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TUTTO_MISURE - ANNO 19, N. 02 - 2017 ANNO XIX N. 02 ƒ 2017 ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO / Torino - nr 2 - Anno 19- Giugno 2017 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ” TUTTO _MISURE TUTTO _MISURE EDITORIALE Sapere? Saper fare? Saper evolvere! IL TEMA Segnali e dati di misura GLI ALTRI TEMI Le misure degli aridi Materiali di riferimento ALTRI ARGOMENTI La pagina di ACCREDIA La 17025: Personale - parte III Metrologia e contratti Smart Metrology WWW .TUTTOMISURE.IT AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA
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Jul 27, 2022

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LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORIORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

TUTTO_MISURETUTTO_MISURE

EDITORIALESapere? Saper fare? Saper evolvere!

IL TEMASegnali e dati di misura

GLI ALTRI TEMILe misure degli aridi

Materiali di riferimento

ALTRI ARGOMENTILa pagina di ACCREDIA

La 17025: Personale - parte IIIMetrologia e contratti

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A F F I D A B I L I T À& T E C N O L O G I A

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Palmer scarl - Centro LAT 085(Lunghezza, massa e volume)[email protected]

INTRODUZIONE

Le immagini delle distruzioni e deicrolli nel Centro Italia, conseguenzadelle recenti scosse telluriche, hannofortemente colpito la nostra sensibilitàdi cassinati orgogliosi delle remini-scenze benedettine e di studiosi dellemisure. Al cospetto di quel cumulo dimacerie che attualmente è la “Log-gia delle Misure” per gli aridi,sul fianco della Basilica di San Bene-detto in Norcia, sono riaffiorati ricor-di di una visita di quelle vestigia: iCampioni di volume per gli aridi (gra-naglie e legumi) ci avevano commos-so facendo risuonare corde sia metro-logiche sia benedettine.

La Loggia, infatti, era uno dei tantimonumenti di radice metrica checostellano le città o gli antichi borghispecie nel Centro Italia. Cittadine che

hanno saputo mantenere nel loro pa -trimonio edilizio una forte connota-zione storica diventando testimonian-za o, meglio, museo a cielo aperto.Un’attrazione unica e irripetibile per ilturismo culturale. In tutte queste città,storicamente sedi di mercati, la garan-zia della “fede pubblica” nelle transa-zioni basate sull’uso di strumenti dimisura avveniva, infatti, tramite “cam-pioni” delle unità di misura in uso residisponibili per un rudimentale ma effi-cace “confronto”.La riferibilità metrologica, e cioè quel-la proprietà di una misurazione diessere riconducibile, a meno dell’in-certezza, al valore del campione tra-mite una catena ininterrotta di “con-

fronti” (tarature), nei tempi storici cuirisale la Loggia era pragmaticamenterealizzata inchiavardando nei muridelle chiese o dei palazzi pubblici

prospicienti le piazze mercatali: leunità di lunghezza (ad esempio Aci-reale, Asti, Atri, Ferrara, Rimini), ivasi per gli aridi (Norcia), le improntedei coppi per i tetti (Ascoli Piceno),ecc.Questo al fine di poter fornire al com-pratore (indifeso/ignorante) la possi-bilità di verificare che la merce, acqui-stata a misura, fosse stata quantifica-ta, cioè misurata, correttamente dalvenditore nel rispetto delle unità inuso.Riferibilità che oggi è la ragione pri -ma dei Laboratori o centri di taraturaLAT del Dipartimento di Taratura diACCREDIA, in attuazione delle vigen-ti disposizioni legislative (Leggi273/91, 99/09, 84/16) che recepi-scono le Direttive Europee sulle misu-re, nel pieno rispetto dei vigenti accor-di internazionali di mutuo riconosci-mento che sono alla base del mercatomondiale governato dalla WorldTrade Organization – WTO.Testimonianze e pagine della storiadella metrologia e dei mercati poconote e apprezzate, che sono intrise dicontenuti sociali e storici di estremointeresse per la memoria dei comuniusi e delle conoscenze stratificatesinelle diverse epoche e società. Esse,

THE DRYNESS OF THE “ARIDI” MEASUREMENTSThe recent seismic events in Central Italy have brought back to the minds ofthe Cassino cultural world the rememberings of the visits to the “Loggiadegli Aridi” of Norcia, beside the church of San Benedetto. In the article,the Aridi measurements and their standards are presented, in the light of thefuture restoration of the Loggia.

