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/ V /
DELLE QUINTE SUCCESSIVE
NEL CONTRAPPUNTOE DELLE REGOLE DEGLI
ACCOMPAGNAMENTI
Lettera
Del P. D. Giovenale Sacchi C. R. B.
dell' Accademia dell' Infiituto di Bolo-
gna y Profejfore d'Eloquenza nel Collegio
Imperiale de* Nobili di, Milano
Al Sig. V^incislao Fichi Accademico
filarmonico , Direttore della Mujica
di S. A. R. il SereniJJìmo Arciduca
Ferdinando .
In Milano, mdcclxxx. /y&&^ «ii jj iinn ni m i . .1
-„i i
i t»
Per Cefare Orena Stamperia Malatefta*
j•'
Con licenza de' Superiori.
la/iV/% (ciytoét-7
-.-ÀiI .
- » " .
'
Tantum feries , juttèluraquc pallet .
Hor.
o( 5 )o
ggegaas s
/V • ^)* RiT.ma troppo mi onora
giudicandomi atto a rifolvere ku.
mufkale quefljonc , che l'è pia-
ciuto propormi . Come potrò io
trovar quello , che già tanti uo-
mini infigni hanno cercato indar-
no ? Come fcorgere quella ragion
ne ultima, che V. S, fornita di
tante cognizioni teoriche , e pra-
tiche , e dotata di cosi fino fguar-
do dice di non vedere? Grande»»
opinione ha Ella conceputo della
mia perfona , e rifpondendo nou^farà a me facile il confervarmela
,
potendo molto bene avvenire, eh*
Ella trovili ingannata della fua^
^. a % afpet-
©( 4 )o
afpettazione . Nondimeno io nonvoglio efcufarmi dal farle rilpofta;
e dirò liberamente fecondo il miofolito tutto il meglio
?che (o , o
che mi par iapere nel propofìto .
Perchè io deiìdero di darmele a
conofcere in effetto quel buono,
e fedeljfervitore , e affezionatiffi-
mo amico , che io le fono . Della
dottrina , e del giudizio mio nelle
cofe mufiche tanto fia poi, quan-
to a V, S. ne parrà ; e non farà
mai tanto poco , che dalla genti-
lezza fua non mi li conceda affai
più di quello, che a me foffe le-
cito di richiedere .
V. S. mi domanda per qual ra-
gione fieno dispiacevoli ad udire
nel Contrappunto due giufte Quiri-
te ogni qual volta fi afcoltino
l'ima appretto dell' altra , e proce-
dano per moto* retto . I termini,
in cui la domanda mi fi propone
mi
o( 5 )o
mi fanno a primo afpetto com-prendere due cofe . L/una ,• che_*
V. S. non è contenta delle raeio-
ni , che da' Maeftri dell' arte in-
lino ad ora fono ftate prodotte \
L'altra, che ciò non ofiante Ella
giudica, che il divieto delle dueQuinte nel modo, che abbiamodettò, debba averli per legittimo 5
e fia da oflervarfi . In aniendue le
parti io penfo , come Ella penfa ì
Il numero de' libri mulìcali oggidì è tanto moltiplicato, che troppo
è diffidi cofa V accertarli ,di averli
letti tutti quanti, o almeno di aver
letto i migliori , ed i più autore-
voli di tutti. Ma in quelli, cheio ho trafcorfi (che ne ho trafcorfi
buon numero) non ho io trovato mairagione alcuna intorno al dubbiopropofto
5che mi appagale , anzi
purel che mi parefle avere alena
pe{b, a fembianza di verità.
a 2 Cer-
o( 6 )p
Ragiom,che Certi de' più antichi hanno
non valevo? dèfto , che le due Quinte difpiac-
*^, ciono per la foverchia loro dol-
cezza . Nettuno ha negato mai,
né io negherò , che la ecceffiva—
Aoltttm non poffa cangiarli ìji^
difpiacere : laonde per quella ragio-
ne potremmo nói bene intendere
che dòvelTe difpiacere , e nojarci
una ferie continuata di dieci, o
di quindici Quinte , e ciò non fa-
ria cofa inverifimile . Ma che il
eplicare la Quinta una volta fo-
,pur per quefta ragione fola-»
della fua molta foavità, debba fu-
bito difpiacere , e divenirci mo-ietta, non s'intende -
Altri pure degli antichi ( noflL*
faprei ben dire , fé con più limi-
le , o contrario concetto ) hannopenfato , che il progreflb di Quin-
ta in Quinta difpiaccia all'udito,
perchè in quello manca la varie-
tà,
e
o( 7 )o
ti , cui elfo attendeva , e cui de-
fiderà fopra ogni altra cofa . Se^ciò folle anche difpiacere dovreb-
bono due Terzere due Serte della
medefima fpecie, cioè a dire amen-'due maggiori , ù minori
,quando
immediatamente fuccedono l'una-
all' altra . Ma neir ufo quali conti-
nua, che delle Tet2te e delU Sefte
fiamo noi foliti fare , un cafo tale
non è raro , né perciò l'udito di-
fpiacere alcuno ne fente, fl^a bendiletto. Egli è il vero, che al-
cuni dal falfo principio, che le_»
due Quinte di {piacciano per difetto
di varietà, hanno tratta la falfa con-
feguenza , che finalmente debba^difpiacere la replica delle Terze ,
e delle Sefle , quando fieno della—
medefima fpecie , e perciò l'hanno
vietate ; ma il divieto loro non fu
ricevuto dai Pratici , i quali ammae-ftrati dall' efperienza guardanli be-
a 4 ne
o( 8 )o
ne dal raddoppiare le Quinte , madel raddoppiamento delle Terze , e
delle Sefte della medefima fpecie^
niente fi curano (a) . Vana è adun-que altresì la ragione, che fi trae dal
defiderio della varietà?la quale fé
vera foife ugualmente varrebbe in
tutte ie confonanze; anzi più var-
rebbe nelle imperfette , che nelle^»
perfette;
perciocché alla fine do-
vrebbe all' orecchio efler cofa più
tollerabile il dimorarli .'nella più
dolce confonanza, che nella meno.Tra moderni alquanti hanno im-
maginato , che le due Quinte di-
slacciano per là foverchia diffe-
;
'
reil- '
il il i—l— m i li » il m i i n li
'
i l i i ir n ili i li i i
(a) //: chìar. P,. Martini nei Saggio Fondamentaleproponendo un efempio di A/effandro Scarlatti dice ;
Qtstefte tre terze rmnori , abbenchè , come e* infegna
la Teorica , la ferie di due confonanze dell' irteiTa_.
fpecie di feguito una dietro V altra (eccettuatene
Portava) fornù eoa i termini eiìremi diflonanza ,
ciò non oftante ® fia per la loro difpoflzione, e col-
locazione , o fia, per PafTuefazione dell' udito , fono f
maiTìaie a' giorni rioftri , frequentemente praticate f
e aggradite .
o( 9 ì?
retila delle fcale , che poffono ila-
fcere dalle loro bafi > Fingafi a ca-
gione d' efempio , che la prima^
Quinta fi contenga tra il C, e il G,e la feconda tra il D , e TA . Le_,
bafi d'effe due Quinte faranno G ,
e D; Ora la fcala del D coti Terza
maggiore differifce di due corde~>
dalla fcala del G ,pure con Terza
maggiore; perchè quella ha due
diefis , quella non ne ha alcuno i
Effendo dunque diffmiili le due-»
fcale non di una fola corda , ma di
due, non verrebbòno ali1
orecchio
aggradevoli , fé immediatamente-»1 una icala appreffo dell' altra il tra-
fcorreflero . Per la fteffa ragione,
effi dicono , anche non potranno ef-
ferci aggradevoli' le bafi loro tocche
all' ifìeffo modo l'una appreffo dell'
altra . Sembrano quelli procedere^
alquanto piti oltre 9che gli antichi
non facevano.. Nondimeno o nonhaflb.
o( io )o
hanno interamente fpiegato nel di-
fcorfo ciò , che avevano in animo,o effi pure al bifogno non fatisfan-
no . Perchè febbene la fcala , che
nafee dal D abbia due corde non-,
comuni* alla fcala, che nafee dal Cvolendo noi presupporre , che amen-due fieno di Terza maggiore, ella
tuttavia potrebbe anche non varia-
re, che d'una corda fola , folo che
noi voleffimo prefupporre , che la-,
prima fcala l'offe pure di Terza mag-^ giore, ma la feconda folle di mino-
reili Così tolta di mezzo quella dif-
ferenza di due corde (la quale effi
fanno tanto grande , e in verità
non e. però gran cofa,eflendo profu-
ma alla minima poffibile , che è
d'una corda) anche la ragione , per
, . cui le due Quinte diconfi divenire
{molefte, farebbe tolta. Ma oltre aLi
quefto come mai poffonmi offende-
re quei due diefis5che io ancora
i>. non
0( II )o
non afcolto? Pyò egli avelli lo ef-
fetto , dóve la. cagione npn fu già
ira innanzi? Mi diranno , che io
poflb immaginarmi , anzi che io
veramente mi immagino i due die-
fis, che io non afcolto , e più oltre
non richieder^ , acciocché pofTanmi
offendere. Quello farà forfè vero,
fé io avrò innanzi immaginato la
fcaìa con Terza maggiore ; ma-,
avendola immaginata con Terza
minore , non farà. Or chi mi obbli-
ga ad immaginare piuttoflo l'una
fcala , che l'altra ? quella , che hadue voci, le quali poiTonmi offen-
dere, piuttoflo che quella, che noti
le ha? Finalmente tutto queito di-
morfo troppo gran forze attribuifce
all' immaginazione . Le quattro cor-
de , che formano le due Quinte di
feguito , delle quali andiamo noi
difputando , appartengono ad unafcala medefima , ed io nop le im-
0( 12 )o
magino , ma le ho nell'orecchio,
e le fento . Or come mai la dolcez-
za di quattro corde., le quali cop-
pia a coppia otiimaiTjente concio-
nano ,* e che io fento, potrà efTer-
mi turbata , o diminuita, anzi pure
convertita in difpiacere in mole-
ftia da due 'voci proprie d'un altra_*
fcala , le quali io non fento, mache falò io m'immagino; anzi a
parlar meglio, che io folo mi pollo
immaginare ? Certamente non po-
trà in alcun modo;perchè le cofe
immaginate , e che poffono effere,
non mai prevalgono a quelle , che
fono , e che fi fentono . Né tampo-co adunque quefta terza ragione
,
che da' moderni ci fi porge, è da ri-
cerverfi . EflTa è piùfottile, che ve-
ra, edalbifogno non bafta
.
Or io non fo , fé la memoria-*
m'inganni , ma al penfiero mi ..fi
offre una quarta Spiegazione, e par-
mi
o( 13 )o
mi aver già letto in alcuno, che-»
non debbanfi ufàre le. due Quinte,,
perchè fanno mala r^ azione . Fer-
ie chi ciò ha fcritto non altro in-
tefè affermare, fé non che le Quin-
te fuggire fi debbono y perchè nonfuggite offendono. Così l'effetto ri-
cordando, alla cagione dell' effetto
non riguardava . Ma nel piti co-
mune linguaggio degli Scrittori di-
confi far mala relazione quelle vo-
ci , le quali effendo vicine poffono.
agevolmente riferirfi luna all' altra
in più modi, e fecondo alcuno di
effi capifeono intra fé alcuno inter-,
vallo fproporzionato , e fono . diffb-
nanti . Se quello fcrittore qualun-
que fia ha prefo il nome di mala re--
lazione in quello fecondo fenfo,egli
avrebbe accennata una ..Tr-rmfa--' ca-
gione, del dispiacere , differènte.,
dalle altre9che abbiamo fitiutate ;
ma non avria però accennato unaca~
ó( 14 )o
cagiòn v<ff à. , o punto migliore di
quelle , Prenda chi vuole a confe-
derare i numeri , da' quali ci fi rap-
prefentano le quattro voci, che ibr-
xnaiió le due Quinte fucceflive . Pa^-
ragoni l'un numero con l'altro ia_.
tutti i modi poflìbili . Egli troverà
in.. quelli, oltre i due intervalli di
Quinta , due Seconde non contem-
poranee y ma fucceflive , una Quar-
ta, ed una Sefta; delle quali rela-
zióni neffuna ci ha , che non fia_.
buona, e ben proporzionata, ficchè
pòfla àddurfi per cagione dell' effet-
to difaggradevole , il quale dicefi
proprio della Quinta , ogni volta
che fi replichi
.
le Quinte Neftbna adunque delle ricordate
V^mk n$l0ni giuftifica il divieto delle.,
proibtfcoiwfc Quinte . Il divieto delle Quinte
nondimeno dubitar non fi può irui
aleuti modo, che non fia ragione-
vòlifTimò , e, giuftiflimo . I Maeftri
così
\o( 15 )o
cosi moderni , come antichi , dap-
poiché l'acre, ha cominciato arraffi- ,.
narfi , concordemente tutti ci $rffò
fcrivono quella Legge , irte ffa:.>
:
I
Pratici tutti ingegnati fi fono#£%.s'ingegnano di QfTeEvarla . Neffuno
è generalmente , che dubiti y! che.:
violandola non fi commetta errore
.
Quegli iftefli de' moderni i qyali a -/
per difetto di fapere , o per- fov:er--
chia animofità pochiffimo , e quali'
neffun penfiero fi danno delle-'.àlnre
leggi tutte del Contrappunto, a que-?
fla non rifiutano di fottoporfi , Tan-^
ta uniformità, tanta concordia, tan-
ta coftanza non farebbe in alcunamodo poflìbile , dove la legge fteffa
non aveffe altro fondamento , che
nella opinione. Le opinioni fi mul-
tano di di in di, né però eofa, alcu-
na , che coftante fia,può effere fon-
data in opinione . Il divieto ^delle
Quinte adunque dee aver fonda-
mene
e( 16 )o
mento in natura , cioè a dire , ( fc
ragione alcuna teorica allegare nonne fapeffimo) nella pratica efperien-
ZdL del malo effetto, che le due Quin-te producono nelP armonìa. Difatto
le due Quinte fucceflive non pure
offendono V orecchio degli eruditi
Jiella Mufica , ma di quegli fteffi,
che non ne hanno perizia alcuna,
folo che fortito abbiano nafeendo
orecchio buono, e fortile , e choafcoltando pongano attenzione .
Perchè dove altri non. .attenda^
quale delle diffonanze non pafferà
innoffervata?
e fenza offendere ?
S'egli è adunque il vero , che le
due Quinte polle di feguito offen-
dono, e noi non poffiamo fofpettare,
che l'orecchio c'inganni, ma le ra-
gioni, che di tale .ode-faci fono in-
fino ora fiate recate falfe fono
tutte, quale farà la vera? Quello è
quello^hp 'V. S, al prefente a medi-
o( 17 )o
dimanda . Quefto è quello , che io
pure un tempo andava ricercando
affai curiofamente , e ricordomig
che molti penileri indarno vi con-
fumai . Quefto fteflb è quello , che
generalmente innanzi a noi hannocercato , e tuttavia infieme con noi
cercando vanno gli amatori , e col-
tivatori ingegnofi dell' arte Mufica.
Né quefta tanta foUeeitudine fi puòdire non ragionevole, o fòverchia *
La cofa è per fé notabile, e il difco-
prime la cagione vera non potreb-
be non eflerci utile . Finalmente ci
muove , e ftimola una giufta am-mirazione . E d'onde mai può egli
avvenire, che una tanto dilettevole
consonanza replicata una volta fola
di feguito ci fi faccia moietta? Madi grazia, Signoresche farebbe, fé
noi tutti andaflìmo cercando il cap-
pello, che portiamo in tefta ? Certo
a me fembra , che ci troviamo nel
b cafo;
o( 18 )o
cafo;perchè il vero principio, d'on-
de viene (fé iodi molto non xrùim
ganno) la folida, e compiuta rifpofta
al quefiro, non è punto recondito :
ma è cofa nòtifàma a tutti, né altro
manca , Te non che alcuno indican-
dolo , bene lo applichi al bifogno ,
Anzi da quei principio medefimof
d'onde può derivarfi il divieto delle
Quinte, pare a me , che derivino
altresì , e quatfi inficine ad un parto
nafcano le più comuni , e più gè*
nerali leggi del Contrappunto . Di-co le leggi vere, e neceftarie, cioè
ouelle , che violare non fi pofibno
lenza cKe l'armonia fi guattì; perchè
io non nomino, né credo effer leggi
del Contrappunto quelle, che i Con-
trappuntifti alcuna volta volontà-
riamante impongono a fé medefimi,
volendo fcrivére piuttofto in quello,
the in quel modo . Quefti fono dif-
ferenti metodi di fcrivére, non leg-
gi
<H ìp )ó
gì dell' arte . Eziandio in altro mò-do potrebbefi affai bene , e lodevol*
jn^ntc fcrivere , Anzi quelle tali
condizioni volontariamente offer-
iate, fìccome tutte, qual più?qua!
meno , reftringono la libertà dello
fcrittore ; cosi Tempre rendono il la-
voro più difficile , non Tempre il
rendono più perfetto ; o quanto al
primo?e più immediato fine della
Mulìca , che è il diletto , o quanto
al fecondo , e più nobile , che è la
efpreflione degli affetti, e la rapffre-
fentazjone delle cofe . Il Sig. Gioa-
Chimo Quamz (a) inculcando la fu-
ga delle Quinte afferma efler quefla
la principale, e quqfì runica rego-
la direttrice de' Contrappuntifti mo-
derni, Sembra quefio fuo detto affai
derogare alla perfezione della rno-
h z der-'lj.1 . 9.JV . - f
(a) Muf. de la Chambre de fa M. le IUi dc-§Prufle; Eflai d'une method pour apprender a jouer£e & Fi«e Trar. Introduci. p# 13.
o( 20 )o
derna mufica. Ma non è il vero . Io
affermerò altrettanto delle più cele-
bri compofizioni degli antichi Con-trappunti fi: i , e porta la diftinzione
data delle vere leggi del Contrap-
punto, e dei metodi differenti, nonmi crederò di errare . V. S. fi com-piaccia di féguire pazientemente di
paffo in palio il difcorfo , che io
verrò facendo ; e giudichi poi5
fé
io fogno , o fé le cofe veramente-*
così ftanno , come a me fembra
.
Natura dell* L/Armonìa nafce dalla vicende-Armonia, ì -i ii_ - £ r
vole relazione , che hanno intra le
le corde , che la formano . Laondein un buon concento tutte le corde
lì riferifcono le une alle altre ili-*
qualche modo , cioè a dire fotto
qualche buona , e fenfibile propor-
zione , ma ad una principalmente
fotto la proporzione più perfetta ;
perchè prefe tutte iniìeme formano
con quella corda la fomma maggiore
poffi-
o( 21 )o
poflibile delle proporzioni più fem-
plici , e confeguentemente più feri-
libili, e più atte a dilettare . Quella
è condizione neceiìaria; altrimenti
le voci mufiche non avrebbono in-
tra fé alcun ordine , e la varie-
tà delle loro acutezze differenti
non ridurrebbefi air unità in alcun
modo : e cosi noi* avrebbono in fé
ragione alcuna di Bellezza, né po-
trebbono altrui porgere alcun di-
letto : perchè le differenti voci della
Mufica in tanto piacciono, in quan-
to che air orecchio, e per la via-,
dell' orecchio alla mente, efibifeono
una forma di bellezza, la quale nonè più dubbio alcuno , che confitta
nella varietà ridotta air unità (a)
.
Onde apparifee , che ottimamente
b 3 è
(a) V. Introduzione allo Audio della Religione dell9
'Eminentìflìmo Gerdil nella Diff. dell' Origine del SenfoMorale, dove acutiffimamente fi propone , e dichiara
9piti che mai altri abbia fatto , U Tem* del Belk .
ó( il )ó
è fiata appellata la Mufica da' rìòftri
maggiori : concofs difcordia vocuni^
Una concorde difcordia di voci < Male voci difcordi, cioè a dire di cjifì
ferente acutezza5
in finto concor-
dano j in quanto che. fi rapportano
ad una$che è la bafe comune ; e iti
qual altro modo pdtrebboilo all' u-*
nita ridutfi fuori , che in quefto ?
Egli è adunque cofa neceitariai fe-
condo che io diceva pur dianzi $ che
la bafe comune del caino non {ìdu
più che uria , .
ffttS ?* quefto però noti kguiti
,
fecondarla: che fecondo diverfi fifpetti ndii_^
SSTfÉ jSfe «che darfl il nome di ba-
genere. fe a più d'uria cofda ; ed io gè*
neralriiénre ftirrid doverfi dillin-
guere due gérìeri.di bali * Tarie delle
quali chiamo bajl primarie , e fìabilì^
le akre hafi fecondariè ie paffaggiefe
,
Procedendo fi vedrà , che non inu-
tilmente introduco io nel!' irte que~>
ite
o( 23 )0
ùc nuove appellazioni < jBo/2j prima*
ria è la primiera corda della fcala ,
dir vogliamo del Tuono$verfo la
quale tutte, IV;..corde di quella fcala
iftefla fanno la maggior fomm&-*
delle proporzioni più perfette . Equella altresì , come da me è ftata
chiamatafè bafe fiabile ;
perchè la
prima corda della fcala potrebbe^
continuamente fonare infino a»,
tanto | che il concento è formato
dalle corde di quella fcala. Anziquantunque attualmente effa non_-
(boni, deefi tuttavia intendere, che,
filoni; coficchè , o nell'orecchio,
o nella memoria di chi afcolta, fera-
pre duri « Appello bafe fecondarla
ciafcuna dejle corde del Baffo conti-
nuo , a cui il maeftro , che fiede al
Cembalo,attribuifce di mano in pia^
no le consonanze5che convengono,
fecondo che l'afte prefcrive. Ciafcu-
na delle corde, onde il baffo conti-
b 4 fluo
o( 24 )o
nuo è comporto , nell' atto , che fi
afcolta, è bafe . Ma fono tutte bali
fecondarle, perchè effe '-pure fi rife-
rifcono alla principale . Ne anche_>
fono ftabili5ma paffaggiere
,perchè
intanto fono confiderate per bafi,
in quanto che sr
aicoltano , e nonpiù oltre , mutandoli di continuo
,
e fuccedendo l'una all' altra , fecon-
do il vario penfiero del compofito-
re . Ora tanto la bafe primaria
,
quanto la fecondarla vogliono effe-
re una fola , e non più , cioè ali
dire ali* una , e all' altra di quelle
riferire fi debbono tutte le voci
,
che fi afcoltano , neffuna eccet-
tuata.
