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1395
10
DAT
ITE
CN
ICI
DATI TECNICI10Indicazioni per l’impiego di nastri bimetallo per segatrici 1396
Mandrini autocentranti 1397-1398
Equilibratura 1399
Portautensili ad espansione idraulica TKN 1400
Calibri a corsoio a nonio 1401
Valore di Isteresi 1402
Squadre - Estratto della norma DIN 875 1403
Tabella di conversione Durezza 1403
Controllo di rugosità 1404
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1396
HSS
Indicazioni per l’impiego di nastri bimetallo per segatrici
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DATI TECNICI
DA
TI TEC
NIC
I
metaalo duro
Mandrini autocentranti con attacco cilindrico concentrico a norma DIN 6350 e DIN 6351
I mandrini autocentranti vengono avvitati tramite una flangia su macchine
a norma DIN 80, mediante viti a testa cilindrica.
I mandrini possono anche essere utilizzati con una flangia a cono corto,
questi ultimi vengono preferiti per la minor sporgenza.
A B g5 C D E F
M20 21 30 6,3 10 20
M24 25 36 8 12 24
M33 34 50 9 14 30
M39 40 56 10 16 35
M45 46 67 11 18 40
A B g5 C D E F
M52 55 80 12 20 45
M60 62 90 14 22 50
M76x6 78 112 16 30 63
M105x6 106 150 20 40 80
I mandrini autocentranti vengono montati direttamente sulle corone con la stessa
norma DIN, il fissaggio avviene mediante vite a brugola.
Forma A: fori filettati nella circonferenza passane esterna della flangia.
Senza circonferenza passante interna.
A partire dalla misura del cono 4 con trascinatore.
A B C C D (F) E1 F1 (F2) E2 F2
3 92 53,983 11 - 16 3xM10 70,6 - -
4 108 63,521 11 - 20 11xM10 82,6 - -
5 133 82,573 13 14,288 22 11xM10 104,8 8xM10 61,9
6 165 106,385 14 15,875 25 11xM12 133,4 8xM12 82,6
8 210 139,731 16 17,462 28 11xM16 171,4 8xM16 111,1
11 280 196,883 18 19,050 35 11xM20 235,0 8xM20 165,1
15 380 285,791 19 20,638 42 12xM14 330,2 11xM24 247,6
Mandrini autocentranti con attacco a cono corto a norma DIN 55 026 e DIN 55 021
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1398
Mandrini autocentranti con attacco a cono corto a norma DIN 55 022 e DIN 55 027
Mandrini autocentranti con attacco a cono corto a norma ASA B5,9 D1 e DIN 55 029
I mandrini autocentranti vengono montati direttamente sulle corone con norma
DIN 55 022, il fissaggio avviene mediante viti a progioniere, dadi di spallamento
e con rondella a baionetta che si applica alla corona.
Dalla misura 4 in poi con trascinatori.
A B C D E F
3 102 53,985 11 16 3x21 75
4 112 63,525 11 20 3x21 85
5 135 82,575 13 22 4x21 104,8
6 170 106,390 14 25 4x23 133,4
8 220 139,735 16 28 4x29 171,4
11 290 196,885 18 35 6x36 235
I mandrini autocentranti vengono montati direttamente sulle corone con norma ASA B5,9
tipo D1, il fissaggio avviene mediante viti a progioniere tipo Camlock.
A B C D E F
3 92,1 53,985 11,1 31,8 3x15,1 70,66
4 117,5 63,525 11,1 33,3 3x16,7 82,55
5 146 82,575 12,7 38,1 6x19,8 104,8
6 181 106,390 14,3 44,5 6x23 133,4
8 225,4 139,735 15,9 50,8 6x26,2 171,4
11 298,5 196,885 17,5 60,3 6x30,1 235
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1399
DATI TECNICI
DA
TI TEC
NIC
I
Equilibratura
L’impiego di macchine moderne, implica lavorazioni con un elevato numero di giri,
importanti per l’ottenimento di un ottimo grado di finitura superficiale ed un grande
volume di truciolo asportato per cui diventa un obbligo l’utilizzo di utensili bilanciati.
Un utensile non bilanciato può provocare i seguenti problemi:
• La forza centrifuga sollecita i cuscinetti del mandrino, favorendo così una durata
notevolmente inferiore; con conseguenti danni al mandrino e costi di riparazione
elevati.
