1 Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Corso di Economia Aziendale Corso di Economia Aziendale Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere Curriculum Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere Curriculum Linguistico Aziendale (LIN Linguistico Aziendale (LIN-AZ) AZ) Prof.ssa Annalisa Sentuti A.A. 2012 A.A. 2012 – 2013 2013 Materiale Didattico Integrativo: Seconda Parte Materiale Didattico Integrativo: Seconda Parte – Il Sistema Aziendale Il Sistema Aziendale [email protected]2 Seconda Parte A.A. 2012/2013 IL SISTEMA AZIENDALE 1. Definizione di azienda e dei suoi principali sottosistemi 2. Il sistema aziendale e le sue relazioni con l’ambiente 3. Classi e tipi di aziende - Impresa e rischio d’impresa 4. L’assetto istituzionale delle aziende: soggetto giuridico e soggetto economico 5. L’assetto organizzativo e l’organismo personale 6. Gli organi di governo economico dell’azienda
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Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Corso di Economia AziendaleCorso di Economia Aziendale
Facoltà di Lingue e Letterature StraniereFacoltà di Lingue e Letterature Straniere
Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere Curriculum Laurea Triennale in Lingue e Culture Straniere Curriculum Linguistico Aziendale (LINLinguistico Aziendale (LIN--AZ)AZ)
Prof.ssa Annalisa Sentuti
A.A. 2012 A.A. 2012 –– 20132013
Materiale Didattico Integrativo: Seconda Parte Materiale Didattico Integrativo: Seconda Parte –– Il Sistema AziendaleIl Sistema Aziendale
“Complesso economicoeconomico che sotto il nome di un soggettosoggetto giuridicogiuridico(titolare) ed il controllo di un soggettosoggetto economicoeconomico, ha vita in un sistemasistemacontinuamente rinnovantesi e mutevoli di operazionioperazioni attuabili mercè una
duratura, sebbene rigida, organizzazioneorganizzazione deldel lavorolavoro, per la
soddisfazionesoddisfazione didi bisognibisogni umaniumani, in quanto questa richieda produzioneproduzioneoo acquisizioneacquisizione ee consumoconsumo di beni economici”.
Tale definizione sarà più comprensibile una volta
introdotti i diversi concetti che sottintende.
Il concetto di azienda
Nella dottrina economico-aziendale sono state elaborate molte definizioni di azienda. Secondo Onida (1954), ad es., l’azienda è:
Ogni azienda è un istituto costituito da tre sistemi coordinati ecomplementari.
• Un sistema di beni: PATRIMONIO/CAPITALE � l’insieme deimezzi funzionali all’attività svolta, a disposizione dell’azienda in undeterminato momento. Essi sono organizzati secondo un rapporto diinterrelazione per il comune scopo della produzione.
• Un sistema di operazioni: GESTIONE � l’insieme delle operazionisuccessive e simultanee che le persone presenti in aziendacompiono sul patrimonio, al fine di svolgere l’attività dell’azienda stessa.
• Un sistema di PERSONE: ORGANIZZAZIONE �sistemacoordinato di persone che si prefigge un più razionale impiegodel lavoro umano in relazione agli obiettivi gestionali daraggiungere.
“L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa” (art. 2555 c.c.)
“È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio
di beni o di servizi” (art. 2082 c.c.)
L’azienda è un complesso di beni
L’impresa è l’attività che viene svolta con questo complesso di beni
A.A. 2012/2013
Tale definizione, dal punto di vista economico aziendale, viene considerata:a) parziale: si focalizza soltanto su uno dei sub sistemi aziendali, l’insieme dei
beni (il capitale), ma ignora gli altri due (organizzazione e gestione);b) derivata: l’azienda è uno strumento per l’esercizio dell’impresa. L’impresa
non viene definita, se ne può solo desumere il significato dal concetto diimprenditore
Le imprese, in particolare, hanno una notevole influenzasull’ambiente in cui sono inserite e sulla vita delle persone.
L’opinione pubblica giudica l’impresa non solo per la capacità diprodurre utili, ma anche e soprattutto per il modo con cui gli stessi sonoottenuti.
Pur agendo per perseguire un utile, l’impresa deve assicurare condizionidi lavoro dignitose, adoperarsi per tutelare l’ambiente, favorire ilmiglioramento della qualità della vita della comunità in cui agisce.
Pari opportunità, sicurezza sul lavoro, non ricorrere al lavoro minorile,attenzione ai soggetti svantaggiati; esigenza di correttezza e trasparenza,attenzione all’ambiente, non impiego di sostanze nocive per iconsumatori, ecc.
L’azienda come sistema DINAMICOL’azienda muta continuamente per adeguarsi ai cambiamenti cheavvengono nei mercati, nell’ambiente sociale e nel suo ambiente interno.Allo stesso tempo, tenta di condizionare l’ambiente in cui opera.
Influenzano
direttamente o
indirettamente
l’azienda, vogliono
conoscere le scelte
che effettua ed i
risultati ottenuti,
adottate.
Cerca di fronteggiare le influenze esterne
(marketing, politiche finanziarie, ricerca & sviluppo, relazioni
sindacali, responsabilità sociale, ecc.) ed interne
(mediante l’organizzazione e la gestione delle RU)
1.1. In base alIn base al FINEFINE: azienda di erogazione, azienda di produzione : azienda di erogazione, azienda di produzione (impresa)(impresa)
2.2. In base al tipo di In base al tipo di ATTIVITÀ SVOLTAATTIVITÀ SVOLTA: aziende agricole, : aziende agricole, industriali, commerciali, di serviziindustriali, commerciali, di servizi
3.3. In base al In base al SETTORE SETTORE DIDI APPARTENENZAAPPARTENENZA: primario, : primario, secondario, terziario, secondario, terziario, terziarioterziario avanzatoavanzato
4.4. In base al In base al LUOGO IN CUI OPERANOLUOGO IN CUI OPERANO: divise, indivise: divise, indivise
5.5. In base allaIn base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALEPROPRIETA’ DEL CAPITALE: pubblica, privata, : pubblica, privata, gruppo industrialegruppo industriale
6.6. In base allaIn base alla DIMENSIONEDIMENSIONE:: piccole, medie, grandipiccole, medie, grandi
7.7. In base alla In base alla FORMA GIURIDICAFORMA GIURIDICA: impresa individuale, : impresa individuale, impresa collettiva (società di persone, società di capitali)impresa collettiva (società di persone, società di capitali)
� Hanno finalità di ordine sociale, morale, culturale;
� Ambiti di attività: cultura, ricreazione, istruzione, ricerca, sanità,assistenza sociale, ambientalismo, promozione dello sviluppo dellecomunità locali, promozione e tutela dei diritti civili, volontariato,organizzazioni imprenditoriali, professionali e sindacali, ecc.
