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COPIONI RELAZIONALI Un’estensione del modello PNL-Sistemico nell’ambito dell’Analisi Transazionale © Modelli di Comunicazione 2017 By Annunziata Alessandro
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Copioni relazionali 2017 - Modelli di Comunicazione · COPIONI RELAZIONALI Un’estensione del modello PNL-Sistemico nell’ambito dell’Analisi Transazionale © Modelli di Comunicazione

Jan 28, 2021

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  • COPIONI RELAZIONALI

    Un’estensione del modelloPNL-Sistemico nell’ambito dell’Analisi Transazionale

    © Modelli di Comunicazione 2017

    By Annunziata Alessandro

  • © Modelli di Comunicazione

    «Tutto il mondo è un palcoscenico,

    E tutti, uomini e donne, non sono

    che attori.

    Hanno le loro entrate e le loro uscite;

    Ciascuno nella sua vita recita diverse

    parti»

    (W. Shakespeare)

  • © Modelli di Comunicazione

    t.o.t.e. competenze acquisite

    Presentazione di un caso: MARIALUISA

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    Ci facciamo un caffè?

  • © Modelli di Comunicazione

    Focus on: copioni psicologici

    Ciascuno di noi ha un copione psicologico in cui è contenuto il programmadella nostra vita, affonda le sue radici nei messaggi che un bambino ricevedai propri genitori.

    Può trattarsi di messaggi costruttivi, distruttivi o non produttivi, relativi aposizioni psicologiche che il bambino assume nei riguardi di sé stesso o deglialtri e in questo caso della gente in generale o di un particolare sesso

  • © Modelli di Comunicazione

    Tali messaggi di copione sono creatori di patologia, a vari livelli, nella misurain cui si accordano con le reali potenzialità della persona e ne limitano lasua voglia di vivere.

    La patologia può essere assai modesta e in questo caso non interferisce cheminimamente nella capacità della persona; o così grave da rendere lapersona solo una caricatura di sé stessa.

    Focus on: copioni psicologici

  • © Modelli di Comunicazione

    I copioni sono simili a incantesimi ma, in alcuni casi, servono a creare nelsoggetto un’idea abbastanza realistica, di come può impiegare le suecapacità nell’ambito della società.

    In altri casi, i copioni sviano il soggetto inducendolo a seguire un miraggiopoco realistico o scelto con risentimento.

    Focus on: copioni psicologici

  • © Modelli di Comunicazione

    C’è un momento nella vita, in cui ciascuno di noi si maschera e recita inquesto o quel modo. Quando ne acquistiamo consapevolezza possiamo peròriacquistare, almeno in parte, la capacità di respingere e rinunciare ai falsiruoli, per tornare ad essere autentici.

    Una persona autentica può scegliere il proprio destino e riscrivere il suocopione in favore della propria personale individualità.

    Focus on: copioni psicologici

  • © Modelli di Comunicazione

    Riavvolgiamo il nastro!

  • © Modelli di Comunicazione

    Esercizio preliminare

  • © Modelli di Comunicazione

    "Un vero scienziato non usa chepoche parole difficili, e solo quandonessun altra parola fa al suo scopo;

    mentre il dilettante di scienza…presume di comprendere le cosedifficili pronunciando paroledifficili!"

    (Herman Melville)

    Analisi transazionale

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    INQUADRAMENT

    O STORICO

    Anticamente parte integrante della filosofia, lapsicologia, a partire dal XIX secolo, vieneconsiderata una “scienza sperimentale” in grado diadottare gli strumenti della ricerca.

    Si tratta di una disciplina che si occupa del rapportodell’individuo con il mondo circostante e deicambiamenti che tale rapporto ha sul suo modo dipensare, di sentire, di essere.

    Psiche nell’antica Grecia era il termine utilizzato perindicare un soffio, un respiro, era cioè la parola con laquale veniva definito il principio vitale dell’essereumano.

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    INQUADRAMENTO

    STORICOPlatone, filosofo greco allievo di Socrate, nato ad Atene(428 a.C.- 348 a.C. ca) in una delle sue opere, il Fedro,rappresenta l’anima con il mito del cocchio, dell’aurigae dei cavalli.

    L’Auriga è la parte “razionale”dell’anima che deve guidare dalcocchio due cavalli, uno dei quali, ilpiù nobile, tende verso l’alto,mentre l’altro, simbolo delle passioniignobili, cerca di condurre verso ilbasso.

    Per tutta la storia del mondo, la concezione chel’uomo è dotato di una natura molteplice è rimastainvariata. La psiche è sempre apparsa come il teatrodi un conflitto: il conflitto tra il bene e il male, gliistinti inferiori e quelli superiori, l’uomo interiore equello esteriore.

  • © Modelli di Comunicazione

    INQUADRAMENTO

    STORICO

    “… vi sono volte in cui esamino le varie componenti delmio carattere con perplessità. Riconosco che sonocomposto di varie persone, e che la persona che in undeterminato momento predomina cederà inevitabilmenteil posto ad un’altra. Ma qual è quella vera? Tutte onessuna?”

    (W. Somerset Maugham)

    La virtù, è continuamente insidiata da un qualcosa insitonella natura umana, in conflitto con qualcos’altro. Ma cosasono in realtà questi “qualcosa”? All’inizio del ventesimosecolo, quando Sigmund Freud fece la sua comparsa,l’enigma venne sottoposto ad una nuova disanima, quelladella ricerca scientifica. Il contributo fondamentale di Freudconsistette nella sua teoria che le fazioni in conflittoesistevano nell’inconscio.

