U na speranza oltre la crisi. Dal 2 marzo è stato rilanciato dalla Conferenza Episcopale Italiana il ‘Prestito della Speranza 3.0’ che offrirà la possibili- tà a famiglie e microimprese in diffi- coltà economica di accedere a presti- ti bancari a tassi agevolati. Il presi- dente della Cei, Angelo Bagnasco, ha presentato l’iniziativa di micro- credito che consentirà l’erogazione di 100 milioni di finanziamenti gra- zie a un fondo di garanzia della Cei di 25 milioni provenienti dall’8x1000 e che sarà gestito da Banca Prossima, la banca del gruppo Intesa San Paolo riservata al no pro- fit laico e religioso. La presentazione è avvenuta nella Sala Marconi della Radio Vaticana; alla presenza del Card. Bagnasco, Presidente della Cei, di monsignor Luigi Bressan, Pre- sidente della Caritas italiana, Marco Morganti, Ammini- stratore delegato di Banca Prossima, Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo e del Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Il Presidente della Cei ha ripercorso le tappe che hanno segnato la storia del Prestito della Speranza, nato come progetto di microcredito sociale nel 2009 allo scopo di “costruire un ponte per le famiglie in difficoltà, che permettes- se loro di superare la crisi”. E che in quattro anni ha permesso di erogare 26 milioni di euro attraverso 4.500 micro finanziamenti, dei quali il 47,5% concessi da Intesa Sanpaolo e destinati esclusivamente ai nuclei familiari in difficoltà. Un lavoro capillare svolto dalle Caritas dioce- sane che hanno rappresentato il pri- mo canale di accesso e di ascolto nell’individuazione dei destinatari ai prestiti. Campania, Puglia e Lom- bardia, le regioni che hanno usufrui- to maggiormente del prestito, stando ai dati emersi durante la presentazio- ne. La nuova fase del progetto di microcredito ha esteso il finanzia- mento anche alle microimprese o per la formazione di nuove iniziative imprenditoriali. Il tutto grazie alla collaborazione con Intesa San Paolo, che attraverso Banca Prossima, ha garantito “più credito a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà”, quadrupli- cando il fondo di garanzia della Cei, che ha toccato la soglia dei 100 milioni. Due le modalità di credito in questa nuova fase. Il ‘Credito socia- le’, riservato alle famiglie disagiate, con la possibilità di usufruire fino ad un importo massimo di 7.500 euro erogati in 6 rate bimensili di 1.250 euro ciascuna come forma di soste- gno al reddito. Ed il “Credito fare impresa”, destinato a microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova A PAGINA 3 SALUTE e DISUGUAGLIANZE SOCIALI Catania - anno XXXI - n. 9 - 8 Marzo 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” IL COMITATO “LIVATINO” ALL'ISTITUTO “KAROL WOJTYLA a pagina 12 (segue a pagina 2) F.C La solidarietà SOCCORRE nelle difficoltà “Q uando il denaro diventa un idolo, comanda le scelte dell’uomo. E allora rovina l’uomo e lo condanna”. Sono queste le parole di denuncia del capitalismo che Papa Francesco ha ripetuto con fermezza nell’aula Paolo VI dinanzi a sette mila soci della Confederazio- ne Cooperative Italiane, fondate e promosse da sacerdoti e parroci già nel XIX secolo, come cooperative agricole e di credito. Secondo Papa Bergoglio, infatti, “il denaro a servizio della vita può esse- re gestito nel modo giusto dalla coo- perativa, se, però è una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini, ma gli uomini sul capitale”. La raccomandazione: “Pagate giusti salari ai lavoratori , è risuonata come un monito alla giusti- zia e al diritto, specie nel difficile momento di crisi economica. Per realizzare una “qualità nuova di economia”, è necessario, “far cresce- re le persone in tutte le loro poten- zialità” e mettere in interazione l’e- conomia con la giustizia sociale, con la dignità e il valore delle persone”. Il circuito fatale dell’egoismo ha introdotto un falso liberismo che si è limitato all’assistenzialismo passivo e ad “elargire le briciole della ric- chezza accumulata” senza produrre sviluppo e nuovo lavoro. Rileggendo anche i fatti di recente attualità, l’appello del Pontefice è stato fermo e deciso nel “contrastare e combattere le false cooperative, quelle che prostituiscono il proprio nome di cooperativa, cioè di una realtà assai buona, per ingannare la gente con scopi di lucro contrari a quelli della vera e autentica coope- razione. Assumere una facciata ono- rata e perseguire invece finalità dis- onorevoli e immorali, spesso rivolte allo sfruttamento del lavoro, oppure alle manipolazioni del mercato, e persino a scandalosi traffici di corruzione, è una vergognosa e gravissima menzogna che non si può assolu- tamente accettare”. Il Papa ha inoltre sug- gerito di attivare una maggiore collabora- zione tra le cooperati- ve bancarie e le impre- se, al fine di assicurare il pagamento di “più giusti salari” e di ope- rare per “far vivere con dignità le fami- glie”. Come ha già scritto papa Ratzinger, nel- l’enciclica “Caritas in veritate”: “Il mondo ha bisogno di un’eco- nomia del dono” e le cooperative costitui- scono il motore che solleva e svilup- pa la parte più debole delle comuni- tà locali e della società civile. La (segue a pag. 2) Giuseppe Adernò Nuova economia a misura di uomo DEDICAZIONE DELLA CHIESA Ss. ZACCARIA ED ELISABETTA a pagina 7 Per una CULTURA DELL’UNITÀ DI GIUSEPPE ZANCHÌ a pagina 11 Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR La Cei rilancia il ‘Prestito della Speranza’: presso la Caritas diocesana le modalità di fruizione Papa Francesco incontra i membri della Confederazione cooperative italiane
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DELLA CHIESA Nuova economia a misura di uomo “Q · Speranza 3.0’ che offrirà la possibili-tà a famiglie e microimprese in diffi- ... introdotto un falso liberismo che si è
