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Anno III Numero 12 Mensile Copia gratuita Dicembre 2014 < o Cornigiòtto> ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura Il giornale non ha finanziamenti pubblici Per l’Ilva: nazionalizzazione “a tempo”? >> 2/3 Ville storiche, seconda puntata >> 7 E così viene Natale di Enrico Cirone Per il terzo anno consecutivo sia- mo qui, nella prima colonnina del giornale, ad augurarci il buon Na- tale. Tutto questo capita in un fine anno particolare, per certi versi diverso da quelli che ci hanno pre- ceduti. Avviene, infatti, in un mo- mento molto delicato per la carta stampata, soprattutto per quei giornali che, senza corazzate edito- riali alle spalle e da molto tempo prima del nostro, hanno voluto con entusiasmo e professionalità, rac- contare il proprio quartiere, la gente e la storia di una delegazio- ne. Accade, per esempio, per il Ponente genovese dove tre testate, che orgogliosamente raccontavano la cronaca e il costume della nostra gente tra Pegli e Voltri, ora non sono più in edicola. Questo non ci fa piacere. E il primo augurio va a loro ben sapendo quanto sia diffi- cile, se non sovrumano, resistere di questi tempi. Ma questo fa sì che il nostro compito sia ancora più serio e responsabile. Per questo non smetteremo di ringraziare coloro che ci sostengono e che ci leggono ed è a loro che dedichiamo questo numero. E’ stato un anno molto duro per tutti ma se siamo ancora insieme e se possiamo ancora e- sprimere liberamente le nostre e le vostre idee, è perché continuiamo a credere in questo progetto con l’onestà civile che ci ha sempre guidato. Auguri, cari lettori. Cornigliano accende il Natale tra speranze, aspettative e desideri Nonostante la crisi anche quest’anno le luminarie sono comparse su via Cornigliano Foto Razzore
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Dicembre2014

Apr 08, 2016

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ilCorniglianese

 
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Page 1: Dicembre2014

Anno III Numero 12 Mensile Copia gratuita Dicembre 2014

< o Cornigiòtto>

ilCorniglianese Mensile indipendente di informazione e cultura

Il giornale non ha finanziamenti pubblici

Per l’Ilva: nazionalizzazione “a tempo”? >> 2/3 Ville storiche, seconda puntata >> 7

E così viene Natale

di Enrico Cirone

Per il terzo anno consecutivo sia-mo qui, nella prima colonnina del giornale, ad augurarci il buon Na-tale. Tutto questo capita in un fine anno particolare, per certi versi diverso da quelli che ci hanno pre-ceduti. Avviene, infatti, in un mo-mento molto delicato per la carta stampata, soprattutto per quei giornali che, senza corazzate edito-riali alle spalle e da molto tempo prima del nostro, hanno voluto con entusiasmo e professionalità, rac-contare il proprio quartiere, la gente e la storia di una delegazio-ne. Accade, per esempio, per il Ponente genovese dove tre testate, che orgogliosamente raccontavano la cronaca e il costume della nostra gente tra Pegli e Voltri, ora non sono più in edicola. Questo non ci fa piacere. E il primo augurio va a loro ben sapendo quanto sia diffi-cile, se non sovrumano, resistere di questi tempi. Ma questo fa sì che il nostro compito sia ancora più serio e responsabile. Per questo non smetteremo di ringraziare coloro che ci sostengono e che ci leggono ed è a loro che dedichiamo questo numero. E’ stato un anno molto duro per tutti ma se siamo ancora insieme e se possiamo ancora e-sprimere liberamente le nostre e le vostre idee, è perché continuiamo a credere in questo progetto con l’onestà civile che ci ha sempre guidato. Auguri, cari lettori.

Cornigliano accende il Natale tra speranze, aspettative e desideri

Nonostante la crisi anche quest’anno le luminarie sono comparse su via Cornigliano Foto Razzore

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Ilva: sarà salvata da aiuti pubblici "a tempo" Individuato un fondo strategico per la complessa operazione

Dicembre 2014 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Nonostante la nuova gestione dell’Ilva abbia aumentato la produzione e conti di chiudere il 2014 a 6,3 milioni di tonnel-late di produzione (in migliora-mento rispetto ai 5,7 milioni del 2013), il colosso siderurgico continua a perdere svariati milioni al mese. Così l'Ilva sarà salvata da aiuti pubblici "a tem-po": in un primo momento lo Stato ne diventerà azionista in una prima fase sotto forma di un nuovo commissario straor-dinario di nomina governativa, sulla base della legge che regola i dissesti dei grandi gruppi. La

seconda - sempre che tutto vada secondo i piani degli ulti-mi giorni - quando un fondo d'investimento controllato in-direttamente dal ministero dell'Economia si unirà a due grandi soggetti privati, gli anglo-francesi di ArcelorMittal e il gruppo italiano Marcegaglia, per riacquistare l'azienda dopo una prima fase di risanamento. Forse già il 22 dicembre, secon-do un'ipotesi di lavoro a Palaz-zo Chigi, il consiglio dei mini-stri approverà il prossimo prov-vedimento: il passaggio allo Stato del gruppo, ancora for-malmente di proprietà della famiglia Riva, attraverso l'am-ministrazione straordinaria prevista per le imprese in disse-sto dalla Legge Marzano. Il governo ha infatti individuato un fondo strategico come il veicolo più adatto alla comples-sa operazione. Il gruppo non sarà perciò nazionalizzato, ma

conto del valore strategico dell'azienda Ilva", il gruppo dell'acciaio che occupa 11.000 persone e mantiene un indotto almeno altrettanto vasto. In una fase successiva, ha aggiun-to Guidi, lo Stato potrebbe u-scire dal capitale con meccani-smi che "sono quelli di sempre: cessione ai privati o anche quo-tazione in Borsa". Infine sull'offerta di Arcelor-Mittal insieme al gruppo Mar-cegaglia "ci sono stati incontri e trattative in corso. Per questo dico che l'intervento pubblico è solo una possibilità, potrebbe alla fine anche non essere ne-cessario". Resta comunque sul tavolo l’offerta non vincolante del colosso mondiale che ha posto - come abbiamo già scrit-to - dei paletti difficili da accet-tare, sia su costi e tempi dei lavori di adeguamento previsti dall’Aia, sia sul tetto di produ-zione massima annua. In sinto-nia con il suo ministro, Matteo Renzi su twitter ha annunciato la soluzione alla questione del siderurgico tarantino: la bozza di decreto, il settimo per il gruppo siderurgico, che sareb-be già sulla sua scrivania di presidente del Consiglio. "In un'ottica di accompagnamento temporaneo insieme ad investi-tori privati il Fondo strategico di Cassa depositi e prestiti po-trebbe essere il veicolo adatto". L’ipotesi di un intervento pub-blico temporaneo per rialzare le sorti dell’Ilva e poi rimetterla sul mercato a condizioni mi-gliori, eviterebbe così di sven-derla. Così sembra dunque per ora accantonata l’ipotesi della vendita immediata. Il nuovo assetto su cui stanno lavorando i tecnici di Renzi - si sta stu-diando un decreto ad hoc per ammettere il siderurgico all’amministrazione straordina-ria, modificando la legge Mar-zano sulla salvaguardia dei grandi gruppi, come già si fece per Parmalat e Alitalia - rap-presenta un cambio di rotta radicale dopo un anno e mezzo di commissariamento trascorso prima con Bondi a Taranto, a lavorare su un piano industria-

via alleanze con altri imprendi-tori italiani del settore. Di certo il commissario Gnudi potrebbe ottenere un finanzia-mento dalla Bei stanziabile a fronte dei 40 miliardi chiesti dall'Italia per il Piano Juncker. Infatti nei progetti italiani - che devono passare al vaglio euro-peo e che la Banca europea degli investimenti deve decide-re di sostenere -, ci sarebbero anche soldi da destinare al risa-namento ambientale del polo siderurgico di Taranto e all'effi-cientamento energetico. L'attuale autorizzazione a ope-rare del ministero dell'Ambien-te è così restrittiva che supera

le prescrizioni dell'Unione eu-ropea e obbligherebbe a costi di manutenzione giudicati inso-stenibili. L'intenzione del go-verno è di correggere al ribasso le regole sulle emissioni, por-tandole in linea con i parametri europei. Ma guai a parlare di naziona-lizzazione (vedi anche pagina seguente, ndr), in area gover-nativa si preferisce discutere di soluzione mista, privati e pub-blico insieme per salvare l’acciaio italiano. Che è quello su cui si ragiona adesso. "L'ipotesi di una gestione pub-blica sul modello Italsider è quanto di più distante dalla mia mentalità" ha detto la mi-nistra dello Sviluppo economi-co, Federica Guidi. "Ritengo che l'intervento dovrebbe esse-re di medio periodo, una forma di accompagnamento e di so-stegno" ha spiegato e "in un'ot-tica di accompagnamento tem-poraneo insieme ad investitori privati, allora il Fondo strategi-co potrebbe essere il veicolo adatto". Il governo ha allo stu-dio un tipo di intervento sulla falsa riga di quanto già fatto in altri Paesi europei. Un passag-gio temporaneo "che tenga

verrà ‘ripulito’ e, in un secondo momento, ceduto ai privati o quotato in Borsa. Tutto questo dopo alcune giornate determi-nanti nelle quali si è potuta fare la conoscenza del neo nomina-to consigliere strategico di Mat-teo Renzi, Andrea Guerra, ex Ad di Luxottica. Al momento di certo ci sono stati gli ultimi 125 milioni euro di prestito-ponte dato dalle banche e che il commissario Piero Gnudi ha utilizzato per pagare gli stipendi di novembre e dicembre, le tredicesime, la rata del premio di risultato, portare avanti gli adempimenti ambientali e pagare parte dei crediti arretrati vantati dalle imprese dell'indotto. E di certo c'è, appunto, l'offerta di acqui-sto non vincolante presentata dal numero uno dell'acciaio mondiale ArcelorMittal. “Noi - sono parole di Aditya Mittal, ceo di ArcelorMittal Europe - crediamo che la nostra partnership con il Gruppo Mar-cegaglia sia in grado di offrire un sicuro futuro a Ilva. Inten-diamo incrementare la produ-zione della società per raggiun-gere la piena capacità di utiliz-zo degli impianti in modo da generare più lavoro e garantire importanti livelli occupaziona-li”. L'offerta garantisce i con-tratti di lavoro in corso ma con-tiene alcune richieste attual-mente impossibili da accettare a fronte dell'odierno quadro normativo a cominciare dalla volontà di Arcelor di rivedere le prescrizioni Aia (che comporte-rebbero un costo valutato in 1,8 miliardi) e all'intenzione di aumentare la produzione fino a 9,3 milioni di tonnellate l'anno quando l'Autorizzazione Inte-grale Ambientale fissa il tetto a 8 milioni di tonnellate. Sem-brano definitivamente sfumate le manifestazioni di interesse da parte dell’indiana Jindal e del gruppo cremonese Arvedi. Il primo si è defilato da subito, il secondo ha detto di volere l’azienda ma di non avere i sol-di (Arvedi nel frattempo aveva perso l’alleanza col partner brasiliano Csn) cercando tutta-

le basato su tecniche di produ-zione innovative ed ora con Gnudi a disegnare nuovi assetti societari con l’ingresso di soci forti per trovare le risorse fi-nanziarie necessarie per rispet-tare l’Aia, l’autorizzazione rila-sciata dal ministero per l’Ambiente nel 2012 che impo-ne allo stabilimento lavori di

adeguamento degli impianti dal costo di almeno 1,8 miliardi di euro. Nella nuova rotta impostata da Renzi entra in gioco anche An-drea Guerra, ex Ad di Luxotti-ca, che ha accettato di fare gra-tuitamente da consigliere al premier. Potrebbe essere lui il nuovo commissario straordina-rio per traghettare l’Ilva verso la svolta, con poteri maggiori rispetto ai suoi predecessori e un quadro normativo comple-tamente diverso rispetto all’attuale. Se il governo doves-se confermare la volontà di affidare l'Ilva a una gestione pubblica per un periodo limita-to, c'è anche l'ipotesi - come spiega Guidi - di ricorrere a Fintecna, la società pubblica trasferita dal ministero per l’Economia alla Cassa depositi e prestiti. Sarà un'operazione delicata: Renzi non dimentica che a maggio si vota in Puglia per le regionali e per allora vuole mantenere in funzione l'Ilva nazionalizzata, senza provocare proteste a Taranto per l'inqui-namento degli impianti.

E. C.

L'Ilva sarà salvata da aiuti pubblici "a tempo". In un primo momento lo Stato ne diventerà

azionista

Stabilimento Ilva di Cornigliano

Il gruppo non sarà nazionalizzato ma verrà

‘ripulito’ e, in un secondo momento, ceduto ai

privati o quotato in Borsa

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Taranto, lo stabilimento Ilva

Un intervento pubblico temporaneo per rialzare

le sorti dell’Ilva e poi rimetterla sul mercato, eviterebbe di svenderla

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Scrive Paola: “Cara Cornigliano, buon 2015” Auguri e desideri per l’anno che verrà

Dicembre 2014 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

La nazionalizzazione nel nostro Paese: prima dell’Ilva, la Montedison Il ricorso al denaro pubblico tra intrecci politici e interessi economici

“Vorrei augurare a tutti un lieto anno nuovo ma non un anno come quello che abbiamo appena trascorso nel nostro quartiere. Vorrei augurare ai corniglianesi un 2015 all’insegna della chiarezza e soprattutto dell’igiene. Molti sono i problemi che affliggono Cornigliano e aumentano in modo esponenziale col trascorrere del tempo sotto allo sguardo rassegnato dei residenti che, ormai disillusi, non credono più alle pro- messe da mari-naio che ven- gono fatte dal sindaco e dalle istituzioni in genere, pro- messe che spes-so sfidano la l o g i c a e l ’ intelligenza delle persone. La decisione, ormai dichiara-ta, di dotare il nostro quartie-re di un depu- ratore con una portata tale da soddisfare tutte le esigenze della città ne è un chiaro esempio. Come ormai ovvio, è che al depuratore seguiranno biodigesto-re e centrale elettrica, anche se, proprio in virtù di quella mancata chiarezza citata nelle prime righe, di queste due ultime iniziative finalizzate alla riqualificazione del territorio (tanto vantato e promesso ai corniglianesi da anni), non se ne dà comunicazione ufficiale. Coglierei pertanto l’occasione per augurare a tutti i consi-glieri (egregiamente elencati nella relativa delibera emessa dal comune) un lieto e felice anno nuovo, con la speranza che Gesù bambino li omaggi di qualche briciola di scrupolo in più, tale da far loro comprendere che in questo quartiere vivono, respirano, producono, oltre 15.000 (quindicimila) persone che hanno il sacrosan-to diritto di avere un minimo di voce in capitolo riguardo a questa questione, es-sendo cittadini che pagano regolarmente le tasse (e soprattutto i loro stipendi). Ma il mio augurio non si limita alla speranza che la chiarezza divenga una caratte-ristica predominante da parte delle istituzioni nei confronti dei corniglianesi, l’augurio si estende sino a toccare una nota dolente, indispensabile alla salute pubblica: l’igiene.

Con robuste radici nell'energia elettrica, Montedison si trova negli anni '70 e '80 ad essere protagonista assoluta della stagione italiana della chimica. Un piccolo passo indietro. 1966. Nata privata, Montedison diventa pubblica e ritorna privata. Il fon-datore di Mediobanca, Enrico Cuccia, ha l'idea di sposare un'azienda senza business ma con tanti soldi come la Edison, ad una società che non è altrettanto ricca ma che il business ce l'ha, eccome: la Montecatini. Voluta dal centrosinistra del socialista Nenni, la nazionalizzazione dell'energia elettrica ha fatto ricca la Edison che ha mo-netizzato le sue attività. Seguendo l’idea di Cuccia, con la Montecatini nasce un gruppo che controlla l'80% della chimica nazionale. La fusione diventa laboratorio politico-economico nell’Italia di allora. Dopo un paio d’anni entra in scena l'Eni (Ente nazionale idrocarburi) di Eugenio Cefis, anche lui punta al business della chimica. Le azioni della Montecatini-Edison vengono rastrellate in Borsa (con i soldi pubblici dell’Eni). A settembre del 1968, con l'appoggio dell'Iri, i soci “pubblici” contano più del doppio dei privati. Questa mossa sollevò molte polemi-che: Cefis aveva utilizzato il denaro dell'Eni (cioè denaro pubblico) per diventare presidente di una società privata, la Edison. Nel 1971 è la volta di Michele Sindona (al tempo molto vicino alla Banca vaticana) a scuotere il capitalismo italiano lan-ciando un'Opa sulla Bastogi, azionista di Montedison e viatico dell'alta finanza na-zionale. La lotta è durissima ma Cuccia e la finanza “laica” la spuntano e per Sindo-na inizia la parabola discendente. A tramontare, poco dopo, sarà anche Cefis: la Montedison diventa un florido pascolo da razziare. I privati, con Cuccia in testa, tornano al comando attraverso la Gemina, un «salotto buono» dove siedono Agnel-

li, Bonomi, Orlando, Pirelli. E’ il momento di Mario Schimberni. Dal ponte di co-mando di Foro Buonaparte, a Milano, prende corpo un progetto per allora rivolu-zionario: Schimberni intende diventare azionista di se stesso, inaugurare l'età delle «public company». Nel 1977 diviene vice e poco dopo presidente della Montedison (1980). Nel 1985 scala la Bi-Invest, la holding del suo azionista Bonomi. Un anno dopo è il turno della Fondiaria, la perla di Cuccia. Montedison sale dal 25 al 37% della compagnia assicurativa. Uno sgarro che l'establishment condanna e decreta l'estromissione di Schimberni. Nell’ottobre dello stesso 1985 la Montedison diviene oggetto di una nuova scalata che si concretizza con la consacrazione di una nuova stella: è Raul Gardini con alle spalle il gruppo Ferruzzi (sposerà Idina, una delle figlie del fondatore). Il «contadino», accolto come alleato da Schimberni, mostra subito la sua forte personalità e... lo licenzia. A Foro Buonaparte l'influenza di Me-diobanca ritorna a crescere. Gardini è ambizioso, un po' imprenditore (aveva impie-gato un anno ad inventariare i beni di Serafino Ferruzzi, scomparso in un incidente aereo). Si lancia nel progetto Enimont, il polo chimico nazionale con l'Eni che scate-na la più aspra contesa finanziaria degli anni '90 e dà vita alla «madre di tutte le tangenti». Gardini gioca duro, si impadronisce della maggioranza di Enimont ma è costretto a cedere. Esce anche dalla Ferruzzi che rimane travolta da più di 30 mila miliardi di debiti. Tangentopoli si porta via lo stesso Gardini e il suo rivale, il presi-dente dell'Eni, Gabriele Cagliari che, secondo l'inchiesta di tre anni dopo, svolse il suo ruolo per consentire al Psi di Bettino Craxi di esercitare l’interdizione in tutta l'operazione. E. C.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un vero e proprio mutamento nella distri-buzione dei cassonetti per la raccolta dell’immondizia, l’impressione è che tali cassonetti siano stati ridotti oltre ad essere stati spostati in luoghi assolutamente scomodi soprattutto per gli anziani che, fra alluvioni e mal tempo, vivono con estremo disagio un’operazione quotidiana che dovrebbe essere semplice e agevole. Lo stesso vale per i negozianti di via Cornigliano, costretti a chiudere il negozio per gettare l’immondizia, poiché i raccoglitori dei rifiuti sono stati spostati e, ov-viamente, con tanti rom in circolazione per il quartiere, non è assolutamente pos-sibile lasciare il negozio incustodito a lungo. Il rischio “igiene” non si ferma certo ai cassonetti dove per giorni, comunque, sostano pezzi di arredamento in disuso e che, nonostante le segnalazioni effettuate, non vengono rimossi per settimane; tale rischio si estende a ben altro: è sufficiente gettare uno sguardo sulle strade sature di car- tacce, bottiglie, lattine vuote, che ormai da tempo vengo- no spazzate solo una volta alla settimana, per compren- dere che ormai da tempo vi- viamo assedia-ti dai rifiuti e dalla sporcizia. Io vorrei augu- rare ai corni-glianesi, ap- punto, che nel 2015 tutto questo non accada più. Auguro loro che le ingenti tasse versate per i rifiuti prodotti ven-gano onorate da un servizio efficiente, tale da rendere decoroso un quartiere bello e storico come il nostro. Buon 2015, cara Cornigliano Ligure, non arrenderti mai e non perdere mai la spe-ranza che le cose possano migliorare, citando un baluardo della lotta, Rocky Bal-boa, uso le “sue” parole per abbracciarvi con un sorriso di speranza: “Se io posso cambiare, e voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare”.

