Design | medicomsystem.it info line: 0835 459005 cell - 3458792802 - 3921817767 - 3405793682 COMUNE DI CRACO Il centro storico di Craco è stato inserito nella Watch list 2010 del World Monuments Fund (WMF) in collaborazione con Welcome to Craco CRACO CINEMA 2012 PRESENTA REGIONE BASILICATA UNIONE EUROPEA CENNI STORICI Per avere informazioni complete sulle condizioni di visita vai su/ For complete informaon go to www.comune.craco.mt.it e-mail: [email protected] con il contributo di PIOT Metaponno La prima nozia scria si ha in un documento del 1060, una bolla di Arnaldo Vescovo di Tricarico per il parroco della comunità di Craco. Ma ricerche e ritrovi di reper archeologici rimandano le origini degli insediamen umani all’epoca dell’età del ferro (VIII–IX secolo a.C.). La più anca costruzione è la torre normanna (circa 1040 d.c.), da cui è visibile tuo il territorio circostante come la valle della Salandrella, la fascia ionica, la valle dell’Agri e del Sinni, il monte Pollino e tu i paesi vicini. Una leggenda racconta che Craco in principio venisse chiamato Monte D’Oro. In realtà Craco, in tempi remo, veniva chiamato Grachium, parola lana che significa campo arato da poco. Craco è araversata da un solo fiume, il Cavone. Sede di una delle 78 università del Giuszierato di Basilicata, Craco contribuiva finanziariamente alle spese di manutenzione dei castelli avviata già da Federico II e proseguita dagli Angioini. È quanto emerge dalle tassazioni focache, dove i fuochi fiscali passano dai 362 del 1521 a una punta massima di 518 nel 1561 con 2590 abitan. Nell’ulmo triennio di governo francese (1813-1815), la popolazione di Craco si aesta sui 1.760/1.770 abitan. Il saldo naturale in quegli anni è sempre negavo e si registra un’alta mortalità infanle. La maggior parte della popolazione, come già deo in precedenza, era dedita all’agricoltura, all’allevamento e alle avità a essa collegate, ma vi era anche una discreta presenza di argiani e di alcuni professionis (medici, notai). Il clero nel 1815 annoverava sedici adep, mentre dicioo erano i fra presen nel monastero di S. Pietro costruito nel 1630 dai Baroni Penna di Amendolara. Nel 1881 la popolazione aveva superato la soglia dei 2.000 abitan. Verso la fine del XIX secolo il perimetro urbano aveva raggiunto la sua massima espansione. Vi erano numerosi palazzi nobiliari in vari pun del paese. I più famosi, oggi ancora nel ricordo degli anziani, furono i palazzi Rigirone, Cammarota, Simone, Grossi, Miadonna, e il palazzo Carbone. Oltre a palazzi nobiliari, di parcolare bellezza architeonica erano gli edifici pubblici come il municipio, le scuole, il cinema e le boeghe argiane. Un altro edificio di parcolare importanza è il convento dedicato a S. Pietro che fu edificato nel 1630. Il convento ospitava 18 fra minori osservan francescani da cui si ricorda il frate Nicola Onora (1735/1822) deo il nuovo Columella poiché molto esperto nelle scienze agronomiche e naturalische, nominato da Gioacchino Murat primo docente della facoltà di Agronomia all’Università Federico II. Dal 1792 è stata portata nella chiesa del convento il corpo imbalsamato di San Vincenzo, un marre del 300, donato ai fra da Papa Pio VI. La chiesa Madre dedicata a S. Nicola Vescovo, (patrono di Craco) venne edificata intorno al sec. XIV. Al suo interno, fino agli anni ’80, erano presen altari marmorei di arte barocca e tuo l’arredo ecclesiasco che, dopo la sconsacrazione della chiesa e il seguente abbandono, diventarono una risorsa per mol ladri. Infa oggi la chiesa è completamente nuda diventando simbolo dell’inciviltà umana. La chiesea della Madonna della Stella del 1600 a circa 1 km dal paese costruita vicino ad una sorgente di acqua naturale chiamata dai crachesi fontana “piscicchio”. Craco venera la Madonna della Stella, festeggiata la prima domenica di maggio. Un’altra chiesea molto suggesva era quella della Madonna del Monserrato, che si trovava nella vecchia piazza completamente distrua dalla frana. LA FRANA ED IL TRASFERIMENTO DELL’ABITATO. Il territorio di Craco è stato da sempre interessato da un complesso sistema franoso con mol fron. Nei libri di storia si parla di molte frane che hanno interessato questo comune in diversi momen: 1600, 1805, 1857, 1870 e nel 1933. I crachesi, nonostante le difficoltà che mostrava questa terra, non abbandonarono mai il loro paese. La collina è costuita da “argille variegate”; si traa di argille rosse, verdi e grigio piombo, che sono fortemente predisposte al dissesto idrogeologico. La sommità del rilievo invece è costuita dal “conglomerato di Craco”, conglomerato poligenico composto da elemen calcarei, marnosi e arenacei, grossolanamente arrotonda, poco o mediamente cementa da una matrice sabbioso-argillosa con grado di cementazione variabile da punto a punto. Lo smoamento dunque ha origini anche e naturali, ma quello del 1963 è soprauo conseguenza delle caraerische che l’espansione urbanisca del Novecento ha avuto. Si verificò infa a causa di perdite delle re idriche e fogna- rie, delle cisterne e dei pozzi. Nel periodo tra gli anni ’60 e gli anni ’80 Craco perse più della metà dei ciadini, poiché alla frana si aggiunse anche la difficoltà al lavoro e mol furono costre a emigrare al Nord Italia e all’estero. Aualmente la popolazione di Craco conta 780 abitan. Il suo contesto paesaggisco, la connuità dei colori e l’armoniosità della par¬colare e unica geomorfologia ne hanno fao negli ulmi quarant’anni uno dei set naturali più ricerca dal grande cinema italiano e internazionale. I film gira a Craco sono: La lupa di Alberto Lauada, Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni, Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, King David di Bruce Beresford, Saving Grace di Tom Con, Classe di ferro, Il sole anche di noe di Paolo e Viorio Taviani, Terra bruciata di Fabio Segatori, La passione di Cristo di Mel Gibson, Navity di Catherine Hardwicke, The Big Queson, direo da Francesco Cabras, Alberto Molinari, Nine Poems in Basilicata di Antonello Farea, Agente 007 - Quantum of Solace, regia di Marc Forster con Daniel Craig e Giancarlo Giannini, Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo, Murder in the dark di Dagen Merril, Un medico di campagna di Luigi Di Gianni. Gli orientamen futuri prevedono che il sito di Craco sia recuperato e valorizzato per fini scienfici, culturali, cinematografici e turisci, con residenze e atelier per ars. A tal fine è stato istuito un Parco Museale Scenografico con Atelier di artecraccraccraccrac, cinema e design e si sono realizzate infrastruure scienfiche per realizzare un Laboratorio di ricerca e sperimentazione e formazione sulle nuove tecnologie per la difesa del suolo e il monitoraggio ambientale. Il Sindaco ha presentato un programma chiedendo l’intervento del governo nazionale e della Regione Basilicata. Orari visita percorso in sicurezza: 10:00 -13:00 / 16:00 -20:00 Possibili per gruppi visite serali ed in altri orari su prenotazione PARCO MUSEALE SCENOGRAFICO MUSEUM SCENOGRAPHIC PARK