-
cristiani nel mondo
In questo numero SPECIALE XVII ASSEMBLEA MONDIALE CVX-CLC A
BUENOS AIRES Gli interventi e la Relazione finale La Lettera di
Francesco Il Diario dei delegati
Rivista della CVX Comunità di Vita CristianaAnno XXXIII ·
Settembre-Dicembre 2018 · Nº 3
CondividendoBuenos Aires
CondividendoBuenos Aires
-
2 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
Via del Caravita 8A - 00186 Roma
Direttore responsabileMassimo Nevola S.I.
Comitato di direzioneAntonio Salvio (direttore)Michele Cantone
Patrizia GiordanoTiziana Casti Daniel NapoliRita Cecco Laura
ScagliaCiro Chirico Paola SchipaniFrancesca Collu Paola
Tomasini
Comitato di redazioneMassimo Gnezda (caporedattore)Raffaele
MagroneAnna MuroloMassimo Nevola S.I.Francesco Riccardi
Direzione e amministrazioneVia del Caravita, 8A - 00186 Romatel.
346 471 9681e-mail: [email protected]
Progetto graficoGiampiero Marzi
Chi desidera dare un contributo per le spese di realizza-zione
della Rivista, può farlo – specificando il motivo delversamento –
tramite:conto corrente postale nº 76224005, intestato a:
Cristianinel Mondo, Via del Caravita 8A, 00186 Roma;bonifico
bancario: c/c intestato a: Comunità di Vita Cri-stiana Italiana
(CVX Italia), Via del Caravita 8A, 00186Roma; coordinate bancarie:
BPM, Ag. 1, Via di CampoMarzio 67/68, 00186 Roma; IBAN: IT21 T
0503403201 00000 0125472.
Periodico bimestrale TelematicoRegistr. Tribunale di Roma nº 34
del 22.1.1986
Non è stato sempre possibile reperire gli aventi diritto per
lariproduzione delle immagini. L’Associazione è comunque
adisposizione per l’assolvimento di quanto occorra nei
loroconfronti.
cristiani nel mondoRivista della CVXComunità di Vita Cristiana
d’Italia
3 EDITORIALERiscoprire il gustodi vivere in assembleaDI P.
MASSIMO NEVOLA S.I.
4 ASSEMBLEA MONDIALE DI BUENOS AIRESI quattro «tripodi» per
essereChiesa nel mondoDI MAURICIO LÓPEZ OROPEZA
12 CONSIGLIO ESECUTIVO E CVX MONDIALEDi ritorno
dall’AssembleaMondialeDI DENIS DOBBELSTEIN
14 IL DOCUMENTO FINALECvx, un dono per la Chiesae per il mondo21
XVII ASSEMBLEA MONDIALELa nostra storia di GraziaDI MARÍA MAGDALENA
PALENCIA GÓMEZ30 ASSEMBLEA MONDIALE DI BUENOS AIRESUna comunità
laica di discernimento al servizio
della riconciliazioneDI P. ARTURO SOSA S.I.
35 XVII ASSEMBLEA MONDIALEIl Diario dei delegatiDI TIZIANA
CASTI, DANIEL NAPOLI, MASSIMO NEVOLA S.I., ANTONIO SALVIO47 LE
COMUNITÀ SI RACCONTANOGli Esercizi per famigliedella Cvx «Arrupe»
di Bologna
DI LORENZO MANARESI
49 I CAMPI CON GLI OCCHI DEGLI ADULTILa scelta giustaDI COSTANZA
E GIOVANNI PASANISI
IN QUESTO NUMERO
In copertina e nelle pagine interne: foto del sito ufficiale
dell’Assemblea Cvx, per gentile concessione
-
Assemblea, una parola cara al Sessantotto,che in nome del
collettivismo volevasoppiantare il sistema economico e so-
ciale del liberismo. La storia ha avuto il suocorso e ha dato
torto a quel sessantotto. Troppierrori antropologici (ricordate
l’uomo a una di-mensione?) hanno determinato il tramonto
diun’illusione. Già dai primi anni ottanta infattiil riflusso nel
privato ha segnato la riscossa te-nace e implacabile del
neo-liberismo. La Chie-sa (ecclesia in greco vuol dire appunto
assem-blea) non è rimasta immune da tanto contagioe al
conciliarismo, vaticinato dai più dopo ilVaticano II, si è
progressivamente tornati a for-me di clericalismo talora velate,
spesso concla-mate. L’argomento ritorna però alla ribalta.Nella
Chiesa universale infatti papa Francesco,dichiarando guerra aperta
al clericalismo (dipreti e di laici), chiede che la sinodalità
divengala prassi ordinaria del modo di procedere sianella Chiesa
universale sia nelle chiese locali.Sinodalità che non equivale a
parlamentini. In-dica percorso di coinvolgimento di tutte
lecomponenti ecclesiali. Indica discernimentocomune sulle scelte da
compiere per adattare acircostanze di un mondo in continuo
muta-mento, l’Annuncio e le esigenze eterne del Van-gelo.
Sinodalità e discernimento equivalgono aricerca comune delle vie di
Dio, di ascolto del-lo Spirito Santo. L’ultima assise sulla
missionenel mondo giovanile è stata al riguardo deter-minante.