• La direzione della forza centrifuga si modifica costantemente con il ruotare del
mandrino, provocando forti oscillazioni/vibrazioni; come conseguenza si dovran-
no effettuare altre rifiniture al pezzo lavorato per ottenere un buon grado di finitu-
ra.
• Le vibrazioni inoltre influiscono negativamente sulla vita dell’utensile, favorendo
un sensibile aumento dei costi di produzione
• I costruttori di macchine utensili e portautensili raccomandano l’impiego di uten-
sili equilibrati.
Lo squilibrio
Uno squilibrio provoca forze centrifughe; occorre pensare che all’aumentare del
numero di giri, la forza centrifuga può anche arrivare ad avere valori pari al quadrato
dei valori precedenti.
Lo squilibrio statico: si ha quando una o più forze agiscono su un corpo rotante
nella stessa direzione e distanza dal baricentro (per esempio se si prende un rotore e
lo si appoggia su due supporti posti alle estremità; questo oscillerà fino a quando il
punto più pesante di esso non si posizionerà verso il basso).
Questo squilibrio agisce anche senza rotazione perciò viene definito statico; con
conseguente spostamento del baricentro e oscillazione parallela al suo asse di rota-
zione.
Lo squilibrio statico può essere corretto su 1 piano (baricentro). Togliendo al punto più
pesante del materiale, oppure aggiungendolo alla parte opposta.
Lo squilibrio dinamico: si ha quando una o più forze agiscono su un corpo rotante
con diverse direzioni e distanze dal baricentro.
Questo squilibrio può essere determinato solo con la rotazione del corpo; inoltre è
anche possibile che uno squilibrio sia predominante nei confronti di un altro.
Per la completa correzione dello squilibrio dinamico occorre procedere con la corre-
zione sui 2 piani.
Perché acquistare una macchina equilibratrice
Oggi, la maggior parte di produttori offre utensili già bilanciati a 8.000/10.000 min-1 G
6.3; questo standard qualitativo può essere considerato in molti casi sufficiente.
Occorre però prestare molta attenzione ad alcuni fattori produttivi che possono modi-
ficare e quindi compromettere la buona funzionalità dell’utensile; per es. le masse
modificabili quali i perni di fissaggio, i dadi di serraggio, creano ad ogni operazione di
montaggio un nuovo tipo di squilibrio; per cui è assolutamente indispensabile
operare una nuova equilibratura dell’utensile.
Un altro pericolo è derivato dall’impiego di utensili non bilanciati, cosa inevitabile; con
conseguenze ben note; pertanto anche in questo caso sarebbe utile equilibrare gli
utensili acquistati precedentemente. Una buona pratica, è la verifica dell’equilibratu-
ra per tutti gli utensili anche se il fornitore rilascia un certificato che attesta il grado di
precisione della bilanciatura!
L’acquisto di una macchina equilibratrice comporta da parte dell’utente un investi-
mento economico, che può risultare antieconomico se non viene ammortizzato in
tempi relativamente brevi.
Un equilibratrice può essere ammortizzata in tempi brevi se:
• La sicurezza del processo produttivo può essere migliorata.
• La vita dell’utensile può essere aumentata.
• Gli interventi di manutenzione straordinaria sulle macchine
di produzione vengono ridotti.
• Le prestazioni e la precisione dell’utensile migliorano fino
ad ottenere una riduzione dell’errore oltre il 90%.
I vantaggi offerti dai sistemi di equilibratura HAIMER
Semplicità – velocità – economicità; riassumono i vantaggi derivati dall’utilizzo dei
sistemi di bilanciatura HAIMER.
Le macchine equilibratrici HAIMER disponibili in 4 versioni sono in grado di poter
offrire agli utilizzatori svariate soluzioni per ogni esigenza:
• Equilibratura su 1 o 2 livelli.
• Sistema adattatore con fissaggio automatico per tutti gli utensili “standard”.
• Massima precisione nella misurazione anche in caso
di ripetibilità.
• Vari metodi di misurazione per ogni impiego: misurazione semplice, misurazione
con mandrino a compensazione, misurazione con azzeramento.
• Gestione dei dati degli utensili mediante archiviazione.
• Visualizzazione del grado di equilibratura corrente e numero
di giri ammesso, nonché del grado di tolleranza di bilanciatura raggiunto.
• Visualizzazione della posizione dello squilibrio sempre evidenziata (sullo scher-
mo).
• Posizionamento automatico del mandrino sulla posizione
di equilibratura.