  • © Modelli di Comunicazione

    INQUADRAMENTO

    STORICO

    Freud, nel 1896, nella sua formulazione edefinizione della psicanalisi affermò: “Trattasidi un concetto dinamico che riconduce la vitamentale a un rapporto di spinte stimolantisi efrenantisi a vicenda”.

    Una simile definizione e leinnumerevoli elaborazioni a cui hadato via libera, possono anche essereutili agli «addetti ai lavori», ma chegiovamento recano a chi soffre?

  • © Modelli di Comunicazione

    INQUADRAMENTO

    STORICO

    Feud nasce in Cecoslovacchia nel 1856, ma sitrasferisce ben presto a Vienna, dove trascorrel’infanzia e l’adolescenza. Si iscrive alla facoltà dimedicina e si laurea in fisiologia, specializzandosisuccessivamente in neurologia. Conosce JosefBreuer, il fisiologo che con l’ipnosi cura i disturbidell’equilibrio, e si interessa ai problemi dellemalattie mentali. A Parigi frequenta le lezioni diCharcot, che rivolge la sua attenzione in modoparticolare all'isteria e all'ipnosi. Da subito Freudsi rende conto non solo che in stato di ipnosi ipazienti raccontano episodi e fatti mai svelati inprecedenza, ma anche che ciò sembra favorire illoro benessere e comunque la regressione almenotemporanea della malattia.

  • © Modelli di Comunicazione

    INQUADRAMENTO

    STORICO

    Si dedica a questo tipo di terapia, suscitandoovviamente aspre critiche nel mondo dellascienza ufficiale, e riesce a verificare che inalcuni pazienti compaiono sintomi di disturbiprofondi, non legati a stati fisici, ma a vicendeavvenute nel loro passato. La malattia mentaleè la conseguenza di un conflitto tra le pulsionipresenti in ogni individuo. Tale conflitto puòdare luogo a conseguenze anche gravi,provocando stati di nevrosi. Ma dove nasconotali conflitti?

    Freud, scandalizzando il mondo scientifico del suo tempo e non solo, giunge ateorizzare che tali conflitti hanno per lo più origine nelle esperienzeinfantili, e che i bisogni, vere e proprie pulsioni verso il piacere, quindisessualità o libido, costituiscono il nucleo profondo della natura umana.

  • © Modelli di Comunicazione

    Il neurochirurgo con la sonda

    «La verifica di qualsiasi ipotesi deve basarsi su prove evidenti!»

    Chissà quante volte Freud si sarà sentito porre questa obiezione quandoformulava la famosa teoria delle "tre istanze" di cui, per altro, mai riuscì adimostrare la validità. Finché un giorno, una quindicina di anni dopo la suamorte, comparve nel panorama scientifico mondiale un certo dr WilderPenfield.

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    Il neurochirurgo con la sonda

    Penfield condusse una serie diesperimenti durante i quali egli comunicòalla corteccia temporale del cervello delpaziente una debole corrente elettricatramite una sonda galvanica

    In ogni occasione, il paziente, sottoposto adanestesia locale, era in perfetto stato dilucidità al momento dell’esplorazione dellacorteccia cerebrale ed era in grado di parlarea Penfield il quale, nel corso di taliesperimenti, udì delle cose davverosorprendenti.

  • © Modelli di Comunicazione

    Il neurochirurgo con la sonda

    Penfield, scoprì che l’elettrodo poteva farsuscitare ricordi palesemente provenientidalla memoria del paziente.

    I fatti sembravano provare che tutto ciò dicui siamo stati coscienti è registratominutamente e immagazzinato nel cervello epuò essere rievocato al momento attuale(played back)

    Una delle conclusioni significativea cui Penfield giunse fu che lasonda faceva riemergere unricordo singolo, non un insiemeconfuso di ricordi o un ricordogeneralizzato

  • © Modelli di Comunicazione

    Il neurochirurgo con la sonda

    Una seconda conclusione fu che la reazione allasonda era involontaria!

    Ma la scoperta di maggior portata fu che ad essereregistrati in dettaglio non sono solamente gliavvenimenti trascorsi, ma anche i sentimenti legati aquegli avvenimenti.

    Il paziente riviveva in pieno l’avvenimento, non solo lo rievocava.

    Un’altra conclusione che si può trarre da queste scoperte è che il cervelloopera come un registratore ad alta fedeltà, incidendo, per così dire, sunastro, ogni esperienza, dal momento della nascita e forse anche prima.

  • © Modelli di Comunicazione

    Eric Berne – le prime ricerche

    Eric Berne aveva 35 anni quando, capitanomedico dell’esercito statunitense, gli fuassegnato il compito di sottoporre ad unabrevissima visita psichiatrica i soldati che altermine della seconda guerra mondialedovevano essere congedati.

    Il dr. Berne aveva a disposizione fino ad un massimo di un minuto e mezzoper soldato, e doveva visitare un gran numero di soldati al giorno.

    In meno di quattro mesi ne furono esaminati piùdi 25.000

  • © Modelli di Comunicazione

    Eric Berne – le prime ricerche

    Berne poneva ad ogni soldato le stesse due domande:

    – "Sei nervoso "– "Sei mai stato da uno psichiatra?"