Molteplici le resistenze, ma alla finel’Assemblea dei Vescovi ha
recepito. Non si tor-na più indietro: Francesco ha avviato un
circo-lo virtuoso. I nemici, i clericali di sempre, do-vranno
farsene una ragione: non si tratta di ri-nunciare ad idee che
possono legittimamenterappresentare anche il dissenso, ma di
abdicarealla ricerca del potere in nome della religione edel
Vangelo. Non si possono servire due padro-ni! La Chiesa è
Comunione, non è monarchiaassoluta, non è oligarchia di
privilegiati, fosseroanche saggi, buoni e colti. Comunione è
parte-cipazione, è consegna delle proprie libertà e di-
sponibilità nel servizio umile, spesso nascosto enon
riconosciuto.Nella Comunità di Vita Cristiana, che ha dapoco
concluso la sua XVII Assemblea mondia-le, il termine echeggia un
po’ ovunque in riu-nioni e convegni. «Cvx un dono per la Chiesa
eper il Mondo», lo slogan di un evento che ha vi-sti riuniti oltre
230 delegati provenienti da tut-to il mondo, un evento al quale –
insieme adAntonio, Daniel e Tiziana – abbiamo avuto lagrazia di
partecipare. Non vi sono stati nuoviorientamenti, non decisioni
apostoliche concre-te. Quelle della precedente Assemblea di
Beirutrestano ancora tutte valide. Famiglia, Globaliz-zazione e
Povertà, Ecologia e Giovani restano leprincipali frontiere del
nostro impegno aposto-lico. A Buenos Aires ci si è concentrati
piuttostosul metodo, sul modo di procedere proprio del-la Cvx. Non
tanto per ribadirlo in astratto(avremmo sprecato tempo e soldi)
quanto perincoraggiare processi locali di discernimento sucome
incarnare le quattro priorità apostolichedi Beirut. Non è stato
facile compiere un discer-nimento in comune con 230 e oltre
persone. Etuttavia i laici ignaziani della Cvx ci hanno pro-vato.
Così come i gesuiti radunati nella Congre-gazione Generale 36ª che
ha portato il p. Artu-ro Sosa ad essere il trentesimo successore di
S.Ignazio. Un metodo che apparentemente lasciaun po’ delusi quelli
che cercavano una dichiara-zione forte contro le politiche di
chiusura degliStati rispetto al fenomeno mondiale della
mi-grazione. Un metodo però che, rimandando al-la fedeltà agli
orientamenti che esprime il Magi-stero pontificio, chiede sforzi
congiunti alla ri-cerca di piste attuative di quegli
orientamentiche, anche se belli ed importanti, possono resta-re al
livello di proclami e quindi condannati allasterilità. La carità
consiste nel fare piuttosto chenel parlare. Ciò che Ignazio afferma
nella pre-messa alla Contemplatio ad Amorem resta il no-stro
principio.
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 3
EDITORIALE
Riscoprire il gustodi vivere in assembleaDI P. MASSIMO NEVOLA
S.I.
CONTINUA A PAGINA 5
-
I. La porta d’ingresso: Contemplazionedell’incarnazioneHo voluto
cominciare questa condivisione conquesta riflessione di p. Pedro
Arrupe che consi-dero una delle frasi che più hanno segnato ilmio
servizio e la mia missione dentro il bel cam-mino della Cvx.
Un’asserzione chiara, potente eprofetica che ci colloca in mezzo al
mondo e cichiama a rispondere con il meglio di quello checi è stato
donato come grazia nella Cvx.Siamo un bel mosaico di diversità,
disegnato nelcuore e sul palmo della mano del Dio della vitache
tanto ci ama. Ama tutto il nostro spettro dicolori e la nostra
vastità di forme, tradizioni,età, esperienze, tappe spirituali, Lui
ci vuoleparte del suo progetto d’incarnazione cosi pro-prio come
siamo.Senza dubbio, il centro della nostra identità e lasorgente
della nostra vocazione nel mondo ri-siede nella Contemplazione
dell’Incarnazione. Lanostra opzione come Cvx è frutto di una
chia-mata dello Spirito a camminare nel progetto diDio, ma che non
ci appartiene. Pertanto, dob-biamo toglierci i sandali per sostare
su questosuolo santo (Es. 3,5). Nella nostra identità Cvx,il centro
della nostra esistenza è questo ricono-scimento di un Dio che per
puro amore s’incar-na e ci invita a partecipare al Suo
progetto(Principi Generali [PPGG] della Cvx n. 1)Vi invito a
disporci interiormente per accettarela sfida di abbracciare questo
bellissimo proces-so che non inizia oggi, ma che fa parte di
questameravigliosa rivelazione progressiva di Dio nei50 anni di
Cvx, parte dei 450 anni delle comu-nità laicali ignaziane e
nell’intervallo di questi 5anni del nostro pellegrinaggio tra il
Libano eBuenos Aires. Chiudendo per un momento gliocchi chiediamo
la conoscenza interiore della
Grazia dell’Incarnazione di Dio nella Cvx ripor-tando alla
memoria i volti concreti che dannoun senso al nostro essere Cvx
oggi. Preghiamoinsieme mentre entriamo in quest’AssembleaMondiale
attraverso la porta d’ingresso dei no-stri Principi Generali: «Le
tre Persone Divine, ri-volgendo lo sguardo sull’intera umanità così
divisadal peccato, decidono di donarsi totalmente a tut-ti, uomini
e donne, e di liberarli dalle loro schia-vitù […] inserito tra i
poveri e condividendo la lo-ro condizione, invita tutti noi a
donarci ininter-rottamente a Dio e a lavorare per
l’unitàall’interno della famiglia umana […] [Dio] ci sol-lecita
inoltre a prendere coscienza delle nostre gra-vi responsabilità, a
cercare costantemente le rispo-ste alle necessità del nostro tempo
e a lavorare contutto il Popolo di Dio e con tutti gli uomini
dibuona volontà per il progresso e la pace, la giusti-zia e la
carità, la libertà e la dignità di tutti gliuomini» (nn.
