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Il restauro del grattacielo Pirelli Maria Antonietta Crippa
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da: "Il restauro del grattacielo Pirelli", a cura di Maria Antonietta Crippa - Testimonianza di P. Petraroia

Jan 31, 2023

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Il restauro del grattacielo Pirelli

Maria Antonietta Crippa

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Sommario

Il Dall' emergenza al restauro Il restauroL'esemplarità di un percorso progettuale 60 Il modelloMaria Antonietta Crippa 62 Tavole generali

35 Relazione della Commissione 70 Il piazzale cccollina" e l'ingresso autoritàtecnico-scientifica 76 Le facciateAdriano De Maio, Maria Antonietta 80 La facciata continuaCrippa, Carla Di Francesco, 86 Lapparato musivoPietro Petraroia, Giovanni Carbonara 92 Il belvedere

37 A che punto è il processo di recupero96 Il piano della memoria100 Lauditoriurn

e restauro del grattacielo Pirelli 106 La sala del consiglioRoberto Formigoni 108 Gli interni e gli uffici

39 Testimonianze110 Gli spazi pubblici e l'ingresso da via Filzi

Adriano De Maio, Giulio Ballio, 112 I corpi bassi

Carla Di Francesco, Pietro Petraroia, 117 La componente strutturaleGiovanni Carbonara, Pio Baldi nel restauro

47 Lincidente e gli interventi in emergenzaMaurizio Acito, Alberto Franchi, Antonio Migliacci

49 Intervista a Renato Sarno 125 English Textsa cura di Valentina Fisichella,Chiara De Simone Apparati

55 Intervista a Corvino-Multari 151 Colophon tecnicoa cura di Valentina Fisichella, 154 Bibliografia sinteticaChiara De Simone

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Pietro PetraroiaDirettore generale Assessorato Culture, Identitàe Autonomie della Regione Lombardia, membro dellaCommissione tecnico-scientifica e responsabile del gruppodi lavoro regionale sul Pirelli

Non è stato facile, dopo la tragedia del 2002,convincersi tutti che valesse la pena di trattare ilgrattacielo Pirelli come un' opera d'arte. Perché farlo?Quanto sarebbe costato in più un restauro rispetto aun totale rifacimento che conservasse le formeoriginarie cambiando completamente la tecnologiadelle facciate? Perché non mettere in primo piano laquestione dei costi, visto che per i bilanci pubbliciquesto è obbligatorio? E poi: quale efficienza negliscambi termici e acustici esterno-interno avrebberopotuto mai riacquistare delle vecchie facciate inmateriali non pregiati (vetro e alluminio), come quelledel Pirelli, risalenti a fine anni cinquanta, e per di piùsquassate e lacerate dallo scoppio di un aereo? Sarebbemai stato possibile fermare il "cancro" dell'alluminio:he sembrava affliggerle, la cosiddetta "camolatura"pitting, all'inglese)?~uanto poi alle superfici in ceramica, afflitte da anniialla caduta delle piastrelline, perché pretendere di:onservarle? Non era il caso di sostituirle una buona-olta con intonaco grigio "spuntato", come da tempouggeriva uno dei progettisti? In fondo, dicevano iiiù, l'innovazione di cui il Pirelli era un simbolo a

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Milano doveva suggerire soluzioni di innovazione siatecnica che formale, non dispendiosi interventi dimummifìcazione, che avrebbero messo in crisi lastessa utilizzabilità degli interni, peraltro da tempomodificati irreversibilrnenre rispetto al progetto diGio Ponti. Comunque, pur conservando le forme, sisarebbe dovuto intervenire con decisione sullecomponenti fìsiche con un'integrale sostituzione.Tuttavia, una minoranza di quanti vennerointerpellati al riguardo sostenne con decisionel'opzione del restauro, a fronte delle considerazioni dimolti degli esperti di nuove facciate in alluminio.Superate le primissime settimane di emergenza emessa in sicurezza dell'edifìcio evacuato, lacontraddizione fra opposte posizioni venneprospettata al presidente della Regione, RobertoFormigoni, in ogni aspetto. Dal confronto con luiemerse l'individuazione di un obiettivo e di unostrumento.l'.obiettivo: dimostrare, tra la fine di luglio e i primidi settembre 2002 (cioè in agosto), che la logica delrestauro fosse compatibile con il contenimento deicosti e con il perseguimento di un miglioramento dieffìcienza delle facciate, così da ottenere prestazioniparagonabili a quelle delle facciate "a doppia pelle".Lo strumento: la costituzione di una Commissionetecnico-scientifica, presieduta dal rettore delPolitecnico di Milano, come fìgura di garanzia,formata da persone in prevalenza convintedell'opportunità di esplorare la fattibilità di unrestauro. Chi scrive fu nominato membro dellaCommissione per assicurarne il raccordo conl'amministrazione regionale sotto il profìlo culturalee metodologico.La metodologia adottata dalla Commissione fuquella, familiare a chi si occupa professionalmente direstauro, di partire dalla raccolta di tutti i daticonoscitivi utili a chiarire sia le tecniche diesecuzione sia lo stato di conservazione dell' edifìcio.Chi scrive e la professoressa Crippa avevano del restogià operato, alcuni anni prima, in una Commissionedi concorso incaricata di selezionare progetti direstauro dell'auditorium, collocato nell'interrare,nonché di intervento nell'alto vano tecnologico, iltreritunesimo piano, del grattacielo Pirelli. In taleoccasione era emersa l'opportunità di uno studioapprofondito di tutti gli aspetti espressivi e matericicaratterizzanti la qualità dell' edifìcio, sia medianteindagini storico-archivistiche sia mediante saggicondotti direttamente sull' opera.Questo approccio venne riproposto allaCommissione, che lo condivise, nonostante le

