVÁ Lenka F01352Na Výsluní 29, ZábřehPŘEDKLÁDÁ:
OSOBNÍ ČÍSLOADRESA
Obor/komb.: Anglická filologie - Italská filologie (AF-IT)
Forma: Prezenční
Dino Ticli: Sette giorni a Piro Piro. Komentovaný překlad
Dino Ticli: Sette giorni a Piro Piro. Commented translation.
Mgr. Martina Pračkeová - KFK
Dagmar Knittlová: Teorie překladu.Jiří Levý: Umění překladu.Olga
Krijtová: Pozvání k překladatelské praxi: kapitoly o překládání
beletrie
TÉMA ČESKY:
NÁZEV ANGLICKY:
VEDOUCÍ PRÁCE:
ZÁSADY PRO VYPRACOVÁNÍ:
SEZNAM DOPORUČENÉ LITERATURY:
............................................................
................................................
..............................
..............................
Podpis studenta:
Podpis vedoucího práce:
Datum:
Datum:
(c) IS/STAG , Portál - Podklad kvalifikační práce , F01352 ,
09.05.2010 21:16
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Prohlášení
Místopřísežně prohlašuji, že jsem diplomovou práci na téma:
"Dino Ticli: Sette giorni a Piro
Piro. Traduzione commentata" vypracovala samostatně pod odborným
dohledem vedoucího
diplomové práce a uvedla jsem všechny použité podklady a
literaturu.
V Olomouci dne 10.5.2010
Podpis:..........................................
3
A-PDF Split DEMO : Purchase from www.A-PDF.com to remove the
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Věnováno mým rodičům...
. ..za jej ich všestrannou podporu v době mých studií.
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Úvodem bych chtě la poděkovat magistře Martině Pračkeové za
vedení mé
diplomové práce a za konkrétní podnětné návrhy řešení
překladových situací.
Rovněž bych chtě la poděkovat Dinu Ticlimu, autorovi knížky, za
jeho vstřícný
postoj k řešení všech mých dotazů .
5
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II NDICENDICE
1. Introduzione
.....................................................................................................................
7
2. L´autore
............................................................................................................................
9
3. Metodi traslatologici
.........................................................................................................
11
3.1 Sviluppo storico a secoli
................................................................................................11
3.2 Metodi contemporanei
....................................................................................................12
4. La traduzione del titolo del libro
......................................................................................
14
5. Aspetti comuni a tutti i capitoli tradotti
............................................................................
18
6. La traduzione del primo capitolo
......................................................................................
22
7. Il commento della traduzione del primo capitolo
.............................................................
26
7.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico
....................................................................26
7.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale
.................................................................
27
7.3 Equivalenza sul piano sintattico
.....................................................................................30
7.4 Equivalenza sul piano stilistico
......................................................................................32
7.5 Equivalenze parziali
.......................................................................................................
35
7.6 Equivalenze zero
.............................................................................................................
36
7.7 Aspetto pragmatico
.........................................................................................................
38
8. La traduzione del terzo capitolo
.......................................................................................
40
9. Il commento della traduzione del terzo capitolo
..............................................................
42
9.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico
....................................................................42
9.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale
.................................................................
44
9.3 Equivalenza sul piano sintattico
.....................................................................................46
9.4 Equivalenza sul piano stilistico
......................................................................................47
10. La traduzione del quarto capitolo
...................................................................................
50
11. Il commmento della traduzione del quarto capitolo
....................................................... 54
11.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico
..................................................................
54
11.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale
...............................................................
57
11.3 Equivalenza sul piano sintattico
...................................................................................64
11.4 Equivalenza sul piano stilistico
....................................................................................65
12.
Conclusione....................................................................................................................
68
13. Resumé
...........................................................................................................................
69
Anotace
................................................................................................................................
71
Bibliografia
...........................................................................................................................
72
Allegati
.................................................................................................................................
I - XXII
6
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1. 1. INTRODUZIONEINTRODUZIONE
Dall´inizio dell´umanità i l nostro mondo è test imone di
tantissimi personaggi
che hanno arricchito la nostra arte con le loro opere
letterarie.
Forse per i l caso di babilonia o per un altro la gente non si
unifica nel la
l ingua e cosí troviamo molt issime l ingue nel nostro
mondo.
Ma il popolo non si vuole l imitare solo alla propria cultura ma
vuole far
esperienze nelle culture oltre i confini della patria.
Come viaggia la gente, la merce, gl i uccel li e i l vento, cosí
viaggia la nostra
conoscenza.
Ci sono dei l ibri, opere degli autori piú o meno conosciuti
oppure dimenticat i
che attirano la nostra attenzione. Ci sono l ibri da tutto i l
mondo di varie l ingue e
con i l profumo di culture vicine e lontane.
La traduzione come una delle discipline linguistiche piú vecchie
rende possibile
leggere e capire le opere in quasi qualsiasi l ingua del
mondo.
Questo lavoro di laurea è una traduzione commentata del l ibro
Sette giorni a
Piro Piro, di un testo per ragazzi, scrit to da Dino Ticl i. La
l ingua di partenza è
l´i tal iano e la l ingua di destinazione è i l ceco.
La tesi presenta alcune delle tecniche moderne traslatologiche
applicate poi
nel testo e da punto di vista di tutti i l ivell i l inguistici
(fonetico, morfologico,
lessicologico, sintattico) e sti l ist ici paragonando sempre
tutte e due le l ingue e
il loro uso naturale. Non manca nemmeno l´ informazione sul
l´opera e sull´ au-
tore stesso che in realtà apre la tesi.
Durante i miei studi universitari mi occorrevano le opportunità
ad attendere
corsi di traduzione in tutte le tre l ingue che studi lo - l
´inglese, l´i tal iano e i l
tedesco. Avevo le possibil i tà a dare un´occhiata ai segreti di
questa disciplina
con la guida delle persone esperte. Una di loro era Dagmar Knitt
lová le cui
teorie e metodi concreti rappresentano la base sia delle parti
teoretiche che
pratiche nel mio lavoro.
Le prime righe del testo Sette giorni a Piro Piro facevano parte
delle nostre
prove traslatologiche dall ´i tal iano al ceco che facevamo
durante le lezioni all ´u-
niversità. Questa piccola esperienza con effett i posit ivi è
diventata piú tardi una
grande sfida per dedicarmi a questo testo piú profondamente come
l´ oggetto
7
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del mio lavoro di laurea dove potevo real izzare la propria
creativi tà nel senso
linguistico e f inalmente e soprattutto tutto ciò che avevo
imparato ed ancora
imparerò durante lo stesso lavoro.
Ho cominciato la traduzione dall´iniz io totale cioè dal t i
tolo e dal primo
capitolo per introdurre la trama. Ne seguono altr i capitoli
però già scelt i perché
li consideravo piú interessanti per gli obiett ivi della
traduzione commentata.
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2. 2. LL ´́AUTOREAUTORE
Dino Ticl i vive a Lecco dove lavora come professore di scienze
in un l iceo
locale. È uno scrit tore moderno che fin dal 1986 si dedica
anche alla letteratura
per ragazzi. Fino ad oggi ha pubblicato decine di testi per
lettori piccoli, tra le
sue prime opere appartengono I l leone Gedeone (1986) oppure I l
l ibro segreto
degl i animali piú (1987), tutte e due pubbl icate dalla casa
editrice di De
Agostini. Tra le ult ime, uscite nel 2009, troviamo per esempio
I l mio cane fa le
puzze, Voglio un cane oppure Mettiamo in scena i proverbi.
Dino Ticli è un laureato in scienze geologiche con la
specializzazione in
campo zoologico e botanico e non per caso la sua bibliografia r
ivela un certo
numero di t i tol i dove si trovano animali o piante.
Il testo Sette giorni a Piro Piro, uscito nel 1995 sotto la casa
editrice
Piemme-Battello a Vapore, rappresenta una delle sue prime opere
per ragazzi, e
per i l suo grande successo è stato accompagnato dalla
continuazione sette anni
dopo con un titolo opportuno Ritorno a Piro Piro (2002).
Il testo non è r imasto inosservato dalle cri t iche letterarie
che hanno premiato
il suo autore con i l Premio Pennino d´oro nel 1996 e con Premio
Associazione
Culturale Oi-Petres nel 1998. Scendendo però dalle luci bri l
lant i dei premi
uff iciali gir iamo alla voce del popolo, un fattore non meno
importante. Ecco
alcune opinioni da parte dei suoi lettori che hano letto questo
suo l ibro:
"Ci tengo a mostrare all ' Ital ia questo fantast ico libro. I l
pr imo che ho letto e che mi haspinto a leggerne altr i ." 1 "Bel l
issimo l ibro che a distanza di anni e anni mi ha colpito e rimane
tutt 'oggi nel lamia mente, non solo come primo l ibro letto, ma
come uno dei piu bei l ibr i che lessinel la mia infanzia." 2
"Lo consigl io davvero, specialmente ai ragazzi che fantast
icano e sognano spesso :)" 3
"Sette giorni a Piro Piro" è un l ibro che non deve mancare nel
le l ibrerie di ogniragazzo in cerca di storie sconvolgenti e un
po' inverosimi l i . Se questo l ibro non è giàsul vostro comodino,
correte in l ibreria a comprarlo!" 4
1
http://www.ciao.it/Sette_giorni_a_Piro_Piro_D_Ticli__Opinione_10039692
ibidem3 ibidem4
http://kidslink.bo.cnr.it/fahr/fahr98/msg00404.html
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"Gli alunni hanno seguito con molto interesse le strabi l iant i
avventure del tur ista.Sono stati colpit i dal la stana l ingua del
l ' isola i l ´piropirese´." 5
Accanto alla letteratura per i giovani troviamo nella sua bibl
iografia altri
generi come testi teatrali e scientif ici per cui ha anche
ricevuto vari
riconoscimenti sul piano vasto.
La combinazione dello sfondo scienti f ico ad una parte e la sua
creatività testuale
all´ al tra rendono le sue opere le fonti didascal iche e di
divertimento nello
stesso tempo per i suoi lettori di qualsiasi età.