    Osservava le reazioni complessive, posturali e comportamentali, dell’uomoche aveva di fronte, da quando entrava nella stanza a quando ne usciva.

    Sulla base di queste formulava mentalmente ipotesi su quali risposteavrebbe potuto aspettarsi .

    Berne tenne conto dei risultati e notò che le previsioni esatte raggiungevanoun’alta percentuale, tanto da poter affermare che non si trattava affatto dirisultati casuali.

  • © Modelli di Comunicazione

    Il neurochirurgo con la sonda

    «La verifica di qualsiasi ipotesi deve basarsi su prove evidenti!»

    Chissà quante volte Freud si sarà sentito porre questa obiezione quandoformulava la famosa teoria delle "tre istanze" di cui, per altro, mai riuscì adimostrare la validità.

    Finché un giorno, una quindicina di anni dopo la sua morte, comparve nelpanorama scientifico mondiale un certo dr Wilder Penfield.

  • © Modelli di Comunicazione

    Eric Berne – le prime ricerche

    Eric Berne aveva 35 anni quando, capitanomedico dell’esercito statunitense, gli fuassegnato il compito di sottoporre ad unabrevissima visita psichiatrica i soldati che altermine della seconda guerra mondialedovevano essere congedati.

    Il dr. Berne aveva a disposizione fino ad un massimo di un minuto e mezzoper soldato, e doveva visitare un gran numero di soldati al giorno.

    In meno di quattro mesi ne furono esaminatipiù di 25.000!!!

  • © Modelli di Comunicazione

    Eric Berne – le prime ricerche

    Berne poneva ad ogni soldato le stesse due domande:

    – "Sei nervoso " – "Sei mai stato da uno psichiatra?"

    Osservava le reazioni complessive, posturali e comportamentali, dell’uomoche aveva di fronte, da quando entrava nella stanza a quando ne usciva.

    Sulla base di queste formulava mentalmente ipotesi su quali risposteavrebbe potuto aspettarsi.

    Berne tenne conto dei risultati e notò che le previsioni esatte raggiungevanoun’alta percentuale, tanto da poter affermare che non si trattava affatto dirisultati casuali.

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    Eric Berne – la cibernetica

    Il Berne di questi anni è dunque uno studioso deiprocessi della conoscenza interpersonale, e sonoanche gli anni in cui si gettano le basi di una nuovascienza, la cibernetica.

    Berne è interessato a questo nuovo campo,apparentemente estraneo al lavoro clinico: sembraaffascinarlo il confronto tra il modo in cui possonocomunicare le macchine e il modo in cuicomunicano gli uomini

    Lo colpì particolarmente la distinzione cibernetica tra "informazione" e"rumore" .

  • © Modelli di Comunicazione

    Eric Berne – la cibernetica

    Ciò che nella macchina si chiama rumore, nell’essere umano ècomunicazione latente.

    Tra le persone la relazione avviene non solo a livello di scambio diinformazioni, ma soprattutto sul piano delle comunicazioni latenti.

    Nel mondo delle macchine, il rumore informa sullo stato interno dellamacchina stessa; analogamente nell’interazione umana potremmoconsiderare rumore ciò che sta fuori dal contenuto comunicato, come il tonodi voce, la mimica facciale, la gestualità, sono informazioni che fanno intuirelo stato interno della persona.

  • © Modelli di Comunicazione

    Esercizio: comunicazione latente

  • © Modelli di Comunicazione

    Analisi transazionale – la genesi

    Eric Berne sviluppò le sue teorie osservando le modificazioni dicomportamento che si verificavano in un paziente, allorché uno stimolonuovo - una parola, un gesto o un suono – attiravano la sua attenzione.

    Questi cambiamenti coinvolgevano l’espressione del viso, l’intonazione delleparole, la struttura delle frasi, i movimenti del corpo, i gesti, l’andatura e ilportamento.

    Era come se un singolo individuoracchiudesse in sé diverse persone.

    Di volta in volta l’una o l’altra di questediverse persone interne sembravanoassumere il controllo della personalitàtotale del paziente.

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    Analisi transazionale – la genesi

    La stessa persona presentava nell’arcodel tempo tre diverse modalità dicomportamento.

    Una è appropriata ad una persona cheragioni ed agisca prevedendo evalutando le conseguenze dei suoi atti

    Un’altra appare simile a quello chesarebbe l’esprimersi e l’agire di unbambino;

    Una terza modalità rivela aspettiimitativi, che fanno pensare aqualcosa di assimilato da un’altrapersona.

    A ciascuna di queste tre modalità èattribuito il termine "stato dell’io".

  • © Modelli di Comunicazione

    il gab

    Ogni persona ha tre stati dell’io che sono fonti separate e diverse dicomportamento: stato dell’io Genitore, stato dell’io Adulto, stato dell’ioBambino.

    Le indagini di Berne hanno confermato che questi tre stati esistono in ognipersona. Si tratta di registrazioni a livello cerebrale di esperienze concretedi avvenimenti interni ed esterni, i più significativi dei quali risalgono ai primicinque anni di vita.

  • © Modelli di Comunicazione

    il gab

    Tali modi di essere non sono ruoli, ma realtà psicologiche; non sono concetti(come: Io – Super Io – Es) ma realtà fenomenologiche.