Paola Marenco

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ilCorniglianese

Dicembre 2014 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

Purtroppo la mag-gior parte delle volte che si legge o si ap-prende qualche noti-zia su Cornigliano ci si trova davanti a qualcosa di negativo. Dalla presenza del campo rom (non ancora sgomberato

nonostante le proteste) ai miasmi provenienti dal depuratore in corso Perrone: il quartiere è perenne-mente al centro di polemiche che rischiano di danneg-giarne ancora di più l'immagine. Ed ora, come se non bastasse, si vuole costruire un mega impianto di trat-tamento dei rifiuti nell'area ex Ilva. Per la precisione il Comune vorrebbe costruire un nuovo depuratore de-stinato alla raccolta dei liquami di tutta la città; que-sto nuovo depuratore dovrebbe essere accompagnato da altri impianti di separazione e trattamento dei ri-fiuti da costruire sempre nella stessa area. Pensando a tutto ciò bisognerebbe chiedersi: perché anche questo a Cornigliano? Probabilmente, e forse quasi certa-mente, la nostra delegazione è ormai considerata da molti “la fogna” di Genova. Quando altri quartieri, per un motivo o per un altro, hanno protestato sono riu-sciti a far sentire la loro voce... ma Cornigliano no. Tutto ciò contrasta in modo netto con quello in cui si sperava non molto tempo fa: una riqualificazione del quartiere, grazie anche alla costruzione della strada a mare, che avrebbe dovuto tradursi in un migliora-mento dell'immagine di Cornigliano agli occhi dei sui abitanti e agli occhi di tutta la città. Se si continuerà in questa direzione però questo miglioramento sarà dif-ficile se non impossibile. Dopo le manifestazioni dei mesi scorsi l'indignazione dei corniglianesi è molto forte: come se non bastasse anche l'emergenza rifiuti ha contribuito ad un ulteriore peggioramento. La rac-colta della rumenta, già rallentata per la chiusura di Scarpino, è stata interrotta per lo sciopero dei lavora-tori Amiu e ciò ha contribuito a creare disagi anche nel nostro quartiere. Se poi, alcuni cittadini noncu-ranti delle problematiche ambientali, si scatenano - quando viene il buio - accumulando le proprie masse-rizie intorno ai cassonetti creando indecenza senza limiti, il fondo l’abbiamo già toccato. Maggiore unità da parte della maggioranza dei cittadini sarebbe forse necessaria per portare avanti nuove, più forti e più incisive proteste per far vedere che i corniglianesi non vogliono tutto ciò per il loro territorio. Cornigliano non è e non deve diventare la “discarica dei problemi” di Genova. Cornigliano merità molto di più. I suoi abitanti meritano molto di più.

Lorenzo Schiavon

Quelli che non vogliono più vedere Cornigliano così Emergenza rifiuti, discarica a cielo aperto, inciviltà. Anche a Natale

Fotoservizio Razzore

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5 Dicembre 2014 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione

In qualità di geologo il suo parere sugli effetti della recente alluvione.

“Queste due alluvioni sono state per me uno strazio, mi hanno toccato nel vivo, non solo per quello che abbiamo visto in tv ma perché fa parte del mio mestiere. Il fatto che non ci sia stata un’amministrazione che abbia chiamato un geologo, e non mi riferisco a me, evidentemente, ma in un discorso più ampio. La settimana scorsa ci siamo riuniti, come Consiglio dell’Ordine. Noi in Liguria siamo circa 600, le varie amministrazioni ne hanno contattato, per questo problema, un nu-mero che sta sulle dita di una mano. Ho scritto personalmente al sindaco e al vice-sindaco, che è stato anche amministratore a Cornigliano, chiedendogli cosa pote-vo fare per la mia città per dare un aiuto reale e disinteressato. Sto ancora atten-dendo risposta adesso. Le colpe, comunque, vanno ricercate anche in passato, non è soltanto colpa di questa amministrazione, sarebbe sbagliato incolpare solo que-sto sindaco, il nodo è solo politico: gli amministratori dovrebbero fare scelte im-popolari che, ahimé, non portano voti”. Vi capita di rivolgere il pensiero al futuro di Camilla?

“Non abbiamo per il momento pensieri di questo tipo, risponde Gabriele. Camilla farà quello che deciderà di fare senza nostre pressioni. Quello che ci preoccupa, e non poco, e in questo caso il pensiero è molto ricorrente, è la violenza, l’insicurezza in questa società e pensare di lasciarle in eredità una società con po-che certezze”. Conoscete il nostro giornale? E cosa può fare per il nostro quartiere?

“Certamente, risponde Simona. Lo seguiamo tutti i mesi: è uno strumento che, se gestito con saggezza, e voi lo fate molto bene, può dare buoni risultati. Approfit-to per proporre la collaborazione tra il nostro plesso scolastico, dove lavoro, e voi, per poter portare all’attenzione dei corniglianesi le nostre iniziative didat-tiche, è una proposta per migliorare la qualità del giornale”. (Il nostro giornale nasce come strumen-to a favore della cittadinanza, quindi è aperto a tutti coloro che intendono pro-porre iniziative o individuare e segnala-re problemi di comune utilità, le nostre porte sono e saranno sempre aperte. Ndr.) Come ultima domanda, chiedo la stes-sa cosa che abbiamo posto a tutti no-stri inserzionisti: se voi foste Babbo Natale cosa regalereste a Cornigliano?

“Restituire, risponde Simona, i Giardini Melis a tutti i bambini: mi piacerebbe vedere Camilla giocare con altri suoi compagni, magari di etnie diverse, che sono secondo me un valore aggiunto alla nostra città”. Auguri di buon Natale alla famiglia Civardi dalla nostra redazione.

Carlo Guerra

A casa vostra/La famiglia Civardi “Vorremmo lasciare a Camilla una società più giusta e meno violenta”

Dicembre. Aria di Natale. Ritorniamo a visitare una famiglia italiana. Incon-triamo così Simona A-malfi (37), Gabriele Ci-vardi (38) e la piccola Camilla (3). Abitano in via Coronata. Ad acco-glierci è proprio Simona appena rientrata dal la-voro. La giovane signora è insegnante alla scuola primaria Don Bosco di Coronata, mentre Ga-briele è geologo (libero professionista) e svolge la sua attività a Campi, nel suo studio privato. Sono

corniglianesi di adozione, la casa in cui vivono è di loro proprietà e, come nella maggior parte di giovani coppie, pagano il mutuo. Sono sposati dal 2009. La pri-ma domanda la rivolgo a Simona. Come insegnante, avete parlato dei recenti fatti di cronaca in cui sono coinvolti i bambini, mi riferisco al piccolo Lorys e alla strage in Pakistan. “Di quello che è avvenuto in Pakistan non ne abbiamo parlato, forse è ancora troppo presto: i bambini riportano gli umori o quello che sentono in casa, posso dare la mia impressione che è di totale condanna e sgomento, siamo rimasti basiti per quello che è successo. Sono invece rimasti molto impressionati e angosciati sulla vicenda del piccolo Lorys con la preoccupazione di non essere protetti in casa. Ho cercato di far esprimere i bambini e far capire loro che ogni storia è di-versa e di avere fiducia dei loro genitori. La nostra opera come insegnanti è quella di far capire di non perdere di vista i punti di riferimento che in questo caso sono i genitori e la famiglia. A scuola i nostri bimbi sono relativamente grandi, non dob-biamo tenerli in una campana di vetro ma neanche nascondere quello che succede per avere un giusto equilibrio”. Rai 1 ha trasmesso il monologo di Roberto Benigni in cui ha commentato i 10 comandamenti. Che impressione avete avuto?

“Abbiamo avuto una buona impressione, rispondono Gabriele e Simona. E’ pia-ciuto molto, ha narrato e sviscerato il significato dei 10 comandamenti, dando un taglio da credente ma anche dando dei risvolti non necessariamente da persona che crede, ha in sintesi fatto capire che sono 10 regole per vivere bene la propria vita portando diversi esempi: penso alla falsa testimonianza o all’adulterio, tutto questo è ancora valido. Ci è dispiaciuto leggere su alcuni social network commenti che minimizzavano la portata dell’evento. Secondo noi ha dato una lezione di reli-gione, per chi ci crede, e di regole di vita. Ci sarebbe piaciuto sapere il parere della chiesa sull’adulterio trasformato dalla stessa in atto impuro”. Qual è il vostro comandamento preferito?

Simona: “Benigni riassume tutto alla fine con il comandamento dell’amore”. Gabriele: “Preferisco dire quali sono quelli che sento più distanti e che seguo con meno difficoltà: non dire falsa testimonianza e non desiderare la donna e la roba di altri”.

La famiglia Civardi intorno all’albero di Natale Da sinistra: Simona, Gabriele e la piccola Camilla

Simona e Gabriele spiegano: “Camilla

farà quello che deciderà senza le nostre pressioni”

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Amiu presenta il direttore generale Doria: “Verificare trasparenza e massimo rigore”

ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Dicembre 2014

«Il Comune crede nell’importanza dell’azienda pubblica. Vogliamo rafforzare Amiu; è un bene comune e interviene in un campo nevralgico per la società mo-derna. Amiu è chiamata a misu-rarsi con un mondo in trasfor-mazione e per questo deve esse-re capace di cambiamenti». E’ il primo messaggio che il sindaco di Genova, Marco Doria, ha voluto rivolgere ai dipendenti Amiu nella sede di via D’Annunzio, in occasione della presentazione del nuovo diret-tore generale, Ivan Strozzi, che ha assunto l’incarico ai primi di dicembre. Durante l’incontro, introdotto dal presidente Mar-co Castagna, sono intervenuti lo stesso direttore e, Pietro D’Alema che lascia l’incarico di amministratore delegato dopo nove anni. Il sindaco ha assicu-rato che l’amministrazione co-munale vuole affrontare tutti i problemi attuali e vuole farlo insieme agli ammi-nistratori e ai dipendenti Amiu. In questo momento particolarmente difficile e complicato in cui si sommano diverse criticità, Amiu deve dimostrare la propria solidità e professionalità. Doria ha osservato che in passato l’azienda ha dovuto operare in mancanza di una programmazione del ciclo dei rifiuti. Diverse que-stioni che stanno emergendo oggi dimostrano la necessità di un cambiamento profondo rispetto ad ipotesi del passato. Finalmente è entrato in vigore un piano regionale, mentre Amiu ha elaborato un importante piano industriale che preve-de impianti ambientalmente compatibili. Può quindi svolgere un ruolo decisivo per una moderna gestione del ciclo dei rifiuti. Tra gli impegni dell’amministrazione e dell’azienda, Doria ha indicato l’esigenza di verificare tutte le procedure per assicurare la massima trasparenza e il massimo rigore. «Questo è un momento importante e delicato, come lo sono tutte le fasi nuove che ci permetteranno di arrivare ad un nuovo ruolo che prevede sviluppo e con-solidamento. – ha aggiunto il presidente Castagna - La presenza del sindaco, in questo contesto, conferma il ruolo centrale che Amiu ha per il proprio azionista». In conclusione, il neo direttore generale Ivan Strozzi: «Un elemento importante per il mio modo di lavorare è sicuramente il lavoro di squadra e i punti di forza, che chiedo a tutti i dipendenti, sono determinazione, impegno e serietà. Perché orgoglio, passione e curiosità di ciascuno saranno le qualità più importanti per difendere e aumentare l’appartenenza a questa azienda». R. M.

Associazione liberi amministratori condominiali

Piazza G. Verdi 4/1 - 16121 Genova

Paolo Pisana—Amministrazioni condominiali Via S. G. D’Acri, 8/10A - 16152 Genova Via Urbano Rela, 1/10 - 16149 Genova

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tentare, per giungere all’assegnazione, una procedura ad evidenza pubblica. E’ inoltre inteso che il Municipio, pur avendo da tempo avanzato la proposta di destinare il manufatto a sede associativa, non ha potere affinché la proposta possa avere seguito sul piano operativo. Per-ché ciò avvenga il Municipio ritiene siano pertanto indispensabili l’assunzione formale di una decisione da parte del comune di Genova e la conseguente adesione da parte di Società per Cornigliano. Il contatto preliminare con i soggetti interessati all’assegnazione ed alla gestione dell’ex mercato comunale e il loro coinvolgimento possono agevolare le successive fasi decisionali e progettuali che dovranno essere necessariamente condivise con il Comune e da questo formalizzate. Il Municipio invita pertanto le associazioni corniglianesi a manife-stare per iscritto il loro eventuale interesse all’assegnazione futura di spazi ricavabili dalla riqualificazione dell’ex mercato di Cornigliano entro il prossimo 31 dicembre. Le comunicazioni vanno inviate alla segreteria di via Sestri, 7, oppure agli indirizzi mail [email protected] [email protected] oerre

Dedicato alle associazioni corniglianesi: ex mercato comunale, qualcosa si muove

“Mentre il quartiere si interroga con curiosità quasi morbosa sulla natura della prossima scelleratezza che verrà perpetrata a suo danno (il male assoluto ha sempre avuto un qualche fascino), un evento inatteso è maturato all’interno del-la gloriosa Filarmonica di Cornigliano. Pare infatti che il suo presidente si sia dimesso, e che le sue dimissioni non siano state spontanee ma imposte in seguito ad una sorta di colpo di stato interno. Questa la voce che circola nei salotti ben informati, benché il presidente stesso abbia tentato di smentirla nel corso dell’assemblea tenuta nei giorni scorsi, attribuendo le dimissioni alla sua stan-chezza e al desiderio di lasciare spazio ai giovani e alle loro idee innovative. Siamo riusciti dopo molti tentativi ad avvicinarlo e porgergli alcune domande. Presidente, cosa c’è di vero nella voce che le sue dimissioni siano sta-te in realtà decise da altri? “Guardi, all’inviato del Washington Post che mi ha posto la stessa domanda ho risposto in modo evasivo. Con lei sarò sincero. Da alcuni mesi notavo comportamenti sospetti: pratiche che avevo sempre eva-so personalmente mi venivano sottratte con giustificazioni pretestuose; colloqui in atto tra soci che si interrompevano bruscamente al mio arrivo; l’uso del tele-fonino di servizio mi veniva praticamente precluso e tanti altri piccoli particola-ri che messi insieme offrivano un quadro preoccupante. Fino a che, qualche setti-mana fa, una delegazione di soci mi suggeriva garbatamente ma fermamente di dimettermi così da consentire ai giovani di assumere la direzione della Società e darle nuovo impulso. Naturalmente, benché amareggiato, non ho opposto alcu-na resistenza”. Presidente, di solito una faida di questo tipo è guidata da una mente ispiratrice, un Robespierre o, forse meglio, un St. Just. è riuscito a scoprire chi fosse? “Ho soltanto dei sospetti. Deve trattarsi di individuo molto astuto che ha lavorato a lungo nell’ombra. Prima o poi lo sco-prirò. Nel frattempo collaborerò con il nuovo Consiglio, se ne sarò richiesto”. Il presidente, anzi l’ex presidente, saluta e si allontana, lentamente, le spalle leg-germente chine”.

Mauro Gandolfo

Il Municipio VI Medio Ponente ha ricevuto il mandato di sollecitare formalmente le eventuali manifesta-zioni di interesse di quei sodalizi che desiderassero risultare assegnatari di spazi presso l’ex mercato comunale di piazza Monteverdi ovviamente dopo che sia stata compiuta la sua riquali-ficazione. Il Municipio ben specifica che tale manifestazione d’interesse non risulta in alcun modo vincolante per la civica amministrazione dal momento che dovrà verosimilmente

“L’affaire Filarmonica” Cambio della guardia nella Società fondata nel 1878

Da sinistra: Ivan Strozzi, MarcoCastagna e Marco Doria

Per capire meglio l’ironia che esprime tra le righe l’autointervista dell’ex presi-dente della Filarmonica, Mauro Gandolfo, occorre riportare che, dall’inizio del mese di dicembre, Pietro Arata (54 anni) è il nuovo presidente della Società su-bentrando, quindi, alla “reggenza” ventennale di Gandolfo. Arata si affaccia così nel nuovo incarico confermando progetti in corso e presentando una serie di nuo-ve iniziative indirizzate soprattutto ai più giovani. Sarà il mondo della scuola ad aprirsi così come è avvenuto, per esempio, alle scuole Ferrero dove la Filarmonica ha raccontato ai ragazzi la realtà della banda. Per l’anno che sta per arrivare c’è la conferma della scuola di musica con tutti gli strumenti a fiato, percussioni, chitar-ra, piano, violino e canto con maestri qualificati. Non solo: per avvicinare ancor di più i giovani al mondo della musica, nell’anno scolastico 2014/2015, con il patro-cinio del Comune, sono stati istituiti anche tre corsi gratuiti destinati a tre ragazzi segnalati dai maestri di musica. E. C.