� Prevedono il divieto di distribuire il risultato reddituale (l’utile, piùpropriamente detto “Avanzo Economico” = Proventi > Oneri), che deveessere reinvestito in azienda, ed il patrimonio, a favore dei soggetti che lecontrollano (associati, donatori, amministratori, manager, ecc.).
- EFFICIENZA (bassi oneri unitari e alti rendimenti dei fattori)
- EQUILIBRIO ECONOMICO (proventi = oneri)
A) Azienda di erogazione
� Obiettivo: REALIZZAZIONE DEI FINI ISTITUZIONALI(accrescere le risorse, i beni e i servizi posti a disposizione deisoggetti interessati), operando in condizioni di
Nella loro operatività, le AdE svolgono tre processi fondamentali:
� processo di acquisizione: l’azienda entra in possesso dei mezzi monetari edei beni in natura necessari per soddisfare direttamente o indirettamente ibisogni (es. quote associative, donazioni, gettito fiscale, ecc.)
� processo di consumo e di erogazione: i mezzi acquisiti (o i beni/servizicon essi prodotti) vengono consumati o distribuiti ai soggetti interni/esterni
� processo di risparmio: accantonare o investire i mezzi eccedenti pereventuali bisogni futuri
� I FP vengono impiegati nella PRODUZIONE per ottenere beni/servizi destinati almercato.
� Nel mercato beni/servizi vengono scambiati dietro il pagamento di un corrispettivo(PREZZO) pagato dai consumatori/utilizzatori
� Il prezzo pagato dai consumatori/utilizzatori rappresenta per l’impresa il RICAVOconseguito dalla vendita e serve per remunerare i fattori produttivi utilizzati.
Massimizzare la differenza fra Ricavi conseguiti e Costi sostenuti.
OBIETTIVO DELL’IMPRESAOBIETTIVO DELL’IMPRESA
B) Azienda di produzione o impresa
Tale differenza (R-C), se positiva (R>C),
è denominata reddito, utile o profitto.
Esso è destinato a remunerare il capitale che i proprietari hanno investito nell’impresa
I processi che caratterizzano il funzionamento delle imprese sono:
il processo di destinazione del risultatoeconomico: dalla differenza tra ricavi e costi siorigina il reddito, che può essere distribuito aiproprietari o reinvestito nell’azienda.
il processo di commercializzazione: è la fase in cuii beni prodotti vengono collocati sul mercato incambio di un corrispettivo (prezzo/ricavo);
il processo di produzione: è la fase in cui i fattoriproduttivi vengono trasformati fisicamente otrasferiti nel tempo o nello spazio, ottenendoprodotti destinati al mercato;
il processo di acquisizione: è la fase in cui l’impresasi approvigiona dei fattori produttivi necessari (Terra,Lavoro, Capitale, Imprenditorialità) sostenendo deicosti;
�� AziendeAziende agricoleagricole: si occupano della produzione derivante dacoltivazioni agricole e dell’allevamento del bestiame. Possonosvolgere anche attività miste: agriturismi, fattorie didattiche, ecc.
�� AziendeAziende industrialiindustriali oo manifatturieremanifatturiere: trasformano materie prime inprodotti finiti oppure assemblano componenti fabbricati da altreaziende industriali. Possono operare in diversi comparti:metalmeccanico, alimentare, tessile, chimico, elettronico, ecc.
�� AziendeAziende commercialicommerciali: acquistano e vendono merci, senzatrasformarle fisicamente. Es. supermercati, negozi al dettaglio, ecc.
�� AziendeAziende didi serviziservizi: erogano prestazioni immateriali. Es. banche,assicurazioni, alberghi, agenzie di viaggi, compagnie telefoniche,trasporti, ecc.
In base al SETTORESETTORE DIDI APPARTENENZAAPPARTENENZA ::
�� SettoreSettore PrimarioPrimario: raggruppa le aziende che si dedicano alreperimento e allo sfruttamento delle risorse esistenti in natura(aziende agricole ed estrattive)
�� SecondarioSecondario: raggruppa le aziende che operano una produzionediretta di beni (alimentari, edili, chimiche, tessili, ecc.)
�� TerziarioTerziario: raggruppa le aziende che operano una produzioneindiretta di beni e servizi
�� TerziarioTerziario avanzatoavanzato: raggruppa le aziende che erogano servizi adalto valore aggiunto (informatica, consulenza finanziaria e legale,ecc.)
Classificazione in base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALE
L’impresa pubblicaimpresa pubblica
• Sono aziende create dallo Stato (a partecipazione statale)
• La prima impresa pubblica – l’IRI – è stata creata in Italia nel 1933, poiaffiancata nel corso degli anni da altre imprese (ENI, ENEL, Telecom,Banca Nazionale Del Lavoro, Ferrovie dello Stato, Rai, Anas, Alitalia,Poste Italiane, ecc.) come tentativo dello Stato di salvare o svilupparealcuni settori industriali ritenuti strategici e ad alto rischio per l’iniziativaprivata (energia, telefonia, autostrade, chimica, siderurgia, ecc.).
• Negli anni ’90 è iniziato il processoprocesso didi privatizzazioneprivatizzazione delle impresestatali (cessione a privati), con l’intento di: recuperare efficienza; daremaggior spazio alla libera iniziativa e al mercato, ridurre l’indebitamentodello Stato mediante le entrate straordinarie derivanti dalle cessioni.Tuttavia lo Stato possiede ancora partecipazioni in alcune aziende (es.Alitalia, Rai, Anas, Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, ENEL, ENI, ecc.)
Classificazione in base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALE
Il capitale dell’azienda può altresì essere posseduto da un’altra impresa(pubb. o priv.) che viene chiamata HOLDING. Si distinguono:• holding purepure: non svolgono attività operative. Detengono solo
partecipazioni e attività finanziarie necessarie al controllo delle altre società del gruppo;
• holding mistemiste: alla gestione delle attività finanziarie affiancano anche un’attività operativa
Il controllo che la holding (controllantecontrollante) esercita sulle altre societàdel gruppo (controllatecontrollate) può essere:•• c. direttoc. diretto: la controllante possiede la maggioranza del capitale (o
comunque una quota di capitale sufficiente a garantirle il controllo) della controllata;
•• c. indirettoc. indiretto: la società controllante esercita il suo potere sulla controllata tramite un’altra società di cui, invece, ha il controllo diretto.