Come un art ista moderno Dino Ticli si apre al pubbl ico e ne
rimane in
contatto non solo fisicamente partecipando ai vari festival di
letteratura e
conferenze in tutta l´Ital ia, ma anche virtualmente tramite i l
suo sito ufficiale
www.letturegiovani.it. Là i l lettore scopre oltre altro che
Ticl i è anche un poeta.
Le sue poesie chiamate Filastrocche presentano solo una parte
del le cose
interessanti che questo autore fa r ivelare di sé stesso a
noi.
5
http://www.icgonars.it/lettura/recensione/primaria_quart_7.htm
10
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3. 3. METODIMETODI TRASLATOLOGICITRASLATOLOGICI
3.1 Sviluppo storico a secol i
La discipl ina di traduzione come un prodotto di umanità ha
passato tanti
svolgimenti e cambiamenti fondamentali , si deve capire che c´è
una grandissima
differenza nel come si tradusse nei primi anni di Cristo, nel
Trecento, Novecento
e come si traduce negli ult imi anni.
Sebbene distant i da centinaia d´anni tra di loro tutte le
stagioni avevano un
problema in comune - la questione di come approcciare le proprie
traduzioni. In
connessione a questi si prendevano in questione tre parole
oppure tre punti di
vista: fedeltà, l ibertà, adequatezza.
Già i poeti antici furono consapevoli del bisogno di prendere in
questione
tali aspetti del testo come i l suo contenuto e la sua forma.
Nel processo della
traduzione i poeti come Cicero oppure Horazio furono a favore
della l ibertà che
degli altri aspetti .
Il Medioevo arrivò con un nuovo approccio cio fu una traduzione
letterale
che servì ad una trasmissione precisa dei testi l i turgici
cristiani.
Il Rinascimento cercò ad avvicinare l´ambiente del testo
originale al lettore
cio pratticò tramite la l ibertà di traduzione e negazione della
letterarietà del
Medioevo. La rivoluzionarietà di questo periodo si fondò nel la
formulazione
delle prime regole traslatologiche che sono val ide f in ad
oggi. Una di queste
regole fondamental i dice che i l traduttore deve senza resto
capire i l testo
originale, la l ingua di partenza e la l ingua di dest
inazione.
L´approccio traslatologico del Classicismo fu in un certo senso
estremo. La
libertà della traduzione si emfatizzò cosí tanto che la
traduzione stessa diventò
una creazione di un testo quasi nuovo. Ogni particolarità locale
oppure
temporale del testo di partenza fu consapevolmente negata e
sostituita dal le
ideologie e caratteri estetici.
In contrasto al periodo precedente i l Romantismo cercò appunto
di mantenere
le particolarità dei tratt i originali del testo di partenza e
pone l´accento sul la
fedeltà e letterarietà del la traduzione.
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3.2 Metodi contemporanei
Se le centinaia precedenti quardavano la traduzione da tre punti
di vista - di
fedeltà, l ibertà e adequatezza, la disciplina della età
moderna, precisamente fin
dagli anni Sessanta usa i l termine di equivalenza funzionale
che vuol dire che i
mezzi linguistici abbiano la stessa funzione su tutt i i piani,
sia nella l ingua di
partenza che in quella di destinazione.
" Dnes považujeme funkční př ístup k překladu, funkční
ekvivalenci za základní princippřekladu. Znamená to, že nezáleží na
tom, použi jeme-li stejných č i j iných jazykovýchprostředků , ale
na tom, aby plni ly stejnou funkci, a to pokud možno po
všechstránkách, tedy nejen významové věcné, denotační, referenční,
ale i konotační,expresívní , asociační a pragmatické." 6
Nella sfera dell ´equivalenza funzionale si deve emfattizare
l´importanza del
cosiddetto aspetto pragmatico che si realizza praticamente in
tutta la
traduzione di questa tesi.
Il suo termine ha origine nella Scuola di Lipsia e viene legato
soprattutto ai
nomi di Gustav Jäger oppure Otto Kade. Secondo essi la
pragmatica significa
una relazione diciamo tripolare, cioè tra i l destinatore
(lettore, ascoltatore), l ´au-
tore (scri ttore, oratore) ed i mezzi l inguistici scelt i dal
l´autore con rispetto al
testo.
La scelta dei mezzi l inguist ici dipende dai vari aspetti tra i
quali appartiene
l´età oppure l´ambiente sociale sia del l´oratore che del
destinatario; le varietà
delle situazioni, i l t ipo della communicazione (scritta o
parlata) oppure anche
l´uso dello sti le l inguistico (formale e informale), dello
stile funzionale, del
piano st i l ist ico ma anche delle convenzioni della società in
questione.
Un altro punto di vista ci spiega l´aspetto pragmatico come la
coordinazione
del piano sti l ist ico, semantico e semiotico.
Eugene Albert Nida non usa anzi i l termine dell´aspetto
pragmatico ma
difende un´idea simile a quella della Scuola di Lipsia che dice
che la traduzione
deve rispettare 1. la cultura del la lingua di destinazione, 2.
i l contesto della
communicazione e 3. del destinatario procurati dalle giuste
scelte delle parole.
Secondo Noam Chomski tutto sia traducibi le e il processo di
traduzione sia
una recifrazione dei singoli elementi del la struttura di una l
ingua. Ogni l ingua
esistente viene formata dal lessico che è piú o meno
soffisticato e che in un
certo modo rappresenta uno specchio del la cultura di ogni
nazione. 6 D.KNITTLOVÁ, Teorie překladu, Olomouc: Nakladatelství UP
Olomouc, 1995, p.5.
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Ed è proprio la cultura stessa che secondo Chomski nasconde vari
ostacoli .
Se la l ingua di partenza si avvicina a quel la di destinazione
poi una certa parola
trova la sua traduzione equivalente su tutt i i piani l
inguistici senza grandi
diff icoltà. Se, però, le due l ingue hanno poco oppure niente
in comune, oppure
se i l testo di partenza contiene delle parole per le quali non
esiste nessun
espressione equivalente nella l ingua di destinazione, poi
chiamiamo un tale
situazione equivalenza zero. Per uscirne i l traduttore ha a sua
disposizione una
serie di procedimenti. Da questi scelgo per i l lustrare i piú
semplici da usare
come il cosíddetto calco cioè una traduzione letterale
mantenendo la struttura
originale; la sostituzione di un elemento da un altro, per
esempio un sostantivo
da un pronome e viceversa; la general izzazione o l´iperonimia ;
l ´esplici tazione
quando si aggiungono delle informazioni spiegative; la riduzione
del le parole; e
finalmente anche l´omissione della parola o del termine cioè
però una soluzione
estrema e non spesso praticata.
Ogni singola situazione richiede un individuale modo di
traduzione sia questi
piú o meno regolare o t ipico. Quel lo che alla f ine decide
sulla qual ità del testo
di dest inazione come un´unità complessa é in realtà appunto la
cosiddetta
equivalenza funzionale e la questione obligatoria se questa era
nel processo di
traduzione rispettata e riguardata.
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4. 4. TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL TITOLOTITOLO DELDEL
LIBROLIBRO
Forse non si sbagl ia tanto quel lo che dopo una breve
osservazione dice che
anche i t i tol i in generale abbiano la loro storia.
Nel passato letterario gli autori tendevano a procurare i propri
test i di un titolo
lungo ed esplicativo che in poche parole faceva indovinare l´
idea principale del
l ibro.
Non di rado rivela i l patrimonio letterario esempi opposti al
primo. Si hanno
in mente i ti tol i formati da una parola singola, semplici ,
chiari ed tematicamente
presentativi. Soprattutto i l campo poetico ha una sua
specialità quando i l lettore
trova piú opere di autori diversi chiamate tutte però con lo
stesso titolo di
"Poesie". In un tale caso la traduzione si mira verso uno degl i
approcci di
standart cioè concretamente qui l ´equivalenza totale.
Riguardando la scala di tutt i i t itol i possibili , J iří Levý
ne forma e distingue
solo due tipi fondamentali - t i tol i a communicazione e t i
toli a simbolo . Il primo
tipo contiene nella sua forma il nome del protagonista, una
descrizione della
trama e, nei casi piú lontani dal presente, anche il genere del
testo. Nel processo
traduttivo un tale t itolo viene mantenuto nella sua lunghezza
totale.
L´altro t ipo r ivela la trama tramite ai simbol i e secondo le
tendenze moderne è
breve ed esatto. Gli stessi caratteri del t i tolo devono essere
mantenuti anche nel
t itolo di destinazione.
Il t i tolo Sette giorni a Piro Piro non è stato cosí chiaro da
tradurre come si
poteva pensare nel primo momento. Quante piú regole e teoria la
disciplina di
traduzione gradualmente rivela, tante piú domande ci salgono e
fanno la
chiarezza iniziale lentamente sparire.
Tenendosi alla semplice distinzione da Levý, il t i tolo in
questione appart iene
al secondo tipo, cioè titolo a simbolo.
Dal punto di vista sintatt ico i l t i tolo è formato da un
sintagma nominale che lo
procura della brevità, ma nel lo stesso tempo schizza al suo
lettore un´ immagine
abbastanza leggibile per indovinare i l tema principale del l
ibro.
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La seconda parte del ti tolo ci fa sapere che si tratta di un
avverbio locí. La
domanda quasi intuit iva è sul genere del posto. Senza leggere i
l l ibro i l t i tolo
stesso non chiarisce questa domanda perché la preposizione "a" è
mult ivalente e
può introdurre i nomi sia delle città che delle isole.
Letto i l primo capitolo del l ibro si fa ovvio che Piro-Piro è
un´ isola, e una
breve ricerca immedia nel campo di geografia confirma che in
realtà un tale
isola non esiste.
Ogni traduzione viene accompagnata da una serie di domande da
parte del
traduttore che come una parte indispensabile del processo devono
esser fatte e
risposte cosí che i l t raduttore capisca l´essenza di una certa
espressione. Questi
è uno dei principi fondamentali , menzionati nel capitolo 3.1, i
cui origini vanno
dietro nel periodo rinascimentale ma sono sempre validi f ino ad
oggi.
