1
Dalle apparenze alle inferenze:
i predicati sembrare e apparire come
indicatori argomentativi
Tesi di
Elena Musi
Direttore di tesi
Prof. Andrea Rocci Co-Direttore di tesi
Dr. habil. Johanna Miecznikowski
Presentata alla
Facolt di scienze della comunicazione
Universit della Svizzera italiana
per il titolo di
Dottore in Lingua, letteratura e civilt italiana
Novembre 2015
2
3
Giuria
Supervisori:
Prof. Andrea Rocci, Universit della Svizzera italiana,
Lugano
Dr. habil. Johanna Miecznikowski, Universit della Svizzera
italiana, Lugano
Membri esterni:
Prof. Alexandra Regina Kratschmer, Aarhus Universitet,
Aarhus
Prof. Giovanni Gobber, Universit Cattolica del Sacro Cuore,
Milano
La presente ricerca stata condotta presso lUniversit della
Svizzera italiana
4
Abstract
Versione in lingua inglese
This dissertation focuses on the role played by evidential
strategies in
argumentative discourse, taking as a case the Italian verbs of
appearance sembrare and
apparire. It contributes to the stream of research on
argumentative indicators, i.e. those
linguistic clues which can be exploited by an analyst to
reconstruct the unfolding of
arguments in a text.
Evidential strategies are linguistic constructions that specify
the speakers
sources of information when making a statement. It is plausible
to assume that in
argumentative discourse they play a role in, expressing the
argumentative move of
advancing and defending a standpoint. In order to better
understand the link between
evidentiality and argumentation, a semasiological analysis is
proposed that encompasses
syntactic, semantic and discourse aspects. It is guided by the
following research
questions: i) Which syntactic, semantic and textual aspects make
sembrare and apparire
good lexical candidates for the expression of evidentiality? ii)
How do their meaning and
their evidential functions affect argumentative discourse?
As a premise, a definition of appearance verbs is provided,
based on a
comparison with other experiential predicates, especially
perception verbs. Sembrare and
apparire share important features with percept-oriented verbs of
perception, but are
unspecific as to sense modality and can express, in the
constructions in which they have
a propositional scope, epistemic doubt as well as
counterfactuality. The latter features
increase their relevance for argumentation, where the presence
and management of doubt
plays a central role.
The empirical analysis has been conducted on 300 tokens of each
verb randomly
selected from a mixed corpus of reviews, opinion articles and
comment posts (ca.
(2.282.968 tokens). The tokens have been annotated manually as
to i) syntax
(constituents and functional relation), ii) semantics (thematic
roles and, for copulative
constructions, semantic classes of adjectives), iii)
m-performative features, iv) types of
5
information sources, v) argument schemes. In order to verify the
significance of some
trends observed, ItWac has been used as a control corpus.
The results of the study shed light on the connections between
the way we speak
and reason about appearances. The linguistic analysis of the two
verbs shows that
sembrare and apparire prefer different syntactic constructions
and are characterized by
different semantic features: sembrare lexically signals
uncertainty and presupposes a
comparative procedure that leads to a categorization meaning in
propositional
constructions; apparire indicates the presence of a
qualification or an evaluation which
arises as the effect of the experiencers elaboration of a
perceptual event The meanings
of the two verbs imply their incompatibility with direct
evidentiality and, at the same
time, help explaining why sembrare is attested with both
inference and hearsay as
sources of information, while apparire is specialized in the
expression of inferential
evidence, especially of the experiential type. The two verbs
also differ as to epistemic
modality, which is part of the meaning codified by sembrare,
while it arises as a
pragmatic inference in specific contexts with apparire.
When sembrare and apparire are used as inferential strategies,
they mark the
presence of premise-conclusion relations. These allow them to
assume additional
functions as connective phoric predicates linking discourse
units. At a structural level,
the two verbs introduce a standpoint or a non basic premise.
Their major contribution to
argumentative discourse is, however, their role as indicators of
argumentative schemes
of the syntagmatic type: categorizations and indirect
perceptions place premises and
conclusions in the same frame (e.g. by inferring causes from
effects or category
membership from the presence of typical features) and appear to
be incompatible with
paradigmatic ontological relations (such as e.g. analogy) in
which the events denoted by
the premises and by the standpoint belong to tow different
frames.. Furthermore, the
semantics of the two verbs constrains the direction of
inferential rules and makes
sembrare, differently form apparire, an indicator of defeasible
reasoning.
The findings concerning the role of the two verbs as
argumentative indicators as
well as the elaborated annotation procedure promise to be
relevant for future
computational applications.
6
Keywords: evidentiality, argumentation, semantics, appearance
verbs, inference
schemes, multilevel annotation, Argumentum Model of Topics.
Versione in lingua italiana
Questa ricerca indaga il ruolo svolto dalle strategie
evidenziali nel discorso
argomentativo, adottando come caso di studio i verbi dapparenza
sembrare e apparire.
Lambito di ricerca in cui sinserisce lo studio degli indicatori
argomentativi, vale a
dire di quegli indizi linguistici che possono essere sfruttati
da un analista per ricostruire
lintreccio degli argomenti in un testo.
Le strategie evidenziali sono costruzioni linguistiche che
specificano le fonti
dinformazione a disposizione del parlante nel compiere un atto
assertivo. Per questa
loro funzione plausibile assumere che esse contribuiscano
allespressione della mossa
argomentativa di avanzare e difendere una tesi. Al fine di
meglio comprendere le
connessioni tra evidenzialit e argomentazione, in questo lavoro
proposto uno studio
semasiologico che include aspetti sintattici, semantici e
discorsivi.
Le principali domande di ricerca che hanno guidato lanalisi
sono: i) quali
propriet sintattiche, semantiche e testuali fanno di sembrare e
apparire dei buoni
candidati allespressione dellevidenzialit indiretta? ii) come i
loro valori evidenziali e,
pi in generale, semantici incidono sul discorso
argomentativo?
Come premessa, fornita una definizione dei verbi di apparenza,
basata su un
confronto dei verbi sembrare e apparire con gli altri predicati
esperienziali e, in
particolare, con i verbi di percezione: sembrare e apparire
condividono diversi tratti
semantici con la classe dei verbi di percezione orientati al
percetto, ma non sono
specifici per modalit sensoriale e possono esprimere, nelle
costruzioni a portata
proposizionale, dubbio epistemico cos come controfattualit.
Queste ultime propriet ne
aumentano la rilevanza per largomentazione, in cui presenza e
gestione del dubbio
giocano un ruolo centrale.
Lanalisi empirica stata condotta attraverso unannotazione
multivello su un
campione di 300 occorrenze per ogni verbo, randomicamente
selezionate da un corpus
7
misto di recensioni, articoli dopinione e commenti a recensioni
e ad articoli di opinione
(2.282.968 parole).
Le occorrenze sono state manualmente annotate per quanto
concerne sintassi i)
(costituenti e relazioni funzionali), ii) semantica (ruoli
tematici e, per le costruzioni
copulative, classi semantiche di aggettivi), ii) tratti
m-performativi, iv) tipi di fonti
dinformazione, v) schemi argomentativi.
Per verificare la significativit di alcune tendenze riscontrate
nei due verbi,
stato utilizzato il corpus di controllo itWac.
I risultati della ricerca gettano luce sulle connessioni tra i
modi in cui parliamo e
ragioniamo delle e sulle apparenze. Lanalisi linguistica dei due
verbi mostra che
sembrare e apparire sono preferibilmente associati a diverse
costruzioni sintattiche e
sono caratterizzati da diversi tratti semantici: sembrare
segnala lessicalmente incertezza
e presuppone una procedura comparativa che d adito, nelle
costruzioni con portata
proposizionale, a processi di categorizzazione; apparire indica
la presenza di una
valutazione o di una qualificazione sorte come effetto
dellelaborazione dellesperiente
di un evento percettivo. I valori semantici dei due verbi
implicano la loro incompatibilit
con levidenzialit diretta e giustificano, allo stesso tempo,
perch sembrare attestato
sia con linferenza sia con il sentito dire come fonti
dinformazioni, mentre apparire
specializzato nellespressione dellevidenzialit inferenziale,
soprattutto di tipo
esperienziale. I due verbi sono differentemente associati alla
modalit epistemica che
parte del significato codificato da sembrare, mentre disponibile
con apparire come
inferenza pragmatica in specifici contesti.
Quando usati come strategie evidenziali inferenziali sembrare e
apparire
segnalano la presenza di un nesso premesse-conclusione. Per
questa propriet essi si
comportano come connettivi forici che collegano unit di
discorsive. A livello
strutturale, i due verbi introducono una tesi o una premessa non
primaria.
Il loro maggiore contributo alla ricostruzione
dellargomentazione risultato
consistere nel loro ruolo di indicatori di schemi inferenziali
sintagmatici:
categorizzazioni e percezioni indirette situano premesse e
conclusioni nello stesso frame
(ad es. inferendo cause da effetti o appartenenza ad una
categoria dalla presenza di
8
propriet tipiche) e risultano essere incompatibili con relazioni
ontologiche
paradigmatiche (ad es. lanalogia) nelle quali gli eventi
denotati dalle premesse e dalla
conclusione appartengono a due frames diversi.
Inoltre, i tratti semantici dei due verbi impongono ulteriori
restrizioni sulla
direzione delle regole inferenziali e rendono sembrare,
diversamente da apparire, un
indicatore di ragionamento defettibile.
I risultati dellanalisi sul ruolo di indicatori argomentativi
dei due verbi, cos
come i processi di annotazione multilvello elaborati, promettono
di essere rilevanti per
future applicazioni computazionali.
Parole chiave: evidenzialit, argomentazione, semantica, verbi
dapparenza,
schemi inferenziali, annotazione multilivello, Argumentum Model
of Topics.