Acciocché bene apparifca ciò, che
io intendo dire, fingafi, che ad una
voce qualunque , come a bafe fecon-
darla , io debba dare per accompa-
gnamento la Terza , la Quinta , e
la. Settima; il che avviene alcuna^
voi-
o( 25 )o
volta . In quello cafo la Settima fi
confiderà Tèmpre come diffonante,
quantunque rifpetto alla Quinta effa
formi una giufta Terza ; e cosi ri-
portandoli ad effa, come a fua bafe,
doveffe confiderariì per confonante
.
Le tre voci foperiori adunque tutte
infieme riferifconfi alla inferiore ,
nefluna eccettuata ; ed una fola è
la bafe fecondaria di tutte le confo-
nanti contemporanee . Se avere ii
poteffero ad un tempo due ball fe-
condane , la Prima , e la Quinta,
nel cafo efpofto farebbero inficine
l'officio di bafe , e avrebbe cialcuna
una Terza a fé corrifpondente, cioè
queir accompagnamento tanto co-
mune , che quafi va replicandofi di
continuo . Cederebbe dunque 1&-,
Settima di effere diffonante . Maciò non avviene giammai . Neil'
efpofto cafo la Terza della Quinta
fempre da noi li confiderà cornoSet*
o( 26 )o
Settima della Prima . Seniore è con-
fiderata per diftbnante . L'orecchio
fempre naturalmente riferifce tutte
le voci , che ad un tempo ricevef
alla più grave ; e cosi la baie fé-
condaria, e paffaggiera nell' armo-
nia contemporanea , o come dico-
no nel Contrappunto , è Temprouna fola.
Ma anche una fola è fempre k-*
bafe primaria , e /labile non pure
neir armonia contemporaneai e_^
come abbiamo detto nel Contrap-
punto , mi sì eziandio nella armo-
nia fuccejjìva 9 e come oggi molti
parlano nella melodia . È quella è
la ragione , per cui le confonanze,
che fi danno a ciafeuna corda del
baffo continuo, debbono effere prefe
dalle corde proprie d'una fcala iftef-
fa , cioè a dire di quella , che ri-
fponde alla bafe primaria . Le altre
corde llraniere ufare non fi poffono
.
Effe
6( 27 )ò
Effe per avventura converrebbero
affai meglid alla baie fecondarla^
che di prefènte afcoltianid§ma Udii
così cdilverrebbond alla baie primà-
ria ^ alla cjuaìe il baffo cdiitinuo
ifteffo^ cioè tutte le bafi fecondar ie*
coti tutte le confòiiatóe^ che lord fi
aggiungono $ inficine li riferifcorìd^
e debboiifi riferire. Sia il concento^
che io afcoltd fdtidato nella corda
C con Ter^a maggióre i noti mait'àcdompagnàtdre adoperà aìcuinU
diefis ^ ó àlcuil bimolle eli quegli
irteffi^cùi le corde intermedie dell'
ifteffo tudiiO C di tiecefìita richiede-
ràniio, quàiidd non iaratliid più bali
fccòiidarie^mà primàrie. Manifefta-
mente adunque eziandio la bafe^*
primaria del concento è titìà fdlà. * CòmiDiftiiìte le due bàfLé confiderai óper le q^ii
H J • . £ i'.' a *" i > 4 . n 1 "uria , e i al-
11 diritto di ciafcuiìà5egli e ora dà tra bafe ali
1
vedere per quali condizioni ^[èr^^^Athia fi ffianifeiliiio l'una^ e lUltrà.eprimadeU
tizioni
o( 28 )o
Nel concento ciafcuna delle corde
tanto vale,quanta è la diftanza
,
che tiene dalla bafe . Laonde è fom-
mamente necèffario , che le bali
fieno man iferte . Se le ball fodero
incerte , incerto farebbe il valore
di tutte le voci fuperiori , che li
afcoltano;perche non avendo elle
nella Muiica valore alcuno affoluto,
ma folo relativo, tanto è ciafcuna in
fé ileifa, quanta è la dillanza , che
tiene dalla bafe . La prima condizio-
ne adunque, per cui le bafi udendoci fi danno a conofcere,edalla turba
delle altre corde fi diftinguono , 11
è la materiale loro collocazione nel
luogo più baffo; perchè qualunque
delle corde, nell'atto che prende
officio di bafe , dee trovarli nella
parte grave , e occupare il luogo in-
fimo. Quefta condizione è comunealla bafe primaria, e alla feconda-
rla . Ma noi ragionando diftinguia-
mo-
0( 2p )Q
mole , e facciamo capo dalla fecon-
darla .
Le note del baffo coririnuo9
co-
me tutte fono bali fecondarle nelP
atto , che fi afcoltano , così tuttodebbono effere le più gravi del con-
cento : Se liberamente le parti fupe-
riori poteffero difcendere fotto le_»
note del baffo continuo , I-orecchio,
in quel cafo non più come bafi le
comprenderebbe , o certo obbligato
farebbe a dubitarne. Or chi potreb-
be conofcere , e mifurare le diftan-
ze , fé la bafe , cioè il punto , d'on-
de la mifura è da prendere, non è
ben nota , e chiara? Alla ifteffa no*
ta del baffo continuo , offia alla^
fteffa corda della fcala, non fempre
lo fteffo accompagnamento fi attri-
buifce; perchè l'accompagnamentomolte fiate varia , foftituendofi.-, o
aggiungendofi alle fue corde pro-
prie5ed ordinarie altre corde non
prò-
§d 5© )q
proprie , e ftraprdinarie ; fia perchè
scosi vuole il compofitore affine di
sfpnmere alcuna gonfia perchè l'i tu
treccio? e movimento vario delle
parti cosi dimandi , Quindi avvie-
ne , ghe dalla combinazione delle
corde , che ad un tempo fuonano?
non può l'orecchio.,, ne l'intelletto
ancora, argomentare con certezza^
quale (ìa, o effer debba la bafe ,
laddove effa trovifi contufa collotltre voci }
il che forfè poffibjle fa-*
ria, quando la combinazione foffe
quella fletta fempre , e non foffrif-
fe mai cangiamento * Dirà forfè al^
£uno , che i più periti di mufica ri-'
conofcono alcuna volta la bafe con*
fufa tra l'altre corde , lo non vo 1
negarlo , Ma cotefto fanno effi ne'
foli eafi più facili ; non fempre il
fanno ; e appreso il fanno in mo.do , che egregiamente conferma-*
tiò $ che è inabilito . Perchè i buo^
ni
o( Ji )o
ni Pratici allora immaginano di ri-
dire l'Ottava baffa di quella corda,
che afcoltano . Cesi la distinguono
dalle altre , e riducono la bafe al
luogo fuo proprio, ammaestrati ii^*
certo modo a ciò iare dalla natura .
Suppìifcono dunque alla compofi-
ziorie . Se la bafe non dovette effe-
re la più grave, la compofizione nonfarebbe difettuofa, né bifogno avreb-
be di fupplimento. Quindi ne Ti dà
a vedere, quanto viziofo. iìa , oquanto a ragione da' più periti fi
riprenda, l'ufo de' Contrabalfi da tre
corde;perchè in quefti,non avendo
effi maggiore e-ftenfione , che di
una fola Ottava, tutte le voci den-
tro quella fi efiguifeono , elevando
alla Ottava fuperiore quelle note,
che nella carta fono fegnate più
fotto , e abbaffando alla inferiore-*
tutte quelle , che fono fegnate di
fopra , Nel qua! cafo oltre al nota-
bile
o( 32 )o
bile incomodo , che la cantilena;
del baffo (quando il baffo aveffe
la fua cantilena ) tutta fi fconcia,
e perde ; anche è neceffario9 che
foventi volte la fmfonia difeenda
fotto le voci de* Contrabaffi iftefii;
il che non avviene mai , che il
penfiero dello Scrittore , e l'armo-
nìa tutta della compofizione , con
fuo graviffimo fdegno (fé prefen-
re ritrovifi egli fteffo ) malamen-te non fi fcompiglj , e confonda.
Tutti gli fteflì incomodi , ( falvo
che la cantilena non fi distrugge )
avvengono altresì ogni voltaiche.
i Sonatori di Violoncello elegui-
feono nella Ottava fuperiore ciò
,
che nella inferiore è fcritto. Così
fatta libertà , o piuttofto licenza^
( volendola noi chiamare col fuo
proprio nome ) è degna di grave.*
riprensione . Effi tolgono alla com-pofizione il fuo proprio baffo, cioè
quello%
o( 33 )o
quello , che dal compofitore le è
iìato affegnato . Fanno, che le^
Quarte tratto tratto {\ convertano
in Quinte • E in una parola vo-
lontariamente cagionano nel? ar-
monia tutti gli altri fconci -•-, che
il difettuofo Contrabaffo da trocorde vi produce per neceffità , nonpotendo far meglio che in quei,
modo i E delle bafi fecondanotanto bafti aver detto . La bafe
primaria vuoili confiderare in duecafi. Prima y quando attualmente
fuona ; dipoi quando più non Tuo-
na , ma tuttavia fi prefuppone ,_
che continui a fonare , come hogià fpiegato innanzi . Nel primocafo effa trovafi fempre tra le no-te del baffo continuo ; laonde^vale di effa ciò , che delle altre
abbiamo detto
.
Non km-
Ma prima di paffar oltre, egli non ^"Voè da omettere una offervazione ago- ^ituirfi
° air altia •
c vo-
o( 34 )o
voliflima a farfi in quello luogof e
infieme di momento grandiffimo per
la chiarezza , e folidità xiella dot-
trina, che a poco a poco andremoesponendo . Un concerto a cagione
di eiempio di tre voci fi fuol com-piere con quelle tre confonanze_»
Prima , Terza , e Quinta , le quali
da' Maeftri Triade Armonica fi ap-
pellano . La Prima fempre trovali
collocata nel luogo infimo , nei
medio la Terza , la Quinta nel fu-
periore ; Ora fi finga, che trafportan-
dofi la Prima alla Ottava acuta9ri-
manga nel luogo infimo la Terza .
L'orecchio non ne rimane più fod-
disfatto -, Non più fembra , choquel concerto fi conchiuda. Quivi
il concento a quella corda , onde
elfo ha prefo , e riconofee il fuo
principio , e in cui fola può ripo-
farfi , e finire , non fentefi che fia
tornato ancora . Apertamente fi co^
no-
o( 35 )o
nofce , che l'armonia è fofpefa ,
Quella prima voce nondimeno nonè omeffa , Noi altro non abbiamo
fatto , che dall' infimo luogo , dove
flava , trafportarla al fuperiore . An-cora abbiamo noi neir orecchio le
tre corde iftefle , Come dunque^n^ìV effetto di tutte così gran can-
giamento è flato fa^tto ? U immagi-
narfi di udire la Ottava grave d'una
eorda acuta, che noi attualmente^»
afcolriamo , è cofa agevoliffima a
ciafcuno . In quefto modo adun-
que potremmo noi fupplire ai di-
fetto , riponendo in fantasia la^
vera bafe nel luogo , d'onde fu tol-
ta. Ciò fatto noi avremmo quella
voce principale a noi prefente in
due luoghi, cioè nella parte acuta,
dove l'ascoltiamo, e infieme nella
grave , dove la immaginiamo . L' -o-
recchio noftro nondimeno non fa-
lda pago ancora . Ancora noi none % , udi-
o( $6 )o
udiremmo il perfetto accordo,queir
accordo , che conchiude . E perchè
ciò ? Perchè la forza della acuta^.
voce , che veramente afcoltaii di
troppo naturalmente prevale alla
forza della voce grave , che folo
farebbe immaginata . Il fenfo dell'
orecchio , che è il naturai giudi-
ce dell'armonia, ingannar non fi
lafcia dalla immaginazione . ElTo
tuttavia riferirebbe le due prime
voci , che vere fono , e cui vera-
mente fente , alla Terza , cui pur
fente, e che è vera ; e cosi l'ar-
monia tuttavia fi rimarrebbe im-
perfetta . Non già le riferirebbe^
alla Quarta , che è immaginaria
,
e a cui fola riportandoci le due-»
corde fuperiori potrebbono mutare
le proporzioni loro , e renderfi atte
a conchiudere . Quella fempliciffi-
ma offervazione , la qual cade fo-
pra una efperienza a tutti nota ,
e da
o( 37 )o
e da ogni dubbio lontana, ci fa co-
nofcere , che il comun detto , che
l'una Ottava vai l'altra richiede al-
cuna limitazione . In un gran_-
numero di cali il detto è vero,
ma non in tutti . Singolarmente
Tempre è falfo , dove parlili delle
corde , che fanno officio di bafe ,
le quali mutandofi ^di luogo, mu-tano natura , e fanno mutar na-
tura a tutte l'altre , alle quali fi
Sottraggono .
Or fé la cofa fta cosi (di cho E^fme del
rr y rr • \moderno li-
neiìuno e, che polla dubitare ) co- ftemade'n-
me mai potrà riputarli5o vera, o voltl °
verifimile almeno , la novella dot-
trina de' Rivolti , la quale oggitanto fi celebra, come cofa utilif-
fima all' arte , e forfè il più nobil
arcano , che fia ancora flato di-
scoperto nell' armonia ? Io venero,
il nome del Sig. Rouffeau, o co-
me dicono del novello Cartefio
e 3 della
o( 38 )o
della Mufica , che l'ha prodottaf
e degli altri ingegtìofi Scrittori,
che l'hanno poi coltivata ^ ed am-pliata; ma richiajmandola all' efa-
me , altro a me non fembra di ri-
conoscerviiche errore
%ed ingan-
no. Quelli, che nella fcienza de' ri-
volti ci vogliono introdurre, comin-
ciano dal collocare le tre voci, che
fanno la Triade armonica , come»debbono effer collocate , acciocché
formino il più perfetto accordo t
Aggiungono anche alle tre fl&ji
Settima , dipoi vanno follevando
all' Ottava acuta ór l'ima, or l'altra
di quelle tre , o di quelle quattra
corde , e cosi mi vanno ràpprefen-
tando agli occhi tutte le di verte
combinazioni , che fé ne fanno .
Soffermiamoci alquanto, e dicanmti
di grazia quelli maeftri novelli
,
che intendono eiTi d' infegnarmi
con tutto quello ? intendono forfè
o( 3P )o
di farmi avvertire , che quelle tre,
e quelle quattro voci, in qualunque
modo lì combinino , Tempre fanno
un accoppiamento aggradevole air
orecchio colla fola differenza del
più, e del meno ? Quefto verrebbe a
dire, che quelle fono corde muficali;
perchè le corde muficali , cioè ad-
dire tutte le corde proprie di unagiufta fcala mufica hanno quefta_*
proprietà, che combinandoli qua-
lunque con qualunque replicano il
maggior numero di volte , che fia
poffibile (a) quelle proporzioni me-defimé , che effe avevano inver-
fo la prima , e più grave corda della
fcala , e Tempre tutte infieme il
meno, che fia poffibile , fi dirotta-
no dal più perfetto grado di rela-
zione , che è quello della ugua-
glianza . Ma fé altra dire non mie 4 ' _ vo-.
(a) V. rAuu Difs. I. della Mufica de' Greci*
o( 40 )o
vogliono,
quefto già fi conofceva
aliai chiaramente,
per quanto ba«
ila alla pratica; e quanto alla dimo-ftrazione teorica , non folo che così
fia, ma che cosi effer debba, il me-todo delle varie combinazioni di
tre , e di quattro corde > che effi
mi pongono innanzi , nulla mi ar-
reca r che fia utile . La ragione del
fatto fta nelle dimenfioni delle
corde . Ciò avviene ,perchè le^>
corde muiìche hanno ciafeuna quel-
le tali dimenfioni . Se altre ne.-»
aveflero , ciò non avverrebbe . Midiranno forfè, che intendono foì-
tanto di moftrarmi il modo , e l'or-
dine , con che le proporzioni delle
corde fi vanno fcambiando 9 co-
me effi dicono rivoltando l'una nel?
altra , fecondo che o di fopra, di
fotto polle fi trovano? Ottimamen-te . In tutte le cofe l'ordine è de-
gno d'effere oifervato , e confiderà-
to j
c( 41 )o
to , ma quello ordine già dagli an-
tichi mi fu efibito molto più evi-
dentemente > con metodo aliai mi*
gliore ,• e più comodo. Ragionandogli antichi delle varie maniere di
Contrappunto ^0/^/0, Cogliono porci
innanzi due corde , V una acuta ^ e
1 altra grave, -confìderandole comeinabili ; Dipoi tanto ali* una
,quan-
to all' altra riportando a mano &^mano ciafeuna delle corde interme-
die ci fanno vedere per ordine tutte
le inverfioni , che avvengono , o
poflbno avvenire nelle proporzioni
loro , fecondochè o alla corda inte-
riore, o alla fuperiore fi vogliono
riferire. Quale facilità,quale chia-
rezza maggiore di metodo potreb-
be defiderarfì ? Confrontili con que-
llo il metodo de* modernii
i qua-
li non ieparano corda da corda,
ma Tempre infieme tre > quat-
tro ne comprendono ; e apertamene
te
o( 42 )p
te fi vedrà , che tanto gli cede
nella perfezione. ( cioè a dire i&jtutte le doti proprie di un buonmetodo) quanto nella conipofiziò-
ne, o fia nella complicazione lo
fupera . Ma via, della perfeziono
del metodo non parliamo. Riguar-
diamo unicamente alla utilità delia
dottrina . L'artifizio de' Contrap-
punti doppj, in cui propoiito gli
antichi parlano de* rivolti , tutto
pende dalla qualità di effi rivolti,
fecondo la varia diftanza dei due
eìiremi , a cui le corde interpone
fi riferifcono . Di qui nafce ad untempo una regola generaliffima, e
nelle cofe muficali di grandiflimo
momento , fecondo la quale può
il compofitore efaminare un fuò
penfiero qualunque , e conofcere ,
fé quello fia idoneo a teffere fe-
licemente una buona fuga , ovve-
ro un Canone . In così fatti arti-
ficiofi
ó( 43 )o
ficiod lavori il penderò ifteffo rin
trovad alcuna voltai nella parte_>
fuperiore , alcuna volta liell' infi-
ma . La regola dunque fa cono-
scere quale delle nòte , onde il pen-
fiero è comporto $ nell'uno >o nell'
altro cafo diverrà clifibUànte , e ri-
pugnerà alla buona armoniaiPo-
ila la quale cognizione , o il eonnh
pofitore corregge il fuo penderò$
t leva via la corda ^ che prevede^
dovergli edere moietta * fé levar
fi può fen^a che il penderò H gua-
iti ; o iion potendod3
rifiuta quel
penderò j e trovane un' altro $che
da opportuno alla fna intensione;
i inutilmente non confuma l'ope-
ra $ ed il tempo . Bene è egli ve-
ro^ che non tutte le fpezie de1
Contrappunti doppj meritano egua-
le dima $ còme giudi^iofàineritc^
àVverte il chiariffinto Sig. Conte
Giordano Riccati fieli' aureo fuo
o( 44 )o
Saggio fopra le leggi dei Contrappun-
to (a). Alquante fpezie nondimenofono di tanta utilità alla perfezio-
ne del cantoy
e a chi lo componedi tanto comodo , che io mi me-raviglio , come tal dottrina , la-.
qaal pure è faciliflìma ad appren-
derli9non Ila oggi tra profeffòri
aliai più comune , che non è . Leconlìderazioni adunque , che gli
antichi al modo loro hanno fatto
fopra dèi rivolti non furono infrut-
tuofe , anzi il loro frutto è ben gran-
de. Ma le fpeculazioni , i difcorfi,
le difpute , che i moderni ne han-
no fatte, e tuttavia ne tanno,
quale vantaggio mai hanno arre-
cato al? arte? In quale parte per efiì
o più perfetto , o più facile è di-
venuto l'artificio muficale? Dicanlo
i profeflbri9 fé lo fanno . Io non
lo
(a) Caftcl Franco ì yé 2,
o( 45 )o
Io fo . Il Sig. Rouifeau, il quale
come a me fcmhra è il più dili-
gente , e più felice cfpoiìtore del
iiilema de* rivolti , afferma air arti-
colo Renverfementj che l'accordo di-
retto fi può Tempre cangiare in »
qualunque de' fuoi rivolti , fenza
che l'armonia fi guafti . „ Partout,
„ dice egli j où un Accord direct
& fera bien place ,fes Renvcrfemens
„ feront bien placés auffi , quant à
„ l'Harmonie; car c'eft toujours la
„ mème fucceffion fondamentale .a
Cosi grande libertà farebbe a' com-pofitori dì gran comodo , e po-
trebbe quello confiderarfi come unnotabile vantaggio nuovamente^recato alla proieffione . Ma il Sig,
RouflTeau iiìeflb non fi tien fermo
nella proporzione , anzi in più
luoghi, e Angolarmente all'arti-
colo Accord verfo il fine, moftra^»
d effer ben perfuafo , che la libera
fofti-
folliamone di un' accordo all' al~
rro?non folo rifpetto alla efpre&
fione , ma anche rifpetto all' ar*
monìa, non debba effer lecita9 per-
chè dice : „ Cefi une grande er^.
5,reur de penfer que le choix des
„ _renverfemen$ d'un mème Accord
n foit indifférent pour PHarmonie
„ pu pour Pexpreffion . Il n'y a_»
p pas un de ces renverfemens qui
„ n'ait fon carattere propre, Tour
„ le monde fent Poppofition qui
„ fé trouve entre la douceur deu„ la Fauffe-Quinte , & l'aigreur du
5, Triton , & cependant l'uri do„ ces Inrervalles eli renverfé de
„ Pautre :" con tutte l'altre ofTer-
vazioni?che feguono . Che gio-
vava adunque infegnarmi , e por-?
mi dinanzi agli occhi tanti modif
in cui ciafeuno accordo , diretto
può. rivoltare , fé poi né il rivoli
?P al direttopné Puno all' altro
ri-
b( 47 )o
rivolto generalmente fi può fofli-
tuire ? Per quefte ragioni a me__,
fembra , che il novello iìiìema.'de'
rivolti fia affatto ingannevole. A.
primo afpetto per l'autorità degli
Scrittori , che lo favorifcono , per
l'opinione della novità5che lo ac-
compagna , molto più per certa-,
apparenza non io fé iodica di Fi-
losofia y o di mifterio , fotto di
cui ci fi prefenta^quafi^in un ricco,
e nobil manto inviluppato , e co-
perto, impone altrui ; e dà .molto
a fperare di fé medefimo ; Ma con-
fidcrato che fia da vicino , e tan-
to quanto ricercato nel fuo inter-
no5 fi fcopre non effer folido , e la
,illufione fvanifce , Volendo i Pra-
tici apertamente dire ciò,. che fen-
tono , confefferanno , che effi il
trovano, inutile nelle confeguenze;
e t Teorici diranno5che falfo il co-
nofeono nel 'fuo principio., m®£&effen-
o( 48 )o
efTendo cofa poffibile , che gli
accordi rivoltati differifcano dal
diretto nel modo folamente > e_»
non già nella foflanza ; dappoiché
la efperienza trivialiffima , e cer-
tiflìma , che noi abbiamo ricor-
dato ci ha fatto conofcere adevidenza ,v che trafportata la bafe
d'uno accordo qualunque alla Ot-tava fuperiore, tutte le corde f cheIo formano y mutano il valore % e
l'effetto y comecché non mutino i
nomi loro . Negherà forfè alcu-
no y che la foftanza degli accor-
di fi muti 5 benché la corda più
grave fi t.rafporti al luogo fupe-
riore y opponendo y che la vera_-*
bafe di tutti gli accordi è il Baf-
fo fondamentale , il quale tuttavia
fi prefuppone effere quello fteffo .