1-3).L’unica ed essenziale ragione d’essere della no-stra comunità,
così come quella di ogni creden-te che matura la sua fede, è quella
di vivere pie-namente per addentrarci in questo cammino disequela
di Cristo e con Lui collaborare alla re-denzione della nostra
umanità.
II. Un segno profondo di gratitudineChe meravigliosa grazia
poter trovarci insiemequi, in comunità, e desiderando ardentemente
econfidando che il buon Spirito irrompa con for-za nei nostri cuori
durante i prossimi giorni. Perquesto è necessario cominciare
dicendo grazie.Sono tante le mani e i cuori che hanno
lavoratoinstancabilmente per rendere possibile questoincontro e per
disporre dei mezzi affinché tuttosia propizio in quest’Assemblea e
per il nostrodiscernimento.
4 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
ASSEMBLEA MONDIALE DI BUENOS AIRES
I quattro «tripodi»per essere Chiesa nel mondoDI MAURICIO LÓPEZ
OROPEZA, Presidente uscente del Consiglio Esecutivo della Cvx
mondiale
«Non ho paura del mondo nuovo che sorge. Piuttosto ho paura che
la Cvx abbia poco o niente da offrire a quel mon-do, poco o niente
da dire o fare, che possa giustificare la nostra esistenza. Non
pretendiamo difendere i nostri errori,ma neanche vogliamo
commettere il più grande di tutti: quello di aspettare a braccia
conserte e non fare nulla perpaura di sbagliare» (padre Pedro
Arrupe S.I., adattato per la Cvx)
-
Il bello e sfidante momento di un veroKairòs nella nostra
ChiesaStiamo esperimentando un genuino kairòs comechiesa e come
Cvx, vale a dire, il tempo propizionel quale Dio si fa presente in
maniera speciale eindubitabile per illuminare ancora di più il
no-stro camminare. Questo tempo speciale va oltrei nostri successi
o meriti, e va pure oltre i nostrifallimenti o debilità. Di fatto,
questo kairòs è uninvito a lasciarci toccare di più dalla realtà e
ri-spondere a questa con ciò che siamo e abbiamo,magari essendo
dono per la Chiesa e per il mon-do con il meglio della nostra
Identità LaicaleIgnaziana. Questo kairòs non ha niente a che fa-re
con gli aspetti cronologici della nostra vita chesono sempre
limitati, e per questo motivo dob-biamo liberarci dalle affezioni
disordinate chetante volte ci portano a volere controllare
tutto,misurare tutto, dirigere tutto. Diamo spazio alloSpirito
perché soffi come voglia in mezzo a noi.Questo momento speciale che
stiamo vivendocome Chiesa e come umanità può essere com-preso solo
dagli occhi della speranza credente.Può essere un’opportunità per
la Cvx o può es-sere un evento in più che ci sfugge tra le manise
abbiamo la pretesa di appropriarcene per dar-gli la nostra propria
immagine, interpretandolosoltanto per mezzo delle nostre proprie
catego-rie auto-referenziali.In alcuni momenti, alla fine di
un’appassionatacondivisione su questo kairòs di Dio, mi chiede-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 5
Tra pochi giorni ricorderemo nelNatale, la Kenosis di Dio. In
GesùCristo «che non considerò un tesorogeloso la sua uguaglianza
con Dio,ma svuotò se stesso assumendo lacondizione di servo» (Fil
2, 6-7), noiabbiamo il Principio e Fondamentodel nostro essere
Comunione diSanti.L’Assemblearismo fallisce sempre se
non parte da questo Principio e Fon-damento. Lo sanno bene e lo
condi-vidono anche fedeli di altri credi reli-giosi (o addirittura
dei non credenti)che, pur non riconoscendo in Gesùdi Nazareth
l’Unigenito Figlio del-l’Altissimo, leggono nell’umiltà da
luicomunque testimoniata ed insegnata,la chiave per la riuscita del
loro viverecollettivo.
L’augurio per il Natale sia allora la ri-scoperta del gusto del
vivere in as-semblea, piccola o grande che sia: do-ve il primo è
colui che serve, dove ilfine è l’attuazione della volontà diDio e
lo statuto la buona Notizia chei fratelli si amano senza
giudicarsi,aiutandosi in tutte le loro necessità.Una dolce utopia,
senza la quale perònon ha più senso riunirsi.
CONTINUA DA PAGINA 3
Mauricio López Oropea, presidente uscente della Cvx-Clc
mondiale.
-
INTERVENTO DEL PRESIDENTE MONDIALE USCENTE
6 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
vano maggior chiarezza, maggior dettaglio, unaspiegazione quasi
accademica, Una risposta im-portantissima, ma impossibile per me,
di elabo-rare con parole. Perciò ho chiesto aiuto alla mi-gliore
teologa che conosco e a chi ho sollecitatoa far pervenire un video
con una chiara spiega-zione sistematica, dottrinale e escatologica
perpresentare in modo chiaro cosa significa questokairòs. Sono
certo che con questa presentazionenon ci rimarrà alcun dubbio.