9
Ringraziamenti
In questi tre bellissimi anni ho avuto loccasione di capire
pienamente il
significato del predicato essere un dottorando, esperendolo non
nella sua apparenza,
bens nella sua sostanza. Si tratta di un modo dessere,
contrariamente a quanto avrei in
passato pensato, che non presuppone un solo argomento (il
dottorando), ma almeno tre.
Non si dice forse quale formula semi-convenzionalizzata di
ringraziamento senza di voi
nulla di tutto questo non sarebbe stato possibile? Traducendola
in linguistichese,
vorrei ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a
garantire la congruitas del mio
essere dottoranda saturandone gli argomenti.
un direttore di tesi. Nel mio caso fortunato ne ho avuti due:
ringrazio di cuore
la mia Doktormutter Johanna, per avermi pazientemente
accompagnato passo per passo
non solo durante la redazione della tesi, ma durante tutta la
mia formazione dottorale, per
avermi insegnato cosa significa davvero analizzare
linguisticamente un testo nella
molteplicit dei suoi aspetti e per avermi quotidianamente
trasmesso la sua passione per
la ricerca come processo costantemente in fieri; ringrazio di
cuore il mio Doktorvater
Andrea per avermi sostenuto e fatto sorridere anche nei momenti
pi difficili, per avermi
insegnato punti di vista analitici nuovi e avermi sempre guidato
nel trovare soluzioni
interessanti alle mie domande di ricerca, e per il suo
contagioso entusiasmo scientifico
che fa sentire i suoi dottorandi come apprendisti di una fervida
bottega. Ai miei due
direttori di tesi ufficiali vorrei aggiungerne un terzo, il
Prof. Eddo Rigotti, che ringrazio
per avermi aperto le porte di quella meravigliosa disciplina che
l argomentazione e per
avermi sempre ricordato che il compito del ricercatore non
quello di rinchiudersi in una
torre davorio, ma di offrire il proprio contributo alla crescita
della civitas.
un istituto a cui il dottorando afferisce. Anche in questo caso
io ne ho avuti due.
Ringrazio il Prof. Ossola, il Prof. Bologna, Il Prof. Manzotti e
tutti gli altri professori
dellIstituto di studi italiani per gli interessanti seminari e
incontri proposti e per aver
reso possibile lo sviluppo di una scuola dottorale di alto
livello come quella in Lingua,
Letteratura e Civilit italiana. Ringrazio tutti i dottorandi e i
collaboratori dellISI:
Francesca S., Francesca G., Irene, Silvia, Sergio, Sara, Giulia,
Riccardo e Daria. Un
grazie ad Alberta, per il suo costante cumpatior: insieme a lei
sono giunta alla
http://en.pons.com/translate/german-english/Doktormutter
10
conclusione che noi umanisti non studiamo scienze molli, ma
elastiche. Ringrazio tutti i
membri dellIstituto di argomentazione, linguistica e semiotica,
ognuno dei quali ha
contribuito a rendere latmosfera di lavoro piacevole e
stimolante: un grazie a Sara e a
Rudi, due veri e propri modelli di professore a cui ispirarsi,
per i loro utili consigli; un
grazie a Sabine, Silvia, Sabrina; un grazie alle mie compagne di
dottorato Chiara,
Margherita e Rebecca per avermi sopportato e supportato. Un
grazie a Marta che mi ha
seguito in tutte le mie peripezie spingendomi sempre verso la
ragionevolezza non solo
come un interlocutore critico, ma come amica. Un grazie a tutti
i dottorandi della scuola
dottorale Argupolis e a tutti gli altri amici che mi hanno
accompagnato in questo
percorso: gli abitanti del cosiddetto crchere o carcer (Lisa,
Salvatore, Roland, Monica
ecc.), Gigi, Elena, Nanon, Paolo, Gloria. Un grazie a Pietro che
mi rende ogni giorno
partecipe del suo sguardo altro sulle cose.
Vorrei anche esprimere la mia profonda gratitudine al Fondo
nazionale svizzero
per la ricerca scientifica per aver finanziato il progetto a cui
la presente ricerca afferisce.
Il grazie pi grande va ai miei genitori, presupposizioni non del
mio essere
dottoranda, ma del mio essere cos come sono, per aver sempre
creduto in me.
11
INDICE
Abstract
..............................................................................................................................
4
Ringraziamenti
...................................................................................................................
9
1
Introduzione...................................................................................................................
14
1.1 Preambolo
.................................................................................................................
14
1.2 Delimitazione dellambito dindagine
......................................................................
16
1.3 Metodo dindagine interdisciplinare
.........................................................................
18
1.4 Struttura del lavoro
...................................................................................................
20
2. Definizione del campo dindagine
............................................................................
23
2.1 I verbi come predicati
.................................................................................................
23
2.1.1 La classe dei verbi
........................................................................................
23
2.1.2 Valenza, frames e struttura
argomentale.......................................................
26
2.1.3 Lapproccio costruzionista
............................................................................
31
2.1.4 La Teoria della Congruit
............................................................................
33
2.1.5 I verbi copulativi
...........................................................................................
40
2.1.6 Rilevanza per loggetto di studio
..................................................................
42
2.2 Evidenzialit
.............................................................................................................
44
2.2.1 Problemi terminologici
.................................................................................
44
2.2.2 La portata degli evidenziali: classificazione dei tipi di
entit ....................... 47
2.2.3 Strategie evidenziali vs. marche evidenziali
................................................. 52
2.2.4 Performativit
...............................................................................................
57
2.2.5 Principali tassonomie dei tipi di fonti dinformazione
................................. 64
2.2.6 Linferenza come fonte dinformazione
....................................................... 72
2.2.7 I labili confini tra evidenzialit e modalit epistemica
................................. 82
2.2.8 I rapporti tra evidenzialit, modalit epistemica e
(inter)soggettivit ......... 90
2.2.8 Rilevanza per loggetto di studio
..................................................................
95
2.3 LArgomentazione
......................................................................................................
97
2.3.1
Nozioni-chiave...............................................................................................
97
2.3.2 Il regno dell
........................................................................................
101
2.3.3 Limportanza dellaudience nella Nouvelle Rhtorique
.............................. 102
2.3.4 Linterazione tra contesto e fasi del processo
argomentativo in Toulmin ... 103
2.3.5 Largomentazione radicale di Anscombre e Ducrot
................................... 107
2.3.6 Lapproccio pragmadialettico: il modello della critical
discussion ............ 108
2.3.7 Dalle premesse alla conclusione: gli schemi argomentativi
........................ 114
2.3.8 LArgumentum Model of Topics
................................................................
127
2.3.9 Rilevanza per loggetto dindagine
..............................................................
135
12
2.4 Struttura argomentale tra evidenzialit e
argomentazione....................................... 136
2.4.1 Evidence e ragionamento
............................................................................
136
2.4.2 Gli indicatori argomentativi
........................................................................
138
2.4.3 Rilevanza per loggetto di studio
....................................................... 148
3 Studi sui verbi dapparenza
....................................................................................
149
3.1 La classe dei verbi dapparenza: una sottoclasse dei verbi di
percezione? ............ 150
3.2 Lexpertum dei verbi di percezione orientati al percetto in
inglese ....................... 156
3.3 La classe dei verbi dapparenza in italiano
............................................................
159
3.4 I verbi dapparenza come evidenziali e modali epistemici
.................................... 163
3.4.1 Studi diacronici
..........................................................................................
163
3.4.2 Studi sincronici
..........................................................................................
174
3.5 Rilevanza per loggetto dindagine
..........................................................................
191
4. Dati e Metodi danalisi
..................................................................................................
195
4.1 Introduzione
.........................................................................................................
195
4.2 Generi di testo scelti
..........................................................................................
196
4.3 Il corpus di base: modalit di costituzione
................................................... 202
4.4 Campione di analisi e annotazione multilivello
........................................... 206
4.4.1 Introduzione
...............................................................................................
206
4.4.2 Schema di annotazione sintattica: a costituenti e
funzionale ...... 208
4.4.3 Schema di annotazione semantica: ruoli tematici, tipi
seman tici di
aggettivi predicativi
........................................................................................
212
4.4.4 Lidentificazione delle occorrenze m-performative
................................... 216
4.4.5 Schema di annotazione dei tipi di fonte dinformazione
............................ 218
4.4.6 Annotazione degli schemi inferenziali
....................................................... 221
4.6 Il corpus di controllo itWac
..............................................................................
232
5 Risultati dellanalisi linguistica
..................................................................................
234
5.1 Analisi sintattica
.................................................................................................
234
5.1.1 Introduzione
...........................................................................................
234
5.1.2 Una premessa teorica: costruzioni a sollevamento e small
clauses
235
5.1.3 Classificazione delle costruzioni sintattiche nel corpus
di base . 238
5.1.4 Confronto con il corpus di controllo ItWac
..................................... 253
5.2 Analisi semantica
...................................................................................................
258
5.2.1 Le costruzioni di sembrare
........................................................................
258
13
5.2.2 Le costruzioni di apparire
...........................................................................
281
5.2.3 Significati lessicali di sembrare e di apparire a
confronto ........................ 293
5.3. Sembrare e apparire come strategie evidenziali
..................................................... 295
5.3.1 Le costruzioni m-performative di sembrare
................................................ 296
5.3.2 Sembrare come indicatore di evidenzialit indiretta
................................... 298
5.3.3 Tipi di fonte dinformazione compatibili con le costruzioni
di sembrare .. 307
5.3.4. Sembrare come marca inferenziale: quali tipi di
inferenza? ...................... 312
5.3.5 Le costruzioni m-performative di apparire
................................................ 317
5.3.6 Apparire come indicatore devidenzialit indiretta
.................................... 319
5.3.7 Tipi di fonte dinformazione compatibili con le costruzioni
di apparire ... 323
5.3.8 Apparire come marca inferenziale: quali tipi di inferenza?
........................ 325
5.3.9 Le costruzioni performative con esperiente espresso:
marche di
(inter)soggettivit?
................................................................................................
