Gemme Spirituali Del 17-23 Giugno “Scaviamo per trovare Efesini 4-6” Efesini 4:30 — Come può una persona rattristare lo spirito santo di Dio? (it-2 872 par. 5 ) Spirito santo. Lo spirito, o forza attiva, di Geova è sotto il suo controllo e porta sempre a termine il suo proposito. È puro, sacro e riservato al buon uso da parte di Dio. Perciò è chiamato “spirito santo” e “lo spirito di santità”. (Sl 51:11; Lu 11:13; Ro 1:4; Ef 1:13 ) Lo spirito santo, quando opera su una persona, produce santità o purezza. Compiere qualsiasi pratica impura o sbagliata significa ‘contristare’ questo spirito o opporgli resistenza. (Ef 4:30 ) Pur essendo una forza impersonale, lo spirito santo esprime la santa personalità di Dio e perciò può essere ‘contristato’. La pratica di qualsiasi trasgressione tende a ‘spegnere il fuoco dello spirito’. (1Ts 5:19 ) Se tale pratica continua, lo spirito santo di Dio in effetti si sente ‘contristato’, e ciò può rendere Dio nemico del ribelle. (Isa 63:10 ) Chi contrista lo spirito santo può arrivare a bestemmiare contro di esso, peccato che, come disse Gesù, non sarà perdonato nel presente sistema di cose né in quello avvenire. — Mt 12:31, 32; Mr 3:28-30 ; vedi SPIRITO . Efesini 5:5 — In che senso essere avidi equivale a essere idolatri? (it-1 254 par. 2 ) Si manifesta nelle azioni. L’avidità si manifesterà con qualche azione palese che rivelerà un desiderio sbagliato e smodato. Lo scrittore biblico Giacomo ci dice che un desiderio sbagliato, quando diventa fertile, dà origine al peccato. (Gc 1:14, 15 ) La persona avida si può dunque scoprire dalle sue azioni. L’apostolo Paolo dice che essere avidi significa essere idolatri. (Ef 5:5 ) Nella propria avidità si fa della cosa desiderata il proprio dio, mettendola al di sopra del servizio e dell’adorazione resi al Creatore. — Ro 1:24, 25 . Cosa avete imparato su Geova dai capitoli in programma questa settimana? w16.06 22 18 Cosa può aiutarci a evitare atteggiamenti di questo genere? Paolo diede dei consigli pratici ai cristiani che vivevano a Efeso, una città fiorente e multiculturale. (Leggi Efesini 4:1-3.) Prima di tutto Paolo menzionò qualità come modestia di mente, mitezza, longanimità e amore. Queste qualità possono essere paragonate ai pilastri che sostengono una casa. Una casa, però, con il tempo può deteriorarsi. Quindi, oltre a forti pilastri, è necessaria una regolare manutenzione. Per questo Paolo incoraggiò i cristiani di Efeso a sforzarsi di “osservare premurosamente l’unità dello spirito”. 19 Ognuno di noi dovrebbe assumersi la propria responsabilità di contribuire all’unità della congregazione. In che modo? Primo, coltivando e manifestando le qualità menzionate da Paolo, cioè modestia di mente, mitezza, longanimità e amore. Secondo, facendo ogni sforzo per promuovere l’“unificante vincolo della pace”. Dovremmo cercare, per così dire, di riparare qualsiasi crepa possa incrinare la nostra unità. In questo modo contribuiremo a mantenere la pace e l’unità a cui teniamo tanto.
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Gemme Spirituali Del 17-23 Giugno
“Scaviamo per trovare Efesini 4-6”
Efesini 4:30 — Come può una persona rattristare lo spirito santo di Dio? (it-2 872 par. 5)
Spirito santo. Lo spirito, o forza attiva, di Geova è sotto il suo controllo e porta sempre a termine il suo proposito. È puro, sacro e riservato al buon uso da parte di Dio. Perciò è chiamato “spirito santo” e “lo spirito di santità”. (Sl 51:11; Lu 11:13; Ro 1:4; Ef 1:13) Lo spirito santo, quando opera su una persona, produce santità o purezza. Compiere qualsiasi pratica impura o sbagliata significa ‘contristare’ questo spirito o opporgli resistenza. (Ef 4:30) Pur essendo una forza impersonale, lo spirito santo esprime la santa personalità di Dio e perciò può essere ‘contristato’. La pratica di qualsiasi trasgressione tende a ‘spegnere il fuoco dello spirito’. (1Ts 5:19) Se tale pratica continua, lo spirito santo di Dio in effetti si sente ‘contristato’, e ciò può rendere Dio nemico del ribelle. (Isa 63:10) Chi contrista lo spirito santo può arrivare a bestemmiare contro di esso, peccato che, come disse Gesù, non sarà perdonato nel presente sistema di cose né in quello avvenire. — Mt 12:31, 32; Mr 3:28-30; vedi SPIRITO.