Facciamo molta at-tenzione alla ricchezza di questa cattedra
kairòti-ca: (video:
https://www.youtube.com/watch?v=YMi0rbWDSrg)Questo è il migliore
modo nel quale posso spie-garvi questo tempo di kairòs. È mistero,
è espe-rienza di Dio, è non trovare le parole per direquello che si
muove dentro di noi, e allo stessotempo esprimerlo tutto con lo
sguardo. È sen-tire per la prima volta la forza irrefrenabile diDio
che scuote tutta la nostra interiorità. È spe-rimentare la bellezza
nella semplicità, è volereabbracciare tutto e sentire che non c’è
altro spa-zio che per il cuore. È sentire un fuoco interio-re che
ci muove a un di più. Questa teologia faun’eloquente esposizione
del magis per noi cheviviamo e vibriamo con questa
spiritualitàignaziana. È sperimentare Dio in un modo taleda
desiderare ardentemente di vivere solo nel-l’amore. È l’esperienza
di uscire dagli EserciziSpirituali vivendo tutto con occhi nuovi,
anchese apparentemente nulla è cambiato. È una ca-pacità interiore
di sintonizzarsi finemente conla voce di Dio.Se non vediamo quello
che sta succedendo nelmondo, nella Chiesa, e nella propria Cvx, che
èsegno di questo kairòs, allora dobbiamo rivedereil nostro sguardo
di fede. È credere di fronte adogni disperazione, è l’inquietudine
speranzosache ci porta a lavorare per il Regno che è già quie non
ancora. È amare la Cvx come fonte di vitache ci sprona ad andare
incontro alla realtà percondividere il meglio della nostra
spiritualitànelle periferie, qualunque esse siano. È vibrarecon la
speranza che ci da quello che Papa Fran-
cesco ci propone oggi, ma riconoscendo che ènostro compito
lavorare ogni giorno perchéquesto si realizzi. È prendere coscienza
che quelseme seminato più di 50 anni fa dallo Spirito at-traverso
il Concilio Vaticano II, e che è stata sor-gente di vita per la
nostra propria storia lunga50 anni come Cvx, sta oggi dando frutti
concre-ti che vanno nella logica di metterci in uscita,perché ogni
acqua viva che ristagna finisce perperdere la sua purezza. È tempo
di discernerecome comunità mondiale in questo kairòs, che èin
continuità con tutto il nostro camminare co-me Cvx. Per questo
siamo qui oggi.
IV. Purificare l’intenzione: Cvx un donoper la Chiesa e per il
mondo?La Cvx è una grazia nelle nostre vite e, pertan-to, sentiamo
che è un dono ricevuto da Dio.Questo deve aiutarci a confermare
qualcosa cheè importante esplicitare e che ci può sfuggire:che: la
Cvx è un mezzo, non un fine in se stessa.È un mezzo propizio,
bellissimo che ha rappre-sentato per noi moltissime speranze e
allegrie,anche nei momenti di grande buio o difficoltà,ma è un
mezzo.Nelle circostanze del nostro mondo d’oggi, unmondo pieno di
ferite materiali ed esistenziali,non è difficile che, per la forza
e la ricchezza del-la vita comunitaria e spirituale della nostra
Cvx,alcune persone abbiano la necessità di crearsi l’i-dea
sbagliata che la comunità sia l’oasi che lesalva dalla realtà e che
in questo culmini il cam-mino. La Cvx, fedele alla sua tradizione
ignazia-na negli Esercizi (EESS), mira a liberare le per-sone dalle
loro affezioni disordinate per cercaree trovare la volontà divina
nelle loro vite. Que-sto cammino trova il suo culmine nella
cono-scenza interiore del Signore Gesù e del suo pro-getto per più
amarlo, meglio servirlo e seguirlonel suo itinerario, che si dirige
ai margini, versoquelli che sono esclusi.Mi permetto di presentarvi
quattro tripodi sucui appoggiarsi per rispondere alla chiamata
adessere dono per la Chiesa e per il mondo.
-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 7
La Cvx è un mezzo, non un fine in se stessa. È un mezzo
propizio, bellissimo,
che ha rappresentato per noi moltissime speranze e allegrie,
anche nei momenti
di grande buio o difficoltà, ma è un mezzo.
1º. Tripode: Tre inganni che dobbiamo«affrontare» nella Cvx.A.
Autoreferenzialità. Definire la nostra iden-tità come comunità
unicamente in funzionedelle nostre proprie interpretazioni,
unicamentedalla nostra esperienza particolare – anche sequesta
fosse molto valida – ci può rendere inca-paci di rispondere alla
nostra maggior chiamataa costruire il Regno, a Sentire con la
Chiesa, arispondere alle grida della realtà. La nostra espe-rienza
comunitaria è il riflesso della rivelazionedi Dio e ci deve
invitare a guardare sempre at-traverso il Vangelo la novità che ci
si presenta.E, pertanto, utilizzare i nostri documenti e i no-stri
strumenti come mezzi, tanto-quanto ci con-ducano al maggior
fine.