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Una speranza oltre la
crisi. Dal 2 marzo è
stato rilanciato dalla Conferenza
Episcopale Italiana il ‘Prestito della
Speranza 3.0’ che offrirà la possibili-
tà a famiglie e microimprese in diffi-
coltà economica di accedere a presti-
ti bancari a tassi agevolati. Il presi-
dente della Cei, Angelo Bagnasco,
ha presentato l’iniziativa di micro-
credito che consentirà l’erogazione
di 100 milioni di finanziamenti gra-
zie a un fondo di garanzia della Cei
di 25 milioni provenienti
dall’8x1000 e che sarà gestito da
Banca Prossima, la banca del gruppo
Intesa San Paolo riservata al no pro-
fit laico e religioso. La presentazione
è avvenuta nella Sala Marconi della
Radio Vaticana; alla presenza del
Card. Bagnasco, Presidente della
Cei, di monsignor
Luigi Bressan, Pre-
sidente della Caritas
italiana, Marco Morganti, Ammini-
stratore delegato di Banca Prossima,
Carlo Messina, Ceo di Intesa San
Paolo e del Direttore di Avvenire,
Marco Tarquinio. Il Presidente della
Cei ha ripercorso le tappe che hanno
segnato la storia del Prestito della
Speranza, nato come progetto di
microcredito sociale nel 2009 allo
scopo di “costruire un ponte per le
famiglie in difficoltà, che permettes-
se loro di superare la crisi”. E che in
quattro anni ha permesso di erogare
26 milioni di euro attraverso 4.500
micro finanziamenti, dei quali il
47,5% concessi da Intesa Sanpaolo e
destinati esclusivamente ai nuclei
familiari in difficoltà. Un lavoro
capillare svolto dalle Caritas dioce-
sane che hanno rappresentato il pri-
mo canale di accesso e di ascolto
nell’individuazione dei destinatari ai
prestiti. Campania, Puglia e Lom-
bardia, le regioni che hanno usufrui-
to maggiormente del prestito, stando
ai dati emersi durante la presentazio-
ne. La nuova fase del progetto di
microcredito ha esteso il finanzia-
mento anche alle microimprese o per
la formazione di nuove iniziative
imprenditoriali. Il tutto grazie alla
collaborazione con Intesa San Paolo,
che attraverso Banca Prossima, ha
garantito “più credito a tassi molto
contenuti a famiglie e persone in
temporanea difficoltà”, quadrupli-
cando il fondo di garanzia della Cei,
che ha toccato la soglia dei 100
milioni. Due le modalità di credito in
questa nuova fase. Il ‘Credito socia-
le’, riservato alle famiglie disagiate,
con la possibilità di usufruire fino ad
un importo massimo di 7.500 euro
erogati in 6 rate bimensili di 1.250
euro ciascuna come forma di soste-
gno al reddito. Ed il “Credito fare
impresa”, destinato a microimprese
a bassa capitalizzazione o di nuova
A PAGINA 3
SALUTE eDISUGUAGLIANZE
SOCIALI
Catania - anno XXXI - n. 9 - 8 Marzo 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
IL COMITATO“LIVATINO”ALL'ISTITUTO“KAROL WOJTYLA
a pagina 12(segue a pagina 2)
F.C
La solidarietàSOCCORREnelle difficoltà
“Quando il denaro
diventa un idolo,
comanda le scelte
dell’uomo.
E allora rovina
l’uomo e lo condanna”. Sono queste
le parole di denuncia del capitalismo
che Papa Francesco ha ripetuto con
fermezza nell’aula Paolo VI dinanzi
a sette mila soci della Confederazio-
ne Cooperative Italiane, fondate e
promosse da sacerdoti e parroci già
nel XIX secolo, come cooperative
agricole e di credito.
Secondo Papa Bergoglio, infatti, “il
denaro a servizio della vita può esse-
re gestito nel modo giusto dalla coo-
perativa, se, però è una cooperativa
autentica, vera, dove non comanda il
capitale sugli uomini, ma gli uomini
sul capitale”. La raccomandazione:
“Pagate giusti salari ai lavoratori , è
risuonata come un monito alla giusti-
zia e al diritto, specie nel difficile
momento di crisi economica.
Per realizzare una “qualità nuova di
economia”, è necessario, “far cresce-
re le persone in tutte le loro poten-
zialità” e mettere in interazione l’e-
conomia con la giustizia sociale, con
la dignità e il valore delle persone”.
Il circuito fatale dell’egoismo ha
introdotto un falso liberismo che si è
limitato all’assistenzialismo passivo
e ad “elargire le briciole della ric-
chezza accumulata” senza produrre
sviluppo e nuovo lavoro.
Rileggendo anche i fatti di recente
attualità, l’appello del Pontefice è
stato fermo e deciso nel “contrastare
e combattere le false cooperative,
quelle che prostituiscono il proprio
nome di cooperativa, cioè di una
realtà assai buona, per ingannare la
gente con scopi di lucro contrari a
quelli della vera e autentica coope-
razione. Assumere una facciata ono-
rata e perseguire invece finalità dis-
onorevoli e immorali, spesso rivolte
allo sfruttamento del lavoro, oppure
alle manipolazioni del mercato, e
persino a scandalosi
traffici di corruzione,
è una vergognosa e
gravissima menzogna
che non si può assolu-
tamente accettare”.
Il Papa ha inoltre sug-
gerito di attivare una
maggiore collabora-
zione tra le cooperati-
ve bancarie e le impre-
se, al fine di assicurare
il pagamento di “più
giusti salari” e di ope-
rare per “far vivere
con dignità le fami-
glie”.
Come ha già scritto
papa Ratzinger, nel-
l’enciclica “Caritas in
veritate”: “Il mondo
ha bisogno di un’eco-
nomia del dono” e le
cooperative costitui-
scono il motore che solleva e svilup-
pa la parte più debole delle comuni-
tà locali e della società civile. La
(segue a pag. 2)
Giuseppe Adernò
Nuova economia
a misura di uomo
DEDICAZIONEDELLA CHIESASs. ZACCARIAED ELISABETTA
a pagina 7
Per una CULTURADELL’UNITÀDI GIUSEPPEZANCHÌ
a pagina 11
Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR
La Cei rilancia il ‘Prestito della Speranza’: presso la Caritas diocesana le modalità di fruizione
Papa Francesco incontra i membri della Confederazione cooperative italiane
Prospettive - 8 marzo 20152
PRIMO PIANOPastorale della Famiglia.
