Fulvio Adobati – Giuseppe Ruscica Maria Claudia Peretti, Tinuccio Grisi A.A. 2013/2014 Corso di Laurea in Ingegneria Edile - Università degli Studi di Bergamo C.I. Progettazione architettonica (modulo tecnologia degli eleme C.I. Progettazione architettonica (modulo tecnologia degli elementi costruttivi) nti costruttivi) + (modulo di composizione architettonica) + (modulo di composizione architettonica) Contenuti e articolazione del corso Contenuti e articolazione del corso L’obiettivo centrale del corso è di percorrere e approfondire i temi che definiscono il progetto di architettura alle diverse scale, come risposta possibile a un quadro di bisogni espresso in un contesto dato. L’approccio assume quale opzione di fondo lo sforzo di esplicitare i principi insediativi attraverso la elaborazione di una adeguata sapienza contestuale a tema e luogo di progetto. Il corso si propone di sviluppare altresì elaborazioni progettuali su particolari costruttivi Contenuti e articolazione del corso
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Contenuti e articolazione del corso · C.I. Progettazione architettonica (modulo tecnologia degli eleme nti costruttivi) + (modulo di composizione architettonica) ... citta ’ e
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Fulvio Adobati – Giuseppe Ruscica
Maria Claudia Peretti, Tinuccio Grisi
A.A. 2013/2014
Corso di Laurea in Ingegneria Edile - Università degli Studi di Bergamo
C.I. Progettazione architettonica (modulo tecnologia degli elemeC.I. Progettazione architettonica (modulo tecnologia degli elementi costruttivi) nti costruttivi) + (modulo di composizione architettonica)+ (modulo di composizione architettonica)
Contenuti e articolazione del corsoContenuti e articolazione del corso
L’obiettivo centrale del corso è di percorrere e
approfondire i temi che definiscono il progetto di
architettura alle diverse scale, come risposta possibile a
un quadro di bisogni espresso in un contesto dato.
L’approccio assume quale opzione di fondo lo sforzo di
esplicitare i principi insediativi attraverso la elaborazione
di una adeguata sapienza contestuale a tema e luogo di
progetto.
Il corso si propone di sviluppare altresì elaborazioni
progettuali su particolari costruttivi
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Il corso prevede lo sviluppo di temi sviluppati attraverso
lezioni teoriche e laboratori di applicazione alle
sperimentazioni progettuali. Dovrà poi inquadrare la
proposta descrivendo le fasi operative e gli interventi
tecnici necessari.
L’articolazione dei 6+1 temi di lavoro:
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1 OSSERVARE , METTERSI ALL’ASCOLTO E IMPARARE A
CAPIRE : ANALIZZARE IL CONTESTO E DEFINIRE IL
PROBLEMA
Progettare significa mettere le proprie competenze a
disposizione per la soluzione di un problema.
Progettare un’architettura significa intervenire in un
ambiente cioè in un sistema complesso di elementi che si
intrecciano e si stratificano l’uno sull’altro.
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2 IL TEMA DEI TEMI: LO SVILUPPO SOSTENIBILE
IL PROGETTO COME INDIVIDUAZIONE DI OBIETTIVI-
AZIONI LOCALI E COSCIENZA GLOBALE
Si indagheranno i concetti di luogo e di paesaggio,
l’evoluzione del rapporto uomo/spazio insediato, con
cenni di riferimento alle diverse forme di organizzazione
spaziale e territoriale, in particolare nei contesti europeo
e nordamericano. Verranno illustrati i fenomeni in atto
nella città contemporanea, le trasformazioni delle forme
di città (da città a città metropolitana, città regione,
megalopoli…) delle politiche di competizione e di rilancio
delle città, delle forme di governance urbana. In
particolare verranno indagate politiche e progetti per la
città intelligente (smart city)
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3 IL PROGETTO COME RISPOSTA ORGANIZZATA E
MULTIDISCIPLINARE A UN PROBLEMA: LAVORARE IN
RETE, FARE SINTESI EFFICACI E OPERATIVE
Creatività, sintesi di fantasia e concretezza.