Non è niente di straordinario se un t itolo viene formato dai
nomi geografici .
In un tale caso il t raduttore deve rispettare l´equivalente già
esistente nelle
traduzioni precedenti ed implementarlo nel proprio testo di
destinazione. Al
contrario, qualsiasi prova di original ità ed invenzione nel
senso di rottura dell´
usus potrebbe essere ri f iutato dal pubblico letterario.
Nel la nostra si tuazione dobbiamo affrontare una part icolarità
cioé la
cosiddetta equivalenza zero.7 Piro-Piro è un´ isola fantastica i
l cui nome è stato
inventato con una certa intenzione del l´ autore e solo per i
motivi di questo
libro. Dino Ticl i ne dice: ". .. la parola Piro non ha alcun
significato in i tal iano (a
parte l´uccel lo Piro Piro.. .), l ´ho usata per descrivere un
luogo geografico
fantastico e come aiuto per creare la nuova l ingua
´piropirese´, pertanto
considerala pure un gioco fonico." 8
Non avendo nessuna restrizione nella forma da un possibile
equivalente già
esistente, si tendeva a sostituire i l nome Piro-Piro da un´
altra espressione che
sarebbe piú vicina all ´ambiente del la l ingua di dest inazione
e coi simil i caratteri
fonici. Jiř í Levý, però, ne dice: "Po stránce obsahové je
hlavním požadavkem
výraznost, t j . konktrétnost a jedinečnost symbolizujícího
obrazu. Ta bývá [př i
překladu] mnohdy přehnána až na rozhraní umění a kýče." 9
7 Vedi il capitolo 3.2 8 D. TICLI, cit., Vedi Allegato I, data
15.11.20099 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama, 1983,
p.155.
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Presa in considerazione l´idea di Levý e l´intenzione
dell´autore, tutte le
altre forme sostitui t ive, come per esempio "Tramtárie" oppure
"Kuru-Kuru",
sono state negate alla fine ed i l nome originale di Piro-Piro è
stato nel t i tolo di
destinazione definit ivamente conservato.
La l ingua di destinazione, i l ceco, è una l ingua sintet ica f
lessiva che vuol
dire che certe parti di discorso vengono decl inati , la loro
forma si altera nella
desinenza secondo i sette casi grammatical i.
Piro-Piro è un´espressione nuova che tramite la propria
traduzione entra nel
sistema linguistico della l ingua di dest inazione. In generale,
i l piano
lessicologico definisce tali termini, come Piro-Piro, come
cosiddetti esotismi
oppure forestierismi . Questi sono "parole non addomesticate
[nella l ingua di
destinazione], trapiantate, generalmente per via oculare, cioè
in iscritto, nella
forma straniera originaria o poco cambiata: esse da tutt i sono
sentite e
riconosciute come straniere, per esempio ´slogan´." 1 0
Il traduttore può mantenere la parola Piro-Piro come un vero
esotismo,
oppure la fa addattare allo sistema l inguistico del ceco, ciò
significherebbe
procurarla di desinenze relative, concretamente qui della
desinenza dell´ ablat i-
vo. Cosí abbiamo due versioni del t itolo a disposizione che
sono: "Sedm dní na
Piro Piro" e "Sedm dní na Piro Piru". Poiché, però, i l nome
geografico fantast ico
è una rif lessione fonetica e formale del l inguaggio
dell´isola, si è scelta, come
la soluzione definit iva, la forma inflessiva.
Le teorie di traduzione offrono ancora un´altro aproccio che si
potrebbe
appl icare sul nostro t itolo. Come ho menzionato prima, i l t i
tolo solo non
specifica i l genere del posto. Perciò, i l traduttore può
essere piú esplicito ed
aggiungere nel t i tolo una parola spiegativa - "ostrov" /isola.
Il ti tolo sarebbe poi
"Sedm dní na ostrově Piro Piro". Il metodo della traduzione si
chiama l´esplici-
tazione , già menzionata nel capitolo 3.2. Non è però un metodo
universale,
anche se molto uti le e secondo le ricerche recenti anche sempre
piú spesso
usato, nel nostro caso si preferisce ad evitarlo. Si segue
l´idea di Lessing citata
da Jiří Levý, che è a favore di certa misteriosità nei t itol i
: "Název musí být jako
jídelní lístek: č ím méně prozrazuje o obsahu, tím je lepší."
11
10 M. FOGARASI, Grammatica italiana del Novecento, Roma:
Bulzoni, 1984, p.126.11 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama,
1983, p.154.
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Per tutt i i motivi ed argomenti descri tt i f inora, la forma
definit iva del t i tolo
nel ceco è Sedm dní na Piro Piro.
Della traduzioni in altre l ingue straniere Dino Ticli ne dice:
"Il l ibro è stato
tradotto in francese ... e i l t itolo ´Sept jour a Piro Piro´
ha mantenuto la parola
Piro, essendo intraducibile." 12
12 D. TICLI, cit., vedi Allegato I, data 15.11.2009
17
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5. 5. ASPETTIASPETTI COMUNICOMUNI AA TUTTITUTTI II
CAPITOLICAPITOLI TRADOTTITRADOTTI
Il l ibro consiste da dieci capitoli dai qual i ho scelto per la
traduzione
comentata solo alcuni, cioè tali che sono interessanti e ricchi
dal punto di vista
traslatologico.
Ogni capitolo ha le proprie specifiche ed offre degli approcci e
metodi
diversi. Nonostante questi, tutt i i capitoli hanno un paio di
costanti che
attraversano tutto i l l ibro e sono valide dall´inizio fin´alla
f ine.
Per non ripetere le stesse informazioni in ogni sezione
teoretica sul capitolo
tradotto, ci menzioniamo dei caratteri che i capitoli scelt i
hanno in comune.
Sette giorni a Piro Piro è un testo di t ipo narrativo . La
storia viene formata
da tant i eventi nel´ordine naturale che significa che gli
eventi si seguono
cronologicamente in un tal´ordine come sono accaduti. Nei
termini l inguist ici si
vuol dire che la fabula coincide con l´intreccio.
Per quel che riguarda il punto di vista del narratore qui si
tratta del tipo di
vista a focal izzazione interna 1 3. Il narratore è i l
protagonista principale del
testo che racconta tutte le vicende come gl i sono accaduti .
Non sa di piú o di
meno degl i altr i protagonisti , racconta e descrive tutto ciò
che sente, vede e di
cui fa esperienza nei momenti di cui fa parte in persona. Da
questi possiamo
trarre un altro termine che determina il narratore stesso. Il
nostro narratore
viene definito come narratore presente oppure anche omodiegetico
che vuol dire
che è "presente nella storia come personaggio che narra in prima
persona i fatt i
di cui è (o è stato) protagonista o testimone." 1 4
Per i l traduttore una cosa piú importante è i l contesto
temporale , i l periodo in
cui i l trama si svolge.
È ovvio che ogni periodo storico, sia breve o lungo, vicino o
lontano, si
presenta coi propri caratteri su tutt i i campi della vita
umana. Il t raduttore l i
deve riconoscere e deve essere capace di trasmetterl i nella l
ingua di
destinazione mantenendo lo stesso effetto della l ingua di
partenza.
Il nostro testo è attemporale , i l lettore non sa precisamente
quando la storia
si svolge, non si conosce né l´anno né un periodo
approssimativo.
13 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori, 1992,
p.14 ibidem, p.
18
-
Tutto ciò che l´autore ci fa sapere è i l mese. La storia si
svolge durante i pochi
giorni verso la metà di luglio. Da questo punto di vista i l
traduttore non è
limitato nella scelta del vocabolario che altrimenti dovrebbe
adattare a quel lo
della l ingua di dest inazione e del periodo corrispondente.
Accanto al contesto temporale ci manca naturalmente anche i l
contesto
culturale che con la dimensione spaziale fanno da sfondo agl i
eventi.
Il l ibro è un testo fantast ico la cui maggior parte si svolge
su un´isola
fantastica. Essa conserva in sé la propria cultura, una cultura
straordinaria ed
originale che il lettore conosce solo leggendo i l libro. Cosí
fa anche i l traduttore
a cui per decifrare i caratteri t ipici del la cultura e dello
spazio serve i l testo solo
e niente d´altro.
Sul piano sti l istico ho preso in considerazione alcuni aspetti
. Il testo, come
un testo narrativo, è diviso in sequenze di t ipo diverso, ci si
alternano sequenze
descritt ive, narrative, rif lessive e dialogiche. Riguardando
la struttura interna i l
testo viene formato dai capitol i, paragrafi e capoversi.
Nella mia traduzione ho mantenuto la forma originale cioè le
sequenze e la
struttura interna del testo di partenza sono identiche con
quelle del testo di
destinazione.
Un altro aspetto sti l istico presenta il registro dell´opera.
Nel nostro caso si
tratta di un testo per ragazzi, la copertina dice precisamente
"a partire dai 9
anni". Rispettando uno dei principi pragmatici della traduzione
i l t raduttore
deve sapere i l massimo del destinatario, la classif icazione
del lettore finale
secondo vari criteri tra cui troviamo per esempio l´età oppure
lo strato sociale.
Saputa l´età del destinatore, i l traduttore ne deve addattare
la scelta delle
parole del registro. Nella traduzione ho scelto tali parole che
sono comprensibi l i
già per ragazzi dell´età indicata.
La scelta del le parole giuste è un processo impegnativo. Perciò
me ne occupo
piú profondamente nei capitoli sequenti, nei casi concreti.
Il l inguaggio del testo in generale rappresenta i l l ivel lo
standart . Questi
vengono "usati nella normale communicazione, parlata e scrit ta,
nei rapport i
19
-
quotidiani con interlocutori con cui non si ha particolare
familiarità, a scuola e
in ufficio." 15
Dino Ticl i ha procurato i l suo testo anche di un certo
umorismo che
naturalmente partecipa al grande successo di Sette giorni a Piro
Piro dai lettori
di qualsiasi età.