• Indicazione dello squilibrio sull’utensile mediante raggio laser.
• Diagnosi degli errori.
• Funzione di densità con elenco di materiali di peso specifico differente.
• Grafica semplice ed esplicativa per i dati relativi
alla misurazione.
• Possibilità di stampa di certificati attestanti il grado
di bilanciatura.
• Funzione di calibratura per la supervisione del collaudo
secondo ISO 9000 ff.
• Calibratura permanente, una sola volta grazie alla tecnica
dei cuscinetti radiali rigidi.
• Facile e semplice manutenzione grazie alla costruzione modulare.
• Ottimo rapporto qualità/prezzo.
Nota
Possibilità presso il consorzio CDU di eseguire equilibrature per conto di terzi su por-
tautensili con attacco DIN 69871 – JIS 6339 B MAS BT – DIN 69893 HSK, mediante
l’utilizzo di sistemi di equilibratura HAIMER.
Equilibrare significa: determinare il baricentro di un utensile e trasferirlo nell’asse di rotazione.
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1400
Il portautensile ad espansione idraulica è un prodotto ad elevato contenuto tecnologi-
co idoneo per essere utilizzato in lavorazioni dove si richiedono alte prestazioni e otti-
mi livelli qualitativi.
A dispetto delle sue possibilità e pur se presente sul mercato da diversi anni, non è
riuscito ad imporsi all’attenzione degli utilizzatori a causa del prezzo molto alto.
Il principio di funzionamento è molto semplice:
una piccola vite aziona un pistoncino che comprime l’olio idraulico contenuto in una
camera anulare deformando in maniera uniforme, ed ampiamente entro i limiti di ela-
sticità del materiale, due zone in cui le pareti sono più sottili.
Questa espansione del materiale permette il perfetto bloccaggio sul gambo dell’uten-
sile (le forze di bloccaggio sono proporzionali alle superfici di contatto) che produr-
ranno elevati valori di resistenza a torsione, senza pregiudicare la precisione di con-
centricità costruttiva in quanto la deformazione del materiale è uniforme perché
uniforme è la distribuzione della pressione dell’olio idraulico sulle pareti della came-
ra anulare.
Grazie alla sua particolare costruzione ed al principio di funzionamento i vantaggi del
portautensili ad espansione idraulica possono essere così riassunti:
Errore di precisione e di ripetibilità ≤ 3 µm. Per un’asportazione di truciolo equamen-
te distribuita fra i taglienti con conseguente minor usura degli stessi ed un incremen-
to della durata dell’utensile.
Ottimo valore di equilibratura di fornitura G=2,5 n=15.000 giri/min.
Può essere ulteriormente affinato per ottenere elevate qualità di finitura superficiale a
grande velocità di rotazione ed in massima sicurezza.
Tenuta completa; non sono possibili infiltrazioni d’olio, grasso, liquido refrigerante o
trucioli.
Facile da usare: basta una chiave a T per bloccare e sbloccare l’utensile.
Le migliori prestazioni si ottengono utilizzando utensili con codolo cilindrico.
La tolleranza del diametro del codolo deve assolutamente essere h6.
Nello stesso portautensile ad espansione idraulica è possibile montare una grande
varietà di bussole di riduzione disponibili nei diversi diametri interni per adattarsi al
codolo dell’utensile.
Il risparmio è evidente senza penalizzare la precisione.
Le bussole di riduzione permettono anche il fissaggio di codoli con recessi.
La tenuta nell’adduzione di refrigerante (attraverso il condotto centrale o i fori sulla
flangia) è garantita fino ad una pressione di 50 Bar.
Una sola cosa cui fare attenzione per non rovinare irrimediabilmente il portautensile:
non azionarne il bloccaggio a vuoto (senza utensile).
Da queste brevi note informative si può dedurre che gli impieghi ottimali del portau-
tensile ad espansione idraulica sono nel campo della foratura e della fresatura con
punte e frese a candela anche in metallo duro nonché dell’alesatura di precisione.
Per ultimo, ma non meno importante, il prezzo contenuto di sicuro interesse, il gran-
de vantaggio di una pronta disponibilità (DIN 69871 ISO 40-50, BT 40-50) ed un ser-
vizio clienti affidabile per un marchio di grande prestigio: TKN.
Portautensili ad espansione idraulica TKN
Mandrini a forte serraggio TKN
La nuova linea di mandrini a forte serraggio TKN, è in grado di offrire una concreta
risposta alle problematiche di lavoro per tutte le macchine utensili.
