1 4 aprile 2012 13 Contaminazioni Costi e benefici della foresta urbana Francesca Pisani Un’analisi critica basata su costi e benefici della foresta in città. Un contributo per politici, amministratori, progettisti e cittadini. La “foresta urbana”, intesa come l’insieme degli alberi, arbusti, prati e suoli permeabili della città, produce be- nefici per i cittadini, in termini, ad esempio, di salute e di offerta di spazi ricreativi. Un recente studio pubblica- to dalla rivista Environmental Pollution (159, 2011) af- fronta il tema degli effetti positivi netti prodotti dalla “foresta urbana” sulla qualità della vita tenendo in con- siderazione i “disservizi ecosistemici”. L’analisi valuta con approccio critico il ruolo degli alberi nel mitigare l’inquinamento urbano e nel preservare la qualità della vita integrando i concetti di “servizi” e “disservizi ecosi- stemici” nella gestione delle “foreste urbane”. Esiste una differenza tra funzioni e servizi, sia nel caso delle aree naturali (aree che sopravvivono senza interferenza u- mana e senza l’apporto di lavoro e di capitale), sia delle aree semi-naturali, come le strade alberate e le aree verdi urbane, la cui manutenzione comporta l’apporto di lavoro umano e di altre risorse. Per fare un esempio, l’intercettazione da parte di un al- bero degli inquinanti, trasportati dall’aria o dall’acqua, è una funzione. Il miglioramento della qualità dell’ambiente che ne consegue è un servizio offerto a beneficio della salute umana. In letteratura si trovano differenti definizioni di servizi ecosistemici, Escobedo, Kroeger e Wagner, partendo da quelle elaborate da Boyd e Banzhaf (2007) e da Kroeger e Casey (2007) [2, 10], definiscono i servizi dell’ecosistema come: “gli ele- menti delle “foreste urbane” che sono direttamente fruiti, consumati o usati dall’uomo e che sono misura- bili”. Nel caso della biomassa di un albero, la produzio- ne di legname è un beneficio, reso possibile da un servi- zio dell’ecosistema. La produttività dell’albero, dalla quale dipende il servizio offerto, è una funzione ecosi- stemica. Il miglioramento delle temperature è un servi- zio dell’ecosistema che contribuisce alla salute e al com- fort umano e riduce i costi per il riscaldamento e per il rinfrescamento, considerati dei benefici. Esso è ottenu- to per effetto dell’assorbimento della radiazione solare e della produzione di ombra da parte di un albero, quindi, tramite una funzione ecosistemica. Tra i servizi ecosistemici forniti dalla “foresta urbana”, gli autori includono: la fruizione di aree naturali per at- tività ricreative, sportive e culturali, l’apporto estetico e di viste piacevoli, la fornitura di habitat rifugio per la flora e la fauna, la produzione di frutta e di altri prodot- ti, la qualità e la disponibilità dell’acqua di falda e di su- perficie, la protezione dalle inondazioni, l’ombra, l’assorbimento del carbonio, il miglioramento della qua- lità dell’aria, la regolazione del microclima. Tra i benefici associati a uno o più dei precedenti servizi e che sono rilevanti per la qualità della vita urbana, i ri- cercatori indicano: il valore acquisito dalla proprietà immobiliare, le migliori condizioni di salute per i citta- dini, la diminuzione della spesa per le cure sanitarie. Tuttavia, le “foreste urbane” non forniscono i servizi al- lo stesso modo, al variare della loro struttura variano le funzioni, i servizi e i benefici. Lo studio evidenzia come per una corretta valutazione ambientale delle “foreste urbane” sia necessario soppe- sare i benefici con quei fattori che influiscono in modo negativo sul benessere umano. Questi fattori spesso non sono considerati e potrebbero trasformare un beneficio percepito come tale in un costo netto a carico dell’economia e della società.
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4 aprile 2012 13
Contaminazioni
Costi e benefici
della foresta urbana
Francesca Pisani Un’analisi critica basata su costi e benefici della foresta in città. Un contributo per politici, amministratori, progettisti e cittadini.
La “foresta urbana”, intesa come l’insieme degli alberi,
arbusti, prati e suoli permeabili della città, produce be-
nefici per i cittadini, in termini, ad esempio, di salute e
di offerta di spazi ricreativi. Un recente studio pubblica-
to dalla rivista Environmental Pollution (159, 2011) af-
fronta il tema degli effetti positivi netti prodotti dalla
“foresta urbana” sulla qualità della vita tenendo in con-
siderazione i “disservizi ecosistemici”. L’analisi valuta
con approccio critico il ruolo degli alberi nel mitigare
l’inquinamento urbano e nel preservare la qualità della
vita integrando i concetti di “servizi” e “disservizi ecosi-
stemici” nella gestione delle “foreste urbane”. Esiste una
differenza tra funzioni e servizi, sia nel caso delle aree
naturali (aree che sopravvivono senza interferenza u-
mana e senza l’apporto di lavoro e di capitale), sia delle
aree semi-naturali, come le strade alberate e le aree
verdi urbane, la cui manutenzione comporta l’apporto
di lavoro umano e di altre risorse.