Per me come un traduttore, tenersi nella traduzione al livello
standart non
era un tale difficoltà come trasmettere nel la l ingua di
destinazione quell ´eccel-
lente carattere umoristico senza perdere l´effetto inteso dal
l´autore.
Dalla mia esperienza traslatologica che ho fatto durante i miei
studii mi
ricordo e tengo al la mente ancora una cosa abbastanza
importante. Accanto a
tutt i i metodi imparati ed usati nelle traduzioni c´è ancora un
gruppo
nonspecificato di piccole parole che diciamo ornamentano il l
inguaggio in un
tale modo che serve a conservare oppure ad avvicinarsi al
massimo all´effetto
originale anche nel testo di destinazione. Jiří Levý ne
dice:
" Neumělý překladatel...přetlumočí jen slova významová a ochudí
text o slova nebo stavební prvky,jejichž funkce je spíše
estetická....Pro umělecký styl mají význam mnohá celkem bezobsažná
slůvka jako´pak´, ´jen´, ´když´, ´tedy´, ´přece´, ´třeba´, apod.,
která odstiňují a subjektivně podbarvují význam ashlazují,
vyrovnávají rytmus věty, prostě činí řeč plynnou a živou. Protože
pro ně v originále nenípodklad, vyhýbá se jim pedantský překladatel
a jeho styl je pak suchý a tvrdý." 16
Nella mia traduzione l i ho usati tanti per motivi succitati.
Ecco qualche esempio
concreto:
• No, no! - Ne, to ne!; . . .non ci sarebbe qualcosa di un po´ p
iú economico? -. . .nemě l byste tam přeci jen něco cenově př i ja
telně jšího?; No, grazie. - To ne,
děkuj i .; Non sono meravig l iose? - No nejsou nádherné?; Che a
l tre sorprese. . . -
Jakápak další překvapení. . . ;
Soprattutto nel primo e nel quarto capitolo ci incontriamo con
le seguenze
dialogiche. Per essere riconosciute facilmente dal resto del
testo e dal le altre
sequenze, i dialoghi vengono generalmente segnalati dalle
virgolette ma nel
nostro caso la funzione dist intiva accade al le l ineette. Per
la traduzione ho
deciso di mantenere le virgolette i l ciò è l´uso standart nei
testi della l ingua di
destinazione.
- No, no! È t roppo per me. - "Ne, ne, to je na mě moc."
15 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori, 1992,
p. 16 J. LEVÝ, Umění překladu, Praha: Panorama, 1983, p.151.
20
-
Ogni capitolo viene commentato, tra altr i, sul piano
fonetico-fonologico.
Perché si dovranno spiegare i cambiamenti e gl i adattamenti
pronunciativi che ci
sono come risult i del trasferimento dalla l ingua di partenza
alla l ingua di
destinazione, ho usato dei simboli di trascrizione secondo la
cosiddetta IPA,
International Phonetic Alphabet.
21
-
6.6. LALA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL PRIMOPRIMO
CAPITOLOCAPITOLO
Kapitola první, kde klienti cestovní kanceláře nejprve čekají,
pak se rozčí l í
a nakonec t leskají.
"Promiň te, prosím," oslovil jsem zaměstnance jedné cestovní
kanceláře, který
mě zřejmě vůbec nevidě l vstoupit a dál nerušeně čmáral jakési
kl ikyháky na
zvláštně namodralý papír. Uplynulo několik minut, než mladík
svou úmornou
práci ukonč i l a papír schoval. Pak se zhluboka nadechl,
vykouzl il úsměv a
podíval se na mě.
"Prosím pane."
"Chtě l bych někam na dovolenou. Může mi Vaše kancelář nabídnout
něco
opravdu zajímavého a zároveň ne moc drahého?"
"Dě láte si legraci?! Nikdo Vám nemůže posloužit lépe než my.
Ovšem, záleží
na tom, na jak dlouho a jakou částku hodláte utratit .
Předpokládám, že už
ně jakou představu máte, kam byste se chtě l podívat..."
"No, ani ne. Co byste mi doporuč i l Vy?"
Mladík nasadi l zamyšlený výraz, ale vzápětí se jeho tvář rozzář
i la. Z regálu za
sebou sebral pár prospektů a řekl:
"Tady, podívejte se. Toto je velmi zajímavý zájezd: dvacet dní
na Havajských
ostrovech za doslova úsměvnou cenu."
S těmito slovy mi na papíře ukázal cifru s tolika nulami, že
jsem jen stěží polkl
a neubráni l se hlasitému vykř iknutí .
"Ne, ne, to je na mě moc."
Beze slov a aniž by nechal na sobě cokoli znát se mladík vráti l
ke své práci.
"Podívejte se tedy na tento návrh: patnáct dní v Japonsku, s
návštěvou
hlavních měst a hory Fudži."
"Pěkné, opravdu. Ale nemě l byste tam přeci jen něco cenově př i
jatelně jšího?"
"Ovšemže, není problém. Naším heslem je posloužit zákazníkovi za
každou
cenu. Nechte mě na okamžik popřemýšlet. . .. No j istěže! Jsem
to ale hlupák!
Mám tu pro Vás opravdovou pří ležitost!"
22
-
A okamžik nato se stů l ztrati l pod haldou papírů.
"Deset dní ve Španě lsku. Okružní cesta celou zemí včetně dvou
dnů v
Madridu, kde můžete zhlédnout býč í zápasy."
"To ne, děkuji . Nemám moc rád nási lná představení."
To, co jsem řekl, byla pravda, ale co mě ve skutečnosti
vyděsilo, byla cena
zájezdu. Byla sice menší než u předchozích nabídek, nicméně pro
mě pořád dost
vysoká. Je vůbec možné, že by bylo všechno tak drahé? To jsem
asi už opravdu
hodně dlouho nikde nebyl.
"Promiňte," řekl mladík za přepážkou. Z jeho tváře se začal
vytrácet úsměv,
který ho až doposud doprovázel. "Kdybyste mi řekl rovnou, kolik
máte v úmyslu
utrat it, snad bych Vám pak mohl navrhnout něco, co Vám bude
vyhovovat, a
neztrácel i bychom tu drahocenný čas."
Nikdy jsem nebyl moc bohatý, ale nikdy jsem se také nestydě l za
svů j stav. Až
teď , zřejmě kvů l i té hromadě zákazníků , co se na mě doslova
nalepi l i , aby mohli
bez jakýchkoli rozpaků a sebemenší ohleduplnost i poslouchat. S
jistým studem
jsem se tedy naklonil k mladíkovi a do ucha mu pošeptal cifru,
kterou jsem
disponoval.
Mladík hlasitě zakašlal až zfialově l , jako bych ho tím byl
urazil . Ostatní se na
mě podívali tak přísně , jako by mi vyčí tal i, že jsem je př
ipravil o tu nejlepší
část rozhovoru.
"Za takové peníze Vám mohu zařídi t maximálně tak jednodenní
výlet do
K ř iv ic."
Radě j i jsem se ani nerozhlížel, abych nevidě l ironické
pohledy ostatních
zákazníků . Zvednul jsem se rozhořčeně od přepážky a dal se na
odchod.
Kř iv ice jsou urč i t ě skvě lé místo, jenže jde o malou,
zapadlou vesnici v
horách, které obklopují moje město. K tomu, abych se tam
podíval, jsem zcela
urč i t ě žádnou cestovní kancelář nepotřeboval.
Už jsem mě l otevřené dveře a chystal se k odchodu, když vtom
jsem uslyšel
mladíkův hlas, jak na mě udýchaně volá:
"Haló, pane! Nechoď te pryč !"
23
-
Otoč i l jsem se a uvidě l ho na žebříku, jak z jednoho
vysokánského regálu
stahuje ně jaké příšerně zaprášené složky.
"Tady to je!" zvolal a prašti l složkami na stů l , načež se
zvedl oblak prachu a
já se na pár minut rozkašlal. "Podívejte se na tyhle fotky. No,
nejsou nádherné?"
Ukázal mi vybledlé obrázky s nažloutlou patinou, což o jej ich
stář í už leccos
napovídalo.
"Budou minimálně dvacet nebo tř icet let staré," pomyslel jsem
si.
Jenže už to málo, co se z toho dalo vyč íst , mě přestalo
zajímat.
"O co se jedná?" zeptal jsem se.
"To je Piro-Piro, jeden z nejkrásně jších ostrovů v At lantském
oceánu."
Čas uč ini l obrázky ještě př i tažlivě jšími a naplnil je
záhadou a poezií.
"A nebude dovolená na takovém ostrově moc stát?" zeptal jsem se
se směsicí
nadě je a strachu.
"Ale ne, ne. To bych Vám ani nenabízel. Představte si, že za
peníze, které
máte, strávíte na Piro-Piro celý týden."
Musel jsem se ovládnout, abych radostí nevyskoč i l . Ovšem
vzápě tí zasažen
náhlým podezřením jsem se zeptal:
"Ale jaktože tak málo?"
"No, cena je jako před pětadvaceti lety. Nechtě l i jsme j i
zvedat proto,
abychom čel i l i právě takovým situacím, jako je ta Vaše. A
taky..."
"A taky co?"
"A také to, že pro přepravu na ostrov používáme balóny."
"Balóny?"
"Ano, ale nebojte se, žádné nebezpečí nehrozí."
Na okamžik jsem nevědě l , co říci. Koneckonců , ten nápad byl
originální. Kdoví,
jak by mi kamarádi závidě l i , kdybych j im o tom vyprávě l
.
"Dobrá," řekl jsem nadšeně , "tak poletím na Piro-Piro
balónem!"
Toto rozhodnutí rozpoutalo dlouhý potlesk čekajících zákazníků ,
kteří mezitím
stač i l i vytvo ř i t už docela pěkný hlouček.
"Kdy chcete odjet, pane?"
"Příšt í týden."
24
-
"Jestl i chcete strávit na Piro-Piro celý týden, vezmě te si
čtrnáct dní dovo-
lené."
"Č trnáct dní? A proč?"