per la famiglia di oggi? _____3
Una riflessione
di incoraggiamento: Il prete
questo sconosciuto ________5
INFORMADIOCESINotizie in breve___________6
Nota dell’IDSC ___________6
Ufficio per l’Animazione
Missionaria ______________6
DIOCESIPresentato il libro
del Card. Bertone _________8
In ricordo di Padre
Pierluigi Castorina_________9
Indietro nel tempointervistando
Francesco d’Aquino,
principe di Caramanico ____11
Al teatro Verga di Catania
“L’importanza di
chiamarsi Ernesto” _______12
sommario al n. 5
Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8
dell’Arcidiocesi di Catania, guidatodal Vicario foraneo P. Duilio Melissa,ha organizzato degli incontri per laformazione degli operatori di pastora-le rivolti ai diaconi, ai ministri straor-dinari dell’Eucarestia, ai catechisti,agli operatori Caritas, a quanti sonoimpegnati nella pastorale giovanile edella famiglia e nei vari movimenti edassociazioni laici ed ecclesiali. Obiet-tivo primario di tali incontri è la for-mazione di educatori capaci di ascol-tare i bisogni e i desideri dei giovani,di accompagnarli e guidarli nelle tra-versate della vita per coltivare altiideali morali che diano loro il corag-gio di affrontare le sfide che la socie-tà contemporanea, ormai disincanta-ta, pone lungo il loro cammino di cre-scita. Lunedì 23 febbraio presso laParrocchia S. Maria Goretti di Cata-nia l’incontro ha affrontato il delicatotema dei “Giovani in relazione alla
Famiglia”, tenuto dal Direttore del-l’Ufficio diocesano per la pastoralefamiliare Padre Salvatore Bucolo, concui abbiamo avuto la gioia di condivi-dere questo momento di riflessione edi confronto. Padre Bucolo ha eviden-ziato come oggi sia necessario consi-derare i giovani “parte piena e inte-
grante della famiglia”, la quale ha ildovere di valorizzare l’identità dicoloro che bisogna riconoscere come“figli”, come “frutto” delle esperienzevissute in famiglia sin dalla nascita. Asupportare la famiglia nel difficile maaffascinante compito educativo èchiamata ad intervenire la scuola,agenzia educativa che offre fondantiopportunità di crescita della coscien-za civile, concretizzando nel giovanela piena consapevolezza di essere cit-tadino attivo e propositivo della socie-tà in cui vive. Ciò nondimeno oggi siavverte come la collaborazione scuo-la-famiglia stia venendo a mancare,sia perché scuola e famiglia vengonoavvertiti come “distinti e separati”nei loro compiti educativi, sia per ilmancato riconoscimento della fonda-mentale “interrelazione tra famiglia e
scuola per la crescita del proprio
figlio”. Ultimo punto affrontato, manon per questo meno importante, ha
riguardato il delicato ma imprescindi-bile compito dei genitori nella tra-smissione della fede cristiana ai figli,su cui si basa “la qualità e la gran-
dezza della crescita e dell’educazione
del giovane”. I genitorisono chiamati a farsimediatori di “una ricchezza
che allarga e dà fondamen-
to stesso all’umanità del
giovane”, comprendendolo“nella sua essenza, nella
sua concretezza per spin-
gerlo a volare in alto verso
orizzonti che non avrebbe
mai immaginato”. Ai figlinon può essere negato ildiritto che “esiste un infini-
to di amore che si è fatto
carne, si è fatto prossimo al
più sfortunato, ha condiviso tutto ciò
che l’uomo non vorrebbe mai vivere e
sopportare”. Se i genitori fannomemoria di questo immenso dono
d’amore per l’umanità con i proprifigli, nella propria casa, Chiesa dome-stica, “allora il figlio si innamorerà
della fede cristiana e costruirà i suoi
sogni sulla roccia che non crolla mai
e che conduce verso alte vette”. Comecredenti e genitori di due adolescenti,siamo stati invitati a dare la nostratestimonianza su alcuni aspetti fonda-
mentali che caratterizzano la relazio-ne fra genitori e figli. La genitorialitàal maschile e al femminile possiedediverse sfaccettature che si completa-no vicendevolmente apparendo
necessarie per una crescitaequilibrata dei figli. Si può cor-rere il rischio di desiderareegoisticamente dei figli “a pro-
pria immagine e somiglianza”,scoprendo come in realtà i limi-ti e le imperfezioni di taleapproccio invitano i genitori a“re-inventarsi” quotidianamen-te scoprendo nel figlio un altrouomo con caratteristiche sueproprie, che lo rendono unicoed irripetibile. È stata sottoli-neata la necessità di vivere concoerenza anche i piccoli gesti
quotidiani, perché “i figli ascoltano
con gli occhi e giudicano col cuore”.I genitori, infatti, sono chiamati a“generare affettivamente i loro figli”,attraverso principi morali, regole elimiti, sono chiamati a essere “rocce
solide con un cuore tenero”, “genito-
ri discreti in ascolto per abbracciare
i loro limiti, per comprenderli senza
giudicarli, per incoraggiarli ad
affrontare le sfide della realtà, per
entrare nel loro mondo in punta di
piedi parlando il loro linguaggio d’a-
more”. Anche nella loro esperienzascolastica siamo chiamati a collabo-rare con la scuola, a cui abbiamodelegato il completamento della loroeducazione, ponendoci in atteggia-mento di ascolto e sostegno. I genito-ri devono avere la forza di accettare ledifficoltà scolastiche dei figli comeopportunità di crescita e maturazione.Riguardo all’educazione alla fede deifigli, abbiamo appreso dalla nostraesperienza di credenti impegnati nellanostra comunità parrocchiale che ifigli credono nella Parola di Dio se igenitori riescono ad esserne testimonicredibili. Affidandoci allo SpiritoSanto, confidiamo che, nonostante iloro periodi di tiepidezza, il fruttodella fede possa rinascere più rigo-glioso che mai. Ai genitori spettasolamente rimanere saldi nella Parolache salva, testimoniandola. La comu-nità parrocchiale, guidata da P. PaoloRiccioli, è intervenuta copiosa, parte-cipando a un dibattito interessante ecostruttivo che ha messo in evidenzacome la Chiesa, gli operatori pastora-li e la famiglia sono interpellati a col-laborare fraternamente per la crescitaresponsabile del giovane, chiamatoad affrontare le innumerevoli sfidelanciate dalla società contemporaneae a riscoprire, come afferma San Gio-vanni Paolo II nella sua “Lettera alle
Famiglie”, “le testimonianze dell’a-
more e della sollecitudine della Chie-
sa per la famiglia” e “il ruolo di una
famiglia coerente con la norma
morale, perché l’uomo, che in essa
nasce e si forma, intraprenda senza
incertezze la strada del bene, inscrit-
ta pur sempre nel suo cuore”.
Giuseppe e Mariella Magrì
Prospettive - 8 marzo 2015 3
Quale modello educativoper la famiglia di oggi?
Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia. Giovani in relazione alla famiglia
Da uno studio eseguitoin Italia sulle disugua-
glianze in ambito sanitario si osser-vano le ineguaglianze sociali nellasalute a sfavore dei più svantaggiati.L’analisi è stata condotta su un cam-pione di circa 130 mila individui,rappresentativo della popolazioneitaliana non istituzionalizzata, inter-vistato nel 1999-2000 e seguito perla mortalità fino al 2007. L’analisiriguarda l’ammalarsi, il rimanerenello stato di malattia, il morire acausa di una malattia e tut-te le dimensioni della posi-zione sociale, sia quelle dicarattere relazionale cen-trate sulla capacità di con-trollo delle risorse disponi-bili (classe sociale e cre-denziali educative), siaquelle di carattere distribu-tivo delle risorse stesse,come il reddito e i beniposseduti. Per esempio, èstato stimato che l’elimina-zione delle diseguaglianzeassociate al livello d’istru-zione porterebbe, in Italia,a una riduzione di circa il30% della mortalità generalemaschile e quasi del 20% di quellafemminile. Le disuguaglianze osser-vate riguardano sia indicatori obietti-vi di disabilità, morbosità e mortali-tà sia indicatori di salute autorefe-renziale i cui risultati vanno nellastessa direzione. Non possiamonegare che le disuguaglianze di salu-te sono sempre a vantaggio dei grup-pi sociali più favoriti, i più ricchi. Ledisuguaglianze di salute in Italiasembrano variare di intensità nellevarie aree del Paese. Tutti gli indica-tori di salute (salute fisica, psichica,malattie croniche e disabilità)mostrano che le regioni del Mezzo-giorno manifestano disuguaglianzesociali più pronunciate, come se il
contesto meridionale rendesse ipoveri più vulnerabili sulla saluteche nel resto del Paese, similmente aquanto osservato tra i Paesi dell’Eu-ropa centro orientale a confronto conquelli dell’Europa. È, dunque, possi-bile che la combinazione della parti-colare concentrazione di povertàindividuale nel Mezzogiorno, unita-
mente alle minori capacità politichedi queste regioni di moderare le dis-uguaglianze sociali di salute, sianoall’origine del nuovo divario traNord e Sud. I rischi di mortalità pertutte le cause crescono regolarmenteal decrescere del livello d’istruzionee risultano significativamente piùelevati tra le persone con bassa istru-zione, rispetto ai più istruiti, sia negliuomini che nelle donne: gli uominicon istruzione elementare presen-tano un rischio di morte dell’80%circa superiore a quello dei più istru-iti; tra le donne tale eccesso è diminore entità ma superiore del 60%.Di certo questi dati presentano unaprofonda tristezza. Le finanze e l’i-struzione, la localizzazione del
domicilio influenzano la salute delcorpo e ancor più dello spirito. Larelazione fra salute e povertà costi-tuisce l’oggetto di un’analisi che haradici profonde nella tradizione dellescienze sociali ed epidemiologiche. Ipoveri godono di una salute peggio-re di chi ha una sorte migliore? L’a-spetto economico è l’unico fattore
che determina talepeggioramento? Ipoveri tenderebberoalla malattia per unacongenita gracilità,alla base di una salutecagionevole, se nonprofondamente com-promessa. Questacondizione impedi-rebbe loro di frequen-tare con regolarità lascuola e di acquisirele credenziali educati-ve che, si presume,dovrebbero costituireun’assicurazione con-
tro la povertà. Altra possibilità inter-pretativa è data dalla teoria della pro-grammazione biologica che lega lapovertà della madre, le deprivazionicui è costretta, alla cattiva salute delfiglio. Ancora, si considerino i luo-ghi di lavoro, i luoghi di vita, neiquali è possibile riconoscere, insie-me ad altre relazioni sociali, anchefattori materiali responsabili del nes-so fra povertà e cattiva salute, come ilivelli di inquinamento ambientale,più elevati nei contesti caratterizzatida deprivazione economica. Il tipo diabitazione, il livello di igiene, sicu-rezza e comfort sono fattori che han-no uno stretto rapporto con lo statodi salute. Non occorre ricordare quiche le abitazioni dei poveri sono
quelle più carenti sotto questo profi-lo. La riflessione sulla distribuzioneterritoriale delle risorse, buone e cat-tive, per un’alimentazione sana con-duce al tema degli stili e alla qualitàdella vita. Chi non ha soldi non puòaccedere facilmente alle cure di cuiha bisogno. Viviamo in un sistema incui le continue privatizzazioni e taglinella sanità porteranno ad un divariosempre più profondo tra ricchi epoveri anche nel mantenere la pro-pria salute. Sembra che in ambitosanitario avremo la terribile sorteche la salute sarà un lusso solo perpochi. Eppure sappiamo che gli sco-pi propri della medicina rappresenta-no la risposta tipica della praticamedica all’esperienza umana univer-sale della malattia, ispirata dal biso-gno di guarire, aiutare, assistere ecurare, ed iniziata con il rapportomedico-paziente, sul quale la medi-cina mantiene e rafforza la propriavitalità. Quindi, pur nel riconosci-mento del dovere di una maggior tra-sparenza riguardo sia ai limiti internidella medicina che ai condiziona-menti culturali che essa riceve dal-l’esterno, con le continue manovreeconomiche, resta necessario indivi-duarne scopi e fini in funzione dellasua intrinseca vocazione alla promo-zione e difesa della salute umana ealla tutela del paziente.
Studio Teologico San Paolo Servizio di bioetica “Dott. A. Cafaro”
Prospettive - 8 marzo 20154
Dicesi chierico il sog-getto che, rivestito di
sacri poteri, metti questi a totale edesclusivo servizio del popolo a luiaffidato.Dicesi clericale il soggetto che, rive-stito di sacri poteri, utilizza questi abeneficio e utilità di se stesso e delproprio prestigio.Dicesi anticlericale colui il qualepolemizza con quella parte di cleroche trasforma gli adempimenti sacriin strumento di potere e di dominiosugli altri.Obiezione: le affermazioni appenaenunciate sono molto scarne, sinteti-che e piuttosto sbrigative. E alloraaggiungiamo che il clericale è coluiil quale, pur rivestito di compitisacri, pretende d’imporre la propriaautorità non attraverso le personaliqualità umane e l’esemplarità deicomportamenti ma nel nome del pro-prio status istituzionale; come a dire:“lei non sa chi sono io” oppure “quinon si muove foglia che io nonvoglia”!E l’anticlericale è colui il qualerespinge quest’agire autoritario,spesso supportato da affermazionidogmatiche, le quali precludonoogni possibile punto di incontro e di
dialogo con l’interlocutore.A queste riflessioni total-mente soggettive, mi porta-no le tante affermazioni diPapa Francesco su alcunetematiche di vita ecclesialeed ecclesiastica tra le qualianche quelle sul clericali-smo.Non so quale estensione dicontenuti Egli dia a questaparola; io sottovoce dico ilmio pensiero. E lo dico per-ché, con l’aria che tira, pen-so che Papa Francescoabbia sufficienti motivi che lo spin-gano a parlare chiaro. Dunque, stan-te il fatto che Papa Francesco evochispesso comportamenti non propriosquisitamente evangelici di presbite-ri, di religiosi, di religiose, nonescluse le alte sfere vaticane, oso –temerariamente – anch’io utilizzarequalche grammo di parole sull’argo-mento del clericalismo, dichiarando-mi anch’io colpevole per non averassorbito totalmente il famoso “odo-
re del gregge”.Tuttavia appartengo alla generazionedel Vaticano II e il mio cuore non siè staccato da quell’avvenimento:questo è il punto di partenza dellamia memoria e del mio dire. Si parlòallora di una Chiesa nata per servire,di una Chiesa che stava dalla partedegli ultimi, di una Chiesa che rinun-ciava ad onori e privilegi, di unaChiesa penitente e testimone delRegno.
E oggi sembra che PapaFrancesco debba ripartireda zero e sia necessitato apuntare il dito contro ilclericalismo. Questo è ilculto talmente eccessivodell’apparire e delle appa-renze, diciamo pure delsacro narcisismo, da rom-pere, a volte, gli argini delbuon senso nei comporta-menti del clero.Volesse Iddio che dentroquel luccichio di sacriparati e di quei medaglio-
ni sgargianti ci fossero delle ottimepersonalità. Clericalismo è anchetrasformare il proprio status in un tri-bunale giudicante: chi non è con meè un reprobo, chi pensa come me èun servo fedele. Clericalismo èanche quello di certo laicato chediventa più clericale del clero sen-tendosi investito da potere diviniz-zante non appena gli venga conse-gnata la chiavetta di un ripostiglioparrocchiale.