B. Autosufficienza. Credere che quello che giàabbiamo e facciamo
basti e sia tutto quello chepossiamo raggiungere. Pensare che il
nostromodo di vivere l’itinerario Cristo-centrico siaper crescere
individualmente o soltanto nel miopiccolo gruppo o per avere una
fede più
profonda che ci renda più pieni in modo isola-to. Dobbiamo
superare la tentazione di esserecomunità che rimangono intrappolate
nella lo-gica della 1ª Settimana degli EESS. È necessa-rio andare
più in là ed entrare nel discernimen-to della 2ª Settimana dalla
conoscenza interioredi Cristo e che porta all’uscita da sé per
conse-gnarsi alla Sua sequela nella 3ª Settimana, nellaquale le sue
opzioni di vita lo portano a esserecrocifisso. Senza questo
itinerario completonon potremo vivere la pienezza della
nostrachiamata che ci introduce nella 4ª Settimana,vale a dire,
alla Contemplazione per raggiunge-re l’amore.
C. Autocompiacimento. Sentire che bastiamo anoi stessi e che non
c’è altro più in là della no-stra comunità. Questa è la grande
tentazione,giacché ci impedirebbe guardare negli occhi ilrostro di
Cristo presente e crocefisso nel mondoe che ci chiede di uscire da
noi stessi per andareal suo incontro. La nostra è
fondamentalmenteuna spiritualità dell’incarnazione.
-
8 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
ASSEMBLEA MONDIALE DI BUENOS AIRES
2º. Tripode: Tre atteggiamenti dal sentirecon la ChiesaA.
Collegialità. Saper dialogare, sul serio, peridentificare insieme
gli aspetti essenziali dellanostra missione. Identificare insieme i
non nego-ziabili. Rispettare la diversità di voci, abbraccia-re
posizioni diverse che arricchiscono, ma affer-mare il discernimento
comunitario come l’uni-co cammino per definire la rotta comune.B.
Sinodalità. Camminare insieme e nella stessadirezione. Trovare i
mezzi necessari per trovare,rispettando le enormi diversità della
realtà, unritmo che sia propizio e che ci permetta di avan-zare in
maniera costante verso il nostro maggiorfine, verso quello che Dio
sogna per noi.C. Comunione. Vivere profondamente l’espe-rienza di
Dio in comunità. Si può dialogare ecamminare insieme con senso solo
quando fac-ciamo esperienza della presenza del divino co-me
l’elemento che ci unisce, ci mantiene uniti eche ci permette di
superare tutte le difficoltàproprie di una comunità così diversa
come lanostra.
3º. Tripode: Tre disposizioni di fronte almondoA. Metanoia.
Conversione radicale del cuore.Solo chi si trasforma interiormente
può assume-re pienamente la chiamata di Dio. Cioè andareal più
intimo dell’interiorità e lasciarsi trasfor-mare interamente e
dalla radice per disporsi aquello che sarà la volontà di Dio. Nel
mondod’oggi c’è bisogno di tornare alla radice, trovaresenso,
abbracciare il Principio e Fondamentoperché tutto il resto trovi il
suo corso.B. Alterità/Altruità1. Riconoscere che il misterodella
vita e la presenza concreta di Dio si speri-menta soltanto
attraverso gli occhi dell’altra/o.Scoprire che la mia vocazione
alla pienezza hasenso solo in compagnia, mai da soli. Il sensopiù
profondo dell’essere comunità si trova nelmotto che dice che si può
fare esperienza di Dioindividualmente, però che Lo si può vivere
pie-namente nel mondo solo nella condivisione.
C. Parresia. È il dono della profezia, di parlarecon parola
chiara e contundente, e soprattuttola capacità di uscire da sé per
rispondere in ma-niera coraggiosa a ciò che Dio stesso ci chiama
arealizzare. E’ la sequela profonda di Cristo chesi trasforma in un
amore che si esprime più conle opere che con le parole.
4º. Tripode: Tre chiavi per abbracciare lechiamate essenziali di
Papa FrancescoA. Misericordia. Avere un cuore che si lasciatoccare
e modellare dall’esperienza di dolore de-gli altri. È l’essenza
della Cultura dell’incontroche può accadere solo a partire dal
sentireprofondamente e in modo totale quella soffe-renza che
affligge l’altro, assumendo un atteg-giamento che abbraccia,
accoglie e crea un lega-me profondo (Bolla Misericordiae Vultus)B.
Conversione Pastorale. È la chiamata a unavera uscita missionaria.