"Víte, balony nejsou moc rychlé. Cesta trvá asi čtyř i dny tam a
další čtyř i
zpě t."
"Ach ták!" zamyšleně jsem zvolal. Jakápak další překvapení na mě
na
dovolené asi čekají?
25
-
7. 7. ILIL COMMENTOCOMMENTO DELLADELLA TRADUZIONETRADUZIONE
DELDEL PRIMOPRIMO CAPITOLOCAPITOLO
7.1 Equivalenza sul piano fonetico - fonologico
Nel primo capitolo i l piano della discipl ina di fonetica e
fonologia trova le
proprie soluzioni solo in pochi casi.
Il primo riguarda i l nome geografico cioè i l Fujiyama. Si
tratta di un nome
topografico che è generalmente conosciuto. Perciò come un
traduttore dovevo
seguire e rispettare le traduzioni ceche di questo nome già in
un certo modo
adattate dal sistema linguistico. La l ingua di destinazione ne
conosce ed usa due
forme. La prima è Fuji con la pronunciazione trascritta come
[fuʤɪ] . L´altra si è
formata tramite la cosìddetta trascrizione cioè l´adattamento
della forma
straniera al sistema di dest inazione. Per la traduzione ho
usato quell´ altra
forma, Fudži, particolarmente in r ispetto alla età dei lettori
e la loro capacità di
leggere.
Il r itmo , come uno dei aspetti di questo piano, si deve
rispettare in quasi
ogni frase. Al ritmo dela frase partecipano sia le piccole
parole, descritte in
capitolo 5, che l´ordine delle parole oppure anche la scelta
stessa del le parole.
I sinonimi fanno parte del piano lessicologico, la loro
relazione con i l ri tmo
non si può ignorare. Con i l seguente esempio prat ico preso da
questa traduzione
voglio presentare i l modo in cui procedevo per tutto i l lavoro
avendo piú parole
sinonime da scegliere e non essendo l imitata per esempio dalle
col locazioni, dai
fraseologismi ed altri.
Per la mia scelta delle parole sotto le condizioni menzionate
sopra era
importante il numero delle si l labe e la loro qualità con cui
si capisce la
lunghezza (―), oppure brevità (•) delle vocali compresi in
esse.
Il sintagma un foglio di carta dallo strano colore azzurrino l
´ho tradotto
come zvláštně namodralý papír. Alla parola "zvláštně"
corrispondono sinonimi
come "divně" oppure "podivně". Semanticamente tutte e due
alternative
andrebbero bene in questa situazione, non però per i l r i
tmo.
26
-
namodralý papír ⇒ •••― /•―
1. zvláštně namodralý papír ⇒ ―•/•••― /•―
2. divně namodralý papír ⇒ ••/•••― /•―
3. podivně namodralý papír ⇒ •••/•••― /•―
Mentre nel la prima combinazione, che ho al la fine usato, i l r
itmo sembra
perfetto, nella seconda e terza il ri tmo e la f luidi tà
suonano ostacolat i dai suoni
che o mancano o eccedono.
A questo metodo di scelta delle parole si deve però notare che
si tratta di un
approccio esclusivamente soggettivo e dipende dal sentimento del
traduttore
stesso.
7.2 Equivalenza sul piano grammatico-lessicale
Nel testo di destinazione trovano i l loro posto anche i
cosiddetti
rafforzativi . Le parole come "příšerně", "pekelně", "strašně"
modificano ed
intensif icano i l significato, sia posit ivo che negativo, degl
i aggett ivi o degli
avverbi, e l i incontriamo soprattutto sul piano informale.
I rafforzat ivi l i ho usati prevalmente per esprimere i l
superlativo assoluto
che nel la l ingua ceca non esiste.
• buste impolvera t iss ime - př íšerně zaprášené s ložky
La forma del superlativo assoluto si trova in ital iano molto
spesso. Il ceco
offre ancora un altro modo di come esprimerlo. Si tratta del
suffisso aggettivale
-ánský che possiede la capacità di esprimere una grandezza
enorme.
• da un a l t iss imo scaffa le - z vysokánského regálu
In contrasto al la l ingua ceca, nella l ingua ital iana ci
incontriamo molto
spesso con le forme implicite che rappresentano gli infinit ivi
, i gerundi ed i
participi . Traducendo nel la l ingua ceca uno preferisce ad
evitare tali forme,
soprattutto quelle del gerundio, e le sost ituisce con le forme
finite siano le frasi
principali o subordinate, o i loro complementi. Tutte e due
soluzioni si
27
-
realizzano anche in questo testo senza qualche difficoltà.
• Non avevo cer to b isogno del l ´agenzia per andarci . - K
tomu, abych se tampodíva l , jsem zcela urč i t ě . . .
• Così d icendo mi mostrò su un fogl io. . . - S těmito slovy mi
na papíře ukázal. . .
• . . .esc lamò sbat tendo le buste sul bancone e facendo sol
levare. . . - . . .zvolal aprašt i l s ložkami na stů l , načež se
zvedl . . .
Il testo originale presenta la ricchezza dei tempi propria al la
l ingua i tal iana.
In confronto al ceco che consiste solamente da tre tempi verbali
- dal passato,
dal presente e dal futuro, i l sistema linguistico ital iano ne
distingue di piú. Cosí
i l primo capitolo porta da tradurre i verbi nella forma del
imperfetto, passato
prossimo, trapassato prossimo e passato remoto. Tutte le forme
possibil i del
testo di partenza le ho trasmesso nell´unica forma esistente del
sistema
grammaticale del la l ingua di dest inazione. Questo vale anche
per le forme
presenti.
• Quello che diss i era vero, però ciò che mi aveva spaventa to
era in real tà. . . - To,co jsem řekl , by la p ravda, ale co mě ve
skutečnost i vyděsi lo , by la . . .
• Non sono mai s tato t roppo r icco, . .. - Nikdy jsem nebyl
moc bohatý, . . .
• Sta scherzando ? - Dě lá te si srandu?
A volte ho usato le piccole parole che hanno indicato l´ordine o
compiutezza
delle azioni.
• Avevo g ià aperto la por ta e stavo uscendo . . . - Už jsem mě
l o tevřené dveře achystal se k odchodu . . .
• Quella decisione scaten ò un lungo applauso tra i c l ien t i
. . . , che nel f rat tempoerano diventat i una picco la fo l la. -
Toto rozhodnutí rozpouta lo d louhý
pot lesk. . .zákazníků , kteř í mezit ím s tač i l i vytvoř i t
už docela pěkný hlouček.
La problematica del trasferimento dei tempi verbali Dagmar Knitt
lová com-
menta con la citazione sequente con la quale nello stesso tempo
si conferma la
giustezza del la mia traduzione soprattutto del trapassato
prossimo:
28
-
"V oblast i časové a způsobové kategorie nejčastě jší chybou
překladatelů je nesprávnáinterpretace časů , které čeština nemá, př
ípadně zanedbání jej ich kompenzace, zejménapředminulého času např
. časovým adverbiem (j .tehdy, předtím apod.), dokonavýmvidem, patř
i čným sledem dě jů s expl icitním konektorem (a pak jsem..) nebo
vazbou(mě l jsem napsáno)." 17
Nel primo capitolo incontriamo anche un unico caso del modo
grammaticale
che non ha trovato i l suo equivalente assoluto nel testo di
dest inazione. Si tratta
del modo condizionale un cui i l condizionale passato nel testo
di partenza è
diventato condizionale presente nel testo di dest inazione. Ció
che mi ha portato
ad un tale soluzione è i l fatto che nella l ingua di
destinazione si preferisce ad
usare la forma presente soprattutto nella comunicazione
quotidiana anche se dal
punto di vista grammaticale è un tale uso incorretto. L´esempio
è seguente:
• Non gl ie lo avre i nemmeno proposto . - To bych Vám ani
nenabíze l .
La questione della scelta delle parole l´ abbiamo parzialmente
toccata già
sul piano fonetico. Su questo posto la prendiamo dal vero
aspetto lessicale.
Salvo un paio delle eccezioni tutto i l testo del primo capitolo
contiene
parole monosemantiche che vuol dire che queste hanno un
significato solo,
chiaro e definito. Da questo motivo il processo di traduzione
non rivela niente
difficoltà. S´è possibile, i l traduttore può poi scegliere dal
gruppo dei sinonimi
la parola piú giusta.
A volte il traduttore si serve dalle collocazioni, f isse
combinazioni di parole
che escludono qualsiasi processo di scelta piú o meno soggetiva.
L´esempio
tratto dal testo presenta i l verbo scarabocchiare che nel
dizionario corrisponde
con cinque equivalenti sinonimici. Questo numero si r iduce
immediatamente ad
un solo quando preso in considerazione i l suo complemento cioè
nel nostro caso
con call igraf ia indecifrabile, tradotto come klikyháky. Dopo
una tale analisi
breve l ´uscita finale è seguente:
• . . .cont inuò a scarabocch iare con cal l ig raf ia indec if
rab i le . . . - . . .a dál nerušeněčmára l jakési k l ikyháky . .
.
17 D. KNITTLOVÁ, K teorii i praxi překladu, Olomouc:
Nakladatelství UP, 2000, p. 93.
29
-
Come già detto prima, nella maggioranza prevalente delle parole
monose-
mantiche, ci si trova solo un paio di parole pol isemantiche
dalle quali la piú
interessante dal punto di vista traslatologico è i l sostantivo
pallone.
Quando le parole pol isemantiche vengono tradotte, il t
raduttore deve
osservare i l contesto in cui la parola si trova per specificare
con precisione i l
significato giusto. Nel caso del pallone si vede che l´autore
approfitta la
polisemia ed intenzionalmente porta i l suo protagonista ad un
malinteso
fondamentale. Sostenendo una tale si tuazione l´autore in piú
usa i l sostantivo
nella forma plurale, palloni. Il compito del traduttore è nel
suo capire dell´au-
tore e nel mantenere dell´intenzione anche nel testo di
destinazione. Anche io
ho mantenuto l´espressione in plurale cioè balony.