    Un determinato stato è prodotto dal riascolto di registrazioni di eventiaccaduti in passato, riguardanti persone, tempi, luoghi, decisioni esentimenti reali.

  • © Modelli di Comunicazione

    il gab

    REALTÀ

    G

    A

    B

    STATO DELL’IO GENITORE

    Comportamenti, pensieri edemozioni introiettati dallefigure genitoriali. Concettodella vita inculcato

    STATO DELL’IO BAMBINO

    Comportamenti, pensieri edemozioni riproposti dal «lìed allora». Concetto dellavita sentito, provato.

    STATO DELL’IO ADULTO

    Comportamenti e pensieri,che sono risposta diretta al«qui ed ora». Concetto dellavita pensato.

    PERSONALITÀ

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    Analisi strutturale

    G

    N

    G

    P

    G

    A

    E

    L

    P

    BA

    BR

    BL

    PP

    G

    A

    B

    Genitore Normativo – Dogmi, ammonizioni,

    regole, precetti, moralità.

    Ethos – Integrazione dell’Adulto con i valori

    morali

    Bambino Libero – naturale, genuino,

    esuberante, felice.

    Logos – Adulto in senso stretto, neutralità.

    Pathos – Contatto con l’area emozionale del

    Bambino

    Genitore Precettore – Che educa senza

    aggressività o apprensione.

    Genitore Affettivo – Protezione, amore,

    conforto, sostegno.

    Bambino Adattato – paure, angosce,

    insicurezza,Bambino Ribelle – istinti, immediatezza,

    creatività.Piccolo Professore – sagacia, acume,

    intelligenza, manipolazione.

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    Analisi comportamentale

    GENITORE AFFETTIVO

    GENITORE NORMATIVO

    ADULTOBAMBINO LIBERO

    BAMBINO ADATTATO

    VOCABOLARIO

    Ti voglio bene…

    Bravo!

    Magnifico…

    Devi… Sii...

    Dovresti…

    Bisogna che…

    Ridicolo…

    Sempre…

    Come? Perché?

    Chi?

    Mi sembra…

    Quando?

    Voglio.

    Non voglio.

    Urca!

    Cavolo!

    Accidenti!

    Per favore…

    Provare…

    Sperare…

    Non posso…

    Se vuoi…

    TONO DI VOCE

    Dolce

    Soave

    Calda

    Rassicurante

    Profonda

    Severa

    Stridula

    disgustata

    Uguale

    Libera

    Forte

    Energica

    Piagnucolante

    Diffidente

    Conciliante

    GESTI

    Sorriso

    Abbraccio

    Braccia aperte

    Accettazione

    Indice puntato

    Fronte aggrottata

    Agitare e

    stringere i pugni

    Pensosi

    Vigilanti

    Aperti

    Disinibiti

    Rilassati

    Spontanei

    Imbronciati

    Tristi

    Ingenui

    ATTEGGIAMENTO

    Comprensivo

    Amorevole

    Generoso

    Autoritario

    Moralizzante

    Di giudizio

    Di minaccia

    Retto

    Valutazione dei

    dati

    Impaziente

    Eccitato

    Divertente

    Mutevole

    Sereno

    Di richiesta

    Vergognoso

  • © Modelli di Comunicazione

    L’energia psichica

    L’energia psichica o carica energetica è un concetto che Berne importa dalleipotesi Freudiane di inizio secolo, mutuate dall’allora visione fisicalista delmondo, ovvero dal concetto di energia fisica di stampo newtoniano.

    Freud ipotizzò che l’attività psichica fosse accompagnata da unatrasformazione di energia di tipo fisico.

    Data per scontata l’energia fisica, per altro misurabile con strumentiscientifici ormai di uso comune (EMG - EEG – ECG), è lecito supporre cheesista anche un’energia mentale?

    A parole sì, ma nei fatti nessuno lo potevaassicurare.

    Berne invece affermò che è possibile concepire levariazioni di stati mentali, ma soprattutto degli statidell’io, come una variazione di energia.

  • © Modelli di Comunicazione

    L’energia psichica

    «Ogni essere umano è un sistema di energie complesso,vario, pieno di forza dinamica. Come ogni altro sistemadi energia esso tende senza interruzione a raggiungereuno stato di tranquillità. A questo serve l’energia: la suamisteriosa funzione è ristabilire l’equilibrio.»

    (E. Berne)

    G

    A

    B

  • © Modelli di Comunicazione

    Contaminazione ed esclusione

    La contaminazione e l'esclusione, così come definite da Berne (1961), sonodelle anomalie della struttura psichica, rientranti in quella che egli definiscepatologia strutturale.

    Il processo di esclusione avviene mediante l’estromissione, anche parziale,nel tempo e nella estensione di stati dell’Io.

    Si produce quando i confini rigidi degli stati dell'Io non consentono all'energiapsichica i muoversi liberamente.

  • © Modelli di Comunicazione

    Contaminazione ed esclusione

    L’esclusione non è mai totale, ma riguarda specificamente alcuni contenuti.

    Ci sono sei possibilità di esclusione: tre in cui gli stati dell'Io esclusi sono duee lo stato dell'Io attivo viene detto stato dell'Io Esclusore o Costante e tre incui uno stato dell'Io, detto stato dell'Io Escluso, viene esautorato dagli altridue stati dell‘io.