A uscire da noi stessi peresperimentare la gioia del Vangelo che
cambiatutto in quelli che s’incontrano con Gesù. E’ la-sciare che
con Cristo nasca e rinasca la gioia perdare volto a una Chiesa
missionaria rinnovata,seguendo questo mandato di uscire da se
stessa,con il desiderio appassionato di essere evange-lizzatori con
Spirito (Esortazione ApostolicaEvangelii Gaudium).C. Conversione
Socio-Ambientale. È l’assun-zione definitiva del clamore della
sorella madreterra e la chiamata urgente alla Chiesa, e a
tuttiquelli che abitiamo il pianeta, alla cura di que-sta casa
comune. Non è un elemento comple-mentare. È una chiamata essenziale
nel contestodella Dottrina sociale che, come società, ci chie-de il
riconoscimento del fallimento riguardo altema ambientale. Esorta a
vedere la necessità diriconoscere un’unica crisi sociale e
ambientale ea dar vita all’Ecologia Integrale con le dimensio-ni:
sociale, politica, umana, ambientale, cultu-rale, della vita
quotidiana e la spiritualità dellacura (Enciclica Laudato
Si’)Ognuna di queste chiavi è vissuta nella chiama-ta alla Santità
nel quotidiano, propria della no-
-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 9
stra identità laicale (Esortazione ApostolicaGaudete et
Exsultate)
V. Io sono testimone dell’incarnazione,vita, morte e
risurrezione del Signore inmezzo alla nostra comunitàUno dei più
bei regali che ho ricevuto comemembro della Cvx, a servizio di
questa comu-nità a livello locale, nazionale, regionale e
mon-diale, è stato la possibilità di essere testimone. Imiei occhi
hanno visto, le mie orecchie hannoascoltato, le mie mani hanno
toccato. Soprat-tutto il mio cuore ha pulsato con forza di frontead
innumerevoli esperienze di vita donata, di te-stimonianze di
costruzione del regno e di vissu-to del senso di essere Cvx nelle
più complesse si-tuazioni del nostro mondo. Anche se
domaniascolteremo la condivisione del nostro percorsocome comunità
mondiale in questi 5 anni, mipermetto di condividere alcuni esempi,
tra mol-ti altri, di vita donata nella comunità, perchéservano come
segno di quello che la nostra Cvxè e vuole essere.Ho sentito sulla
mia carne la presenza di Cristonegli abbracci della comunità Cvx in
Congo ein Ruanda ai bambini orfani di padre e di ma-dre – morti di
HIV-SIDA – e ai giovani e adultiportatori di questa terribile
malattia. Ognimembro della Cvx abbracciava con tutte le sueforze,
essendo Cristo stesso che abbracciavaquelle vite, facendo la
differenza in quei postidove nessuno vuole più andare, giacché
consi-derano queste persone spregevoli.Ho visto Cristo sedersi
paziente e sorridentenella scuola della speranza (Hope School) in
Co-rea del Sud, ascoltando le storie di dolore di gio-vani
vulnerabili e, molte volte, disprezzati peressere figli di migranti
o per avere problemimaggiori di altri negli spazi educativi per
man-canza di appoggio. Ho trovato Cristo anche as-sumendo una
missione istituzionale Cvx, diri-gendo una scuola primaria e
secondaria – con lamaggior professionalità possibile – in HongKong
(Marymount School) e condividendo i va-
lori del regno con i bambini e i giovani e pro-movendo la cura
del creato.Ho visto Cristo lasciare tutte le sue sicurezze
peraddentrarsi nella missione in Amazonia e rima-nere lì
accompagnando la gioventù, promoven-do la spiritualità ignaziana
come cammino al-ternativo di fronte a diversi segni di morte.
L’hovisto entrando con la Cvx in comunità profon-damente
vulnerabili e violente, dove ha assuntoil compito pastorale e
educativo di una parroc-chia molto fragile. L’ho visto navigare in
canoavisitando comunità indigene, dove ho scopertoi semi di Dio
nelle culture.Ho visto il Cristo incarnato nelle Cvx di
Cile,Paraguay, Messico, Spagna, Malta e altri posti,rischiando e
parlando con coraggio a favore digruppi profondamente esclusi,
abbracciando ladiversità sessuale come espressione della realtà
edella vita e accompagnando con il meglio deinostri strumenti molti
cuori spezzati, vulnera-bili e tante volte rifiutati dalla Chiesa.
Pure quiè stato criticato, incluso nella propria comunità,ma ha
continuato, nella certezza che suo Padrel’ha inviato a camminare
con quelli che si sen-tono più devastati e rifiutati. Continua
ancherinforzando i nuclei familiari tradizionali e lapastorale
familiare in innumerevoli luoghi, mainsiste sul fatto che è
necessario guardare lerealtà familiari diverse con accettazione,
com-passione e accoglienza.L’ho visto anche in Europa lasciando
dietro ledifferenze e riconoscendo la forza enorme delsuo essere
Cristo in comunità per andare a por-re la vita e il cuore in
Ragusa, accogliendo per-sone che arrivano in quelle coste
dall’Africa esenza niente. Senza certezze, senza risorse, sen-za
speranze, senza conoscere nessuno, a voltedopo aver perso i
familiari nella traversata. LìCristo ha deciso di stare per
aspettare quelledonne e quegli uomini. Sta lì con la Cvx
ab-bracciando e ascoltando, ma soprattutto, cam-biando la propria
vita e visione di fronte a quel-li che tempo fa erano «stranieri» e
oggi diventa-no fratelli e sorelle.
La nostra esperienza comunitaria è il riflesso della rivelazione
di Dio e ci deve
invitare a guardare sempre attraverso il Vangelo la novità che
ci si presenta.
-
10 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
Ho sentito la presenza di Cristo nella Cvx inmezzo alla più dura
situazione di guerra in Si-ria, dove non rimanevano speranze e dove
conl’aiuto di tutta la comunità mondiale e con l’ap-poggio
impegnato del paese vicino, il Libano,decise di sopravvivere. Cercò
cammini per dareda mangiare alla sua famiglia e ad altri e
oggivuole portare la forza della spiritualità ignazianaper cercare
di dare un senso in mezzo a unaguerra che pare di non avere mai
fine. Per cerca-re di sanare le ferite interne.L’ho incrociato
anche negli Stati Uniti e in Ca-nada cercando d’ispirare un vero
amore per tut-to il creato, per una vocazione genuina per lacura
della casa comune. Anche se sembra incre-dibile, ho trovato un
Cristo che aveva un’identi-ficazione nella Cvx nelle Nazioni Unite,
lottan-do perché siano ascoltate le grida delle realtà piùdolorose
e cercando cambiamenti strutturali neigoverni più sensibili di
questo mondo.So che cammina in moltissimi posti promoven-do la vita
comunitaria, la formazione, la spiri-tualità, la riflessione
socio-politica, crescendonell’esperienza della fede, assumendo
missioniparrocchiali, servendo la Chiesa in molti modi,e
soprattutto, presente in ogni espressione dellavita quotidiana
laicale come Cvx. Chiedo conforza che quando Lo incontreremo, Lo
ricono-sciamo e ci lasciamo trascinare da Lui per se-guirlo.
