La creativita' non ha eta', non ha regole, non ha limiti Mamme come me Mamme come me Home I nostri lavoretti La scuola Il parere della psicologa La salute dei bambini I pensieri I ricordi La psicologia infantile I viaggi di Marco I libri Varie Disclaimer M ERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2013 Che cosa sono le punizioni ? Ecco un altro articolo della rivista "Un pediatra per amico.it" Capricci e punizioni - Rivista n. 1 Gennaio-Febbraio - 2009 Che cosa sono le punizioni Anche le punizioni fanno parte del processo educativo di Paolo Roccato Le punizioni sono l’uso della forza nel processo educativo. Sono una specie di “sottolineatura” di una regola comportamentale già precedentemente sancita che non è stata seguita. È resa necessaria per comunicare con chiarezza fondamentalmente due cose: che la regola che non è stata seguita è importante e imprescindibile; e che la responsabilità di attenersi a quella regola importante è propria del soggetto (del bambino, nel nostro caso). A questo punto è utile una breve divagazione, per un inquadramento generale. Il processo di civilizzazione dell’umanità è andato di pari passo con la progressiva centralizzazione del diritto-dovere dell’uso della forza nel dirimere le controversie fra i singoli o i gruppi. Progressivamente, è stato sempre più sancito che nessuno ha il diritto di farsi giustizia da sé e, più ancora, che nessuno può vendicarsi per un torto subito né può sopraffare o punire nessuno con iniziativa privata; ma che tutti devono sottostare alle leggi e che spetta al potere centrale comminare le pene per chi disobbedisce ad esse o comunque non vi si attiene. Via via è stata sempre meno accettabile la “legge della jungla”, secondo la quale è permesso a tutti di essere violenti con tutti, in modo tale che chi prevale è solo il più forte; mentre è stato sempre più convenuto e stabilito che tutti sono uguali davanti alla legge, e che chiunque la viola viene punito da un apposito organo delle stato: la magistratura. Ogni sottrazione di qualcuno al potere delle leggi, così come ogni deroga alla centralizzazione del diritto-dovere di esercizio della forza, è un passo indietro nel processo di civilizzazione. È chiaro che, all’interno della famiglia, il diritto-dovere di sancire le leggi e di farle rispettare spetta ai genitori, così come spetta a loro definire e comminare le punizioni. I figli, fin tanto che sono minorenni, possono discutere, criticare, obiettare, fare pressioni per far modificare, ma non spetta loro né stabilire le leggi che regolano la convivenza civile né usare la violenza per determinare il corso delle vicende relazionali. Vi sono genitori che, pensando di far bene, si impegnano ad evitare ai loro figli ogni tipo di dispiacere, per cui non chiedono né pretendono nulla da loro. L’intento loro non è educativo (cioè favorire che i bambini si attrezzino ad affrontare adeguatamente la vita), ma è quello di rendere felici i figli momento per momento. Il risultato, però, è quello di crescere dei piccoli odiosissimi dittatori, incapaci di un sano e fruttuoso vivere sociale, che non riescono ad impegnarsi in nulla che non sia il perseguimento del loro immediato interesse, TRANSLATE FANS DEL VINILE PREM IO LIEBSTER AWARD MERCOLEDI' DELL'ARTE
Cosa sono le punizioni http://www.mammecomeme.com/2013/01/che-cosa-sono-le-punizioni.html
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MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2013
Che cosa sono le punizioni ?
Ecco un altro articolo della rivista "Un pediatra per amico.it"Capricci e punizioni - Rivista n. 1 Gennaio-Febbraio - 2009
Che cosa sono le punizioni Anche le punizioni fanno parte del processo educativodi Paolo Roccato
Le punizioni sono l’uso della forza nel processo educativo.Sono una specie di “sottolineatura” di una regola comportamentale già precedentemente sancita che non èstata seguita. È resa necessaria per comunicare con chiarezza fondamentalmente due cose: che la regolache non è stata seguita è importante e imprescindibile; e che la responsabilità di attenersi a quella regolaimportante è propria del soggetto (del bambino, nel nostro caso).A questo punto è utile una breve divagazione, per un inquadramento generale.Il processo di civilizzazione dell’umanità è andato di pari passo con la progressiva centralizzazione deldiritto-dovere dell’uso della forza nel dirimere le controversie fra i singoli o i gruppi. Progressivamente, èstato sempre più sancito che nessuno ha il diritto di farsi giustizia da sé e, più ancora, che nessuno puòvendicarsi per un torto subito né può sopraffare o punire nessuno con iniziativa privata; ma che tutti devonosottostare alle leggi e che spetta al potere centrale comminare le pene per chi disobbedisce ad esse ocomunque non vi si attiene. Via via è stata sempre meno accettabile la “legge della jungla”, secondo laquale è permesso a tutti di essere violenti con tutti, in modo tale che chi prevale è solo il più forte; mentre èstato sempre più convenuto e stabilito che tutti sono uguali davanti alla legge, e che chiunque la viola vienepunito da un apposito organo delle stato: la magistratura. Ogni sottrazione di qualcuno al potere delle leggi,così come ogni deroga alla centralizzazione del diritto-dovere di esercizio della forza, è un passo indietronel processo di civilizzazione.È chiaro che, all’interno della famiglia, il diritto-dovere di sancire le leggi e di farle rispettare spetta aigenitori, così come spetta a loro definire e comminare le punizioni.I figli, fin tanto che sono minorenni, possono discutere, criticare, obiettare, fare pressioni per far modificare,ma non spetta loro né stabilire le leggi che regolano la convivenza civile né usare la violenza perdeterminare il corso delle vicende relazionali.Vi sono genitori che, pensando di far bene, si impegnano ad evitare ai loro figli ogni tipo di dispiacere, percui non chiedono né pretendono nulla da loro. L’intento loro non è educativo (cioè favorire che i bambini siattrezzino ad affrontare adeguatamente la vita), ma è quello di rendere felici i figli momento per momento.Il risultato, però, è quello di crescere dei piccoli odiosissimi dittatori, incapaci di un sano e fruttuoso viveresociale, che non riescono ad impegnarsi in nulla che non sia il perseguimento del loro immediato interesse,
Pubblicato da Daniela Capaldo a 12:07 Etichette: La salute dei bambini
sociale, che non riescono ad impegnarsi in nulla che non sia il perseguimento del loro immediato interesse,che non sopportano frustrazioni e difficoltà, incapaci di rispettare gli altri e di farsi rispettare in modireciprocamente accettabili. Bambini gravemente danneggiati nelle loro capacità di vivere la dimensionesociale, incapaci di vivere relazioni paritarie, cooperative, progettuali. Incapaci, in definitiva, di amare e difarsi amare. Bambini, alla fin fine, prepotenti e infelici.Anche le punizioni fanno parte del processo educativo. Conviene, quindi, che sappiamo orientarci, perpoterle usare in modo avveduto, sensato e utile.
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1 commento:
sly 09 gennaio 2013 14:43
brava..mi piace..condivido in pienoooo
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WITH AND WITHIN È UN SOCIALNETWORK GLOBALEPER DONNE,PER MAMME CHE SI REINVENTANO,CHESI PROMUOVONO
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