Efesini 5:5 — In che senso essere avidi equivale a essere idolatri? (it-1 254 par. 2)
Si manifesta nelle azioni. L’avidità si manifesterà con qualche azione palese che rivelerà un desiderio sbagliato e smodato. Lo scrittore biblico Giacomo ci dice che un desiderio sbagliato, quando diventa fertile, dà origine al peccato. (Gc 1:14, 15) La persona avida si può dunque scoprire dalle sue azioni. L’apostolo Paolo dice che essere avidi significa essere idolatri. (Ef 5:5) Nella propria avidità si fa della cosa desiderata il proprio dio, mettendola al di sopra del servizio e dell’adorazione resi al Creatore. — Ro 1:24, 25.
Cosa avete imparato su Geova dai capitoli in programma questa settimana?
w16.06 22
18 Cosa può aiutarci a evitare atteggiamenti di questo genere? Paolo diede dei consigli pratici ai cristiani che vivevano a
Efeso, una città fiorente e multiculturale. (Leggi Efesini 4:1-3.) Prima di tutto Paolo menzionò qualità come modestia di mente, mitezza, longanimità e amore. Queste qualità possono essere paragonate ai pilastri che sostengono una casa. Una casa, però, con il tempo può deteriorarsi. Quindi, oltre a forti pilastri, è necessaria una regolare manutenzione. Per questo Paolo incoraggiò i cristiani di Efeso a sforzarsi di “osservare premurosamente l’unità dello spirito”.
19 Ognuno di noi dovrebbe assumersi la propria responsabilità di contribuire all’unità della congregazione. In che modo?
Primo, coltivando e manifestando le qualità menzionate da Paolo, cioè modestia di mente, mitezza, longanimità e amore. Secondo, facendo ogni sforzo per promuovere l’“unificante vincolo della pace”. Dovremmo cercare, per così dire, di riparare qualsiasi crepa possa incrinare la nostra unità. In questo modo contribuiremo a mantenere la pace e l’unità a cui teniamo tanto.
17, 18. Cosa possiamo aspettarci se siamo “vigilanti in vista delle preghiere”?
17 Paolo scrisse: “Conoscete il tempo, che è già l‟ora di svegliarvi dal sonno, poiché ora la nostra salvezza è più
vicina di quando divenimmo credenti”. Poi aggiunse: “La notte è inoltrata; il giorno si è avvicinato” (Rom.
13:11, 12). Il nuovo mondo promesso da Dio è alle porte, e la nostra salvezza è più vicina di quanto pensiamo. Non
possiamo addormentarci spiritualmente né farci distrarre dal mondo al punto da non trovare più il tempo di rimanere
soli per pregare Geova. Dobbiamo essere “vigilanti in vista delle preghiere”, perché questo ci aiuterà a compiere
“santi atti di condotta e opere di santa devozione” mentre aspettiamo il giorno di Geova (2 Piet. 3:11, 12). Il nostro
modo di vivere dimostrerà così che siamo spiritualmente desti e che siamo davvero convinti che la fine di questo
malvagio sistema di cose è ormai prossima. Perciò „preghiamo incessantemente‟ (1 Tess. 5:17). Imitiamo Gesù
cercando momenti di solitudine per pregare. Se ci prendiamo tutto il tempo di cui abbiamo bisogno per comunicare
con Geova, ci sentiremo sempre più vicini a lui (Giac. 4:7, 8). E che benedizione sarà questa!
18 La Bibbia ci dice: “Nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche richieste a Colui che poteva
salvarlo dalla morte, con forti grida e lacrime, e fu favorevolmente udito per il suo santo timore” (Ebr. 5:7). Gesù
offrì suppliche e richieste, e rimase leale a Dio fino al termine della sua vita sulla terra. Perciò Geova liberò il suo
amato Figlio dalla morte e lo ricompensò con la vita immortale in cielo. Anche noi possiamo rimanere fedeli al
nostro Padre celeste, qualsiasi tentazione o prova possa presentarsi. Il premio della vita eterna è alla nostra portata,
purché rimaniamo “vigilanti in vista delle preghiere”.