RIASSUNTOI recenti eventi sismici in Centro Italia hanno riportato alla luce ricordi divisite alla “Loggia degli Aridi” di Norcia. Nell’articolo le misure degli Aridie i suoi campioni vengono ricordati e descritti, in vista di un loro restauro.

LA METROLOGIA NELLE ZONE TERREMOTATEPaolo Vigo, Agostino Viola

Storia di patrimoni culturali da recuperareGLI

ALTRITEMI

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L’aridità delle misuredegli aridi

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Figura 1 – Alcuni esempi di campioni metriciDa sinistra: La Loggia delle Misure per gli aridi – Basilica di San Benedetto – Norcia (PG); Campione di lunghezza inchiavardato sulla facciata

del duomo di Atri (TE); La Loggia dei Mercanti – Duomo di Ascoli Piceno (AP); Forme dei coppi – Duomo di Ascoli Piceno (AP)

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inoltre, confermano l’assoluta bontàdi quella rivoluzione metrica illu-minista, che in campo metrico, do -po un cammino di millenni costellatodi riferimenti nei “Libri” (NdA: “Noncommettere ingiustizia nei tribunali,né con le misure di lunghezza, né coni pesi, né con le misure di capacità.Avrete bilance giuste, pesi giusti”LEVITICO Cap. 19, 3536; “Nonavrai nel tuo sacco due pesi uno gran-de ed uno piccolo. Una bilancia falsaè in abominio al Signore, ma del pesoesatto egli si compiace” DEUTERO-NOMIO (25, 13); “Guai ai frodatorisul peso, i quali, quando richiedonodagli altri la misura, la pretendonopiena” CORANO, Sura 83), d’innu-merevoli realizzazioni ed editti (laPila di Carlo Magno o le pietre milia-ri – Fig. 3 – delle strade imperialiromane), o di definizioni antropomor-fe delle unità collegate ad esempioalle dimensioni degli arti dei regnanti,mise ordine con l’adozione delSistema Metrico Decimale –SMD tra le diverse unità e i differenticampioni di misura. Unità di misurache, merce per merce, territorio perterritorio, nazione per nazione sierano nel corso dei secoli consolidatenegli usi dei diversi luoghi o so cietà,spesso seguendo criteri diversi e/ometodologie differenti, talvolta in ap -parente contrasto. Sistemi e unità dimisura che rappresentavano nei fat tianche una forma di protezionismoe/o di recondito abuso delle classicol te nei confronti degli ignari.Rivoluzione metrica che, a differenzadei regnanti, dei generali, dei politicie delle loro effimere glorie, nel corso

del XIX secolo, in nome della Ragio-ne, dell’Universalità dei principi dellascienza, e dell’uniformità e semplicitàche caratterizza la scala decimalenei multipli e sottomultipli, sbaragliòquella congerie di unità e campionidi unità di misura di radice antropo-morfa che aveva permeato ogni mer-cato o delimitato i campi di cono-scenze e usi nelle diverse arti o pro-fessioni.Campioni e unità di misura con un in -dubbio valore storico e sociale, pro-prio come i vasi della Loggia delleMisure di Norcia, che ben testimo-niano, da un lato, la spinta alle cono-scenze sviluppate in tema di metrolo-gia e merceologia per le esigenze delMercato e della sua regolazione, dal-l’altro, un’organizzazione della socie-tà parcellizzata in tante piccole comu-nità e in tanti micropoteri tipica delleepoche non moderne. Un caposaldodel Mercato unico, dell’Europa dei cit-tadini e non dei sudditi, risiede pro-