tragiche condizioni delle strutture e, anzi, traendooccasione di conoscenza proprio dal fatto che glisquarci prodottisi nelle facciate permettevano unapuntuale lettura e un'inedita interpretazione delprocedimento costruttivo, dei materiali, del"funzionamento" complessivo delle strutture propriedelle curtain u/alls, oltre che dei vincoli tra di esse e isolai "a ponte" dei singoli piani, con tutti i complessiaspetti connessi alla distribuzione degli impianti.A supporto della Commissione, pertanto, laDirezione Generale Culture costituì a fìne luglio2002 un gruppo di lavoro, che ebbe il mandato diinquadrare il complesso degli studi per il restauro delgrattacielo Pirelli in un contesto più ampio,impegnandosi "nella progettazione eimplementazione di un sistema informativo di datiarchivistici, bibliografìci, iconografìci inerenti ilgrattacielo Pirelli e gli edifìci di pregio del Novecentoin Lombardia" e nel "fornire contributi per ladefìnizione dettagliata di linee metodologiche e pertutte le attività operative della Direzione GeneraleCulture, Identità e Autonomie della Lombardiainerenti l'applicazione della metodologia dellaconservazione programmata agli edifìci di pregio delNovecento in Lombardia".Nel mese di agosto 2002 una ditta specializzata e dueesperti di animazione grafìca in 3D riuscirono arilevare, a ricostruire virtualmente e a rappresentare,quindi, dinamicamente la struttura e ilfunzionamento del "giunto elastico" che legamontanti e traverse a ciascun solaio: ci si rese contoche si trattava di un oggetto degno del miglior designlombardo, capace di mediare le esigenze di stabilitàcon quelle di flessibilità, indispensabili per consentireall' edifìcio di rispondere elasticamen te allesollecitazioni, ad esempio quelle dovute alla pressionediscontinua del vento e alle variazioni dimensionalidei componenti dell'edificio in conseguenza delleescursioni termiche.La verifìca obiettiva ci consentì di riconoscere nellefacciate l'uso pionieristico di gomme sintetiche,prodotte - ci disse un anziano operaio - direttamenteda Pirelli e usate come isolanti nelle giunzioni dimontanti e traversi, ma talvolta associateall'alluminio persino mediante bacchette di legno:un'ibridazione di artigianato, architettura e sofisticatatecnologia, quasi come nei prototipi delle automobilidi Formula Uno.L osservazione diretta delle soluzioni costruttivesollecitava però la Commissione a richiedere, purnella ristrettezza del tempo a disposizione, unapprofondimento documentario e diagnostico sul

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lavoro di progettazione dell'edificio, che era statonororiamenre multidisciplinare e connotato daun'intensa, quanro problematica, integrazione fraricerca architettonica e tecnologica, di grande qual ità.