7.3 Equivalenza sul piano sintatt ico
La traduzione stessa comincia con una modifica sintattica. Le
prime righe
del testo di partenza vengono formate da due periodi che nel
testo di
destinazione l i ho collegati in un periodo solo tramite una
congiunzione
copulat iva . L´intenzione di questo passo era di mantenere la
fluidità dell
´immagine della si tuazione.
• Senta, scusi. . . - d issi a l l ´ impiegato d i un´agenzia di
v iagg i che sembrava nonavermi v is to entrare. Ma i l giovane
cont inuò. . . - Promiň te, prosím - oslov i l jsem
zaměstnance jedné cestovní kanceláře, který mě zřejmě vůbec
nevidě l vstoupit a
dá l . . .
• . . .da farmi deglut i re a fat ica. Non r iusci i a t rat
tenere un´esclamazione. . . - . . . , žejsem jen stěží spolk l a
neubrán i l se hlasi tému vykř iknutí .
Per gli stessi motivi ho inseri to nel testo tradotto ancora
certe parole la cui
funzione qui è di emfatizzare e sostenere i l significato del le
parole ri levanti .
Come i primi ho usato le parole vůbec e nerušeně che
intesificano la negazione
della frase per dire che qualcosa di naturale ed aspettato come
notare i l cl iente
non è mica successo.
30
-
Un altro paragrafo offre la possibil i tà di col legare due
frasi indipendenti
tramite una congiunzione avversativa . Originalmente queste
formano una
coordinazione assindeta.
• . . .assunse un´aria pensierosa, poi i l vol to. . . - . .
.nasadi l zamyšlený výraz, a le vzápě t í . .
In contrasto al primo metodo del piano sintattico dove ho creato
un periodo
da due frasi indipendenti , qui presento un approccio
completamente opposto. In
rispetto all ´ età dei lettori giovani ho preferito isolare
certe frasi di una
coordinazione assindeta e renderle proposizioni indipendenti .
Con questi volevo
evitare le strutture complesse, a volte complicate, e poi anche
elevare l´effetto
delle situazioni descri tte.
• . . . asco ltare senza i l minimo r i tegno e imbarazzo, mi ch
inai con una cer tavergogna. . . - . . .poslouchat . S j istým
studem jsem se tedy nak loni l . . .
• Ma sì, che stupido, ho qui per le i una vera occasione! - No j
istěže ! Jsem to aleh lupák! Mám tu pro Vás opravdovou př í lež i
tost!
• . . . i l costo del v iaggio, infer iore ai precedent i , . .
. - . . .cena zájezdu. B y la s icemenší . . .
Il cambiamento seguente è di t ipo sintattico-sti l istico che
tocca sempre i l
primo paragrafo del capitolo. Qui ho interrotto la sintassi di
due frasi
indipendenti avuto trasferi to un elemento dall´una frasi all
´altra. Tramite questo
passo non solo che si é conservato i l significato originale, ma
in piú, le due
frasi nouvamente formate sono sti l ist icamente e
semanticamente piú equi l ibrate
e piú cariche d´azione.
• Di l í a pochi minut i terminó i l suo fat icoso lavoro . R
ipose i l fog l io , t i ró unlungo sosp iro . . . - Uplynulo někol
ik minut , než mladík svou úmornou práci
ukonč i l a papír schoval . Pak se zh luboka nadechl . . .
Rimanendo ancora sul piano sintatt ico-sti l ist ico si deve
presentare un proce-
dimento particolare che avevo in mente formando quasi tutte le
frasi nella
l ingua di destinazione. Si parla del la teoria di Hal liday
fondata su due termini:
tema - rema che determinano la posizione degl i elementi in una
frase.
31
-
Il "tema" rappresenta un´ informazione già nota dal contesto
precedente, mentre
il "rema" presenta un´ informazione assolutamente nuova. Il
ruolo del tema e
del rema può portare qualsiasi complemento della frasi, dipende
solo dall´in-
tenzione comunicativa che complemento ne sarà. Nel la l ingua di
destinazione i l
rema di solito occupa la posizione f inale della frasi.
• Si f iguri che con i sold i d i cu i le i d ispone pot rà
pagarsi un´ in tera set t imanaPiro-Pi ro. - Představte si , že za
peníze, k teré máte, st ráví te na Piro-Pi ro celý
týden .
• Non avevo cer to b isogno del l ´agenzia per andarci . - K
tomu, abych se tampodíva l, jsem zcela urč i t ě žádnou cestovní
kancelář nepotřebova l .
In un solo caso ho cambiato la modalità delle frasi . La frase
volit iva del
testo di partenza è diventata una frase interrogativa.
• Mi suggerisca qualcosa le i . - Co byste mi doporuč i l
Vy?
Nel testo troviamo anche una frase esclamativa nominale la cui
forma non si
usa nella l ingua di destinazione. Traducendola la forma
originale è stata
sosti tui ta da una frase esclamativa verbale .
• Ma sì, che stupido , ho qui . . . - No j istěžě ! Jsem to ale
h lupák ! Mám tu. ..
7.4 Equivalenza sul piano sti l istico
Dal punto di vista del contenuto i testi narrat ivi vengono
generalmente
formati dalle sezioni di t ipi diversi. La presenza di queste
sezioni proccura i l
testo di una certa dinamicità, f luidità e vivacità. Secondo
Sensini, tal i sezioni
sono portatrici di significato ed in termini st i l ist ici sono
chiamate sequenze .
Nel capitolo in questione ce ne troviamo tutt i i t ipi esistent
i che si presentano
in modo piú o meno proporzionato. In riguardo al risulto del
processo traduttivo
ogni sequenza del testo di partenza trova la sua equivalente
inalterata anche nel
testo di destinazione.
32
-
Sequenze narrat ive presentano "le azioni dei personaggi e gli
avvenimenti in
cui sono coinvolt i e che quindi determinano lo sviluppo del
racconto". 1 8
• I l g iovane impiegato assunse un´aria pensierosa, poi i l vol
to g l i s i i l luminò.Racco lse a lcuni fogl i i l lust rat iv i
da uno scaffa le a l le sue spa l le e d isse: . . .
Un altro t ipo di sequenze sono le sequenze dialogiche che, come
il loro nome
chiaramente r ivela, arr icchiscono i l testo dei dialoghi tra i
personaggi e
contribuiscono allo sviluppo della trama stessa. Esse vengono
formate dal le frasi
di dialogo in discorso diretto. Nel primo capitolo le sequenze
dialogiche
prevalgono sugli al tri t ipi.
• - Non sarà troppo costoso un viaggio in quest´ iso la? - ch
ies i con un misto di . . . -Ma no, ma no. Non gl ie lo avrei
nemmeno proposto . - "A nebude dovo lená na
takovém ostrově moc stá t?" zeptal jsem se se směsic í . . . .
"A le ne, ne. To bych
Vám an i nenabíze l."
Dal capitolo 5 sappiamo che tutta la trama ci si presenta
tramite i l narratore
omodiegetico. Per i l lettore è lui "l ´architetto" del testo e
della composizione
delle sequenze, e i l creatore dei pensieri. E proprio le sue
opinioni, i pensieri
oppure anche i giudizi i fanno la parte di un altro t ipo -
delle cosiddette sequenze
ri flessive .
• Che a l tre sorprese mi avrebbe r iservato quel lo st rano
viaggio?
• Chissà come sarebbero sta t i inv id iosi i mie i amic i
quando gl ie lo avre i raccontato.
L´ult imo tipo di sequenze elencate da Sensini e presenti anche
in questo
primo capitolo sono le sequenze descri tt ive la cui funzione
consiste dal
descrivere sia i personaggi che l´ambiente di una scena
particolare. In confronto
ai t ipi di sequenze precedenti nel primo capitolo ce ne
troviamo pochi.
• I l tempo aveva reso quel le immagini ancora p iú af fascinant
i , r iempiendole dimistero e poesia.
• Ma i l g iovane cont inuó a scarabocch iare con cal l ig raf
ia indec if rabi le su unfog l io d i carta dal lo strano co lore
azzurr ino.
1 8 M. SENSINI, Lo sistema della lingua, Milano: Mondadori,
1992, p.521.
33
-
La punteggiatura rappresenta un aspetto d´importanza minore in
rispetto a
tutt i al tri descrit t i in questo lavoro. Comunque, la
traduzione del primo capitolo
riconosce un paio delle alterazioni di questo tipo che toccano
due punti cambiati
ad una virgola, oppure l´inserimento di punti per emfatizzare
una pausa da
ri flettere.
• Ma si f igur i : non c´è alcun prob lema. - Ovšemže, není
problém.
• . . . non s i preoccup i : non c´è a lcun per icolo. - . .
.nebojte se , žádné nebezpeč ínehrozí.
Nella l ingua di destinazione i due punti si usano per
introdurre un´elenca-
zione degli oggetti , ma non per collegare due frasi.
• Mi lasc i solo pensare un at t imo. Ma sì, . . . - Nechte mě
na okamžikpopřemýšlet. . . No j is těže!
Sul la copertina del l ibro il nome dell´isola non porta la l
ineetta che
altrimenti apparisce in tutto i l testo nella forma di
Piro-Piro, cioè con una
lineetta nel mezzo delle due parole. Il s istema tipografico
della l ingua di
destinazione permette un tal uso del la l ineetta e cosí,
analogicamente sia con la
forma originale che con quelle del sistema ceco, mantengo per la
traduzione la
forma con la lineetta , nel sistema tipografico ceco si tratta
piú precisamente del
cosiddetto "spojovník".
Pur essendo stato dedicato ai ragazzi e scri tto nella lingua
informale, i l testo
rivela anche un paio di f igure retoriche . Tra queste ho
trovato:
* personificazione
• . . . i l sorr iso che lo aveva accompagnato f ino ad a l lora
- . . .úsměv, který ho aždoposud doprovázel . . .
• I l tempo aveva reso quel le immagin i ancora piú af fasc
inant i , . . . - Čas uč in i lobrázky ještě př i tažl ivě jšími a
napln i l je záhadou a poezií .