prio in quell’universalità e riproducibi-lità dei campioni e delle misure poisancita, per la prima volta a “livelloeuropeo”, nel 1875 dall’ancora vi -gente Convenzione del Metro.Trattato internazionale che, dapprimatramite il Sistema Metrico Decimale -SMD e oggi tramite il Sistema Interna-zionale delle unità – SI, risponde conefficacia all’esigenza di un modellosocietario unico e universalmente ap -plicabile e replicabile basato sugli irri-nunciabili principi di uguaglianza egaranzia che reggono e regolano damillenni i mercati.Un’universalità e riproducibilità di mi -sure e campioni che, partendo dallesue dotte radici (il campione semanti-camente è la migliore realizzazionecon le tecnologie disponibili), ha poisaputo e voluto unificare con un lin-guaggio unico e con regole semplici efacilmente comprensibili da tutti la de -scrizione e la quantificazione dell’uni-verso fisico, fine ultimo della scienza

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Figura 2 – Altri esempiDa sinistra: Campioni di lunghezza e volume – Comune di Asti (AT); Lapide del Duomo di Acireale (CT) che definisce e confronta il metro di Parigi con le unità dimensionali tipiche della Sicilia e di Napoli – Castello Estense di Ferrara: Campione di lunghezza;

Palazzo dell’Arengo di Rimini: Campioni di lunghezza e forme per materiali da costruzione

Figura 3 – Pietra miliare lungo la via Traiana (a sinistra) Pila di Carlo Magno (XV sec.) (a destra) Museo delle Arti e Mestieri di Parigi

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delle misure. Tuttavia, gli attuali trend storici e politicisem brano invece oggi voler contraddire tutte dette con-quiste, dando fiato quasi a un “negazionismo metrico”che auspica il ritorno ai localismi e alle unità di misuradi tempi ormai remoti.Nello specifico settore delle misure per gli aridi, tipica-mente collegato alla quantificazione dei prodotti agrico-li quali le granaglie e i legumi – definiti aridi in quantola loro conservazione e commercializzazione richiedeun basso contenuto in umidità – la “Loggia delle Mi -sure”, sul fianco di San Benedetto a Norcia, rappre-senta una magnifica e monumentale materializzazionein nove contenitori di pietra delle diverse “quantità involume” necessarie per fornire la riferibilità al fiorentemercato locale dei legumi, prodotti tipici della zona (lelenticchie di Castelluccio di Norcia -– prodotto DOP – nesono oggi un esempio più che noto).Mercato che avveniva scambiando la merce confezio-nata e trasportata in sacchi il cui contenuto poteva es -sere verificato in un semplice e rapido contradittoriotra le parti riempiendo “a raso” detti volumi o vasicam pione, che oltretutto erano forniti di spatole metal-liche per poter, una volta riempiti, essere colmati finoall’orlo (il diffondersi delle bilance o addirittura delleselezionatrici ponderali a contenuto predeterminato dioggi era allora inimmaginabile). Solo per le noci, lenoc ciole e similari la quantificazione in volume avve-niva invece “a colmo”, con lo spontaneo determinarsinei vasi riempiti di merce di una piramide/cono cen-trale caratterizzata – merce per merce – da un’altezzadi equilibrio diversa in ragione della grandezza (gra-nulometria) della frutta secca oggetto di misura, mercedi per sé poco adatta alla realizzazione di una super-ficie uniformemente pari agli orli, richiesta invece dallaregola “a raso”.La metrologia della grandezza volume, utilizzata siaper gli aridi sia più spesso per i liquidi è, se così sipuò dire, inflazionata di problematiche simili a quellesopradescritte delle quantificazioni “a raso” e “a col -mo”. Ad esempio, nella vendita alla mescita dei liquidiquali il vino o altre bevande alcoliche, la riferibilità me -trologica per la fede pubblica ancor oggi è realizzatadall’apparentemente semplice confronto del livello delliquido con una riga di riferimento (direttiva MID2014/32/UE) quest’ultima resa evidente sui volumicampione (bicchieri o bottiglie di differenti forme e dinorma trasparenti) utilizzati per le transazioni commer-ciali. Valori dei volumi “garantiti” nella mescita per iquali quella “incontrollabile fenomenologia” che portamolti liquidi a generare schiuma sulle superfici libereesposte all’aria (birra, latte, detersivi, ecc.) diventaincertezza da tenere in conto per le regolazioni presta-zionali metriche imposte dalla garanzia del mercato(alla riga di riferimento andrebbe talvolta aggiunta unadoppia piccola tacca che renda percepibile suddettaincertezza nella determinazione del volume tramite illivello).