  • © Modelli di Comunicazione

    Io Bambino Esclusore

  • © Modelli di Comunicazione

    Esercizio di Attivazione psichica

    I parte: da soliDisegnate, in un foglio A4, voi stessi all’interno del vostro percorso di studioc/o la nostra scuola. Potete ispiravi a simboli ed immagini metaforiche

    II parte: a gruppiFate un disegno di gruppo in cui apparite voi componenti del gruppo e leimmagini simboliche e metaforiche che sceglierete dai lavori di ognuno.

  • © Modelli di Comunicazione

    debriefing

    Quali considerazioni possiamo formulare riguardo al lavoro appena svolto?

    Quali stati dell’io si sono attivati prima, durante e dopo il lavoro individuale edi gruppo?

    Quale stato dell’io è stato più presente? Come mai?

    Quali pensieri hanno accompagnato le vostre attività manuali e relazionali?

    In che modo l’interazione con gli altri ha contribuito a cambiare lo statodell’io attivato in quel momento?

    E riguardo le emozioni vissute prima, durante e dopo, che cosa vi viene inmente?

    In che modo potrete utilizzare efficacemente questo esercizio nel counseling?

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    Quando conversiamo effettuiamo una serie di comunicazioni. In AnalisiTransazionale questo flusso di comunicazioni è chiamato catena ditransazioni. Una transazione è dunque “l’unità fondamentale del discorsosociale” (E.Berne).

    Una transazione è costituita da uno stimolo transazionale più una rispostatransazionale che avviene tra stati dell’Io specifici.

    Stimolo transazionale + risposta transazionale = TRANSAZIONE

    Per analizzare le transazioni abbiamo bisogno di 6 cerchi che diagrammano lestrutture delle due persone e almeno due vettori che indicano lo stimolo e larisposta.

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Complementare:Si ha quando un messaggio, proveniente da uno specifico stato dell’Io, ottienela risposta prevista da uno specifico stato dell’io dell’altra persona. (vettoriparalleli)

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    1° regola della comunicazione:

    Finché le transazioni rimangono complementari, la comunicazione puòcontinuare all’infinito.

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Esempi:B: «Mamma che voglia di pizza!»; G: «Non puoi… sei a dieta!»

    G: «Sono preoccupata per Giulio»; G: «Anch’io… non ha mangiato nulla!»

    B: « E’ mio questo peluche» B: «Il mio è più bello!»

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Incrociata:Si ha quando allo stimo segue una risposta inattesa: viene attivato uno statodell’io non appropriato, e le linee delle transazioni fra le persone siincrociano.

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    2° regola della comunicazione

    Quando una transazione è incrociata si ha una interruzione nellacomunicazione ed è probabile che segua qualcosa di diverso, in termini distati dell’Io coinvolti

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Esempi:G: «Martina, anche oggi è in ritardo» A: «Ho pensato di passare in copisteria appenaaperto, in modo da iniziare subito quel lavoro urgente, ho fatto male?»B: «Vieni a farmi due coccole?» A: «Abbiamo poco tempo, poi facciamo tardi»G: «Questi ragazzi d’oggi… non sanno divertirsi» A: «Ti ricordi… anche mamma a noi cidiceva la stessa cosa» B: «perché non gli facciamo vedere come giocavamo noi?»

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Ulteriori:Sono le più complesse e differiscono da quelle complementari e incrociate inquanto implicano l’intervento di due stati dell’io. Il messaggio è duplice inquanto è mascherato da una transazione socialmente accettabile

  • © Modelli di Comunicazione

    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    3° regola della comunicazione

    L’esito di una transazione ulteriore è determinato dal livello psicologicodella comunicazione, non da quello sociale, e ad esso è legata la rispostacomportamentale.

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    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Esempio:A: «Vieni a vedere la mia collezione di farfalle?»A: «Devi essere stata molto impegnata oggi… non hai mai chiamato!»A: «Mi hanno detto che a Gardaland c’è una nuova giostra!»

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    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Ulteriori (della forca):Ogni volta che rafforziamo con un sorriso le disgrazie di qualcuno, la nostrapuò essere definita la transazione della forca. Il sorriso serve infatti astringere il cappio e a rafforzare il comportamento distruttivo.

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    Le transazioni

    G

    A

    B

    G

    A

    B

    Esempi:A: «Sei proprio simpatico come tuo padre»A: «E non mi dire che non ti avevo avvisato»A: «Ti piace mentire eh?»

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    Abatantuono vs GiuratoTransazioni Duplici

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    Le transazioni

    Quando si attiva una transazione bisogna chiedersi:

    Quale stato dell’io devo

    attivare?

    Da quale stato dell’io sta parlando?

    A quale stato dell’io dei miei si

    sta riferendo?

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    Esercizi

  • © Modelli di Comunicazione

    Arrivederci a domani

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    A che gioco

    giochiamo?

    Le persone giocano fra loro dei giochipsicologici che sono simili ai giochi che sifanno in società (come il monopoli, ilbridge, gli scacchi)

    Tutti i giochi hanno un inizio, una serie diregole fisse e un tornaconto finale.

    I giochi psicologici hanno, inoltre, unamotivazione nascosta; non sono giocati perdivertirsi!

    Berne definisce il gioco psicologico come "unaserie ricorrente di transazioni, spesso ripetitive,superficialmente razionali, con una motivazionenascosta" (una serie di transazioni con il trucco)

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    A che gioco

    giochiamo?