Io ho difiinto la bafe primaria^
dell' armonìa , e la fecondarla , edamendue le tengo per neceffaric ,
Ma
o( 45? )o
Ma ciò non faria vero , fé gli ac-
cordi rivoltati fi potettero avere per
limili , ed eguali al diretto nella
foftanza , folo che la bafe dell' ac-
cordo diretto fi prefupponga ftar
ferma nel baffo fondamentale . Dinuovo io ho detto , e provato an-
cora , che le voci vere rifpondo-
no alle vere , non alle immagina-te . Ora il Baffo fondamentale nel
fiftema de' rivolti è comporto di
voci , altre delle quali debbonft
riputare immaginarie , ed altre no,fecondoche potrà conofeere chi vor-
rà attendere a quello , che io dirò
dappoi .Nondimeno non volendo io
al prefente distinguere gli accordi
,
che rifpondono alle voci vere del
Baffo fondamentale , o che tali fi
poffono prefupporre , da quelli,
che rifpondono alle immaginarie
C perchè faria troppo lungo , e_#
intricato difeorfo ) dico, che co-
d tetto
o( 50 )o
tefto Baffo fondamentale , che fi
prefuppone ftar fermo, qualunque^fia, è dubbio , e perciò inutile. Elio
tante volte è dubbio,quante volte
occorre , che fia dubbia la qualità
del rivolto , cioè a dire,qualun-
que volta uno accordo rivoltato
può egualmente venire da quefto
,
o da quello , che fia diretto ; il che
fpezialmente avviene negli accor-
di [cernì ,quando non fi impiegano
tutte le corde, che fono loro proprie,
ovvero ne* foprabbondanti,
quan-
do alle corde proprie alcuna noix^
propria loro fi aggiunge , come di-
cono, per fottopofizione ; In quefti
cafi il baffo è dubbio ; perchè nel
propofto ftftema tal baffo prefup-
pone tale accordo ; e vicendevol-
mente un tale accordo prefuppone
un baffo tale . Quivi la qualità
dell' accordo è dubbia . Altrettan-
to dubbia farà dunque lavoce del
baffo,
o( 51 )o
baffo , che fi fuppone ; ed effendo
la fuppofizionc reciproca , cornopotrà rifoiverfi ? Veramente dun-
que valleranno gli accordi rivol-
tati dal diretto /d'onde nafeono,
nella foftanzaje l'allegata ragione,
che li vuol dedurre dal baffo , che
fta fermo , non bafta a difendere
il fifìema;
perchè qualunque fia
quel baffo, effendo dubbio, nonmerita effere confiderato, né puògiovare in alcun modo
,
Quelle fono le mie difficoltà con-
tro la celebre opinione del Sig, Ra-meau ; il cut pefo io non dubito che
gli ammiratori, e feguaci fuoi fenti-
ranno affai bene . Io d'altra parte,
fé alcuno troverà modo di rifol-
verle; e mi dimoftrerà , che Ter-
rore Ita dal mio canto, non farò
tardo a conoscerlo , e di buon»,
animo applaudirò alla perfpicacia
del difenditore . Che già non le
d % ho
o( 5 2 )° • i
ho io prodotte, perchè k> ami di
contrattare alle opinioni di chi
che fia ; ma perchè parvemi ne-
eeffario il torre di mezzo un' in-
ciampo : acciocché le cofe , che_»
ho dette , e l'altre , che a dire
mi rimangono , come fono tutte
femplici , e piane, cosi anche pof-
fano interamente dimoftrarii nella
chiarezza, e certezza loro propria;
troppo fpeflb occorrendo, che le-»
cofe mirabili gittano ombra , e
dubbio nelle vere (a) . Rimettiamo*ci
. (a) Non è da ommetterfi, che i nomi di corda—tonica , corda fenfibile , dominante, fottodominante ,
media, febbene non fembrino del tutto inutili, e per-
ciò fieno flati ricevuti da* molti, che nel refto nonfeguono la dottrina del Sig. Rameau , non però fono
i più opportuni,
perche non indicano Povricio di
ciafcuna corda con (ufficiente precisone , e chiarez-
za, e così danno occafione a divede vane, e confufe
immaginazioni. Eccone un efetnpio n^W Arte pratica
di Contrappunto dimoflrata con efempj: Opera affai
pregevole del P, Giufeppe Pao/ucci Min. Conven. ftam-
patain Venezia per Antonio de Caftro 1765. Tom, 1.
fagina 153. dicefi: ogni qualvolta il Compofitore fi
vitro-
o( 53 )o
ci ora nel noftro cammino, e pro-
cediamo .
La bafe primaria ) e flabile , Condizioni
come detto abbiamo, non altri-
P
roPrjede
.
1-
., ,.
9. r la bafe pn-
menti, che la lecondana5
e pai- maria,
faggiera5quando ella attualmente
fuona (cioè a dire o quando. dàprincipio al concento , o, quando
d 3 lo
ritrovi nella quinta del tuono, non potrà pajfare alla
quarta [e prima non tocca la fondamentale ,perchè non
fi pub parure agli eftremi , fé nonfi,
tocca il mezzo.JE facile da vedere, che la tonica è la corda media frala dominante , e la fottodominante ec. Acciocché fi av-
veri che la tonica , cioè la fondamentale fia mediatra la dominante , e la fottod'mùnante , cioè tra la__.
quinta, e la quarta, è neceflario, che la quarta illeiTa
muovali dal loco fuo proprio trafporrandofi alla otta-
va grave. Or non è un tale trafporto affatto contra-
rio alla buona ragiona? Di poi come potremo noi
ritrovare una corda media all' ifteffo modo in tutti i
pafTaggi, che fi fanno da tuona a tuono? e nondi-meno ritrovar fi dovrebbe ; perché le regole, e le ra-
gioni delle regole debbono effere generali . Quantoera cofa piti fpedita, e più chiara il dire, che la—quarta non può divenire bafe primaria, fé avanti nonfi tocca la fua Guida , cioè la fua quinta ; e la fua
quinta eCTeie Quella appunto, che innanzi era bafe^*ella* iìefTa .
o( 54 )o
lo conchiude ) dee neceffariamen*
te fonare nella parte infima , e^più grave * Quella condizione non-dimeno non le bafta * Alla bafe_>
primaria , e ftabile^ acciocché effà
all' udito chiaramente fi maniie-
fti ^ e chiaramente conofciuta , dai
fenfo palli$ ed imprimafi nella
memoria di chi afcolta $ una-*
feconda condizione fi richiede ,
tutta fua propria ; e quefta ci ri«
mane a ricercare - Égli è fuori
d'ogni dubbio iche la bafe pri-
maria del concento dee fempre^
effere una delle due corde princi-
pali di quella fcala^ a cui il con-*
cento fteflb appartiene ^ cioè a dire
o T Ut5o il Sol i
o la prima cor-
da della fcala $ o la fua quinta i
Quindi è che i timpani fono mol-
to utili nelle gran finforiie 5co-*
mechè non rendano altre voci f
eh©
o( 55 )°
che quelle due fole (a) . Poflbno
quelle due corde bene a ragione
appellarli in ciafcuna fcala i dut~>
ejìremi della armonia,perchè accen-
dendo dall' Ut al Sol l'armonia vadi continuo crefcendo ; ma da indi
in poi decrelce intino alla ottava
,
in cui di nuovo ricomincia un' or-
dine fimigliante . Quella è cof&-*
faciliffima a notarli 5perchè la ter-
za corda meglio confuona colla-»
prima3 che la feconda non fa .
La quarta meglio5che non la ter-
za ; e ciò deefi intendere quando
d 4 la
(a) Ciò intende/i quando fieno introdotti a luogo , e
con dìfcretezza ; altrimenti il $ig. D. Tomas de Yriarte
nel feto Poema , La Mufica,
pieno di verità , e fom-tnamente idoneo a propagare il buon gufìo ne* profefforì^
e dilettantii fiampato con regia magnificenza in Ma-
drid tanno 1779., a ragione dice: Canto IV.Clarinetes Marciales
Anaden los modernos ; y abominati
El ufo de Timbales,
Cuyo eflruetido importuno
,
Acfarando el compas groferamente
La Melodia offufca, y no confienfe
. Grata hermendad con inftrumento alguno »
o( $6 )o
la ter^a > e la quarta unicamentefi riferifcono (a) alla prima
5e non
inficme ad altre voci n Finalmen-te la quinta meglio confuona colla
prima corda5che tutte l'altre pre-
cedenti é Nella fettaòche feguita,
la dolcezza della confonanza col-
la prima manifellamente è menoferifibile * e vie meno fenfibile è
nella fettima. Veramente adunquela corda [7r
5ela corda Sol fono i
due eftremi dell'armonia » Ma anche
quefti due efiremi vicendevolmen-
te il ajutano l'uno l'altro a farli
coiiofcere;
perchè io non poffo
fapere?
fé una corda qualunque^
fia la prima della fcala , a cui il
concento appartiene , Te non ho
udito innanzi nella melodia?o Te
di preferite non odo fopra di quella
nel Contrappunto la fùa quinta ...
: vi-
(a) Auu Del numero , e delle mifure cleUe Corde
Mufiche, e loro corrispondenze §. 74« 75. 7^»
o( 57 )o
Vicendevolmente io non conofce*
rò, fé una corda qualunque fia quin-
ta?
fé l'orecchio mio non la rife-
rifce ad un' altra , che fia la prima .
Tolta via una tale relazione io di
neceffità mi rimarrei fempre ambi-
guo;perchè qualunque delle cor-
de può tenere qualunque luogo >
La relazione fola dell* una corda
ali* altra mi fa attualmente cono**
fcere il luogo9
che effe tengonodi fatto , e per conferente l'offi*
ciòò e il valore di ciafcutia . Ora
le corde di tutta la (cala fatino
colla prima di effa la fomma mag-giore poflibile delle più perfette^
confonanze | e per quello VXJt pre-
vale alquanto al Sol j Ma le corde
medefime anche ottimamente tutte
rifpondono al Sòl ; d onde avviene ;
che il più facile, e più naturale-*
piaggio di tuono a tuono , che fi
fuol fare, è .dalla prima alla quinta;
anzi
ó( 58 }ó
anzi dirò pure, che generalmente,
e quali neceilariamente lì fa ìpòs,
qualfivoglia buona cantilena. Ecco
dunque difeoperta la feconda con-
dizione , che noi andavamo cercan-
do . Qualunque fia la corda , 111^
cui il compolitore voglia fermarli,
ficcome in bafe primaria , egli fa-
rà neceffario , che inlìeme coirai
quella , ovvero innanzi a quella ,
facciafi fenrire la fua quinta;per-
chè quello è il modo , in cui foio li
può manifestare , che quella fia la
bafe lìabile , e primaria del concen-
to. Molto giovano all'ifteffo effetto
la feconda, e la fettima, le quali pa-
re che diftolgano la fantasia di chi
afcolta dalla bafe , che il compofi-
tore abbandona , e a quella il chia-
mino, a cui il compofitore ifteflb fi
reca . Nondimeno alla totale di-
chiarazione della bafe quelle due
corde non battano ; l'indizio della
quin-
©( 5P )o-
quinta uetl* armonìa affolutamente
è neceffario » Apparifce di qui là_*
cagione,perchè tanto frequente-
mente fi ufìno nelle compoiìzioni
di qualunque genere * e Angolar-
mente nella parte del baffo * i due
falci di quatta in fu ^ e quinta in
giù ; e per contrario di quinta in
fu ^ e quarta in giù , Il primo mo-do di procedere (il quale chiara-
mente appaga più l'orecchioòper-
chè con elfo l'armonìa Ritorna alla
prima voce ^ cioè alla fua origine )
ci fa conoscere ^ che il concento
paffa dalla cotda Sol alla corda Ut^
ficcome a bafe primaria * K il fe-
condò (che alquanto meno ci appa-
asperelle con effo l'armonìa fi va al-
ontanando dal fuó princìpio , e ci
tiene tuttavia alquanto fofpéfì ) ci fa
fentire ^ che l'armonia trapaffa dall'
Vt al Sol put come a baie primaria *
Tanto neir un progreffo $quanto
nell'
ì
o( 60 )o"
nelr altro affai tóaOi^fisfftetòfè li
coiiofce?che mutali la ioiidameii-
tale . In un cafo abbandonando- unadata corda qualunque 5 coniiderata-,
come prima?palliamo ad un' altra-
,
che pigliali per fua quinta . Neil"
altro calcolale iando una corda con-
fìderata da noi come quinta3pallia-
mo alla prima , che alla quinta_*
fteffa fi riferifee .Sono dunuue duele condizioni
yche concorrono a_^
dichiarare la bafe primaria nell'atto,
che Tuona ; una la collocazione nel-
la parte più grave5che ad effa è
comune colla fecondarlaaj L'altra
non comune , e fua propria , ed è
la relazione della quinta , che le
precede , o che Faccompagna .. Po-
fte le quali due condizioni non più
l'orecchio confonde quella corda-,
con qualunque delle altre. Effa è
pur fernpre la bafe principale , ed
ultima del concento 5 e per tale lì
fa
o( 61 )o
, fa conofcere9
infinchè all' ifleffo
modo un' altra non le ila .foftitiiita.
Da indi in poi quella corda più
non fuona , e tuttavia.il prefappone,
che Tuoni. Più non tiene il più
'baffo luogo, e tuttavia ad eifa tutte
l'altre corde fi riferifeoeo ; e da_,
dia tutte numerandoli prendonoil nome , e il valore loro pro-
prio , come fé pure nel più balio
luogo fi ritroyatle '. La • ferie delle
bali fecondarie , cioè .le note del
baffo continuo, afeendono, e difen-dono fopra , e fotto di quella; non-
dimeno a chi afcolta femore è chia-
ro , che tutte a quella fervono i
Ciafcuna delle ball fecondarie co-
manda alle corde , che foiliene fo-
pra di fé , cioè adegua a ciafchedu-
na le proporzioni loro proprie , fe-
condo le relazioni5che feco han-
no . Ma effe , e tutte quelle corde
infieme, fervono all'ifteffa bafe.. pri-
ma-
Cf( 6% )o
maria ; a quella tutte ubbidirono '•
e per tal modo tutta la varietà del«
le armoniche voci alla unità è ri-
dotta , Né qui dubiti alcuno, che
io fletto alla fine contro quello, che
ho detto, venga a concedere , che le
voci vere , e che fi afcoltano, ad unavoce non vera, la quale non fi afcol-
ta,ma fi immagina, poflano riferirfi
,
Io quello concederei, fé la bafe pri-
maria del concento , la quale tut-
tavia è bafe , quantunque più nonfuonì , non ci fofTe entrata nella^
memoria per la via dell' orecchio ,
Ma avendola noi innalzi avuta nel
fenfo , e dal fenfo ricevutala poi
nella memoria fotto le condizioni,
che abbiamo dette, le quali d*uogni altra la ci fanno diiìinguere
,
non più quella voce né dee , népuò in alcun modo effere confide-
rata come immaginaria. Effa è vo^
ce vera , e affatto propria del canto^
ch'io
o( 67, )o
eli io afcolto, non già puntò imma-ginaria ; come immaginarie non_.
fono le parole tutte di un difeorib,
che altri mi fa ; non pure la parola,
ch'io odo di prefente , ma tuttoquelle , che fono già ite innanzi , e
più nell'orecchio non mi Tuonano;
tra le quali è forfè la più neceffaria,
cioè quella , che tutte infieme le
congiunge; e così fa che ciafeuna
concorra alla lignificazione delwpen-
fiero, che effe unitamente mi rap-
prefentano.
Entriamo qui nel difeorfo del ^Tndl!Baffo detto fondamentale , che ab- mentale,
biamo ricordato poco innanzi. Noicosi condurremo la dottrina dellobaft al fuo ultimo termine , e me-glio infieme comprenderemo, quan-
to imperfetto fia in ogni fa* partoil novello fiftema de
7
rivolti , Delbailo fondamentale molti in quefto
fecolo molte cofe hanno ferino, manon
o( 6*4 )o
non molto felicemente ; laonde la
materia è tuttavia piena di bu}o ,
e di dubbiezze . Tentiamo noi al
prefente di darle chiarezza , fé ci
fia poffibile , e incominciamo dal
definire. La definizione è neceffa-
ria a chi afcolta , acciocché poffa_«
intendere con facilità ; e molto più
a chi parla, acciocché non vada er-
rando , né inutilmente affatichi fé ,
ed altrui .
Io chiama baffo fondamentale il
fiìt profondo , e femplice baffo y cht~*
regga l'armonia fopra di fé . In quàn-to è il baffo più profondo potrà
concepirti come il baffo del baffo
continuo . Inquanto è il più fem~
flice non dovrà avere , che il mi-nimo numero poffibile di note , cioè
a dire, le fole note neceffarie . Do-vranno altresì quelle poche voci
effere replicate in modo , che mar-
chino perfettamente la mifura , e la
fpe-
o( 6$ )o
fpezic delle battute;perchè il baf-
fo , che foftiene l'armonia, dee al-
tresì regolare il movimento della-,
cantilena , ficcome è cofa palefe per
fé medefimà , comecché la più par-
te a quefto non badi . Pofto ciò io
dico , che effendo aflolutamentc*
neceffarie all' armonia le bafi pri-
marie del canto, dovranno tutte-»
quelle ritrovare fenza dubbio nel
baffo fondamentale. Effo adunquefarà per quella prima ragione una-,
ferie di corde , che tutte portano il
nome o di 17* , o di Sol ( da che_,
abbiamo offervato , che tanto VUt ,
quanto il Sol è bafe primaria) le qua-
li corde andranno di mano in manomutandofi
9 fecondochè la cantile-
na fuperiore va trapalando da tuo-
no a tuono . Ma a ben paffare dall'
uno fiir alito tuono è neceffaria an-cora ima corda comj|ie ad amenduei tuoni , la qaakl kwyaetta ; ^
noi pure abbiamo innanzi avverti-
to, che la prima corda della fcala~»
guida alla quinta , e vicendevol-
mente la quinta guida alla prim*L#
per la manifefta , e fenfibiliffima
relazione , che hanno infra fé i
due eftremi deli' armonia . Supporto
adunque , che la ferie delle bafi
primarie forjnifi tutta di note , che
ci rapprefentino l'Ut , la corda co-
mune, che fervirà al paffaggio dall'
uno all' altro Uf , farà uà &>/, cioè
a dire , farà fempre una corda , che
potrà portare quefto nome, iion già
ri/petto air Ut antecedente, ma ri-
fpetto al fèguente; perchè in verfo
di quello farà fempre una giufhu.
quinta, qualunque &% il nome, o il
numero che effa tenga verfo 1 ante-
cedente , che potrà variare di mol-
to . Supponendo per contrario , che
il baffo fondai ifcptale , o dire vo-
gliamo hJà tle Uili primarie,
fia
o( <$y )o
fi& tutta formata di note , che rap~
pmkmino il Sol,U corda comune
,
e intermedia, farà Tèmpre mio Ut;
il che yuolfì intendere nelV ifteffo
modo , e fotto le ifteffe condizioni,
fono le quali abbiamo detto nella
fappofizione fuperiore, che la corda
intermedia farà fempre un Sol .