Quali altre gemme spirituali avete scoperto nei capitoli in programma questa settimana?
w12 15/7 28-29
“Un solo Geova” raduna la sua famiglia
“Vi supplico . . . di osservare premurosamente l’unità dello spirito”. — EFES. 4:1, 3.
COME SPIEGHERESTE...
qual è lo scopo dell’amministrazione di Dio?
come ‘osserviamo l’unità dello spirito’?
cosa ci aiuterà a ‘divenire benigni’?
FAMIGLIA: cosa ci fa venire in mente questa parola? Calore? Felicità? Lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune? Un ambiente sicuro in cui crescere, fare esperienze e scambiarsi idee? Probabilmente è a questo che pensiamo se facciamo parte di una famiglia che ci vuole bene. È stato Geova in persona a istituire la famiglia. (Efes. 3:14, 15) Il suo proposito era che tutte le sue creature in cielo e sulla terra provassero un senso di sicurezza, fiducia reciproca e autentica unità.
2 Dopo aver peccato gli esseri umani smisero di far parte della famiglia universale di Geova Dio, ma questo non compromise la realizzazione del suo proposito. Egli farà in modo che la terra, trasformata in un Paradiso, sia popolata dai discendenti di Adamo ed Eva. (Gen. 1:28; Isa. 45:18) Ha adottato tutte le misure necessarie al compimento del suo proposito. Diverse di queste disposizioni sono spiegate nella lettera agli Efesini, che ha per tema l’unità. Esaminiamo perciò alcuni versetti di questo libro biblico e vediamo come possiamo collaborare alla realizzazione del proposito di Geova di unire la sua creazione.
L’AMMINISTRAZIONE: COS’È E COSA REALIZZA
3 Mosè disse agli israeliti: “Geova nostro Dio è un solo Geova”. (Deut. 6:4) Tutto quello che Geova fa è in armonia con il suo proposito. Perciò, “al pieno limite dei tempi fissati” rese operante “un’amministrazione”, ossia prese una serie di provvedimenti volti a unire tutte le sue creature intelligenti. (Leggi Efesini 1:8-10).
Tale amministrazione si articola in due fasi. Durante la prima, la congregazione degli unti viene preparata a vivere in cielo sotto la guida di Gesù Cristo, suo Capo spirituale. Questa fase fu avviata alla Pentecoste del 33, quando Geova cominciò a radunare coloro che avrebbero regnato con Cristo in cielo. (Atti 2:1-4) Gli unti sono stati dichiarati giusti per la vita grazie al sacrificio di riscatto di Cristo, e hanno la chiara consapevolezza di essere stati adottati come “figli di Dio”. — Rom. 3:23, 24; 5:1; 8:15-17.
4 La seconda fase prepara coloro che vivranno nel Paradiso sulla terra sotto il Regno messianico di Cristo. Inizialmente questo gruppo sarà costituito dalla “grande folla”. (Riv. 7:9, 13-17; 21:1-5) Durante il Regno millenario ad essa si uniranno miliardi di risuscitati. (Riv. 20:12, 13) Possiamo immaginare come la risurrezione sarà un’ulteriore dimostrazione della nostra unità! Alla fine dei mille anni “le cose sulla terra” saranno sottoposte a una prova finale. Coloro che si dimostreranno fedeli verranno adottati come “figli di Dio” terreni. — Rom. 8:21; Riv. 20:7, 8.
5 Attualmente entrambe le fasi dell’amministrazione di Dio, quella relativa agli unti e quella riguardante le altre pecore, sono in corso di svolgimento. Ma cosa può fare ognuno di noi per collaborare con questa amministrazione?
‘OSSERVIAMO L’UNITÀ DELLO SPIRITO’
6 Le Scritture indicano che i cristiani devono radunarsi nel senso letterale del termine. (1 Cor. 14:23; Ebr. 10:24, 25) Questo va ben oltre il semplice trascorrere del tempo nello stesso luogo, come succede in un centro commerciale o a un evento sportivo. La vera unità è molto di più, e la raggiungiamo quando applichiamo ciò che Geova ci insegna e ci facciamo modellare dal suo spirito santo.