Verranno analizzati alcuni esempi di celebri progettisti
contemporanei ( Renzo Piano, Big, Rem Koolhas, Ove
Arup…) mettendo in luce l’organizzazione degli studi e
quindi analizzando il mestiere del progettista come
risposta imprenditoriale alle richieste della
contemporaneità
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4 IL PROGETTO COME MOMENTO DI COMUNICAZIONE,
CONDIVISIONE E TRASMISSIONE DI UNA PROPOSTA: GLI
STRUMENTI DELLA RAPPRESENTAZIONE
Analisi di esempi: disegno tecnico, simulazioni, plastici,
filmati, fotografia…
Gli strumenti di comunicazione e la rappresentazione
quale parte fondativa dell’ideazione e del pensiero.
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5 GLI STRUMENTI TECNICI DEL PROGETTO
D’ARCHITETTURA
Dal progetto di massima al progetto esecutivo.
Dall’idea iniziale all’appalto dei lavori .
Analisi degli elaborati di un progetto.
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6 RECUPERO – RESTAURO - RIUSO – RICICLO
Conservazione e trasformazione.
Strumenti dell’intervento sull’esistente.
Dal progetto di massima al progetto esecutivo.
Dall’idea iniziale all’appalto dei lavori .
Lo sviluppo dei vari passaggi.
Analisi degli elaborati di un progetto.
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+1 LABORATORIO PROGETTUALE
Le esemplificazioni progettuali verranno dedicate al tema
della rigenerazione, riqualificazione, adeguamento del
patrimonio esistente e cioè a uno dei nodi centrali della
città contemporanea .
Potranno riguardare:
- Un tema-contesto urbano
- un quartiere
- un singolo edificio
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SAPER VEDERE
Le guide turistiche ci conducono abitualmente a visitare i
monumenti architettonici più cospicui delle città, quelli di
maggiore dimensione che sono anche, spesso, quelli di
rilevante interesse estetico, selezionati con il punto di vista
della storia dell’arte, quasi sempre quelli delle città più
grandi che dispongono di rilevanti risorse.
Così il paesaggio di tutte le città appare sostanzialmente
omogeneo, un tessuto di case scarsamente interessanti –
se non quando abbiano le facciate decorate dei palazzi
rinascimentali europei o degli haveli del Rajastan, e di
recente quelle pittoresche dei nostri centri storici – sul quale
emergono codesti edifici monumentali, in un’ottica che di
fatto accomuna le città europee a quelle di ogni parte del
mondo, Notre Dame a Parigi analogo alla moschea Blu a
Istambul o al Taj Mahal ad Agra.
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Ma le cose non stanno così, perché ogni città europea –
diversamente da quelle di ogni altra parte del mondo –
costituisce nel suo insieme di case e di edifici
cospicui un’opera d’arte, e come tali dobbiamo diventare
capaci di vederle, una capacità di vedere che è poi la
medesima dopotutto necessaria anche per apprezzare quei
medesimi monumenti architettonici segnalati dalla guida,
altrimenti in buona sostanza anch’essi poco leggibili: chi
saprebbe poi, al ritorno da un viaggio, ricordare perché la
cattedrale di Amiens è così diversa dall’abbazia di
Westminster a Londra se non ha prima almeno letto
qualcosa sul mondo degli architetti gotici?
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Perché sia possibile considerare un manufatto come opera
d’arte – con tutti i distinguo sollecitati da questa
nozione nel campo delle teorie filosofiche – occorre in
buona sostanza che sia stato pensato da un artista con una
consapevole intenzione estetica e che questa intenzione
venga riconosciuta e apprezzata da qualcuno, quanto meno
dal suo committente o meglio ancora da un suo pubblico:
così per un quadro, una statua, un edificio.
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Come i cittadini in quanto individui mostrano la propria
volontà estetica nelle case la civitas nel suo insieme la
mostra nei suoi temi collettivi - la cui realizzazione conforta
i cittadini della loro stessa esistenza come civitas - il proprio
rango nei confronti della altre città, temi collettivi che la
nostra comune esperienza insegna essere per questo i
medesimi in tutte le città europee, dal villaggio alla capitale,
come le matrjoske russe distinte per la loro dimensione ma
non per i loro disegni.