* anafora
La figura retorica d´anafora non si trova nel testo di partenza.
La figura
stessa è un prodotto della traduzione.
• Non sono mai s tato troppo r icco, ma nemmeno mi sono mai
vergognato . . . -Nikdy jsem nebyl moc bohatý, a le n ikdy jsem se
také nestydě l . . .
34
-
Su un posto nel testo si può sentire anche i l tono ironico con
cui i l narratore
descrive la situazione.
• . . . i l suo fat icoso lavoro [scr ivere]
7.5 Equivalenze parziali
L´equivalenza parziale e le soluzioni ri levanti si pongono in
pratica sul nome
geografico di Fujiyama di cui ci occupiamo parzialmente qià nel
capitolo 7.1
dal punto di vista fonetico-fonologico.
A questo posto la parola di Fujiyama viene ricercata dal punto
di vista prag-
matico che vuol dire che si devono prendere in considerazione
delle esperienze
fuori l inguist iche del lettore destinatario.
Al la soluzione finale si legano due fattori. Il primo e nello
stesso tempo
anche principale si afferma dal iniz io alla fine del lavoro,
cioè l´età dei lettori
destinatari. L´altro fattore tocca i l r itmo stesso di tutta la
frase di cui la parola
fa parte.
Presa in considerazione la minima età del lettore, segnalata
dall´ autore
stesso e la sua conoscenza geografica piú o meno l imitata, nel
processo della
trasmissione dall´una l ingua nell´altra ho usato il metodo
dell´ esplicitazione
che significa di aggiungere delle informazioni spiegative che el
iminano le
differenze pragmatiche tra l´ambiente di partenza e quello di
destinazione.
D. Knitt lová ne dice: " Zejména v př ípadech našemu č tenář i
neznámých názvů
př idávají překladatelé obecný klasifikátor, který název zařadí
do příslušné
pojmové oblast i." 19
Seguita l´idea di Knitt lová ho procurato la parola Fujiyama di
un classif ica-
tore generale, ciò nel nostro caso è la parola "hora", nella sua
forma declinata di
"hory". Tramite una back-translation nel testo originale ci
sarebbe poi monte
Fuj iyama.
• .. .quindic i g iorni in Giappone, con visi ta a l le pr inc
ipal i c i t tà e a l Fuj iyama . -patnáct dní v Japonsku, s
návštěvou hlavních měst a hory Fudži .
1 9 D. KNITTLOVÁ, Teorie překladu, Olomouc: Nakladatelství UP,
1995, p.49.
35
-
7.6 Equivalenze zero
Nel capitolo precedente sui metodi contemporanei ho menzionato
brevemente
una situazione che può accadere in ogni processo di traduzione.
Con i termini
traslatologici si tratta della cosiddetta equivalenza zero.
Questa è causata dalle
grandi di fferenze tra due l ingue nelle quali si proiettano
caratteri fondamentali
nazional i. Quanto piú lontane sono due l ingue da se stesse
tanto piú spesso si
può aspettare questo fenomeno. E viceversa, quanto piú vicine
sono le l ingue a
se stesse, rispetto al loro svolgimento storico, la cultura del
popolo oppure
anche la posizione geografica, tanto meno si dovrebbe incontrare
questa
situazione, ed i l traduttore ha una piú grande probabi ltà a
trovare equivalenti
ri levanti, sia assoluti o parziali.
Comunque, i l traduttore si deve aspettare anche ad un tale
condizione e deve
essere capace di solverla nel modo giusto seguendo dei metodi
generalmente
conosciuti e provati.
Nel primo capitolo del l ibro troviamo un esempio eccelente di
equivalenza
zero cioè i l nome geografico di Roccastorta.
Per la mia traduzione avevo bisogno di sapere se "Roccastorta"
esiste in
realtà o no per o escludere o confirmare l´esistenza di un
equivalente già
presente nella l ingua di dest inazione.
Dopo una ricerca si è capito che "Roccastorta" è un paese reale,
si trova in
provincia di Frosinone nella Regione Lazio, in Italia. Per la
sua scelta appunto
di questo luogo l´ho chiesto all´autore stesso, che ne dice: ".
.. tuttavia non è a
quel paese che faccio riferimento nel mio testo ma a un luogo
assolutamente
inventato e non reale." 20
Per formare un equivalente corrispondente avevo a disposizione
solo un paio
di metodi trasformativi . Poiché la mia intenzione era di
assimilare tutte le
situazioni possibi l i nell´ ambiente del la lingua di
destinazione, che signif ica di
trasmettere tutte le variabil i nell´area ceca, non era
possibile usare i l metodo del
trapianto tramite i l cui la parola di "Roccastorta", anche se
sarebbe trascri tta
secondo i l sistema ceco con "Rokastorta", sembrerebbe e
suonerebbe come un
vero forestierismo privo da qualsiasi validità della sua
presenza.
2 0 D. TICLI, cit., vedi Allegato II, data 2.1.2010
36
-
Non sembrava efficace neanche un altro metodo, i l metodo di
calco,
"traduzione di parole straniere nei loro elementi morfematici".
2 1
Anche se Dino Ticl i conferma che "la parola è infatt i composta
dal sostantivo
´rocca´ e dal l´aggettivo ´storta´" 22, per certi motivi ri f
iutavo un risulto di due
parole, che sarebbero uscite dal sistema ceco.
Presa in considerazione la situazione e la scena, in cui i l
protagonista si
trova, e sentito i l bisogno di un nome geografico contrastante
con gl i al tri a lui
offert i, come la "Spagna", "Giappone", ho deciso a creare un
nome di una parola
sola per produrre un ritmo di colpa r if lettendo lo stato
d´anima del giovane
impiegato.
Un altro carattere da notare ed occuparsene è la sonorità
dell´espressione di
"Roccastorta". Leggendola ad alta voce si sente una certa
durezza. Questa è
causata dalla presenza del le consonanti prevalenti, dal la loro
pronuncia [r] , [k],
[s] e [t] e dalla combinazione tra di loro.
Nei termini poetici si tratta del la cosiddetta cacofonia che ho
deciso ad
appl icare anche nel la mia soluzione f inale riguardando la
traduzione del la parola
in questione.
Tutto sommato, la versione finale della traduzione di
"Roccastorta" porta i l
nome di Kř ivice.
• - Con quei so ld i posso organ izzarle a l massimo una gi ta d
i un giorno aRoccastor ta .- Za takové peníze Vám mohu zař íd i t
maximálně tak jednodenní
výle t do Kř iv ic .
A favore di questa decisione definit iva stanno anche altri
motivi che quei no-
minati di sopra. Tra questi appart iene i l metodo d´analogia al
la quale si col lega
il carattere d´ironia.
Dopo una breve osservazione sensibile si può sentire l´i ronia
nel tono del
impiegato sulla situazione f in a quel punto senza uscita. Nell´
ambiente della
l ingua di dest inazione esiste la parola Prč ice. Si tratta di
un nome di una ci ttà
reale, ma nello stesso tempo essa viene percepita come una
parola astratta che
indica un posto indefinito per cui non c´è bisogno dei soldi o
qualsiasi impegno
21 M. FOGARÁSI, Grammatica italiana del Novecento, Roma:
Bulzoni, 1984, p.1272 2 D. TICLI, cit., vedi Allegato II, data
2.1.2010
37
-
per raggiungerlo. Con un tal significato la troviamo solo sul l
ivello informale
espressivo.
La parola fa parte di un paio di collocazioni come per esempio
jí t do prč ic/
běž do prč ic - "andare a prč ice"/ "vai a prč ice"; e poslat
někoho do prčic -
"mandare qc. a prč ice".
La nostra forma di Kř ivice si assimila in certi aspetti a "Prč
ice". Tutte le due
consistono da tre sil labe brevi e tutte le due stanno nel la
forma del numero
plurale. La loro decl inazione è perciò anche uguale.
La parola di "Roccastorta" consiste, come già detto prima, da
due parole-
basi, dalle quali ho usato per la formazione solo quel la
aggettivale, cioè "storto"
-"k ř ivý". Nelle prime fasi del la formazione ci si offriva la
parola
"K ř ivoskaliny", che contiene ambedue parti mantenendo i l
signif icato originale,
però questi veniva gradualmente negato prendendo in
considerazione tutt i gl i
altri argomenti menzionati di sopra.
Facendo un ponte virtuale nella letteratura mondiale, sia i l
nome dell´ isola
di "Piro-Piro" oppure della città di "Roccastorta", in tutt i e
due casi si può
osservare un t ipico carattere della scrittura real istica,
specialmente dello
scri ttore inglese ottocentesco, di Daniel Defoe. Scrivendo dei
testi realistici, lo
scri ttore infi l t rò dei nomi, persone, cose, luoghi ed altri,
tutt i però di fantasia,
negli ambienti veri. Grazie a quei veri e generalmente
conosciuti , i l lettore
tendeva a credere nella esistenza reale anche di quei inventati
. Nel primo
capitolo, lo scrit tore fa suonare tal i nomi come "Hawai",
"Giappone",
"Fuj iyama", "Spagna" oppure "oceano Atlantico". Nell´ ult imo,
nell´ At lant ico,
lui inserisce un´ isola del nome di Piro-Piro e fa i suoi
lettori giovani pensare
che questa esiste senza dubbio.
7.7. L´aspetto pragmatico
Dell´importanza della conoscenza del contesto culturale ne
abbiamo teoretica-
mente parlato già in un capitolo precedente. 23 In questo
capitolo si trova un
esempio prattico che i llustra le nostre teorie nel modo
eccellente. Si tratta della
concezione del numero dei giorni di vacanze. Nel testo è la
frase seguente:
• .. . , s i prenda quindic i g iorni d i fer ie .
2 3 Vedi il capitolo 3.2
38
-
Nel contesto culturale i tal iano quindici giorni di ferie
signif ica in realtà due
settimane che nel contesto culturale ceco fa solo quattordici
giorni. Presa in
considerazione questa discordanza tra le due culture, ho
tradotto la frase
secondo l´uso prattico della cultura ceca.