Quelle, quanto alla foftanza, faranno
le corde , che formeranno il baffo
fondamentale ; le quali come ognunvede, volendole noi confiderare-/
rifpetto all' offizio?che fanno , non
fono veramente più che due corde
fole delia fcala. Ma confiderandolc
materialmente fecondo il nome , o
la lettera , che le fegna^ potranno
effere molte , e varie ; tantoché chi
prendeffe a confiderai un tal baffo
fondamentale fcritto in carta , e_»
non foffe iftruito della fua regola,
agevolmente rimarrebbe perfuafo ,
ehe tutte le corde della fcala vi
e z po£
o( 68 )o
póffano entrare , e di fatto vi en-
trino , febben forfè l'una alquanto
più fpeilo , che l'altra . E trovan-
dofi confufo da quella moltitudine ,
e varietà di corde, non potrebbe per-
venire a conofcere la fua vera natu-
ra . Ho parlato delle corde , le quali
formano il baffo fondamentale-,
quanto alla foftanza . Quanto al
modo due cofe fono da notare ;
la prima fi è, che le bafi prima-
rie o fieno VUt9o fieno il Sol, quan-
do fi mutano , debbono generalmen-
te venire in battere , non in levare ;
e ciò perchè la regola , e il temporichiede , che la mutazione di tuo-
no facciafi nella fua parte più fendi-
bile, non nella meno . La feconda
fi è , che i falti , che a mano a ma-no fi fanno .dalle bafi primarie alla
corda comune , ed intermedia , o
dir vogliamo alla guida (perchè
tal nome molto bene conviene all'
• -- offi»
o( <5> )o
offizio, che effa fa) e vicendevol-
mente dalla guida alla nuova bafe
primaria del tuono, che fuccede ,.
non dovranno mai efiere fpropor-
zionati , cioè contenere alcuno
degli intervalli diffonanti , che fi
proibiscono. Perchè il baffo, che
ìbftiene tutta l'armonia delle voci
contemporanee , non è difobbligato
dalle leggi dell' armonia fucceffiva ,
alle quali anche ubbidifce ciafcuna
delle altre parti . Tali condizioni
non mai mancheranno al baffo fon-
damentale , fé il progreffo della
cantilena fuperiore farà regolare ;
cioè a dire , fé irregolarmente nonfi trafporterà da tuono a tuono, tra-
paffando fènza toccare i debiti mez-zi
9 a tuoni rimotiffimì , ein neffun
modo fubordinati al precedente *
In altro cafo ad una licenziofa , e-*
affatto irregolare cantilena non po-
trà mai fottoporfi un buont ^ e ben
e 3 te-
c( 70 )a
regolato baffo fondamentale ; della
cui natura parmi òggi mai aver
detto tutto quello i che bifognava ,
Un baffo più Semplice di quefto3
che io ho rapprefentato i non puòimmaginarli
;perchè non contie^
ne5che le corde affolutamente ne*
ceffafie^ la bafe primaria di ogni
tuono, e la guida dall' un tuono
all' altro < Altrettanto è facile éucomprendere f che fia il più pro-
fondo poffibile i I mufici compofì-*
tori hanno la fantasìa piena di fuo-
ni giuftl, e telativi l'uno all' al*
tro « Quindi avviene * che dato uit
progreflb qualunque di note5
faci^
infimamente immaginano altre no^
te fuperiori ] o inferiori , che ±aquelle rifpondano, E quefta facili*
tà è quella , che gli rende idonei
a comporre , Ma fttictj chi vuole ,
Non potri mai fottoporre alle bafi
primarie $0 alle note comuni* che
o( 71 )0
fervono di paflaggio ^ altre note 9
che egualmente bene foftengano
l'armonia, fé non fc le loro otta-
ve . Ma il procedere in quello ca-
fo di ottava in ottava ^ non è pro-
cedereima iiarc , Il deformo baffo
adunque come è il più fetnplico
poflibilefcosi anche è il più profon-
do fuori d'ogni dubitazione . Effb
dunque fari il veto baffo fondamen-tale . Della cui utilità non è da omet-
tere ^ che potrà effb in pratica effer
giovevole ad un novello compolito-
re neir atto , che ferive5 per avverti-
re il procreilo di tuono a tuono 5
anche nella efecuziorte ad una ma^no di giovani ^ che abbiano bifo-
gno di effere ajutati per bene in-
tonare , e ben procedere in tempo.,
ma non più oltre;perchè la ripeti-
zione continua delle voci ifteflo
offende l'orecchio , e farebbe del
tutto fuperflua;perchè le bufi pri<*
e 4 fft#~
o( 72 )o
marie mai non mancano nel baffo
continuo , e le voci intermedie,
cioè le guide, fé nel baffo continuo
non fi odono, odonfi nelle parti fu-
periori , e tanto baila . Intorno alla
fuperfluità del baffo fondamenta-le nella efecuzione, generalmente_j
quelli , che ne parlano , concordi
fono , ma differirono affaiffimo in
tutto il refto . Affai lungamente neragionano . Molte , e molte regole
affegnano , né ancora alla fine fi
tengono ficuri di aver detto quanto
baila. Il Sig. Rouffeau tra gli altri
conchiude il difeorfo in quello mo-do : „ ne croyons pas que la Baffe,
„ qui eft le guide, e le foutien de
„ l'Harmonie , l'ame &, pour ainfi
„ dire , l'interprete du Chant , fé
„ borne à des règles fi fimples ;
„ il y en a d'autres qui naifent
„ d'un principe plus fur 5 & plus
„ radicai ,principe fécond , mais,
„ ca*
o( 73 )o
55cache
,qui a été fenti par tous
„ Ics Artiftes de genie , fans avoir
5,eté développé par perforine . Jo.
„ penfe en avoir jetté le germe dans
.„ ma lettre fur le Muflque Fran-
„ Soife ." Ma cotefto germe, che -
egli ci dice contenerli nella (uà,*
lettera , farà effo il vero? E quanto
fpazio di tempo dovremo noi afpct-
tare avantichè fi (pieghi, e ci fi
dia in tutto a conofcere ? In verità
o il baffo fondamentale è tutt* altra
cofa , che io non ho immaginato ;
o certo la fua natura non è punto
mifteriofa (a) , come dalle cofe dette
ognuno potrà raccogliere .
Par-
ca) Anche gli antichi Teorici hanno ferino con mi-
fterio ; e perciò i libri di moiri fono pieni di numeri , e
voti di mufica ; né abbastanza fi pub lodare la faggia
ammonizione del Sig. D'Alembert il qual dice (pre-
fazione agli Elementi di Mufica. Lione 1766. ) non
imitiamo que* Mu/lci , che credendofi Geometri ,quer
Geometri , che credendofi d'}
effe\r Mufìci , ammalano nu-*
meri /opra numeri, immaginandoli forfè che quefP ap-
parato fia neceffario ali* arte , La brama di dare alfe
o( 74 )o
sì rifoiTf Parmi di avere mandato innaffila propofta
.. 4 , .
queiUon^, tutto ciocche era neceiiariOj ao
biVionePdet bocche il difcorfo ^ che mi rimane
le Quinte* a tare5
fia a tutti chiarifTniìo ^ e nonpaja effere l'ondato in areila, Verrò
dunque oggi mai a pagare le ntie_i
prcune ffe5incominciando da quello,
diama r-in-g-
yì»^ produzioni uri* a/petto fcientifxco , impone fólamente
agli ignorantii e non ferite che a rèndere i loro trae*
tati pili ofeuri i e meno infìruttivi . Un reCerirMimo
Scrittore (i( quale per altro nella pratica e ftafo a
ragione iri quelli fenici molto celebre ) ha voluto
procedere per l'antica via ; e di più' infulta ali* avvi fo
del dottiffirrìO Fìlofofo , e Matematico dicendo :' feber-
zi per tanto a fuo talento quel beilo fpirito : fé n>^tfaccia pute feudo il pràtico Profsffjre : e fé ne formifeimitarta quel tal Matematico per tutto diJìrungere , e
far della Mu/ica un Caos ; mentre noi feguendo /»__j>
traccie di Claudio 'Tolomeo , di Severino Boezio$
3
e
eTaltri fimili Autori « ci adopereremo a ftabilire , ed aconfervar la Mu/tca net fuo diritto di feientet Mate-matica i Io vorrei ^ che V Illuftre Autore aveiTe prefo
altro cammino, che beri poteva , e Tapeva ; e che_>da quefle parole, con troppo Confidenza dette, il
forte attenuto * Certamente la Nluficaicioè la fua—
prima parte PAcUflica , appartiene alia Matematica ,
fecondo che io pertfo; ma le noi non Vorremo inco-
minciare troppo di lontano * e ci contenteremo di
efprimere le vere mifure delle corde , e delle Voci , e
le vere proporzioni delle eonioriaflze, beri pòchi nu-meri ci balleranno
.
a( 75 )o
dì che V. S. Rìviru mi ha richiedo, e
discendendo poi alle altre cofe 5 alle
quàlimi fon' io obbligato volonta-
riamente *
Porto il calo5che all' orecchio
mio vengano di feguito due Quin-te afeendenti ^ o difendenti per
moto retto > Tuna apprettò dell* al-
tra | cioè come dicono di grado , io
avrò quivi udito due volte nella-*
parte baffa l'Ut > e altrettante volte
il Sol nella parte fuperiore, V orec-
chio mìo adunque$per le ragioni
fopra efpofte^ non potrà dubitare di,
avere ascoltata la tkfè primaria del
concento j cioè quella corda$
alla
quale tutte le altre 5che il concen-
to formanoidebbonfi riferire* Ma**
quella bafe primaria quale farà delle
due corde gravi5che io ho udito ?
L'una j e l'altra parimenti mi rap-
prefentano Vlft . Sarà dunque kuprima , o la feconda? Dì néceflltà
io:
o( J6 )0
io mi rimango ambiguo ;perchè
non ho alcuna ragione {ufficiente ,
per cui io debba riferire la feconda
corda alla prima, o per contrario la
prima alla feconda . Amendue quel-
le corde hanno il medeiimo vantag-
gio , e quanto alla collocazione^
nella parte grave , e quanto alla
corrifpondenza manifefta, che ten-
gono colla quinta loro propria ,
cioè a dire, coir altro eftremo dell'
armonìa , che ftabilifce , e dichiara
la bafe del concento . Cosi nefluna
delle due corde è vinta , neffuna
è vincitrice. Potrebbemi dire alcu-
no , che io debbo riferire il fecon-
do Ut al primo, perchè il fuono del
primo ha già preoccupato il mioorecchio . Ma con egual ragion e_>
mi dirà un'altro , che il primo Utdeefi riferire al fecondo
,perchè
ftando tutte le altre cofe pari , la-,
fenfazione prefènte , come più viva,
è da
o( 77 )o
è da antiporfi alla paflata . La fò~
fpenfione adunque non il toglie;
ed io pure ambiguo, indeterminato,
pendente , mi ritrovo tra due diffe-
renti corde , ciafeuna delle quali
,
fenza differenza alcuna,può effere
confiderata come bafe primaria *
Ora potrà egli ammetterli nell'ar-
monia cosi fatta duplicità della ba-
fe ? Né V. S. , né qualunque altro
intelligente confentirà . Quella è
cofa affatto contraria alla natura
,
ed eifenza dell' armonia. Ecco adun-
que la ragione vera , che noi an-
diamo cercando . Le due Quintefucceffive nel!' armonìa non poffo-
no ammetterfi;perchè ammettere
non 11 poffono due bafi a un tempo m
Quefta ragione non è fifica ; e_/
fiilca non effendo né tampoco ri-
cercare fi dovea o nel fuono del-
le corde fteffe , o nella troppo
dolcezza , o nella poca varietà , o
nella
o( 78 )©
nella memoria dei differenti accor-
di j che per quelle in noi fi rifve-
glino , Quefta ancora non è matema-tica ; onde non fi dovea fimilmen-
te ricercare nella mifbra delle cor-
de itteffe , o nella vicendevolezza
de' rapporti loro , Effa èmetafifiea,
e Ita nella forma propria del eorh
cento , alla quale la unità della-*
bafe è neceffaria, Se altrimenti fo£
fé, non farebbe l'armonia ycome-*
gli antichi 1? hanno definita , una
concorde difeordia di voci differen^
ti , Anche appellare non fi potrebbe
l'arte mufica, come con fignificazio-*
ne più efficace, e più profonda nelle
{acre Lettere fi appella Studium puhchrituìmis (a) ; da che egli è cer^
to 5 chg la unità è la forma propria
della bellezza ; Cosi la definifee^
Agoftino forma fulchritudinis eji
unì- .
(a) tOk V*?> XUV*
o( 79 )o i\
unitaspné da hai in quello i buoni
metafiiicihaijno potuto allontanai
.
Io ben fo , che alquanti deJ moderni
filQfofi no& fono punto amici delle
ragioni metafilìche7 e van dicendo,
£he tali ragioni altro non fono, che
parole , Ma i più favj non hannoportato mai , né oggi portano tale
opinione ; anzi tutti altamente ap*
prezzano la Metafifica,come madreunivcrfale di ogni feienzaj tra qua-
li il Sig, Francefco Maria Canotti
uno de' più recenti , e infieme de*
più grandi, infigni , e famofi, aper-
tamente afferifee , che tutte le faen-
ze hanno tolto i loro principj àallct-*
MgtafijìKc#
pné Jt tengono certe , e Jlcu-
rey fé non quanto feguono quelli (a)
.
Sarà dunque della feienza armonica
quello , jche e di tutte l'altre faen-
ze j e le fue leggi fondamentali de-
ri-
J" 1 ', J '_"l !""- - l
' I; 8 '. '
». B ' . IMI*.
(a) Della forza de' corpi pi#L III9
o( 80 )o
rivarc fi dovranno dalla metafifica
confiderazione della forma attratta
dell' armonia ifteffa. Anzi chiunque
reputa,che i metafific?i ci ingannino,
né altro ci porgano mai y che inu-
tili distinzioni di parole , confidcri
il prefente cafo ; e chiaramente ve-
drà , che l'avere una bafe fola , e_^
Taverne due non è una cofa ifteffa,
né già quefto è un vano9 e inu-
tile divario di parole .
Difpiacciono adunque le Quin-
te ogni volta che fi replichino ,
l'una appretto dell' altra y per 1&-
ambiguità, e fofpenfione , in cui ci
lafciano% né della forza di cosi fat-
ta ragione parmi , che alcuno poffa
dubitare . Ma fé tuttavia foffe alcu-
noyche ne dubitafle,egli potrà con-
vincerti offervando , che le Quinte
ifteffe non più vengono moleftoall' orecchio , e liberamente ufare
fi poflbno , anzi da molti fi ufano -
y
ogni
©( 8i )o
Ogni qualvolta introducali]! neir
armonia fotto tali condizioni , che
non producano ambiguità intorno
alla vera bafe del concento , Que-fio in tre cafi appunto
?fccondochè
Ja memoria mi porge ,può avveni-
re , ed avviene , Primo, quando le
Quinte fi comprendono tra le parti
di mezzo9non tra le due eflreme ;
Secondo?quando la Quinta
3cho
fi fa col bailbj è coperta dalla Sefia,
Terzo?quando le due Quinte fono
polle in modo, che la prima Quin-ta compifce un periodo , e la fecon-
da Quinta ad un altro periodo dàprincipio , Quefto terzo cafo è mol-to raro ; ma chi vuole ne potrà ave-
re Tefempio in un Autore graviffi-*
nio , cioè nel quinto de' Salmi Mar-celliani
?il qual comincia : Le voci
querule . In quefto più d'una volta
compiendofi il periodo armonico , e
infìeme coir armonico il poetico 9
f cioè
o( Sz )o
cioè la ftanza di quel metro, in una,
corda ; il baffo fubiro afcende uil,
grado , e in quella feconda corda ,
come in tuono fuo proprio , fi dàprincipio air altro periodo armoni-
co , e air altra ftanza . Quivi l'ac-
compagnatore attribuendo la Ter-
za , e la Quinta di feguito all' unae all' altra nota del baffo, non fen-
te moleilia alcuna . Anzi come il
paffo è nuovo , e bene opportuno
a quel luogo, cosi anche diletta-.
affai. In ciafcuno de' tre cafi nume-rati non poilono le due Quinte^,
rendere dubbiofa la vera bafe del
concento . Non nel primo; perchè
Ja vera bafe dee effere collocata^.
nella parte infima , fecondochè già
abbiamo detto . Però neffuna delle
parti intermedie, che formino Quin-
ta intra fé, può effere confiderata^.
come bafe . Non nel fecondo,per-
chè effendo quivi la Quinta coper-
ta
o( 83 )o
tu dalla Sefta , non può quella con*
fonanza farfi abbaftanza diftingue-
re . Molto più della Quinta è quivi
fenfibile la Sefta , perchè le parti
eftreme fono quelle , che più col-
pirono l'orecchio , e a cui fi volge
la maggiore attenzione . Di più le
due corde proffime , cioè Sefta, e_»
Quinta , fanno intra fé diffonanza,
cioè come dicefi acciaccatura; e l'ef-
fetto dell' acciaccatura è upa certa-,
fofpenftone, e dubbiezza di fuono,
la quale ci fa afpettare la rifoluzio-
ne ; cofa affatto contraria alla di-
chiarazione attuale di una nuovabafe. Nel terzo cafo finalmente^
le due Quinte non rendono in-^
certa la bafe ,perchè neffuno
può dubitare, che la nota, in cui
fi compifce , e quella, in cui fi co-
mincia l'armonìa , non fieno le_#
bafi vere dell' armonìa ifteffa . L'u-
Ha , e l'altra è vera bafe , e comef 2 tale
o( 84 )ò
tale ciafcuna ha la fua Quinta , nè^
vicendevolmente poffono renderti'
ambigue;perchè vicendevolmente
luna all'altra non fi riferisce, rie
fi dee riferire. Apparifee adunquecolla maggiore chiarezza , che al-
tri polla defiderare , che l'ambigui-
tà della bafe è la vera , ed unica ca-
gione,per la quale le Quinte repli-
cate ci difpiacciono;perei ìb tolta ,
che fia l'ambiguità, le Quinte iiìeffe
più non difpiacciono ,
Moderazto- Le Quinte fucceffive tra le parti
% neTgiu- intermedie non rade volte ufate fi
dicare delle trovano nelle più eccellenti com~Quinte fuc- ir • u- ^cefFive. polizioni degli antichi; e 1 riiae-
ftri generalmente non le difendo-
no , ma feufare le fogliono comeerrori , in cui di leggieri può in-
correre ogni più diligente ferito-
re fenza avvederfene • Negli altri
due cafi più facilmente induconfi
a difenderle . A me pare , che di-
feù-
o( 85 )o
fendere fi debbano, e non ifcufate
in tutti e tre;perchè in nefluno,
di effi le Quinte producono .anlbi-*
guità , né però/ fonò errori % Ben.
fono aperti errori, e da non poterli
difendere negli altri cafi xutti y
dove la producono < Non per tanta
non lafcerò io d'avvertire , che la.
perfezion muiìcale non dipende^*
dalla efatta offcrvanza d'una legge
fola dell' arte , e molto meno di
quefta ; la. quale , comecché fia_ì
principalifiima , affai agevolmentecon due note, porte , o non polle
in tal modo, e fi viola, e fi adem*pie . Buoni, e giufti giudici non fono
dunque certuni,! quali, venendo Io-?
ro alle mani alcuna celebre compo-i
fiorone, vanno in quella ricercan-
do con acuto fguardo le Quinte^fucceffive ; e fé per forte in alcun
luogo le trovano , fubitamente con-
dannano9e difprezzano la compo-
£3 fizio-
©( 86 )o
flzione , e il competitore , niente
coniiderando là bellezza, e la no*
vita de' penfieri5 niente la regola*
rità5 e l'artifizio della condotta*
niente la eleganza , e la chiarezza-»
delle cantilene?
l'unità del dife-
gno , la forza dell' efpreffione , la
convenevolezza del coiìvme . Le^quali doti bellirfvme , e fpleiididif-
fime, avendo efli innanzi degli oc-
chi5io non fo intendere ^ come da
tanta luce non fi rimangano abba-
gliati9 e poflano tuttavia vedere
cosi minuta cofa , come fono due
note in centomila , che bene nonrifpondono alla regola . Che di-
remmo noi d'un Poeta, che giudi-
cando all' ifteflb modo d'alcuna no*
bile compofizione poetica , niente^
curafTe la fublimità de' penfieri , e
l'eleganza dello ftile , e unicamen-
te ricercale la efatezza della verfi-
fieazione? Noi diremmo^ e diremmo
o( 87 )o
a ragione , che egli è ben fornito
degli occhi della fronte , ma di
quelli della mente affatto è cieco.
E forfè potrebbe egli in altro mo-do meglio, che in quello, affidi*-
rarci d'eilere ignaro affatto dell'
arte v di cui il fa giudice ? iUtret-
tanto fanno nella mufica quefti di*
ligentiffimi ricercatori delle Quin-te, i quali io non vorrei , che-»
più animofi fi rendeffero per le co-
fe da me dette in confermazione^del precetto . Una bella compoiì-
2ion mulkale , dove occorrono le
due Quinte tra le parti efireme, conun tratto di penna fi correggerà.
Ma una compofizione ignobile -, e
mefchina., dove accuratamente il
divieto fia offervato , migliorare^
non fi potrebbe , fé tutta non fi mu-tale . E verifimilmente quello an-
cora non baderà ; non effendo forfè
poffibile all' autore ifteffo di farne
f 4 una
P( 88 )ù
tìiìà migliore9 fé egli medefimo in*
nanzi non fi muta ^ e del tatto li
rifonde . Moftrinfi adunque in av^
Venire più benigni ; o le loro pia*
ce etfer rigidi, a tutte le .preroga-
tive $ a tutti i pregila tutte le vir*
tù 5 a tutte le vaghezze iftendand
la coniìderazione 5 della offervanza
d'una legge: fola non cdntentinfi[
E.quanto aì divieto delle Quinte^
fecondo il giudizio mio $ nulla più
oltre a dire mi rimane * Zaffiamo
adunque a quella parte del di-
fcorfo , alla quale il detto del Sig.
Quantz ci ha invitati . Egli afferà
ma , che la fuga delle Quinte è for^
fé l'unica regola direttrice de' Coti*
trappuntiiti moderni, Se ciò è il ve--
ro^ e nondimeno i moderni Contrap-
punti vi^iofi tutti non fbno^cdnvien
dire, che oiTervandoii quella legge
^
altre molte infìenìe l*e\ne oilérvino^
Ora egli è così veramente per ìa^
n&-
©( §p )ò
nèceffaria comi effioné^ che hanno le
une colle altre ... Ma noi alquanto
più oltre fpingeremo le noilre^*
confiderazioni » Richiameremo ad
efame le più comuni5 e più certe
regole del Contrappunto ( non ar*
cìifeo dir tutte f che farebbe troppo
lunga òpera p né da tanto io mitengo | che fperi di potere io folo
rifolvere tutti i nodi ) e a manoa mano andremo offervaiido ^ co*
ìiìe quelle traggano origine dal
principio medefimo * d'onde na^
fee il divieto delle Quinte } cioè
a dire * dalla unità della bafe f
the àìk forma òed effettua del?
armonia è neceflfaria * Tanto è fé**
condo nella Mufica quel princi-
pio ; e tanto è il veros ?
che alle
leggi attratte 3 e generali dettai
metafificà ^ come tutte le altrei*
teien^e ^ Cosi anche k Mufica è
fottopofta^ ; :
Pri*
o( pò )o
J»si««K-» Primo \ Dalla unità della bafe,
fondamen- che vuol eiTere manifertifTmia , di-
motid
.
ei Ue cend°no le regole generali dei tre
moti retto , obliquo , e contrario5
cioè quelle , che fen za controverlia
alcuna fono il primo fondamentod'ogni lavoro muficale . Il dotto , e
dabbene Fux con quella fua aurea
iìmplicità pronuncia che da ciTe^*
pendono Lex , & prophetee . Pone il
medefimo Fux didimamente quat-
tro leggi ; ma veracemente tutte e
quattro in una fola fi riftringono
,
fé noi diremo5che da confortante
perfetta , o imperfetta , alla perfetta
pojfbno le parti paffare per qualunque
dei tre moti; ma dalla confonante per-
fetta 9o imperfetta alla perfetta, ne-
ceffario è, che le parti paffino o col moto
obliquo, o col contrario . Certamente
le parti non t'ormano mai perfette
confbnanze infra loro , fé non quan-
do il loro baffo è la vera bafe prima-
ria .