E a proposito di clericalismo nonvorrei strattonare il Vangelo, ma unasbirciatina veloce veloce al capitolo23 di Matteo la darei: “…impongonocarichi pesanti sulle spalle della gen-te, ma essi non vogliono muoverlineppure con un dito… fanno tuttoper l’apparire… amano i primiposti… le prime file… amano essereossequiati ed essere chiamati mae-stri”.E Marco aggiunge: “divorano le casedelle vedove e fanno finta di pregarea lungo”.Insomma: il chierico cerca di guar-dare al Vangelo, il clericale si inte-ressa molto all’evangeliario; il chie-rico vive la liturgia come riverenza alCristo, il clericale la usa come auto-referenzialità; il chierico ama le suepecore, il clericale guarda alla lorolana e al profitto che ne potrà ricava-re.Hermanos, con molta malinconia,adios.
Giuseppe Bruno
Prospettive - 8 marzo 2015 5
PRIMOPIANO
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«Non chiedo che tu litolga dal mondo,
ma che li custodisca dal maligno.Essi non sono del mondo, […] con-sacrali nella verità. […] Come tu mihai mandato nel mondo, anch’io liho mandati nel mondo; per loro ioconsacro me stesso, perché sianoanch’essi consacrati nella verità»(Gv 17, 15-19). Nell’omelia dellamessa del crisma del Giovedì Santodel 5 aprile 2012, Benedetto XVIcon amarezza ha esposto l’appelloalla disobbedienza di un gruppo disacerdoti di un Paese europeoponendo la seguente domanda: “ladisobbedienza è una via per rinnova-re la Chiesa”? Ebbene, Cristo nellasua vita ha cercato di frenare quelleabitudini umane che soffocavano laparola di Dio cercando di ridestarel’obbedienza alla vera volontà di Diocontro l’arbitrio umano: “non la miavolontà, ma la tua volontà fino allaCroce”. È chiaro come, oggi, la con-formazione a Cristo diventi semprepiù difficile anche per i sacerdotiministri di Cristo e continuatori del-la Sua missione. Tuttavia, non si puòdimenticare che ogni annuncio devemisurarsi sempre sulla Parola diGesù Cristo: «La mia dottrina non èmia, ma di colui che mi ha mandato»(Gv 7, 16). Il problema sussistequando, a volte, sia ministri chefedeli cristiani esplicitano teorie oopinioni personali, mentre la Chiesaè pervasa di fede e da oltre duemilaanni diffonde e testimonia l’autenti-co messaggio di Cristo. Ciò chepreoccupa riguarda i “luoghi comu-ni” ai quali ormai siamo avvezzi edai quali, direi, “contagiati”. Invece,
una sana riflessione che scaturiscadall’amore per la verità e dall’espe-rienza concreta, ci deve far compiereil passaggio dai “luoghi comuni” al“senso comune” dove la condivisio-ne comunitaria ci faccia distaccaredall’io assoluto e personale che citormenta senza avere coscienza.Forse dovremmo imparare a vedereil bello e il bene che c’è nella Chie-sa; volgiamo troppo lo sguardo albenessere e allo sfarzo ma diventia-mo ciechi quando c’è qualcuno cheaiuta, sostiene, supporta e si sporcale mani per aiutare chi soffre e chi èschiacciato dal dolore. Ma volgere losguardo al bene e distoglierlo dalbenessere non è cosa semplice;
occorre preghiera e condivisione, maqueste mancano e non solo per colpadei sacerdoti. I sacerdoti sono uomi-ni come tanti che soffrono, lottano esperano. Ogni giorno lottano peressere sempre di più uomini secondoil Cuore di Gesù e sempre menobestie; che non offendono né ferisco-no ma che gradirebbero non essereoffesi né feriti; che amano ma chevorrebbero essere amati; che donanoil Cristo ma vorrebbero che i fedelisiano degni di riceverlo. I sacerdotisono coloro che elargiscono “miseri-cordia” e non condanne; sono coloroche abbracciano chi vive nel dolore enon fannulloni, accaparratori, asseta-ti di potere e di guadagno, o peggioblindati nelle loro roccheforti chesono le parrocchie. No! I preti sonocoloro che, sempre nel silenzio,pagano le bollette della luce a chinon arriva a fine mese, che consola-no i parenti deprivati di un loro fami-liare, che organizzano i Grest per farvivere ai bambini un’esperienza sanae toglierli dalla strada, che tengonopulito il sagrato della chiesa peraccogliere i fedeli in modo decoroso.I sacerdoti non vogliono privilegi nédesiderano imporre Cristo ad alcunoma accolgono tutti, anche chi noncrede o chi professa un altro credo.Allora, basta! Quasi quasi ci si stan-ca a sentirsi sempre attaccati o insul-tati attraverso i soliti luoghi comuni.E se le chiese sono vuote (o così sipensa che siano!), non è colpa solodei preti che non sono disponibili adascoltare. Non è così! Se è vero chele Chiese sono vuote o meglio mez-ze piene è perché, magari, i nostricuori (quelli di tutti!) si sono svuota-ti di Cristo. Questo è il dramma! Per-
al centro metteremo di nuovo lanostra sensibilità per la verità; invita-re la ragione a ricercare il vero, ilbene e Dio e su questo cammino, sti-molarla a «scorgere le utili luci sortelungo la storia della fede cristiana ea percepire così Gesù Cristo come la
Luce che illumina la storia ed aiuta atrovare la via verso il futuro» (Bene-detto XVI, Discorso all’Università
La Sapienza, 17.01.2008). Soloattraverso un processo di riscopertadella fede in seno alla Chiesa, si
potrà lottare il “nuovo inquisitore”che attacca l’uomo e lo porta ad unlivello di “non riflessione” per laqualcosa, disorientato e plagiato,egli si fa travolgere dal “virus deiluoghi comuni”.L’uomo non ha più bisogno di dis-corsi astratti o troppo ideologizzati;ha bisogno di una parola profetica;ha bisogno di modelli che non scen-dano a compromessi con una menta-lità corrotta, ma che amino serviresenza vanto e con amore, perchéGesù Cristo era riluttante nei con-fronti di quegli uomini che non si
prossimo, come invece fece il buonSamaritano con quell’uomo mezzomorto perché picchiato e spogliatodai briganti (Lc 10, 30). Gesù è coluiche condanna gli scribi e i fariseiperché «dicono e non fanno, impon-gono sulla gente pesanti fardelli e
compiono opere per essere ammiratidagli uomini: allargano i loro filatté-ri e allungano le frange» (cfr. Mt 23,1-11). La Santa Madre Chiesa ècoraggiosa non quando si oppone,quando grida con slogan o quandocondanna puntando il dito sul pub-blico peccatore; essa diventa stru-mento di santificazione lì dove fa lastrada con i peccatori (con i pubblici
peccatori) senza compromettersi,senza fuggire, senza snobbare, matestimoniando con la presenza, conla parola, con la preghiera viva ededificante. Occorre prendere ledistanze da coloro i quali adottanoun certo stile di comportamento (adesempio, privilegiano attività mera-mente propagandistiche, tipo intervi-ste da odience), anziché spendersi ariflettori spenti per trasmettere l’a-more per Dio a chi lotta e soffre quo-tidianamente. In poche parole con-fermare nella fede invece che allon-tanare o fomentare sentimenti anti-cristiani, anti-ecclesiali, anti-…,anti-, anti-.Che tutti, e dico tutti, possiamolasciarci sedurre dal Signore, che èl’unica fonte della Verità e che,ancora oggi, trasmette il suo messag-gio nella Chiesa fatta da uomini incammino verso la santità.