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7 ilCorniglianese/cronaca dalla delegazione Dicembre 2014

Le ville del Ponente genovese: il “caso” di Cornigliano (seconda puntata)

ed è proprio per questo che è nato, con il supporto di Italia Nostra, questo gruppo di studio. Ville che sono all’origine dell’insediamento stesso di Cornigliano, territorio originariamente periferico e molto povero, dove alcune grandi famiglie, tra cui gli Spinola che ne possedeva-no una grande parte, avevano incominciato a costruire importanti dimore tanto che, alla fine del Quattrocento, Ludovico il Moro, in visita a Genova, aveva scelto di dimorare “a Cor-nigliano […] nel palagio degli Spinoli”. Ma qual è la caratteristica degli insediamenti di Cornigliano? La peculiarità è che si tratta di una serie di ville, riconducibili principalmente al Cinquecento dotate di torri difensive con-tro le incursioni dei pirati che infestavano le coste liguri. Sono tutte vicine tra loro ed hanno, o meglio, avevano, accesso su medesimo asse viario: l’antica strada che da Sampierdarena,attraversato il ponte, seguendo le pendici della collina di Coronata, proseguiva verso Ponen-te e giungeva fino al deserto ai piedi dell’abbazia cistercense di Sant’Andrea. Il percorso passava davanti a Villa Durazzo Bombrini, dimora più tarda, costruita a metà Settecento, e, tagliando l’attuale via Cornigliano, proseguiva in via Cervetto. Qui incontrava l’antica chiesa di San Giacomo, accanto alla quale per lungo tempo ci fu il convento dei padri Domenicani. Il tracciato continuava poi ricalcando perfettamente via Tonale fino a scendere verso l’attuale svincolo autostradale per proseguire verso la riviera di ponente. Oggi lungo questo percorso è possibile incontrare ancora una serie di palazzi, perfettamente identificabili nei loro volumi, testimoni di un epoca di splendore e ricchezza oggi dimentica-ta. L’inurbamento di massa e l’industrializzazione risalgono solo ai primi del Novecento, un’epoca di cesura che, con una grande accelerazione dei tempi rispetto ai secoli passati, ha portato a drastiche trasformazioni ma che, per fortuna, concentrandosi sulla zona litoranea e sui terreni liberi, ha risparmiato questi antichi edifici. I palazzi di villa con le loro pertinen-ze ed il tracciato prima descritto sono ben visibili nella cartografia settecentesca e in partico-lare nella mappa (accanto, a sinistra) del famoso cartografo Matteo Vinzoni. Quasi una ventina di ville, tutte ancora esistenti, tranne una, appartenute alle famiglie Lomellino, Pa-vese, Serra, Marchese, Doria, Gentile, Invrea, Durazzo e molte agli Spinola. Alcune di queste con l’inizio dell’Ottocento passarono a famiglie borghesi, altre vennero divise in apparta-menti, altre sono state con tempo ristrutturate rispettando le volumetrie interne, altre sono in stato di abbandono e attendono di essere recuperate rispettandone le importanti architet-ture. La straordinaria conservazione di un gruppo omogeneo di ville tutte raggruppate in poco più di un chilometro quadrato deve essere quindi conosciuta, preservata ed infine valo-rizzata. Ville che, fino alle soglie del Novecento, erano predominanti su questo territorio di villeggiatura e che testimo-niano il perio-do più florido di Cornigliano e della gloriosa storia della Repubblica di Genova. Pur-troppo oggi si p assa co n i n d i f f eren z a accanto a que-ste costruzioni e p r o p r i o l ’ i g n o r a n z a ogni anno cancella, di-strugge, in nome del pro-gresso, parti di questo importante passato. Negli orti di queste ville sono nati tanti condomini ma i palazzi esistono come pure sopravvivono numerosi elementi dei loro giardini e delle pertinenze agricole, muraglioni, viali pergolati, nicchie, ninfei, portali sono sparsi per Cornigliano ma ancora perfettamente ricollegabili su una cartina alle loro ville. Un esempio è l’accesso verso mare di Villa Spinola Narisano di cui oggi resta un solo pilastro su via Cornigliano. Riuscite a identificarlo?

Micaela Antola, storica dell’arte

Sul precedente numero è stato presentato il progetto di un gruppo di studiosi che si sta oc-cupando di questo tema. Scopo di questa puntata è quello di inquadrare il tema delle ville di Cornigliano nel contesto genovese, di farne emergere le caratteristiche principali e di inizia-re a collocare queste costruzioni nell’attuale territorio attraverso la cartografia settecentesca. Il 29 novembre si è tenuto a Pegli un incontro sulla presentazione di un nuovo libro su Villa

L o m e l l i n i Rostan di Multedo pre-ceduto da un i n t e r v e n t o sulle ville di Cornigliano. Un sistema di ville molto particolare, il cui valore architettonico e la cui im-p o r t a n z a storica sono riconosciu ti soprattutto al di fuori della nostra attuale delegazione. Si è trattato di

una relazione presentata dal gruppo di studio di cui si è parlato nello scorso numero del giornale e della quale si presenta qui la sintesi. Il concetto di “villa storica” può essere un termine ambiguo e deve essere precisato: nel re-cente lavoro avviato su Cornigliano non vengono prese in considerazione le dimore ottocen-tesche della borghesia, presenti un po’ dappertutto nella Riviera Ligure, ma soltanto quegli edifici voluti dall’antica aristocrazia genovese di cui il più importante esempio a Genova è il cinquecentesco palazzo di Andrea Doria a Fassòlo, vicino all’attuale stazione ferroviaria di Principe. Gli studi su questi insediamenti hanno avuto inizio alla fine degli anni Sessanta con il famoso «Catalogo delle ville Genovesi» al quale sono seguite negli anni successivi numerose pubblicazioni anche su specifiche tematiche come i giardini e su particolari por-zioni del territorio come le ville di Sampierdarena. Genova, fino al 1797, era una repubblica e le famiglie nobili gareggiavano in politica per ottenere prestigiosi incarichi di governo, il più ambito dei quali era diventare doge. Allo stesso modo rivaleggiavano fra di loro ostentando la propria importanza con magnifici e lussuosi palazzi in città e scenografiche residenze in campagna. Come già spiegato nel nu-mero scorso, le “ville” erano proprietà agricole con campi, orti, vigna, frutteti, edifici agrico-li, di servizio e case per i contadini, al centro delle quali era collocato il palazzo padronale ed il suo giardino dove il proprietario soggiornava nel periodo estivo. Le ville erano così nume-rose da diventare la particolarità fondamentale del paesaggio: lungo la riviera di levante, lungo quella di ponente e nelle valli dell’entroterra. Citate già da Petrarca, vengono descritte da innumerevoli viaggiatori fino alle soglie del Novecento. I viaggiatori arrivavano principal-mente via mare e, costeggiando il litorale, vedevano una lunga sequenza di palazzi a Levante e Ponente di Genova: questo gran numero di edifici faceva spesso credere loro che l’allora città di Genova si estendesse fino agli attuali confini di Nervi e di Voltri. La costruzione dei primi palazzi di villa risale al Duecento: all’interno dell’area dell’ospedale San Martino si conserva ancora la villa di Simon Boccanegra, e a Sestri Ponente presso il confine con Cornigliano esisteva fino all’ultima guerra il bellissimo esempio duecentesco di Villa Ardimento. Ma il periodo della loro massima fioritura è tra il Cinquecento e il Settecen-to. Le famiglie genovesi, in villeggiatura, avevano la possibilità di immergersi in una natura paradisiaca, effettuando lunghe passeggiate nel verde e godendo dei propri ampi giardini progettati secondo i differenti gusti delle epoche da esperti architetti. In questi luoghi orga-nizzavano feste e banchetti, spesso allietati da accompagnamenti musicali e si intratteneva-no in vivaci rapporti culturali nei più diversi campi come la letteratura, le scienze, la politica, la botanica, la pittura e la stessa musica. Ad oggi gran parte della storia delle antiche ville di Cornigliano è ancora avvolta nel mistero

Della cartografia settecentesca fa parte questa

preziosa mappa elaborata dal celebre Matteo Vinzoni

Lorenzo Centurione, 1863: veduta di Cornigliano

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Giù dal cielo

ilCorniglianese/cultura, arte Dicembre 2014

Alcuni mesi fa ho svolto il mio tirocinio presso una struttura di Alessandria con una squadra di operatrici, infermiere e dottori dedita alla cura di anziani più o meno drasti-camente invalidati dal tempo e ho potuto constatare un tremendo coacervo di realtà demoralizzanti. Nelle stanze asetticamente incolori, nei letti strutturalmente perfetti ma privi del pur minimo richiamo a quella che io definisco Vita, intravedevo un malin-conico senso di decadenza e dissoluzione. Uomini e donne ormai ridotti a fragili caria-tidi malferme sulle gambe con i visi solcati da rughe che mi richiamavano alla mente i crepacci delle Montagne Rocciose e i capelli stopposi vagamente assimilabili alla paglia che da bambino scorgevo sui campi, quando mio padre mi conduceva in collina, talune domeniche di fine estate. Svariate volte provai a parlare con quelle persone risucchiate e mangiate dai lunghi evi lasciati alle spalle: mi rammentavano quelle mosche, o me-glio, quelle spoglie di mosche, divorate dai ragni e sputate per terra dai cinici, seppur innocentemente istintivi, aracnidi. Rimaneva, nel tono basso delle loro voci, soltanto il calco di quella che fu una regolare esistenza. A stento credevo di riuscire a decifrare, nel profondo umido pozzo dei loro occhi mesti, così come nella loro espressione, irri-tualmente semi-anestetizzata dal lungo giacere in una inesorabile camminata verso l'exitus, una qualche traccia di lontani fragori. Talora mi sussurravano strane parole, provenienti da chissà quale sinapsi mnemonica: la memoria dei vecchi è abilissima nel ripercorrere reminescenze risalenti a varie decadi addietro; altre volte mi sospingeva-no crudamente, con rabbuffi burberi, a paragoni infelici tra il loro caldo e spumeggian-te palpito vitale giovanile di un tempo e l'attuale semi-spento strascichio spiritual-corporeo. Sì, spesso anche dal punto di vista spirituale essi mi inducevano ad intravedere la fine di tante, troppe illusioni dell'anima e, pare, che persino le robuste armature di credi e fedi, un tempo incredibilmente solide, erano venute lentamente ossidandosi ed arrug-ginendosi: di esse, ormai, non restavano che scarsi granelli di rossiccia polvere. Ricor-do che provai a trattarli con tutto l'amorevole tatto e la delicatezza di cui ero e sono capace e, nel complesso, il mio sforzo sortiva brevi impercettibili risultati riguardo alle loro reazioni comportamentali verso di me. Mi osservavano mentre praticavo loro la pulizia quotidiana con silenziosa sorpresa; a volte elargendomi materni o paterni sorri-si che constavano in un incrocio inquietante tra la gratitudine sincera ed il sorriso can-zonatorio probabilmente incontrollabile da parte delle loro menti ormai assimilabili a quelle dei bambini, ovvero incapaci di trattenere il riso o il sorriso qualora una situa-zione presentasse lati, ahimè, grottescamente ed involontariamente comici. In certi momenti intuivo, nel dialetto usato da alcuni di loro, emozioni e sensazioni che mi erano famigliari e che mi scagliavano, in un attimo, a scene di vita che io stesso avevo esperito, in epoche ormai remote della mia giovinezza. C’erano anche quelli che si atte-nevano a un mutismo permanente all’interno del quale nemmeno i miei migliori tenta-tivi di umana solidarietà conseguivano il benché minimo risultato dal punto di vista della creazione di un rapporto confidenziale. Oh, come avrei voluto alleviare, almeno per un giorno, la pena interiormente lacerante di chi era in balìa di quel destino, anzi, di quel destino crudamente anaffettivo, meccanicamente concentrato sul compimento della propria ineluttabile spietata natura, ossia l'adempimento della sua funzione pri-maria consistente nell'annientamento garantito delle loro vite. Questo è quello che voglio dire alle mie ormai ex colleghe: voi, allora, eravate veterane mentre io nient'altro che una recluta ma ho purtroppo notato con sgomento, come alcune di voi abbiano eretto una sorta di muraglia d'acciaio tra la loro anima, il loro cervello ed il mestiere difficile che svolgono: in parte vi siete divertite alle mie prime reazioni istintive di ri-brezzo e difficoltà di adattamento e, in successione, siete state molto forti in occasione delle mie iniziali partecipazioni, in prima persona, alla pulizia corporea degli infelici ospiti della struttura; poi, pian piano, sempre alcune di voi, hanno assunto un atteg-giamento di leggero distacco verso me; quasi come se avreste desiderato che io rima-nessi per sempre un novellino ipersensibile e, in quanto tale, perennemente suscettibi-le di una riserva di giudizio da parte vostra poiché, a motivo di quel poco materiale professionale che mi avete elargito per via orale, avevo già allora intravisto la netta e cruda affermazione di una verità incontrovertibilmente desolante: era certo che mi dovevo ancora avvezzare, o meglio: dovevo assolutamente svezzarmi in questo lavoro e, solamente dopo questo passaggio, dopo questa mia, per così dire, avvenuta iniziazio-ne, avrei potuto davvero usufruire dei vostri codici di comunicazione e delle vostre sincere confidenze. In tutta sincerità vi dico, ora che è passato molto tempo, anche a motivo dell’incolmabile gap intellettivo che sta tra alcune di voi e me, che le vostre confidenze non potranno mai interessarmi. Ma c’è una cosa, di alcune di voi, mie ex colleghe, che mi ha lasciato perplesso e, per certi versi, sconcertato: l'assenza, parziale o totale, della capacità di amare, di esprimere empatia, di iniettare sollievo spirituale aimiserabili che abitano quelle stanze traboccanti di tristezza inguaribile. Ottemperate gelidamente a quanto scritto dal regolamento lavorativo seguendo diligentemente le prassi inerenti all'adempimento delle vostre mansioni ma in tutto questo, giorno dopo giorno, purtroppo, nessuna di quelle povere creature abbandonate a se stesse riuscirà a cogliere né a percepire il benché minimo afflato di quella solarità del cuore che, da sola, porterebbe a quella dimenticata umanità, piagata dal decadimento fisico, un sof-fio di profumata speranza; speranza in un cammino dolce verso l'ignoto che, seppure foriero di malcelate inquietudini, proseguirebbe grazie anche alla vicinanza di calde anime soccorrevoli e non solo dal punto di vista fisiologico ma anche da quello psicolo-gico rappresentato dalle serene aspettative che dovreste generare in loro con tutte le capacità di cui disponete. E quando rimugino su tutto questo, beh, a dispetto di tutte le mie consolanti pseudo certezze, legate al mio credere fortemente in una Vita che tut-to abbraccia e tutto salva e che dispenserà gioia senza fine in un nuovo sistema di cose vi confesso che, nonostante la mia notevole forza interiore non di rado, un freddo e incontrollabile brivido mi percorre la schiena lasciandomi, per qualche istante, incre-dibilmente solo a riflettere sulla parola misericordia. Io ne conosco il significato e credo di fare cosa buona e giusta a rammentarlo anche a voi: “Espressione di benevola considerazione o pietà che reca sollievo agli infelici”. Pensate a questo, ogni tanto. Vi farà bene alla mente e all’anima.

di Guido Pallotti di Alvaro Michelon

Il complesso del San Raffaele come si mostra ora

L’ea de neutte freido e scuo, tiava o vento a ciù no dî, zà da neive l’ea vegnuo, e ne voeiva ancon vegnî. Inta stalla s’ean retiæ i pastoi pe no sentî quelolo freido, e lì acoegæ comensavan za a dormî. Intra drento tutt’asemme un ch’o luxe comme o sô: “Corî – o dixe- a Betlemme perché l’è nasciuo o Segnô. Quelli mezi adormigiæ stavan lì comme mincioin, ma o ciù vegio:”Sei alooæ, o ghe dixe - ò sei pötroin?Fito aloa, sâtê sciù in pê! Piggia o læte ti Bepin, o formaggio ti Bertomê,e ‘na petgoa ti Tognin; ti Batista, da o conpâ, e ti Zane và da-a moæ, Loenso ti da-a madonâ, avizæli e caminæ, che niatri intanto aniemo a trovâ o nòstro Segnô; questa röba ghe portiemo, e de l’atro pòrtian lô. Dito questo, o s’incaminn-a, lê coi atri, zù a-a cianua, no dean a mente a-o vento, a-a brinn.a, a-a nòtoann-a freida e scua. Dòppo fæto do camin, da lontan vedan de luxi, e di canti con di soin, da lì a ‘n pö ghe pâ sentî. Van ciù fito, a-a fin arivan a ‘na stalla dirocâ, gh’ea de nuvie ch’a creuvivan e gh’ea di Angei lì a cantâ. Inta greppia gh’ea o Banbin, gh’ea – ma cöse staggo a dî? Se o Presepio amiæ ‘n pitin, megio asæ poriei capî. Gh’è i pastoî, che pe o Segnô n’ean avai, né pötroin; e pe faghe fèsta e önô, curan tutti, grammi e boin. E-o Banbin, pe nòstro ben de fase pövio gh’è piaxuo, e figeu, inte ‘n pö de fen pe noiatri o l’è vegnuo. Gh’è - ma taxo che me pâ – segge tenpo de finî, no vorieiva zà tediâ e… s’ò mâ dito, conpatî.

(Verscion zà arangiâ, inta grafia, da-o webma-ster e riscritta in “grafia ofiçiâ” da-o Guido Pallot-ti, ch’o tegne o corso dezeneize, gra-toio (de bad-da), tutti i lunedì a træ ôe a l’Auser de viale Narisa-no).

Era una notte fredda e scura, tirava il vento a più non dire, già della neve era venuta, e ne voleva ancora venire. Nella stalla s’erano ritirati i pastori per non sentire quel freddo, e lì coricati cominciavano già a dormire. Entra dentro all’improvviso uno che luccica come il sole: “Correte – dice – a Betlemme perché è nato il Signore. Quelli mezzo addormentati stavano lì come minchioni, ma il più vecchio:”Siete laboriosi, - dice loro – o siete poltroni? Presto, allora, saltate su in piedi!” Piglia il latte tu, Giuseppino, il formaggio tu, Bartolomeo e una pecora tu, Antonino: tu, Battista, dal compare e tu, Giovanni, dalla mamma, Lorenzo, tu dalla nonna, avvisateli e camminate, che noi intanto andiamo a trovare il nostro Signore; questa roba gli porteremo, e dell’altro lo porteranno loro. Detto questo, s’incammina, lui e gli altri, giù in pianura, senza dare retta al vento e alla brina, alla nottata fredda e scura. Dopo fatto del cammino, da lontano vedono luccicare, e dei canti con dei suoni di lì a un po’ gli sembra sentire. Vanno più presto, alla fine arrivano a una stalla diroccata, c’erano nuvole che la coprivano e c’erano angeli lì a cantare. Nella greppia c’era il Bambinello, - c’era – ma cosa sto a dire? – Se il Presepe guardate un attimo, molto meglio potrete capire. C’erano i pastori che per il Signore non erano avari né poltroni; e per fargli festa e onore, curano tutti, cattivi e buoni. E il Bambinello per il nostro bene di farsi povero gli è piaciuto, e ragazzi, in un po’ di fieno per noi è venuto. C’è – ma taccio che mi sembra – sia tempo di finire, non vorrei già annoiare e… se ho detto male, compatitemi.