327
5.4 La struttura argomentale degli evidenziali sembrare e
apparire secondo la
Teoria della Congruit 339
5.4.1 Fonti dinformazione come presupposizioni nelle costruzioni
evidenziali 340
5.4.2 Rappresentazione della struttura argomentale di sembrare e
apparire come
strategie evidenziali
..............................................................................................
346
6 Risultati dellanalisi argomentativa
........................................................................
350
6.1 Sembrare e apparire come indicatori argomentativi
.............................................. 350
6.2 Incompatibilit di sembrare e apparire con i loci
paradigmatici ........................... 359
6.3 Sembrare come indicatore di loci sintagmatici
....................................................... 369
6.3.1 Sembrare come indicatore di locus della definizione
................................. 370
6.3.2. Sembrare come indicatore di locus dalle parti al tutto
............................... 380
6.3.3 Sembrare come indicatore di locus causale
................................................ 390
6.4. Apparire come indicatore di loci sintagmatici
........................................................ 398
6.4.1 Apparire come indicatore di locus della definizione
.................................. 399
6.4.2 Apparire come indicatore di locus dalle parti al tutto
................................ 407
6.4.3 Apparire come indicatore di locus causale
.................................................. 411
7 Conclusioni
.............................................................................................................
419
7.1 Aspetti costruzionali semantici e sintattici: sembrare e
apparire a confronto ....... 421
7.2 Sembrare e apparire come strategie di evidenzialit indiretta
............................... 426
7.3 Le costruzioni evidenziali di sembrare e apparire come
indicatori argomentativi . 434
8 Direzioni future di ricerca
...........................................................................................
441
9 Bibliografia
..................................................................................................................
445
14
1 Introduzione
1.1 Preambolo
Se ad un uomo che passa per strada fosse chiesto di dare una
definizione di
argomentazione egli risulterebbe, con ogni probabilit, in
difficolt. Se, invece, con
fare maieutico, gli venisse chiesto se per argomentare
necessario comunicare attraverso
(almeno un) linguaggio, egli risponderebbe certamente in maniera
affermativa, avendo
plausibilmente in mente il linguaggio verbale. Questa stessa
domanda socratica ha
portato gli studiosi dellargomentazione, nel compito di
ricostruire il discorso
argomentativo, a porre attenzione agli indizi linguistici che
segnalano la presenza e il
tipo di mosse argomentative in un testo (sia esso scritto o
orale), denominati indicatori
argomentativi (cfr. sezione 2.4.2). In ambito linguistico, un
interesse per le connessioni
tra argomentazione e linguaggio si , invece, sviluppato allo
scopo di spiegare il
significato assunto dai termini in contesto, portando ad
interpretazioni radicali
dellargomentativit come preminente sullinformativit tra le
funzioni del linguaggio
(cfr. sezione 2.4.2.1). Secondo la definizione di argomentazione
adottata in questo lavoro
(cfr. sezione 2.2), essa non immanente nel linguaggio: nel
raccontare la propria routine
quotidiana, ad esempio, non si argomenta.
Come la tradizione classica cinsegna (cfr. sezione 2.3.2)
preliminare
allargomentazione la dimensione del dubbio: il di un argomento,
che allo stesso
tempo lo definisce, quello di far luce su qualcosa dincerto. In
termini aristotelici,
largomentazione ha per scopo quello di discernere l , il
verisimile (< participio
perfetto , sembrare, sembrare opportuno apparire cfr. sezione
2.3.2). Nel
processo di discernimento del verisimile non possiamo
prescindere dallapparenza in
quanto siamo costretti a basarci su ci che si manifesta ai
nostri occhi e alla nostra
mente, ben consapevoli della sua possibile mancata
corrispondenza con la realt. Le
prove che adduciamo a sostegno della verisimiglianza di unidea
dipendono, quindi, in
parte dal modo in cui elaboriamo le apparenze. Informazioni a
questo proposito possono
essere ricavate studiando i termini che appartengono al campo
semantico dellapparenza,
assumendo una stretta connessione tra pensiero e linguaggio. Un
punto di vista
15
privilegiato costituito dai verbi in quanto classi di parole
particolarmente atte a fungere
da predicati, ovvero ad esprimere ci che si afferma riguardo a
un soggetto (2.1.2). Se si
considera che ci che ci sembra e ci appare pu essere una
proposizione, ovvero
unentit che non ha luogo nello spazio e nel tempo, ma che pu
essere giudicata vera o
falsa, studiare il valore semantico di verbi dapparenza come
sembrare e apparire
implica studiare le modalit di predicazione del verisimile.
Inoltre, il fatto che un
parlante abbia a disposizione almeno due diversi lessemi per
segnalare che una
proposizione verisimile induce a pensare che vi siano differenze
comunicativamente
rilevanti fra i processi di costruzione dellapparenza su cui si
basa un atto di
predicazione. Questintuizione corroborata da studi linguistici
sui due verbi e sui loro
corrispondenti in altre lingue che ne hanno rilevato il ruolo
come strategie evidenziali, in
quanto partecipano a costruzioni che possono essere usate per
segnalare la presenza e il
tipo di fonti dinformazione alla base di unasserzione (cfr.
sezione 2.2). Anche se il
legame tra la categoria dellevidenzialit e la procedura di
avanzare e difendere una tesi
tramite degli argomenti concettualmente chiaro (cfr. 2.4.1), per
comprendere a quale
livello della ricostruzione argomentativa si situa il contributo
offerto dalle marche e
strategie evidenziali necessario effettuare unanalisi
allinterfaccia tra semantica e
argomentazione. Basti pensare alla complessit delle tassonomie
(cfr. sezione 2.2.5) dei
tipi di fonti dinformazione, basate sia sul modo pi o meno
diretto in cui una
informazione viene acquisita sia sul posizionamento epistemico
della fonte rispetto al
parlante, per farsi unidea della variet delle funzioni che esse
possono espletare
nellarco di una discussione argomentativa.
Nelle lingue romanze, gli elementi linguistici che partecipano
all'espressione
dellevidenzialit possono assumere al contempo altri significati,
pi o meno compatibili
con lespressione delle fonti dinformazione, come avviene nel
caso dei verbi modali e
dei verbi di percezione (cfr. sezione 2.2). Per poterne valutare
il ruolo dindicatori
argomentativi , in primo luogo, necessario comprendere in quali
costruzioni (cfr.
sezione 2.1.3) essi assumono una funzione evidenziale.
Considerare i valori altri
veicolati da questi verbi getta, daltra parte, luce sulle
propriet semantiche che li
16
rendono buoni candidati allespressione dellevidenzialit e, di
conseguenza, alla
segnalazione di specifiche mosse argomentative.
1.2 Delimitazione dellambito dindagine
Questo lavoro si propone di contribuire allanalisi della
relazioni intercorrenti tra
evidenzialit e argomentazione, esaminando i verbi dapparenza
sembrare e apparire
come indicatori argomentativi. Questi verbi sono stati scelti
allinterno del pi ampio
lessico della percezione, campo dindagine di un progetto di
ricerca pi ampio intitolato
Dalla percezione allinferenza: aspetti evidenziali,
argomentativi e testuali del lessico
della percezione in italiano, a cui questa ricerca si propone di
contribuire.1 Questa scelta
risponde allesigenza di fornire strumenti analitici utili a
definire confini lessicali e
funzioni semantiche e discorsive della classe dei verbi
dapparenza, una classe le cui
caratteristiche semantiche non sono state ancora definite in
modo preciso e che viene per
lo pi assimilata a quella dei verbi di percezione orientati al
percetto (cfr. sezione 3.1).
Dagli studi sulle strategie evidenziali a livello
interlinguistico , tuttavia, emerso
che i verbi sembrare e apparire, cos come i loro corrispondenti
in altre lingue, non
indicano mai fonti dinformazione dirette. Questo comportamento
selettivo li discosta
dai verbi di percezione che tendono ad esprimere evidenzialit
diretta e a segnalare la
presenza di uninferenza solo in certe costruzioni pi
grammaticalizzate. La polisemia
dei verbi di percezione, che include significati sia concreti
sia astratti, stata spiegata
facendo riferimento a processi di metafora concettuale guidati
dal tipo di modalit
sensoriale espressa dal verbo (cfr. sezione 3.2). Una tale
analisi non risulta invece
applicabile ai verbi dapparenza che non fanno lessicalmente
riferimento ad un senso
specifico. Similmente ai verbi di percezione orientati al
percetto, in cui ad essere in
posizione focale loggetto percepito e non lesperiente, nei due
verbi sono state rilevate
accezioni valutative e di giudizio. Per comprendere cosa
accomuna e cosa distingue
1 Il progetto (sussidio del Fondo Nazionale Svizzero n. 141350)
si svolto dal 2012 al 2015 presso
l'Universit della Svizzera italiana ed stato diretto da Johanna
Miecznikowski (Istituto di studi
italiani) e codiretto da Andrea Rocci (Istituto di
argomentazione, linguistica e semiotica).
17
questi verbi dai verbi di percezione e dai verbi di cognizione
necessario individuare le
particolarit del frame esperienziale che essi indicano nelle
varie costruzioni (cfr.
sezione 3.3).
Da un punto di vista teorico, la relazione tra valutazione ed
evidenzialit
particolarmente dibattuta (cfr. sezione 3.4.2.2.). Similmente, i
confini tra levidenzialit e
la modalit epistemica (cfr. sezione 2.2.7), di cui i verbi
dapparenza sono considerati
espressione, sono oggetto di discussione. Ne discende come
corollario che rimane tuttora
una questione aperta a quali aspetti sia ancorata lespressione
dell(inter)soggettivit, di
cui modali ed evidenziali costituiscono strategie di mise en
discours (cfr. sezioni 2.2.8 e
3.4.2.3). Da un lato, la comprensione dellintreccio di funzioni
evidenziali, modali ed
(inter)soggettive veicolate dai verbi sembrare e apparire pu
aiutare, se non a ridefinire
le connessioni tra le categorie, a comprendere le ragioni dei
legami tra esse intercorrenti.