Classificazione in base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALE
La costituzione di un gruppo industriale risponde all’esigenza diaccrescere le dimensioni aziendali mediante la creazione o l’acquistodi altre società.
È possibile individuare tre diverse strategie di sviluppo:
Classificazione in base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALE
Un’impresa costituisce o acquisisce altre società per avere il controllo dei mercati di approvvigionamento(sviluppo a monte) e/o di vendita (sviluppo a valle).
L’obiettivo è quello di accentrare sotto il controllo di un’unica società le varie fasi del processo produttivo di un bene.
Classificazione in base alla PROPRIETA’ DEL CAPITALE
Un’impresa costituisce o acquisisce altre società operanti in settori nuovi o comunque diversi rispetto a quello tradizionalmente occupato. Vi sono due tipi di sviluppo diversificato:
3. SVILUPPO DIVERSIFICATO3. SVILUPPO DIVERSIFICATO
HOLDING
X
1.1. sviluppo diversificato conglomeralesviluppo diversificato conglomerale: non esistono connessionidi nessun tipo tra il settore cui appartiene la società controllante e quelli cui appartengono le imprese controllate;
2.2. sviluppo diversificato lateralesviluppo diversificato laterale: vi sono affinità tecnologiche o di marketing tra il settore di origine e quelli nuovi.
SVILUPPO VERTICALE + SVILUPPO DIVERSIFICATOSVILUPPO VERTICALE + SVILUPPO DIVERSIFICATO
Attività di importazione e commercializzazione delle materie primeAttività di raffinazione (Raffineria di Falconara Marittima)Distribuzione: 4.200 punti vendita IP + Ristorazione (catena in franchising Festival): 150 punti vendita+ Settore Energetico: elettricità e gas (Api Nova Energia)
Non ha autonomia patrimoniale (il patrimonio del titolare è indistinto dalpatrimonio dell’impresa) e non ha personalità giuridica (l’imprenditore èresponsabile dei diritti e doveri derivanti dallo svolgimento dell’attività).
• DITTA INDIVIDUALE (art. 2563 c.c.): l’imprenditore è il titolareesclusivo dell’attività. Egli agisce in nome proprio ed il suo patrimoniopersonale è indistinto da quello dell’azienda. Il nome del titolare devefigurare nella ragione sociale dell’azienda (es. Ditta Marco Rossi Elettricista).
• IMPRESA FAMILIARE (art. 230-bis c.c): nell’impresa familiarecollaborano in modo continuativo, il coniuge, i parenti entro il terzo grado(fino ai nipoti) e gli affini entro il secondo (fino ai cognati). È sempreun’impresa individuale, per cui l’imprenditore agisce in nome proprio e nonquale rappresentante della collettività familiare. È l’imprenditore l’unicoobbligato verso i terzi.
Una parentesi sull’impresa familiare nella prospettiva economico-aziendale
Per gli aziendalisti UN’IMPRESA SI DEFINISCE FAMILIAREquando una o poche famiglie, collegate da vincoli di parentela, diaffinità o da solide alleanze, detengono una quota di capitale dirischio sufficiente ad assicurare il controllo (e quindi il governo)dell’impresa.
((CorbettaCorbetta, 1989), 1989)
L’IMPRESA FAMILIARE QUINDI:
� Appartiene ai componenti di una o poche famiglie, parenti tra loro ocomunque profondamente legate;
� Viene governata dalla famiglia, che ne definisce le scelte strategiche;� È spesso caratterizzata dalla presenza dei componenti della famiglia che
lavorano in azienda sia a livello gestionale (ruolo manageriale), che alivello operativo.
TOTALE IMPRESEIMPRESE FAMILIARIPMI PMI FAMILIARIFAMILIARI
Il sistema economico italiano è ingran parte costituito da PMI acarattere familiare:� rappresentano il 90-95% del totaleimprese;
�generano l’80-85% del PILprodotto dal totale delle imprese;
� impiegano il 55-60% della forzalavoro.
Una parentesi sull’impresa familiare nella prospettiva economico-aziendale
Ma le imprese familiari non sono solo di piccole e medie dimensioni,possono assumere diverse forme giuridiche e non sono un fenomenoesclusivamente italiano!Qualche esempio: Ferrero, Guzzini, Scavolini, Berloni, Del Vecchio(Luxottica), Caprotti (Esselunga), De Beers, Swarowsky, Benetton,Bulgari, Chicco, Peg Perego, Clementoni, … 51
� Si vuole aumentare la dimensione di un’impresa e i mezzi di unasola persona non bastano per coprire il fabbisogno finanziario
L’impresa collettiva nasce dal contratto di società:
“Con il contratto di società due o più persone conferisconobeni o servizi per l’esercizio in comune di un’attivitàeconomica allo scopo di dividerne gli utili” (art. 2247 c.c.).
È tuttavia possibile anche il caso di società unipersonale, appartenente ad un unico socio.
Andrea, Aurora e Alessandro decidono di costituire una società.
• Andrea conferisce 60.000 €
• Aurora conferisce un immobile il cui valore è pari a 20.000 €
• Alessandro conferisce macchinari il cui valore è pari a 20.000 €
La somma dei conferimenti effettuati (conferimenti monetari +valore monetario dei conferimenti in beni) costituisce il CAPITALESOCIALE (CS) dell’azienda.
Nel nostro caso, il CS è pari a 100.000 di €.
Il valore dei singoli conferimenti corrisponde alla quota del CapitaleSociale posseduto dai soci, quindi, nel nostro caso, le QUOTE DIPOSSESSO DEL CS sono così ripartite: Andrea 60%, Aurora 20%,Alessandro 20%.
Ha AUTONOMIA PATRIMONIALE: il patrimonio aziendale è distinto daquello personale dei soci.
Tuttavia, l’autonomia patrimoniale è IMPERFETTA: qualora il patrimoniosociale non dovesse essere sufficiente per coprire i debiti contratti dall’azienda,i creditori possono rivalersi sul patrimonio personale dei soci.
I soci (tutti, nella s.n.c., e gli accomandatari nella s.a.s.) sono, infatti, sottopostial regime di RESPONSABILITÀ ILLIMITATA e SOLIDALE: essirispondono dei debiti della società illimitatamente (non sono nei limiti dellaquota di capitale investito nell’impresa, ma anche con il patrimonio personale),solidalmente (ciascun socio può essere chiamato ad estinguere tutti i debitidella società, salvo poi rivalersi sugli altri soci per la parte loro spettante).