    Perché un insieme di transazioni possa essere definito gioco sono necessaritre specifici elementi:

    1.Una serie di transazioni complementariplausibili a livello sociale

    2.Una transazione ulteriore che ha il messaggionascosto del gioco

    3.Un tornaconto finale prevedibile che conclude ilgioco e ne costituisce lo scopo reale

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    A che gioco

    giochiamo?

    I giochi impediscono i rapporti aperti, intimi e leali fra le persone;

    Si gioca per occupare il tempo, attirare l’attenzione, rinforzare vecchieopinioni su di sé e sugli altri e confermare una sensazione di fatalità.

    I giochi psicologici sono fatti per vincere, ma unapersona che se ne fa uno stile di vita non è unvincente.

    Talora per vincere il suo gioco una persona può agireda perdente (gioco del «prendimi a calci»)

    Sebbene lo neghino, le persone abituate a farequesto tipo di gioco cercano altri disposti a giocare ilruolo complementare e vogliono un «calcio» comerisposta.

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    A che gioco

    giochiamo?Ogni gioco ha una prima mossa.

    Qualche volta questa non è verbale, ad esempio:

    – girare le spalle freddamente,– sfarfalleggiare con le ciglia,– scuotere l’indice in modo accusatore,– sbattere la porta,– mettere a soqquadro la casa,– spiare il telefonino,– fare l’occhiolino,– chiudersi in un silenzio provocatorio,– Ecc.

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    A che gioco

    giochiamo?

    Altre volte la prima mossa è verbale, come:

    - «Ho un problema terribile…»

    – «Nessuno mi ascolta!»

    – «Come fai ad andare fuori vestito cosi?»

    – «Parla pure… ti ascolto»

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    A che gioco

    giochiamo?

    Altri esempi di giochi:

    «Perché non … sì ma …»

    «Il mio è meglio del tuo» (Tu sei meglio di me)

    «Se non fosse per lei/lui/loro …»

    «Povero me …»

    «Non sono d’accordo…!»

    «Se va bene a te, va bene anche a me…»

    «Cosa faresti senza di me?»

    «T’ho beccato!»

    «Guarda cosa mi hai fatto fare!»

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    A che gioco

    giochiamo?

    I giochi, abbiamo detto, rinforzano vecchie decisioni;

    Ma le vecchie decisioni non sono eterne ed è possibile cambiarle!

    Chi decide di abbandonare i giochi cerca per prima cosa di individuarli, inparticolare quelli in cui è egli stesso a fare la prima mossa.

    E’ possibile sventare un gioco, o rifiutandosi di giocarlo o rifiutandosi dipagare.

    Ad esempio, è possibile bloccare il gioco del «Si ma …», rifiutandosi di dareconsigli o suggerimenti. In questo caso, per fermare il gioco, usiamo unatransazione incrociata.

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    Il gioco del «sì… ma»

    ‒ Brontolo si lamenta…

    ‒ Biancaneve propone soluzioni

    ‒ Brontolo risponde: «Sì ma … è giusto però…»

    ‒ Biancaneve vive dapprima frustrazione, poi rabbia…

    ‒ Brontolo le dice: «Chi ti ha chiesto aiuto?»

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    A che gioco

    giochiamo?

    Secondo voi chi inizia il gioco?

    Biancaneve o Brontolo?

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    Come Spezzare il

    giocoDue sono le componenti fondamentali necessarie nell’AIUTO:

    1. richiesta esplicita

    2. accettazione/offerta

    Una lamentela non è una richiesta d’aiuto!

    L’aiuto presuppone una responsabilità al 50%: tu mi chiedi aiuto e io accettola tua richiesta – oppure – tu ti lamenti e io ti offro aiuto.

    Offrire aiuto non vuol dire proporre soluzioni ma esplicitare la propriadisponibilità

    Il «sì… ma» si spezza quindi non offrendo soluzioni bensì chiedendo: «cosavuoi che faccia per te? Posso aiutarti in qualche modo? In che modoprecisamente posso esserti utile?»

    L’altro, a questo punto dovrà esplicitare la richiesta e il gioco è spezzato!

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    Esercizio

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    Esercizi

    A gruppi:

    Riconoscete fra i vostri casi esempi di «gioco»

    Formulate ipotesi di tornaconto.

    Individuate la sequenza transazionale (come già fatto in PNL per le strategie VAK)

    ipotizzate un ipotesi di azione transazionale.

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    Il dramma del

    copione

    Secondo Fritz Perls, ognuno di noi ha due palcoscenici,quello privato, dove nel segreto dei suoi pensieri provae riprova per il futuro, e quello pubblico delle azionivisibili.

    Dice Perls: «Recitiamo a due livelli: sul palcoscenicopubblico, che è quello in cui agiamo in concreto, inmodo visibile e verificabile; e sul palcoscenico privato,quello del pensiero, delle prove, nel quale ciprepariamo per i futuri ruoli che intendiamo recitare»

    Queste «prove» sul palcoscenico privato della nostra mente possono taloraessere giustificate, ma il farne troppo ci fa perdere il contatto con la realtàgenerando eccessive preoccupazioni.