7 Per quanto Geova, sulla base del sacrificio di riscatto di Cristo, abbia dichiarato giusti sia i suoi unti in qualità di figli, sia i componenti delle altre pecore in qualità di amici, finché saremo in questo sistema di cose fra noi nasceranno contrasti. (Rom. 5:9; Giac. 2:23) Se così non fosse, non avremmo bisogno dell’esortazione ispirata a continuare a ‘sopportarci gli uni gli altri nell’amore’. Come possiamo raggiungere l’unità con i compagni di fede? Dobbiamo coltivare “ogni modestia di mente e mitezza”. Inoltre Paolo ci sprona a cercare di “osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace”. (Leggi Efesini 4:1-3). Per seguire questo consiglio dobbiamo lasciare che lo spirito di Dio operi su di noi e produca il suo frutto. Tale frutto sana i contrasti personali, a differenza delle opere della carne, che invece tendono sempre a dividere.
8 In che modo “le opere della carne” minano l’unità? (Leggi Galati 5:19-21). La fornicazione separa chi la commette da Geova e dalla congregazione; l’adulterio può crudelmente separare i figli dai genitori, e il coniuge innocente dal proprio marito o dalla propria moglie. L’impurità è un ostacolo all’unità con Dio e con i propri cari. Come sappiamo, quando si incollano due oggetti fra loro, la superficie di entrambi deve essere pulita perché possano aderire saldamente. Intraprendere una condotta dissoluta, o condotta sfrontata, dimostra un’assoluta mancanza di rispetto per le giuste leggi di Dio. Allo stesso modo ciascuna delle altre opere della carne separa le persone le une dalle altre e da Geova. Comportamenti del genere sono in completo contrasto con la sua personalità.
9 Ognuno di noi deve dunque chiedersi: ‘Quanto mi impegno per “osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace”? Come reagisco quando ho un problema con qualcuno? Vado in giro a lamentarmi con gli amici per ottenere il loro sostegno? Invece di sforzarmi sinceramente di ricostruire rapporti pacifici con l’altra persona, mi aspetto che gli anziani intervengano in mia difesa? Se so che qualcuno ha motivo di lamentarsi di me, lo evito per non dover affrontare la questione?’ Difficilmente atteggiamenti del genere dimostrerebbero che stiamo agendo in armonia col proposito di Geova di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo”.
10 Gesù disse: “Se, dunque, porti il tuo dono all’altare e lì ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, e va via; prima fa pace col tuo fratello, e poi, una volta tornato, offri il tuo dono. Risolvi subito le questioni”. (Matt. 5:23-25) Giacomo scrisse che “il frutto della giustizia si semina in condizioni pacifiche per quelli che fanno la pace”. (Giac. 3:17, 18) Perciò non si può mantenere una condotta giusta se manca la pace.
11 Facciamo un esempio: secondo una stima, in alcuni paesi devastati dalla guerra, se gli abitanti non dovessero preoccuparsi per la presenza di mine si potrebbe coltivare il 35 per cento in più di superficie agricola. Quando le mine esplodono, i contadini abbandonano i campi, i villaggi sono privati dei loro mezzi di sussistenza e le città hanno difficoltà nell’approvvigionamento del cibo. In modo simile, se qualche tratto della nostra personalità rischia di minare la pace con i fratelli, la nostra crescita spirituale potrebbe esserne ostacolata. Se invece perdoniamo prontamente e ci adoperiamo per il benessere degli altri creiamo le condizioni per godere di autentica prosperità spirituale.
12 Anche i “doni negli uomini” possono contribuire notevolmente all’unità. Ci sono stati dati, infatti, per aiutarci a ‘pervenire tutti all’unità della fede’. (Efes. 4:8, 13) Quando svolgono il sacro servizio al nostro fianco e ci offrono validi suggerimenti basati sulla Parola di Dio, gli anziani ci aiutano a rivestire la nuova personalità. (Efes. 4:22-24) Vediamo nei loro consigli gli sforzi che Geova sta facendo per prepararci alla vita nel nuovo mondo sotto l’autorità di suo Figlio? E voi, anziani, cercate di ristabilire i vostri fratelli con questo obiettivo? — Gal. 6:1.
“DIVENITE BENIGNI GLI UNI VERSO GLI ALTRI”
13 Efesini 4:25-29 menziona certi tipi di condotta che dobbiamo evitare accuratamente: mentire, essere inclini all’ira e proferire ‘parole corrotte’ invece di espressioni ‘buone per edificare’. Se mancassimo di prestare ascolto a queste raccomandazioni, contristeremmo lo spirito santo di Dio, perché esso è una forza unificatrice. (Efes. 4:30) Se vogliamo avere pace e unità, inoltre, dobbiamo accogliere anche le successive esortazioni di Paolo: “Ogni acrimoniosa amarezza e collera e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi con ogni malizia. Ma divenite benigni gli uni verso gli altri, teneramente compassionevoli, perdonandovi liberalmente gli uni gli altri, come anche Dio vi ha liberalmente perdonati mediante Cristo”. — Efes. 4:31, 32.