I soci rispondono direttamente delle obbligazioni sociali in quanto le società dipersone NON HANNO PERSONALITÀ GIURIDICA.
• Società semplice (s.s.): è la forma più elementare di società dipersone. Può avere ad oggetto solo l’esercizio di attività noncommerciali (es. attività agricola).
• Società in nome collettivo (s.n.c.): svolge attività commerciali(art. 2195 c.c.), solitamente è di dimensioni modeste e basata sulrapporto di fiducia tra i soci.
• Società in accomandita semplice (s.a.s.): ha 2 tipologie di soci.Gli accomandanti rispondono limitatamente alla quota conferita.Gli accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente delleobbligazioni sociali.
Ha PERSONALITÀ GIURIDICA: è un soggetto di diritto, distinto dallepersone dei soci, titolare di diritti e doveri. Essa risponde per le obbligazionisociali con il suo patrimonio.
Ha AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA: il capitale ed i benisociali costituiscono un patrimonio distinto e separato da quello dei soci.
I soci sono sottoposti al regime di RESPONSABILITÀ LIMITATA: essirispondono per le obbligazioni sociali soltanto con il capitale conferito (sommamonetaria o valore monetario del bene apportato nella società) e nonrischiano il patrimonio personale. Qualora il patrimonio dell’azienda nondovesse essere sufficiente per coprire i debiti contratti dall’azienda, i creditoriNON possono comunque rivalersi sul patrimonio personale dei soci.
Il patrimonio dell’azienda è l’unica forma di garanzia per i terzi: per questo,nelle società di capitali, il Codice civile obbliga i soci a sottoscrivere unimporto minimo di Capitale Sociale.
• Società a responsabilità limitata: la compagine sociale (numero deisoci) è ristretta, il capitale sociale deve essere minimo di 10.000 € ed èsuddiviso in quote.
• Società per azioni: è un modello societario a compagine socialeelevata. Il capitale sociale deve essere minimo di 120.000 € ed èsuddiviso in azioni.
• Società in accomandita per azioni: il capitale sociale minimo deveessere 120.000 € come nella S.p.A. e, come nella S.a.S., ci sono sociaccomandanti (rispondono delle obbligazioni sociali nei limiti dei loroconferimenti, ma sono esclusi dall’amministrazione) e sociaccomandatari (sono amministratori di diritto e rispondonosolidalmente e illimitatamente). Tuttavia qui le quote dei soci sonorappresentate da azioni ed è obbligatorio un CS minimo.
• Sono aziende di erogazione, quindi non hanno scopo di lucro(ma possono distribuire i dividendi, seppur in misura limitata)
• Hanno personalità giuridica, godono di autonomia patrimonialeperfetta, i soci hanno responsabilità limitata.
• Il loro fine è mutualistico: la società cooperativa viene costituita conlo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (“scopomutualistico”) beni e/o servizi e/o occasioni di lavoro a condizionipiù vantaggiose di quelle generalmente praticate nel mercato.
Sono a mutualità prevalente (art. 2512 c.c.) le cooperative che:• svolgono la loro attività prevalente in favore dei soci (cooperative
di consumo);• si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività,
delle prestazioni lavorative dei soci (cooperative di produzione e lavoro);
• si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attività, degli apporti di beni o servizi da parte dei soci (cooperative di altra natura).
Le soc. coop. a mutualità prevalente possono beneficiare delleagevolazioni di carattere tributario riservate alle cooperative, previaiscrizione all’Albo Nazionale delle Società Cooperative istituito pressoil Ministero delle Attività produttive ed il rispetto di alcuni parametri.
• Banche di Credito Cooperativo (BCC): adottare una politica del credito equa verso i soci e clienti, discostandosi da logiche di mero guadagno;
• Cooperativa di consumo: acquistare e rivendere beni di qualità a prezzi vantaggiosi ai propri soci-consumatori;
• Cooperativa di produzione e lavoro: procurare lavoro alle migliori condizioni possibili per i propri soci-lavoratori;
• Cooperativa sociale: cooperative di lavoro per la gestione di servizi socio sanitari ed educativi o finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
• Cooperativa agricola: cooperative per coltivazione, trasformazione, conservazione, distribuzione di prodotti agricoli o zootecnici
La persona fisica acquista la capacità giuridica al momento della nascita (art. 1 c.c.).
Ma in alcuni casi la persona fisica è limitata nella sua capacità di agire inquanto:
� non ha raggiunto la maggiore età: minore;
� è maggiorenne ma la sua capacità di agire è stata limitata da appositiprovvedimenti del giudice: interdetto, inabilitato, scomparso,assente, morto presunto.
La persona fisica acquista la capacità d’agire al raggiungimento della maggiore età (18 anni) (art. 2 c.c.).
Può essere INTERDETTO il maggiore di età o il minore emancipato che si troviin condizioni di abituale infermità che lo rende incapace di provvedere ai propriinteressi.
Può essere INABILITATO il maggiore di età la cui infermità non è tale da farluogo all’interdizione.
Entrambi possono essere soggetto giuridico (e quindi esercitare attività d’impresa)ma devono operare tramite un curatore e, in alcuni casi, è necessarial’autorizzazione del Tribunale.
Viene dichiarata SCOMPARSO una persona di cui non si abbia più notizia inquanto sparito dal suo luogo di domicilio o di residenza .
Lo scomparso resta titolare di tutti i diritti. Il Tribunale, su richiesta degli interessatio del Pubblico Ministero, può nominare un curatore che lo rappresenti.
Viene dichiarata ASSENTE una persona di cui non si abbia notizia daoltre 2 anni.I suoi beni (eventuale azienda compresa) vengono gestiti dai presuntisuccessori legittimi o da chiunque ragionevolmente creda di averediritti sui beni dello scomparso, ma sotto il controllo del Tribunale.
Il soggetto giuridico: persona fisica
Trascorsi 10 anni dal giorno in cui si hanno notizie del soggetto, lostesso può essere dichiarato MORTO PRESUNTO dal Tribunale.
Il morto presunto non può più essere considerato soggetto giuridico.