I portautensili a forte serraggio TKN vengono impiegati laddove ci siano esigenze e
necessità di serraggio di utensili che sono soggetti a forti sollecitazioni di carichi
radiali.
La gamma attualmente è disponibile nelle versioni DIN 69871 ISO 40-50 e JIS 6339
MAS BT 40-50 con pinze di riduzione da 20 mm e 32 mm per serraggi da ø 6 mm a
ø 25 mm.
Le principali caratteristiche tecniche del mandrino sono le seguenti:
• Peso e dimensioni ridotte grazie ad una speciale ghiera in acciaio, costruita per
contenere al minimo l’usura per frizione;
• Alta rigidità e precisione del mandrino entro 0,01 mm;
• Elevata precisione di serraggio, grazie ai suoi cuscinetti ad aghi che
consentono di avere attriti molto bassi;
• Forza di serraggio oltre 500 Nm
Il mandrino a forte serraggio è particolarmente indicato per utensili con attacco
cilindrico, Weldon, Wistle Notch e per utensili in metallo duro.
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1401
DATI TECNICI
DA
TI TEC
NIC
I
Calibri a corsoio a nonio
Codifica del codice di ispezione secondo le norme DIN EN 60529
Caratteristica 1ª cifra
Protezione contro la penetrazione di corpi solidi esterni
Con diametro > 50, 0 mm IP 1x
Con diametro > 12,5 mm IP 2x
Con diametro > 2,5 mm IP 3x
Con diametro > 1,0 mm IP 4x
Protetto contro la polvere IP 5x
Totalmente protetto contro la polvere IP 6x
Tipo di protezione IP
Esempio:
IP65: 6 totalmente protetto contro la polvere,
5 protetto contro i getti d’acqua
Caratteristica 2ª cifra
Protezione contro la penetrazione di liquidi e acqua
Protetto contro la caduta verticale di gocce d’acqua IP x1
Protetto contro la caduta di gocce con inclinazione max 15° IP x2
Protetto contro la pioggia IP x3
Protetto contro gli spruzzi d’acqua IP x4
Protetto contro getti d’acqua IP x5
Protetto contro i getti d’acqua potenti IP x6
Protetto contro l’immersione temporanea IP x7
Protetto contro l’immersione permanente IP x8
Tipo di protezione IP
Errori massimi ammessi
Gli errori massimi ammessi (G) sono definiti dalle equazioni esposte di seguito;
i valori ottenuti devono essere arrotondati a due decimali.
Questi valori valgono per misure effettuate senza inversione della forza di misura.
Per tutti gli altri tipi di misure, comprese quelle eseguite con asta di profondità,
i valori ottenuti devono essere aumentati di 20 µm.
Calibri a corsoio a quadrante o a nonio con valore di una divisione 0,01 0,05 mm:
G= (20 + 1/10 mm) µ ≥ 50 µm.
Errore max ammesso µm
50 50 20 20
100 50 20 20
150 50 30 30
300 50 30 30
400 60 30 30
500 70 30 30
600 80 30 30
700 90 40 40
Lunghezza calibro 0,1 e 0,05 0,02 0,01
Errore max ammesso µm
800 100 40 40
900 110 40 40
1000 120 40 40
1200 140 50 -
1400 160 50 -
1600 180 60 -
1800 200 60 -
2000 220 60 -
Lunghezza calibro 0,1 e 0,05 0,02 0,01
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1402
Valore di Isteresi
Norme e definizioni
Le definizioni internazionali in vigore oggi hanno portato alla revisione delle norme
esistenti in materia di strumenti di misura.
I progetti di norme, approvati o meno, ci portano ad utilizzare, le definizioni che
seguono.
Il valore di Isteresi corrisponde alla differenza tra le indicazioni di uno strumento di
misura, quando lo stesso valore di un misurando viene misurato nelle stesse
condizioni di misura sulla base di un ordine di valori crescente e o descrente.
Per questo valore si applica un indice di probabilità del 95%.
L’Isteresi può essere determinata con misurazioni singole in un punto qualsiasi della
corsa di misura o a partire da un diagramma rappresentante la deviazione totale.
Grado 2I blocchetti di questo grado sono generalmente utilizzati come Campioni di lavoro in
sale di controllo in produzione, per azzerare e tarare strumenti ed altre attrezzature di
misura, nonché per verificare e regolare utensili, dispositivi e macchine.