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Chissà quante volte i rappresentantidella nobiltà o del clero, che nellediverse epoche storiche e/o organiz-zazioni statali precedenti la moderni-tà ebbero il privilegio della conserva-zione e diffusione dei campioni dimisura, vessarono i più ignoranti odeboli utilizzando indebite (fraudolen-te) applicazioni per gli aridi dellaregola “a colmo” (tanto che gli edittimetrici tipici del XIX secolo nell’indivi-duazione delle unità volumetrichedegli aridi spesso arrivarono a fareesplicito obbligo di adottare semprela regola “a raso”) o, nel commerciodei liquidi, utilizzando contenitori(non trasparenti) deformati ad arte neiloro fondi (Fig. 5).Nello specifico settore dei prodottiquantificati e commerciati in volume(sia aridi sia liquidi) numerose e diver-

sificate sono le unità di misura con ra -dice antropomorfa e territoriale anco-ra oggi adottate. Unità che non soloresistono negli usi nonostante i divietiespliciti previsti dall’adozione del SI,che impone i m3, ma che spesso con-dizionano l’intera catena distributivae commerciale. Tali unità e campionidi volume risentono, infatti, nella loroadozione/definizione, sia delle “dositipiche” diverse merce per merce, siadella “trasportabilità” dei contenitori.Caratteristiche queste che, per forza dicose, nelle diverse epoche storiche enei differenti luoghi di commercializ-zazione e per le differenti merci, dove-vano sempre rispettare la regola “amisura d’uomo”, il che ad esempio sipalesa nelle tipicità dimensionali deivolumi alla mescita per il vino (calice)o per la birra (boccale).

Per queste ragioni non è facile orien-tarsi né trovare una regola di unitarie-tà nelle unità tipiche per i volumidiverse dal m3, in una congerie divalori e rapporti per le differenti unitàe anche per i loro multipli e sottomul-tipli (spesso non scalati in via decima-le ma con criteri: per i sottomultipli del½ ¼ tipici delle dosi, e per i multi-pli ispirati invece alla trasportabilitàdei grandi contenitori). Utili in talsenso sono di norma le tabelle di con-versione che riportano valori numeri-ci – spesso caratterizzati da tantissimecifre decimali – per consentire i raf-fronti e le conversioni tra le unità o,come detto, tra i loro multipli e sotto-multipli.Anche in questo caso l’analisi storicaconforta la tesi che la complessità e ladiversificazione delle unità in uso, seda un lato trova giustificazione nel-l’intento più che corretto di fornire perciascuna tipologia di merce un’infor-mazione sia sulla quantità sia sullaqualità della merce stessa, dall’altrorappresenta una forma implicita diprotezionismo che poi diventa abuso(questa volta dei mercanti, per logicaprofondi conoscitori dei localismi edelle qualità merceologiche e metro-logiche dei mercati) nei confronti de -gli ignari, ai quali volutamente nonvengono fornite informazioni sui crite-ri e sulle unità adottate. Per quantoattiene il tentativo di riuscire a fornirenella misura la doppia informazionesu quantità e qualità della merce esulla connessa difficoltà attuativa nepuò rappresentare esempio la resi-stenza mai doma in tema di proprietàterriere agricole esercitata dai pro-prietari e dai notai stessi nei confrontidelle are e degli ettari imposti (dap-prima dallo SMD e poi dal SI) nellecompravendite delle proprietà terrie-re. Proprietà o, meglio, appezzamen-ti che ancora oggi si misurano e ven-dono a moggi o tomoli o con altre tipi-che unità locali, ritenute più familiari egiuste nella percezione collettiva e sto-rica da ciascuna comunità.Dette antiche unità agrimensorie, in -fatti, basano la loro definizione su“arabilità” o altre proprietà caratteri-stiche dei terreni legate alle rese tipi-che dei campi (nel moggio la discen-