Imprese commerciali con personalità giuridica (società di capitali)
Nascono mediante un contratto di società (cfr. slide su contratto di società)
che si concretizza in un atto costitutivo redatto nella forma di atto pubblico.Es. l’atto costitutivo di una SpA deve indicare tra l’altro: denominazione della società, datae luogo di costituzione, sede, soci, numero di azioni assegnate a ciascun socio, l’attività checostituisce l’oggetto sociale, l’ammontare del capitale (sottoscritto e versato), numero,valore nominale e caratteristiche delle azioni, valore attribuito ai beni conferiti in natura,eventuale durata della società (se a tempo determinato), amministratori (numero, poteri,rappresentanza della società), componenti del collegio sindacale, ecc.
L’atto costitutivo va depositato entro 20 gg presso l’Ufficio del Registro delle Imprese per i controlli (verifica regolarità formale documentazione).
Se il controllo dà esito positivo, la società viene iscritta nel Registro e con l’iscrizione la società acquista la personalità giuridica.
Procedure standardizzate per le persone giuridiche private
Il soggetto economico è la persona o il gruppo di persone che di fatto
detiene il supremo potere volitivo in azienda:
1) determina gli indirizzi di fondo della gestione (mission e modello di
business);
2) prende le decisioni strategiche;
3) determina gli obiettivi generali.
Per far ciò il soggetto economico deve:
• avere la volontà di governare l’azienda;
• avere le competenze specifiche in materia di azienda (patrimonio, gestione, organizzazione) e di comportamento aziendale(programmazione, esecuzione, controllo e feedback)
• disporre del potere sufficiente per imporre la propria volontà.
A) CONTROLLO CON ALIQUOTA DI CAPITALE INFERIORE AL 50%
Presenza di particolari categorie di azioni che, pur rappresentandoparte del capitale sociale, non danno diritto di voto in assemblea;
Regole di funzionamento dell’assemblea.
Possibilità di integrare la propria quota di capitale con acquisizionidi quote mediante deleghe (nei limiti previsti dall’art. 2372 c.c.), pegno(art. 2784 c.c.), usufrutto (art. 2352 c.c.), riporto (art. 1548 c.c.);
Dispersione degli azionisti (“polverizzazione della proprietàazionaria”);
Dispersione degli azionisti (“polverizzazione della proprietàazionaria”). Ad es. l’azionariato del Gruppo Telecom Italia è costituitoda oltre 500.000 azionisti (struttura azionaria al 12 agosto 2011). LaTELCO S.p.A. controlla la società con il 22,39%.
Il Capitale Sociale di una società per azioni è diviso in tante quotedi uguale valore (AZIONI) che conferiscono all’azionista dirittieconomici (partecipazione agli utili =>dividendo) e sociali(diritto di voto in assemblea).
Tuttavia, esistono diverse categorie di azioni, che attribuisconodiritti economici e sociali diversi ai loro possessori. Ad esempio:
Diritto di voto in assemblea ordinaria e straordinaria.Diritto al dividendo.Diritto al rimborso del capitale in sede di scioglimento della società.
AZIONI ORDINARIE
Diritto di voto in assemblea ordinaria e straordinaria.L’atto costitutivo può prevedere che abbiano diritto di voto solonell’assemblea straordinaria. In compenso hanno un trattamentoprivilegiato in sede di distribuzione dei dividendi e di rimborso delcapitale in caso di liquidazione della società.
AZIONI PRIVILEGIATE
Non danno diritto di voto, né in assemblea ordinaria, né inassemblea straordinaria.Sono privilegiate in sede di distribuzione dei dividendi e di rimborso delcapitale.Possono essere emesse solo da società per azioni quotate in borsa.
AZIONI DI RISPARMIO
La somma delle azioni privilegiate e di quelle di risparmio non può mai superare il 50%del capitale sociale.
• prima convocazione: l’assemblea è valida se è presente almeno il 50% del CS (esclusele azioni a voto limitato). Delibera validamente con la maggioranza assoluta dalcapitale presente ;
• seconda convocazione: l’assemblea è valida qualunque sia la quota di capitalesociale presente. Delibera validamente con la maggioranza assoluta del capitalepresente.
Per la validità delle deliberazioni dell’assemblea ordinaria, la legge dispone che:
Il soggetto economicoRegole di funzionamento dell’assemblea.
50%50%
Capitale Sociale
Azioni ordinarie
Azioni senza diritto di voto
In assemblea sono presentisolo il 30% degli azionistiordinari: si potrà imporre lapropria volontà solo con il15% più uno del CS.
Anche in questo caso non ènecessaria la maggioranzadel CS.
Un socio o un gruppo di soci possono acquisire il potere decisionale, inassemblea, integrando la quota di capitale posseduta mediante deleghe, ovveroesercitando il diritto di voto di azioni possedute da altri (art. 2372).
La delega può essere gratuita o a titolo oneroso. In questo secondo caso, ladelega avviene mediante:
• pegno (art. 2784 c.c.): le azioni vengono cedute ad un terzoquale garanzia di un debito che la persona ha contratto neisuoi confronti. Colui che ottiene le azioni in pegno (creditorepignoratizio) può esercitare il diritto di voto al posto delsocio;
• usufrutto (art. 2352 c.c.): colui che riceve le azioni inusufrutto (usufruttuario) ha il diritto di esercitare il diritto divoto;
• riporto (art. 1548 c.c.): le azioni vengono trasferite, dietropagamento di un prezzo, ad un altro soggetto (riportatore)che può esercitare il diritto di voto.
L’azionista tramite le azioni ricevute in pegno, usufrutto o riporto, integra la propria quota e,
entrando in possesso (non in proprietà) delle azioni, ne può esercitare il diritto di
• influenza dominante (art. 2359 c.c.): controllo di una società in virtù di particolarivincoli contrattuali. Es. Una società può determinare le scelte gestionali diun’altra società in quanto unica acquirente dei prodotti di quest’ultima.
• impresa pubblica governata da manager pubblici, che sono nominati ingenere da pubblici poteri e governano senza aver effettuato alcun investimentonell’azienda, ma unicamente in virtù del possesso di competenze professionali.
Il soggetto economico
• società di capitale di grandi dimensioni: in esse non sempre il soggettoeconomico aziendale coincide con coloro che detengono la proprietà del capitale,soci di maggioranza o di minoranza che siano (es. non sono interessati a gestirel’azienda o non ne hanno le capacità). Può accadere, quindi, che il poteredecisionale venga delegato, dall’assemblea degli azionisti (e quindi dai soci) amanager competenti. Essi, in virtù della delega che hanno ricevuto e dellecomprovate competenze manageriali, possono governare e dirigere l’aziendaanche se sono completamente estranei alla proprietà della stessa.
