“ Crisi ambientale e globalizzazione» Uno strumento per misurare la nostra impronte ecologica ” Roma 1 ottobre 2012 Corso turismo responsabile e sostenibile Istituto Meschini Dott. Riccardo Troisi e Alberto Castagnola Area Progetti Consorzio dell’ Altraeconomia di Roma ’Associazione ReOrient Onlus Mail:[email protected]; [email protected]
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Crisi ambientale e globalizzazione» Uno strumento per ... turismo sostenibile e... · impronte ecologica ´ ... 57. Quanto inquina Internet . 58. I parabeni, conservanti rischiosi
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“ Crisi ambientale e global izzazione»
Uno strumento per misurare la nostra impronte ecologica ”
Roma 1 ottobre 2012
Corso turismo responsabile e sostenibile
Istituto Meschini
Dott. Riccardo Troisi e Alberto Castagnola Area Progetti Consorzio dell’ Altraeconomia di Roma
2. Aumento della temperatura causata da smog e consumo petrolio e gas
3. Scioglimento dei ghiacci
4. Aumento livello del mare
5. Perturbazioni climatiche sempre più catastrofiche
6. Aria cattiva nei centri urbani
7. Ampliamento del buco nell’ozono
8. Prosciugamento dei fiumi e dei laghi
9. Scarsità idrica e abbassamento falde acquifere
10. Desertificazione (siccità, guerre per il controllo delle fonti)
11. Acidificazione e inquinamento degli oceani
12. Il declino delle risorse ittiche
13. La distruzione delle barriere coralline
14. La riduzione delle foreste
15. Le piogge acide
16. Il degrado dei pascoli
17. L’erosione del suolo
18. L’inquinamento dell’acqua
19. L’inquinamento da pesticidi, fertilizzanti e altri prodotti chimici
20. L’estinzione delle specie animali e vegetali
21. La scomparsa di una specie interrompe le catene alimentari
22. L’aumento della omogeneità
genetica
23. La diffusione di organismi geneticamente modificati
24. La cementificazione di fiumi, coste e aree urbane
25. L’aumento dei rifiuti
26. L’aumento dei rifiuti tossici e industriali
27. L’accumulazione delle scorie nucleari
28. L’inquinamento da inceneritori e gassifica tori
29. Consumo eccessivo di materie prime industriali
30. Consumo eccessivo di materie prime agricole per scopi industriali
31. L’aumento di metalli pesanti nel sangue
32. Aumento delle malattie causate da danni ambientali
33. Diffusione malattie da virus ancora non curabili
34. Aumento obesità e relative malattie
35. Ambiente poco da “macho”
36. Aumento rottami spaziali
37. Aumento polveri sottili nell’aria
38. Aumento delle due “isole” di plastica nel Pacifico
39. L’aumento dei rifiuti elettronici
40. L’inquinamento da radon
41. Inquinamento acustico
42. Inquinamento urbano
43. Inquinamento da amianto
44. Inquinamento da “coltan”
45. Rischi connessi alle nanotecnologie
46. I danni della produzione di agro carburanti
47. La morte delle api
48. Inquinamento elettromagnetico
49. Inquinamento luminoso
50. L’imbottigliamento delle acque da permafrost
51. Le conseguenze per l’ambiente dei rifiuti alimentari
Danni emergenti
52. Sfruttamento dei giacimenti di litio
53. Mercurio da lampadine
54. Il controllo strategico sulle terre rare
55. Il metano idrato sotto il permafrost
56. Batteri mutanti resistenti agli antibiotici
57. Quanto inquina Internet
58. I parabeni, conservanti rischiosi
58 danni ambientali prevalenti
Il riscaldamento del clima
La scarsità dell’acqua
L’acqua dolce costituisce solo il 2,5 % dell’idrosfera, per la maggior parte immagazzinata nei
ghiacciai. Oggi circa 2 miliardi di persone vivono in paesi con problemi di
approvvigionamento.
Esiste un’intera isola ricoperta di plastica chiamata. Tale isola è Pacific Trash Vortex. Il Pacific Trash Vortex è un enorme accumulo di spazzatura principalmente plastica . La sua estensione non è nota con precisione: le stime variano da 700.000 km quadrati fino a più di 15 milioni di km². L’isola ha una profondità di 30 m,ha un diametro di 2500 km (circa la metà dell'intera Europa) e un peso di 3,5 tonnellate.