(Versione già arrangiata, nella grafia, dal webma-ster e riscritta in “grafia uffi-ciale” da Guido Pallot-ti, che tiene il corso di ge-novese, gra-tuito, tutti i lunedì alle tre all’Auser di viale Narisa-no).

Presepio ligneo di Anton Maria Maragliano (Genova 1664-1739)

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9 ilCorniglianese/cultura, arte Dicembre 2014

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I Natali felici di un parroco e della sua famiglia Sempre vivo il ricordo di padre Giacomo

di Anonimo di Rita Moccia

Il capitano Bertolotti

morì nel ‘15 sui monti veneti

Un altro anno è passato. Vetrine decorate e illuminate, via vai di gente che entra ed esce dai negozi con scatole e pacchetti colorati. Si sente qualcuno dire: siamo già a Nata-le, come passa il tempo! Già, un altro Natale è arrivato. Ma quell’atmosfera festosa che portava gioia, allegria, buonumore che fino ad alcuni anni fa era quasi palpabile, sem-bra stia svanendo. Tutto sta cambiando. Si vede dai visi, spesso quasi tristi e rassegnati che s’incontrano per strada. E questo dà malinconia. Ma anche se nell’amarezza delle difficoltà che ognuno si porta dietro, rimangono i ricordi che spesso aiutano ad affron-tare questi momenti più inquieti. Ognuno ha i suoi ricordi ma ce n’è uno che accomuna questo quartiere. Il ricordo ancora vivo di un personaggio caro alla popolazione, che possedeva il dono di suscitare quella speranza di cui ora sentiamo tanto il bisogno, e che ancora sembra essere presente: sei tu, padre Giacomo. Si scava nella memoria cercando quella forza e quel coraggio che non facevi mancare nei momenti bui, dimostrando una partecipazione sincera nelle nostre difficoltà, quella carezza che porgevi con il sorriso a chi era sfiduciato. E spontaneamente il mio pensiero corre indietro nel tempo quando abbellivi con tanto impegno la parrocchia che, con la tua allegria sembrava ancora più luminosa, infondendo serenità e fiducia trasmettendole anche in chi, oppresso da gran-di problemi, pensava di averle perse. In questo momento mi assale una gran nostalgia di quei natali che abbiamo condiviso per organizzare le feste parrocchiali e la mia mente rivive quei frenetici giorni per preparare l’ambiente adatto ad ospitare le recite natalizie di alcune scuole del quartiere. Ricor-do quando spostavi l’altare di legno per realizzare lo spazio necessario, illuminandolo con due fari alti e colorati ai lati e uno centrale per far risaltare la scena di quei piccoli pro-tagonisti durante le loro rappresen-tazioni. Non ti curavi del caos che si creava in sacrestia mentre i bambini si preparavano: brillantini, forcine per capelli, nastrini ed abiti ricopri-vano il pavimento, mentre la chiesa diventava teatro, colma di familiari e di persone entrate per caso, che diventavano spettatori di una “prima” che si ripeteva ogni anno. La gioia che traspariva sul tuo viso mentre ascoltavi le vocine di quei piccoli attori alle prese col microfono, era commovente e quando alcu-ni di loro inciampavano nelle parole, davi il via ad un grande applauso d’incoraggiamento seguito da una fragorosa risata che rimbombava tra le mura della chiesa. In quel momento eri compiaciuto nel vedere una grande famiglia riunita: la tua famiglia; e quando tutti erano andati via, nei tuoi occhi rimaneva un luccichio di dol-cezza e gratitudine. Ed era proprio per i tuoi parrocchiani che ti impegnavi tantissimo nell’organizzare quella notte speciale, la notte di Natale. Sapevi che noi attendevamo emozionati un gesto che tu ci regalavi con sentimento. Alla mezzanotte si spegnevano le luci della chiesa, nella penombra il canto accompagnava la discesa di Gesù Bambino e, all’improvviso, tutto s’illuminava quando quella piccola figura giungeva fra le tue mani, mostrandola a noi come se realmente fosse nato in quel momento. Ma atteso da noi era anche quel breve momento in cui ascoltavamo in silenzio le tue parole che andavano dritte al cuore perché non erano le classiche ramanzine nei confronti delle nostre im-perfezioni e carenze umane, ma parole che ispiravano pace e fraternità: evidenziando il valore della famiglia che, anche se non sempre serena, nascondeva scintille di umanità che occorreva apprezzare. Avevi la capacità e l’umiltà di sfruttare quell’occasione favo-revole per comunicare con noi più profondamente. La tua felicità aumentava quando in quella notte speciale battezzavi gli ultimi arrivati definendoli i “Gesù bambini della parrocchia”, ti soffermavi sul valore e la gioia che essi portano nella famiglia. Finita la messa ci davi la benedizione, grato della nostra presenza, per quel momento di festa vissuto insieme. Quelli erano giorni di festa impegnativi ma indimenticabili. Questi ultimi natali hanno invece un sapore diverso; manca quel tuo caloroso abbraccio acco-gliente e confortante che attenuava anche gli ostacoli che potevano sembrare insormon-tabili. In questo momento di particolare bisogno per un quartiere che si sente abbando-nato a se stesso, la tua presenza che sapeva unire popolazione, parrocchie e associazioni per il bene comune, manca ancora di più. Questi ricordi rimarranno impressi nella no-stra mente perché vissuti accanto ad un padre spirituale, morale e caritatevole quale eri tu, un grande esempio di vita che nessuno potrà mai dimenticare.

Elegia d’autunno

Striato smorto tramonto nel declivio del colle geme il castagno dai ricci spinosi.

Nella terra greve Stride nera la noce.

L’acero scarlatto in tondo sul piede adagia la veste nel fradicio prato.

Piange la vite dai tralci ritorti

stilla grappoli gonfi crocchia le foglie nel sole radente.

Rallentato tempo, suono dei boschi nell’afror di muffe funghi e spenti colori.

Refoli latenti … … freschi tremiti … … rame spoglie … …..

sollevar d’occhi … ….. a mandrie di nubi … … …

Prodromi di cruda stagione!

Feria d’agosto Avvampato calore

d’albere prosciugate linfe d’avvizzite rame, tizzoni ardenti d’argini riarsi e crepate zolle, macerar di crete d’ossa bianche

di pietre tra seccate stoppie ed erbe giallastre.

Serrata fornace di piombo

l’estate è esausta d’uste carni ignude

prone su spiagge e sparsi resti di mare.

Vacuo immoto attendere il lavacro di celate ombre di nubi roride e nere nel fuso del cielo

carcerate. Tempo di nuove stagioni

Aforisma d’inverno

Arde crepitando di legna di un ciocco nel tepor del caminetto e un algido fumo riga il ciel stellato.

Trascina un povero barbone barcollando sul gelido selciato

la misera casa di cartone, cercando un angol riparato

un anfratto di portone per non morir assiderato.

Sta la terra ignara greve nel suo ventre, di linfa gonfia; dal gelo fremente il bucaneve fiorirà altra bella stagione.

Dopo Natale

Ora che il clangore delle campane si cheta. Ora che evapora il lezzo delle tronfie cucine Ora che vuota è la dispensa e colme le cloache di spurio scarto. Ora che delle armi il crepitar maligno si nasconde nei botti artificiali. Ora che nella risacca attenua, la vita, il suo fluire.

Riprendiamo, pasciuti, l’opera nostra. Cosa rimane,

Nel tempo e nello spazio? E i nostri ricordi?

Dimenticato il bimbo, Macilento e scarno, Vivo solo negli occhi Che fruga nell’immondezzaio?

Pace! Carità! Speranza! Svaniti i buoni propositi?

Nel cerchio del tempo le mani di ogni forma e colore

stringono la polvere di una nuova epifania

Tramonto

Declinar Obliquo Di cremisi

raggi Sfioranti Candide

canizie E ramate

onde Di mare Dove

sperso Oro

Adagio muore.

Page 10: Dicembre2014

ORIZZONTALI: 1 A Roma li chiamano “cravattai” – 6 Stile di jazz preceduto da “be” – 9 Nome di donna non italiano – 10 Nell’Olimpo si ac-compagnava al nettare – 13 Gruppo di collaboratori – 15 John scrittore, poeta, filosofo, saggista, statista e teologo inglese – 16 Fiume di ghiaccio infernale – 18 Amore occasionale – 19 Gustav, pittore dell’art nouveau – 21 Misure terriere – 22 Il nettunio – 24 Impegni gravosi – 26 Il bronzo dei latini – 27 Tra ven e dom – 29 Stazione balneare goriziana – 31 Lettere di pasta pari – 32Nome di donna – 34 Ricoveri per pecore – 36 Fa dolere le orec-chie – 38 Capolavoro omerico – 40 Pablo poeta cileno – 42 Capirossi, asso del motociclismo moderno – 43 Istruirsi – 45 Due in spagnolo – 46 Sui amò con Cibele – 47 Frase concentrata memorizzabile.

VERTICALI: 1 Lascia traccia sui fornelli – 2 Merendina all’inglese – 3 Si fa su gommoni lungo le rapide dei fiumi – 4 Un po’ ambiguo – 5 A-zienda informatica – 6 C’era quella papale – 7 Difficile da supe-rare – 8 Malattia gengivale – 9 Festa liturgica – 11 Regione ma-rocchina – 12 Lo è il relax – 14 Si può chiamare refe – 17 Vate greco cieco – 20 Sorreggono i tetti – 23 Animale feroce – 25 Casta relazione d’amore – 28 Capitale del Libano – 30 Condi-mento – 33 Locali per professionisti – 35 Misura lineare inglese – 37 Nome della Angelillo – 39 La cantante Celine – 41 Assem-blea Regionale Siciliana – 44 Inizia lo slogan.

Parole crociate a schema fisso (G. Pallotti)

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Dicembre 2014 10

Riccardo Collu

Notti di fuochi, i consigli dell’esperto per festeggiare in tutta sicurezza

SOLUZIONI

Orizzontali: 1 usurai – 6 bop – 9 ann – 10 ambrosia – 13 staff – 15 milton – 16 cocito – 18 flirt – 19 klimt – 21 acri – 22 np – 24 oneri – 26 aes – 27 sab – 29 grado – 31 at – 32 ines – 34 ovili –36 otite – 38 iliade – 40 neruda – 42 loris –43 erudirsi – 45 dos – 46 ati – 47 slogan.

Verticali: 1 unto – 2 snack – 3 rafting – 4 am – 5 ibm – 6 bolla – 7 ostica – 8 piorrea – 9 ascensione – 11 rif – 12 antistress – 14 filo – 17 omero – 20 travi – 23 pantera – 25 idillio – 28 beirut – 30 olio – 33 studi – 35 iarda – 37 edi – 39 dion – 41 ars – 44 sl.

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La pirotecnia o arte del fuoco, era già presente durante il 1°secolo d.C. in Cina dove venivano ese-guiti piccoli spettacoli di illumi-nazioni e giochi pirici in occasioni festive. In Europa si attribuisce l’introduzione della polvere pirica al monaco tedesco Schwartz in-torno al 1300 e da quel periodo la diffusione degli esplosivi per uso lavorativo e ludico. In Italia nella Firenze medicea del 1400 si usava sparare fuochi di artificio in piazza della Signoria per le grandi occasioni. Fra chi si interessò all’arte pirotecnica vi fu lo scienziato Leonardo da Vinci e anche l’artista Benvenuto Cellini. Di quel periodo il primo famoso trattato sulla materia: “De La Pirotecnia” di Vannoccio Birin-guccio in 9 volumi. Da allora il progresso, le cono-

mi di apertura d’emergenza per i paracadutisti e altri artifici di sicurezza. Molti artifizi sono stati ormai soppiantati da più efficaci sistemi elettronici. Ma nonostan-te il progresso e il grande impe-gno delle forze dell’ordine e di polizia nella prevenzione, ogni anno in occasione delle festività, siamo puntualmente costretti ad assistere passivamente ad una serie di incidenti causati da uso improprio di artifici pirotecnici, prevalentemente di fabbricazione illegale. Ricordare poche regole essenziali.

I fuochi de-vono essere di libera vendita e con l’etichetta di approvazione delle autori-tà. I fuochi nell’etichetta specificano il loro effetto

scenico e alcune istruzioni d’uso. Ricorda di accendere i fuochi sempre a distanza di sicurezza e uno per volta. Tienili sempre lontano da mani viso e corpo, orientali sempre verso posti sicuri e isolati. Non tenere i fuochi da accendere

vicino a voi in sacchetti di nylon carta o tela, ma in una scatola non infiammabile ben chiusa e lontana da dove li accendi. Controlla che la miccia fornita sia sufficiente: la miccia brucia 1 cm a secondo, ma quando entra nel tubetto di carta 1 metro al sec.! I fuochi più grossi hanno sempre bisogno di grandi spazi per essere sicuri. I fuochi proibiti potrebbero anche proiettare schegge per decine di m e t r i n e l l ’ e s p l o s i o n e . Se acquistate artifici proibiti siete anche voi colpevoli e punibili. Personalmente consiglio a tutti di assistere ad uno degli spettacoli di piazza organizzati da professio-nisti. A chi ha piacere di festeggiare accendendo personalmente qual-che gioco pirico, spero siano utili queste poche regole soprattutto unite a prudenza e buon senso. Naturalmente accendete solo fuochi regolari in sicurezza e fate dopo... i brindisi. Buone feste.

L’autore è pirotecnico con abilitazione all’accensione e alla fabbricazione di fuochi artificiali rilasciata dalla prefettura di Genova.

scenze della chimica e le innova-zioni hanno consentito di rag-giungere gli attuali effetti sceno-grafici con elevati standard di sicurezza. Oggi gli artifici pirotecnici sono disponibili anche per un uso ludi-co non professionale e nelle festi-vità è uno dei maggiori business commerciali. Ma bisogna sempre ricordarsi che i fuochi artificiali sono un esplosi-vo. La legge italiana divide le materie esplodenti in 5 categorie: 1 Polvere nera, da mina e da lan-cio; 2 Dina-miti; 3 Deto-nanti; 4 Fuochi arti-ficiali; 5 Micce di sicurezza a lenta com-b u s t i o n e , giochi pirici e artifizi da segnalazio-ne. Ciò che è posto in commercio come libera vendita ai maggio-renni è la 5 categoria. Questa, oltre ai classici fuochi, comprende anche le torce di segnalazione per le barche, razzi vari di segnalazio-ne ad uso terrestre, airbag, siste-

Il tempo che ha fatto

NOVEMBRE 2014

Giorni di pioggia : 22 Giorni di sereno : 6

Temperatura minima : 9,8°C Temperatura massima : 17,7°C

Arriva l'inverno? Forse sì, subito dopo Natale, com-plice un'ondulazione più marcata della corrente a getto e il supporto di un anticiclone in pieno Atlanti-co. L'inverno potrebbe colpire con una serie rapida di impulsi freddi o

di piccoli vortici inseriti in una corrente settentrionale, in grado di

portare la neve anche sulle zone pianeggianti, specie al Nord, ma senza disdegnare anche le basse

quote delle restanti zone del Paese.

Al momento tre possibili opzioni:

1 che l'Atlantico faccia naufragare con la sua spinta il disegno inver-

nale di quella saccatura artica (al momento la meno probabile)

2 che l'aria fredda ci raggiunga solo con gradualità ma che finisca per

innescare altre configurazioni bariche (ponti di Wejkoff con rien-tri freddi da Nord-est o addirittura un anticiclone in sede scandinava

come si paventava ad inizio dicem-bre): ipotesi che non è da scartare. 3 che ci arrivi direttamente entro

domenica 28 e duri almeno sino ai primi giorni del nuovo anno, prima che l'Atlantico torni a comandare la scena: ipotesi che ha quasi le

stesse probabilità di realizzarsi che quella appena sopra.