Dallaltro lato questa costituisce unoperazione necessaria a
capire il funzionamento di
tali verbi come indicatori argomentativi: lespressione
dell(inter)soggettivit indica
come il parlante si posiziona rispetto ai propri interlocutori
dando informazioni sulle
diverse fasi della discussione critica (cfr. sezione 2.3.6);
lespressione della modalit
restringe il tipo di atti di linguaggio/mosse argomentative in
gioco determinando anche il
grado di impegno del parlante nei confronti delle tesi o degli
argomenti avanzati. I valori
modali ed (inter)soggettivi aiutano ad interpretare il tipo di
fonti dinformazioni indirette
espresse dalle diverse costruzioni: la presenza esplicita di
marche soggettive blocca, ad
esempio, una lettura sentito dire, cos come la qualificazione
epistemica pu
contribuire a comprendere se lintento del parlante sia quello di
deresponsabilizzarsi
riportando lopinione di altri o di esprimere una propria
tesi.
Recenti studi sui verbi modali ed evidenziali dovere e potere
(cfr. sezione
3.4.2.3) hanno mostrato la rilevanza argomentativa delle fonti
dinformazione
inferenziali: oltre ad implicare una prise en charge
dellinterlocutore, ed essere, quindi,
potenzialmente adatte ad introdurre una tesi, esse segnalano la
presenza di un nesso tra
premesse e conclusione. Inoltre, diversi lessemi verbali e
diverse costruzioni di uno
stesso verbo sono risultati imporre restrizioni sul tipo di
schema inferenziale (cfr.
sezione 2.3.7.1), ovvero sulle relazioni che permettono di
connettere le premesse alla
18
conclusione (il verbo dovere al modo condizionale dovrebbe non ,
ad esempio,
compatibile con il ragionamento dalleffetto alla causa).
Lesistenza stessa di queste
restrizioni, anche se ancora non indagate sistematicamente,
porta ad ipotizzare che esista
una correlazione tra aspetti di semantica lessicale e
costruzionale di una strategia
evidenziale e il tipo di schema inferenziale che essi indicano a
livello discorsivo.
Partendo da questassunto, le costruzioni evidenziali dei verbi
sembrare e apparire
costituiscono dei potenziali indicatori argomentativi non solo
ad un livello macro (atti di
linguaggio), ma anche ad un livello micro (configurazioni
inferenziali dei singoli
argomenti).
Alla luce delle problematiche che emergono dallo stato dellarte
degli studi in
linguistica ed argomentazione sui verbi dapparenza, le domande
di ricerca a cui si
propone di rispondere questo studio sono le seguenti:
i) Quali propriet sintattiche, semantiche e testuali fanno di
sembrare e
apparire dei buoni candidati allespressione dellevidenzialit
indiretta?
ii) Come i loro valori evidenziali e, pi in generale, semantici
incidono sul
discorso argomentativo?
1.3 Metodo dindagine interdisciplinare
Nel volume Argumentative Indicators in Discourse: A
Pragma-Dialectical Study
van Eemeren, Houtlosser e Snoeck Henkemans hanno adottato un
metodo dindagine
onomasiologico: partendo dallosservazione di come fasi,
struttura e schemi
argomentativi sono linguisticamente realizzati essi hanno
individuato quali sono gli
elementi linguistici ricorrenti segnalandone il potenziale
valore di indicatori. Questo
metodo presenta il vantaggio di permettere di individuare un
alto numero di potenziali
indicatori argomentativi. Daltro canto, come messo in luce dagli
autori stessi, se si
applica questa procedura dindagine the use of these
argumentative indicators is a sign
that a particular argumentative move might be in progress, but
it does not constitute a
19
decisive pointer (Van Eemeren et alii 2007: 1). In altre parole,
la presenza di un
indicatore non costituisce una condizione necessaria e
sufficiente alla presenza di una
determinata mossa (cfr. sezione 2.4.2.2). Al fine di stabilire
un metodo euristico per
valutare il valore predittivo degli indicatori argomentativi, in
questo lavoro si deciso di
adottare un approccio semasiologico: ad essere analizzata sar la
distribuzione dei valori
semantico-discorsivi nelle diverse costruzioni dei due soli
verbi sembrare ed apparire.
Da un punto di vista empirico, come verr spiegato in sezione 4,
lanalisi effettuata
unanalisi di corpus. Dato che non tutti i discorsi presentano
argomentazione (cfr.
sezione 2.3.6), nella costruzione del corpus, effettuata
dallquipe del progetto,2 sono
stati scelti generi testuali in cui la presenza di
argomentazione costituiva (cfr. sezione
4.2.). Per controbilanciare eventuali distorsioni nei risultati
dellanalisi sintattica e
semantica dovuti alla parzialit dei generi di testo considerati,
la significativit delle
principali propriet sintattiche e semantiche risultate essere
ricorrenti stata verificata
attraverso l'esame di un corpus di controllo (cfr. sezione
4.5)
Allidentificazione delle costruzioni e dei relativi aspetti
sintattici, semantici,
pragmatici, evidenziali e argomentativi si proceduto attraverso
lannotazione
multilivello di un campione danalisi di 300 occorrenze per ogni
verbo (cfr. sezione 4.4).
Mentre lannotazione di porzioni di corpora a livello sintattico,
semantico e pragmatico
diventata, a partire dai primi sviluppi dellanalisi
computazionale, una metodologia
empirica largamente utilizzata e standardizzata, lannotazione
delle propriet
argomentative di un testo ancora ai suoi primi passi (Reed et
alii 2008). Il maggiore
scoglio da affrontare rappresentato dalla proliferazione di
terminologie e di tassonomie
sia per lanalisi della struttura dellargomentazione sia, e
soprattutto, per quella degli
schemi argomentativi (cfr. sezione 2.3.7). A questultimo
proposito, unulteriore
difficolt costituita dai limiti imposti allanalista nella
ricostruzione del ragionamento
fatto da un terzo: mentre il parlante parte da una serie di
premesse, che gli sono
accessibili, per arrivare ad una determinata conclusione,
linterlocutore, nel processo
dinterpretazione, pu basarsi solo sulla conclusione proferita e,
nel caso siano espresse,
2 Si ringraziano le studentesse Martina Cameroni, Maria Chiara
Pasinetti e Francesca Saltamacchia
per la collaborazione nella costruzione del corpus e nel
processo di annotazione sintattica del
campione danalisi.
20
su una porzione incompleta delle premesse potenzialmente
collegabili alla conclusione
attraverso varie linee di ragionamento. Uno scopo secondario di
questo lavoro consiste
proprio nel proporre una procedura euristica di annotazione
degli schemi inferenziali
basata sulla tassonomia proposta nellArgumentum Model of Topics
(cfr. sezione 2.3.7.6)
e di verificarne empiricamente lefficacia.
Questo studio si configura interdisciplinare non solo in quanto
coinvolge le
discipline della linguistica (sintassi e semantica), della
pragmatica e della teoria
dell'argomentazione, ma anche in quanto propone una sorta di
sincretismo tra nozioni
appartenenti a discipline diverse allo scopo di accrescerne il
potere esplicativo nello
studio dellinferenza. Le sottotassonomie del dominio
dellinferenza proposte nella
letteratura sullevidenzialit non sono adatte a rendere conto
delle eventuali restrizioni
imposte dai due verbi sui tipi di inferenza: le fonti
dinformazione inferenziali sono state
classificate facendo riferimento alla presenza o assenza di dati
percettivi alla base del
ragionamento, o utilizzando termini, pi o meno consolidati,
della logica quali
induzione, deduzione e abduzione, ma non rendono conto dello
spettro di possibili
relazioni ontologiche. Per supplire a queste difficolt
tassonomiche e analitiche la via
proposta quella di analizzare la struttura interna dellinferenza
in quanto fonte
dinformazione alla luce della nozione argomentativa di schema
inferenziale, enucleando
le restrizioni che una marca o strategia inferenziale impone a
premesse materiali e
procedurali (cfr. sezione 2.3.7.6).
Il modo in cui lannotazione condotta, per moduli distinti,
potrebbe apparire
poco adatta ad unanalisi delle scelte lessicali effettuate da un
parlante in un discorso
argomentativo, che coinvolgono tutti i diversi aspetti in
praesentia. Per usare la metafora
platonica del discorso come corpo costituito da membra
inscindibili (cfr. sezione 2.1.4),
la suddivisione dei livelli danalisi da considerarsi come un
espediente volto ad
identificare le trame della (intreccio) tra sintassi, semantica,
pragmatica e
argomentazione inerenti ai predicati connettivi sembrare e
apparire (cfr. sezione 5.4.).
1.4 Struttura del lavoro
21
Il carattere altamente interdisciplinare di questo lavoro ha
reso necessario
dedicare il primo capitolo ad introdurre le nozioni appartenenti
alle diverse discipline
che costituiscono i fondamenti dello studio, a chiarirne i nessi
e a motivare la scelta degli
approcci adottati.
A questo scopo, nella sezione 2.1 introdotto il concetto di
predicato, centrale
sia nellanalisi linguistica che in quella argomentativa, ed
spiegato perch i verbi,
classe di parole a cui sembrare e apparire appartengono, sono
gli elementi linguistici
privilegiati allespressione della predicazione. In una seconda
parte del capitolo sono
esposti i concetti di valenza, frames e struttura argomentale
proposti per spiegare come si
configurano i rapporti di predicazione ed presentata la Teoria
della Congruit, metodo
danalisi della struttura argomentale adottato nel lavoro.
La sezione 2.2 incentrata sulla categoria concettuale
dellevidenzialit: oltre a
passare in rassegna i principali problemi terminologici, sono
presentate le condizioni
necessarie allo sviluppo dei valori evidenziali e sono riassunte
le suddivisioni interne del
dominio della fonte dinformazione inferenziale proposte in
letteratura cos come le
principali posizioni teoriche sostenute circa i confini tra le
categorie dellevidenzialit,
della modalit epistemica e dell(inter)soggettivit.