Grado 1Anche questi blocch etti vengono considerati come Campioni di lavoro utilizzati per
azzerare e tarare calibri e strumenti di misura nelle postazioni di controllo della pro-
duzione.
Grado OQuesti blocchetti sono i Campioni di Riferimento dell’azienda, destinati all’utilizzo
in laboratori di taratura o sale metrologiche climatizzate per azzerare e tarare calibri
e strumenti di misura di precisione.
Grado K (di taratura)I blocchetti del grado K sono Campioni di riferimento destinati ai laboratori metrolo-
gici degli istituti nazionali, ai laboratori accreditati o non accreditati da un ente nazio-
nale di taratura e ad altri laboratori di misura. Servono per la taratura di blocchetti o
altri riscontri di uguale precisione e anche di strumenti di misura.
Grado OO (di precisione)In base alla norma IS0 3650 attualmente in vigore, questo grado viene abbandonato
in quanto le incertezze di misura ottenute con la procedura applicata durante la tara-
tura conducevano generalmente ad una disparità rispetto alle tolleranze specificate.
La decisione di rinunciare al grado di precisione 00 è stata dettata dall’introduzione
della norma ISO 14253-1:1998, che impone di prendere in considerazione l’incertez-
za di misura nella dichiarazione di conformità del prodotto.
Lunghi anni di esperienza nell’applicazione pratica dei blocchetti di riscontro hanno
dimostrato del resto che il grado di taratura K può benissimo sostituire il grado di pre-
cisione OO utilizzato finora.
I blocchetti digrado 00 restano comunque fornibili su richiesta.
Certificato di taratura e riferibilitàL’accreditazione è la garanzia da un lato della competenza del laboratorio di taratura
e dall’altro della riferibilità dei riscontri e della strumentazione di misura utilizzati ai
campioni nazionali riconosciuti dal Sistema Internazionale di unità (SI).
In base ad un accordo multilaterale (MLA), tutti i certificati di taratura emessi dai
membri della Cooperazione Europea per l’Accreditazione dei Laboratori (EA) sottoe-
lencati vengono reciprocamente riconosciuti:
Austria (MBwA), Belgio (BKO/OBF), Danimarca (DANAK), Finlandia (FINAS), Francia
(COFRAC), Germania (DKD/DAR), Gran Bretagna (UKAS), Irlanda (NAB), Italia (SIT),
Norvegia (NA), Olanda (RvA), Portogallo (IPQ), Spagna (ENAC), Svezia (SWEDAC),
Svizzera (SCS/SAS). Altri paesi collegati: Australia (NATA), Nuova Zelanda (lANZ),
Repubblica Ceca (CAI) e Sudafrica (SANAS).
Blocchetti di riscontro - Scelta del grado di precisione
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1403
DATI TECNICI
DA
TI TEC
NIC
I
Squadre - Estratto della norma DIN 875
Classe 50 75 100 150 200 250 300 350
00 0,003 0,003 0,003 0,004 0,004 0,005 0,005 0,007
0 - 0,007 0,007 0,008 0,009 0,010 0,011 0,015
1 - 0,014 0,015 0,018 0,020 0,023 0,025 0,035
2 - 0,028 0,030 0,035 0,040 0,045 0,050 0,070
Tabella di conversione Durezza
Durezza Durezza Durezza Resistenza
Vickers Brinell Rockwell(*) alla trazione
HV 30 HB 30 HRB HRC σ B N/mm2
80 80 36,4 - 270
85 85 42,4 - 290
90 90 47,4 - 310
95 95 52,0 - 320
100 100 56,4 - 340
105 105 60,0 - 360
110 110 63,4 - 380
115 115 66,4 - 390
120 120 69,4 - 410
125 125 72,0 - 420
130 130 74,4 - 440
135 135 76,4 - 460
140 140 78,4 - 470
145 145 80,4 - 490
150 150 82,2 - 500
155 155 83,8 - 520
160 160 85,4 - 540
165 165 86,8 - 550
170 170 88,2 - 570
175 175 89,2 - 590
180 180 90,8 - 600
185 185 91,8 - 620
190 190 93,0 - 640
195 195 94,0 - 660
200 200 95,0 - 670
205 205 95,8 - 680
210 210 96,6 - 710
215 215 97,6 - 720
220 220 98,2 - 730
225 225 99,0 - 750