A cura di Nicolò Scibetta www.meteoligure.it

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Dati rilevati a Cornigliano dal 1/11 al 30/11

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I nostri auguri ai corniglianesi

ilCorniglianese

Farmacia Massena - Jose Cuffaro: “Pulizia ordine e riattivazione delle teleca-

mere per la sorveglianza”

Carrozzeria Stigliano - Pino e Toni: “Lavoro e tranquillità economica”

Drogheria Cesare e Andreina Paola e Roberto: “Pulizia e lavoro”

Gioielleria Castello - Antonella, Andrea e Bruno: “Una slitta trainata da 800 renne per

contenere tutti i diritti dei corniglianesi”

Inserto al numero di dicembre 2014

I

Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon

Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014

Ringraziamo i sostenitori de ilCorniglianese ASD Dojo Samurai - ASD Ginnastica Calasanzio - ASD Il Circolo della Salsa - fu padre Giacomo Pala

Mirna Felici, Adriano Scatena, Angelo Bisio - Liana Ottonelli - Maria Rosa Pareto - Enrico Benvenuto - Leda Buti

Club Uguaglianza 1903 - Manzi Langella - Giovanna Marchese - Polisportiva Cornigliano Futura

Pro Loco Cornigliano

Lavanderia del borgo - Alessandra: “Pulizia e legalità”

M’ama non m’ama - Monica: “La ripresa economica e commerciale del quartiere”

Il tuo serramento - Maurizio e Franca: “Serenità e lavoro per tutti”

L’angolo della carne - Mario: “Più pulizia meno degrado”

Ottica Corsello - Rosaria e Salvatore: “Una classe politica moralmente integra”

Page 12: Dicembre2014

Accessori per serramenti

Mingucci: “Lavoro, meno degrado”

ilCorniglianeseII Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Nat

Auguriamo a tutti i corniglianesi buon Natale e felice 2015 con il desiderio di poter scrivere qualche buona notizia sulla nostra amata Cornigliano La realizzazione di questo inserto è stata curata da tutti i collaboratori della redazione, in particolare: Rita Moccia, Enrico Cirone, Salvatore Pilotta, Adriano Sanna, Romano Oltracqua, Carlo Guerra, Riccardo Ottonelli, Alfonso Palo

Natale 2014Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale

ALAC - Paolo Pisana: “Un parco nell’ex area gasometri”

Punto Rosa - Laura e Paola: “Ottimizzare la raccolta dei rifiuti e

la differenziata”

Albergo Massena - Elena e Salva-tore: “Lavoro e tranquillità”

Macelleria Torre - Agnese e Ales-sandro: “Più ordine e pulizia”

Liberia di Cornigliano - Ferdinando e Lucia: “Posti di lavoro e giochi elettronici didattici per bambini”

Bar trattoria La fermata - Cinzia e Ivano: “Ordine, pulizia e serenità”

2B Elettrodomestici Angela, Virginia e Pino:

“La Cornigliano di 70 anni fa”

Mobili Primo - Miro e Kirka: “Tranquillità per persone che han-

no problemi di lavoro”

Tabaccheria Ferrando - Silvia e

Simona: “Pulizia, lavoro e meno

degrado”

Canneva marmi - Alex e Luciana:

“Una migliore illuminazione”

Ginnastica Calasanzio - Greta, Ila-

ria, Micol, Emilia: “Pulizia e ordine”

“Buon Natale”

Lavanderia self service - Ilona:

“Evitare gli effetti delle alluvioni”

Asd Il circolo della salsa - Liliana:

“Solidarietà e collaborazione” “Tanti auguri”

A u g ur i

Page 13: Dicembre2014

CORNIGLIANO. LE 10.30 DI UN GIOR-

NO qualunque prenatalizio. Insieme a Carlo, il nostro fotoreporter, ci presentia-mo nel negozio di Mario (nome di fantasi-a). Mentre il titolare sta servendo alcuni avventori, la di lui moglie sta svolgendo alcune attività nel retro. Mario ci ricono-sce per cui, al momento di riferire il moti-vo della nostra visita, non vi è diffidenza nella sua risposta, anzi, abbiamo quasi la sensazione che ci attendesse quasi come se surrogassimo la presenza di altri che avrebbero dovuto essere lì al nostro po-sto. La domanda che poniamo a Mario e signora, che nel frattempo si è avvicinata al banco, è la stessa rivolta a tutti gli eser-centi da noi visitati: "Se tu fossi Babbo Natale che cosa regaleresti a Corni-gliano?" La risposta che segue, quasi uno sfogo tra un cliente e l'altro, riassume tutte le altre risposte alla stessa domanda fatta a circa cinquanta esercenti. "Cornigliano ha dato molto alla città, all'Italia intera e ad una piccola parte del mondo. Ha dato ricevendo in cambio ancora nulla, a parte promesse ed una estenuante e disarmante lentezza nell'ese-cuzione delle opere in corso. Molti di noi non ce la fanno più ad aspettare e, se le cose non cambiano, nel giro di un anno o due saremo costretti a chiudere lasciando il nostro posto chissà a chi”. I cornigliane-si meriterebbero più rispetto avendo paga-to cifre altissime in termini di sopportazio-ne e costante degrado. La proposta oggi di installare sul territorio di Cornigliano nuove impegnative servitù prima ancora del completamento della riqualificazione appare come un’ulteriore minaccia per i corniglianesi che giustamente non si fida-no della politica specie alla luce degli ulti-mi eventi. Non siamo per il ‘no’ a tutto ma ci piacerebbe capire prima cosa esatta-mente si intende fare e barattare eventual-mente ogni cosa con servizi di qualità

all'interno delle aree dismesse dalla side-rurgia. Il lavoro è oggi la cosa più impor-tante perché non vi può essere serenità e voglia di vivere se questo manca. L'ordine, nel senso più generale della parola, e la pulizia son altre cose che mancano nel nostro quartiere. Nonostante gli sforzi di Amiu spesso non si riesce a stare dietro a tanti segnali di inciviltà di alcuni che trat-tano le nostre strade come se fossero discariche a cielo aperto. La differenziata viene fatta ma spesso quei servizi di ritiro delegati a privati vengono disattesi per cui è facile trovare cumuli di carta e vetro non ritirati. Riteniamo ci voglia più sorveglian-za, anche attraverso l'installazione di tele-camere, e una vera e propria repressione nei confronti delle persone che contribui-scano al degrado. Gli stessi cittadini do-vrebbero denunciare irregolarità. I noma-di, ma preferiamo chiamarli ‘zingari’, sono comunque un problema. Se non verranno assegnati loro spazi igienicamente attrez-zati è normale che facciano i loro bisogni per la strada, nei sottopassi o, nella miglio-re delle ipotesi, nei cespugli dei giardini pubblici. Nessuno di noi è razzista ma le parole: ordine, rispetto delle regole e civil-tà non sono diverse tra i popoli e valgono per tutti per cui gli zingari non possono pensare che per motivazioni ‘culturali’ esista per loro una sorta di deroga. Questo è quanto è venuto fuori dalle interviste raccolte da Alfonso e Riccardo con la preziosa opera fotografica di Carlo. La cosa che di più ci ha colpito di questi incontri è la dignità delle persone intervi-state, il loro costante riferimento al quar-tiere nell'impotente rassegnazione che si potrebbe fare molto rivalorizzando quan-to abbiamo ma che nulla, invece, si fa. Nessuno si è pianto addosso. E' proprio vero: non sono più i commercianti di una volta e noi li stiamo perdendo. Auguri.

oerre

ilCorniglianese III Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Nat

I nostri auguri ai corniglianesi

Auguriamo a tutti i corniglianesi buon Natale e felice 2015 con il desiderio di poter scrivere qualche buona notizia sulla nostra amata Cornigliano La realizzazione di questo inserto è stata curata da tutti i collaboratori della redazione, in particolare: Rita Moccia, Enrico Cirone, Salvatore Pilotta, Adriano Sanna, Romano Oltracqua, Carlo Guerra, Riccardo Ottonelli, Alfonso Palo

Natale 2014Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale

Chicchi d’autore - Denise e Mar-cello: “Un quartiere pulito e ordi-

nato e più lavoro per i giovani”

Pescheria Siri - Carla e Gerardo: “Ordine, pulizia e rispetto

per i cittadini di Cornigliano”

I fiori di Orry - Orietta: “Serenità finanziaria”

Farmacia S. Giacomo Monica, Olimpia, Valentina, Carola:

“Sistemazione delle strade dal flusso delle acque dopo

l’alluvione”

Macelleria Gigi: “Riscoprire la bellezza

di Cornigliano”

Parrucchiera Anna Anna e Sabrina:

“Tranquillità a 360° e spazi per bambini”

Trattoria Castello Raggio Maurizio, Giancarlo ed Enzo:

“Restituire le aree della siderurgia ai corniglianesi”

Pescheria Ezio Alessandra e Mauro:

“Nuovi spazi per i ragazzi”

ASD Polisportiva Cornigliano Futura

Affiliata UISP- CONI Per una buona forma psicofisica a tutte l’età

“Tanti auguri”

“Buon Natale”

“Tantissimi auguri”

Dojo Samurai - Luca:

“Più spazi per i giochi dei bambini”

“Auguri e buon anno”

Lele motors - Raffaele:

“Più pulizia intorno alla chiesa di

Nostra Signora di Lourdes”

Page 14: Dicembre2014

Manzi - Carlo:

“Strada nuova e messa in sicurezza

dei piccoli fiumi”

Celano boxe - Paolo e Giusy:

“Lavoro. Accelerare la riqualifica-

zione del territorio, ridurre il peso

fiscale ai commercianti”

Hobby Gym - Luciano e Luana:

“Regalare una settimana gratuita

presso la nostra struttura”

Dolce e Salato Pintori - Luigi,

Lucia, Cristina, Efisio e Simona:

“Lavoro e tranquillità”

DIBI Center - Liliana: “Meno de-

grado, non è il Bronks. Auspico la

Cornigliano di quando eravamo

bambine”

Il gioiello - Rosanna:

“Benessere per tutti”

La bottega di Bacco - Tony e

Stefano: “Un anno di felicità”

ilCorniglianeseBuon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon

Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014 Buon Natale 2014

I nostri auguri ai corniglianesi

IV

Trattoria Ai tre scalini:

“Lavoro e meno degrado”

“Buone Feste”

RSA Villa Duchessa di Galliera

Mauro Pruzzo: “L’apertura della

strada a mare e via Cornigliano

finalmente vivibile”

Il Mercatino di via Degola

Alice, Roberto, Luca, Mara: “Le

strade sistemate dopo l’alluvione”

Impresa edile Vittorio Pistocchi :

“Migliore manutenzione

del territorio”

“Auguri e buone feste”

Tanti

auguri di

buone

feste

Auguri ai primi inserzionisti

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Page 15: Dicembre2014

Villa Duchessa di Galliera Residenza Sanitaria Assistenziale e Centro Diurno

la ASL 3 partecipa alle spese della famiglia

Via Nino Cervetto 38 B 16152 Genova Cornigliano – Parco del Calasanzio

Tel. 010 6041550 - 010/6040149 – Fax 010/6012188

[email protected] - www.villaduchessa.it

ilCorniglianese/personaggi, curiosità, giochi Dicembre 2014 11

“Caro Babbo, cosa puoi fare per Cornigliano?” Letterina di Natale, la lista dei desideri

“CARISSIMO, so che in questi giorni hai molto da fare per onorare tutte le consegne, oltre a dover dirimere le vertenze sindacali del tuo laboratorio: le tue renne, senza tre-dicesima, hanno fatto sciopero e hai dovuto procurar loro un buon quantita-tivo di muschio e licheni per farle ripar-tire (con i tempi che corrono, visto il riscaldamento globale, si trova poco anche di tale foraggio), gli gnomi e i folletti poi si sono messi a braccia conser-te, perché sono stufi di sentirsi chiamare picco-letti e che tu ti prenda tutto il merito dei loro creativi manu-fatti, per non dire poi che si è anche messo in mutua l'angio-letto che smista la corrispondenza e scrive il taccuino delle consegne secondo la località, i meriti e i demeriti dei mittenti. Da tem-po hai bisogno di un paio di occhiali multifocali e tu continui a ripetere che non hai i soldi: alias hai fatto tutto un gran pasticcio e la segreteria è allo sfa-scio. Ti consiglio di sederti comodo e berti una buona tazza di vin bru-lé. Io non ti scrivo mai, perché da un pezzo non credo più né a te né alla Befana e a tante altre cose belle, però sono stata pressata da un buon numero di corniglianesi dei quali ho ascoltato i desiderata, che ho unito ai miei, così facciamo un plico unico e risparmiamo sulla carta e sulla spedizione. Spero tanto che tu possa trovare il tem-po di leggermi e soprattutto di darti da fare per procurare ciò che desideriamo. Noi siamo stati molto buoni e anche fin troppo pazienti. Per prima cosa vorremmo un po' di se-renità per noi e le nostre famiglie, ma perché ciò avvenga bisogna che anche tutto quello che ci circonda a livello

sociale e ambientale ci aiuti, perché, come ho appreso in vari corsi di aggior-namento, l'habitat non è altro che un'e-spansione del nostro esistere, non pos-siamo essere continuamente deprivati, alienandoci, per sopravvivere a ciò che ci circonda, in una realtà virtuale. E per dire pane al pane e vino al vino:

1. CI FAREBBE TANTO piacere che il no-stro quartiere fosse più pulito (e non

date sempre la colpa ai soliti s p o r c a c c i o n i , perché ci sono sempre stati e vi assicuro che cinquant'anni fa era meglio), l'odore della rumenta che, tra l'altro, va a inta-sare i tombini quando piove, non è gradevole, abbiamo già,

come dice la mia nipotina, all'inizio di Cornigliano venendo da San Pier d'Are-na, "la palla che puzza". Di …, aggiungo io. Se vuoi puoi convogliare qui anche la cacca delle tue renne, tanto già che ci siamo.

2. CI PIACEREB-

BERO I MARCIA-

PIEDI in ordine, non un buco e una fossa, per-ché non aspiria-mo ad inciam-pare e a fracas-sarci il naso o peggio, e non dite: "Guardate dove mettete i piedi", alla fac-cia dell'abolizio-

ne delle barriere architettoniche: biso-gna considerare che molta gente è an-ziana con difficoltà a deambulare.

3. VORREMMO CHE, DOPO tante promessedi riqualificazione, progetti ecc., qualco-sa andasse finalmente a buon fine in tempi brevi, per offrire, al di là di specu-lazioni esterne, una migliore qualità di vita ai corniglianesi, compresi spazi verdi facilmente agibili e sicuri, dove far giocare i bambini, senza continuamente dire che mancano i soldi, perché questo bisognava saperlo fin dall'inizio e non

dare illusioni: è come se in una famiglia si programmasse un cambio di casa o una spesa importante e poi in corso d'opera venis-se detto: "Non ci sono più i soldi, arrangiate-vi" e si dovesse andare a dormire in cantina.

4. NON GRADIAMO IN-

TORNO sale da gioco, perché c'è gente che dilapida anche gli ulti-mi quattrini e suona quasi una presa in giro avvertire: "Giocate con moderazione", è come offrire una damigiana di barbera ad un ubriacone.

5. CHIEDIAMO CHE RIO RONCALLO VENGA MESSO in sicurezza (riunione del 2/12/2014 alla Bocciofila), per evitare allagamenti e disastri supplementari, come quelli recenti in via Agosti e via Cervetto: e va beh che piove tanto, ma la prevenzione è un dovere imprescindibi-le.

6. VISTO CHE ASPETTIAMO TUTTI con tre-pidazione un bel pacco: l'arrivo del bio-digestore, vorremmo che ci aiutasse almeno a digerire tutti i bei regali che la politica riserva ai corniglianesi, bistrat-tati da decenni passati nel fumo e nell'inquinamento, che ha portato que-sto quartiere martire tra i primi in clas-sifica per il numero dei malati cancro.

7. IL MIO AMICO ANZALONE SUGGERISCE

che venga allestito un museo permanen-te in una delle sale pubbliche di Corni-gliano, per mostrare il territorio della delega-zione dai secoli passati ad ora e le sue varie trasformazioni, invi-tando la cittadinanza e i bambini delle scuole.

8. VORREI TANTO CHE

CI FOSSE in giro un maggiore senso mora-le e di responsabilità, senza sprechi e fate morgane: pane e fumo non è il massimo, dov'è andata a finire la trasparenza? "Beati

quelli che hanno fame e sete della giu-stizia, perché saranno saziati", ma ma-gari vorremmo giustizia (non solo come dice ironicamente Manzoni. "C'è sempre giustizia per i poveri.") e un pochino di Paradiso anche in terra, perché: "Pace in Terra agli uomini di buona volontà".

9. E PER TORNARE A CITAZIONI RELIGIOSE

LA REGOLA "Ora et labora" dei Benedet-tini è sintetica ed ottima, ma che ne diresti di incentivare sul territorio un po' più di lavoro per i giovani, senza che debbano attraversare mari ed oceani? Io posso dal canto mio pregare, perché ho già lavorato, qualcuno dice bene, per quarantatré anni.

Scusami se ho fatto troppe richieste, ma so che hai agganci nelle alte sfere, metti-ci tu una buona parola: senza racco-mandazioni non si ottiene nulla. Ciao, un bacio affettuoso tra le corna delle renne

tua Astri” I disegni sono dell’autrice

Lidia Frascio

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12 ilCorniglianese/rubriche Dicembre 2014

Caro Avvocato, Sono divorziato e da anni gestisco una impresa di pulizie alla quale collabora la mia convivente ed an-che mio figlio, nato dal matrimonio con la mia ex moglie. Il commercia-

lista mi ha parlato dell’istituto dell’impresa familiare che, a suo dire, sarebbe conveniente per me sotto il profilo fiscale e non solo. Posso costituire una impresa familiare con la mia convi-vente ed il mio figlio di primo letto?

M.G.

Caro Signore, L’impresa familiare è disciplinata dall’art. 230 bis del c. c. Trattasi di istituto volto ad assicurare una tutela minima a quei rapporti di lavoro comune, che si svolgono negli aggregati fa-miliari e che non sono riconducibili a rapporti di lavoro subor-dinato. Il Legislatore, sulla base dello scopo testé enunciato, non ha voluto incidere sulla titolarità dell’impresa, che resta individua-le dell’imprenditore che si avvale della ‘collaborazione’ dei con-giunti. A favore dei familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado ed affini entro il secondo) che prestano in modo continuativo la propria attività di lavoro nella famiglia o nell’azienda dell’imprenditore individuale, spetta tutta una serie di diritti, tra cui il diritto di prelazione nel caso di divisione ereditaria e di trasferimento dell’azienda. Il suo quesito, ovvero se il convivente more uxorio possa oppu-re no collaborare ex art. 230 bis c. c. a un’impresa familiare e quindi se sia oppure no legittimato ad esercitare i diritti conse-

guenti alla sua qualifica di parte-cipante, non tro-va in dottrina e giurisprudenza una risposta uni-voca. La dottrina tradi-zionale e la giuri-sprudenza mag-gioritaria negano che possa far parte di una im-

presa familiare il convivente more uxorio dell’imprenditore, ritenendosi tassativa l’elencazione dei collaboratori ammessi dalla norma in esame. Un più recente orientamento (Cass. Civ. Sez. Lav. Sentenza n. 5362 del 15 maggio 2006) avvallato anche da autorevole dottri-na, ritiene al contrario che essendo l’art. 230 bis c. c. norma speciale e non eccezionale, ben possa essere suscettibile di in-terpretazione analogica, con ciò potendosi far rientrare tra i collaboratori anche il convivente more uxorio, come è nel suo caso. In conclusione: sulla base di detto più recente orienta-mento, ritengo che Lei possa dichiarare tra i partecipanti alla sua impresa di pulizie anche la sua convivente.

Matteo Savio, avvocato

Nel nome della legge La cucina di “Nonna Papera” (Leda Buti) Cinque idee in tavola per Natale ed Epifania

Pancake o frittelle dell’Epifania

Amici animali

Curiosità sul duprasi

Via L. Vetrano, 51 r Ge - Cornigliano Tel. 010.6507128

SPESA A DOMICILIO

Questo simpatico roditore dagli occhi vispi è originario dell'A-frica settentrionale, dall'Algeria all'Egitto, dove occupa aree sabbiose di scarsa vegetazione. Pesa circa 60 grammi, ricoper-to da una folta e morbida pel-liccia di colore grigio-giallastro. E' un roditore tranquillo e dal temperamento molto docile che si lascia maneggiare senza pro-blemi e quando viene afferrato di solito non cerca di fuggire. Per sollevarlo basta circondarlo con una mano e poggiarlo sul palmo dell'altra mano, facendo attenzione a non farlo cade-re. Ha gli occhi grandi e roton-di, il muso appuntito e le zam-pe corte, tuttavia deve essere allevato da solo, oppure in pic-coli gruppi dello stesso sesso, mai comunque mettere insieme più maschi in presenza delle femmine, perché risultano es-sere molto aggressivi tra di loro. Adora rotolarsi nella sab-bia, facendo dei veri e propri bagni, quindi questa deve esse-re costantemente messa a di-sposizione in una vaschetta e tenuta sempre pulita. Nella gabbia va posta una ruota per criceti con il fondo pieno, per permettergli di fare attività, arricchendo il suo ambiente con dei tubi di cartone e delle piccole tane. Possono essere tenuti singolarmente perché non soffrono la solitudine. La sua alimentazione comprende una dieta in pellet per roditori insettivori, con piccole quantità di vegetali, grilli e farfalle not-turne.

