● History: Della storia di Delfino si
continua a sapere poco, non ostante la barca sia un pilastro dello
yachting per Trieste e dintorni ,perchè
chi si interessa alle barche da tempo, ha sempre conosciuto
questo affascinante ketch ,sopratutto per una particolarità
che la rende un pò un
precursore di attività che poi sono diventate comuni.Mi spiego
meglio. Delfino negli anni '50 e '60 faceva charter! Un tipo di
charter molto
moderno per altro ,e molto legato alla cultura della vela di
Trieste e dei Triestini. La barca era tenuta in ordine di
navigazione. Chiunque
fosse in grado di navigare, avesse capacità di gestire una barca
aveva la possibilità di montare a bordo, salpare, fare la propria
veleggiata
anche per più giorni,sia d'estate che d'inverno .Era
responsabile della barca , della gestione e della manutenzione come
se la barca fosse sua
per quel limitato periodo. Tornato in porto lasciava
alla barca la somma di denaro che reputava giusta e che poteva
permettersi ,insieme a
qualche manutenzione effettuata, un bel lavaggio e magari una
lista di scadenze di lavori o di necessità che sarebbero toccate al
prossimo
yachtsman di turno. Quanta correttezza , quanta cultura,
quanta voglia di mare e grande capacità nello yachting triestino
degli anni
'50-'60,mentre in Tirreno la vela era spesso solo
l'immagine evocativa di un triangolo bianco sul blu del
mare visto dalle spiagge sabbiose di
Forte dei Marmi e di Viareggio o di Ostia ! Ma
vediamo qualche altro sprazzo di storia di Delfino Purtroppo a
parte quello che ci è giunto
dalla tramandazione orale di velisti triestini ,non siamo ancora
stati capaci di trovare documenti storici anteriori al
1964 attendibili su
Delfino. Per ora abbiamo una foto del 1966,Il velaio Aldo Zadro
ha una foto del 1963 sull'austero depliant che pubblicizza questa
attività di
charter sui generis della barca e uno schizzo di
piano velico. Armando Migliozzi, già skipper della barca alla fine
degli anni '80 ha una
bella foto .
Le informazioni giunte a noi per ora indicano che Delfino fu
costruita da OSCAR CAVAGNA nel 1941 nel suo cantiere di
Trieste (adesso
scomparso) per conto dell'allora podestà di Trieste; altre
voci dicono per conto dell' On. Perusino , allora direttore dei
magazzini generali del
porto di Trieste.
.Poi passò nelle mani del Generale comandante la piazza di
Trieste durante la guerra Bruni Brunner--Modiano . Il
progetto della barca è
sicuramente americano ed i disegni potrebbero essere stati dello
studio J.Alden,(The Alden Design Office) ma per ora nessuna
conferma e
nessun disegno. Ho avuto interessanti conversazioni con Carlo
Sciarrelli a questo proposito e con Federico Lenardon, suo pupillo
,giovane e
capace disegnatore, ottimo velista e persona che ha nel DNA la
tradizione e l'arte navale, e siamo daccordo nel dichiarare che
Delfino è molto vicina ad alcuni progetti famosissimi di
Alden:
MALABAR XII del 1941 è lunga 14,20m sul ponte; 10,45 al
galleggiamento,è larga 3,65 e pesca 2,15.Dislocava 16 T dicui 5,4
di zavorra
esterna e 1,3 interna;superficie velica di 97 mq.La forma di
carena e l'armo di Malabar XII sono molto simili a quelli di
Delfino. Malabar
XII aveva anche una tuga lunga con una doghouse
importante,simili a Delfino (ma la doghouse di Delfino è più bella
e più raffinata)
.Malabar XII a differenza di altre barche precedenti dello
stesso nome era considerata un Ocean Cruiser più che un racer.
Dagli archivi di
Alden consta che siano state costruite altre 2 imbarcazioni dal
progetto di Malabar XII.