Lasciare che sia sempre il più importantenella nostra comunità. E
di fronte alla doman-da: «Quanti pani avete?» (Mc 6,38)
confidiamoche Lui, come sempre, si farà propizio in mezzoalla
nostra Assemblea di Buenos Aires 2018 perindicarci dove ha bisogno
di noi e dove ci vuolerispondendo alla Sua chiamata.
Alcune tracce per camminare in questokairòs e offrire il nostro
dono come regalo.Nei miei giri per l’Amazzonia, zona dove spen-do
la mia vita come parte della mia missioneCvx e come credente,
visitiamo le diverse co-munità indigene. In molte occasioni
arriviamolì con le aspettative di quelli che arrivano da
fuori, vale a dire, abbiamo tutto un piano di la-voro, obiettivi
formulati e un orario dettagliatoche risponde alle nostre proprie
necessità di ri-sultati secondo i nostri criteri. Quanto
sbaglia-mo! Questi fratelli e sorelle ci insegnano chel’essenziale
è l’incontro, il dialogo profondo, ilcondividere la vita per mezzo
di ciò che uno hada offrire. Nel nostro desiderio di controllare
iltempo dal cronos, vorremo cominciare subito lesessioni formali.
Domandando se possiamo ini-ziare, la risposta che riceviamo è:
cominceremoquando il tempo siarà propizio. Vale a dire,quando
smette di piovere, quando avremo fini-to di ascoltare le
condivisioni di vita, dopo avermangiato quello che viene offerto o
quando ar-riveranno i parenti delle altre comunità… Equesto può
succedere in un’ora, in cinque, oforse domani. Quanto ci insegnano
del kairòsquelli che definiscono e tessono la loro vita apartire
dei parametri dello spirito e del vivere inpienezza
l’essenziale!Questo è il mio invito oggi, che lasciamo che
lapresenza dello Spirito di Dio ci inondi e ci de-bordi, che questa
presenza determini tutto, chesiamo capaci di abbandonare le nostre
aspettati-ve prevalentemente razionali e i nostri precon-cetti, per
lasciare che il mistero di Dio vadamarcando il ritmo. Che siamo
capaci, se neces-sario, di vendere tutto perché abbiamo trovatoil
tesoro più bello per la nostra Cvx. Quel teso-ro più grande che è
quello di lavorare con Luiper il Suo Regno di giustizia e dignità.
Questa èla nostra grazia più profonda, il nostro regalo daoffrire
alla Chiesa e al mondo. Si tratta di un«amore che consiste nella
comunicazione reci-proca, cioè nel dare e comunicare l’amante
al-l’amato quello che ha, o di quello che ha o può[…] e così a sua
volta l’amato all’amante […]chiedere conoscenza interna di tanto
bene rice-vuto, perché riconoscendolo interamente iopossa in tutto
amare e servire sua divina maestà[…] e richiamare alla memoria i
benefici rice-vuti nella creazione e nella redenzione e i
doniparticolari; ponderando con molto affetto
INTERVENTO DEL PRESIDENTE MONDIALE USCENTE
-
quanto ha fatto Dio nostro Signore per me”(EESS nn. 231-4)
Entriamo in quest’Assemblea riconoscendo che:– Il contenuto è
più importante della forma.– Costruire attivamente il Regno nella
quotidia-nità, nelle cose semplici e in quelle complesse, èpiù
importante che parlare eloquentemente diciò, vale a dire, si tratta
di vivere in pienezza lanostra vocazione nel mondo e trarre
profittodall’esperienza della nostra vita comunitaria.– Siamo
chiamati a essere una Cvx in uscita, ri-conoscendo e custodendo la
nostra essenza, macon la convinzione che Cristo ci chiama dallasua
presenza irrevocabile nei volti concreti chesono più in là di noi
stessi. Un Cristo che abitanelle periferie materiali ed
esistenziali.È così, con questa riflessione, che voglio invita-re
ogni partecipante di quest’Assemblea a di-sporsi con fermezza e
libertà interiore e a smet-tere di essere delegati di una comunità
naziona-le per riconoscerci pienamente come un soloCorpo Cvx
affinché, in questo modo, il Signoredella vita e il Buon Spirito ci
siano propizi neiprossimi giorni qui a Buenos Aires. Vogliamoche
quest’Assemblea sia un genuino momentodi discernimento comunitario,
con il fermoproposito di cercare insieme ciò che lo Spiritovuole
rivelarci per il futuro della nostra comu-nità mondiale. Mi
permetto d’invocare alcuniorientamenti dalla nostra fonte
d’identità, degliEsercizi Spirituali, perché ci aiutino a
disporci:1. Per poter cercare e trovare la volontà di Dioin questo
discernimento è necessario liberarsida tutte le affezioni
disordinate, vale a dire, datutto quello che ci distragga, ci
allontani, o in-terrompa la nostra capacità di ascoltare
conchiarezza quello che Dio vuole chiederci(EESS n. 1)2. Si chiede
un’attitudine di profonda disposi-zione interiore ed esteriore per
vivere in pienez-za questo bello ed impegnativo momento. En-trare
nell’Assemblea con grandezza d’animo e li-bertà (EESS n. 5)
3. Che nel discernimento lasciamo agire lo Spi-rito, vale a
dire, che sia il Creatore ad avere laprima e ultima parola per la
nostra Cvx. Nonessere mossi più per un risultato che per un al-tro,
non orientare il discernimento verso un in-teresse particolare per
quanto questo sia genui-no. (EESS n. 15)
Termino il mio intervento esattamente con lestesse parole con le
quali è iniziato questo bellis-simo, complesso e agrodolce servizio
di presi-dente della Cvx Mondiale in Libano, 2013:«Non c’è niente
di più pratico di trovare Dio.Vale a dire, innamorarsi decisamente
senzaguardare in dietro. Quello di cui t’innamorerai,quello che
rapirà la tua immaginazione, influen-zerà tutto. Determinerà quello
che ti farà alzarela mattina, quello che farai con i tuoi
tramonti,come trascorrerai i tuoi fine settimana, quelloche
leggerai, chi conoscerai, quello che ti spez-zerà il cuore e quello
che ti riempirà di meravi-glia con gioia e gratitudine».