(nel prossimo mese “Scopriamo gli inseparabili”)

Curiosità raccolte da Rita Moccia

Antipasti: stuzzichini di polenta con salsa di bo-sco Fare un sugo con funghi, castagne, salsiccia. Cuocere una polenta da poter tagliare a losanghe, metterle in una padella antiaderente, rigirarle con poco olio da tutt’e due le parti, dorarle. Foderate un tegame con carta da forno, adagiate le losanghe sopra la vostra salsa, aggiungete un pezzetto di gruviera e mettetelo in forno, poco prima di

servire, 180° x 10 minuti.

Tortine alle pere con noci e gorgonzola Ing.: 150 g gorgonzola dolce, 100 g panna da cucina, 50 g latte, 35 g gherigli di noci, 2uova, ¼ di cipolla, sale-pepe. Fate appassire in poco burro la cipolla finemente tritata. Fare una pasta brisé (200 g farina, 80 g burro, acqua ghiacciata), foderate gli stampini, distribuire il gorgonzo-la negli stampini, aggiungere la cipolla e le noci, coprite con le uova sbattute con la panna, il latte, sale e pepe. Infornate x 20-25 minuti a 180°, completate con la pera tagliata a dadini e rosolata nel burro

e servite.Primo: linguine nelle ostriche Per 2 persone. 120 g linguine, 100 g di zucchina, 60 g polpa zucca, 60 g porro mondato, 6 ostriche, maggiora-na, zafferano, scalogno, burro, vino bianco, olio extra, sale, pepe. Lessate le linguine in acqua salata e aromatiz-zata, con una bustina di zafferano. Aprite le ostriche a

crudo recuperando tutta la loro acqua e conservare i gusci. Sciogliere una noce di burro con un rametto di maggiorana e un dito di vino, lasciando ridurre il liquido a metà, tuffatevi le ostriche e spegnete. Dopo aver ridotto a filetti le verdure soffriggete in un filo d’olio lo scalogno e il porro con un rametto di maggiorana, unite il resto delle verdure, salate e pepate, saltate-le per due minuti, quindi aggiungete l’acqua delle ostriche e le linguine cotte al dente, fatele insaporire, servitele a matassina nei gusci con i relativi molluschi e il loro sughetto.

Secondo: scaloppe di salmone con salsa d’arancia Per 6 persone. Sei scaloppe di salmone con la pelle 750 g, 6 patate medie bollite, 2 arance, burro, brodo granulare di pesce, olio extra, sale. Scaldate un cucchiaio d’olio e una noce di burro in una padella antiaderente, appoggia-tevi le scaloppe di salmone sul lato della pelle e salatele. Cuocetele senza girarle finché la polpa sarà ben cotta e rosata. Fate intanto fondere in una casseruola un cucchiaio di burro e me-scolatevi altrettanta farina, diluite il tutto con il succo filtrato di un’arancia e con tre mestolini di brodo di pesce caldo. Lasciate addensare su fuoco mediobasso e cuocete per circa 8 minuti, completate con striscioline di scorzetta d’arancia. Servite le scaloppe accompagnate dalle patate e da questa salsa, guarnendo a piacere con altre fettine d’arancia seccate nel forno a bassa temperatura.

Ingredienti: 100 g farina 00, un uovo, 150 g latte, 5 g lievito, un cucchiaino zucchero, un cucchiaino sale, una noce di burro. Procedimento. In una ciotola sistemare la farina, al centro mettere l’uovo, versare il sale, lievito, zucchero, versare il latte a temperatura ambiente,

mescolare bene, il composto deve risultare fluido ma non liquido, fate riposare qualche minuto. Quando la pastella farà delle bollicine è pronta, se ne fa troppe aggiungete farina, se ne fa poche versate altro latte; sciogliete il burro in una padella antiaderente, quando è calda, versate un mestolino di pastella: dopo un minuto la frittella si gonfierà allora giratela e finite la cottura. Devono essere dorate, non si dovrà ungere la padellina, si prosegue finendo tutta la pastella poi le impilerete una sull’altra. Con questo impasto si dovrebbe ottenere circa una dozzina di pancake. Si possono servire a colazione con il miele o con un contorno salato (e con formaggi cremosi).

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13 Dicembre 2014 ilCorniglianese/rubriche

Osteoporosi

Circa il 42% delle donne sopra i 40 anni soffre di osteopenìa

(riduzione della massa ossea), il 23% di osteoporosi vera e

propria. Tra gli uomini l'incidenza è del 34%, osteopenìa, e il

14% di osteoporosi. Sono numeri molto importanti considera-

to che vi è una scarsa coscienza della malattia da parte delle

persone che ne sono affette e che non ne sono consapevoli. Si prevede

che ci sarà un aumento esponenziale del numero di fratture al femore.

L'osteoporosi è una malattia dello scheletro in cui la riduzione della for-

za delle ossa predispone ad un aumento del rischio di fratture. Deriva da

una combinazione di bassa massa ossea, autoriduzione e compromessa

formazione ossea. Le fratture possono avvenire anche per minimi trau-

mi, spesso non sono avvertite dal paziente e sono principalmente a cari-

co delle vertebre toraciche e lombari, del

polso e dell'anca. L'osteoporosi viene defi-

nita ‘killer silenzioso’ perché riduce le a-

spettative di vita del soggetto. La diagnosi

viene eseguita sulla base della misura del-

la densità ossea (moc). Viene usato

l’indice t-score che quantifica le deviazioni

standard del picco di massa ossea. La dia-

gnosi viene effettuata per valori di t-score

inferiore o uguale a -2,5. I sintomi più

rilevanti sono: dolore osseo acuto che può

essere la spia di una frattura; dolore croni-

co che tende a peggiorare col passare delle

ore; riduzione dell'altezza e altri ancora.

Molte prove dimostrano che l'uso del calcio e della vitamina D sono effi-

caci nella prevenzione nei soggetti dai 50 anni in su. I livelli di calcio

raccomandati sono 1.200 mg al giorno, per ottimizzarne l'efficacia si

raccomanda anche l'assunzione di 800 unità di vitamina D3 al dì. Esiste

una vasta categoria di farmaci da assumere periodicamente (rivolgersi al

medico di famiglia). E’ consigliabile per le donne con l'approssimarsi

della menopausa effettuare una moc per avere un riferimento da cui

partire per ulteriori controlli. L'esame può essere prenotato alla Asl ma

ci sono anche farmacie dotate degli strumenti adeguati a svolgerlo.

Josè Cuffaro, farmacista

La salute

Come usare il pompelmo per la bellezza Se il problema sono i capelli grassi, preparare questa maschera, utilizzan-

do il pompelmo giallo. In questo caso, bastano 50 g di farina di frumento, 50 g di succo di pompelmo e 10 g di yogurt naturale. Dopo aver preparato il composto, applicarlo omogeneamente sui capelli bagnati, lasciando agire per 5 minuti, poi sciacquare abbondantemente con acqua tiepida e aceto di mele. Per nutrire e idratare la pelle miscelare olio essenziale di pompelmo, che ha delle proprietà rinfrescanti, e olio essenziale di lavanda, che ha delle proprie-tà lenitive. Dopo aver ottenuto un composto, applicare sul viso dopo la rego-lare pulizia. Da sapere che i suoi principi attivi lo rendono un alleato prezioso per combattere la cellulite, vale a dire un disturbo dovuto all'accumulo di grasso negli strati sottocutanei, accompagnato da ritenzione idrica e cattiva circolazione del sangue. In questo caso si consiglia di consumarlo come frutto dopo pranzo e cena. Assaggiare per credere. R. M.

Mercato immobiliare Scendono i prezzi, in ripresa i mutui

La situazione di crisi che perdura da anni non si è ancora stabilizzata, nonostante molti operatori immobiliare dicano il contrario. Gli immobili hanno subito un forte decremento dei prezzi in questi ultimi anni e pian

piano anche il proprietario venditore si sta abituando a non avere una prospettiva di gua-dagno come un tempo, visto che mediamente su tutto il territorio nazionale registriamo un abbassamento dei prezzi rispetto al 2008 che sfiora il 30%: ciò che un tempo si ven-deva a 100 mila euro oggi lo si vende a 70/75mila euro. Nonostante tutto bisogna notare un interessante segnale ovvero la ripresa dei mutui, anche se tutt’ora flebile. Non ci sono soldi e il fatto che le famiglie italiane ricorrano al mutuo, di media si dà un +11% di ero-gato, vuol dire che le banche danno finanziamenti ma molti cittadini ancora non lo ri-chiedono perché danno per scontato che non gli verrà concesso, nonostante in molti casi questo mutuo può esserci. Ovviamente non si parlerà più di un 100% vero e proprio, piuttosto di un 30% di anticipazione e di un 70% in mutuo, ma bisogna cominciare a

credere che il mutuo in Italia è ancora possibile. Non si ritornerà ai tempi del passato ma con un progressivo cambio, prima di tutto, di mentalità, riusciremo a sconfiggere questa crisi, prendendo esempio dagli Stati Uniti. Gli americani hanno quindi totalmente cam-biato il loro atteggiamento verso ciò che avevano di costruito e in corso di costruzione, riducendo i prezzi, cambiando le modalità di pagamento, introducendo contratti come il "rent to buy" per rendere facile l'accesso, ed anche qui in Italia dobbiamo capire che te-nere il prezzo fermo in attesa che venga il cliente che offra di più non è più conveniente, adesso più si tiene fermo l'immobile più scende di prezzo. Bisogna capire che i guadagni si sono ridotti, che bisogna far girare le vendite e studiare nuove forme di contratto (come il succitato rent to buy o meglio affitto con riscatto) e rivedere le posizioni degli operatori del settore, capire come immettere possibili proprietà immobiliari a favore dei meno abbienti, della borghesia e di coloro che fanno investimento.

Andrea Scibetta, agente immobiliare

Il pompelmo non è un frutto molto diffuso sulle tavole degli italiani. Ed è un vero peccato perché per le sue caratteristiche nutrizionali e per il suo gusto meriterebbe molto di più. Cerchiamo allora di sco-prire le sue qualità e di conoscerlo meglio. Questi frutti si dividono in due varietà: giallo e rosa, che contiene meno vitamina C e più fruttosio. Il pompelmo rosa è ideale al mattino, a colazione, ed è consigliato a chi fa sport o qualunque altra attività fisica. Ha proprietà diure-tiche più importanti rispetto alla qualità gialla che, invece, viene preferita nei menu ipocalo-rici perché particolarmente povera di zuccheri. Il pompelmo è ricco di fibre, vitamine (A, B, e C) e flavonoidi. Inoltre normalizza i livelli di trigliceridi e di colesterolo Ldl (quello "cattivo") nel sangue e il metabolismo del glucosio, inducendo il fegato a bruciare i grassi in eccesso. Infine, è ricco di fenilalanina, un aminoacido essenziale che induce la sensazione di sazietà. Dopo il kiwi, i limoni e l’arancia, il pompelmo è la frutta con il più alto contenuto di vitamina C (40 mg per etto). Viene sempre inserito nelle diete per un semplice motivo: ha poche calorie (35 ogni 100 g) ed è ricco di antiossidanti come i frutti rossi. Consumare mez-zo pompelmo prima di ogni pasto, per tre mesi, permetterebbe di perdere tra i 2 e i 5 chili, senza dover apportare grosse modifiche alla propria alimentazione.

Beauty. Giallo o rosa Il pompelmo è per tutte le stagioni

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Giovani, intraprendenti e con tanta voglia di fare/3 Un taglio alla El Shaarawy? Sì, se accompagnato dai genitori

NEL GIRO DI POCHI MESI si è tornati ad avere fiducia nella delegazione: ci riferiamo all’apertura di nuovi negozi e attività. E’ un buon segnale, sembra quindi ci sia la sospi-rata ripresa che tutti auspica-no. Ricapitoliamo. La “Sartoria Roberta”, poi “Telefonia Cornigliano” ed ora “Danilo coiffeur unisex”: co-nosciamolo meglio. I titolari sono Alessandra Sisia (28) e Danilo Piano (25) da cui prende il nome il negozio. Alessandra e Danilo hanno aperto l’attività di coiffeur (parrucchiere unisex), proprio di fronte alla Croce Bianca, nella centralissima via Gessi.

Qual è il motivo che vi ha spinto ad aprire un nego-zio di coiffeur in un quartiere in cui sono presenti molte altre attività come la vostra? Danilo: “Prima di tutto siamo nati e cresciuti a Cornigliano, dove abitiamo. Volevamo rimanere qui e dare il nostro contributo dove siamo nati: avremmo potuto aprire in altre parti di Genova ma qui vogliamo lavorare. Una sorta di amore per Cornigliano, poi siamo molto conosciuti anche perché facciamo volontariato presso la Croce Bianca e que-sto è stato sicuramente un vantaggio”. Negozi come o simile al vostro ve ne sono altri , voi cosa proponete di diverso o cosa fate per distin-guervi dagli altri? Alessandra: “Prima di tutto siamo molto giovani, con tutto rispetto i nostri colleghi hanno molti più anni di attività, poi puntiamo sulla qualità sia dei prodotti (usiamo prodotti Revlon), sia sulla nostra professionalità. Inoltre è Danilo che fa la differenza e non mi riferisco solo all’età ma alla capacità di proporre tagli giovani per giovani e adolescenti che sono molto attenti alle mode. Abbiamo molta clientela maschile, molti giovani che frequentano il nostro negozio ed infine Danilo è specializzato in taglio per donna, ecco che questi ingredienti possono fare sicuramente la differen-za”. La presenza di negozi cinesi aumenta la competi-zione? Danilo: “Assolutamente no, noi abbiamo clienti che hanno ammesso di aver provato proprio con parrucchieri cinesi ma poi sono ritornati da noi. Loro, come si sa, hanno orari impossibili e costi molto più bassi. Noi, invece, rispettiamo gli orari tradizionali e puntiamo sulla qualità dei prodotti professionali”.

Molti anni fa gli uomini “andavano dal barbiere”. Ho visto che avete la poltrona tipica per questo servizio, presumo che proponga il taglio della bar-ba come si faceva un tempo. Danilo: “Sì, ha visto bene. Ho deciso di riproporre quello che era il barbiere di una volta, uso la stessa metodologia che si usava un tempo come quella di ammorbidire la bar-ba con un panno caldo, unica differenza è sul taglio: prima si usa il cosiddetto rasoio a mano libera, che si affilava con pietra o coramella e devo dire che i clienti hanno gradito l’iniziativa. Oggi per una questione non solo di igiene, ma di sicurezza, usiamo sì rasoi a mano libera ma con lame usa e getta”. Riferendomi all’epoca sia dei barbieri che dei pri-mi negozi di coiffeur pour dames, si usa a Natale dare un regalino ai clienti, oggi chiamato gadget: avete per i vostri qualcosa di simile? Alessandra: “Certamente sì, pensi che cerchiamo di sonda-re tra la nostra clientela qualcosa comune a tutti, il nostro intento è di omaggiare con gadget utili, naturalmente di-versificati in funzione del sesso”. Diamo un’occhiata ai vostri prezzi. Come sono? Danilo: “Diciamo in linea con tutti gli altri, non facciamo concorrenza sleale, noi usiamo elusivamente prodotti Revlon, questa è la nostra decisione commerciale: prodotti certificati, l’azienda ci aggiorna continuamente con corsi ed incontri, ci fornisce assi-stenza anche in negozio, spesso vengono a con-trollare perso-nalmente fa-cendo prove sul capello delle nostre clienti, questo per garantire la non tossicità del prodotto e ciò ci permette di lavorare con assoluta tranquillità”. Che tipologia di clienti avete? Alessandra: “Maggiormente italiani, sudamericani, qual-che arabo, molti giovani, bambini che vogliono emulare i calciatori e chiedono i richiestissimi disegni sul cuoio ca-pelluto, naturalmente devono essere accompagnati dai genitori, come le ragazze chiedono di fare la tinta ma an-che loro, se minorenni, devono essere accompagnati e se necessario abbiamo la possibilità di fare prove di allergia sulla pelle, insomma cerchiamo di garantire un buon servi-zio”.

Fotoservizio di Carlo Guerra

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Alessandra e Danilo sulla porta del loro negozio

“Gli adolescenti sono molto attenti alle mode” dice Danilo, coiffeur unisex

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15 ilCorniglianese/eventi e tempo libero Dicembre 2014

NOTIZIE IN BREVE Cornigliano ricorda

la fucilazione dei patrioti Per non dimenticare

“Scene di vita partigiana” alla biblioteca

Si è conclusa domenica 9 novembre, a Genova, la VII edizione del Trofeo Zita Peratti Special Olympics che ha coinvolto più di 80 atleti con disabilità intellettiva provenienti da molte regioni italiane: Amico Sport, Asd Pro Chiavari, Ash Recco, Associazio-ne Sorriso, Castoro Sport, Codice Segreto, Gsd Cornigliano, Ginnastica Cogoleto, Muoversi allegramente, Passepartout, Orazi e Curiazi, Pol. Spezzina, Pol. Sole, Special team Genova, San Marino. Special Olympics è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabi-lità intellettiva. La pratica di attività sportive, insieme a chi possiede pari abilità, consente agli atleti Speciali, di migliorare la qualità della vita, mettendoli in condizioni di raggiungere il massimo dell’autonomia possibile. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un effi-cace strumento di riconoscimento sociale, di gratificazione, di integrazione e interazione. Zita è stata colei che con amore, professionalità e perseveranza ha portato avanti la ginnastica in Liguria. Le tre società organizzatrici Gsd Cornigliano (Serenella), Asd Tegliese (Rosanna) e Cffs Ginnastica Cogoleto (Amanda) hanno organizzato l’evento nei minimi particolari. Sabato pomeriggio gli atleti si sono ritrovati al Paladiamante di Bolzaneto disputando una prima parte delle gare di ginnastica artistica femminile, artistica maschile e ginnastica ritmica. La sera tutti nella splendida settecentesca Villa Bombrini, per la cerimonia di apertura e l’accensione della fiaccola scortata dalla polizia in moto, un rito toccante a cui gli atleti Special, non pos-sono più rinunciare. La domenica le gare sono proseguite nel palazzetto Paladamonte di Cogoleto, dove si sono svolte le finali agli attrezzi, ed il percorso unificato che ha coinvolto per cia-scuna combinazione un atleta Speciale e non per un totale di 185 persone. Un ringraziamento di cuore al dottor Caccianini

Special Olympics e VII trofeo Zita Peratti 2014

Via Cornigliano “accende” le luminarie natalizie

Sabato 29 novembre si è svolta la commemorazione dei pa-trioti Adriano “Sergio” Coli, Filippo “Geo” Merlino e Alfredo “Oscar” Ricciotti in occasione del 70° anniversario della loro fucilazione avvenuta in via De Cavero avvenuta per mano fascista. Il corteo dai giardini Melis di Cornigliano ha raggiu-to il luogo dell’esecuzione. Un folto gruppo di cittadini ha partecipato alla cerimonia e, con loro, i familiari (foto sotto, in primo piano, seduti) dei tre partigiani cui è stata consegna-ta una targa ricordo. Presente la Filarmonica di Cornigliano, Massimo Bisca, presidente Anpi provinciale, Ivano Bosco, segretario Camera del lavoro di Genova, Sergio Cofferati (foto sopra, al microfono), parlamentare europeo, don Andrea Ro-botti e Giuseppe Spatola, presidente VI municipio. R. C.