Figura 4 – Campioni di volume Bicchiere con tacca di riferimento MID – Tabella di conversione volumi, www.convertworld.com

Figura 5 – Campioni di volume per carburantiSerbatoio campione per verifiche su distributori di carburanti

Fondo di un serbatoio campione per verifiche su distributori di carburanti opportunamente “regolato”

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mantato la metrologia e i suoi attuato-ri di quella “aridità” che indubbia-mente numeri e nomenclature non fa -miliari, e all’apparenza prive di qual -siasi logica, spontaneamente ingene-rano nei non addetti, ai quali numeri,nomi e tabelle appaiono più il risulta-to di scienze occulte che non il sem-plice confronto tra campioni di misuradi natura diversa. Tutto questo unitoalla verifica poliziesca delle fro dimetriche che ha nell’immaginario col-lettivo purtroppo generato spontanearepulsione per la metrologia e offu-scato agli occhi dei più quell’affasci-nante ricerca della perfezione che èinvece insita nella realizzazione, ma -nutenzione e diffusione del campione,radice prima delle scienze metrologi-che.Sempre in tema di unità in volume difluidi (liquidi e gas) e dei loro usi econ versioni metriche, la confusione di -

volume da usare per la dose giorna-liera di vino concessa.A parità di nomenclatura dell’unitàriportata nei Libri l’autore, amante delbuon vino, propende per quella diradice “greca” un po’ più grande dellitro e mezzo nonostante quella diradice “latina”, leggermente più pic-cola, molto probabilmente fosse nellenormali conoscenze e usi di San Be -nedetto. Dose di vino della Regolache, sia per la misura di radice grecasia per quella latina (ricordiamo che ilvecchio fiasco impagliato era all’incir-ca 1,54 litri), oggi ci appare ancheeccessiva, ma che va contestualizzatanella dieta di allora estremamente po -vera di proteine.Tabelle delle diverse unità di volume(per aridi e per liquidi) e valori nume-rici di conversione che spaventano inon addetti e che hanno, secondo gliscriventi, anche la colpa di aver am -

denza tra l’unità di volume moggio el’estensione del terreno che coltivato agrano riesce a produrne un volumeproprio pari al moggio è esemplare ene giustifica anche la grande variabi-lità territoriale) e forniscono, quindi,al compratore/venditore informazionioltre che sull’estensione anche sullaqualità dell’appezzamento in terminidi coltivazioni e raccolti.A conferma di questo si pensi chenegli usi del Regno delle due Sicilie ilmoggio napoletano era diverso daquello della confinante pianura nola-na. Pianura questa che, grazie alleinnumerevoli eruzioni vesuviane conemissioni di ceneri e lapilli susseguite-si nei secoli riusciva a garantire, aparità di estensione dell’appezzamen-to, raccolti più numerosi nell’anno.Divertente infine è una dotta discus-sione sull’interpretazione della Regoladi San Benedetto in merito all’unità di