230 230 - 19,2 760
235 235 - 20,2 780
240 240 - 21,2 800
245 245 - 22,1 820
250 250 - 23,0 830
255 255 - 23,8 850
260 260 - 24,6 870
265 265 - 25,4 880
270 270 - 26,2 900
275 275 - 26,9 920
280 280 - 27,6 940
285 285 - 28,3 950
290 290 - 29,0 970
295 295 - 29,6 990
300 300 - 30,3 1010
310 310 - 31,5 1040
320 320 - 32,7 1080
330 330 - 33,8 1110
340 340 - 34,9 1140
Durezza Durezza Durezza Resistenza
Vickers Brinell Rockwell(*) alla trazione
HV 30 HB 30 HRB HRC σ B N/mm2
350 350 - 36,0 1170
360 359 - 37,0 1200
370 368 - 38,0 1230
380 376 - 38,9 1260
390 385 - 39,8 1290
400 392 - 40,7 1320
410 400 - 41,5 1350
420 408 - 42,4 1380
430 415 - 43,2 1410
440 423 - 44,0 1430
450 430 - 44,8 1460
460 - - 45,6 1470
470 - - 46,3 1500
480 - - 47,0 1530
490 - - 47,7 1560
500 - - 48,3 1590
510 - - 49,1 1630
520 - - 49,7 1660
530 - - 50,4 1700
540 - - 51,0 1730
550 - - 51,6 1760
560 - - 52,2 1800
570 - - 52,8 1830
580 - - 53,3 1870
590 - - 53,9 1900
600 - - 54,4 1940
610 - - 55,0 1980
620 - - 55,5 2020
630 - - 56,0 2050
640 - - 56,5 2100
650 - - 57,0 2140
660 - - 57,5 -
670 - - 58,0 -
680 - - 58,5 -
690 - - 59,0 -
700 - - 59,5 -
720 - - 60,4 -
740 - - 61,2 -
760 - - 62,0 -
780 - - 62,8 -
800 - - 63,6 -
820 - - 64,3 -
840 - - 65,0 -
860 - - 65,7 -
880 - - 66,3 -
900 - - 66,9 -
920 - - 67,5 -
940 - - 68,0 -
*: I valori Rockwell indicati con un decimale servono solo per l’interpolazione e nel risultato finale devono essere arrotondati a numeri interi.
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Controllo di rugosità
Riassunto dei parametri di rugosità più utilizzati
Rugosità media (deviazione media aritmetica del profilo di rugosità) Ra (ISO
4287 DIN 4768)
Media aritmetica dei valori assoluti delle deviazioni di profilo y all’interno della
lunghezza campione I.
Rugosità massima Rmax (DIN 4768)
Profondità massima di rugosità tra quelle singole esistenti Z, all’interno della
lunghezza totale di valutazione Im.
Secondo le norme ISO 4288 e DIN 4287 - Parte 1, il parametro Rmax viene anche
espresso come Ry max
Profondità media di rugosità Rz DIN (DIN 4768)
Media aritmetica delle singole profondità di rugosità di 5 lunghezze campione
successive Ie.
Secondo le norme ISO 4287 e DIN 4762, il parametro Rz DIN viene anche espresso
come RYS.
Le norme DIN 4768 e ISO 4287 non applicano la stessa definizione al parametro Rz,
ragione per cui si differenzia in Rz DIN e Rz ISO.
Se si misura il parametro Rz secondo le norme DIN, si riconosce generalmente che il
valore limite Rz ISO è rispettato purché Rz ISO non sia superiore al valore Rz DIN.
Utilizzo dei campioni di rugositàI campioni di rugosità per controllare la qualità di finitura di superfici lavorate o
trattate hanno dimostrato ormai da tempo il loro valore nell’uso pratico.
Servono alla comparazione visiva e/o tattile della superficie di un pezzo con una
superficie di uguale struttura, prodotta secondo lo stesso metodo di lavorazione.
L’unica condizione di utilizzo è che i materiali devono essere paragonabili.
Durante la comparazione, quando si tratta di determinare il grado di concordanza
tra la superficie del campione e quella del pezzo, la valutazione della rugosità non
viene espressa quantitativamente, ma è puramente soggettiva.
La comparazione visiva esige un’attenzione particolare per l’angolo di diffusione
della luce. Per piccole superfici, si consiglia l’uso di una lente con un fattore di
ingrandimento di 8x.
Per la comparazione tattile, l’esaminatore utilizzerà la propria unghia o un pezzo di
rame, come una piccola moneta.