"ò( pi )q
ria, ovvero almeno quando la bafe
kcondaria fa per un momento ìt^
Veci della primaria . À quello che
io dico , che la bafe fecondarla ci
rapprefenta alcuna volta la prima-
ria j e fa le fue veci , febbene per
poco , io procedendo darò lume in
luogo più opportuno . Per ora balla
avvertire , che l'accordo , che im-
mediatamente precede al perfetto,
e quello , che immediatamente lo
feguita, dee neceflariamente effere
imperfetto; acciocché l' afcóltatore
non oda mai , o non s'immaginidì udire due bafì primarie l'ima ap-
pretto dell' altra . Comanda adun*
que la legge , che le parti accollali-
dofi al perfetto accordo movanft con
moto obliquo , o contrario,perchè
ciò porto non farà mai poffibile unafucceitione di Quinte ; cioè di quella
perfetta confbnan^a , che veramen-te determina , e dichiara la bafe del
con-
o( 92 )o
concento; Perchè in. quanto alla-*,
Oi-Pava , che è l'altra consonanza,che,perfstta il chiama , egli non è
dubbio , che lenza offefa alcuna-*,
dell' orecchio fé ne poffono fare
cento, e mille luna dopo dell'ai-
tra ;.co.pne avviene dovunque le Ot-
tave fi contano pei* unifoni , Laon-de allora {blamente e neceffario ,
che le parti eziandio alla Ottava fi
accollino per moto- obliquo, e con-
trario;, quando effa forma perfetto
accordo infieme con la Quinta; e__»
contandoli per una parte effenziale-
d'una fpecie data di Contrappunto,
di tre , di quattro , o di più voci ,
non può averli per un femplice rad-
doppiamento d'un' altra voce qua-
lunque ; nel qual cafo anche l'Ot-
tava veramente concorre a dichia-
rare il baflo come la Quinta fa ;
non però mai con altrettanta forza ,
e certezza , .come in efperienza fen—
ria-
ò( 9% )ò
damo , che fa la Quinta. Offervarf-
doli adunque nel Contrappuntò quel-
le leggi , o dir piuttofto vogliamo
quella legge generaliffima , cheimaeftri hanno prefcritto a tutte tèJ»
parti, che cantano, quanto allo
ìlare , ed al moverti ; iieffuno mai
degli afcoltatori potrà dubitare , Te
il baffo , che attualmente fi fa loro
fentìre , tenga luogo di bafe pri-
maria , o no;perchè il baffo , che
farà tale non folo porterà fopr-a di fé
il perfetto accordo , ma fùccederà
fempre ad un altro accordo, che avrà
alcuna corda meno perfetta , e per-
ciò palefemente non farà tale. Qué-fio è l'effetto, e quelia è la ragio-
ne5
in cui la legge de' tre moti
è fondata ; alla quale nondimenoaggiiigneiì un'altro comodo tanto
grande , che non è da Daffare fonoiìleiìpzio ; e quello fi è , che occor-
rendo quali fempre i perfetti accor-
di
o( ^4 )o
di in battere , fèguira , che gli ac-
cordi imperfetti, che gli precedono,
e che gli feguono , faccianfi in le-
vare ; il che rende più fenfibile all'
orecchio la mifura del tempo , e la
fpezie propria della battuta : cofa ,
che nella mufica vuolfi confiderai
affaifTimo;perchè forfè la metà del
diletto.dell' armonia nafee dalla per-
fezione delle confonanze ; P altra
metà nafee dall' efattezza , con che
il tempo fi mifura, e fa fentirer
Ragioni Secondo . Deriva dal principio
pagnamen!" ifteffb , o per meglio dire può deri-todeiiapri- varfì una dottrina utiliiTima, e già
mufiCiìe. da gran tempo defiderata dagli itu-
dioti di mulica; cioè la ragionodelle comuni regole degli accom-
pagnamenti delle fcale . Sono que-
lle regole un tardo parto della lun-
ga efperienza ; che già non furono
effe difeoperte da' teorici con alcu-
na fattile fpèculazione . E di tanto
mo-
o( £5 )o
momento fono nella mufica, che la
più femplice, e la più pura armonìa,
la più dilettevole , la più collan-
te , e più univ<erfale, in quelle tutta
li racchiude'; come i più faggi con-
cordemente fenza alcuna dubita/io-
ne concederanno. Ora, poiché for«,
tunatamente quelle regole tanto
neccdane fono fiate trovate, ecco
come a me femhra , che nói dob-
biamo difcorrere intorno ad effe a
fine di renderne ragione. La Prima^
e la Quinta corda della fcala, fecon-
do che abbiamo detto, fono i dueejiremi dell' armonia , e cpnfiderare
fi vogliono amendue come bafi pri-
marie ', Lo ITteffb lenza dubitazio-
ne dee afFerrnarii della Ottava;per-
chè in eflfa ricomincia un' ordine-,
fimilc all' antecedente , e non è ,
che una replica della prima. Aciafcuna di quelle tre corde adun-
que,ficcome a bafi primarie, lì dovrà
aj>
a( 96 )o
appropiare la Quinta > che le dia a,
eonofcere per tali . Volendoli poi
aggiungere ad effe una terza voce
per pienezza maggiore del concen-
toynon fi potrà dar loro alcuna
consonanza y che fia più acuta della
Quinta, falvo che P Ottava ; la^,
quale efkndo perfetta confonanza,
e cóme abbiamo detto una replica
della prima , ottimamente concorre
infieme colla Quinta a far l'effetto
medefimo , cioè a dichiarare la ba^
fé , Chi toccaffe o la Sella,, o la
féttima?
che fono fuperiori alla-.
Quinta , otturerebbe la bafe irteffa 5
perchè le parti eftreme fono le più
fénfibili air orecchio ; e cosi quella
Serta, o quella Settima impedireb-
be in parte l'effetto proprio della_»
Quinta . Neffuna confonanza dun-
que più acuta della Quinta potrà
ufariì, fuorichè la fola Ottava . Bene
potrà ufarfene alcuna meno acuta \
Ma
o( 91 )°
Ma quefta non potrà effere \ né MSeconda , che fa acciaccatura colla-*
Prima, né la Quarta , che fa acciac-
catura colla Quinta . 1/ acciaccatura
al modo delle diffonanze richiede
rifoluzione , e però non può aver
luogo , dove la cantilena , e l'ar-
monia fi eompifce , e fi ripofà fopra
fa propria bafe, Refta dunque , che
la fola Terza corda in tal cafo ci fia
lecito di ufare f Come quefte fono
ottime ragioni , e facilmente' eia-
feuno le può comprendere per vere ,
così perfettamente concordano col-
la pratica , la quale affegna alle tre
eorde nominate Faccompagnameinodi Terza, Quinta, Ottava f Bene è
qui da avvertire , che efTendo lai^
eompofizione di tre parti fole , me-glio le fi darà compimento colla_*
Ottava , che colla Terza,perche
l'armonia dell- Ottava è più dolce,
e più femplice ; laonde , come tale
g effa,
o( p8 )o
cfTa è più atta rapprefentarc il ripo-
fo del cantoyche è pervenuto al
filo termine
.
Paffiamò a confederare 1'accom-,
pagnamento , che la pratica ifteffa,
attribuire alla corda Settima , che.
procede alla Ottava, e alla Quarta ,
che fimilmente procede alla Quin-
ta -, il qual accompagnamento fuol
ciTere per amendue di Quinra , c->
Scfta . Gonfidcrando noi l'officio,
che quelle due corde hanno nell'
armonia con affai proprio nome
,
come a me fembra , appellare le-»
potremo preparatorie9perchè la Set-
tima prepara , e conduce l'orecchio
al tuono dell' Ottava , e altrettanto
fa la Quarta conducendolo al tuono
della Quinta,quando la cantilena
inftno a quella pervenga . Quefte
due corde adunque, come tali affai
convenevolmente portano l'accom-
pagnamento , che è detto, di Quin-
ta.
o( p<> )o
ta , e Sefta, il quale in primo luogo
formando acciaccatura fofpende l'a*
{pettazione delP orecchio , e colla_#
ambiguità fua propria diftrae la me-moria dell* uditore dalla bafe ante-
cedente , con cui non ha, che uiu,
rimoto rapporto , e lo fa affettare la
feguente . In fecondo luogo la &~.
y?a di quello accordo ftando ferma
cangiali nella Quinta del baffo fuffe-
guente ; e così lo fa riconofcere co-
me bafe primaria , fecondo che bi-
fognava . Ecco come l'accordo at-
tribuito dalla pratica alle due cor-
de preparatorie è fommamente ra-
giorìevole;
perchè ottimamente-,
feconda, ed adempie l'officio, cheè loro proprio , cosi rifpetto al tuo-
no , che fi lafcia, come rifpetto all'
altro , che fi prende
.
Per le cofe già dette io non cre-
do , che alcuno dubiterà 9 che la^.
Quinta corda della fcala , cioè la
g 2 voce
o( ioo )o
voce Sol , debbafi. confiderare comevera bafe primaria . Ma chi ne da-
bitafle,^attenda in quefto luogo alla
feguente confideraziona. Accompa-gnando la fcaladi G con terze*
maggiore neli' afccndere non fi a-
doperano,che le corde proprie dello
fteffo C , le quali non hanno mainé bimolii , né dieiis . Ma ritor-
nando indietro dalla Ottava, ufirfì la
corda F .diefis9che è corda affatto
ftraniera al tuono fondamentale G
.
Per qual ragione diremo, che fi fac-
cia tale cambiamento? Certo noiì_.
per altra ragione , fé non perchè
l'orecchio afcoltando la corda Quin-
ta , cioè il G, dimenticafi della-»
Prima , né più a quella riferifce le
corde intermedie , ma bene a que-
lla ;perciò divien neceffaria lali
corda F diefis, come innanzi era ne-
cefTaria la corda F naturale . E per-
chè lo fteffo avviene generalmente
.; in
0( 101 )o
in tutte h leale- ( parlo delle mag-giori , le quali effendo più collan-
ti , fono anche più idonee a darci
un chiaro efèmpio del fatto ) fé-
guita <, che nel discendere fempre fi
ufi una corda nuova ; e quella è
fempre la Settima giufia del tuo-
no9 che li prende , cioè del tuono
della Quinta ; e la Quarta falfa di
quello f che fi abbandona , cioè
del tuono della Prima . Potrebbe,
alcuno opporre : perchè dunque.-*
neir accordo , che li attribuifee alla
Sella voce attendendo r non fi fuole
piai porre quella nuova voce, chcL>
pure entrare vi potrebbe ma tutta-
via fi adopera quella corda , che iì
ufava innanzi ? Cioè , ftarido tut^
tavia neir efempio del tuono C 5
perchè ancora afeendendo fi ado-
pera nel!' accompagnamento leu,
corda F naturale , non F diefis ?
Rifpondo5perchè il tuono della-.
g 3 Quin-
0( 102 )0
Quinta , cioè il tuono G non è àn-
cora, abbastanza dichiarato , ren-
dendoti dubbio principalmente per
la corda F naturale , che immedia-tamente gli precede , e che di ne-
ceffità dovea effere naturale, cioè
fenza dieìis per la fuppolizioneL*
in cui iiamo di una falita collan-
te , cioè tale , che tutte le corde
del baffo il più , che li può5 il ri-
ferivano alla bafe fondamentale^già da noi eletta , Effendofi adun-
que udito un momento innanzi la
corda F naturale nella parte del baf-
fo9cioè immediatamente avanti
5
che fi toccaffe il G 5non potrebbe^
un momento dopo venire aggrade-
vole all' orecchio la corda F dieiis
njelle parti fuperiori . Perciò il nuo-
vo tuono della Quinta fi rimanotuttavia ofcuro ; ma procedendo l'ar-
monìa verfo T Ottava a poco a poco
fi dichiara$perchè le corde ileffe^
del
o( 103 )o
del baffo meglio col G medefimoconsuonano, che non col C prece-
dente . Facendoli poi fentire di
nuovo nel retrocedere la fua Quin-ta, che è Terza della Settima di
G , e Seconda della Prima , togliefi
alla fine ogni dubbio , e neceffaria
diviene la corda F dieiìs, che è del
tutto propria del G , né più è tol-
lerabile la F naturale, che era altret-
tanto propria del tuono G . Non-,abbiamo noi adunque ragione alcu-
na di dubitare, che la corda Sol 9
cioè il fecondo eftremo dell' armo-
nìa nella (cala , debbafi confidefare
come bafe prirììaria,quantunque^
la còrda Ut nel progrefib che è
detto, non fubito le ceda il fuo di-
ritto , ma in tutta la falita le pre-
valga, pur pei* ciò , che quello è il
fecondo eftremo , e non il primo .
Ma ritorniamo alle corde prepara-
torie i
g 4 Speffe
ò( 104 )©
SpefTe volte. avviene5che la cafri
tìlena (avendo il compofitore così
fcritro ) arriva a. toccar la Quarta*poi non va più oltre , ma fubito ri-*
trocede ; e in tal calo la pratica af-
fegna a quella corda il perfetto ac-*
compagnamet)to di Ter^a , e Quin-
ta . Quale farà la ragione? Ricor-
diamoci di quello ?che abbiamo
innanzi detto dei due irequentiffi-*
mi falti di Quarta 3 e di Quinta $ fià
dal grave air acuto , ila dall'acuto
al grave ; e riflettendo , dhe il .prò*
grello ordinato y in cui fi tocchino
tutte le corde intermedie 9non dee
.diftruggere l'effetto proprio del (al-
to* che immediatamente patta .dal
primo grado all'ultimo* apertamene
te conofeeremo j .che allora la Quar-
ta non è più Quarta f ma bensì uno
de' due eiìxemi dell' armonia j onde
come a tale non più le conviene^
l'accompagnameinto delle corde pre*
paratone, ma il proprio delle bafi>
Ofleryiii la co fa nella pratica , e_*
generalmente fi vedràbche la_j
Quarta nel cafo detto vuolfi confi-*
derare cotlìé Ottava , cVUt antece-*
dente , che fi rimane fotto di queir
la* cangiali nella fm:Quinta , Ma_*
fpeffe volte ancora la Quarta fallì
maggiorerò per meglio, dire cre*
fcente » E quivi è jnanifefto ,. che il
baffo non. procede collantemente 9
ina e$q fteflb abbandona la prima-*
fcala .*. Quefto è il cafo * in cui la
cantilèna Ambitamente paffa al tuo*
Ho della Quinta \ e cohie queito paf-
fàggio è prontiffimo 5 e chiariffimo f
cosi ancìie .ha maggiore vivacità *
L'altro modo di pàflare alla Quintaritrocedendo ^ di cui .parlavamo pur
/dianzi,perchè è più lento
5e pro-
cede grado a grado > e fi dimora al-
quanto in certa ambiguità brie-
fce meno feniìbile9 e per tal ra*
C( IQÓ )0
gione può eziandio parere più (ba-
ve . Quella Quarta maggiore adun-
que , e crefcente , o come altri di-
cono Quarta faifa ( perchè vera-
mente diffuona coli' Ut fottopo-
fìo ) vuolfi confiderare come una»,
vera Settima , che ci conduce alla
Quinta non più Quinta , ma Otta-
va, e vera faafe ; e come a tale l'ac-
compagnamento, che già augnatole abbiamo di Quinta , e Sella le_,
conviene per le ragioni già dette .
I pratici aflegnano l'accompagna-
mento di Quinta , e Setta a tutte le
voci , che crefeano d un femituono ,
ed afeendano. Sì confiderino ì cafi,
dove tal* accompagnamento fi co-
rtuma , e fi vedrà, che tutti quei fe-
mituoni fono Settime procedenti
alla vicina Ottava , che è lo fteffo ,
che dire alla Prima d'un nuovotuono .
Ci retta a render ragione degli
ac-
o( 107 )o
accompagnamenti , che fi danno alle
tre corde Seconda , Terza , e Sefla ,
a ciafcuna delle quali fi attribuifce
la Ter^a, e la Sella. Per poco, che
altri attenda , comprenderà , che al-
tro accompagnamento fyori , che^.
quello folo, non fi poteva ad elfi at-
tribuire . Quelle non fono corde_>
principali , o dire vogliamo ellremi
di armonia, che formino bafe;*ma
né anco fono corde preparatorie ,
che V armonia dall'una all'altra^,
bafe conducano i Perchè non fono
principali5non può loro convenire
l'accompagnamento perfetto con-
fonante ; e il diflbnante non puòloro convenire
,perchè non fono
corde preparatorie ; Seguita adun-
que , che neceflariamente debbafi
loro appropiare uno accompagna-mento medio
5il quale né dillrugga
il tuono precedente , ne \m nuovone dichiari , e fiabilifca ." E quello
non
o( 108 )o
non può effere, che- l'accompagna-»
mento già ricordato di Terzane Se^
ila . Tale accompagnamento da_*
molti chiamafi ambiguo ; ed io per
non lafciare fenza nome le tre cor-
de della itala, di cui effo è proprio*
le chiamerò fervili < E veramente^quelle corde altro non fanno nel
bailo continuo, che fedelmente fer-
vire , e corrifpondere in qualche-*
modo alla baie , a cui fonoSubordi-
nate ,
Alcuni alla Scconàa fogliono darq
l'accompagnamento di Tèrza , e_-*
Quarta , In quello caio vuolfi con-
fiderare la Seconda verfo la Prima ,
come la Settima verfo l'Ottava ,
cioè come corda preparatoria ; e
T accompagnamento fuo è il mede-fimo
;perchè come accendendo la
Sella della Settima è Quinta dell'
Ottava, così difendendo la Quarta
dellaSeconda è Quinta della Prima a
Tale
Tale accompagnamento è lodevole;
anzi da alcuni fi giudica neceffario
ne' Contrappunti multiplici , affine
di evirare le Quinte facceffive , che
fenza di effo frequentemente occor-
rerebbono . Nondimeno a me fem~
bra9che non fi pollano condeHnare
gli altri Pratici?i quali per lo più
affegnano alla Seconda il femplice
accompagnamento diTetza,e Sefta,
Perchè la primaria bafe della fcalaj
quando l'armonìa difendendo adeffa ritorna-, è già manifeftiffima
,
eflendofi pur dianzi fentita la fua_.
Quinta; ed afcendendo quella ac~
ciaccatura , che il fa fopra la Secon*
da,-quantunque non offenda, per-
chè già è preparata9pare nondime-
no ., che alcun poco ofFufchi la lim-
pidezza della cantilena .
<**< Dichiarata la tegola degli accor«
di ,quando la fcala .afcende , fegui-
ra che prendiamo a confederare gli
,- ac*
o( I i o )o
accordi medefimi,quando la fcala
difcende , Mutati laccordo cfella^.
Settima , e della Quarta, non. fa-,
cendofi alcun cangiamento in nef-
fimo degli altri . La Settima difen-
dendo non è più corda preparato-
ria , ma fervile, come è manifefto .
Effa ancora vuoili piuttofto confide-
rare come Terza della Quinta + che
come Settima della Prima ; e però
acquifla in tal caio il folito accom-
pagnamento delle corde fervili,
cioè la Terza , e la Sefta . La Quar-
ta come già falendo, cosi 'anche di-
fendendo dimanda particolare con-
fiderazione . Neil' accordo , che_,
immediatamente precede alla corda
G ; cioè alla Quinta, noi abbiamonel difcendere fatto fentire la corda
F diefis , cioè la Settima giu.fta del
medefimo tuono G ; e così era ne^
cellario, perchè l'armonia veniva
a cadere in elfo , ficcome in bafe
pri-
o( I I i )o
primaria . Procedendo nella difcefa
dee fubito farfi fentire la corda Fnaturale , acciocché il canto fi re-
ftituifea alla prima bafe. Or comequella corda dovrà nel? armonia^
introdurli > in modo che non offen-
da? e quale farà il fuo proprio ac-
compagnamento ? La pratica afle-
gna in tal cafo alla quarta corda-*
l'accompagnamento di Quarta , Se-
fta, e Nona , o dir vogliamo Se-
conda ; il che riviene allo fteffo ;4
e l'effetto n' è così' buono , che_,
dubitar non fi può , che quello
non fia il fuo proprio . Or quak~»
farà la ragione? Primieramente li
confideri , che quelle corde , che_»
fanno QuartaySefta, e Nona fopra
la Quarta , facevano Terza, Quinrtu , e Ottava fopra la Quinta . So-
no dunque voci , che fi replicano ,
o per meglio dire fono corde feF-
me . Quivi adunque introducefi la
cor-
0( 112 )o
corda F naturale , fecondo il coffe
ine delle diffònanzè, le quali tutto
fi formano movendoti una parte^
contro d'un altra , che fta ferma , e
in quefto modo non offendono .
Ma quefto ancora è poco . Si con-^
fideri,che la corda G, cioè la Quin-ta , ghe fi replica, nel primo cafo era,
bafe primaria, e come tale aveva il
perfetto accordo , che è fuo proprio;
Nel fecondo cafò è guida , $ comqa tale, ad effa appartiene la cordai
diflfonante; perchè tale è l'officio
proprio della guida, cioè a dire,
portare due accordi uno confonan-
te, e l'altro diffonante , e in quefUguifa connettere i due tuoni , a cui
efla appartiene . Nel cafo noftro la
eorda, che forma Nona, è G, efifen-
do l'Ottava della Quinta. S'imma-gini chi legge , che quella eorda^
fia fcritta nel baffo fondamentale ,
Lg immaginazione non è vana$
per*
o( 113 )o
perchè le bafi vivono , e durano
nella memoria , e fempre fi presup-
pongono nel più profondo luogo .
Fatto ciò apparirà , che il detto Gla prima volta portava un accompa-
gnamento perfetto , comporto tutto
di corde proprie della fua fcala ; di-
poi ftandofi fermo porta un' accom-
pagnamento imperfetto , nel quale
entra una corda non fua , ma pro-
pria della fcala del G , a cui l'armo-
nia fi reftituiice . Così la guida ,' odire vogliamo la corda, comune a
due differenti tuoni , rifponde ella
fteffa a due accordi; e cosi faffi il
cangiamento , Quella oITervazione
aggiugnerà lume a quello , che ab-
biamo detto di fopra parlando degli
accordi , che accompagnano la fcala
afeendente , oltre la Quinta ; e gio-
verà infieme a foddisfare ad una ri-
chiefta , che rimane intorno alle
corde preparatorie, perchè il cafo
h è
o( 114 )®
è fimiliffimo, ed una ifteffa è la ra*
gione . Alla Quarta, che va alla-*
Quinta , ed alla Settima , che va
alla Ottava , dafiì un medefijno ac-
compagnamento di Quinta, e Setta.
Ma quello medefinpio accompagna^
mento ha in fé una differenza ben
grande;perchè la Settima manca
dall' Ottava d'una mezza voce fola*
mente, la Quarta manca dalla Quin-.-
ta d' una voce intera [ Laonde nel
primo cafo la Quinta è giufta , e nel
fecondo è fcema d'una mezza voce,
e perciò falfa # Qual è la ragione
della differenza? Io ho già fatto av~
vertire, che alcuna volta la Quar^ta accendendo alla Quinta fi fa_*
maggiore ; e in tal cafo l'accompa^
gnamento fuo xion ha differenza aUcuna dall' accompagnamento della
Settima , che procede ali* Ottava *
E quivi è manifefto , che l'armonia
trapaffa da tuono a tuojip ; e quella
Quia-
©( uj )o
Quinta, e quella Ottava ugualmen-
te conlìderare fi debbono come vere
bafi primarie \ Ma qualunque volta
la Quarta non facciali maggiore9
intendefi, che l'armonia quivi nonrecafi alla Quinta, come a bafe pri-
maria , e affatto indipendente ; macome a femplice eftremo di armo-
nia?come a guida , come a bafe_*
media , fé così abbiamo a parlare .