Altri progetti di Alden ricordano alcune caratteristiche di
Delfino: SHATGHOUND del 1937,più piccola, 40',ma con l'armo molto
simile a
quello di Delfino;
DIRIGO II del 1939 ,barca grande, 60' ha molte somiglianze nelle
linee e nella doghouse;
LELANTA del 1929,grande barca famosa, ha una doghouse molto
simile a quella di Delfino.....
FREEDOM del 1931 ,altra barca grande ha i tratti di famiglia di
Delfino.... Ma la carena di Delfino è anche antica nella
distribuzione dei
volumi e ricorda molto da vicino anche i Malabar degli anni
'20...Insomma è una barca che anche se non espone la
firma di quel progettista
gli è comunque molto legata. Nei primi anni '90 la
barca trovata in cattivo stato di manutenzione e in necessità di un
restauro totale, viene
acquistata da un nuovo armatore non Triestino che decide di
iniziarne il restauro. Inizialmente entusiasta, contatta Ugo
Faggioni per
discutere un piano di ristrutturazione. Faggioni produce alcuni
preliminari ,ma non viene identificato il cantiere che dovrà
seguire il lavoro
ed il rapporto termina lì (ho gli schizzi di Faggioni). In
maniera un pò approssimativa Vengono effettuati alcuni grossi
lavori di
smantellamento e di successiva ricostruzione da maestranze della
zona di Monfalcone; Ma i lavori vanno avanti molto lentamente,
si
interrompono per molto tempo per riprendere quando ormai i
primi interventi sono divenuti obsoleti...Si
avvicendano smontaggi a
costruzioni e la storia di Delfino diventa un pò quella
della tela di Penelope o la storia dello Stento che dura
tanto tempo. C'è chi dice che
Delfino abbia reso più di un poderino in Chianti a chi ha
continuato ad interessarsene ,senza mai concludere alle spalle dei
proprietari che
non avevano il tempo e la preparazione per seguire i
lavori..Fino a quando il 25 settembre 04 sono stato invitato a
vedere la barca e suggerire
un modo per terminare i lavori di questa storia infinita. Non è
stato facile riuscire a modificare la situazione che si era ormai
radicata da anni
,ma finalmente riesco a far accettare al cantiere Alto Adriatico
di mettere Delfino nel proprio cantiere e di terminare i lavori con
la
professionalità che li contraddistingue. Non era facile per un
cantiere avere fiducia negli armatori che non erano stati capaci di
far terminare
i lavori in 10 anni . Ed inoltre a Monfalcone chi voleva tenersi
il lavoretto ancora per anni aveva messo in giro voci di
armatori
inadempienti, di pagamenti in sospeso... Per cui c'è voluta
tutta la mia dedizione a voler salvare questa bella barca e la
fiducia in me di
Giorgio Ferluga che non lo avrei messo nei pasticci per riuscire
a partire finalmente col piede giusto , distruggere molti dei
pessimi lavori
pagati cari , salvarne altri e progettare e far realizzare
quello che mancava a quella barca per tornare a navigare come un
bellissimo yacht
classico molto armonioso nelle forme e nelle linee e comodo per
i suoi ospiti. Il piano velico , dopo le mie ricerche e
approfondimenti sulle
barche simili ,e sulle poche foto in nostro possesso,è stato
riprogettato da Federico Lenardon con la benedizione di
Sciarrelli,
Naturalmente, anche se lamentando il costo della sostituzione,
ho dovuto spingere gli armatori ad accettare altre spese per
ricostruire pezzi sbagliati sia culturalmente che
tecnicamente ,come alberi, ferramenta, bozzelli,
golfari, winch Una volta
finalmente messa in acqua dopo 10 anni di spostamenti a secco da
un capannone ad un piazzale,c'è voluto un pò per far
riprendere al fasciame il corretto grado di umidità e a
diventare stagno ,ma dopo aver raggiunto questo risultato, sul
quale a
Monfalcone si erano aperte scommesse clandestine, la barca è
tornata serenamente in capannone a terminare i lavori. Il varo
ufficiale è stato effettuato il 5 agosto 2006
Fiesole 20 settembre 2006
Enrico
Zaccagni
Refitting
Project manager
Member
of theAssociation of Yachting Historians
© Enrico Zaccagni www.zaboats.it