Vacanze sull’isola di plastica
Video dell’isola di plastica
L’IMPRONTA ECOLOGICA un indicatore per la sopravvivenza della specie……..»umana»
www.footprintnetwork.org
L’impronta ecologica è un indicatore che mette in
relazione gli stili di vita di una popolazione con la
quantità di natura necessaria per sostenerli
…ogni azione individuale corrisponde ad un piccolo consumo di territorio
L’impronta ecologica è l’area (espressa in
ettari pro capite) di superficie naturale
produttiva (campi, foreste, sottosuolo,
mare, ...) necessaria ad ogni individuo per
sostenerne i consumi, di materie prime ed
energia, e per assorbirne i rifiuti
L’IMPRONTA ECOLOGICA
9 categorie di territorio:
a) terreno utilizzato per la produzione di energia o l’assorbimento di CO2
b) ambiente edificato
c) orti e serre
d) terreni arabili
e) terreni a pascolo
f) foreste gestite
g) foreste vergini
h) aree non produttive
i) superficie marina
5 categorie di consumo
1) alimenti
2) abitazioni
3) trasporti
4) beni di consumo
5) servizi
Come si calcola l’impronta ecologica
Terra produttiva
Mare
Terra energetica
Terra edificata
Terra per la conservazione della biodiversità
Trasporti
Consumi alimentari
Abitazioni e infrastrutture
Beni
Rifiuti
Servizi
consumi e scarti territorio
L’impronta ecologica non coincide con un territorio definito
Gli usi della natura, per lo spazio di cui necessitano, vengono sommati per calcolare l’impronta ecologica totale di un territorio
Le principali categorie di aree ecologicamente produttive prese in considerazione sono: terreni agricoli, pascolo, foresta, aree marine, aree edificate e aree necessarie ad assorbire la CO2 relativa all’uso dell’energia derivata da combustibili fossili
Le impronte ecologiche possono essere confrontate con le capacità biologiche disponibili nel territorio di riferimento
Alcuni esempi su base annuale
1 kg di pane richiede 9,7 m2
1 kg di carne bovina richiede 140 m2
1 kg di vegetali richiedono 2,6 m2
L’energia necessaria per percorrere 5 km ogni giorno lavorativo comportano la necessità di
Oggi l’umanità usa l’equivalente di 1,5 pianeti ogni anno. Ciò significa che oggi la Terra ha bisogno di un anno e quattro mesi per rigenerare quello che usiamo in un anno. L'impronta ecologica pro capite dell’umanità è di 2,7 ettari globali, mentre quella dell'Italia è di 4,2 ettari.
Impronta Mondiale Ci stiamo tutti sulla Terra?
Il 22 agosto 2012 ricorre la Giornata della Terra,
più nota come Earth Overshoot Day, che indica
il giorno in cui il consumo globale di risorse per
l’intero anno ha superato la capacità del Pianeta
di riprodurre nuove risorse. Dal 22 di agosto in
poi, l’umanità consumerà le proprie riserve per
soddisfare la domanda di risorse utilizzate per
sostenere la crescita fino alla fine dell’anno.
Il grafico dell’ Earth Overshoot Day indica che la biocapacità pro capite a livello mondiale è stata superata fin dal 1961.
Ma dove la troviamo un’altra terra?
La Biocapcità e l’Impronta Ecologica non sono statiche e cambiano nel tempo.
Impronta Ecologica Mondiale (National Footprint Accounts 2011)
Impronta Mondiale
Paesi a confronto
Se tutti vivessimo come i residenti dei seguenti Paesi avremmo bisogno di più Pianeti:
Basterebbe che ogni abitante del pianeta si “accontentasse” di 1,8 ettari globali per vivere entro i limiti della capacità del pianeta senza compromettere le generazioni future. E invece la stragrande maggioranza dei Paesi, in particolare le nazioni più ricche, superano di gran lunga questa misura arrivando a picchi di oltre 10 ettari globali pro capite.
Complessivamente, i 31 Paesi dell’OCSE, che includono le economie più ricche del mondo, sono responsabili di circa il 40% dell’impronta globale.
I paesi Ocse
Impronta Ecologica in Italia
Il valore medio 2007 dell’impronta ecologica di
UN ITALIANO 3,8 ha = 38000 mq
7,5 campi da calcio
3,8 ha = impronta ecologica di un Italiano
57,5 milioni = popolazione italiana
3,8 x 57,5 milioni = 218,5 milioni di ha = impronta ecologica dell’Italia
218,5 milioni di ha di impronta ecologica
67,8 milioni di ha disponibili
L’impronta ecologica pro capite
è la quantità di terra fertile usata da ciascuno di noi per sostenere i propri consumi:
per un americano 12,2 ettari di terreno,
per un inglese 6,29 ettari,
per un europeo occidentale 6,28 ettari,
l’impronta di ogni italiano è di 4,2 ettari;
per un etiope 2 ettari ,
l’impronta di un indiano è di 0,8 ettari.
per un abitante del Burundi ½ ettaro .
Come si vede , i paesi cosiddetti «sviluppati» consumano anche le risorse dei paesi poveri !!
non siamo ancora al tracollo grazie agli indiani, agli africani, che consumano così poco….
Se tutti gli abitanti della Terra avessero l’impronta degli americani ci vorrebbero
5 pianeti!
Paesi a più alto reddito hanno un’impronta ecologica pari a circa 5 volte quella dei Paesi
a basso reddito, che subiscono invece la maggiore perdita di biodiversità.