L’organizzazione è un sistema coordinato di persone che si
prefigge un più razionale impiego del lavoro umano
in relazione agli obiettivi gestionali da raggiungere.
Il sistema delle persone (organizzazione)
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Le due facce dell’organizzazione:
�� OrganizzazioneOrganizzazione formaleformale (o(o ufficiale)ufficiale): è basata su regoleche tendono a razionalizzare il comportamento dellepersone.
�� OrganizzazioneOrganizzazione informaleinformale: insieme non programmato enon ufficiale di gruppi, amicizie, di rapporti che sisviluppano inevitabilmente ogni qual volta più individui sitrovano ad interagire l’uno con l’altro.
Noi facciamo riferimento all’organizzazione FORMALE
Affinché le persone possano lavorare insieme ed operare incondizioni di massima efficacia ed efficienza, è necessariostabilire alcune regole riguardo i seguenti aspetti:
Innanzitutto, possiamo individuare 3 ORGANI AZIENDALI:
��ORGANOORGANO VOLITIVOVOLITIVO: è rappresentato dal soggetto che prende ledecisioni aziendali e definisce le linee strategiche da seguire (es.aumentare la quota di mercato in Germania e USA)
��ORGANOORGANO DIRETTIVODIRETTIVO: traduce le linee strategiche in azionioperative (es. partecipare alle fiere di settore, potenziare la funzionecommerciale, attuare partnership con azienda tedesca, aumentare laproduzione, nuova campagna promozionale, ecc.)
��ORGANOORGANO ESECUTIVOESECUTIVO: è composto da tutti coloro che,materialmente, eseguono quando definito dall’organo direttivo (es.partecipazione alle fiere, attuazione nuove azioni commerciali,realizzazione aumento produzione, realizzazione campagnapromozionale, ecc.).
Il modo in cui si relazionano questi tre diversi organi aziendalidefinisce l’organizzazione formale dell’impresa, più propriamentedefinita ASSETTO ORGANIZZATIVO.
Esso è dato dall’insieme di:
� organismo personale (le persone);
� variabili che definiscono, indirizzano e coordinano i comportamentidelle persone verso un obiettivo (le “regole”).
Progettare l’assetto organizzativo di un’impresa significa decidere:
� quante persone e con quali caratteristiche;
� quali compiti, obiettivi e risorse assegnare ad ogni persona;
Ogni decisione riguardante l’assetto organizzativo deve essere assuntain modo tale che i compiti siano svolti:� in modo efficace ed efficiente;� con i massimi livelli di coordinamento e di integrazione;� con flessibilità e capacità di fronteggiare il dinamismo ambientale.
Scopo dell’assetto organizzativo è ottimizzare l’utilizzo delle risorse umane in vista del raggiungimento degli obiettivi dell’azienda.
Una cattiva organizzazione Una buona organizzazione
Scomposizione (o differenziazione): scegliere un criterio di divisione del lavoro ed assegnate alle persone (“chi fa che cosa”)
Ricomposizione (o integrazione): far sì che i contributi delle persone che occupano i singoli ruoli sono riportati all’unità (coordinare le attività individuali in un sistema integrato di obiettivi, poteri e responsabilità).
Ruolo: somma dei comportamenti attesi dalla persona cuiè affidata una posizione.
Posizione: elemento base della struttura organizzativa(unità ricoperta da una singola persona).
Compito: somma di azioni definite formalmente edaffidate ad una persona.
Linee di influenza: canali di flusso degli ordini e delleinformazioni tra un ruolo ed un altro. Autoritarie/nonautoritarie.
Dalla progettazione dell’assetto organizzativo nasce la struttura organizzativa: insieme dei ruoli (o comportamenti attesi)
e delle linee di influenza (autoritarie e non autoritarie).
Essa è data dalle modalitàmodalità concon cuicui l’organizzazionel’organizzazione gestiscegestisce eegovernagoverna ii processiprocessi didi scomposizionescomposizione (differenziazione)(differenziazione) ee didiricomposizionericomposizione (integrazione)(integrazione) al suo interno.
Progettare la struttura organizzativa significa :
� definire la MACROSTRUTTURA: struttura organizzativa di base;
� definire la MICROSTRUTTURA: struttura delle singole unitàorganizzative;
Progettare la MACROSTRUTTURA (struttura organizzativa di base)significa:
� quali unità organizzative (u.o.) attivare,
� quali ruoli e compiti attribuire a ciascuna u.o.,
� come collegare le varie u.o. in una struttura gerarchica (linee di influenza).
La struttura organizzativa di base è graficamente rappresentatadall’ORGANIGRAMMA: u.o. + ruoli + linee di influenza.
Esempio: un’impresa può decidere di attivare una direzioneproduzione, una direzioni ricerca, una direzionecommerciale e una direzione amministrativa. Le prime duedipendono da un direttore tecnico. Il direttore tecnico e leseconde due dipendono dal direttore generale …
� Ogni organo è individuato da uno spazio (generalmente un rettangolo) con all’interno innome del responsabile o della u.o.
� Il lavoro è diviso tra le u.o. (differenziazione) e coordinato mediante le relazionigerarchiche (integrazione).
� Ogni capo gerarchico è integratore (coordina le attività e il lavoro delle persone chedipendono da lui) e decisore (deve decidere in merito a tutti gli aspetti interni alla suaunità, salvo quanto delegato ai suoi dipendenti)
Non esiste "LA" struttura organizzativa ottimale, ma solo quella più"adeguata" rispetto alle caratteristiche dell’impresa e del suo contestodi riferimento (clienti, ambiente, strategia, cultura…).
La differenza tra le quattro strutture si sostanzia nell’adozione didifferenti criteri di divisione e di coordinamento del lavoro.
La Macrostruttura
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Per le imprese, progettare la macrostruttura significa scegliere tra una delle quattro forme di base:
Adatta ad imprese di dimensioni grandi, che realizzano combinazioni produttivecomplesse e molto disomogenee (più linee di prodotto molto diverse tra loro),destinate a mercati diversi.
Raggruppa le attività (anche diverse tra loro) sulla base dell’outputoutputdell’organizzazionedell’organizzazione, ovvero quelle funzioni che nel loro insieme concorrono alraggiungimento del risultato.