Perciò nella falita ordinaria del
tuono C, fecondo che delcritta l'ab-
biamo , confiderandofi il baffo con-
tinuo, come relativo all'iftefla bafe
C , non mai fi adopera la corda Fdiefis, ma fempre la naturale , la^*
quale non diffuona dal detto C nefopra, né fotto , cioè a dire , ne in
quanto è Prima, né in quanto è Ot-tava della fcala . Però non ci diftrae
dalla \>zfe già {labilità , come efla-,
fa certamente,quando fia accrefeiu^
tà del diefis, e trovandofi cosi prof*
h 2 fima
o( 1 1 6 )o
fima al G , come la Settima mag-giore d'ogni tuono, trovafi proffima
alla fua Ottava . La quale Ottava è
femprc bafe primaria niente menoche la prima ; contro quello , che_*
avviene della Quinta ; la quale nel
primo ilato è Quinta , cioè fecondo
eflremo d'armonia , come già dettò
abbiamo ; e nel fecondo rtato alla
prima fi foftituifce , e acquifta mag-gior diritto , che innanzi non ave-
va. Il bailo fondamentale nell' uno,
e nell' altro cafo farebbe , o potreb-
be effere la corda D, Quinta del tuo-
no G, cioè come noi nominata^l'abbiamo la fua guida ; e verfo di
quella la corda F non può in alcun
modo diffbnare né col diefis , né
fenza diefis: perchè fenza diefis fa
con effa una affai dolce confonan-
za , cioè la Terza minore ; e col
diefis ne fa una più dolce, cioè la
Terza maggiore , Vero è , che la_.
detta
o( 117 )o
detta guida D manca nella parte
grave ,perchè il baffo fondamenta-
le non li fcrive ; ma nella parte-*
acuta non manca mai,perchè la
detta corda è comune ai due accom-
pagnamenti della Quarta , e della-»
Quinta ; ed è quella che fta ferma .
E cosi verio di effa nuovamentela F fenza diefis fa una ben dolce
confonanza , cioè la Sefta maggio-re ; e col diefis ne fa una più dolce,
cioè la Sefta minore . E quefta è la
ragione, per la quale è lecito al baf-
fo continuo ommettere la fua Quar-
ta giufta , e trapaffare alla falfa; e
l'orecchio non ne rimane offefo .
Infino ad ora ho parlato de' foli pei Tuoni
. -.r/n . r i.di Terza—
tuoni di Terza maggiore lotto le- minore,
fempio del C , come dicono natu-
rale ; il che ho fatto per la maggio-re chiarezza del difcorfo . Per li
tuoni di Terza minore foggiungerò
una breve offervazione , e batterà ;
h 3 feb-
febberìe la differenza è tanta $ étti
a primo alpetto fèmbra richiederei
tur lungo difcorfo , Effendo il tuo*
no di Terza minore una inverfione
del tuono di Terza maggiore (a),
elfo dovrebbe avere di Tua natura
la Secondale la Settima minori s
Ma quefto per l'ordinario iion av-
viene, perchè ìli pràtica le corde
tutte a tutte debbono rifpondere $
non alla bafe unicamente \ di che
altrove ho ragionato (b) . Nel tuo-2
ìio di Terza miriore adunque fpfft
fiffime volte là Settima è maggio-
re;perchè dove queftà non facciali
maggiore , V armonìa non paffk mai
all' Ottava come a vera bafe prima-*
ria fecondo quello , che dicevamo
pur dianzi parlando della Quin-
ta.
(a) Aut. Difs* del rìtimérò , é delle rnifaré éc*
£*& Pi-
(b) Àut. delta Mufica de' Greci pa£ 17* Ietterà M? D* Angelo Gaftaldi 1
Ò( tip }$
t& * Ne' paflaggi da tuono a tuo*
no la Settima a rifpetto dell' Ot-
tava è quafi. un ifteffa cofa > che là
Quarta rifpetto alla Quinta . SimiUmente la Seconda^ o Tempre , o quafi
fempre è maggiore; perchè fé foffe
minore , non mai la Quinta della^»
Quinta farebbe giufta . E cosi in
tutti i tuoni minori verrebbe me-no la guida dal primo al fecon-
do eftremo dell' armonia ; il chonon può eflere , Quefta offerva-
^ione era affatto neceffaria ; e_>
quefta fa fubito fparire tutte le
irregolarità , e incostanze$dho
pajono effere proprie de* tuoni mi-nori, Le altre cofe tutte fono- lomeddime , che già notate abbiamoragionando de' maggiori , Tantobatti adunque aver detto della pri-
ma fcala muficale i nella quale il
baffo va di paffo in paffp -moven-dofi infieme col tempo; efprimen-
li 4 do
0( 120 )o
do effe fteffo una data fpezie di
battuta, offia un ritmo . la ho giù-
ilificati gli accompagnamenti , che
fi danno a ciafeuna delle corde, ed
attendendo alle ragioni ognuno fa-
cilmente vedrà, che -tutti fono ordi-
nati a quella corda , dalla quale il
concento prende la neceffaria do-
te della unità . Perchè altri degli
accompagnamenti ci fanno afpetta-
re la baie ; altri afpettata , che l'ab-
biamo , la ci prefentano , e fanno ri-
conofeere ; altri finalmente cono-
feiuta, che fu, a quella coftante-
mente fervono, Tempre ad effa fotto
buona proporzione corrifpondendo,
ma non mai rendendocele eguali
nella perfezione dell' accordo *
Delia fecon- Procediamo innanzi , e preiidia-da itala. mQ ^ conf1(jerare ]e &\#e fcale, che
alcuna volta occorrono nella mufi-
ca Noi nella varietà de' loro ac-
compagnamenti riconofeeremo ut!
ifteffo
C( 121 )0
ìfteffo principio regolatore , cioè
quello5
che abbiamo già ricp-
nofciuto negli accompagnamentidella prima . Afcende , e difcendei^
alcuna volta il baflo di grado ìil^
grado con note , che i Pratici chia-
mano di valore3ciafcuna delle qua-
li riempie una battuta » La pratica
in tal cafo afiegna a ciafcuna cor-
da non un foìo accompagnamento
,
ma due , contro a quello, che nella
prima fcala , e più comune fi fuol
tare. Seguita dunque , che di que-
lla differenza in primo luogo la ra-
gione fi ricerchi. Or la ragione del
doppio accompagnamento , fecondo
che a me fembra, non trovali nella
natura dell'armonia, ma nella for-
ma della mufica battuta , alla cui in-
tegrità fono affolutamente neceffa«
rie due partiicioè come gli antichi
dicono , TArfi , e la Tefi , ovvero
come noi parliamo il battere, e il
le*
d( 121 )ó
levare (a);perchè. ne uni fola fil-
laba forma un vero piede poeti*
co , né un Colo movimento un**
vero paflb da ballo$né una voce
fola una intera mufica battuta « Nonefprimendofi adunque dalle note^di valore, le quali formano il baf*
fo , le due legittime parti della-*
battuta, perchè una nota loia em-pie una intera mifura, neceflaria*
mente la.
diftinzione omelia dee_^
fupplirfi dalle voci fuperiori . Io nonfo , fé tale rìeceffità ila ftata avver-
tita da alcuno de' Teorici; ma ella
non ha già potuto fuggire all' acu*
to orecchio de' Pratici, i quali per-
ciò attribuirono a ciafcuna nota-*
due accompagnamenti , e gli ac-
compagnamenti fono tali 8 Quando
(a) Aut. Difs. Della divifione del Terilpò fletta^
Mofica , nel Ballo, e nella Foefia; dove fi efpone la
Teoria univerfale della Hjerfìflcazione* , qualunque fta il
linguaggio , in cui il uerfo fia ferino *
ó{ ti3 )o •
it baffo afccnde dafli a ciafcunà cor-
da primieramente Terza , Quinta ,
Ottava ; dipoi Terza , Sefta?Otta-
va di continuo , E quando il baffo
difcende daffi alla prima corda Ter^
za , Quinta i Ottava ; dipoi Terza >
e Sefta ; ma a tutte le altre primie-
ramente Terza, e Settimi; dipoi
Terza5
e Sefla ; avvertendo gene-
ralmente ^ che il primo ^ e Fultimo
accordo d'ogni fcala cosi nel falirei
come nel difcendere ^ feiìipre dee-*
efiere il confonante^non il difcorde*
Stabilite le cofe in ejuefto modo, fe^
guita , che il moto delle parti fupe^
tiori (come ciafcuno offervànclo unofcritto facilmente comprenderà) è
totalmente Umile al moto dell' infe-
riore * Il ballò muovefl di battuta irl
battuta* poi fi ferma. Le parti fupe-
tioti tarino altrettanto ^ cori quefta_*
differenza nondimenoiche la parte
grave Tempre comincia il Tuo motodal
o( 124 )o
dal principio della battuta jjle parti
fuperiori il cominciano dalla metà.
Per la qual differenza fanno intra fé
le parti il giuoco proprio del Con-trappunto , il quale richiede, che-*
quando una parte fi move5l'altra fi
tenga ferma . Nel medelimo tempofi vanno alternando le confonanze,
e le diffonanze, cioè le Sefte 3 e le
Settime , dove fono; e quefte lì pre-
parano , e rifolvono di mano in ma-no , fecondo tutte le leggi mulìcali
.
Fatte quefte confiJerazioni, appari-
le, che l'accompagnamento, appli-
cato da* Pratici alla fcala delle no-
te di valore , non folo è femplice
,
ed armoniofo molto , ma anche è
fommamente proprio;
prefuppofta_»
la condizione , che le parti fupe-
riori debbano imitare il movimen-to della inferiore , cioè del baffo .
Non prefuppofta una tale condizio-
ne le parti fuperiori farebbono libe-
re «
o( 125 )o
re , e potrebbono variamente mo-verfì m cento modi differenti . Main tal cafo le regole dell' accompa-
gnamento tutte ceffano; perchè il
baffo,qualunque volta Ita fermo ,
\uolii confiderare come una bafe
fìabile , fopra di cui può venire^
qualunque delle corde , che appar-
tengono a quella fcala, a cui la cor-
da grave ifteffa appartiene . Perciò i
compofitori in cafo tale aggiungonoal baffo fermo i numeri ; né fenza
quelli faprebbe l'accompagnatore co-
me regolarli,perchè la regola pren-
defi dalle bafi fecondane, e paffeg-
gere, cioè da quelle note, che forma-
no il baffo continuo, e il baffo con-
tinuo quivi manca ; o certamente^
patifce eccezione . Ho detto , che
l'accompagnamento, applicato dai
Pratici alle note di valore , è fom-
mamente propio . Non ofcrei però
di affermare , che fia l'unico potàbi-
o( 126 )p
le. Altre confonanze diffami i3 \t^
qua1; all' ifteffo modo fi preparino f
e rifolvano, e fimilmente moven»dofi, all' andamento del baffo fi con-
formino (corrie a cagion d'efempia
pare che farebbero la Quarta , e la
Sella , le quali afcend^ndo il baffo
fi convertono in Terza , e Quinta5
£ fimil#ient§ la Terza, e la Quinta^
che dUcendendQ il baffo , pei? con-*
trario fi itjutano in Quarta, *lp Sefta )
potrebbero forfè formare un accorci
pagnamento equivalente. E fé ciò
è il vero,perchè l'avremmo noi a xi~
fiutare ì Ma foffermiamoci alquan-r
to , e rifpondiamo a due interroga-?
zioni, che fono di momento;per-
chè ci danno occafione di meglio
conofcere il fondamento dell'armo^
oìa , confiderandolo in tutti gli
afpetti , fotto de' quali ci fi prefenta
,
hfbaìf me»La Pr ima interrogazione è que«?
die. Ila'. Nj^IU prefcnte fcala?detta dell^
nate
o( 127 )o
note di valore , ciafcuna nota del
baffo quando afcende , fecondo l'ac-
compagnamento , che generalmen-
re è ricevuto,porta fopra di fé in .
certo tempo il perfetto accordo di
Terza?Quinta, Ottava, Ora in tal
tempo dovremo noi coniiderare^
quella nota del ballo come bafè pri-
maria, o come fecondaria ? Rifpon*-
do?dove noi volefftmo confiderarla
feparatamente dalle altre, e per fé
iteffa, dovrebbe dirfi bafe primaria
„
perchè porta fopra di fé il perfetto
accordo; pollo che ivi occorrano
veramente le Quinte giufle , e nonvolendo per ora confiderare la pre-
parazione , cioè la qualità delle vo-
ci , che precedono , Ma fi noti 9
che alia bafe primaria del concento
io anche ho dato il nome di {labi-
le ; e quella nota certamente non è
baie (labile, perchè gli accompa-
gnamenti q\\' ifteffo modo procedo-
no.
o( izZ )o
no, e di battuta in battuta trafpor-
tano l'orecchio ad altra , e ad altra
bafe • E per quefta ragione debbonfi
tutte chiamare , e veramente tuttofono, bafi paffeggere , e non già la-
bili , Gonfiderando infieme luna ,
e l'altra ragione , io le chiamerei
bafi medie ; e veramente tali io logiudico, perchè confiderando la lo-
ro fucceffione fono , come ho det-
to , tutte paffeggere, e però bafi
fecondarie ; ma considerando la-»
qualità dell* accordo perfetto pajo-
no bafi primarie , e come tali ci fi
dimoftrano per quel picciolo fpa-
zio , che durano . Or via , fieno
quefte corde in cafo tale , e chia-
minfi bafi medie . Dovranno lobafi medie aver luogo nel baffo fon-
damentale , o fi dovranno efclude-
re ? Quefta è la feconda interroga-
zione, alla quale rifondendo dicos
che io nella coftituzione del baffo
fon*
fondamentale non ho nominato le
bafi medie;perchè avendo io defini-
to, che il baffo fondamentale ha il
più femplice potàbile 9 non eflendo
quefte note affolutamente neceffa-
rie, egli non m'era lecito nominar-
le . Potrebbe nondimeno alcuno
penfare , che fi dovettero aggiunge-
re, conliderandole , come utili alla
maggiore armonia, quantunque nonneceffarie . Ma io di nuovo avver-
tirò, che volendo noi andar dietro
a cosi fatta ragione della utilità ,
non folo quefte , ma altre , ed altre
note di mano in mano fi dovranno
aggiungere al baffo fondamentale ,
fecondo la varietà de' cafi , che^occorreranno , Cosi il detto baffo
prenderà la forma d'un baffo conti-
nuo , il quale varia affaiffimo fotto
una ifteffa cantilena ,potendo avere
maggiore, o minor numero di no-
te9e piuttofto quefte, che quelle.,
i £>arei.
o( 130 )o
Sarà dunque vario air iiieflb modoeziandio il baffo fondamentale
;
tale effondo come potranno poi con*
venire nella coftituzione della fuà-*
forma propria quelli , che ne ragio-
nano ? E le queftioni intorno alla
fua natura , e perfezione come maipotranno aver termine ?
Eagion^ ora pafiìam' oltre , Anche al ee-QC211 aC^ .
compagna, nere delle fcale debbonfi riferire i
Sniffi duc Pafl!di Qi'aru , e di Quinta ,
de* quali già più volte abbiamo tat-
to menzione, cioè V accendente di
Quinta in fu, e di Quarta in giù ,
e il difeendeme di Quarta in fu , e di
Quinta in giù,quando i detti falti
fuccefBvamente fi vanno replican-
do; perchè in eflì la corda inferio-
re , e la fuperiore procedono di gra-
do in grado , e fanno fcala , Per le
cofe già dette egli è qui manifefto,
che l'armonìa nel primo movimen-to, cioè nell' afeendeme trafportafì
dall'
b( *3* )W
dall' Uìf al 5(9/ , e nel fecondo , cioè
Pel difendente, per contrario fi re-
fìmiifce dal Sol glP Ut , Le corde
nondimeno , che nel]/ uno , e nell'
altro progreffo formano di manoin mano le Quarte , e le Quinte
,
poffonp da noi conilderarfl in due
modi affai differenti, cioè a dire
,
o come relative tutte ad una cor-
da fola , ed a quella obbligate , co-
me a bafe comune ( nel qual modaabbiamo noi confiderata la feala^,
antecedente ) j o come /ciotte affat-
to da quello vincolo , Nella pri*
ma fuppofizione , fé la bafe a ca*
gioii di efempio farà la corda C,rutto il progreffo delle corde , che
fanno quelle Quarte , e quellg^.
Quinte, potrà effer formato di vp^ci naturali
9cioè tali , che nort-,
importino , né bimolle , né diefis
alcuno . Né anche in tal cafo lo.
Quarte , e le Quinte faranno tutte
i z per-
o( 132 )o
perfette,perchè neceflariamentc-»
vi interverrà la Quarta fcerna , e
crefcente, cioè la re 9 fa fi y e la-*
Quinta fcema , e crefcente , cioè re
la , fi fa , le quali nondimeno nonverranno punto moiette all' orec-
chio pur per la ragione , che tutte
quelle corde corrifpondono ad unadata bafe .In tal calo le corde, che
intra fé diffuonano, confuonano col-
la bafe, di cui fono proprie ; e quello
balta a falvare la diffonanza loro ;
fia per la ragione comune delle dif-
fonante , le quali non pure non ci
fono moiette , ma ci piacciono ef-
fendo fiate confonanti , o come di-
cono legate un momento innanzi ;
fia per la natura della fcala mufica ,
intorno alla quale abbiamo avverti-
to , che la confonanza meno per-
fetta rispetto alle bafi paffeggiere 3
ma proprie di quella fcala, fi prefe-
rirono alle più perfette , che noiu*
fieno
o( 133 )o
fieno proprie di quella fcala , madi un* altra * Tanto è il potere^
della bafe , cioè di quella corda5
che più non rifonando nell' orec-
chio continua tuttavia a rifonare-»
nella imaginazione . Prefupponen-
do noi adunque , che tutte le corde
del baffo appartengano ad una ifte£
fa bafe,gli accompagnamenti fono
i feguenti . Se il progreffo afeen-
de , daffi a ciafeuna nota del baffa
primieramente Quarta , e Sefta, e_*
Ottava ; dippoi Terza ^Quinta , e
Ottava é Se il progreffo difeende ,
prima a ciafeuna fi darà Terza , e
Quinta, e Ottava , dippoi Terza7Se-
fla , e Ottava ; avvertendo , che la
prima nota eziandio nel progreffo
afeendente dimanda il perfetto ac-
cordo di Terza, e Quinta . Il giuo-
co , che le parti fanno intra' ìe in
quefti due movimenti, non èlo'fteC-
fo, che noi abbiamo di fopra ofler-
i 3 vato
o( 134 )ó
Vatd nella più Tempi ice fcala delle
note di valore « Effb nondimeno è
fiitiiliffifflo ; e fìftli lì {lime ^ an2i af-
fatto le medefime$ fono le ragioni f
colle quali fi conferma5come ogn'
uno potrà avvertire da féfTra le_^
quali Angolarmente è da notare
quella vicenda3 che le parti Supe-
riori fi movano* quando il baffo fi
tien fermo ; e per contrario quelle
ferme fi tengano^quando il baffo
fi muove • la qual vicenda è di tan-^
to momento jche raccompagnamen-to di Teftfa , e Quinta 5
è appreffo
di Tet^ai e Sefta ,che conviene al
progrelTo , che difcende , dovrebbe
egualmente convenire eziandio al
pfògreffo $ che àfcende i fé il difet*
to non folle di quefta fola condi^ior-
ile , Cosi a me fembra , e fembrerà
cted' io a chiunque attenderà alla
ftfcceffione delle confohanze , che
fi limerebbero , Mutata la fuppafr
o( 135 )o
zìone $ e non elfendo il baffo ob-
bligato ad una dati bafe , ma fciol-
to5non più ali* orecchio fono tolle-
rabili le imperfezioni delle Quarte ,
e delle Quinte5che fuccedono Tu-
lle alP altre * Quindi Sebbene il
movimento aveffe principio dal
tuono G naturale ^ le corde proce-
dendo non potranno effere tutte na-
turali 2 cioè non avere mai né bi-
molli9né diefis^ iìu inderanno di
mano. in. mano acquiftàndo quegli
accidenti , che faranno neceffarj 5
acciocché ciafcuno de* fatti 5o di
Quarta3
di Quinti fia in fuo ge-
nere perfetto : altrettanto farannole voci che formano 1 loro accor-
di 4 In quefta feconda fuppofizio-
ne egli è facile 1* avvertire* chetutto il progreffo fi rìfoìve in unaferie continuata di vere Cadenze,che vanno di tuono a tuono $ mu-tandoli ogni volta la bafe « Le flette
i 4 fca-
0( 1$6 )ò
cadenze nondimeno fono in certo
modo legate runa coir altra per la
vicenda già indicata del moverli\
e dello ftàre;per la quale non mai
le parti inficine compifcono affatto
il loro officio9 falvo che nelP ulti-
ma nota?dove al compofitore pia-
ce \ che quel moto fi ripofi . Gli
accompagnamenti fono i fèguenti \
Se il progreffo afcende * daffi a eia-
feuna nota del baffo primieramente
Quarta \ Quinta , e Ottava$
dippoi
Terza > e Quinta > e fé difeende \
daffi a cialcuna in primo luogo Ter-
za ,Quinta^ e Nona
idippoi Terza
f
Quinta , € Ottava5 dove è da no-
tare * che le due diffonaiize la_-*
Quartale la Nona ottimamente pre-
parano l'orecchio al feguente ac-
cordo , e rifolvendofi ci fanno ben
fentire la nuova bafe ; alla quale_>
io non do nome di media>perchè
febbene fi muova5potrebbe fermarfi,
ed
ed effendo affatto indipendente^
non ha relazione ad alcun' altra
,
che abbia vantaggio, o diritto fopra
di fé.