Nella sezione 2.3 viene introdotta largomentazione come
disciplina, con
particolare attenzione alla nozione di che riflette limportanza
del campo semantico
in ambito argomentativo. Data limpossibilit di presentare gli
approcci esistenti
allargomentazione in modo esaustivo si scelto di concentrarsi su
quelli utilizzati in
questo lavoro, in particolare sull'Argumentum Model of Topics
(AMT). La seconda
parte della sezione dedicata alla nozione di schema
inferenziale: dopo averne ricordata
la definizione sono esposte le interpretazioni semantiche e
retoriche, le diverse
tassonomie e la questione della defettibilit, al fine di
mostrare i vantaggi offerti
dallAMT allo studio della configurazione inferenziale.
La sezione 2.4 ha la funzione di esplicitare quale sia il ponte
tra levidenzialit e
largomentazione attraverso lintroduzione delle nozioni di
indicatore argomentativo e la
presentazione dello stato dellarte al riguardo.
22
Nel capitolo 3 sono discussi i rapporti tra i verbi sembrare e
apparire con i verbi
di percezione, alla cui classe essi sono generalmente
assimilati, e proponendo una
definizione intensionale ed estensionale della classe dei verbi
dapparenza in italiano. In
un secondo momento sono passati in rassegna i principali studi
diacronici e sincronici
sui verbi dapparenza come evidenziali e modali.
I dati e i metodi danalisi sono esposti nel capitolo 4: dopo
aver giustificato la
scelta di un metodo danalisi qualitativo sono presentati i
generi di testo scelti in
prospettiva argomentativa e sono descritte le modalit di
costituzione del corpus di base,
del campione di analisi e della procedura dannotazione livello
per livello. Lultima
sottosezione del capitolo dedicata al corpus di controllo scelto
e ai suoi fini e modalit
dutilizzo.
I risultati dellanalisi sono presentati secondo lordine delle
domande di ricerca,
ovvero partendo dai risultati dellanalisi linguistica (capitolo
5) per poi passare a quelli
dellanalisi argomentativa (capitolo 6).
In particolare, nella sezione 5.1, sono presentate le
costruzioni in cui sembrare e
apparire sono attestati nel corpus di base e sono verificate
alcune delle tendenze
riscontrate nel corpus di controllo. Le costruzioni sintattiche
riscontrate nei due verbi
sono analizzate da un punto di vista semantico nella sezione
(5.2), partendo dallanalisi
delle costruzioni con sembrare per poi procedere con quelle di
apparire giungendo
infine ad un confronto tra i due verbi.
Nella sezione 5.3 sono analizzati i due verbi come strategie
evidenziali, secondo
una stessa procedura analitica: un primo passo consiste
nellidentificazione delle
costruzioni m-performative, conditio sine qua non allo sviluppo
di valori evidenziali in
seguito motivata lincompatibilit dei verbi con lespressione
dellevidenzialit diretta
e sono discussi i tipi di fonte dinformazione compatibili con i
due verbi, in particolare i
tipi di fonte inferenziale.
Nella sezione 5.4 le connessioni esistenti tra aspetti
costruzionali semantici e
sintattici ed espressione dellevidenzialit vengono rappresentate
al livello della struttura
argomentale tramite unanalisi in termini di Teoria della
Congruit.
23
Nel capitolo 6, in cui sono presentati i risultati dellanalisi
argomentativa, viene
in primo luogo discusso a quale livello dellargomentazione
sembrare e apparire
svolgono la funzione di indicatore argomentativo. La maggior
parte delle sezioni
dedicata a verificare la principale ipotesi emersa dallanalisi
linguistica, ovvero che i due
verbi fungano da indicatori di schemi argomentativi
sintagmatici: nella sezione 6.2
mostrata lincompatibilit di sembrare e apparire con i loci
paradigmatici attraverso dei
tests di compatibilit; nelle sezioni 6.3 e 6.4 sono presentati
degli esempi di ricostruzioni
argomentative per ogni locus con cui i due verbi sono risultati
essere attestati nel
campione danalisi e sono discusse eventuali restrizioni imposte
dai due verbi sui tipi di
massime.
Nel capitolo 7 sono riassunti i contributi offerti da questo
lavoro allanalisi dei
verbi sembrare e apparire come indicatori argomentativi e ne
sono messe in luce le
ripercussioni sia in ambito argomentativo sia in ambito
semantico ed evidenziale.
2. Definizione del campo dindagine
2.1 I verbi come predicati
2.1.1 La classe dei verbi
Questo capitolo dedicato a fornire una definizione delloggetto
di studio,
ovvero di sembrare e apparire come istanze concrete di una
determinata classe di parole.
La nozione stessa di classe di parole variamente richiamata con
formule quali classe o
categoria lessicale, classe o categoria grammaticale e, pi in
generale, parti del discorso,
diciture che mostrano la variabilit dei tratti distintivi di
queste classi, che possono
basarsi su criteri morfologici, sintattici, semantici o
discorsivo-funzionali. Sembrare e
apparire appartengono alla classe dei verbi, che comprende in
italiano entit linguistiche
morfologicamente soggette a modificazioni di tempo, aspetto e
modo. Come messo in
luce da Jezek (2011), questa caratterizzazione non valida
inter-linguisticamente,
risultando inapplicabile a lingue con scarsa morfologia, quali
ad es. linglese, ed
essendo, in ogni caso, poco utile a determinare il contenuto
informativo apportato dal
verbo. In prospettiva comparativa, una migliore definizione del
verbo come classe di
24
parole suggerita da criteri di natura semantica emergenti dal
confronto tra categorie
ontologiche, modalit di pensiero e categorie linguistiche.
Basilare, a questo proposito, la nozione di predicazione che pu
essere definita
in senso lato come ogni atto linguistico con cui ci riferiamo a
qualche oggetto dicendo
qualcosa di esso (Runggaldier e Kanzian 2002 [1998]: 56)3. Come
sottolineato da
Stassen (1997), i predicati sono stati suddivisi nella
tradizione occidentale in diverse
classi semantiche a seconda che indichino: un evento, una
propriet o qualit, riferita al
soggetto; una classe, di cui il soggetto un membro; un luogo, in
cui il soggetto situato
(traduzione tratta da Strik-Lievers 2012: 19). Ognuno di questi
tipi di predicazione,
considerati essere tipicamente associati nella codifica
linguistica rispettivamente a verbi,
aggettivi, nomi e avverbi, presuppone due attivit, o meglio due
modalit di pensiero:
una modalit di riferimento, che stabilisce una relazione
didentificazione tra una
particolare entit e unespressione linguistica e una modalit di
predicazione, attraverso
cui diciamo qualcosa (ad es. cos, com) a proposito di ci a cui
ci siamo riferiti. Un
evento, come sottolineato da Jezek (2005: 115), pu essere sia
predicato di qualcosa (ad
es. bruciare in La casa brucia), sia essere istituito come un
referente (ad. es. fuoco in
Il fuoco brucia la casa)4.
Latto della predicazione risulta pertinente a scopi definitori
in quanto i verbi
sono gli elementi linguistici generalmente, anche se non
esclusivamente, atti a
soddisfarlo, mentre i nomi sono gli strumenti generalmente usati
per la codifica dellatto
di riferimento (Prandi 2006: 308). Dalle due accezioni, una
larga e una pi stretta, di
predicazione emerge che i verbi, quando usati come predicati,
per assumere un
significato necessitano delle entit a cui levento fa
riferimento. Queste entit, a partire
dallo studio dei predicati in ambito logico, hanno preso il nome
di argomenti: Frege nella
sua Logik definisce i predicati come delle funzioni che, per
essere saturate, necessitano
3 Il termine praedicatum nella tradizione latina medievale era
stato proposto da Boezio come
traduzione del aristotelico che indicava ci che si afferma nei
riguardi di un soggetto, un
. 4
La coestensivit tra elementi linguistici capaci di esprimere un
evento e classe dei verbi sostenuta in
letteratura (fra gli altri, Lyons: 1977) non pu essere
considerata valida se si considerano usi eventivi
di sostantivi quali fuoco o la semantica eventiva di nomi quali
allenamento. La nozione di evento non
costituisce, quindi, un criterio necessario e sufficiente alla
definizione della classe dei verbi.
25
di una serie di argomenti il cui numero dipende dalla semantica
del predicato stesso.
Dalla logica questa concezione della struttura del predicato
secondo cui by way of
predication a particular entity (represented by the
argument/subject) is assigned the role
of participant in a certain state of affairs (represented by the
predicate) (Stassen 1997:
12) stata adottata in linguistica. Il tipo di relazioni
intessute tra i verbi e le entit da
esso richieste stata oggetto di interpretazioni semantiche cos
come sintattiche, discusse
in sezione 2.1.1.
Un criterio usato al fine di classificare i verbi si basa sul
loro significato
denotativo, o meglio sullidentificazione di alcuni tratti
semantici prominenti condivisi
fra pi verbi (ad es. verbi di moto, di maniera, di percezione,
di cognizione). Come verr
specificato nella sezione 3 a proposito dei verbi dapparenza,
queste suddivisioni sono di
natura graduale e il numero di queste classi semantiche non pu
essere fissato sulla base
di criteri univoci. Oltre ad assegnare ad un evento una serie di
partecipanti, i verbi
forniscono informazioni circa la durata, la telicit (il
raggiungimento di una determinata
meta) e il dinamismo (la denotazione o meno di un cambiamento)
delle fasi che
compongono levento. Sulla base di queste caratteristiche,
denominate
complessivamente come Aktionsart (azionalit)5, i verbi sono
stati classificati da Vendler
(1967: 97-121) in verbi di stato, che sono durativi e non sono n
telici n dinamici (ad
es. amare, vedere, vivere); verbi istantanei/momentanei/puntuali
(achievements), che
non sono durativi, ma telici e dinamici (ad es. esplodere,
riconoscere, rimanere); verbi
di processo indefinito (activity), durativi e dinamici, ma non
telici (ad es. parlare,
camminare, guardare); verbi di processo definito
(accomplishment), dinamici, telici e
durativi (ad es. guardare attraverso, costruire)6.