È una struttura che privilegiaprivilegia principalmenteprincipalmente l’integrazionel’integrazione e ricerca l’unitarietà:la struttura si suddivide in più divisioni organizzate, al proprio interno, in modogerarchico-funzionale. A capo di ciascuna c’è un dirigente che è il responsabilediretto di tutte le attività necessarie a conseguire il risultato (decentramento delprocesso decisionale).
Tipi più diffusi: divisione per prodotto, divisione per area geografica, divisione permercato (clienti).
Sono organizzazioni spesso colossali e complesse (es. Nestlé, Johnson & Johnson,Microsoft, Fiat, ecc.).
La caratteristica distintiva dell’organizzazione a matrice è cheimplementaimplementa simultaneamentesimultaneamente siasia lala specializzazionespecializzazione funzionalefunzionale(es. area formazione, junior-senior) cheche lala specializzazionespecializzazione perperprodotto/progettoprodotto/progetto (es. esigenze del cliente).
DoppiaDoppia dipendenzadipendenza: ciascun individuo dipende, allo stesso tempo,dello specialista funzionale e dal capo progetto.
AlternanzaAlternanza didi ruoliruoli: lo stesso individuo può assumere ruoli diversi inprogetti diversi (capo-progetto, supporto).
Un forte supporto ai processi di integrazione è garantito dai sistemisistemi didivalorevalore condiviso di tipo professionale.
Creare i valori richiesti dalla clientela e produrre e distribuire i beni e i servizi
desiderati dalla clientela
Creare i valori che consentono la realizzazione efficiente degli obiettivi
primari e collaterali
Funzioni di line
Creare i valori richiesti dai soggetti che gravitano intorno all’azienda (clienti esclusi): operai, impiegati, dirigenti. Valori realizzati con quanto pagato dai clienti
CARATTERISTICHEFunzioni preposte al
soddisfacimento degli obiettivi
PRIMARI
COLLATERALI
SECONDARI
OBIETTIVI
Funzioni di staff
Funzioni di staff
Funzioni di line e di staff
DAVIS classifica gli obiettivi dell’impresa e distingue di conseguenza la natura delle diverse funzioni in base agli obiettivi che realizzano:
Malgrado le funzioni di staff si trovino in una posizione subordinata, la loroimportanza è notevole in quanto producono fondamentali servizi di supporto.
Esse possono essere presenti in ogni tipo di struttura organizzativa e sono cosìrappresentate:
Occorre poi scegliere la MICROSTRUTTURA (struttura dellesingole unità organizzative), ovvero decidere mansioni eresponsabilità delle singole persone e dei gruppi di persone cheformano le unità organizzative elementari all’interno delle u.o. di base(un ufficio, un reparto, un gruppo di lavoro, un team di progetto, ecc.).
La Microstruttura
Nel decidere come strutturare le singole unità organizzative di base, èimportante tener presente i bisogni dei lavoratori che possono esseresoddisfatti tramite l’attività lavorativa e i modelli di direzione chepossono essere adottati.
In particolare, la scelta del modello di direzione è particolarmenteimportante. La modalità con cui viene esercitata la leadership, infatti,influisce sul grado di SODDISFAZIONE dei DIPENDENTI e, diconseguenza, condiziona l’EFFICIENZA e la PRODUTTIVITA’dell’impresa, ma tali influenze sono ancora spesso sconosciute osottovalutate dai dirigenti!
La Teoria X si basa sull’ipotesi che i prestatori di lavoro tendononaturalmente (ossia per caratteristiche proprie della natura umana) a nonsoddisfare le attese di comportamento espresse dall’azienda in quantol’uomo medio:
� detesta il lavoro e, se può, ne fa a meno;
� pensa al lavoro solo come ad un mezzo per ottenere una retribuzione;
� minimizza lo sforzo per ottenere la retribuzione;
� ha ambizioni scarse e non si assume mai responsabilità spontaneamente;
� non se interessa all’azienda e ai suoi obiettivi.
Proprio per queste sue caratteristiche innate, l’uomo medio deve esserecostretto, controllato, comandato, minacciato di punizioni, alloscopo di far sì che realizzi uno sforzo adeguato per conseguire gli obiettividell’impresa.
McGregor nota, infatti, che la Teoria X ha i caratteri della “profeziaautoverificante”: un assetto organizzativo coerente con le ipotesinegative sull’uomo medio CAUSA esattamente i comportamenti previstida tali ipotesi:
� le persone soggette a costrizioni ed eccessivi controlli sviluppanocomportamenti opportunistici e restrittivi;
� l’assenza di delega, e quindi l’impossibilità di esercitare un giudizio (idee,valutazioni, opinioni, ecc.) sul proprio lavoro, porta necessariamente anon avere la possibilità di dimostrare la capacità di assumereresponsabilità.
QUINDI: ad un’organizzazione che non ha fiducia nel lavoratore,consegue un lavoratore che non ha fiducia nell’organizzazione, e che,di conseguenza, adotta un comportamento passivo, indolente, pocoproduttivo, allergico alle responsabilità, arrogante.
Un dipendente insoddisfatto è un lavoratore poco efficiente e pocoproduttivo: occorre adottare un modello di organizzazione e di direzione cheporti a superare questa situazione, ovvero disegnare per il lavoratore un ruoloche possa far rientrare l’attività lavorativa tra quelle che contribuiscono asoddisfare i suoi bisogni.
Le condizioni di soddisfacimento dei bisogni secondo Maslow e Herzberg:
� Bisogni fisiologici: retribuzione (per l’acquisto dei beni necessari a soddisfare i bisogni), indipendenza economica
� Bisogni di sicurezza: sicurezza fisica, contratto di lavoro, sistemi di gestione del personale, stile di direzione, ecc.
� Bisogni di socialità: interazione, lavoro di gruppo, ecc.
� Bisogni di stima (di sé e degli altri): contenuti del lavoro ricchi e sfidanti, riconoscimenti, prestigio, ecc.
� Bisogni di realizzazione: un lavoro che permette di esprimere un’ampia gamma di competenze, autorealizzazione
Una tale ristrutturazione dei ruoli comporta necessariamente uno stile di direzionediverso rispetto a quello derivante dalla Teoria X e un radicale capovolgimento delle
assunzioni riguardanti i dipendenti. La TEORIA Y assume che l’uomo medio:
Modelli di direzione: Teoria Y
� non è avverso al lavoro, anzi lo considera un’attività naturale quanto il riposo, losvago e il gioco;
� in condizioni opportune, tende spontaneamente ad assumere responsabilità;� ha per natura un atteggiamento di lealtà e di impegno nei confronti della sua
professione;� si identifica con l’azienda, con gli obiettivi e con la professione;� è generalmente ambizioso, inventivo e creativo;� il controllo dall’esterno e la minaccia di sanzioni non costituiscono gli unici
mezzi per indirizzare gli sforzi verso gli obiettivi dell’organizzazione;� l’impegno nel perseguire determinati obiettivi è in funzione delle ricompense
associate al loro conseguimento.