Bramerà forfè alcuno dì vedere
una chiara immagine del baffo fon-
damentale , fecondo che noi lab-
biamp innanzi defcritto . Egli con-
ilderi quelli due ultimi movimen*ti, e la vedrà* Nel progreffo difcen-
dente Sol , Ut, Sol, Ut, noi abbia-
mo una ferie di bafi primarie , le
qqalì rapprefentate ci vengono dal-
le corde Ut > E nelle corde Sol in»
terpofte ci fi rapprefentano le guUde » Per contrario nel progreffo à-
fcendente la ferie delle bafi prima*
rie ci viene rapprefentata dalle cor-
de Sol , e la ferie delle guide dalie
corde Ut , che s' interpongono . Ledue corde Ut , e Sol , cioè a dire ì
due eftremì del? Armonia ,poffo-
no effere amendue e guida , e ba»
in
o( 138 )o
fé 9 e vicendevolmente fervono 5 e
comandano runa, all' altra ; e nel
prefente cafo tanto Tana,quanto
V altra fanno amendue gli offizj;
ma Puno officio prevale all' altro 5
e quindi è ^ che nel progrelTo afcen^
dente la Quinta vuolfi piuttofto con-
fiderarc come bafe , che come gui-
da , e nel difeendente piuttofto co-
me guida j che come bafe
,
Ma il difeorfo di quefta fcala *
che vien formata dal baffo con unafucceffione di falti di Quarta , cl*
Quinta$ ( il quale è molto utile a
chi vuol confiderare i giuochi 5 ola natura dell' armonìa ,
quantun-
que generalmente poco fi curi) nonè finito ancora. Io ho fuppofto in-
fino a qui , che il baffo proceda con
note di valore9ciafeuna delle qua-
li ammette un doppio accompagna-mento , anzi affolutamente lo ri-
chiede per la ragione già indicata 9
la
la qual nafce dalle due parti necef-
farie alla battuta < Ma il baffo può
egualmente bene procedere con no-
te di minor tempoia ciafcitna delle
quali non fi conceda che Mi folo
accompagnamento , In quella lilti^
ftla fuppofizione, fé il baffo afcen-
de , a ciàfcuxla ilota fi da terzai e
Quintaie à ciafcurla
ifé difceiide
,
Terza, e Settima , eccettuata la pri-^
ma* e l'ultima, colile già più volte
abbiamo detto t Nel priffiò movi-;
mento la Quinta ftàtìdo ferma fi
converte iri Ottava, e nel fecondo
le Ter^e in Settime fi tramutano ,
indi ìe Settime in Terze fi rifolvo-
ilo ; e così tutte le parti procedono
tegolàriffimamente . J7 ultima còr-
dai
irì cui al cdmpofitdre piacerà
di fermarti $ dee effere corifiderata
come bafe primaria ; ma l'altre note
intermedie, eccettuata la penulti-
ma f jta quale rifpoilde alla lèguente
bafe«
o( 140 )o
bafe , corrifpondono a quella corda
,
onde il movimento ha principio .
Laonde non acquietano , né perdo-
no alcun' accidente, oltre a quelli,
che già forfè avevano . E le Quarte,
e le Quinte , o perfette, o non per-
fette, egualmente dall' orecchio be-
ne fi ricevono . U ultimo movi-mento , del quale abbiamo parlato,
cioè il difendente col? accompa-
gnamento continuo di Terza , e_^
Settima era predo i vecchj uiìtatiffi-
mo . Al prefente non fi adopera, e
già fono forfè partati cinquanta an-
ni , che fu rifiutato come antico,
con altrettanta ragione, con quanta
fu rifiutato,perchè era nuovo, l'ufo
del trillo nella parte grave appunto
nove anni fa .
V. S. Rivma dee ricordarli delle
gioconde fefte , che fi celebrarono
in Milano per le fauftiffime nozze-/
delle Loro AA. RR. il Sereniffimo
Ar-
o( 141 )o
Arciduca Ferdinando , e la Sereni!*
finia Arciduchefla Maria BeatricePrincipefTa di Modena. In quei lie-
riffimi giorni i Signori Milanefi.
ebbero la forte di ammirare il gen-
tiliffimo Dramma del Ruggiero, no-
vellamente comporto dal Chiariffi-
mo Sig. Abate Metaflaiio , e degnoveramente di quella illuftre occa-
sione : sì per le glorie dell' antichi!-
fima ftirpe degli Eftenfi, che fi ri-
cordano; come per la qualità ftraor-
dinana del fatto fomjnamente acco-
modato al dolciffimo animo de^Se-
renicimi Spofi; perchè i perfonaggì
tutti , che intervengono nell' azio-
ne , fono virtuoiì , e innocenti . Al-
cun reo , e fcellerato non è mefeo-
lato tra buoni; e tuttavia la favola
è grande , e paffionata9e vi fi efer-
citano quegli atti di magnanima^virtù, a' quali generalmente i mal-
vagi fògliono dar' occafione. Ave-
va
q( J4ì |S
va veftito il nuovo dramma ɧHc>fue auree note il Sig ? Adolfo Hafle
j
e cosi accoppiate vedeanfi fortuna-
tamente una perfettiflima poefia del
più efimio poeta del fecolo , e la~*
nobiliffima mufica d'uno de?
più
grandi efemplari dell' arte , chomai fbffero . Altamente applaudirò^
no i buoni conofcitori tanto alla-*
Poefia, quanto alla Mufica, ficco*
me era giudo j nondimeno rifpetto
alla Mufica ecco quello, che awen-?ne ? Ne' primi efperimenti avverti-
rono i profeffori di Contrabaffo , chq
in certi luoghi della loro parte era
porto il trillo , Era quello ornameneto affei opportunamente collocato
;
tuttavia ai profefforj pgrve così nuo-
va cofa , che nella parte loro foffe
un trillo , che rifiutarono di efe-
guirlo ; né furono baftevoli a per-
fuadcrli , e piegarli in cofa così
lieve 5 o T autorità grandiffima di
tanto
0( 143 )o
tanto maeftro famofo , e riverito datutte le colte nazioni, le ragioni
buone , che egli adduceva , inlkmecon quelle fue maniere nobili*, e*dolci , che tanto amabile -a tutti lo
fendono.?quanto a' conofeitori dell'
arte per la Angolarità del fuo fape-
re è venerabile. Né potrebbe già
dire alcuno , che a' profeffori man-caffè abilità , o che la mano fentiffe
alcuna difficoltà , non effondo av-
vezza . Effi potevano molto bene»*
tuttociò, che aveffero voluto; mal'animo era meno fieffibile della-,
mano, Io non ho voluto omettere
quello efempio della ecceiìiva forza
della opinione negli uomini; -per-
chè mi fernbra notabile , anzi in_.
fuo genere {ingoiare , Ma ben vor-
rei , che ognuno leggendo avver-
tiffe generalmente ,.che" il riprova-
re alcuna cofa buona, o -perchè nuo-
va, o perchè vecchia, è un errore^
ifteffo,
o( 144 )o
ìfteflb , una eguale irragionevole^-
za, ed egualmente biafimevole. In
ogni tempo furono, e nacquero de'
buoni , e de* mali ufi; né però giu-
dicando abbiamo noi a fondare i!
giudizio , o nelP antico tempo , o
nel moderno , ma nella natura delle
cofe iftefle , e nelle condizioni loro
proprie , Errarono i Sonatori ., che
non vollero fare il trillo, perchè
non l'avevano mai fatto ; ma anche
s'ingannano i compofitori , i quali
più non vogliono ufàre i paffi di
Settima , perchè gli antichi gli ufa*
vano . Forfè dagli antichi fi ufarono
troppo fpeffo;perchè in tutto quel-
lo 5 che di natura fua è molto fenfU
bile , noi dobbiamo efler parchi, e
il progreffo delle Settime è fenfibi-
Jiflìmo ; perchè fuccedendo l'una_.
all' altra , e quella fuccefiìone noninterrompendofi mai con alcuna^,
bafe media , tengono V orecchio in
con-
b( 145 )o
continua fofpenfione , e cosi poi
l'ultima nota, che conchiude, viene
all' orecchio gratiflìma ,perchè è
fiata affai afpettata , e defiderata
,
Non fi dee dunque ufar cotal paffo
di frequente , ma ne tampoco deefi
efcludere dall' arte , come gli Tenta-
tori oggi fanno . Qua! pittore fu
mai, che interdiceffe a fé medefimoTufo di alcun colore? Io non credo,
che alcuno mai ciò faceffe , e fé al-
cuno fatto lo aveffe , faria da tutti
numerato tra gli ftolti; e ben a ra-
gione,perchè fiocamente avrebbe
egli privata la fua arte d'un mezzoutile alla perfezione di effa . Orperchè non dovremo noi affermare^
altrettanto d'un compofitore di Mu-^
fica , che volontariamente rifiuti
alcun* armonico movimento ,il qua^
le per altro fia legittimo , e buono ?
I movimenti varj nel? armonìa fono
fonili a varj colori nella Pittura ; ed
k eìTen-
o( 146" )o
eflendo tutti utili , e forfè in certe
occafioni affatto necefiarj , tutti fo-
no da apprezzare , nefluno è dkì£
metterli in non cale.
Delia quar- Ricordate le fcale, di cui Tufotei ìcala
nella iMufica è più frequente , co-
me anche fono le più femplici ; nonvoglio ometterne una, la quale ra~
riflime volte occorre;perchè tutta-
via molto merita la noilra confide-
razione; eflendo infieme fotto afpet-
to diverfo la più femplice9 e la più
compofta delle fcale, che imagina-
re fi poffano. Quefta fi può chia-
mare la fcala de1
femituoni ; e fallì
afeendendo , e difendendo dallau
Prima all' Ottava , toccandofi per
ordine fui cembalo tutti i tafti in-
termedj lunghi , o brevi , che fieno;
un folo tafto omeflb , cioè quello,
che Ila tra la Quarta , e la Quinta
del tuono . Trovafi tifata quefta fca-
la alcuna volta nella grande Operade'
©( 147 )o
de' Salmi Marcelliani , che debbo-
no effere coniìderati , come il più
eccellente efemplare , che fi vedef-
fe , o che vedere fi poffa del yero
Bello ; e fingolarmente di quel Bel-
lo fublime , cui V immortale Gio-
vanni "Winchelmann riconofce, ed
ammira con tanto entufiafmo ne*
lavori di Fidia , di Policleto , di
Scopa9 e fomiglianti , Io ho pre-
fentemente alle mani la fua nobi-
liflima Iftoria7che è ftata qui tra-
dotta di frefco affai elegantemen-
te (a)7e con mio grandiiTimo pia-
cere offervo9che i caratteri dello
flile fublime , che ringegnofo Au-tore nota , e defcrive ragionandodella Pallade della villa Albani 9
o della Niobe della villa Medici
,
tutti perfettamente convengono al-
la grandiofa , ed efpreffiva armonìa
k 2 di
(a) Pai Sìg. D. Carlo Amoretti»
o( 148 )o
di Marcello / Per quefta ragionole compofizioni di quelV Eccmo Di-
lettante dovrebbono effere Tefem-pio
?e la guida de' profeffori , che
fervono alla Chiefa , a eui altra ar-
monìa, o più mollerò men nobile,
convenire non può in alcun modo .
Ma quefto forfe non farà mai; perchè
le anime elevate , che comprenda-
no il pregio d'un Bello veramente
fublime , la fua forza , la fua perfe-
zione , la fmcerità , e quafi la in-
nocenza fua propria , e che lo gu-
idino, e fono, e furono , e faranno
Tempre rariffime , Veggafi il Salmo
V. al verfo X.Sul labro lor mai verità non fieàe ,
Nel loro cor fol vanitade ha regno f
E il Salmo XVII. ai verfo XVILDa un orrendo tremuoto
Si divifero Vacque , e il mar s'aperfe i
E fi vedrà opportuniflìmamente adat-
ta laicala?che noi abbiamo appel-
lata
lata pur dianzi de* femituóni . Là^bafe nel primo efempio è G ; onde
lafciafi la corda C diefis , che fareb-
be la fua Quarta falla . E nel fecon-
do efempio la bafe della fcala è C;e però lafciafi la F diefis,.che è
parimente la fua Quatta falfa . An-che nel primo efempio il baffo pro-
cede unifòno'colla voce; e ì^el fe-
condo l'autore non attribuite^ alla
fcala altro accompagnamento , che
quello folo dei due eftreffii dell' ar-
monia , cioè delle due corde C , e
G , facendole fentire , e tenendole
ferme,quando quella , e quando
quella , ora nella parte fuperiore , e
ora nella infima - Tale fcala non fi
può in altro modo ufare , che in que-
llo . La ragione,per cui la Quarta
falfa fempre fi dee omettere, è mani-fefta
; perchè tutte l'altre corde ap-
partengono a all' iiiio,o all'altro de*
tuoni maggiore , e minore, che all'
k 5 iftefla
e( 150 )o
iftefTa bafe corrifpondono (a) . Ma la
Quarta falfa non già . Laonde?co-
me corda affatto llraniera^ e nóii^
corrifpondente alla bafe, deefi omet-tere , La bafe iileffa poi , o la Quin-ta ottimamente fi può far fentire eli
continuo , odi fopra , o di lotto |
perchè in quello modo più mani-
feftamente ci fi danno a conofce-
re le proporzioni proprie di ciaf-
cheduna corda verfo di effa . L' o-
recchio fenteiido quelle proporzio-
ni didimamente, più fé ne com-piace , e in grazia loro anche .me-
glio distingue le piccole differen-
ze fiiccefliye di corda a corda; Ìzlj
quali quanto fono più picciole ,
tanto fono meno commenfurabili ,
e per confeguente meno atte per
fé a dilettare , e più facili a con-
fonderli . Per quelle ragioni il con-
froti-
(a) A.uu D'tfci del numero ec. pag. 91. §« IV-
o( 151 )ó
fronto attuale delle corde , che_>
procedono di femituono inferratilo-
no colla bafe comune , o coir eitre-
1110 dfeffa,che fi tenga fermo, e così
tutti infieme gli leghi , fa otti-
mo effetto . Per la ragione contra-
ria qualunque altro accompagna-mento farebbe inopportuno , e no-civo : si perchè neffun' altra corda
può trovarli, a cui tutta la data fe-
rie poffa convenire; ma altre , edaltre corde fi dovrebbono omettere,
le quali cosi diffonerebbono verfo
di 'effe , come verfo la bafe. loro di£
fonava quella Quarta falfa , che ab-
biamo omeffa ; si perchè dividen-
dofi l'attenzione dell' orecchio in—più parti non più rimarrebbe all'
uditore attività {ufficiente per fen-
tire , e conofcere quella minuta di-
gradazione . Quindi per neceffità
nafcerebbe confufioiie , e ogni di-
letto perirebbe - La fcala intera de.'
k 4 fé-
feifrituoni,come io l'ho rappresen-
tata^ è di rariflimo ufo ,nè a me al-
tri efempj fi prefentano5che quelli,
che ho ricordato * Ma gli Scrittori
alquanto più di frequente collima-
no di ufarla divifa per metà , cioè
a dire , afcendendo \ e discenden-
do , o dall' Ottava alla Quinta , o
dalla Quinta alla Prima » In quella
guifa trovafi non di rado nelle com-polìgoni iftrumentali de* moder-ni * Io fono ancora di parere , che:
li potrebbe forfè tentare di raddop-
piare la fcala ifteffa intera afcen^
dendo , e difendendo ad un tempoper moto contrario * In quefto modoconcorrerebbe la Prima corda con__,
l'Ottava , la Settima maggiore colia
Seconda minore; là Settima minore
colla Seconda maggiore, e così pro-
cedendo . Cioè à dire , concorre-
-irebbero infietne di continuo quelle
corde, Je cui vibrazioni, fatte in
tem-
ó( 153 )0
tempi eguali, multiplicate infiemodanno conftantemente un prodotto
medefimob fecondo che (a) nell
1
Acuftica ho dimoftrato *
Quelli* che a mano a mano io fon ©e§u àltr*
. *j ,.
•
j. ,
.
accompa-venuto ricordando , fono gli accora- giumenti,
pagn amenti * che comunemente fi
applicano alle fcale -muficali t E per
le ragioni * che ho detto , altri ac-
compagnamenti * che pur queffci
fteffi, applicare alle fcale non fi po~
trebborio ^poftochè le corde ftìufiche
in tanto fieno muficbe , irì quanto
£he le une fi riferifcono alle altre * e
tutte infieme finalmente ad una fa*
laiche è il fondamento comune y
la quale di mano in mano fi puòmutare ^ e mutafi ; ma tuttavia ferft-
pre mutar fi dee in modo § che il
càn-
Ca) V. Difs. dell' Aut. del numerò ec. , è pifs.
della divifione ec* pa.%. 189. Ietterà al Chiariflimtf
5ig. D. Sebaftiano dariterzani Ségret dell' Accad* delFInflittilo é
o( 154 )o
cangiamento rendati manifefto ; fe-
condo cne avvertimmo a principio
difeoprendo la cagione del difpia-
cere , che fogliono recar feco le^
Quinte raddoppiate , che fi proibii
cono . Or nell' ifteffo modo, e coli8
iiteifo principio agevolmente po-
trebbe chi voleffe procedere, e. ren-
dere, la ragione degli altri accompa-
gnamenti, che neìla Malica occor-
rono alcuna volta fuori d'ordine . Il
numero nondimeno di tali accom-
pagnamenti ftraordinarj , i quali va-
riano dalle regole comuni delle-»
leale , è affai minore , che a primo
afpetto non fembra. Quella verità
ci fi fa in primo luogo fentire dalla
efperienza;perchè un giovane , che
fappia bene accompagnare la prima
delle quattro fcale nominate (nella
quale il baffo movendofi marca il
tempo da fé, ed efprime tutte le bafi
fecondarle) e che fappia replicarla
in
ó( 155 )d
iti ciafcuno de' tuoni potàbili (che
fono Ventiquattro, non più , némeno , cioè dodici con Terza mag-giore
i e dodici con Terza minore )
il può quafì dire , che fia già fatto
accompagnatore . Quello è il meto-
do , col quale infegnarono i buoni
vecchji i quali fubito applicavano
il giovane all' efertizio della mede-fìma fcala per tutti i tuoni . Egli fem-
bra a prima villa lungo, e nojofo ;
ma in verità è il miglioreie più
fpedito d'ogni altro , come affer-
mato mi hanno per la loro propria»*
efperienza i due eccellenti Scrittori,
t noftri buoni amici Saiieri , e Ma-riani * Ben (aria cofa utiliflima, fé-
dondochè io ftimo i una ferie di
efèmpj , in cui rtudiofamence foffero
ordinati tutti ipaffaggi, che occor-
rono da tuono a tuono ; acciocché i
giovani efercitandofi fopra di quel-
li, poteffefo apprendere a prevedere
il
il cangiamento del tuono , e cosa
pronti fi rendeffero a mutare la nu-merazione , Io anche bramerei, che
la detta ferie di efempj foflfe propo-
Ila in modo5e con tale avverten-
za , che il nuovo tuono non mai il
chiamaffe col nome affoluto il tuo-
no di A , il tuono di B , ma Tempre
col nome relativo al precedente 5
cioè a dire , il tuono della Seconda,il tuono della Terza, il tuono della
Quarta . Così con chiarezza mag-giore darebbonfi altrui a conofcerc^
le maniere varie di pafiare da tuono
a tuono . Effe tutte verrebbono al-
trui innanzi fotto la formola più
univerfale , e cosi la fomma de' varj
modi di cangiar tuono ridurrebbefi
al minor numero potàbile ; feparan-
dofi le diiferen^e vere dalle appa-
renti5 cioè da quelle , che nafco-
no dalla materiale difpofizione_*
della taratura , e dalla varietà de'
fé-
©( 157 )o
fegni , che fpeffe volte pajono con-*
trarj , e fegnano la ilefla cofa ,
Ma prendanfi a ricercare le origini
delle eccezioni , che in pratica-,
fi fannopo fembrano farfi alle re-
gole principali delle fcale , e An-
golarmente alle regole della Pri-
ma. Conofciute, e numerate le ori-
gini delle eccezioni noi inconti-
nente comprenderemo5quanto la_*
coftanza , e la eftenfione delle re-
gole fia maggiore5che altri noji_*
immagina -, Se io non m'ingannoj
le eccezioni tutte5che poffono oc-
correre a chi accompagna, derivano
da tre capi , Il primo è l'ufo delle-»
diffonanze , che il compofitore può
a fao arbitrio introdurre nella ar-
monia , folo che prima le leghi , e
dippoi le rifolva,giufta la legger
loro propria . Il fecondo è la foiH-
tuzione5che il compofitore ifteflb
può fare d'alcuna corda propria dell8
or-
o( 158 )o
ordine maggiore alla fua corrifpon»
dente del minore , e per contrario;
il che faffi alcuna volta affine di
maggiore efpreffione . Il terzo è la
diminuzione del baffo continuo.Air una di quefte tre claffi le ecce-
zioni generalmente fi riducorio ,."