Per fare un esempio, l’intercettazione da parte di un al-
bero degli inquinanti, trasportati dall’aria o dall’acqua,
è una funzione. Il miglioramento della qualità
dell’ambiente che ne consegue è un servizio offerto a
beneficio della salute umana. In letteratura si trovano
differenti definizioni di servizi ecosistemici, Escobedo,
Kroeger e Wagner, partendo da quelle elaborate da
Boyd e Banzhaf (2007) e da Kroeger e Casey (2007) [2,
10], definiscono i servizi dell’ecosistema come: “gli ele-
menti delle “foreste urbane” che sono direttamente
fruiti, consumati o usati dall’uomo e che sono misura-
bili”. Nel caso della biomassa di un albero, la produzio-
ne di legname è un beneficio, reso possibile da un servi-
zio dell’ecosistema. La produttività dell’albero, dalla
quale dipende il servizio offerto, è una funzione ecosi-
stemica. Il miglioramento delle temperature è un servi-
zio dell’ecosistema che contribuisce alla salute e al com-
fort umano e riduce i costi per il riscaldamento e per il
rinfrescamento, considerati dei benefici. Esso è ottenu-
to per effetto dell’assorbimento della radiazione solare e
della produzione di ombra da parte di un albero, quindi,
tramite una funzione ecosistemica.
Tra i servizi ecosistemici forniti dalla “foresta urbana”,
gli autori includono: la fruizione di aree naturali per at-
tività ricreative, sportive e culturali, l’apporto estetico e
di viste piacevoli, la fornitura di habitat rifugio per la
flora e la fauna, la produzione di frutta e di altri prodot-
ti, la qualità e la disponibilità dell’acqua di falda e di su-
perficie, la protezione dalle inondazioni, l’ombra,
l’assorbimento del carbonio, il miglioramento della qua-
lità dell’aria, la regolazione del microclima.
Tra i benefici associati a uno o più dei precedenti servizi
e che sono rilevanti per la qualità della vita urbana, i ri-
cercatori indicano: il valore acquisito dalla proprietà
immobiliare, le migliori condizioni di salute per i citta-
dini, la diminuzione della spesa per le cure sanitarie.
Tuttavia, le “foreste urbane” non forniscono i servizi al-
lo stesso modo, al variare della loro struttura variano le
funzioni, i servizi e i benefici.
Lo studio evidenzia come per una corretta valutazione
ambientale delle “foreste urbane” sia necessario soppe-
sare i benefici con quei fattori che influiscono in modo
negativo sul benessere umano. Questi fattori spesso non
sono considerati e potrebbero trasformare un beneficio
percepito come tale in un costo netto a carico
dell’economia e della società.
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I disservizi ecosistemici
I costi sono associati ai disservizi ecosistemici, i cui li-
velli dipendono dalla diversa percezione dei singoli in-
dividui o delle singole comunità che abitano il luogo.
Per alcuni cittadini, ad esempio, la presenza di una “fo-
resta urbana” è considerata gradevole esteticamente e
fonte di comfort per l’ombreggiamento, per altri è causa
di allergie, della formazione di cumuli di foglie o di o-
struzione delle visuali.
Gli autori raggruppano questi costi in tre categorie: e-
conomici (terra, lavoro, capitale), per disturbi sociali e
per inquinamento ambientale. Alcuni dei disservizi so-
no, in termini economici: le pratiche per la manuten-
zione, i danni prodotti dalla vegetazione alle infrastrut-
ture urbane e agli edifici, alcuni effetti legati alla varia-
zione del microclima, la rimozione dei residui e dei cu-
muli di foglie, le potenziali lesioni alle persone causata
dalla caduta di rami, i costi per la cura delle allergie; in
termini di disturbo sociale: gli effetti allergenici da pol-
line e da aerosol, la diffusione di insetti e parassiti, la
schermatura della vista, la creazione di ambienti insicu-
ri e l’accresciuto timore del verificarsi di eventi crimino-
si; in termini ambientali: il consumo energetico e
l’eventuale produzione di inquinamento per la manu-
tenzione, l’emissione di componenti volatili organici e
di altri composti, la sostituzione delle specie native,
l’introduzione di specie invasive. Per la città, i disservizi
ecosistemici, spesso, si traducono in maggiori costi nel-
la gestione delle “foreste urbane”.