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venta massima e ancora oggi imperaquando, con lo sviluppo di mercatiquali quelli petroliferi e del gas natu-rale, le quantità in gioco, misurate involume, non solo si collocano tipica-mente su valori e scale poco familiariai non addetti (barili), ma essendo talivalori in volume strettamente correlatiallo stato termodinamico del combu-stibile (liquido o gas) spesso richiedo-no una loro definizione, cosiddettanormalizzata, cioè riferita a valoristandard. Valori di quantità di sostan-za espressi in volumi normalizzati ostandard: quelli che il liquido o il gasog getto di quantificazione assumereb-be nelle condizioni prefissate (stan-dard) di pressione (ipotizzata pari aquella atmosferica a livello del marei.e. 1013,25 hPa) e temperatura (ipo-tizzata pari a 0 °C i.e. 273,16 Knella dizione normalizzata e invecepari a 15 °C nella dizione standard).Ne consegue ad esempio che i cam-pioni di volume impiegati per le veri-fiche periodiche sui complessi di misu-ra di carburanti liquidi (che a oggi inItalia vengono ancora commercializ-zati in volumi senza prevedere unacorrezione in funzione della tempera-tura dell’erogato come invece corret-tamente accade in moltissimi paesistranieri) vengono solo in rari casitarati mediante tecnica volumetrica(più semplice ed economica) in quan-to le tolleranze richieste dai regola-menti nazionali – DM n. 32 del18/01/2011 – possono essere rea-lizzate solo tramite la taratura gravi-metrica e cioè misurando la massa(grandezza invariante) di liquido con-tenuta nel serbatoio campione [prece-dentemente “preparato” i.e. con lepareti interne bagnate per riprodurrele effettive condizioni di utilizzo], rica-vandone poi il valore in volume me -diante la misura della densità/tempe-ratura del fluido.Per i combustibili gassosi, che di nor -ma vengono vettoriati e commercializ-zati in specifiche reti distributive tec-nologiche (gasdotti) che ormai inner-vano la maggior parte dei territori for-temente antropizzati, i valori dellequantità transatte, standard o normal-m3, si ricavano:– o dalla sommatoria dei volumi ele-

mentari che “riem -piono/svuotano”con continuità lecamere (voluminoti) generate dalmovimento stes-so del fluido inun “contatore divolumi” costituitoessenzialmenteda un rotore chegira in una cassa[nel caso di quan-tità non molto gran -di, cioè di utentidomestici o di in -dustria leggera];– o tramite il va -lore della “porta-ta in volume” (volume per unità ditempo) m3/h misurata, e poi integrataper i tempi di erogazione [nel caso diutenti industriali o grandi complessiresidenziali].Metri cubi m3 che – contabilizzati omisurati – devono essere “corretti” omeglio “standardizzati” in funzionedelle pressioni e temperature di ero-gazione.Il mercato dei combustibili (liquidi ogassosi) è ovviamente finalizzato allaloro utilizzazione quali “generatori dienergia” ed è quindi corretto che letransazioni commerciali avvenganonon più in volumi o in volumi standar-dizzati, ma utilizzando o, meglio, mi -surando proprio la loro energia. E al -lora gli standard o normal-m3 ricavatidalle sopra descritte misurazioni/con-tabilizzazioni vanno moltiplicati per idi versificati e poco noti contenutienergetici tipici (poteri calorifici) diciascun combustibile, dando in talmodo valore proprio alla loro capaci-tà di generare energia (per unità dimas sa) che è la quantità oggetto ditransazione commerciale.Altro che scienze dell’occulto per ilcon sumatore “ignorante”, altro cheregole “a colmo” e “a raso”: la misu-ra della portata in volume di un fluidoV⋅ moltiplicata per il tempo di eroga-zione e “corretta” o “standardizzata”in temperatura e pressione diventa labase della transazione commercialecioè delle bollette energetiche, sem-pre che il gas erogato abbia un valo-