Fausto Grimaldi
sacerdote
Eletti nell’umiltà
Una riflessione di incoraggiamento: Il prete questo sconosciuto
Il chierico e il clericale
Totalmente Soggettivo
Foto Siciliani-Gennari/SIR
È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettive
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Archivio ProspettiveAvviso ai lettori
Volgere
lo sguardo
al bene
e distoglierlo
dal benessere
non è cosa semplice;
occorre preghiera
e condivisione
tanto, l’identità cristiana si otterrà se sporcavano le mani per aiutare il loro
inerenti all’intero anno 2012, 2013 2014 sul sito del
siede un momento di preghiera organizzato dall’Uf-
ficio diocesano di Pastorale Giovanile.
Sabato 14
•• Ore 17.30 Tremestieri Etneo, parrocchia S. Maria
delle Grazie: Visita pastorale.
Domenica 15
•• Ore 10.00 Catania, parrocchia Nostra Signora del
SS. Sacramento in Librino: celebra la S. Messa.
•• Ore 18.00 Tremestieri Etneo, parrocchia S. Marco:
celebra la S. Messa per l’inizio della Visita pastorale.
®
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 9 al 15 marzo
Si porta a conoscenza che i Mod. PO1 relativi all’anno 2015 devono
essere ritirati presso l’Ufficio Economato della Curia Arcivescovile e
consegnati all’I.D.S.C. insieme ai cedolini di eventuali stipendi (scuo-
la, ospedali, altro).
I titolari di pensione, insieme al modello PO1, devono consegnare
copia della propria carta di identità valida.
®
Economato
Ai Sacerdoti in servizio in Diocesi
IDISC
NOTA PER TUTTI I SACERDOTI
INSERITI NEL SISTEMA
SOSTENTAMENTO CLERO
Si porta a conoscenza dei sacerdoti
inseriti nel Sistema Sostentamento
Clero che la recente legge di stabili-
tà ha confermato anche per l’anno
2015 il “bonus” di € 80,00. Si preci-
sa che hanno diritto al bonus solo i
titolari di redditi da lavoro dipenden-
te od equiparato con esplicita esclu-
sione dei pensionati.
Pertanto il bonus verrà riconosciuto
solo ai sacerdoti nel Sistema di
Sostentamento, con l’esclusione di
coloro che sono nel Sistema di Pre-
videnza Integrativa.
Sostanzialmente non ci sono varia-
zioni rispetto alle regole applicate
nel periodo giugno-dicembre 2014,
tranne che per l’estensione del
bonus all’intero anno con conse-
guente aumento della cifra prevista
che passa da 640,00 euro annue a
960,00 euro.
Il sacerdote al quale non è stato rico-
nosciuto il bonus nell’anno 2014,
potrà, nel corso del 2015, farne
richiesta direttamente all’IDSC
compilando il relativo modulo.
Gli uffici dell’IDSC restano disponi-
bili per ulteriori chiarimenti.
Mons. Agatino Caruso
Presidente IDSC Catania
Prospettive - 8 marzo 2015 77
La sera di sabato 28 febbraio, tantissimifedeli della vasta comunità parrocchia-le S. Giovanni Battista di S. Giovanni diGalermo hanno partecipato lieti e com-mossi alla solenne liturgia della Dedi-cazione della nuova chiesa parrocchia-le, capolavoro della fede e dell’arte, unavera e propria “cattedrale della perife-ria” intitolata ai Santi Zaccaria ed Eli-sabetta. I fedeli della popolosa frazioneganormitana sono stati preparati inMatrice al grande evento religioso edecclesiale da un settenario caratterizza-to dalla catechesi con cui il docentebenedettino di liturgia, l’abate domIldebrando Scicolone, ha dettato treriflessioni su “La chiesa edificio‘immagine’ della chiesa viva e luogo diincontro di Dio col suo popolo” e sul“rito della dedicazione: Dio abita neicuori di chi lo accoglie”.Il suggestivo rito è iniziato sul sagratodella Chiesa Madre del popoloso eperiferico quartiere cittadino di Cata-nia, presieduto da Mons. GiuseppeMalandrino, Vescovo emerito di Notocon accanto padre Scicolone che hacommentato magistralmente le variefasi altamente simboliche della lungaliturgia, il Vicario generale mons. Sal-
vatore Genchi, il parroco padre Giu-seppe Catalfo, il cerimoniere arcive-scovile padre Pasquale Munzone, l’in-caricato del servizio per la promozioneal sostegno economico alla Chiesapadre Roberto Catalano, gli ex vice par-roci di S. Giovanni Galermo padreAntonio Catalfo e padre Pio Guidolin,e i diaconi permanenti uxorati don Giu-seppe Cannizzo, don Giuseppe Cor-vaia, don Giuseppe Licitra, don SantoRizzo.Il Vescovo all’inizio della processionestazionale introitale ha salutato il popo-lo con una monizione appropriata almomento così significativo per tutta lacomunità. Successivamente in proces-sione clero e popolo hanno raggiunto ilsagrato della nuova chiesa, sulla cuisoglia tutti si sono fermati. Davanti allaporta il direttore dei lavori ha conse-gnato le chiavi al Vescovo, che a suavolta le ha consegnate al parroco invi-tandolo ad aprire la porta dicendo:“Sollevate o porte i vostri frontali: entrail Signore, il Re della gloria…”.Il Vescovo e i sacri ministri sono entra-ti nel tempio avvolto nella penombra,seguiti da migliaia di fedeli, che all’in-gresso della grande aula liturgica hanno
potuto leggere una lapideposta a perpetua memoriadello storico evento.Sul lato sinistro dell’uni-ca navata era stato espo-sto alla pubblica venera-zione il simulacro pro-cessionale dell’amatoPatrono San GiovanniBattista che l’indomanisera, al termine della s.