14 L’espressione “divenite benigni” suggerisce la possibilità che, almeno in una certa misura, non siamo stati benigni e che perciò dobbiamo migliorare. È giusto che impariamo a considerare i sentimenti degli altri più importanti dei nostri. (Filip. 2:4) Magari ci viene da dire qualcosa per strappare una risata o fare bella figura, ma sarebbe un’osservazione benigna? Riflettere sulla cosa prima di parlare ci aiuterà a ‘divenire benigni’.
L’AMORE E IL RISPETTO SI IMPARANO IN FAMIGLIA
15 La Bibbia paragona la relazione esistente fra Cristo e la congregazione a quella tra marito e moglie. Questo parallelo dovrebbe farci capire immediatamente che nel matrimonio il marito deve dare alla moglie guida, amore e attenzioni, e la moglie deve mostrare sottomissione al marito. (Efes. 5:22-33) Paolo scrisse: “In questo modo i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi”. (Efes. 5:28)
Cosa intendeva dire? Con quello che aveva detto subito prima l’apostolo aveva richiamato l’attenzione sul modo in cui ‘anche il Cristo aveva amato la congregazione e si era consegnato per essa, purificandola col bagno dell’acqua mediante la parola’. Per operare in armonia con il proposito di Geova di “radunare di nuovo tutte le cose nel Cristo”, il marito deve essere desto nel nutrire spiritualmente la sua famiglia.
16 È bene che i genitori ricordino che hanno ricevuto il loro incarico da Geova. Purtroppo nel mondo attuale molte persone sono “senza affezione naturale”. (2 Tim. 3:1, 3) Tantissimi padri si sottraggono alle loro responsabilità, con tristi conseguenze per i figli. Paolo invece esortò i padri cristiani: “Non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nella norma mentale di Geova”. (Efes. 6:4) È nella famiglia che i figli iniziano a sviluppare il proprio concetto di amore e autorità. I genitori che riescono a inculcare loro questi valori agiscono in armonia con l’amministrazione di Geova. Facendo sì che in casa regni l’amore e siano bandite ogni “collera e ira e . . . parola ingiuriosa”, si insegnano ai figli lezioni fondamentali su come mostrare amore e rispettare l’autorità. Questo li preparerà a vivere nel nuovo mondo di Dio.
17 Dobbiamo tenere presente che il Diavolo, colui che in principio turbò la pace universale, si opporrà in tutti i modi ai nostri sforzi di fare la volontà di Dio. L’aumento vertiginoso nel numero di divorzi, la propensione a preferire la convivenza al matrimonio e il fatto che i matrimoni omosessuali vengano accettati sono senza dubbio fenomeni che si prestano agli scopi di Satana. Noi non conformiamo il nostro comportamento e i nostri atteggiamenti alle tendenze che si riscontrano nella società attuale. Il nostro modello è Cristo. (Efes. 4:17-21) Perciò siamo caldamente esortati a ‘rivestirci della completa armatura di Dio’ per riuscire a resistere al Diavolo e ai suoi demoni. — Leggi Efesini 6:10-13.
“CONTINUATE A CAMMINARE NELL’AMORE”
18 Il vero segreto della nostra unità cristiana è l’amore. Col cuore colmo di amore per il nostro “solo Signore”, per il nostro “solo Dio” e per i fratelli, siamo decisi a “osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace”. (Efes. 4:3-6) Riguardo a tale amore Gesù pregò così: “Prego non solo per questi, ma anche per quelli che riporranno fede in me per mezzo della loro parola; affinché siano tutti uno, come tu, Padre, sei unito a me ed io sono unito a te, anche loro siano uniti a noi. . . . E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, affinché l’amore col quale mi hai amato sia in loro e io unito a loro”. — Giov. 17:20, 21, 26.
19 Se avvertiamo un combattimento interiore a causa della nostra imperfezione, l’amore ci spingerà a fare nostra la preghiera del salmista: “Unifica il mio cuore per temere il tuo nome”. (Sal. 86:11) Dobbiamo opporci con decisione ai tentativi del Diavolo di allontanarci dal nostro amorevole Padre e da coloro che hanno la sua approvazione. In famiglia, nel ministero e nella congregazione sforziamoci costantemente di ‘divenire imitatori di Dio, come figli diletti, e di continuare a camminare nell’amore’. — Efes. 5:1, 2.