Per questo la Direzione Generale Culture dellaRegione Lombardia intensificò la ricerca didocumenti e testimonianze, sia negli archiviregionali, sia presso l'Archivio srorico Pirelli, siaaltrove. Si rinvennero, ad esempio, presso la Tekne(erede dello studio Valrolina Rusconi Clerici, checostituiva la rappresentanza tecnica di Pirelli verso iprogerristi) oltre quartrocenro disegni (per lo piùcopie in carta leggera, ralune con rirocchi autografi)di progetro di interesse soprattutto strutturale. LaGiunta regionale ne deliberò l'acquisto, su periziadella Soprintendenza archivistica, e ne avviò subito ilriordino e lo studio.Del resto tra i fondi fotografici storici in disponibilitào proprietà della Regione Lombardia (oltre unmilione di foto) fu facile mettere in evidenza alcunecampagne fotografìche nelle quali l'edificazione delgrartacielo costituiva l' oggerto di ricerca edocumentazione iconografìca; tra di esse va ricordataalmeno quella condotta proprio per Pirelli da ArnoHammacher.Con l'avanzare della catalogazione e in parallelo auna prima interpretazione dei documenti di testo,grafici e fotografici, emergeva con chiarezza che laqualità progettuale ed esecutiva del grattacielo Pirelli- come di altri edifìci di Gio Ponti - non trovavariscontro adeguato in bibliografia.Con un certo stupore nella Commissione, ci sirendeva conto - nel fare la spola fra gli esiti dellaricerca archivistica e le visite al cantiere, ancora infase di irnpostazione e studio - che forse soltanto leparole stesse di Gio Ponti e di Pier Luigi Nervipotevano essere adeguate a in terpretare correttarnentei valori estetici e la creatività tecnologica espressi inogni dettaglio come nell'insieme dell'opera: non difrequente è dato rinvenire una tale coerenza fraassunti programmatici e assertività formale e tecnicadella realizzazione.Completati, da parte del Politecnico di Milano, gliaccertamenti sulla stanca dell' edificio, sulla portatadei danni e la praticabilità delle soluzioni diconsolidamento dei solai; l'attenzione si concentròsulle facciate.Alla fine dell'estate avemmo un breve ma intensoincontro con il presidente Roberto Formigoni:l'esame con lui di alcune foto scattate quando ilgrattacielo era stato da poco terminato, laconsiderazione degli assetti spaziali originari nel loro

pieno valore estetico, alcuni dei quali risultavanoancora pienamente recuperabili (soprattutto nell'areadi ingresso al primo piano), così come lapresentazione del giunto elastico (con un esemplareoriginale e la ricostruzione virtuale delfunzionamento) valsero a persuaderlo di quanto, iocredo, egli già da tempo sperasse: divenirecommittente del restauro, fermo restando l'impegnoa rendere compatibile la salvaguardia della materiaoriginale delle facciate nella misura massima possibilecon il coritenimenro dei costi e dei tempi e ilrecupero della leggibilità formale dell'opera di Ponti,senza scadere in banali forme di ripristino.Con il parere favorevole al restauro dellaCommissione tecnico-scientifica e avvalendosi deipoteri straordinari conferitigli dal Governo per lagestione dell'emergenza, il presidente, tramitel'assessore competente per materia, fece incaricaredella progettazione del restauro i professionisti chepochi anni prima avevano vinto la gara diprogettazione per gli eventuali interventi di recuperodell'auditoriurn e del trentunesimo piano, così daevitare sia tempi lunghi nella messa a punto dellaprogettazione, sia il rischio che essa venisse affidata asoggetti che non avessero il tern po necessario perdocumentarsi adeguatamente proprio su due tra glispazI Interni più interessantida trattare secondo le logiche del restauro.Un serrato e talora acceso confronto tra laCommissione, i progettisti incaricati e i numerositecnici (in particolare, esperti di strutture inalluminio, di sicurezza e impianti, di sistemicostruttivi delle curtain ioalls, di dirittoamministrativo, di gestione patrimoniale) portò nelvolgere di qualche settimana a individuare lelinee-guida della progettazione architettonica eirnpiantistica nella logica del restauro edell'ortirnizzazione dei lavori, che erano già in corsosul grattacielo per il suo adeguamento funzionale e disicurezza; poco dopo fu individuato,con un sistema di consultazione di più aziende,il gruppo di imprese associate da incaricarsiper la fase esecutiva della progertazione e l'esecuzionedei lavori.Per alcuni mesi la Commissione rimase ancoraoperante ed ebbe periodici incontri con progettisti,imprese, consulenti per aspetti specialistici,restauratori, funzionari tecnici e amministrativi dellaRegione Lombardia, allo scopo di contribuire allamessa in comune e all'interpretazione dei dati che(ormai anche grazie al completamento dei ponteggi)si continuava a raccogliere sulle cause e le dinamiche

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del deterioramento dell'edificio, non trascurando ilcontinuo riferimento a ogni elemento di conoscenzareperibile in fatto di organizzazione del cantiere dicostruzione.Con l'avvio a pieno ritmo del cantiere, laCommissione cessò dal suo incarico. In me, comecredo in tutti i componenti, rimase la percezioneprecisa del valore profondamente innovativodell'esperienza compiuta in un contesto difficile perla tragedia che lo aveva originato e, mi si lasci dire,l'orgoglio di aver accompagnato il Governo regionalenella scelta niente affatto ovvia di intervenire sulgrattacielo Pirelli come se una legge di tutela avesseimposto di tratrarlo da monumento storico; tuttO ciò,grazie a un' opera complessa e tuttora certamente nonconclusa, di riconoscimento del suo pregio culturale.