Per meglio comprendere come la “contabilità” dei servi-
zi e disservizi ecosistemici possa trasformare un benefi-
cio percepito in un costo netto, gli autori riportano
l’esempio dei benefici forniti dall’impianto di alberi per
mitigare il cambiamento climatico. Gli alberi possono
divenire emettitori netti di anidride carbonica se si con-
siderano gli inputs di energia e di combustibili e la pro-
duzione di inquinanti, associati alle pratiche colturali e
alla manutenzione durante l’intero ciclo di vita della
pianta, dalla fase di coltivazione in vivaio alla messa a
dimora in ambiente urbano, alla fase di sviluppo, fino
all’espianto [5, 12, 13, 14]. Tuttavia, spesso i benefici so-
ciali forniti dalla “foresta urbana” prevalgono sui costi
ambientali e economici associati alla manutenzione [4].
Le scale multiple
Nel valutare l’efficacia di una “foresta urbana” e nella
gestione dei servizi ecosistemici da essa offerti, ai fini
del miglioramento della qualità ambientale, oltre al
contesto, dovrebbero essere considerate scale multiple
spaziali, politiche ed ecologiche. La scala è importante
in quanto all’aumentare della dimensione dell’area fo-
restale, aumenta il valore di un particolare servizio o
disservizio ecosistemico. Per gli autori, la scala significa
anche guardare a una vasta gamma di fattori economici,
sociali e temporali per valutare in modo completo
l’impatto e la rilevanza di un servizio o di un disservizio
sulla popolazione.
Inoltre, dovrebbero essere considerati l’eterogeneità
delle stesse “foreste urbane” e l’intensità della gestione.
Per eterogeneità, i ricercatori intendono le differenze
spaziali, strutturali, funzionali, ad esempio nella com-
posizione delle specie, che la “foresta urbana” presenta
nell’ambito di una città. I servizi ecosistemici della “fo-
resta urbana” differiranno in tipo e livello rispetto a
quelli prodotti dagli ecosistemi naturali, in quanto la
gestione da parte dell’uomo, l’uso della tecnologia,
l’immissione di lavoro e di capitale alterano la struttura
e la funzione delle stesse “foreste urbane”.
Il fattore economico
Gli autori mettono in evidenza come i servizi ecosiste-
mici manchino di competitività in termini economici.
Per i proprietari dei terreni, infatti, la conservazione e la
gestione delle “foreste urbane”, finalizzata alla produ-
zione di servizi ecosistemici, è, spesso, economicamente
meno attrattiva rispetto alla destinazione a usi urbani. I
motivi sono spesso associati al costo per conservare la
terra, all’incapacità da parte dei proprietari di acquisire
il valore dei servizi ecosistemici offerti dai loro terreni,
al fatto che i profitti ottenuti dalla conversione della ter-
ra sono spesso immediati mentre i benefici netti otteni-
bili dalla conservazione delle “foreste urbane” sono di
lungo termine. Questo comporta la sostituzione dei ser-
vizi ecosistemici con interventi progettati dall’uomo.
Nel caso del miglioramento della qualità delle acque e
del controllo delle inondazioni, ad esempio, si ricorre
alla realizzazione di impianti per il trattamento delle
acque e di strutture ingegneristiche piuttosto che man-
tenere le superfici permeabili e conservare le aree natu-
rali, le quali forniscono oltre a questi, altri servizi ecosi-
stemici addizionali.
In generale, meno la struttura di un ecosistema è stata
alterata e maggiore è la sua autosufficienza e meno esso
dipende da quegli input forniti dall’uomo sotto forma di
acqua, combustibili fossili o fertilizzanti. In riferimento
alla mitigazione dell’inquinamento, gli autori riportano
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l’esempio degli alberi ornamentali impiantati, singo-
larmente, lungo le strade a elevata urbanizzazione, i
quali richiedono un input di risorse maggiore e gene-
ralmente forniscono un minor sevizio ecosistemico ri-
spetto agli alberi che crescono in una zona naturale, a
bosco, protetta, situata nel cuore urbano. Anche le “fo-
reste urbane”, la cui manutenzione richiede elevati in-
put di risorse (lavoro, energia, acqua) e a gestione in-
tensa, forniscono alcuni servizi ecosistemici, ad esempio
estetici. Tuttavia, per l’impatto che questi input possono
avere, gli autori favoriscono quelle “foreste urbane” che
richiedono minore immissione di risorse, in quanto
l’efficacia dei servizi ecosistemici da esse offerti, nel mi-
tigare l’inquinamento e nel migliorare la qualità della
vita, è maggiore. Queste conoscenze potrebbero essere
applicate per massimizzare in modo strategico i servizi
ecosistemici desiderati e minimizzare i disservizi.
Sostenibilità della foresta urbana
In sintesi, gli autori evidenziano l’esigenza di considera-
re quattro aspetti:
• scale di analisi appropriate (per esempio la singola
proprietà, città nella sua estensione, regione) alle qua-
li i servizi ecosistemici sono massimizzati e i disservizi
minimizzati, e il contesto (clima, contesto socio-
politico, presenza di specifici inquinanti) quando si
valutano i servizi, i disservizi e il potenziale di mitiga-