L’inaugurazione del nuovo Centro prelievi (nella foto) presso la sede della Croce Bianca di Cornigliano è stata fissata per il 18 gennaio 2015, alle ore 10. Una volta inaugurato il

centro, i pazienti vi si potranno recare dal lunedì al sabato dalle 7,30 alle 12: i cittadini potranno prenotare gli esa-mi direttamente al centro, con ingres-so unico a fianco alle Poste, pagando se non esenti dal ticket o nulla (per chi è esente). Si potranno ritirare gli esa-mi, quando pronti, nello stesso posto dove sono stati prenotati. Il Centro prelievi è gestito dalla Croce Bianca in collaborazione con Alliance Medical Diagnostic srl/Istituto Salus.

F. C.

Inaugura il Centro prelievi

Inaugurata la mostra “Scene di vita partigiana”, presso la biblioteca civica di Cornigliano. La mostra durerà fino al 16 gennaio ed è visitabile negli orari di apertura della biblioteca: lunedì e venerdì 14/19, martedì mercoledì e giovedì 9/19 con orario continuato.

Laura Lena

del VI reparto mobile di Genova Bolzaneto per la disponibilità dei mezzi per i trasferimenti, all’Urp per la concessione degli agenti per la scorta alla fiaccola. Erano presenti le massime figure tecniche internazionali del settore: Patrizia Bottaro co-ord. tecnico nazionale ginnastica e sport advisor Europa-Eurasia Gaf, Dave Balmer, giudice internazionale e Sport advi-sor Europa Eurasia Gam (dall’Inghilterra), Amanda Cavestro, Serenella Luigini, Rosanna Remaggi giudici internazionali e Claudia Patri giudice nazionale. Le autorità: Ferruccio Bomma-ra, assessore del VI Medio Ponente, Alessia Bonati, coordinato-re regionale Special Olympics, l’assessore allo Sport della regio-ne Matteo Rossi, l’assessore alla Sport del comune di Cogoleto Giorgio Bisio, il presidente del Comitato regionale Liguria gin-nastica Giuseppe Raiola, hanno consegnato il Trofeo Zita Perat-ti 2014 all’atleta Elisa Pannocchia dell’Ash Recco che, raggiante di felicità e con le lacrime agli occhi, ha abbracciato il trofeo facendoci commuovere tutti quanti. Un ringraziamento anche a tutti coloro che ci hanno aiutato economicamente (VI Medio ponente, Società per Cornigliano, Teatro il Loggione, Serteco Volley School) e a tutti coloro che hanno donato: le targhe (gioielleria oreficeria Bavuso), alimenti e altro (tabaccheria Silvia e Simona Ferrando, Novi cioccolato, Ipercoop l’Aquilone Genova Bolzaneto, Olio Carli Imperia, panificio Zorzi Belluno, tipografia Gazzo Genova Sampierdarena). Un grazie a tutti i volontari (genitori, atlete delle tre società sportive), ai ristoranti del Paladamonte e del Gsd Cornigliano per la disponibilità dei locali per i pranzi e le cene, al comune di Cogoleto per il Pala-damonte e il link per il Paladiamante e, non ultimo, alla Pro Loco di Cornigliano sempre presente nell’organizzazione.

Lo staff organizzatore: Serenella, Amanda, Rosanna

Si sono riaccese le luminarie lungo via Cornigliano grazie ad uno sforzo co-mune di diversi commercianti che si sono uniti per realizzare questa nuova atmosfera magica lungo la via princi-pale della delegazione. Sulle vetrine degli operatori economici che hanno dato vita all’iniziativa troverete una vetrofania che li indica come artefici dell’addobbo. R. M.

Ginnastica Calasanzio

La mostra è in allestimento presso la biblioteca civica

Sabato 20 presso la palestra Calasan-zio si è svolta la gara sociale di Natale con tutti gli atleti e con l'esibizione finale di alcuni gruppi. Alla fine tutti premiati per la partecipazione con gli auguri da parte di istruttori e dirigen-ti. C. G.

Tutti i lunedì alle 15 presso l’Auser di viale Narisano, il “nostro” Guido Pal-lotti tiene il corso di genovese, gratui-to. Per informazioni: Telefono 0106048228.

Corso di genovese

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Via N. Cervetto, 40 [email protected]

16 ilCorniglianese/sport Dicembre 2014

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COME CONSUETUDINE DI TUTTE LE SOCIETÀ SPORTIVE, anche il Gso Corniglianese ha voluto organizzare la festa di Natale, la prima, riunen-do tutti i suoi tesserati, familiari, parenti e amici sabato 13 dicembre. Nel salone dell'oratorio parrocchiale erano presenti più di 170 persone per una serata organizzata in ogni piccolo particolare dalla società dove non è mancato proprio nulla: cena conviviale, spettacolo teatrale, lotteria e al termine regali per tutti, ragazzi e allenatori. Ottima la cena preparata a meraviglia da Carlo Colantoni nelle insolite vesti di chef,

coadiuvato da uno staff di tutto riguardo. La compagnia musical show “Le Cigal” con la parodia di Pinocchio prima, e con i Promessi sposi dopo, ha contribuito ad allietare la serata divertendo tutti, grandi e piccoli, ricevendo applausi a scena aperta. Al termine della lunga serata non potevano mancare gli auguri di don An-drea Robotti, padre spirituale della società, il quale ha voluto ringraziare tutti per aver contribuito alla buona riuscita di questa magnifica festa, per lo scambio degli auguri natalizi, citando una per una tutte le persone che si sono adoperate con il loro prezioso volontariato. Agli auguri si è unito anche il presidente Ser-gio Daga che ha voluto ribadire come i problemi affrontati in questi primi quat-tro mesi di lavoro, l'alluvione che per ben tre volte ha creato dei seri problemi alla struttura, ma senza mettere nessuno in ginocchio perché la volontà delle persone che collaborano all'interno della società non conosce ostacoli, ci si è prontamente rimboccati le maniche e tutto è tornato in ordine. L'entusiasmo che ruota intorno a questo gruppo sportivo è quello di vivere insieme tutti i momenti, belli o brutti che siano, ma sempre uniti. Flavio Ricci e Marco Talatin, facenti parte dello staff tecnico, hanno voluto ringraziare tutti, allenatori e ragazzi per il lavoro fin qui svolto, ma con la promessa di migliorare gradualmente gli allenamenti per aiutare i ragazzi a migliorare la loro crescita sportiva. Dalle righe di questo giornale il Gso Corniglianese porge a tutti i migliori auguri di buon Natale e felice nuovo anno.

S. D.

La bistrattata Genova, che fa notizia solo per le sciagure, come da sola ha saputo emer-gere dalle ripetute alluvioni, così è stata capace con le due squadre cittadine di tirarsi fuori dalle zone basse della classifica e addirittura da una retrocessione, la Sampdoria, fino a condividere, meritando sul campo, i piani alti della classifica, sotto soltanto le corazzate: Juventus, contro la quale la Samp ha meritato il punto conquistato a Torino, e la Roma, indebitamente appropriatasi, complice l’arbitro Banti, della posta intera, contro un ottimo Genoa, ridotto in 10. Una cosa è certa, se le due squadre della nostra città si trovano così in alto è per merito proprio e non diremmo certo eresie afferman-do che potrebbero tranquillamente alloggiare in coppia al terzo posto. La Sampdoria, per non avere avuto, contro Cagliari e Cesena, la consapevolezza della propria forza ed il Genoa, a suo dire: però è Natale, vogliamoci bene, defraudato di un punto nel derby, per non parlare di quanto scritto sopra riguardo l’ultima partira quella contro i giallo-rossi. Perin, Lamanna, Mandragora, Sturaro, fra i rossoblù e i blucerchiati, Cacciatore, Regini, Obiang Krsticic, Rizzo, dimostrano come un’ottima cura dei vivai giovanili dia i

LA POLISPORTIVA CORNI-

GLIANO FUTURA nasce nel 2009 per volontà dei presi-denti di cinque associazioni corniglianesi (Arci Uguaglian-za, Arci Rizzolio, PA Croce Bianca, Cornigliano 79 e Gruppo sportivo Cornigliano) che ne costituiscono il sodali-zio allo scopo di concorrere alla gestione, in modo pubbli-co e popolare, del nuovo im-pianto sportivo comunale po-livalente situato in via Corni-gliano 43, sopra al supermer-cato Conad che verrà in segui-to ad essa affidato, a seguito

della partecipazione e vincita della Polisportiva di un pubblico bando. Il rischio che l'impianto cadesse in mani "interessate" era grande per cui lo spirito che ha animato i presidenti delle associazioni fondatrici è stato, sin dal primo momento, quello della creazione di uno spazio popolare associativo a disposizione di diversi soggetti (gruppi, associazioni e singoli) per lo svolgimento di tutte quelle attività motorie e psicomotorie necessarie al mantenimento della buona forma fisica a tutte le età. Dopo una complicata fase d'avvio è oggi infatti possibile svolgere all'interno del centro multifunzionale molte attività come corsi di danza latina, caraibica, moderna, hip hop, fitness, body building, difesa personale, judo, aikido, ginnastica dolce, aerobica, kick boxing, krav maga e molto altro ancora. Il locale è modernamente attrezzato e dotato di spogliatoi con servizi idonei per utenze di-versamente abili. L'impianto è facilmente accessibile anche a persone portatrici di handicap ed offre un ampio parcheggio gratuito disponibile per il tempo necessa-rio a svolgere le attività del centro ed eventualmente ad effettuare acquisti nell'a-diacente supermercato. Mamme e nonne possono svolgere in orario mattutino, prima o dopo la spesa, attività motorie per mantenersi in forma. La Polisportiva aderisce obbligatoriamente all'Uisp adottandone la tessera sociale ed è oggi alla ricerca, per completare i propri programmi settimanali, di istruttori e/o di gruppi di persone ai quali intende concedere spazi per le proprie attività. Nello spirito di una gestione pubblica e collettiva la Polisportiva mette gratuita-mente a disposizione il locale ad essa affidato anche alle scuole del territorio e a chi è preposto all'insegnamento di corsi di pronto soccorso e di protezione civile ai quali i cittadini possano liberamente partecipare. Chiunque in possesso di regolare abilitazione e/o alla ricerca con il suo gruppo di uno spazio per svolgere la propria attività può proporsi facendo pervenire alla Polisportiva un suo curriculum o richiedere informazioni chiamando i numeri 3461313598 oppure 3389720284. S.P.

All'interno del centro multifunzionale molte attivi-

tà come corsi di danza latina, caraibica, moderna, hip hop, fitness, body building, difesa personale

Gso Corniglianese 2013 Prima festa di Natale

Asd Polisportiva Cornigliano Futura Benessere e forma fisica alla portata di tutti

Genoa e Sampdoria ballano tra le stelle

Cena conviviale, spettacolo teatrale per la

prima festa di Natale del Gso Cornigliano

Don Andrea Robotti, padre spirituale

della società, veste i colori del Gso

suoi frutti, se guidati da allenatori che sappiano riconoscere i giovani di valore e abbia-no il coraggio di farli giocare. Gasperini, che ha saputo redarguire quella parte della tifoseria di mogognoin e meriterebbe un ruolo manageriale, come lo aveva Ferguson nel Manchester United. Mihajlovic, purtroppo ha le stigmate di un predestinato e la Samp molto probabilmente lo vedrà emigrare verso più ambiziosi lidi. Indubbiamente non si può non parlare e bene, del compassato presidente Preziosi e del vulcanico “Viperetta” Ferrero, che sarà indubbiamente una macchietta, ma che però o no pâ pe ninte abelinòu, e in questi giorni di lacrime e sangue, chi riesce a regalarci un sorriso è sempre bene accetto. Non siamo veggenti, non prevediamo il futuro tuttavia, almeno quest’anno sotto l’albero abbiamo trovato il regalo di un bel quarto posto in coabitazio-ne ed allora… popolo rossoblucerchiato, femose i aoguri i un coi atri e spartimose ‘n pandôse con bèllo gòtto de vin ch’o sciumma, intanto semmo gente che d’inta bratta semmo tiaseghe feua da soli, comme e nòstre doe simpatiche squaddre o stan dimo-strando.

Guido Pallotti

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17 ilCorniglianese/sport Dicembre 2014

Fabio Concas, dall’oratorio di Cornigliano al tetto della serie B Con un sogno: indossare di nuovo la maglia della Samp

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Fabio Concas, corniglianese puro, raccontaci la tua trafila, dall’asilo alla vetta della serie B.

Asilo in via Gattorno, elementari alle Ferrero e medie al Volta. Poi?

Dopo le medie avevo la testa nel pallone e, dato che ero in continua crescita, con l’incoraggiamento della famiglia abbiamo deciso di tentare quella strada, e-ventualmente avrei ripreso a studiare. Iniziamo dal tuo innamoramento per il calcio sul campetto del Circoletto.

Ozanam, torneo Ravano, Sampdoria, Corniglianese, Savona, Carrarese, Terni, Varese e ora Carpi. Mi sono trovato bene in tutte quelle squadre; a Terni per quel gol che ho fatto in rovesciata - e che continua a girare su youtube - mi ricordano ancora con simpatia, anche quando torno da avversario. (Digitare su youyube gol di Concas in Lanciano-Ternana 2009/2010. Ndr) Una decina d’anni or sono, quando venivo a vedere

le partite al Circoletto, Toni, il gestore del bar, indicandoti mi aveva detto: “Quello è un ragaz-zo serio che sfonderà nel calcio, tutti i giorni, con qualsiasi tempo, parte col treno e va ad allenar-si a Savona.” Era stato buon profeta. Dimmi qualcosa di quei tempi.

Ero giovane, credevo in me stesso, stavo attento ai consigli degli allenatori e dei compagni più esperti, negli allenamenti cercavo

di capire le loro giocate ed i loro movimenti, facendo-ne tesoro. Giochi bene e da titolare nella capolista della serie B. Credevi allora d’arrivare così in alto?

Non ci credevo, mi ero prefissato come traguardo le serie inferiori, magari la C, poi sono stato bravo a superare quel traguardo iniziale e fortunato a trovare chi ha creduto in me. Dopo il buon campionato a Varese sei sceso di cate-goria; l’hai fatto perché hai creduto nel “progetto Carpi” o per altri motivi?

Ho ponderato molto, però il direttore sportivo Giunti, del Carpi, lo è tutt’ora, mi ha convinto dicendomi che avremmo puntato alla serie B, aggiungendo che come minimo era la categoria che mi competeva. Ha avuto ragione perché l’obiettivo l’abbiamo raggiunto lo scorso campionato. Avevo segnalato il tuo nome a mister Ventura, cor-nigiòtto come noi, e un paio di volte, il sabato, sa-pendolo in ritiro con la squadra gli mandavo un sms dicendogli di guardarti in tv, speravo per te in

un ulteriore salto di categoria; ma a quanto vedo non hai bisogno di raccoman-dazioni, ci stai riuscendo con la tua testa e i tuoi piedi.

Grazie per il tuo interessamento; stiamo facendo un ottimo campionato, almeno per ora, con l’aiuto dei compagni di tutta la rosa del Carpi, compresi coloro che giocano un po’ meno, dello staff tecnico e dei dirigenti. Sei un cursore di fascia, un esterno a tutto cam-po col vizio del gol, però giochi pure da aiuto alla prima punta; quale di questi ruoli prediligi?

Dietro la punta ho più spazi, anche se ho la ten-denza a rientrare per dare aiuto a centrocampo e difesa, sono più vicino alla porta avversaria; fare gol, specialmente quelli che portano punti, è inebriante. In coppia con Ebagua ti ho visto fare uno splendido campionato nel Varese; adesso hai come compagno Mbakogu e andate a mille; che ne pensi di venire alla Samp per completare il tris con Okaka… ammesso che lui rimanga in blu-cerchiato?

Ho vestito quella maglia dai colori meravigliosi e unici e mi è rimasta incollata addosso; ho chiuso in un cassetto il sogno di rivestirla, spero di poterlo riaprire… Qual è il compagno di squadra più forte col quale hai giocato?

Gaetano Letizia, il terzino in motocicletta, come lo chiamano qui a Carpi; ti assi-curo che a breve lo vedremo in qualcuna delle così dette grandi. L’avversario più forte che hai incontrato?

Senza dubbio Angelo Ogbonna, attualmente nella Juventus e in nazionale. L’ho incontrato quando giocava nel Torino; a Varese vincemmo 3 a 0 e il gol che ci diede la certezza della vittoria lo segnai io. Uno di quei gol inebrianti. Cosa consigli ai ragazzi, magari giovanissimi, che sono chiamati a far parte dei vivai di grandi squadre: per esperienze anche se non personali, so che l’attesa della riconferma è snervante.

Credere in loro stessi, non essere presuntuosi ed assimilare il più possibile da chi insegna calcio. Non perdere di vista che il calcio è divertimento. Purtroppo è una piramide con la base larga e la cima sottile, dove non c’è posto per tutti e chi ci arriva non è necessariamente il più forte in assoluto. Poi tanta fortuna... con la “C” maiuscola. Io non ho mai nominato la prima lettera dell’alfabeto, che si scrive in maiuscolo preceduta dalla parola “serie”. Tu, i tuoi compagni e tutto lo staff, lo fate?

Per ora no, il nostro obiettivo di partenza era la sal-vezza tranquilla; speriamo che l’altezza non ci dia le vertigini e che possiamo rimanere lassù il più a lun-go possibile. Fra 20/25 partite tireremo le somme. Vuoi dirci a chi va il tuo particolare saluto?