    I palcoscenici pubblici sui quali le persone recitano i loro copioni possonoessere la casa, il lavoro, la scuola, la palestra, ecc. la gente impiega leproprie energie su più palcoscenici, spesso recitando su ciascuno parti diverse.

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    Il dramma del

    copioneNella vita di ciascuno, gli eventi drammatici e i diversi ruoli che vengonoappresi, approvati e poi recitati, sono all’origine tutti determinati da un«Copione psicologico», che ha una straordinaria somiglianza con un copioneteatrale.

    Il Copione psicologico, è un programma di vita di una persona che nestabilisce la meta e il modo di raggiungerla;

    E’ un dramma che la persona recita compulsivamente, anche se può essernevagamente consapevole.

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    Il dramma del

    copione

    Drammi diversi possono avere vari livelli di costrutività, di distruttività o dinon produttività, cioè senso di immobilità.

    Le istruzioni del Copione vengono infatti programmate nello stato dell’ioBambino, mediante transazioni fra i genitori e il bambino.

    Crescendo, il bambino impara a recitare alcune parti: eroi, eroine, malvagi,vittime e salvatori e inconsciamente cerca altre persone che recitino i ruolicomplementari.

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    TIPI DI copione

    In Analisi Transazionale si annoverano varie tipologie di Copioni psicologici:

    • Copioni CULTURALI

    • Copioni SUBCULTURALI

    • Copioni FAMILIARI

    • Copioni INDIVIDUALI

    • Copioni con una MALEDIZIONE

    • CONTROCOPIONI

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    Copione culturale

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    Copione subculturale

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    Copione familiare

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    Copione psicologico individuale

    E’ probabile che noi conosciamo qualcuno che si sta avviando verso un tragicofinale-suicidio o un suo equivalente, come l’alcolismo, la droga, l’obesità,stati depressivi costanti ecc.;

    come conosciamo qualcuno che lotta per arrivare in cima, qualunque sia ilprezzo che lui o altri devono pagare.

    Conosciamo probabilmente qualcuno che ama la vita, che ama conoscere cosenuove, pensare e cambiare;

    e forse conosciamo qualcuno che continua a girare in circolo, senza andare innessun posto vivendo ogni giorno come il precedente;

    oppure ancora, qualcun altro che vive come un vegetale, limitandosi adesistere invece di vivere realmente.

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    Copione psicologico individuale

    «(…) quasi tutte le azioni checompiamo sono programmateda un copione che risale allaprima infanzia, così che lasensazione di autonomia quasisempre è un’illusione (…)»

    E. Berne

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    Copione psicologico individuale

    Il copione personale avrà sempre alla base tre domande in cui sono racchiusel’identità e il destino di una persona:

    • Chi sono?

    • Cosa sto facendo qua?

    • Chi sono tutti questi altri?

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    Copione psicologico individuale

    Le diverse esperienze possono portare a concludere:

    «Sono una nullità. Non riuscirò mai a niente, e altre nullità mi buttano giù.»

    «Ho un’ottima testa sulle spalle. Posso fare tutto ciò che decido di fare. Glialtri mi aiuteranno.»

    «Sono stupido. Nulla di ciò che faccio è mai abbastanza buono. Gli altri sì chesanno che cosa fare»

    Ecc. ecc.

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    Copione Con maledizione e

    controcopione

    Il caso di Ilaria e suo fratello Elio

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    COME SI FORMA IL

    copioneAll’inizio il copione si forma a livello Non-Verbale: i bambini o attraverso leprime esperienze del contatto fisico o venendo ignorati dagli altri, captano,come se avessero un radar, messaggi su sé stessi e sul proprio valore.

    Già nei primissimi anni di vita i bambini cominciano a capire i messaggiverbali di copione che i genitori inviano loro, i quali contengono istruzioni chein seguito i bambini si sentiranno obbligati a seguire.

    «Un giorno sarai famoso»

    «Non riuscirai mai a nulla»

    «Sei uno splendido bambino»

    «Sei proprio pazzo»

    «Sei proprio speciale»

    «Sei più lento di una lumaca»

    «Saremmo stati meglio senza di te»

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    COME SI FORMA IL

    copioneI genitori mandano messaggi sulla professione futura del bambino quandodicono:

    «Christian è proprio nato per fare l’attore»

    «Quel ragazzo non riuscirà mai a mantenersi un lavoro»

    «Che infermiera saresti!»

    «E’ troppo pigra per lavorare»

    «E’ tutto suo padre»

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    COME SI FORMA IL

    copioneOgni bambino riceve particolari istruzioni di copione relative al sesso e almatrimonio. Ad esempio: «Quando ti sposerai … », contiene un messaggioche è molto diverso da quello contenuto nella frase «Se ti sposerai … »

    I futuri ruoli e atteggiamenti sessuali di un bambino vengono influenzati dafrasi del genere:

    «Sei proprio una femminuccia»

    «Sei così mingherlino che non diventerai mai un uomo»

    «Perché non sei nata maschio!»

    «Non essere troppo intelligente bambina mia, gli uomini ne rimangono

    spaventati»

    «Divertiti pure ma non sono quelle le ragazze da sposare»

    «Il matrimonio è una trappola per sciocchi»

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    COME SI FORMA IL

    copione

    I Copioni fallimentari o non produttivi possono essere il risultato di unaprogrammazione non realistica o non accurata.