messa della II domenica di Quaresima,il devoto popolo giovanneo ha riporta-to festosamente e solennemente inChiesa Madre per essere ricollocato, trale acclamazioni della folla, nell’appo-sita nicchia-custodia.A questo punto ha presieduto la liturgial’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristi-na che alquanto raffreddato già si tro-vava all’interno del tempio. L’Arcive-scovo ha preso posto nella sede presi-denziale dell’artistico presbiterio contutti i concelebranti, ai quali si sono uni-ti altri quattro sacerdoti: il confrate diSan Giovanni Battista padre GiuseppeMarletta, il salesiano don Santo Mura-tore, il prof. avv. Giuseppe Putrino, ilpaolino don Amedeo Roscani.L’ing. Santi Maria Cascone visibil-mente commosso ha illustrato il lungoiter di progettazione e di costruzione,l’arte e la funzionalità della chiesa,cuore del grande complesso parroc-chiale polivalente, caratterizzata da tet-ti alti, grandi vetrate e una struttura acorpo unico. Finanziata con fondiregionali, la chiesa è stata progettata nel1993 dallo studio dell’ing. CarmeloCascone e portata avanti dai suoi figli,tra cui Santi, presidente dell’Ordinedegli ingegneri di Catania, che ha ricor-dato l’origine dell’idea progettuale e lafigura del padre.Il parroco, da parte sua, con tanta gioiaed emozione ha rivolto un calorososaluto di ringraziamento ai tanti colla-boratori, a tutti i presenti e alle autorità,fra cui il sindaco Enzo Bianco, il vicesindaco Marco Consoli, gli assessoridella Giunta Municipale Luigi Bosco,Rosario D’Agata, Giuseppe Girlando eOrazio Licandro, l’europarlamentareMichela Giuffrida, il deputato naziona-
le Giuseppe Berretta, il deputato regio-nale Antonino D’Asero, il presidentedella Municipalità Emanuele Giacalo-ne i consiglieri di quartiere, ecc..Terminato il rito d’ingresso Mons. Gri-stina con la preghiera di benedizione habenedetto l’acqua per aspergere ilpopolo in segno di penitenza e in ricor-do del Battesimo ed anche le pareti el’altare. L’arcivescovo che, 12 anni faha avuto la gioia di benedire la primapietra e di porre con la pergamena-ricordo anche il suo zucchetto episco-pale, ha focalizzato come il significatoliturgico ed ecclesiale del rito di Dedi-cazione di un edificio-chiesa corri-sponda alla sua identità-finalità in cuianche la comunità parrocchiale di SanGiovanni di Galermo avrà la gioia diriconoscersi Chiesa vivente che si riu-nisce nel tempio materiale, costituente“presenza sul territorio” dove risiede,una “presenza per servire” secondo lostile proprio delle Chiese di Sicilia.Mons. Gristina ha lodato la catechesisvolta da padre Scicolone che ha fattocomprendere ai fedeli la differenza cheesiste tra Chiesa vera, che è quella delpopolo di Dio, e la chiesa-tempio di pie-tra racchiusa tra quattro mura. “Il tem-pio di Dio”, ha detto, “il tempio spiri-tuale siamo noi cristiani”. Un altropunto di riflessione è stato l’istituzionedell’Eucaristìa alla vigilia della suaPassione e l’episodio della pesca mira-colosa raffigurata nello splendidomosaico realizzato nell’abside da padreMarko Rupnik in cui Gesù invita Pietroe i discepoli alla sua sequela. Oggi nel-la Chiesa il Corpo di Cristo si rendevisibile nella comunità di coloro checredono in Lui, i cristiani.Dopo la recita del Credo e le Litanie deiSanti, è seguita la preghiera di dedica-zione che è stata elevata al cielo davan-ti all’altare, stando in piedi a bracciaallargate, dall’Arcivescovo il quale,subito dopo, cinto un grembiule di lino,con i diaconi e gli altri ministri ha untocol Sacro Crisma la mensa dell’altare alcentro e ai quattro angoli. Il parroco edon Licitra hanno unto le 12 crocidedicatorie murate alle pareti dellachiesa, simbolo degli apostoli. Sono
seguite l’accensione dell’incenso, sim-bolo della preghiera, e l’incensazionedell’altare, dei concelebranti, del popo-lo e delle pareti.Quattro parrocchiane, simboleggianti lepie donne che si recarono al sepolcro diCristo all’alba della Pasqua di risurre-zione, hanno asterso l’altare e vi hannosteso un telo impermeabile e le tovagliedi lino e vi hanno disposto i candelieri.Non appena l’Arcivescovo ha pronun-ciato la formula rituale “Risplenda nel-la Chiesa la luce di Cristo e giunga a tut-ti i popoli la pienezza della verità”, sonostate accese le candele dell’unzione edell’altare mentre dall’assemblea si èlevato un gioioso applauso. Dopo laComunione sono seguiti la firma delverbale della celebrazione rituale daparte delle autorità ecclesiastiche ecivili e un momento di commosso rin-graziamento del parroco.Alla conclusione l’Arcivescovo hainaugurato con la benedizione delSignore, mediante l’aspersione conl’acqua benedetta, i locali del nuovocomplesso parrocchiale, punto di rife-rimento e di incontro fra i vicini e i lon-tani, evidenziando che al centro c’è lachiesa parrocchiale, casa di Dio inmezzo alle case degli uomini e cuoredella comunità. Tutti hanno espresso unvivo ringraziamento al padre GiuseppeCatalfo, che nei 28 anni di parrocato harestaurato la chiesa e i locali dellaMatrice, ha predisposto adeguatiambienti parrocchiali nel sito adiacen-te alla chiesa filiale dell’Immacolata eha reso realtà il sogno del nuovo com-plesso parrocchiale. Nel sottostantegrande salone parrocchiale è seguito unlieto momento di fraternità.Nella fausta circostanza, il sindacoBianco ha espresso gioia e soddisfa-zione per l’opera “che non solo ha ungrande valore religioso ma anche unnotevole valore sociale per il quartiere erappresenta una festa per tutta la città diCatania”. Negli ultimi mesi il Comuneha realizzato lavori di sistemazione perla recensione esterna e di una parte delmosaico.
Antonino Blandini
I fedeli, pietre
vive della Chiesa
Dedicazione della chiesa parrocchiale Santi Zaccaria ed Elisabetta
L’Oratorio Salesiano “Sacro Cuore” di Barriera, chiede lavostra gentile collaborazione per una iniziativa di SOLIDA-RIETÀ del Centro di Aiuto alla vita <Domenico Savio> persostenere <Mamme in attesa> e <Bambini a rischio… vita>con l’acquisto di un uovo di Pasqua, fornito dalla Ditta Gan-gemi, con queste modalità: Uova di 260 grammi a 5,00 €uro (Cioccolato al latte);Uova di 260 grammi a 6,00 €uro (Cioccolato fondente);
Uova di 150 grammi a 3,00 €uro (Cioccolato al latte).
Necessario prenotare presso la Segreteria dell’Oratorio,portando la quota indicata, entro sabato 7 marzo 2015, perpoterle ordinare alla ditta Gangemi, e dare a ciascuno fan-ciullo e ragazzo entro la settimana seguente.
Don Gaetano Urso
Direttore dell’Oratorio Salesiano
“ Un UOVO x la VITA ! “
La sera di venerdì 16 gen-
naio, il signor Cardinale
Tarcisio Bertone Sdb, Segretario di
Stato SCV emerito, è stato a Catania per
presentare il suo libro “La Diplomazia
Pontificia in un mondo globalizzato”
(Libreria Editrice Vaticana) nell’aula
magna del Rettorato dell’Università
con la partecipazione del magnifico ret-
tore prof. Giacomo Pignataro, del prof.