Di conseguenza, se si adotta un assetto organizzativo inteso come guida al comportamento e caratterizzato da forte delega (decentramento delle decisioni), le ipotesi si autoverificano e le persone si comportano come previsto dalla Teoria Y.
Nel progettare la struttura organizzativa dell’impresa occorre, infine,scegliere come distribuire L’AUTORITÀ FORMALE:
� decentramento: a quali unità organizzative, procedendo dall’altoverso il basso, fanno capo quali decisioni;
� delega: quale grado di libertà nelle scelte è lasciato a coloro chedevono decidere.
Estremi: imprese con autorità formale molto concentrata (pocodecentramento e poca delega) o imprese con autorità formale moltodiffusa (decisioni molto decentrate e ampia delega).
Generalmente è bene che il decentramento e la delega siano ampiquando l’impresa vive in un contesto dinamico e scarsamenteprevedibile.
� il DIRITTO ufficialmente riconosciuto dall’organizzazione diCOMANDARE, e cioè di elaborare decisioni rivolte ad indirizzare
l’attività dei subordinati;
� l’OBBLIGO imposto ai subordinati di ACCETTARE quelle decisioni
come premessa per la propria condotta, senza poterle analizzare ecriticare nel merito.
Essa rappresenta il potere legittimo, attribuito ad un ruolo.
Pertanto è: impersonale (non legata ad una persona), limitata (neltempo e nello spazio), connessa ad un ruolo specifico e pertantotrasferibile da una persona ad un’altra.
L’AF può essere analizzata in relazione al POTERE: i due concettipossono coincidere (l’AF è una forma di potere, il potere legittimo),ma sono due fenomeni diversi.
Per POTERE si intende la capacità di influenzare il comportamento degli altri(“Capacità di A di far fare qualcosa a B, che B non avrebbe fatto senza l’intervento di A” R. Dahl)
Il potere è: personale (legato alle caratteristiche della persona, es. carisma, competenza,ecc.), “illimitato”, non trasferibile.
Il rapporto tra AUTORITÀ FORMALE e POTERE è variamente interpretato :
TEORIA CLASSICA NUOVA TEORIA
Tra autorità formale e potere esiste un rapporto automatico e direttorapporto automatico e diretto: all’aumento del livello di autorità
aumenta il livello di potere
1 2 3A 1 2 3P
La TC è vera solo se i dipendenti ritengono in pericolo il posto di lavoro. In condizioni normali, l’aumento del livello di autorità
Nuova Teoriadel rapporto tra autorità formale e potere
Perché?Il livello di potere effettivo è condizionato anche dall’accettazione dell’autorità daparte dei subordinati.
Se i subordinati sentono di poter agire liberamente, senza la minaccia di perdere illoro posto di lavoro o il pericolo di non veder soddisfatti i propri bisogni primari(fisiologici, di sicurezza, sociali), essi riconosceranno effettivo potere al superioresolo se “lo merita”: processo di legittimazione del leader.
Quindi, all’aumento del livello di autorità formale (conferita dall’organizzazione)segue un effettivo aumento del potere (capacità di influenzare gli altri che vienericonosciuta al superiore “sul campo” dai collaboratori) solo se il superioredimostra ai suoi subordinati di:
1. essere competente,
2. agire giustamente,
3. adoperarsi per loro,
4. coinvolgerli nelle decisioni che li riguardano. 127
E’ un modello molto diffuso nelle organizzazioni private che:
• si basa sul concetto dell’unità di comando;
• prevede che gli ordini si muovano nell’ambito di una stessa linea dicomando e in direzione discendente, senza possibilità di critica da parte dichi riceve gli ordini;
• suppone quindi che un organo di grado superiore non possa impartire ordiniad uno di grado inferiore ma appartenente ad una diversa linea di comando(Es: il direttore delle vendite non può avere autorità su un capo di stabilimento del settore
produzione);
• considera l’autorità formale generale, perché riguarda tutti gli aspetti delcompito del subordinato e presuppone che chi ha il potere di comando siacompetente su ogni materia;
• ritiene di poter influenzare i subordinati con un meccanismo di sanzioni ericompense.
E’ un modello tipico delle organizzazioni militari, ma presente a volte anche nelle aziende, che:
• prevede la possibilità per chi ha un grado superiore di dareordini a chiunque abbia un grado inferiore, con il graveinconveniente che un subordinato potrebbe trovarsi a ricevereordini contrastanti da parte di più superiori.
3) Autorità del grado
• regola: eseguire l’ordine ricevuto per ultimo, facendo rilevare ilcontrasto con l’ordine ricevuto precedentemente.
Il governo dell’impresa viene esercitato dal soggetto economicomediante strutture decisionali che possono essere molteplici.
Agli estremi delle numerose possibilità di organizzazione delprocesso decisionale abbiamo:
• La struttura decisionale burocratica: il processo decisionale èinteramente accentrato nelle mani degli organi volitivi che stannoal vertice dell’azienda.
• La struttura decisionale pluralistica organicamente integrata:il processo decisionale è decentrato, ovvero diffuso tra tutti gliorgani dell’organizzazione
� L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI (o dei soci): è un organo collegiale,dato dalla riunione dei soci, che formula la volontà degli azionisti in materiedi fondamentale importanza (cfr. slide su assemblea ordinaria/straordinaria).Elegge i componenti del CdA e del Collegio Sindacale.
� Il CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (CdA): è l’organo a cui è affidatala gestione della società. Ha poteri esecutivi (esegue quanto deliberatodall’assemblea dei soci) e decisionali. Ha la funzione di: deliberare sulla gestionedella società; convocare l’assemblea e definire l’ordine del giorno; redigere ilbilancio; curare la tenuta dei libri contabili, vigilare sull’andamento della gestione,rappresentare la società nei confronti dei terzi;
� Il COLLEGIO SINDACALE: è l’organo di controllo interno della società.Controlla l’amministrazione della società; vigila sull’osservanza della legge edell’atto costitutivo; accerta la regolare tenuta della contabilità, la corrispondenzatra libri sociali, scritture contabili e bilancio, la valutazione del patrimonio sociale,la consistenza della cassa.