    Ad esempio una persona può venire incoraggiata a fare il dottore ol’avvocato, ma nello stesso tempo possono mancargli i messaggi riguardo iltempo, l’abilità intellettuale, l’istruzione e il sacrificio.

    In più, citando il vecchio cliché «L’importante non è quello che dici, ma comelo dici», a volte i genitori contribuiscono alla formazione del Copione delfiglio dicendo una cosa e intendendone un’altra.

    Naturalmente: «Certo che ti amo»

    Con tensione: «Certo che ti amo»

    Con rabbia: «Certo che ti amo»

    Con disinteresse: «Certo che ti amo»

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    Il triangolo drammatico di

    karpman

    Sui molti palcoscenici che la vita offre non è raro che l’intero cast deipersonaggi sappia recitare tutte le parti in tutti i giochi.

    Ognuno è in grado di interpretare di volta in volta i tre ruoli di base:Vittima, Persecutore (carnefice), e Salvatore.

    In Analisi Transazionale questo è chiamato il Triangolo Drammatico.

    V

    P S

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    La persona che si immedesima nel ruolo del Salvatore avverte la necessità diaiutare l'altro, anche se questi non ne ha effettivo bisogno.

    Egli ritiene che l'altro sia bisognoso del suo aiuto, mentre, invece, è lui cheha bisogno di sentirsi utile perché sono presenti sensi di colpa o insicurezzaed inferiorità.

    Una persona che assume tale tipologia di comportamento non deve esserefermato, perché potrebbe sentirsi tradito e diventare un Persecutore,

    ma deve essere aiutato a valorizzare la sua persona piuttosto che le sueazioni, al fine di sentirsi riconosciuto ed amato dagli altri a prescinderedall'aiuto che può fornire loro.

    Il triangolo drammatico di

    karpman

  • © Modelli di Comunicazione

    Chi assume il ruolo di Vittima valuta sé e i suoi comportamenti sempre inmodo negativo, con il conseguente atteggiamento di forte inferiorità neiconfronti degli altri.

    Egli esercita una forte attrattiva sia nei confronti del Salvatore, dal qualericeve attenzioni esagerate e talvolta inutili, sia nei confronti delPersecutore, il quale, criticandolo e maltrattandolo, lo convince sempre dipiù della sua inferiorità e delle sue insicurezze.

    Il triangolo drammatico di

    s.karpman

    Deve, inoltre, capire e convincersi che ha dentro sétutto ciò che serve per cavarsela da sola.

    La Vittima non deve essere assecondata nelle suefrustrazioni, cosa questa che giustificherebbe le suepaure inconsce, ma deve essere aiutata a valutare sestessa a prescindere dal giudizio degli altri e dall'aiutoche questi potrebbero offrirgli.

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    Per aiutare il Persecutore bisogna invitarlo ad assumere con sé e con gli altriatteggiamenti carichi di tenerezza, facendogli conoscere un differentemodo di porsi nei confronti degli altri.

    La tenerezza è un sentimento che è utile a dosare nella giusta misura amoreed odio.

    Il triangolo drammatico di

    s.karpmanE' Persecutore, colui il quale nutredisperazione e rabbia che lo spingono adassumere un atteggiamento punitivo evendicativo nei confronti di tutti.

    Egli si considera realizzato se riesce a fargiustizia, a prescindere dalle richieste e daibisogni effettivi degli altri, e nascondegioia e soddisfazione nel perseguitare glialtri dietro i suoi sentimenti di giustizia e dionestà.

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    Ognuno dei personaggi che assumono i diversi ruoli del triangolo drammaticopensano di agire in funzione del bene dell'altro, ma invece agiscono solo infunzione di ciò che è bene per sé stessi, cosa questa che porta adincomprensioni e a rapporti patologici.

    Per ovviare a ciò l'individuo deve prendere consapevolezza del suocomportamento e dei bisogni inespressi sottesi ad esso;

    per fare ciò egli deve assumere un atteggiamento logico e razionale(Adulto), al fine di chiedersi il perché dei suoi comportamenti e di quellidegli altri componenti.

    Il triangolo drammatico di

    s.karpman

  • © Modelli di Comunicazione

    Nella co-dipendenza si assumono, alternativamente, i ruoli di salvatore,persecutore e vittima.

    Si è salvatore nel momento in cui il pensiero di salvare l'altro divental'obiettivo principale della propria vita, una vera e propria ossessione.

    Proprio quest'ultima caratteristica rivela anche il ruolo di persecutore.

    Infatti l'ossessione di "salvare" se spinta all'eccesso e dura nel tempo, assumela forma di una vera e propria persecuzione.

    Riepilogo - epilogo

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    Persecuzione che si manifesta col rigido controllo dell'altro, colcolpevolizzarlo di ogni azione che compie e via dicendo.

    Nel momento in cui si fallisce sia nel ruolo di salvatore che di persecutore,ecco che si diventa vittima.

    Vittima di una persona che si ritiene sia la causa di tutti i nostri mali, chenonostante il nostro "altruismo" ci ha "respinto" al punto da farci sentirevittima.

    Questo è il gioco perverso della co-dipendenza.

    Riepilogo - epilogo

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    bibliografia

  • analisi TRANSAZIONALE e pnl

    Copioni relazionali:

    un’estensione del modelloPNL-Sistemico nell’ambito dell’ Analisi Transazionale

    FINE

    By Annunziata Alessandro© Modelli di Comunicazione 2017