Vincenzo Buonomo, ordinario di Dirit-
to internazionale e Organizzazione
internazionale nella Pontifica Univer-
sità Lateranense e di Diritto diplomati-
co nella Pontificia Accademia Eccle-
siastica nonché delegato della Santa
Sede presso l’ONU, la FAO ecc, e del
prof. Rosario Sapienza, direttore del
Dipartimento di Giurisprudenza e
docente di Diritto Internazionale ed
Europeo. Tra le tante illustri personali-
tà del mondo accademico intervenute
all’evento culturale i docenti don Giu-
seppe Costa Sdb, direttore della LEV;
don Giuseppe Ruta, ispettore dei Sale-
siani di Sicilia; mons. Gaetano Zito,
vicario episcopale per la Cultura, anche
in rappresentanza dell’Arcivescovo
Mons. Salvatore Gristina, con alle spal-
le una consistente esperienza diploma-
tica in diverse nunziature apostoliche in
Africa e in America, impegnato a
Palermo nei lavori della conferenza
episcopale siciliana, con il quale il car-
dinale si è incontrato successivamente.
Il prof. Sapienza, moderatore ed orga-
nizzatore dell’incontro, ha sottolineato
l’originale e particolare caratteristica
pastorale della diplomazia pontificia
che porta avanti la sua missione tra i
popoli della terra col mettere al centro
della propria azione il valore della per-
sona. Il prof. Buonomo ha curato il
volume che raccoglie l’attività ufficia-
le internazionale svolta dal cardinale a
servizio del Papa e della Sede Aposto-
lica dal 2006 al 2013 nei confronti dei
180 Stati sovrani con i quali la Santa
Sede intrattiene regolari rapporti diplo-
matici.
Il volume s’avvale della straordinaria e
lunga prefazione di Sua Santità Papa
Francesco che evidenzia come il card.
Bertone abbia consegnato “a coloro che
sono impegnati nel servizio diplomati-
co della Santa Sede, e non solo, un’ab-
bondante serie di riflessioni sulle prin-
cipali questioni che riguardano la vita
della Comunità delle Nazioni e toccano
da vicino le aspirazioni più profonde
della famiglia umana: la pace, lo svi-
luppo, i diritti umani, la libertà religio-
sa, l’integrazione sovranazionale”.
“Per la diplomazia pontificia” continua
il Santo Padre “si tratta di preziose indi-
cazioni che consentono di coglierne l’u-
nicità, ad iniziare dalla figura del diplo-
matico, sacerdote e pastore, chiamato
ad un’azione che, pur mantenendo il
rigoroso profilo istituzionale, è impre-
gnata di afflato pastorale; azione che del
card. Bertone ha caratterizzato il set-
tennato di servizio come Segretario di
Stato, a sostegno generoso e fedele del
pontificato di Benedetto XVI. Il suo
servizio al vertice, sia nella sfera più
amministrativa della Curia Romana, sia
in quella dei rapporti internazionali
della Santa Sede, si è opportunamente
prolungato durante i primi mesi del mio
pontificato. La sua opacata e matura
esperienza di servitore della Chiesa ha
aiutato anche me, chiamato alla Sede di
Pietro da un Paese lontano, nell’avvio
di un insieme di relazioni istituzionali
doverose per un Pontefice”. “Sono tan-
ti e pregnanti gli spunti di questo lavo-
ro” conclude il Papa “che dimostra
quanto il Cardinal Bertone abbia sapu-
to presentare l’annuncio evangelico, i
valori e le grandi istanze della dottrina
della Chiesa, in conformità con le linee
portanti del magistero di Benedetto
XVI, con quell’equilibrio e quella
sobrietà necessari a favorire una cultu-
ra del dialogo, propria della Santa
Sede….La storia, la cui misura è la veri-
tà della croce, renderà evidente l’inten-
sa azione del Cardinale Bertone, che ha
dimostrato anche di avere la tempra pie-
montese del gran lavoratore che non
lesina nelle fatiche nel promuovere il
bene della Chiesa, preparato cultural-
mente ed intellettualmente e animato da
una serena forza interiore che ricorda la
parola dell’Apostolo delle genti: “Di
null’altro mai ci glorieremo se non
della Croce di Gesù Cristo, nostro
Signore”.
Il volume è articolato in 7 parti: La
Santa Sede nella Comunità delle
Nazioni; Diplomazia e diplomatici
pontifici; costruire condizioni di
pace; La dignità umana fondamen-
to dei diritti; Una garanzia interna-
zionale alla libertà religiosa; Soli-
dale condivisione per lo sviluppo
dei popoli; L’Europa in cammino
verso l’unità.
L’opera è arricchita da due appen-
dici: la prima contenente messaggi
inviati a nome del Sommo Pontefi-
ce; la seconda alcuni scritti del
professore salesiano don Tarcisio
Bertone. Completano il lavoro
diverse pagine dove sono elencati
in ordine cronologico i testi conte-
nuti nel volume.
Lo stesso cardinale ha voluto riferire ai
presenti allo straordinario incontro la
sua personale esperienza di responsa-
bile della diplomazia vaticana con
alcune testimonianze anche su Cuba e
su alcuni recenti atti che hanno consen-
tito il ripristino delle relazioni diplo-
matiche con gli Stati Uniti dopo tanti
anni di embargo. Nel congedarsi dalla
sede storica dell’Ateneo catanese, il
cardinale ha ha rivolto un cordiale salu-
to a tutti presenti che lo hanno avvici-
nato per congratularsi con lui.
L’eminentissimo porporato, già primo
collaboratore del Pontefice, massimo
rappresentante della Santa Sede e capo
della Curia Romana, infatti è molto
legato a Catania, nota per il privilegio di
essere città particolarmente salesiana.
Sua eminenza Bertone, fiero di essere
un consacrato sacerdote salesiano,
sportivo e musicista come si conviene ai
discepoli di Don Bosco, ha ricoperto
tante alte cariche di grande rilievo tra
cui quelle di rettore magnifico dell’U-
niversità Pontificia Salesiana, di arci-
vescovo di Vercelli e Genova e di segre-
tario della Congregazione per la Dot-
trina della Fede. Tanti lo ricordano, non
ancora segretario di Stato, a Catania in
alcune circostanze: nell’Istituto sale-
siano San Filippo Neri nuovo una con-
ferenza sul codice di Diritto Canonico
entrato in vigore nel 1983 e nell’ex
abbazia S. Nicolò l’Arena una lectio
magistralis, in occasione della presen-
tazione dell’enciclica “Fides et Ratio”
di San Giovanni Paolo II.
Blanc
Prospettive - 8 marzo 20158
DIOCESI
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La Diplomazia Pontificiain un mondo globalizzato
Nell’aula magna del Rettorato dell’Università presentato il libro del Card. Bertone
Concerto musiche tradizionali siciliane alla CivitaAtmosfere e musiche iso-