• . . . , s i p renda quindic i g iorn i d i fer ie. - . . . ,
vezmě te si č t rnáct dní dovolené.
39
-
8. 8. LALA TRADUZIONETRADUZIONE DELDEL TERZOTERZO
CAPITOLOCAPITOLO
Kapitola t řetí, ve které zač íná deník mého pobytu na
Piro-Piro.
Středa 14. července
Právě jsem dorazil na Piro-Piro. Obyvatelé ostrova mě př ivítal
i s velkým
nadšením.
Musím zde však zmínit jednu malou nepří jemnost. Holubi, kterým
má
pochvala zřejmě stoupla do hlavy, se nechtě l i snést k zemi.
Asi mi chtě l i
prokázat další laskavost, a tak neustále kroužil i nad celým
ostrovem, že jsem si
s maximální přesností mohl prohlédnout všechny zdejší pláže a
všimnout si, jak
jsou všechny podivně opuštěné. Kdoví!? Třeba tu trvají na
dodržování přísného
režimu slunění a koupání. Hned zítra se na to zeptám.
Domorodci už mezitím př iš l i na úč inný způsob, jak mě dostat
dolů . Z ničeho
nic jsem se tak ocit l v poli hvízdajících střel nespočetných
praků, které během
několika málo minut a s vražednou přesností zasáhly jeden
balonek za druhým a
způsobily, že jsem se tak ze značné výšky zřít i l p římo do
moře.
Navzdory mým veškerým snahám zaujmout správnou pozici , jsem
dopadl na
hladinu hýžděmi, která mě bohužel bolí ještě teď . S neuvěř
itelnou rychlostí a
horl ivostí místní obyvatelé př iběhli, aby mě vylovil i .
Pozdě j i jsem se dozvědě l , že jsem mě l vel iké štěstí, neboť
moře je doslova
zamořeno žraloky. Z jej ich popisu se domnívám, že se jedná o
děsivé a věčně
nenasytné tvory, které patří k druhu žijícímu pouze v okolí
ostrova Piro-Piro. I
obyvatelé tohoto ostrova musí mít urč i t ě pořád hlad, vzhledem
k tomu, za jakého
nebezpečí ho chodí chytat, aby ho pak vůbec mohli sníst.
Hned poté mě zavedli do hotelu, kde jsem se mohl usušit a
převléci se. Kvů l i
své roztrži tost i jsem si musel pů j č i t oblečení od
vrátného. Upřímně řečeno, do
tak malého zavazadla, jaké jsem mě l , se tam toho beztak moc
nevešlo.
V olivovězelených šortkách a pruhovaném tr ičku, které tu kdoví
jak dlouho
zpátky zanechal ně jaký projíždě j ící námořník, si př ipadám
tak trochu k smíchu.
Stejně na tom nezáleží. Nezdá se mi totiž, že bych tu vidě l
někoho lépe
oblečeného než jsem já. A pak, mám úplně j iné zájmy - tento
ostrov mi př ipadá
nádherný. A když si navíc pomyslím, za jak nízkou cenu jsem vše
pořídi l, jeho
půvab ještě vzrůstá.
40
-
Č tvrtek 15. července
Obyvatelé ostrova mluví zvláštní řeč í. Tlumočník, který hovoří
př íšernou
češtinou, kterou se nauč i l od jednoho Čechoameričana, mi ale
vysvět l i l , že se
jedná o jazyk, který se dá velmi snadno nauč i t . Také mi řekl,
že mě dnes
odpoledne vezme do školy, kde mě jeden místní uč i tel ,
proslulý svou převratnou
metodou, naučí tuto řeč za pár hodin.
PRÁVĚ JSEM SE VRÁTIL z vyučování, kde mě během někol ika málo
hodin
nauč i l i skutečně všechno.
Musím říct, že piropirština vypadá vskutku jednoduše. Jak jsem
zjisti l ,
pochází ze slovního základu "píro", což znamená č lověk, ostrov,
žralok a
spoustu dalších věcí. Může ovšem mít i formu "piró", s dlouhým o
na konci,
která má řadu zase j iných významů . Kromě toho se obě slova
mohou mezi sebou
kombinovat a tak až donekonečna násobit možnosti tvoření nových
slov. Tak
například, "ne" se překládá jako píro, zatímco "ano" jako piró;
ano i ne,
píropiró. "Chatrč" jako píro, "moře" jako piró; chatrč u moře,
píropiró. "Jíst"
jako píro, "maso" jako piró; jíst maso, píropiró. A tak dále.
Myslím ale, že zítra
zaskoč ím znovu do školy, protože mi jedna věc stále vrtá
hlavou. Nechápu totiž,
jak rozlišují jedno píropiró od druhého.
Jakmile jsem se vráti l z výuky do hotelu, ihned jsem začal
používat, co mě
nauč i l i . Pamatoval jsem si, že "dobrý" se překládá jako
píro, zatímco "večer"
jako piró. S úsměvem a správně vysloveným píropiró jsem
pozdravil vrátného.
Ten se na mě ale zamrač i l a za doprovodu složitého máchání
rukama brumlal
jedno píropiró za druhým. Nemyslím, že se jednalo o odpověď na
mů j pozdrav.
41
-
9.9. ILIL COMMENTOCOMMENTO DELLADELLA TRADUZIONETRADUZIONE
DELDEL TERZOTERZO CAPITOLOCAPITOLO
9.1 Equivalenza sul piano fonetico-fonologico
Sul piano fonetico i l terzo capitolo ci porta l´aspetto
probabilmente piú
interessante dal punto di vista traslatologico, cioè la
differenza nei sistemi
fonetici tra la l ingua di partenza e la l ingua di
destinazione. Nel nostro caso ci
dedicheremo al sistema vocalico , particolarmente alla qualità e
la pronuncia
delle vocal i, che sono crucial i per i l giusto trasferimento
delle parole base di
"piro" e "pirò" dal l´uno sistema linguist ico all´altro.
Cominciamo con i l sistema linguistico i tal iano. La parola di
"piro" è una
parola piana che significa che l´accento si trova sulla
penultima silaba. Invece,
la parola di "pirò", con un accento grafico grave sulla vocale
finale, è una parola
tronca , che vuol dire che l´accento si trova sull´ult ima
silaba. In ital iano, le
vocali nelle si labe toniche sono pronunciate lunghe. Perció, la
parola di "piro"
viene pronunciata come [pi:ro] e quell ´ al tra, di "pirò", come
[pɪro:].
In contrasto al sistema linguistico di partenza, dove l´accento
è variabile , per
quel lo del la destinazione è tipico l´accento fisso che si
trova sempre sulla prima
silaba delle parole. Peró, una sil laba tonica non deve essere
sempre ed
automaticamente lunga. Un altra differenza tra le due l ingue è
che i l sistema
ceco non conosce l´accento grafico grave di à, è, ì, ò, ù.
Il sistema ceco pronuncerebbe la parola di "piro" breve, come
[pɪro].
Trasmessa la parola nella l ingua di destinazione l´ho perciò
procurata dei
caratteri t ipici per la l ingua ceca per mantenere la qualità
della vocale in cui
l ´ho resa lunga con l´accento grafico. La forma finale è quindi
"píro".
Lo stesso procedimento si osserva anche nel caso della parola di
"pirò", i l
cui risulto sta nella forma di "piró".
• Ad esempio ´no´s i t raduce con p iro , mentre ´sì ´ con pirò
; sì e no, p iropi rò . - Tak např ík lad, ´ne´ se překládá jako p
íro , zat ímco ´ano´ jako p iró ; ano i ne,
p íropi ró .
Il metodo qui usato si chiama la trascrizione quando la forma di
parole
straniere si trascrive secondo i l sistema fonetico della l
ingua di dest inazione.
42
-
Sebbene i due sistemi l inguist ici siano storicamente e
geograficamente
lontani da sé, per i l sistema di destinazione non c´era nessuna
difficoltà a
procurare i l testo dei tal i equivalenti dal proprio repertorio
cosí che le qualità
delle vocali originali siano state conservate senza resto. Sulla
base di questi si
può quindi parlare dell´ equivalenza parziale .
Chiari ta brevemente la pronuncia del le parole basi in tutte e
due sistemi
fonetici, ital iano e ceco, a questo posto e da questo punto di
vista devo
menzionare i l mio approccio traslatologico r iguardando il t i
tolo stesso del l ibro.
Il ti tolo "Sette giorni a Piro Piro" consiste di due parole
ugual i, come già
sapiamo, da due parole piane che signif ica che la vocale nella
prima silaba si
pronuncia lunga. In contrasto al modo del trasferimento delle
parole basi nel
sistema ceco, per quel che i l t i tolo riguarda, non ho
mantenuto la qual ità
originale delle vocali e le ho trasferite nel testo di
destinazione nella loro forma
originale.
Come già menzionato prima, in ceco, una tale forma si
pronuncerebbe breve,
ció era anche la mia intenzione. Pur essendo consapevole del la
rottura dell´ana-
logia nella pronuncia della parola di "piro", "Piro Piro",
pronunciato breve,
suona semplicemente meglio che la doppia forma della vocale
lunga nella
variante di "Píro Píro".
La finale forma scritta del t i tolo è quindi seguente:
• Sette g iorni a Pi ro Piro - Sedm dní na Piro-Pi ro.
Al sistema linguistico di destinazione non sono inerenti le
forme nominali
che finiscono a una vocale lunga come si vede per esempio sul
l´una parola base
della l ingua di piropirese, cioè "piró". Nello stesso modo in
cui i l protagonista
spiega le forme delle parole basi, cosí anche io, come il
traduttore, approccio la
traduzione e mi permetto ad usare un modo spiegativo in cui
aggiungo ancora un
´altra informazione in piú, che, nei confronti del testo di
destinazione, nel testo
originale non esiste. Il metodo qui usato si chiama l
´esplicitazione la cui forma
risultante emfatizza l ´uso atipico della vocale lunga al la f
ine delle parole al lo
sfondo del sistema fonetico di destinazione.
• può però essere accentata e diventa cosí "p i rò" . . . -