A mio figlio, la mia famiglia, gli amici di sempre, a tutti i corniglianesi e anche a voi che avete creato questo simpatico giornale.

Guido Pallotti

2014/2015. Spezia 0–Carpi 1 Primi calci di Fabio

nell’Ozanam al Circoletto di via Tonale

Concas nella Sampdoria

Categoria esordienti e giovanissimi

Nella Ternana. La classe di Fabio che con un tunnel si

libera di due avversari. Va

in cielo a colpire di testa

Uno degli amici di Corniglia-no che seguono Fabio Con-

cas ovunque

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“La neve prima di Natale, non c’è denaro per…” Se i proverbi hanno ragione

ilCorniglianese/come eravamo, come siamo Dicembre 2014

Oggi, 24 dicembre, è la vigilia di Nata-le. Bella novità. Tutti gli anni a dicem-bre è Natale, e tutti gli anni, il 24, è la vigilia. Chiusa la parentesi. Dunque, oggi è la vigilia di Natale… e nevica. Così va già meglio, questa è pur sempre una notizia. Non è scontato infatti che nevichi proprio in questo giorno, anzi è più frequente il contrario, visto che

siamo in Liguria e non in Lapponia. Suvvia, non perdiamo il filo del discor-so, alla mia età non è poi così facile riprenderlo. Dicevamo: è il 24 e nevica. Embè, che c’è di strano? Niente, eppu-re qualcosa ci deve essere se l’accostamento tra la data di oggi e l’evento meteorologico provoca un tur-binio inconsueto alle mie anchilosate circonvoluzioni cerebrali. All’improvviso si accende una lampadi-na: è il ricordo di un vecchio proverbio, quello che mi ripeteva nonna Cecilia a principio dell’inverno: “Neie de chì a Denâ, no gh’è dinæ da poèila pagâ". 1 “Nonna, cos’è Denâ?” . Chiedevo ogni volta. E lei: “E’ una vecchia parola per indicare il Natale. Viene dal latino: Deus Natus, Dio è nato”. Perfetto, ma io non capivo perché biso-gnasse pagare la neve se quella viene giù da sola. E lei rispondeva con un altro proverbio, questa volta il italiano: “Sotto la neve pane”. E io ero ancora più perplesso: il pane sotto la neve? E poi chi lo mangia, così freddo e bagnato? Lei mi sorrideva e mi spiegava che era una metafora (veramente usava un altro termine più comprensibile, che ora non ricordo): in verità sotto la neve non ci vanno le pa-gnotte, ma i semi del grano che riposa-no sereni sotto quella bianca copertina.

Più la neve è precoce, in particolare quando cade prima di Natale, più il raccolto sarà abbondante. Io, per far credere di aver capito tutto, facevo di sì con la testa. Oggi l’evento auspicato è accaduto: infatti nevica e siamo ancora alla vigilia. Dunque, allegria! Chissà quanto pane mangeremo il prossimo anno... Ma un nodo mi stringe la gola: tutta quella neve non mi rende felice, anzi mi da un senso di malinconia, addirittura quasi di paura. Paura? Ma di che? Non sono mica fuori all’aperto sotto la tormenta, col rischio di cadere o di congelare, sono al riparo, sonoprotetto, anzi dirò di più: da qualche mese sono ospite di una Rpa cioè di una Residenza protetta per anziani. Più protetto di così. Potenza dei nomi: un tempo c’erano gli ospizi, ora ci sono le Rpa. Gli ospizi erano per i poveri vec-chi, le Rpa invece sono per gli anziani, ricchi, sì, ma solo di esperienza. Speria-mo che non ci c h i a m i n o “diversamente giovani”, altri-menti non so come reagirei. Per carità, non mi posso la-mentare: ho un tetto, un letto e un posto a tavo-la. E poi il po-sto, o come si dice adesso, la location, è bella e non è lontano dalla casa da dove mi sono trasferito: è in pieno centro a Cornigliano, in una bella villa con un ampio giardino. Le infer-miere sono molto professionali, anche se ci trattano un po’ da bambini e un po’ da deficienti. Abbiamo anche impa-rato a convivere con i mugugni del per-sonale di servizio. I medici, quando vengono a visitarci, stanno paziente-mente a sentire i nostri lamenti, sem-pre gli stessi: “Sciö Mëgo, me fa mâ a schenn-a", 2 “Sciö Mëgo, l’é trei giorni che no vaggo de còrpo", 3 “Sciö Mëgo, n’arriescio a dormî". 4 Ci danno un pastiglietta, scrivono qual-

cosa sul registro e si allontanano allar-gando le braccia quasi a dire “Tranquilli, ancora per poco…” Tanto i malanni veri, quelli fatali, per lo più arrivano in silenzio e si distribuiscono democraticamente: a questo qui un colpettino al cuore, a quest’altro al cer-vello, ai più fortunati un bel sonno sen-za risveglio. E’ proprio vero, non mi posso lamentare, me lo hanno detto tante volte che mi sarei ambientato benissimo. “Hai una certa età… hai bisogno di assistenza… noi lavoriamo… non puoi stare da solo… stai tranquillo, ti verre-mo sempre a trovare... e con noi porte-remo la Erika”. La Erika. Quando l’hanno battezzata non ci volevo credere: a mia nipote, una bambina così bella e tenera, dare il nome del brugo per fare le scope? Si sono messi a ridere, dicendomi che non si trattava dell’erica col la “c” ma

dell’Erika col la “kappa”. “Pezo che anâ de neutte!". 5 pensai tra me e me, ma non dissi nulla. Ma come? Un nome foresto che, per essere scritto, non gli basta l’alfabeto normale. E pen-sare che a me piaceva Cecilia,

non solo perché così si chiamava mia nonna, ma perché aveva un non so che di dolce e nello stesso tempo di auste-ro, di evocatore. Ma mi sono ben guar-dato dal proporre questo nome; regola numero uno: mai intromettersi nelle decisioni dei genitori. E così mi sono deciso: vado a vivere in Rpa. Finalmente posso concedermi una vacanza senza lo stress del controeso-do. Servito e riverito come un pascià. Ma mi resta un cruccio. Un vecchio proverbio recita: “Pòvia cà, che de vëgi a no ne sa". 6 E penso alla casa dove stavo fino a lu-glio, che, dopo la mia partenza, di vec-chio ha perso anche il minimo sapore.

Chissà come saranno tristi. Sono stato proprio un egoista a lasciarli da soli! Oggi aspettavamo i volontari della Sant’Egidio per i consueti auguri di Natale, ma ci dicono che a causa della neve sono in forte ritardo nel loro giro per gli ospizi e che forse non potranno venire. Pazienza, basta il pensiero. D’altronde, poveri ragazzi, che colpa ne

hanno se oggi nevica? Invece di andare a divertirsi come gli altri coetanei, per-dono tempo con noi, vecchi, noiosi e un po’ lunatici, ascoltano con un sorriso i nostri discorsi monotoni e cantilenanti, e pure ci portano i regali. All’improvviso la porta si spalanca: entra un ciclone vestito da bambola che mi salta al collo: “Nonno, nonno, nevi-ca, nevica! Vieni a vedere dalla fine-stra. Nonno, ti piace la neve?” “Si, Cec… (che gaffe stavo facendo, a momenti la chiamavo Cecilia) Sì, Eri-ka, mi piace la neve, tanto tanto, e adesso che sei qui mi piace ancora di più.” Mentre lei osserva i fiocchi col naso appiccicato ai vetri del finestrone, mi passo furtivamente la mano sugli occhi lucidi e penso: “Il proverbio aveva proprio ragione: la neve prima di Natale è davvero im-pagabile”.

Giovanni Murchio

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Al principio dell’inverno

mia nonna Cecilia ripeteva

un proverbio ma io

non lo capivo

Un tempo c’erano gli ospi-

zi, oggi ci sono le residenze

protette e i vecchi

li chiamano “diversamente

giovani”

Legenda 1 La neve prima di Natale non c’è denaro per poterla pagare 2 Dottore, mi fa male la schiena 3 Dottore, son tre giorni che non vado di corpo 4 Dottore, non riesco a dormire 5 Peggio che andar di notte 6 Povera quella casa che di vecchi non sa

Anni ‘50, entroterra ligure sotto la neve

Page 23: Dicembre2014

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19 ilCorniglianese/e-mail e lettere alla redazione Dicembre 2014

Le figurine di Anzalone FU VERA GLORIA? Dubbi sulla nuova superstrada

Così recitava tanto tempo fa l’amico Alessandro Manzoni e

proprio ora noi tutti siamo qui a giudicare se le tante prodezze dell’imperatore Bonaparte siano state così gloriose o, for-se, di seconda fascia. A questo proposito, paradossalmente, fare un confronto se sarà cosa buona la prossima apertura della grande strada che colle-gherà lungomare Canepa con via Siffredi, via Alboreto e quindi via Puccini, a Sestri Ponente, tagliando fuori ineso-rabilmente tutto il contesto di via Cornigliano, con tutte le sue centinaia di aziende com-merciali, preludendo per que-sto motivo gli eventuali affari commerciali. Questa tradizio-nale direttrice, da sempre sim-bolo di Cornigliano, sarà per il futuro una tranquilla strada di passeggio per i futuri corniglia-nesi che non respireranno più il fumo delle tante ciminiere da sempre fiore all’occhiello dell’industria siderurgica na-zionale. Saranno, quindi, i no-stri figli, unitamente a ai nipo-ti, a giudicare se la nuova su-perstrada avrà avuto il deside-rato successo sperato ma, so-prattutto, se non avrà danneg-giato più di tanto questa corag-giosa e maldestra delegazione.

Italo Ebolo

L'AEROPORTO DI GENOVA L’inerzia lo rende invendibile?

Purtroppo la voglia di sbaraz-zarsi dell'aeroporto da parte dell'Autorità portuale (presidente Merlo) è rimasta tale e l'aeroporto di Genova è oggi invendibile: The Medi Telegraph ne spiega, in parte, le ragioni. Da un ventennio si sfornano piani su piani di svi-luppo infrastrutturale ma poi non parte (decolla?) quasi nul-la e passando il tempo i numeri e i parametri peggiorano, azze-

rando le prospettive di svilup-po. La colpevole inerzia e la caparbietà a non far partire nessuna opera (neppure il chiacchierato Sblocca Italia ha stappato alcunché) sono la ragione di ogni guaio. Ma se non ci crede neppure l'Autorità portuale, come si può pensare che investitori privati ci creda-no? Non solo, il deposito ex Derrik, infelicemente dato in concessione dall'Ap ancora per anni, nelle aree ex Aeronautica tra l'ex Sheraton e la città, sono una ipoteca che durerà a lungo ad impestare un'area critica e a impedire qualsiasi sviluppo infrastrutturale, lo capirebbe anche un deficiente. Ma allora, assessore Paita e presidente Merlo, a che gioco stiamo giocando con l'aeropor-to? Fatti concreti e non parole al vento, la credibilità è esauri-ta.

Enrico Vigo

VIA I CASSONETTI DA VIA CORNIGLIANO La spazzatura si accumula nelle vie laterali Buonasera, ho notato che sono stati tolti quasi tutti i cassonetti per la raccolta della spazzatura in via Cornigliano. Complimenti a chi ha avuto questa bella pensata, probabil-mente un dirigente pagato profumatamente. Le via latera-li si sono riempite ancora di più di rumenta che, peraltro, oramai viene tolta molta rara-mente. C'è qualcuno che sa darmi una spiegazione? E, magari, risol-vere il problema prima che la situazione degeneri? Grazie. Attendo con fiducia. Cordiali saluti.

Mario Fallabrino

OSPEDALE: CHE FINE HA FATTO? Perché non se ne parla più? Gentile redazione, ho letto con molto interesse l’articolo

sull’apertura del nuovo centro prelievi presso la struttura della Croce Bianca di Corni-gliano e mi congratulo per l’iniziativa. Ma tutto questo mi ha riportato alla mente qualco-sa che avevo quasi dimenticato e che ha a che fare direttamen-te con la sanità e la salute: l’ospedale. Sbaglio o non se ne parla più? Eppure sembrava cosa fatta. Alla memoria ritor-na anche lo studio di Renzo Piano: sembrava cosa fatta, se c’era anche l’interesse del grande architetto genovese in una città dove tutto, o quasi, sembra dover passare dalla sua prestigiosa matita. E allora? Che fine ha fatto l’ospedale?, mi chiedo. Già si era aperta la

solita disputa genovese. Bom-brini? No, meglio agli Erzelli. Erzelli? No, meglio a Bombri-ni. Roba da camparci almeno

un paio d’anni. Ma poi il silen-zio. Riaffiora Renzo Piano: duecento/trecento posti tra il verde, edificio a misura d’uomo (ci mancherebbe: un ospedale!) ma anche a misura di donna, non più di due piani ma dentro un bosco. Sembrava cosa fatta per gli Erzelli oppure per Bombrini (se il bosco lo trapiantiamo lì) oppure se dob-biamo valutare l’impatto della strada a mare. Esagero: esiste lo svincolo per l’ospedale? Per agevolare le ambulanze? Ma poi il nulla. Potete spiegarmi il perché il un “silenzio assordan-te”?, come dicono gli intellet-tuali? Cordiali saluti.

Alberto Saccomani

LA COLLINA DEGLI ERZELLI E’ di Cornigliano: ditelo Carissima redazione leggo sempre ilCorniglianese ed ormai è entrato a far parte del-la mia vita in quanto, vivendo a Cornigliano, ritrovo l’impegno e la voglia di cambiare che ha sempre contraddistinto la no-stra delegazione. Sono estre-mamente geloso di ciò che è di Cornigliano e del suo territo-rio. Per questo motivo mi dà molto fastidio quando leggo sui quotidiani locali e nelle circo-stanze più disparate (convegni, conferenze, incontri, ecc…) che la collina degli Erzelli è di Se-stri Ponente. Che io sappia la collina è sempre stata all’interno del nostro territorio e non credo di sbagliare se pretendo che con precisione venga attribuita a Cornigliano. La Pro Loco di Cornigliano, che è per sua natura si prende cura del territorio, dovrebbe vigilare sulla corretta informa-zione ai cittadini genovesi, intervenendo sui media per correggere futuri errori. Grazie. R. O.

Il francobollo di Anzalone www.ilvignettificio.it

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Copia-incolla: le ultime arrivate

P.A. CROCE BIANCA GENOVA-CORNIGLIANO

Tel. 010 6512760

È il giornale con cadenza mensile di Cornigliano Ligure

senza scopo di lucro

Editore Pro Loco Cornigliano Autorizzazione del Tribunale di Genova n. 9/2012 del 18.04.2012 Il giornale è anche online sul sito della Pro Loco Cornigliano www.prolococornigliano.it Direttore editoriale Fabrizio Cartabianca [email protected] Direttore responsabile Enrico Cirone [email protected] Vicedirettore Simona Tarzia [email protected] Amministrazione Domenico Turco [email protected] Segreteria Riccardo Ottonelli [email protected] Caporedattore Riccardo Cabona Redazione Leda Buti [email protected] Riccardo Collu Sergio Daga

Jose Cuffaro Marta Fasulo Astri Lidia Frascio Alvaro Filippo Michelon Riccardo Ottonelli Guido Pallotti Fiorenzo Pampolini Rosanna Robiglio Don Andrea Robotti Matteo Savio [email protected] Lorenzo Schiavon Andrea Scibetta Nicolò Scibetta Roberto Veneziani Fotografia Agostino Razzore [email protected] Francesca Comparato Bruno D’Astice Carlo Guerra Grafici illustratori Andrea Anzalone Adriano Sanna Impaginazione Auria Martelli Rita Moccia Romano Oltracqua Salvatore Pilotta [email protected] Tel. 346.8837338 Pubblicità Alfonso Palo [email protected] Tipografia San Biagio Stampa Spa via al Santuario di N.S. della Guardia, 43 16162 Genova Collaboratori Italo Ebolo Carlo Mastrobuono Giovanni Murchio

Il mensile è stampato su carta ecologica in 12.000 copie

20 ilCorniglianese/note della redazione Dicembre 2014

Dichiarazione universale dei Diritti dell'animale

Articolo 4 a) Ogni animale che appartiene auna specie selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo ambiente naturale terrestre, aereo o acqua-tico e ha il diritto di riprodursi; b) ogni privazione di libertà, anche se a fini educativi, è contraria a questo diritto.

Articolo 5 a) Ogni animale appartenente aduna specie che vive abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha diritto di vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle condizioni di vita e di libertà che sono proprie della sua specie; b) ogni modifica di questo ritmo e di queste condizio-ni imposta dall'uomo a fini mer-cantili è contraria a questo diritto.

BUON ANNO A TUTTE quelle persone che lottano ogni giorno; a quelli che cadono e si rialzano sulle proprie gambe; a quelli che, invece di piangersi addosso e lamentarsi, si tirano su le maniche e combattono; buon anno a quelli che con la mente dichiarano battaglia ad un corpo che sembra aver dichiarato ormai la propria resa. Buon anno a quel-li che prima di esprimere qualsiasi giudizio o opi-nione si accertano che il loro cervello sia ben inseri-to. Buon anno a chi ha la lucidità e l'intelligenza di distinguere e valutare i contesti, l'umiltà per affron-tare le situazioni più varie, l'ambizione sana di realizzarsi nel lavoro, nella politica e nella società nel bene comune, onestamente senza mancare di

rispetto a nessuno. Buon anno a chi insegna ai propri figli ad essere onesti e non furbi nel difficile processo di selezione che la vita ci riserva. Buon anno a chi pensa che il merito e la conoscenza sono più importanti delle "conoscenze". Buon anno a chi pensa che il proprio cuore non è solo un muscolo. Buon anno a chi pensa che la famiglia, le persone che amiamo, il rispetto dell'ambiente e la solidarietà siano sempre al primo posto rispetto ad ogni altra stupida cosa. Buon anno a chi pensa che i mi-racoli non esistono e che ragionevolmente sa che anche il prossimo sarà un anno di lotte e di sacrifici. Infine buon anno a tutte le persone che svolgono volontaria-to in associazioni, parrocchie, enti, fondazioni, onlus, ong... perché è grazie al loro disinteressato impegno che persone meno fortunate possono ancora sperare in un mondo migliore. A loro auguriamo tutto il bene che meritano e non solo per il nuovo anno ma per tutti quelli che verranno. Oerre

Illustrazione di Oltracqua

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IN QUESTE FESTE SPECIALI, i cittadini stranieri residenti a Cornigliano colgono l’occasione per augurare a tutti un felice Natale e un meraviglioso anno 2015. Con grande stima e affetto. Jazmin Rodriguez

Auguri in (quasi) tutte le lingue del mondo