Ora dove il baffo è diminuito?
l'accompagnatore dovrà attenderealle note iniziali di ciafeun quarto
;
perchè quefte neceffariamente fi deb-
bono accompagnare , non già le al^
tre . Ma le note 9che in tal cafo non
fi accompagnano non offendono la
regola di quelle, che fi accompagna-
no . I^a foftituzione d'una Terza,
d'una Sefta maggiore ad una mino*re , o per contrario , non è tale ecce-
zione?che offenda , e muti la rego-
la. Quivi la regola mutafi nel mo-do ; nella foftanza è pure quella^
ifteffa, Qltredichè così fatte fortini
zioni ben di raro fi coftumano 9 e gli
acci-
accidenti , che apparirono efpreflì
nelle parti fuperiori, ne danno Inibi-
to avvifo. Le eccezioni dunque, che
nafeono dal fecondo , e dal terzo ca-
po, fono più apparenti , che vere . Levere eccezioni , le quali poffono
produrre alcuna difficoltà , al primo
capo lì riftringono5cioè alle lega-
ture , e diffonanze . Ma quivi alle_>
regole generali della fcala una re-
gola Umilmente generale fi foftitui-
fee; perchè le legature hanno un_.
moto loro proprio , determinato, eduniforme . Quefto adunque innanzi
bene fi apprenda, e confideri; dip-
poi fatto un convenevole efercizio ,
anche le legature non difficilmente
fi accompagneranno . Fuori d'ogni
dubbio il maggiore fUtdio è da porre
negli accompagnamenti regolari del-
le fiale,e fingolarmentedellaprima;
E acciocché tale eferciziò agli
ftudiofi riefea più utile, io iion^
ìa- '
lafcerò di avvertire , che le fcale fi
vogliono efeguire in giufto tempo
,
efprimendo alcuna volta la battuta
dupla , e alcuna volta la tripla . Gli
ftudiofi faranno a quefto modo unavia, e due lervigi; faranno pratica
degli accompagnamenti , e infieme
fi accoftumeranno alla efatta mifura
delle mufiche battute « Ma a tal fine
egli è necefiario affolutamente , che
le tre note principali della fcala 9
la Prima , la Quinta , e l'Ottava ,
conflantemente faccianfi venire^,
nella prima porzione della battuta 5
cioè nel battere, non mai in leva-
re , Ciò non fi cura, ne fi fa ; e faci-
liffimamente potrà farfi o fermandoalquanto il movimento , o interpo-
nendo il filenzio? dove il bifogno lo
richiede. In altro modo la mifura^
del tempo non fi ofierva 9e quando
pure fi ofiervi^non fi rende all'orec-
chio fenfibile ; il che nell' effetto è
Tunaifteflacofa, Io
$( idi )o
Io mi Iufìngo d'effermi meritata Delia prima
la erazia de' mufìci fcrittori ;perchè compofìzio-
il difcorfo mio ninno ad ora noiu, contronota
può in alcuna fua parte effer loro \J^^ingrato , e fpiacevole . Io ho rice- fua regola,
vute le regole , eh' efli date m'han-
no ; e fpeculando fòpra di quelle^»
con moke ragioni le ho conferma-
te . Né tampoco io diffimulo , che
l'obbligazione de1
Teorici verfo i
Pratici fia di molto maggiore , che
fin' ora non è la obbligazione deJ
Pratici verfo de?-- Teorici . Ma per
quello mio merito,qualunque fia
j
faranno efli contenti , che io pafli
ad efaminare una regola general-
mente da loro ammefla , e che_>
trovandola difeorde dalle cofé , che
abbiamo già innanzi ftabilite di
comune confenfo , io anche ardifea
di rifiutarla ? io fpero che sì . E nonvolendo punto dubitare della gen-
tilezza , e ragionevolezza loro fé-*
I gui-
o( Itf2 )o
guirò producendo liberamente i
miei dubbj, e le mie conghiettu-
re , V. S, Rivma mi eonfervi la fua
amorevole attenzione , e raccolta
bene ogni cofa farà poi di ciafcuna
quel conto che le parrà di ragio-
ne , La prima regola generale , che
fogliono dare i Gontrappijntifti a'
loro discepoli, quando inconuncia-
no ad infegnare la più femplicofpezie del Contrappunto , la quale
non ammette alcuna dilTonanza , e
chiamafi compqjìziom di nota contro
nota5 fi è la feguente , Prefentano
effi al novello {colare alcuna por-
zione di Canto fermo9 o corno
effi dicono , una Intonazione ; e
aflegnando a ciafcuna nota una in-
tera battuta 9gli preferivono * eh'
egli ponga di mano in mano fopra
le note di quel baffo quelle confo-
nanze, che più gli piaceranno, con
quella fola condizione . che le con-
fo-
fonanze perfette ( nelle quali il can-
to dee cominciare?
e finire ) nel
corfo di mezzo Tempre faccianfi per
moto obliquo , o contrario ; le im-
perfette con qualunque moto , Aquello fi riduce tutta la regola, e
tutto V infegnamento per la com-pofizione di nota contro nota • Ub-bidito , che abbia lo fcolaro alla^
pofta condizione, il lavoro appro-
vali per ottimoynon fi richiede-»
più oltre . E quello è il metodogenerale , Così fa il Sig, Giufeppe
Fux nella prima lezione della fua^
Salita al Pamajjb, E quello , che fa
il Sig, Fux , facevano già i migliori
Maelìri , che andarono innanzi *u.
lui ., e fecero poi i migliori , che lo
feguirono , Or ecco quello , che_*
a me difpiace in tale efercizio , che
fuol effere in tutti il primo , opiù generale fondamento della dot-
trina muficale. Difpiacemi in pru
1 2 ino
, o( i<>4 )o
ino luogo5 che a ciafcuna delle no-
te del baffo un' intera battuta il alfe-
gni ; e panni di riconofcer in que-
llo un' errore graviffimo 9 perchè
non li ilabilifce la fpexie della bat-
tuta fé ila o dupla , o tripla , e lodue parti neceffarie , e legittime
della battuta ifteffa, non il diftin-
guono né dalla parte grave, né dalla
acuta , Potrebbe alcuno acutamente
rifpondere 5che l'afcoltatore uden-
do può unire a due a due , ovvero
a tre a tre,quelle note
5che l'oc-
chio vede in carta feparate 9e di-
ftinte; e eh' egli formerà in tal mo-do una ferie di vere battute muc-che 9 a ciafcuna delle quali norumancherà né l'Arfi
9né la Tefi 9
fecondochè io deildero. Che l'alcol-
tatore poffa udendo congiungere le
battute a due a due9ovvero a tre
a tre , io non lo nego ; ma non_*
poffo però concedere?che fatta tale
unio-
unione egli fia per trovare nelle no-
te , che afcolterà , alcuna legittimi
forma di mufica battuta ; a tal ef-
fetto farebbe neceffario , che le vo-
ci più confonanti venifTero regolar-
mente in battere, e le meno con-
fonanti in levare . Ma verrannogli
effe innanzi con tal ordine ? noru.
già;perchè il giovane fcolaro ha
mefcolate le une alle altre difordi-
natamente \ né poteva egli altri-
menti fare , non prevedendo , fol'afcoltatore aveffe a congiungere le
battute a due a due , ovvero piatton-
ilo a tre a tre . Male adunque nonè fiata a principio {labilità una fpe-
zie di battuta, qualunque fofle . E per
tale incertezza, e indeterminazio-
ne , neceiTariamente dee la compo-Azione di nota contro nota effere^
difettuofa ,
In fecondo luogo non piacem?
quella general iflima pernii filone \
1 3 che
o( 1 66, )o
che fopra qualunque nota del baffo ^
qualunque confonanza poffa collo-
care colla fola condizione, che Ì$L>
perfette faccianfi con moto obliquo,
o contrario. Dalla ecceffiva ampiez-
za di tale permiffione nafce uccella-
riamente nell'armonìa un difetto,
e un difordinc nientemeno grave
dell' antecedente , che offervato ab-
biamo rifpetto alla mifura , o dire
vogliamo alla efpreffione del tem-
po . Lo fcolaro perfettamente adem-
piendo alla condizione dei tremoti,
che fola gli fi prefcrive, potrà tutta-
via ad arbitrio fuo dare la Quinta ,
cioè il perfetto accordo, alla feconda
corda del tuono, alla terza, alla fefta,
cioè a qualunque delle corde , che
che io ho chiamato fervili ; e nùn^darlo alla Quinta , che è uno degli
efiremi dell' armonia, a cui il per-
fetto accordo di ragione fi convie-
ne p Anzi fé per avventura l'efem-
pio
pio tolto dal canto fermo non co-
mincerà , o non finirà nella bafe_>
primaria del tuono ( il che facilmen-
te potrà avvenire) anche potrà lo
fcolaro non dare il perfetto accordo
né alla Prima , né all' Ottava ; né
perciò fi farà egli meritata alcuna
riprendane, perchè avrà tuttavia-*
perfettamente efeguito quanto pre-
fcritto gli era . Di grazia conica
mai potremo noi ammettere per
buono , e lodare per legittimo unContrappunto cos'i fatto , fé nonchiudiamo l'orecchio alla ragione ?
Come potremo noi approvare unatompofizione , dove l'accompagna-
mento perfetto toglieìì alle corde,
che lo richedono , e alle altre ,
che non lo richiedono5
fi dona ì
Forfè alcuno penferà di potere aitai
bene difendere in ciò il coftumocomune de* Contrappuntifti , oppo-
nendo a me medefimo le dottrina
1 4 mie -,
0( 1<$% )o
mìe; cioè a dire le offervazioni^
che ho dianzi fatto fopra gli accom-
pagnamenti , che li applicano alla.*
prima fcala delle note di valore ; le
quali offervazioni anche appaitene
gono alle fcale feguenti. Ogni volta
che i perfetti accordi vanno di paffd
in palio replicandoli. Quivi for-
manti quelle, che io ho chiamate^bafi medie ; né perciò la chiarezza
dell' armonia ne rimane otfefa. Airifteilb modo dunque diranno
9che
nella compofizione di nota contro
nota fi potranno dare alle corde fer-
vili gli accompagnamenti delle..*
principali fenza fcòncio . Così ve-
ramente può fembrare ad alcuno s
Ma il cafo è dittimi infimo ; che feb
bene negli accompagnamenti di
quelle fcale datfi di mano in manoil perfetto accordo alle cordi fervi-
li , non però togliefi alle principa-
li i Di più lo ftcffo perfetto accordo
va
o( 169 )o
va di continuo alternandoli col dif-
fonante , replicandofi lo fteffo palio,
e procedendo in tal modo per pic-
ciolo fpazio, e alrernandoii iniie-
me i movimenti delle parti acute
,
e della grave ; i quali mai affatto
non concorrono , che nel princi-
pio , e nel fine della fcala . Sotto
quelle condizioni abbaftanza gli ac-
cordi delle bafi medie, o dir voglia-
mo le loro Quinte, comecché Tem-
pre foflero pcrfettiffime ( il che nonè vero ) dagli accordi eflremi fi di-
stinguono ; non mai le bafi medioaffatto fi pareggiano alla primaria
;
né però in tutti quei Contrappunti
jiafce confusone , la quale è inevi-
tabile nella compofizione di nota-,
contro nota , per la ecceffiva libertà,
che i Maeflri le concedono . Altret-
tanta, o poco minore confufione tro^
vafi in certi Contrappunti laborio*
fiffimi , e fludiofiffimi , che fi afcoL
1 jta-»
o( 170 )ó
tano , conftituiti fopra il canto fer*
pio j i quali generano9e fempro
hanno generato molto maggior me-raviglia 3 che diletto ; di che molte
gravi conghieuure non ci lafóanodubitare . In tutti quelli alcuna volta
i perfetti accordi non afpettati ven-
gono air orecchio . Afpettati alcuna
volta non vengono, Quando più
,
e quando meno afpettare fi fanno;
né alcun' ordine certo offervano ne-
gli intervalli loro (a) , D'onde fegui-
ta , che l'armonia loro fempre tiene
l'orecchio fofpefo^ né mai a pieno lo
contenta. L'armonia di tali com^pofizioni (dico la contemporanea) è
molta ; ma I4 fueceffiva,3 cioè la can-?
ti-
(a) RimotifTìma da fimili intrecci, e affatto fem*>
plice e la MelTa in Qoena Uomini a due cori,pubbli-
cata da S, A. il chiariiTìmo , e dottiflimo Abate di
S. Biagio in Selva Nera Martino Gerbert: de Can-ti* , & Mufica facra tom. i. Typis San-blajlanis 1774»Nondimeno chi non farebbe contento di quella tarh
Sa armonia 3maeftà, pietà
9ed efprem*on.e ?
o( 171 )©
tìlena, fparifce; perchè quefb noil
può effere fenfibile5fé non dove là
bafe primaria è ben palefe, e fi tien
ferma . Or quale fpezie di Contrap-
punto farà mai tanto eccellente ^
che perfettamente poffa appagarci 7
mancando di cantilena ì Mi diran-
no 5 che i Contrappunti defcritti * e
inabiliti in quel modo fui canto fer-
moipur perciò fono graviflìmi . Che
fieno graviffimi è il vero; ma che
lo fieno pur per quella ragione , che
mancano della cantilena, io non lo
poflfo concedete « ÉfTì potrebbono
eilere altrettanto gravii
e infieme
farebbono fenza comparazióne più
dilettevolii fé la cantilena alV ar-
monia fi aggiungere ; folo che la
tardità del movimento non fi fce-
maffeio anche
i fé tale fofle il bi-
fogno,fi accrefcefle . Parmi adunque,che la compófizioiie di nota contro
nota , fecondo il comune infegna-
1 6 men-
mento de' Contrappunrifti , fia di
molto difettuofa , e nella forma del
tempo , che bene9e conitantemen-
te non fi efprime , e nella qualità
dell' armonia , che non è regolare;
e così lefercizio primiero9che i
giovani fanno nelle fcuole del Con-trappunto
,per la norma, con cui lo
fanno, non è punto idoneo a dar lo-
ro un' idea chiara , e g iurta della-*
buona Mufica, fecondo che nel prin-
cipio faria neceffario .
Siftema-, Anzi da che tant' oltre io già miPerfetto fi .
dimoftrati- fono condotto,aprirò del tutto il mio
«UdCon- an ^moi e dirà , che io ardentemen-
trappunro , te defidero , che alcun' uomo dotto ,
neTdèfide- e giudiziofo molto prenda ad efami-
rare • nare ad una ad una le regole tutte
della Compofizione in quel modo ,
che io ho qui efaminata la primiera,
diligentemente fepatatido quelle re-
gole, che hanno fondamento in na-
tura , da quelle, che V hanno nella
opi»
ó( 173 )o
opinione . Fremeffo un* cfame così
fatto non dovria effere imponìbile,
anzi, come io vo immaginando, nà
tampoco molto malagevole , il for-
mare mi fiftema ordinato, e coeren-
te , in cui tutte le regole derivaffe-
ro Puna dall' altra quali geometri-
camente j coficchè inlìeme combi-
nandoli formaffero un corpo folo
,
effendo conlune prerogativa delle_*
leggi vere , che tutte con tutte be-
ne fi convengano è Anzi quella per-
fetta corrifpondenza,per cui vicen-
devolmente l'une le altre fi confer-
mano, potrebbe àverfi in luogo d'u-
na piena dimofhrazione * Fatto , che
ciò l'offe , la faticófiffima, e lunghif-
flma dottrina del Contrappunto di*
verrebbe , io fpero, molto più bre-
ve , e facile ; tantoché rimarrebbe-*
tempore comodo a' giovani di fivol-
gerfi alla confiderazione delle can-
tilenefallo ftudio della loro indole
Va*
varia, e al buon modo di condurle i
primo ne medium , medio ne difcrepet
imum: cioè a dire, di attendere alla
parte più nobile , e più intellettuale
della Malica , che al prefente quali
in tutto lì lafcia alla naturale pru-
denza di ciafcuno con tanto nocu-
mento,quanto refperienzJa ci fa_»
fentire, Formerebbonfi allora , o di
nuovo al mondo apparirebbono i
perfetti compoikori ; cioè quelli i
che fàpeffero accoppiare l'eccellente
Contrappunto all' eccellente canti-
lena, come già fecero Gariflimi^ Ste-
fani, Scarlatti , Marcello iHandel,
e gli altri loro eguali ; fé altri furo-
no , che pollano a' cinque nomina-»
ti con ragione uguagliarli , Quella
SasgioFoD- °Pefa grande, e utiliflima , che io
dimentale defidero , fi può dire, che fia già
RMaSro S$fè Per metà efeguita dal Chiaria
fUManrimo Padre Maeilro Giambartifta_,
efuadifefa! Martini; perchè nel fuo Saggio Fon*
da-
o( 175 )o
(lamentale?pubblicato Tanno 1775,
o egli ha già pollo il fondamento?
o cerro ha preparato il materiale^
all' edifizio. La prima cofa?che fe-
condo il propolto difegno farebbe^
necefTaria a farfi 9 è una compiu-ta
5e fedele raccolta degli infegna-
menti dell' antica fcuolape degli
efempj? in cui vedere fi poffa
3co-
me i più celebri degli antichi pra-
ticamente efeguiffero i precetti lo-
ro . E quefta raccolta9
eziandio
compofto , e pubblicato il nuovocodice , non diverrebbe inutile
;
perchè fempre gioverebbe a chi vo«
ieffe confrontare i nuovi precetti
cogli antichi 9 e così per fé me idì-
llio accertarfi ? da qual parte ftia il
vantaggio, oflia nella foftanza della
dottrina9 offia nell'ordine f e nella
conneffione. Ora una tale raccolta
nella detta opera del detto Padre^
è già fatta j anzi egli di più , fecon-
do
do che le occafioni a mano a manogli fi porgevano, ha notati i luoghi^
in cui pare , che la pratica degli an«
tichi non bene fi concordi cogli in-
fegnamenti , anzi che gli infegna-
menti rteflì non bene fi combini-
no gli uni cogli altri . Porto ciò
altro non rimarrebbe 9falvochè ac-
cingerli all' irnprefa ; efaminare di-
ligentemente i cafi, e le regole^
quivi efprefie ; verificarle al doppio
cimento della efperienza 9 e delliu.
ragione ; unirle ; ridurle air efpref-
fione più generale; poi di tutte for-
mare il fiftema , che fi brama , Non-dimeno V. S. Rivma non ignora il
groffo volume9che contro il Saggi®
di quel dottiffimo 9 e modefiiffimo
Religiofo è flato pubblicato , in-
titolato il Dubbio . O infelice-»
condizione degli uomini anchepiù benemeriti del Pubblico ! Cer-
eamente quella lunga f e dottiflì«
ma
ó( 177 )o.
ma fatica, l'ottimo animobcon
cui è fiata fatta , e i lumi d* in-
gegno , e di prudenza i di cui è
fparfa * non meritavano quello pre-
mio . Ma di grazia , che inten-
diamo noi di riprendere nel Saggio
Fondamentale ? Forfè la riverenza,
che l'Autore dimostra Verfo degli
antichi Macilfi ? Or non è quello
il dovere d'ogni Maellro ? Quantoingialli
iquanto ingrati faremmo
noi , fé non apprezzaffimo i nolìri
maggiori , i quali hanno fatto nell*
arti i primi pallii e più malagevoli ?
Non ftamo noi loro debitori di tutto
quello , che abbiamo , e che Tappia-
mo? Dirò più oltre; quanto fciocchi
faremmob fé difprezzando noi i più
vecchj infegnafllmo a' più giovani di
noi a difprezzare un giorno egual-
mente , più, noi medefiifii ? Si di*
fa forfèé che il rifpettare gli anti-
chi è cofa debita5e giulla
3ma che
in
C( 178 )o
In tale offequio il Padre Martini ec-^
cede . Primieramente in queilo cafa
è molto meglio eccedere , che man-care ; sì confederando la cola per fé
fteffa ^effendo coftume proprio degli
uomini cordiali , e gentili abbon-dare nelle Iodi , e fcarfeggiare rielle
riprenfioni5 e nelle accufe ; cornea
confiderando gli effetti , che indi
poilbno derivare. Confrontiamo i
difordini , che derivare potrebbono
nella Giurifprudenza dalP attende-
re unicamente allo fpirito delle leg-
gi9 e niente alla lettera; o vicen-
devolmente dal feguire efattamente
la lettera della legge, e niente cu-
rarfi dello fpirito \ noimanifeftamen-te vedremo , che affai più frequen-
ti5 e gravi difordini nafeerebbono
dalla troppo licen/iofa interpreta-
zione , che dalla troppo fervile . Lofletto avvenir dee in qualfivoglk-.
delle arti, in cui o refperien/a, o il
fa-
o( 17? )ù
fapere degli antichi ha già Affatole leggi < Ma lafciam quello , E' egli
il vero , che il Padre Martini cosi
Servilmente5 cosi ciecamente fegui-
tigli antichi? Se quello foffe, nonavrebbe il fuo ingegnofo oppoiitore
avuto occafione , ovvero ^ com'egli
s' immagina , cagione d'incolparlo
di tante contraddizioni . Le con-
traddizioni nondimeno, fé così vere
follerò ^ come egli ha immaginato,a torto a lui fi attribuirebbero
;per-
chè veramente non farebbero fue ,
ffià della fcuola5che egli ha intefo
di rapprefentarci « Il Padre Martini
non rifiuta mai l'autorità comune 3
o quafi comune degli antichi Mae-ftri ; e cosi doveva fare
>perchè egli
fonda il precetto In ella; né maiha intefo d'effete novatore , e di
formare una nuova fcuola fua pro-
pria * Egli nondimeno non lafciò
di notare le difficoltà di certi cafi ,
che
o( 180 )o
che al precetto fanno contratto ; e^moilrò in quei cafi,come gli antichi
fteffi fono itati fallii di governarli «
Che altro più fi poteva richiedere^
da un Maeltro il più giurto , il più
lincerò, il più giudiziofo , e fé an-che dir vogliamo, il più indulgen-
te ? Male adunque V oppoiitore hariconofciuto il merito del Padre.,
Martini ; male ha diretto le Tue ae-
cufe contro di lui ; né a me in
alcun modo è lecito di approvare i
dubbjfuoi; comecché io ben m'ac-
corgo, che egli ferivendo defidera-
va nel fuo animo queir ifteflb efa-
me delle antiche leggi , che io de-
fidero. Né anche io vorrei, che-*
r efame fofle fatto nel modo, cheegli tiene fcrivendo ; ma con moltooflequio verfo degli antichi iftefli
,
dubitando fempre , che abbiano la
ragione dal canto loro , febbenenon appaja , e con tranquilliti 5 e
fen-
©( i 8 i )o
fenza punto di bile ; comecché al-
quanti de' filofofì fentano, che la
bile renda gli uomini acuti , e in-
gegnoii . Nelle materie difficili, e
complicate, come quelle fono, ma-le può fcorgere il vero chi non ha
P animo affatto placido , e tran-
quillo.
Ma troppo oramai mi diftendo io Concio**
in quello difcorfò . lo dalla queitio-
ne propoftami fon paffato a cagio-
nare delle regole , le quali a mepare, che dxfcendano da quel prin-
cipio illeffo , onde la quetìione honfoluta . Poi dalle regole fono en-
trato a parlare de' miei defider)
.
Con altri ho imparato a ritenermi
dal molto ragionare di ccfe mu-ficali, Ma favellando con V. . S..
ho fecondata la mia naturale pro-
pendone5che fo efiere anche la-.,
fua . E cosi, fenza accorgermi, tro-
yomi ufcito dalla via ben dx lungo
trat-
a( i8z )o
tratto . Torno dunque a me mede-fimo , e fo fine , Potrà forfè pare-
re ad alcuno?che io abbia detto
affai , avendo riguardo alla diiHn-
zione , che ho fatto delle bafi; al
diritto , e all' officio di ciafeuna9
che ho fatto rieonofeere ; agli ac-
compagnamenti delle varie fcale,
che indi ho fatto nafeere infieme
con le ragioni , che gli confermano;
e finalmente alla chiarezza , choingegnato mi fono di dare alla ofeu-
riffima dottrina de* rivolti , e del
baffo fondamentale . Ad altri per
contrario parrà , che pochifiimo di
nuovo io abbia detto?e anche nul-
la; perchè leggendo parrà forfè loro
di aver avuto già tra peniìeri le offer-
vazioni medefime , che io fono an-
dato facendo ; ficchè altro merito a
me non potrebbe rimanere , che^quello di avere ad effi ridotto in
memoria quello9che già fapevano
9
e
c( 183 )©
e forfè di aver loro preflato alquante
parole comode a fpiegarfi , o al più
di avere quelle cofe iitefle illustrate
alquanto 9 e connette le une colite
altre , Del molto ^ o del pocopo
del nulla?che a me fi debba at-
tribuire?formi ciafcuno quel giu-
dizio?che più giuilo gli parrà ,
Io unicamente vorrei?che le co-
fe da me dette vere fofTero , e che
tali parefiero a chi leggerà 5 e An-golarmente a quel gemiliflìmo , e
ingegnofiiTimo , che mi ha dato
occafione di fcriverle , Io fono ec a
m-- mmm•" "ni- -'", AH *A
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