5 Come spiegato in Bertinetto and Delfitto (2000: 190)
lazionalit non va confusa con laspetto.
Questultimo esprime la specifica prospettiva adottata dal
parlante/scrivente: tipicamente un evento
pu essere considerato da un punto di vista globale o parziale,
dando luogo alla basilare distinzione
tra aspetti imperfettivi e perfettivi. Laspetto , inoltre,
generalmente espresso attraverso mezzi
grammaticali, quali i tempi verbali o specifiche perifrasi.
Lazionalit fa, invece, riferimento al tipo
di evento specificato secondo alcune propriet rilevanti.
Diversamente dallaspetto essa ancorata al
lessico e generalmente non morfologicamente marcata. 6 La
denominazione italiana delle quattro classi di azionalit segue
quella proposta da Bertinetto
(1991: 26-41).
26
Il verbo non funge in qualsiasi circostanza da fulcro
predicativo dellenunciato,
ma pu anche assumere funzioni di sostegno ad una predicazione
nominale e/o
aggettivale (verbi di supporto, copula essere, verbi copulativi)
o ad una predicazione
verbale (verbi ausiliari). Dato che la nozione di verbo
copulativo sar pertinente per
lanalisi sintattica e semantica di sembrare e di apparire, utile
chiarire in dettaglio cosa
sintende con questespressione (cfr. sezione 2.15), mentre si
rimanda alla lettura di
Heine (1993) per la delimitazione della classe dei verbi
ausiliari e a Jezek (2004) per
unanalisi dei verbi di supporto.
2.1.2 Valenza, frames e struttura argomentale
Un primo modello di analisi dei rapporti presenti tra il verbo e
le entit da esso
richieste fornito da Tesnire in Elementi di sintassi strutturale
(2001 [1959]) attraverso
la metafora scientifica della valenza: Si pu [] paragonare il
verbo ad una specie di
atomo munito di uncini, che pu esercitare la sua attrazione su
un numero pi o meno
limitato di attanti, a seconda che esso possieda un numero pi o
meno elevato di uncini
per mantenerli nella sua dipendenza. Il numero di uncini che un
verbo presenta e, di
conseguenza, il numero di attanti che esso pu reggere,
costituisce ci che chiameremo
la valenza del verbo (Tesnire 2001: 157). Agli attanti, che
corrispondono agli
argomenti, e sono obbligatoriamente presenti in corrispondenza
del verbo, Tesnire
oppone i circostanti, che esprimono le circostanze di tempo, di
luogo, di modo, ecc. in
cui si svolge il processo espresso dal verbo (2001: 73) e non
sono necessari
allinterpretazione del verbo. Sulla base del numero di attanti i
verbi si possono
classificare in zerovalenti (ad es. nevicare), monovalenti (ad
es. crescere), bivalenti (ad
es. amare) e cos via. Il modello della valenza si distingue
dalla grammatica tradizionale,
basata sulla contrapposizione logica di soggetto e predicato, in
quanto non riconosce al
soggetto un ruolo privilegiato nei confronti del predicato
rispetto agli altri argomenti, ma
lo pone allo stesso livello degli altri attanti.
Legato al concetto di valenza, sebbene afferente alla tradizione
delle
grammatiche a struttura frasale e non a dipendenza, quello di
subcategorization frame
elaborato da Chomsky (1965: 93 e seguenti) secondo cui i verbi,
oltre a richiedere un
27
certo numero di argomenti, sottocategorizzano i propri argomenti
in base al modo in cui
essi sono sintatticamente realizzati (Chomsky 1965: 63 e
seguenti): il verbo mangiare,
ad es., nella frase attiva, richiede due argomenti, un soggetto
e un oggetto diretto, mentre
il verbo restare necessita di due argomenti il secondo dei quali
nella frase realizzato
come indiretto. In questo modello, gli argomenti opzionali sono
denominati aggiunti.
Nella sua elaborazione originaria, il subcategorization frame
non include il soggetto, ma
solo loggetto e i complementi obliqui. Tra le teorie di stampo
generativista pi recenti si
trovano sia quelle che includono il soggetto (Grimshaw 1990) sia
quelle che lo
escludono (Bresnan and Kaplan 1982)7. Oltre alla propriet
sintattica di
sottocategorizzazione dei verbi, Chomsky (1965: 95) nota anche
che essi impongono una
serie di restrizioni semantiche sui referenti dei propri
argomenti, dette restrizioni di
selezione. Lentit che nella frase attiva funge da soggetto del
verbo dormire deve, ad
esempio, presentare il tratto [animato] per poter costituire
insieme al verbo una frase ben
formata. La classe delle restrizioni di selezione pu, poi,
essere suddivisa al suo interno
in almeno due tipologie, a seconda che la restrizione sia
imposta dal predicato o dalla
porzione di mondo a cui il predicato si applica. Nel primo caso
Prandi (2004: cap. 7)
parla di restrizioni di solidariet lessicale, cio di quei
limiti, variabili a livello
interlinguistico (ad es. tedesco *Der Hund frit vs. Hans it e
italiano Hans
mangia), che dipendono dal modo in cui una lingua lessicalizza
un concetto attraverso
un predicato: mentre, ad es., in italiano il mangiare
lessicalizzato con uno stesso verbo
sia che il soggetto sia un animale, sia che esso sia un umano
(Hans mangia, il cane
mangia), in tedesco corrisponde a due lessemi distinti e non
interscambiabili (Der
Hund frit/ Der Hund it vs. Hans it/ Hans frit). La violazione di
questo tipo di
restrizioni reversibile attraverso la sostituzione del lessema
inadeguato attraverso un
sinonimo o un iperonimo: La frase Mario ha assassinato il ragno,
mal formata in
quanto il verbo assassinare richiede un partecipante in funzione
di oggetto di tipo
umano, diventa corretta se si sostituisce assassinare con
liperonimo uccidere. Nel
secondo caso, si hanno, invece, restrizioni ontologiche, basate
sul modo in cui i parlanti
7 Per una spiegazione delle ragioni per cui il soggetto
considerato un argomento esterno al frame di
sottocategorizzazione cfr. Chomsky 1981.
28
concettualizzano il mondo sulla base della propria esperienza
concreta nella quotidianit.
Questo tipo di restrizioni non variano da lingua a lingua e sono
irreversibili: dato che
luccidere richiede necessariamente un soggetto animato, una
frase quale *Il tavolo
uccide Marco risulta interlinguisticamente malformata.
Conoscere il numero degli argomenti, la loro realizzazione
sintattica e le
restrizioni semantiche che essi devono soddisfare non
sufficiente a comprendere il tipo
di situazione codificata dal verbo: un soggetto caratterizzato
dal tratto [animato] pu,
infatti, fungere da entit che attiva intenzionalmente lentit
espressa dal verbo (Luca
mangia) o essere lentit che sperimenta non intenzionalmente
levento (Luca ha visto
un lampo). In questa direzione, un ulteriore contributo alla
comprensione dei frames dei
verbi viene offerto, sempre a partire dagli anni Sessanta, da
Fillmore (1968, 1977a), che
mostra come la struttura sintattica superficiale determinata da
un verbo dipenda da una
serie di casi profondi (ad es. Agente, Paziente, Strumento),
anche detti ruoli semantici8,
selezionati lessicalmente da verbo. Questi casi profondi
coincidono con un set of
universal, presumably innate concepts, which identify certain
types of judgments human
beings are capable of making about the events are going on
around them, judgments
about such matters as who did it, who it happened to, and what
got changed (Fillmore
1968: 24).
Linsieme dei casi profondi evocati da un verbo costituisce il
suo case-frame,
definito come a small abstract scene or situation, so that to
understand the semantic
structure of a verb it was necessary to understand the
properties of such schematized
scene (Fillmore 1982: 115). La presenza di case frames tra loro
relati in verbi
appartenenti a specifici tipi semantici (verbi causativi, verbi
di percezione e cos via) ha
portato a postulare la presenza di strutture
cognitive-concettuali larghe di matrice
esperienziale denominate frames. Un classico esempio di frame
quello dellevento
commerciale, proposto da Fillmore (1977b) per mostrare come un
insieme cospicuo di
verbi inglesi possano dirsi semanticamente relazionati uno
allaltro grazie ai modi diversi
in cui evocano una scena pi generale. Gli elementi della scena
commerciale includono:
8 Il ruolo semantico non va confuso con il tipo semantico che
fa, invece, riferimento a determinate
categorie con cui concettualizziamo il mondo, quali artefatto,
oggetto, persona e cos via.
29
il compratore, la persona interessata a fornire denaro per avere
una merce; il venditore, la
persona interessata a scambiare la merce per il denaro; la
merce, che il compratore ha o
dovrebbe comprare e il denaro acquisito o che verr acquisito dal
venditore. Basandosi
sulle componenti di questa scena si pu affermare che il verbo
buy pone in focus le
azioni del compratore rispetto alla merce (ed , infatti un verbo
a due argomenti),
lasciando sullo sfondo il denaro; il verbo pay evidenzia le
azioni del compratore rispetto
al denaro e al compratore, lasciando sullo sfondo le merci (e si
tratta di un verbo a tre
argomenti), e cos via. In questo modo i due verbi, pur
presentando argomenti diversi per
numero e per tipo, possono essere ricondotti ad uno schema
concettuale comune che
funge da sfondo.
I verbi determinano lessicalmente quali aspetti del frame a cui
afferiscono sono
profilati (per la nozione di profiling si veda Langacker 1987,
1991), ovvero sono posti in
posizione di prominenza, rendendo accessibili alcuni punti
focali della scena
obbligatoriamente espressi attraverso i ruoli semantici. Le
motivazioni per cui alcuni dei
partecipanti espressi dal verbo possono essere lasciati
inespressi sono sostanzialmente
due (Fillmore 1986): il partecipante lasciato inespresso non
rilevante a livello
comunicativo e pu, quindi, ricevere uninterpretazione indefinita
(ad es. lentit che
stata mangiata/bevuta in Marco ha mangiato e bevuto tutta la
sera); lentit che
costituisce il referente del partecipante lasciato inespresso si
pu ricostruire dal contesto
(ad es. la cosa vinta in Giovanni ha vinto!)