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Nella loro lunga vicenda gli europei hanno invece messo in
campo le strade e le piazze tematizzate - questa sì
un’invenzione originalissima, senza eguale in nessuna città
al mondo –, piazze e strade con un loro nome e con un loro
riconoscibile ruolo, con loro specifiche caratteristiche
materiali e collocate particolari siti: sono la piazza principale,
la piazza del mercato, la piazza del convento, il prato della
fiera, la piazza della chiesa, la piazza monumentale, la piazza
nazionale, e la strada principale, la strada monumentale, la
strada trionfale, la passeggiata, il boulevard, il viale
alberato.
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Ora sappiamo che l’apprezzamento di una città richiede
una lettura lenta del suo stile, e come non potremmo dire
di conoscere Guerra e pace perché ne abbiamo scorso
riassunto o ne abbiamo visto il film, così la lettura di una
città richiede il suo tempo, richiede attenzione per i suoi
dettagli, richiede riflessione sul suo stile: dobbiamo
percorrerla a piedi lentamente senza venire travolti
dall’ansia di visitarne tante riempiendone un immaginario
carniere, ma piuttosto dedicando a ciascuna il riguardo che
merita, senza trascurare tutti quegli
aspetti contemporanei - le vetrine dei negozi o i menu dei
ristoranti - che costituiscono l’espressione più recente e
vivace di quelle medesima civitas della quale la generazione
presente costituisce l’epigono e che ha poi, a saperla
riconoscere, la medesima volontà di forma incorporata nei
suoi muri secolari.
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Le parole chiave della sostenibilita ’
• Consapevolezza• Responsabilita ’• Sussidiarieta ’• Rispetto della dimensione locale
e delle sue specificita ’• Ridefinizione condivisa del
concetto di “ bene comune ” a partire dall ’urgenza della crisi ambientale
COMMISSIONE U.E (2001) Governance. Un libro bianco
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LUOGHI FISICI E COMUNITA ’ SOCIALI - I PAESAGGI ABITATI –L’Architettura non basta
I CONTENITORI SONO STRAORDINARIAMENTE SIMILII CONTENUTI STRAORDINARIAMENTE DIVERSI
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“ L’evoluzione della citta ’ e l ’evoluzione dei cittadini sono due processi che devono svolgersi insieme ”
IL TERRITORIO E ’ UN SISTEMA DI VALORI CHE METTE IN RELAZIONE CHI ABITA DANDO UN SENSO COMUNE ALLE FORME ED AI PAESAGGILA COSTRUZIONE DELLA CITTA ’ NON PUO’PRESCINDERE DALLA COSTRUZIONE DELLA POLIS
e DEI SUOI MODI.
PATRICK GEDDES 1854- 1932
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RI-STABILIRE UN LEGAME TRA I LUOGHI E COLORO CHE CI ABITANO E’ UNO DEI TEMI CENTRALI DELLE CITTA’ CONTEMPORANEE
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COMMON GROUND
"Architecture. Possible here?"
"Home-for-All"
Miyato-Jima Reconstruction Project
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Progettare città non consiste nel coordinare in un quadro unitario le domande più diverse, da quelle propriamente materiali – il piano del traffico o quelli del rumore o dei servizi - a quelle manifestate dai cittadini nelle occasioni più disparate, a quella di nuove case rappresentata dagli imprenditori immobiliari o a quella della grande distribuzione con i suoi shopping center, perché ciascuna di queste domande ha motivazioni sue proprie, tra loro diverse e incommensurabili, sicché il loro realizzarsi o il loro declinare o il loro modificarsi cambiano di per se stessi i presupposti del quadro del quale cerchiamo la coerenza, un quadro con la pretesa di essere stabile nel tempo che non è tuttavia in grado di imprigionare una realtà mobile.
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Ma la città europea è il terreno della libertà e quale sia il “vero bene” dei cittadini è un campo aperto pertinente alla civitas, che quotidianamente lo affronta con le procedure della sua democrazia: sicché, ogni volta che immaginiamo quale dovrà essere il comportamento a priori più conveniente trattiamo gli uomini non come fini - dei quali ampliare le chance di scelta - ma come mezzi, perché ipotizziamo uncriterio di funzionamento della città che considera prevedibili (e quindi di fattocoartabili) i comportamenti, riducendone implicitamente la libertà: i piani più rigorosisono quelli dei regimi totalitari, quelli che registrano la disperazione dei sudditi e chediventeranno subito obsoleti appena riconquistata la libertà.