re noto e costante del potere calorifi-co che viene per così dire “misurato egarantito” dal distributore il quale hal’obbligo di esplicitarlo nella fattura-zione energetica.Valore del potere calorifico del gasnaturale distribuito nelle reti che, conil consolidarsi di un mercato mondia-le del gas aperto nel quale le diffe-renti provenienze geografiche e lediversificate tecnologie produttive(gas naturale fossile – NG, gas natu-rale liquefatto LNG, shale gas, bio-metano, ecc.) convivono, anzi vengo-no messe in una continua competizio-ne, diventa elemento transattivo criti-co nei protocolli e codici di gestionedelle reti distributive e nelle connessefatturazioni.Si aggiunga a tutto questo che dettomercato aperto del gas prevede an -che una completa miscelabilità nellereti distributive territoriali dei gas didette provenienze/tecnologie “bio”,con immissioni locali talvolta an cheimposte o meglio favorite dalle politi-che energetiche e ambientali dei sin-goli territori/stati. Questo in nomedella loro origine “naturale” che ren -de esenti dette quote di gas dall’esse-re contabilizzate nei bilanci dellaCO2 prodotta.Si auspica che con l’avvento e diffu-sione delle tecnologie SMART neglistrumenti di misura delle reti tecnolo-giche distributive le complesse (specieper il gas naturale) operazioni dimisura sinteticamente descritte venga-

Figura 6 – Tarature dei serbatoi campioneFase di preparazione (lavaggio) alla taratura LAT del serbatoio campioneDeterminazione del volume del serbatoio mediante metodo gravimetrico

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Paolo Vigo è Professore Ordinario di Misure e regolazioni termoflui-dodinamiche nel Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica dell’U-niversità di Cassino e del Lazio Meridionale. È stato Rettore dell’Uni-versità di Cassino dal 2001 al 2009. È stato Presidente del ConsiglioScientifico dell’Istituto di Metrologia “G. Colonnetti” del CNR di Tori-no (oggi INRIM) e Consigliere di Amministrazione dell’Istituto Nazio-nale di Ricerca in Metrologia – INRIM di Torino 2006-2012. È Presiden-

te del Palmer, Parco Scientifico e Tecnologico del Lazio Meridionale dal 2008. È statoVice Presidente di ACCREDIA dal 2010 al 2015 e oggi è Presidente del Comitato diCoordinamento delle Amministrazioni Socie. I principali temi di ricerca sono relativi a:Misure Meccaniche e Termiche, Trasmissione del Calore, Fluidodinamica, Comfort eInquinamento Ambientale, Energia e Fonti Rinnovabili. In questo ambito ha sviluppatoattività di ricerca nel settore della misura dell’energia (flussi di energia termica e di gasnaturale), misure di temperatura, misure di volume e portata nei settori civile e indu-striale. Ulteriore tematica di ricerca è rappresentata dallo studio del benessere ter-moigrometrico negli ambienti indooor e dell’inquinamento da polveri aerodisperseindoor e outdoor.

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per i soli addetti ai lavori con unacompleta sconfessione dell’anelito illu-minista che ha tanto contribuito aglisviluppi della metrologia.

delle pure declaratorie o, ancor peg-gio, verranno percepiti come insop-portabili obblighi burocratici voluta-mente espressi in linguaggi di gergo o

no rese almeno comprensibili dal sin-golo utente “ignorante” al quale, inve-ce che tentare di fornire dati orari det-tagliati e ridondanti dei propri consu-mi energetici termici in ossequio alleodierne tendenze o mode mutuatedalle specificità delle reti distributiveelettriche, il contatore intelligente(SMART) fornisca al singolo utente(del gas o dell’energia termica daimpianto centralizzato o da teleriscal-damento) dati macroscopici e/o ditendenza dei propri consumi che loaiutino effettivamente a perseguirequelle singole logiche e/o comporta-menti virtuosi che poi possono tra-dursi negli auspicati risparmi nazio-nali delle fonti energetiche e nel con-tenimento delle emissioni da combu-stione.Obiettivi globali che se non accom-pagnati da una riferibilità spinta maresa anche comprensibile resteranno