I ruoli semantici fillmoriani sono adottati nello sviluppo della
Teoria del
Government and Binding di Chomsky (1981) con il nome di ruoli
tematici9, ovvero
informazioni relazionali assegnate dal verbo circa il ruolo che
gli argomenti svolgono
come partecipanti allevento da esso espresso. Il termine di
struttura argomentale,
adottato in questo lavoro, viene introdotto negli anni Ottanta
proprio dagli esponenti del
Government and Binding per indicare il numero di argomenti
richiesti da un verbo, la
loro realizzazione sintattica e la relazione semantica che essi
intrattengono con il lessema
verbale.
9 I ruoli tematici non devono essere confusi con i cosiddetti
theta roles: questi ultimi sono, infatti,
una nozione esclusivamente sintattica che fa riferimento al
numero, al tipo (sintattico) e alla posizione
degli argomenti.
30
Sebbene i modelli della valenza, dei frames e della struttura
argomentale non
siano del tutto equivalenti, essi condividono lidea di base
secondo cui il nucleo di una
frase costituito da un verbo unito ad una serie di elementi
obbligatori che possiamo
denominare, generalizzando, argomenti.
Lidentificazione degli argomenti associati ad un verbo e della
loro
differenziazione rispetto agli elementi non obbligatori
unoperazione complessa che
dipende, nella proliferazione di teorie contemporanee, dal tipo
di definizione di
argomento che si adotta. Nel presente lavoro la definizione
adottata di tipo semantico.
Per mostrare lutilit di adottare un approccio semantico alla
struttura argomentale,
utile contrastarne la potenzialit esplicativa con quella di un
approccio rigidamente
sintattico.
In interpretazioni sintattiche della struttura argomentale come
quella proposta da
Hale e Keiser che usano il termine struttura argomentale to
refer to the syntactic
configuration projected by a lexical item (2002: 1), gli
argomenti sono le posizioni
sintattiche obbligatorie proiettate da un determinato elemento
lessicale. Un tale
approccio risulta, per, problematico se posti di fronte a verbi
come restare e tornare
che possono occorrere sia con uno sia con due argomenti a
seconda del contesto
pragmatico (Marco alla fine restato/Marco restato a casa; Marco
tornato;
Marco tornato a casa): dato che il sintagma preposizionale a
casa pu rimanere
irrealizzato sintatticamente, esso non dovrebbe essere
considerato un argomento.
Tuttavia, la presenza di un luogo in cui tornare o restare
necessaria alla costruzione e
allinterpretazione dellevento codificata dai due verbi.
Ladozione di un approccio semantico alla struttura argomentale
quale quello
proposto da Pustejovsky nel suo Generative Lexicon (1995:
62-67), offre, invece, il
vantaggio di render conto di tali alternanze in quanto per
argomenti sintendono tutti i
partecipanti allevento espressi dal verbo, indipendentemente
dalla loro realizzazione
sintattica. In particolare, Pustejovsky (1995: 65-7) identifica
tre tipi di argomenti
(Pustejovsky 1995: 65-7): i true arguments (argomenti veri), i
default arguments
(argomenti di default) e gli shadow arguments (argomenti ombra).
I primi sono
necessariamente espressi a livello sintattico come, ad esempio,
la porta in io apro la
31
porta. I secondi are necessary for the logical well-formedness
of the sentence, but may
be left inexpressed in the surface syntax (Pustejovsky 1995:
65-7), come il
complemento di moto a luogo a Parma in Elena andata (a Parma).
Gli ultimi sono
incorporati nella semantica del verbo e si distinguono dai primi
e dai secondi in quanto
possono essere espressi solo se ulteriormente specificati, come
il coltello nella coppia
di frasi ?Marco ha tagliato il pane /Marco ha tagliato il pane
con il coltello di
ceramica. Allinterno del Lessico Generativo, focalizzato sulle
proiezioni lessicalmente
determinate dai verbi, le condizioni contestuali che determinano
lellissi degli argomenti
di default non sono analizzate. Il problema stato, invece,
oggetto di studio in approcci
pragmatici, in cui al posto di argomenti di default, si parla di
inarticulated
costituents, ovvero di quei costituenti frasali che, sebbene non
espressi a livello
sintattico, sono necessari affinch il nucleo frasale possa
essere una proposizione con un
valore di verit (Perry 1986). Un esempio classico di costituente
inarticolato
lespressione del luogo in una frase come Sta piovendo: per
assegnare un valore di
verit alla proposizione necessario ricostruire, a partire dal
contesto, un luogo, lasciato
implicito, in cui levento del piovere si realizzato. Il
meccanismo che permette di
ricostruire il costituente inarticolato , quindi, un
arricchimento pragmatico, non
lessicalmente controllato.
2.1.3 Lapproccio costruzionista
Il ponte tra i frames e le modalit in cui essi sono realizzati
linguisticamente costituito
dalle costruzioni (Fillmore and Kay 1993; Michaelis 1993,
Lambrecht 1990),
associazioni convenzionalizzate e non interamente composizionali
di forma, una
combinazione di aspetti morfologici, sintattici e prosodici, e
di significato, inteso in
senso largo come all the conventionalized aspect of a
construction function, which may
include not only properties of the situation described by the
utterance, but also properties
of the discourse in which the utterance is found [] and of the
pragmatic situation of the
interlocutors (Croft and Cruse 2004: 258). Come emerge da questa
definizione la
Construction Grammar eredita dalla teorie dei frames il rifiuto
per una rigida distinzione
tra semantica e pragmatica: caratteristiche pragmatiche
associate ad una certa forma sono
32
rappresentate nel significato di una costruzione accanto ad
informazioni puramente
semantiche (Goldberg 1995: 7). Il tipo di pragmatica a cui si fa
riferimento una
pragmatica costruzionale pi che conversazionale. Grande
attenzione, in questo senso,
accordata allo studio delle espressioni idiomatiche che
presentano propriet sintattiche,
semantiche e pragmatiche non derivabili da regole sintattiche e
semantiche o da principi
pragmatici generali. Un esempio di espressione che presenta
tratti idiomatici costituita
dalla frase Fred wont eat shrimp, let alone squid (Fillmore, Kay
and OConnor 1988).
La costruzione let alone forza uninterpretazione delle due
proposizioni come punti di
una scala ordinata per implicazione unilaterale: il fatto che
Fred non mangi gamberetti
implica unilateralmente che non mangi i calamari. La natura
della scala non dipende
dalla forma della costruzione, ma pragmaticamente determinata
dal common ground10.
Dato che la costruzione risponde allo stesso tempo alle due
conflittuali massime griceane
di rilevanza (affermando la seconda proposizione, debole dal
punto di vista informativo)
e di quantit (affermando la prima proposizione che pi
informativa), i tre linguisti
giungono alla conclusione che la corretta interpretazione della
frase non si possa derivare
da principi pragmatici, ma da aspetti pragmatici associati alla
costruzione let alone.
Le costruzioni non idiomatiche usate per codificare eventi
basilari dellesperienza
umana (del tipo qualcuno ha esperito, mosso, posseduto qualcosa)
sono dette argument
structure constructions in quanto costituiscono a special
subclass of constructions that
provides the basic means for clausal expression in language
(Goldberg 1995: 3).
Esempi di queste costruzioni sono la costruzione ditransitiva (X
causa che Y riceva Z) o
la costruzione risultativa (X causa che Y diventi Z). Secondo
questo approccio
costruzionista alla struttura argomentale le differenze nei
significati di uno stesso verbo
in costruzioni diverse sono parzialmente attribuite alle
particolari costruzioni in cui il
verbo si trova. Ogni costruzione , infatti, associata ad uno
specifico scenario semantico
e a dei propri argomenti che possono essere compatibili o meno
con quelli determinati
lessicalmente da un verbo. Linterazione dellentrata lessicale di
un verbo con una serie
10 Il common ground un insieme di proposizioni che costituiscono
una base comune di conoscenza tra il parlante per il suo
interlocutore al momento dellenunciazione. Per una definizione pi
ampia di
common ground si veda Clark (1996).
33
di costruzioni permette di spiegare perch un verbo come linglese
to sneeze
(starnutire) pu apparire in svariate strutture argomentali,
senza che si debbano
postulare significati diversi per ogni diversa struttura
sintattica:
a. Pat sneezed (intransitive construction)
b. Pat sneezed the foam off the cappuccino (caused motion
construction)
c. She sneezed a terrible sneeze (cognate object
construction)
d. She sneezed her nose red (resultative construction)
e. She sneezed the way to the emergency room (the way
construction)
(Goldberg 1999: 187)
Inoltre, la prospettiva costruzionista permette anche di
giustificare frasi decisamente
anomale se il loro significato e la loro forma venissero
attribuite direttamente al verbo
principale e ai relativi meccanismi lessico-semantici: il verbo
della frase Lambulanza
risuon lungo la strada , ad esempio, un verbo percettivo di
suono; nonostante ci la
frase veicola lidea del movimento e il complemento di luogo
lungo la strada una
componente necessaria alla sua interpretazione, essendo
largomento goal della
costruzione di moto intransitivo move
Goldberg (1995: 43-44) distingue i ruoli associati alla
costruzione, detti ruoli
argomentali, dai ruoli dei partecipanti allevento espresso dal
verbo; a ciascuno dei
partecipanti profilati corrisponde poi, a livello sintattico, un
ruolo grammaticale, come
mostrato nella rappresentazione della costruzione ditransitiva
espressa dal verbo hand:
SEM Cause Receive agent recipient patient ruoli argomentali
Instance hand hander handee handed ruoli dei parteicpanti
SYN V SUBJ OBJ1 OBJ2 ruolo grammaticale
(adattato da Goldberg 1995: 51)
Questa distinzione motivata dallintento di sottolineare che i
verbi sono associati ad
una serie specifica di partecipanti, mentre le costruzioni sono
associate a ruoli pi
generali quali agente, paziente e cos via che corrispondono
grosso modo ai case-frames
di Fillmore (cfr. sezione precedente).