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(...) Tuttavia, se i singoli temi hanno scopi pratici di rilievo secondario e soprattuttomodificabili col tempo, la bellezza della città, della quale sono gli elementi portanti,incorpora a sua volta il fine sociale primario, connaturato stabilmente ai suoi tempi millenari, di fare dell’urbs l’habitat appropriato di una civitas – unica al mondo - aperta, mobile, democratica ed egualitaria: i temi collettivi, per il loro intrinseco carattere di espressione dell’intera civitas, costituiscono infatti un riconoscimento simbolico immediatamente percepibile dell’appartenenza di una casa all’urbs – e dunque della famiglia che la abita alla civitas - riconoscimento consistente in modovisibile nella loro evidente prossimità, così marcata nelle silhouette di certe cittàmedievali, dominate e protette dalle guglie delle loro cattedrali.
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A progettare le città vorrei evocare una figura nuova con un atteggiamento mentale diverso da quello dell'urbanista contemporaneo, non immaginato più come un esperto con una verità da imporre ma piuttosto che dolcemente suggerisce –il magister urbis - che non ritiene e neppure desidera di insegnare o di costringere, che ha tenerezza per la città e per i cittadini, e che crede di avere il compito essenzialmente gioioso di incoraggiare tutti a sognare la propria urbs: i cittadini devono trovare in lui chi dàsuggerimenti rendendo palese a loro stessi quello che avevano nel fondo del cuore,che lascerà in tutti con le sue idee una traccia di affezionato rimpianto anziché l'amarezza degli eccessi vincolistici o la lontananza dei punti di vista strettamente disciplinari.
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E’ possibile che oggi la mancanza di un soddisfacente universo simbolico, la sfiduciache la modernità sia capace di realizzare cittàcosì belle come quelle del passato induca da un lato ad affezionarsi morbosamente non soltanto ai centri storici ma a qualsiasi modesto reperto di cascinali vecchi o di capannoni dismessi, e dall’altro a chiedere alla città nel suo insieme soprattutto l’efficienza meramente meccanica di un congegno progettato per soddisfare bisogni materiali, rivendicando strade, asili,scuole, ospedali, piste ciclabili, metropolitane e quant’altro, tutte cose che tuttavia –come i gasometri o gli acquedotti o gli altri ordigni che la tecnica mette sul nostrocammino e che svettano talvolta sul suo skyline – appartengono alla sfera del necessario e sono privi di qualsiasi significato simbolico.
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La consapevolezza che la bellezza dell’urbs è la sfera nella quale i cittadini dei diversi ceti vengono integrati in una immagine unitaria ci induce soprattutto a evitare che in futuro si rinnovi l’inconveniente di questi ultimi cinquant’anni, di periferie nelle quali sopravvivono cittadini privi del loro universo simbolico, strappati al loro habitat appropriato come gli animali selvaggi rinchiusi nelle gabbie degli zoo, e se codesto spaesamento non costituisce sempre il tema di una loro esplicitarivendicazione è perché, non essendo chiaro come potrebbero evitarlo, hanno rinunciato a prenderne coscienza, come forse il leone prigioniero non ha più nostalgiadella savana: ma noi non vediamo perché dobbiamo essere così attenti alla solitudine degli animali selvaggi e così disattenti al nostro stesso habitat.
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La consapevolezza che la bellezza dell’urbs è la sfera nella quale i cittadini dei diversi ceti vengono integrati in una immagine unitaria ci induce soprattutto a evitare che in futuro si rinnovi l’inconveniente di questi ultimi cinquant’anni, di periferie nelle quali sopravvivono cittadini privi del loro universo simbolico, strappati al loro habitat appropriato come gli animali selvaggi rinchiusi nelle gabbie degli zoo, e se codesto spaesamento non costituisce sempre il tema di una loro esplicitarivendicazione è perché, non essendo chiaro come potrebbero evitarlo, hanno rinunciato a prenderne coscienza, come forse il leone prigioniero non ha più nostalgiadella savana: ma noi non vediamo perché dobbiamo essere così attenti alla solitudine degli animali selvaggi e così disattenti al nostro stesso habitat.