2.1.4 La Teoria della Congruit
34
Un approccio alla struttura argomentale che integra la
dimensione logico-
semantica dei predicati e la loro funzione pragmatica la
cosiddetta Teoria della
Congruit 11 (Rigotti e Rocci 2001, 2006b, Rigotti 2005, Rigotti
2009a, Rigotti, Rocci e
Greco 2006, Rigotti e Cigada 2004, Rocci 2005a, b, c). Secondo
questa teoria semantico-
pragmatica, le unit di discorso possono essere concepite come
delle strutture
predicativo-argomentali, la cui combinazione d luogo a
interazioni comunicative dotate
di senso, sfruttando la composizionalit che caratterizza il
linguaggio. Questapproccio
da considerarsi pragmatico sia in senso usuale pragmalinguistico
sia in senso
etimologico-letterale: oltre a focalizzarsi sulla rilevanza di
fattori contestuali per
linterpretazione dellinformazione veicolata dagli elementi del
lessico, la Teoria della
Congruit tratta la comunicazione verbale alla stregua di una
vera e propria azione, in
quanto il significato di un enunciato coincides with its
intended effects, that is to say
with the change it brings about in the context-yet more
precisely in the intersubjectivity
of the interlocutors (Rigotti 2005: 77).
I predicati sono intesi in senso largo come modi dessere, siano
essi eventi,
azioni, propriet, e gli argomenti sono le entit che possono
essere in quel modo
dessere. La combinazione di predicati e argomenti dotata di
senso se essa congrua,
ovvero rappresenta una situazione possibile, o meglio un
frammento di mondo possibile.
Le combinazioni incongrue sono, invece, raggruppate sotto legida
del non-senso
(Rigotti et Rocci 2001): questa etichetta mira ad andare oltre
la nozione di buona
formazione sintattico-grammaticale di matrice chomskiana o
semantica (cfr. in
semanticality Pustejovsky 2005) includendo aspetti di natura
pragmatica. La nozione di
non-senso, come affermato dagli autori, va distinta da quella di
controsenso in quanto
dans les contresens, le sens surface de quelque manire, parce
quon peroit pour
ainsi dire les contradictions qui se heurtent. Dans le non-sens
on narrive pas
11
Il termine congruit rievoca la nozione platonica di (
35
percevoir un sens unitaire, mais seulement les signifis
distincts des parties. En effet, on
ne saisit mme pas les ples contradictoires (Rigotti et Rocci
2001: 56).
La condizione primaria per la congruit predicativo-argomentale
stata
formulata come segue:
esiste congruit semantica fra un predicato e largomento che esso
domina quando i
tratti imposti dal predicato sul posto argomentale sono
iperonimi dei tratti
dellargomento (Rigotti e Rocci 2006: 12)
Le condizioni che sono imposte dal predicato sui propri
argomenti sono
considerate, diversamente da altri approcci, come delle
presupposizioni che devono
essere condivise dagli interlocutori affinch lenunciato in cui
compare il verbo possa
funzionare come un atto comunicativo. Queste presupposizioni
includono non solo
restrizioni sintattiche e semantiche, ma anche le informazioni
associate ai referenti nella
reale situazione comunicativa. La struttura argomentale del
verbo leggere in una
semplice frase quale Luigi legge un libro visualizzata nella
seguente figura:
Legge
Fig. 1. Rappresentazione della struttura predicativo-argomentale
secondo la Congruity
Theory (Rigotti e Rocci 2006: 12)
x:
umano(x)
alfabetizzato (x)
y:
testo scritto (y)
x:
Luigi (x)
umano (x)
maschio (x)
laureato (x)
y:
testo scritto (y)
di molte pagine (y)
stampato (y)
36
Il predicato leggere predefinisce lessicalmente la classe dei
suoi argomenti
imponendo delle condizioni rappresentate nelle due finestre
sopra le frecce. Queste
condizioni sono saturate contestualmente dai referenti Luigi e
un libro. Le
presupposizioni che questi due argomenti devono soddisfare non
si limitano ad aspetti di
contenuto lessicale, ma comprendono tutte le informazioni
associate a quei referenti
testuali nella situazione comunicativa: dato che un libro
rappresenta un referente
nuovo nel discorso, ad esso sono associate solo delle
presupposizioni lessicali, mentre a
Luigi, che costituisce il tema, corrispondono anche informazioni
facenti parte del
common gound dellinterlocutore (ad esempio, che Luigi si
laureato e, di conseguenza,
, molto probabilmente, in grado di leggere). Le presupposizioni
sono identificabili in
quanto si mantengono anche se il predicato da cui sono attivate
viene sottoposto a
negazione. Questo test alla base della definizione semantica di
presupposizione definita
in termini verocondizionali attraverso limplicazione come segue
(Gazdar 1979,
Levinson 1983, cfr. sezione 5.4.2):
p presuppone q se e solo se
p implica q
(non p) implica q
Nel caso, quindi, vi sia incongruit tra il predicato e i suoi
argomenti, la
condizione violata rimane tale anche se lenunciato viene
sottoposto a negazione: con
una frase quale Luigi non legge il cane, il parlante sembrerebbe
ammettere che il cane
un oggetto leggibile, presupposizione attivata anche dalla
stessa frase alla forma
affermativa (Luigi legge il cane). Oltre alle presupposizioni,
laltra componente che
caratterizza un predicato limplicazione, intesa come il
significato verocondizionale
vero e proprio, che viene cancellato se il predicato sottoposto
a negazione. Questa
componente semantica corrisponde, infatti, allinformazione che
viene aggiunta al
common ground quando la predicazione asserita.
Come affermato da Rocci (2005a: 89-90) lidentificazione di
queste componenti
nella struttura del predicato non originale, ma era gi stata
riconosciuta da Seuren
(2000) in un suo studio sulle presupposizioni: secondo il
linguista la presupposizione
un fenomeno semantico che ha origine nella distinzione tra due
tipi di condizioni di
37
soddisfazione dei predicati, le precondizioni che generano le
presupposizioni, e le
cosiddette update conditions che generano le implicazioni
(Seuren 2000: 277). Il
risultato di una precondizione non soddisfatta la radical
falsity, il non-senso in
termini di Teoria della Congruit, mentre quando una update
condition non rispettata
lenunciato risulta minimally false, provocando il fallimento
dellasserzione. Per
mostrare il legame tra presupposizione e predicati Seuren (2000:
278) prende come
esempio il predicato monoargomentale calvo (x) che ha per
precondizioni lesistenza di x
e lappartenenza di x alla categoria i cui membri hanno la testa
ricoperta di capelli e per
update conditions il fatto che i capelli sono assenti dalla
testa di x. Se si considera, poi,
la frase contenente il predicato Il re di Francia calvo,
tradizionalmente usata nelle
spiegazioni della presupposizione, il fallimento della
presupposizione di esistenza
associata al sintagma frasale il re di Francia pu essere
ricondotta al fallimento di una
delle precondizioni del predicato, ovvero che x esista.
Nella sua analisi delle presupposizioni come condizioni di
soddisfazione di un
predicato, Seuren considera oltre alle presupposizioni
esistenziali (del tipo Il re di
Francia calvo) o alle presupposizioni categoriali (cfr. Luigi
legge il cane), le
presuppositions induced by focusing words like only, even, or
too (Seuren 2000: 279).
Per potere includere questi ultimi elementi linguistici tra gli
attivatori presupposizionali
Seuren (2000: 279) afferma che essi si comportano come predicati
ad un livello astratto,
ma non si sofferma sulla spiegazione dei meccanismi che portano
ad una tale
riqualificazione della categoria. In linea con questa concezione
larga di predicato, gli
esponenti della Teoria della Congruit hanno esteso il principio
di congruit delle
strutture argomentali a livello della struttura del discorso,
considerando come predicati
non solo lessemi, ma anche strutture logico-semantiche del
discorso che non ricevono
manifestazione linguistica se non in modo intermittente:
1) E1: Mio figlio non guida.
E2: Ha cinque anni!
2) E1 Mio figlio non guida
E2: Si sposato
(tradotto e adattato da Rocci 2005a: 90)
38
Mentre la sequenza di enunciati in 1) sono comprensibili senza
che ne sia
ulteriormente specificato il contesto, la sequenza in 2) risulta
essere opaca se non sono
riscostruiti alcuni specifici aspetti contestuali. Il secondo
enunciato nella sequenza in 1)
ha grosso modo la funzione di addure una ragione a sostegno del
primo enunciato.
Questa relazione discorsiva tra i due enunciati viene intesa
nella Teoria della Congruit
come un predicato relazionale R (E1/E2) che ha per argomenti i
due enunciati e che
impone su di essi alcune restrizioni presupposizionali che
devono essere rispettate per
mantenere la congruit. In effetti la coerenza viene identificata
con la congruit a livello
discorsivo. Va altres osservato che la congruit a livello
discorsivo viene intesa in senso
prettamente pragmatico. Il predicato astratto della relazione
discorsiva viene definito
predicato pragmatico o predicato connettivo. Come messo in luce
da Gobber (2002) il
predicato connettivo va distinto dal connettore (ad es.
congiunzioni coordinative e
subordinative): questultimo una struttura di sistema, mentre il
predicato connettivo
esprime una componente di senso che emerge dallanalisi del testo
(Gobber 2002: 49).
Il ruolo svolto dai predicati connettivi nel marcare relazioni
di coerenza, di
contrasto e relazioni retoriche un tema largamente studiato in
diversi approcci all
analisi del