1 NdT: Otredad in spagnolo è un neologismo che indica“l’altro
che è di fronte a me” e non mi riflette comeun’immagine specolare
ma ha vita, coscienza propria e miinterpella.
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 11
Uno dei più bei regali che ho ricevuto come membro della Cvx, a
servizio di questa comunità a livello locale,
nazionale, regionale e mondiale, è stato la possibilità di
essere testimone. I miei occhi hanno visto, le mie
orecchie hanno ascoltato, le mie mani hanno toccato.
-
Crediamo che l’intuizione iniziale sia sta-ta
un’ispirazioneL’Assemblea Mondiale 2018 ha iniziato a pren-dere
forma, almeno nella mente dei membri delW-ExCo 2013-2018, quando
abbiamo identifi-cato una grazia che merita di essere richiesta
confede e determinazione: «Desideriamo una mag-giore profondità e
integrazione nel modo di vivereil nostro carisma Cvx nel mondo di
oggi».Approfondire e integrare ciò che era già statoidentificato
molto fortemente da essere consi-derato come il nostro carisma!?
Questa proposi-zione era audace perché ci esponeva al rimpro-vero
di una vana o addirittura narcisistica ripe-tizione.Ciononostante,
in realtà abbiamo preso la pro-posizione come una grazia da
chiedere, con lacertezza che lo Spirito aveva qualcosa da dire
al-la Cvx sulla sua identità, la sua vocazione e lasua missione di
comunità apostolica laicaleignaziana.
Lo Spirito ha operato in noi e lo abbiamolasciato fare... con
tutte le nostre capacitàAbbiamo osato affermare che la Cvx è un
donoper la Chiesa e per il mondo. Dovevamo alloraaffrontare
seriamente la questione del significa-to e in particolare le
implicazioni di questa af-fermazione.Tenendo conto dei ripetuti
appelli di PapaFrancesco, ci siamo sentiti ovviamente
moltopreoccupati dal tema del discernimento e piùspecificamente del
discernimento comunitario.Piuttosto che affrontare il «soggetto»,
abbiamovoluto provare un discernimento comunitarioin tempo reale,
con 204 delegati provenienti daoltre settanta paesi. Avevamo una
metodologiachiara, ma nessuna rete di sicurezza.Quasi tutti noi ci
siamo confrontati con qual-che resistenza, momenti di dubbio e
quindi conla tentazione di riprendere il controllo.
Tuttavia,l’Assemblea stessa ha compiuto uno straordina-rio atto di
fede, mantenuto fino alla fine, confi-
12 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
CONSIGLIO ESECUTIVO E CVX MONDIALE
Di ritorno dall’Assemblea Mondiale
DI DENIS DOBBELSTEIN, Presidente della CVX Mondiale con tutto
l’ExCo
Il documento finale dell’Assemblea Mondiale di Buenos Aires non
è definitivo. E forse non dovrem-mo nemmeno fare riferimento a un
documento, perché è piuttosto una narrazione. Quindi, hai dueottimi
motivi per immergerti nella lettura con curiosità.
Il nuovo presidente mondiale Denis Dobbelsteinè membro della Cvx
Belgio Francofono dal 1980.Sposato con Marie-Claire, hanno 2 figli
Antoinee Camille. Ha adempiuto, nella Cvx Belgio Fr. nu-merosi
mandati tra il 1985 e il 2012 (leadership,formazione,
accompagnamento della comunitàlocale, finanze, questioni legali).
Membro del-l’ExCo Nazionale dal 1986 al 1989 e membro delgruppo di
formazione nazionale per le guide digruppo dal 1991 al 1996, ha
partecipato allapreparazione del primissimo statuto della co-munità
nazionale (1990) e sua revisione (2005).È stato per due mandati
Presidente nazionale(2006-2009 e 2009-2012). È avvocato, membro
dello studio legale «Droit Quart-Monde» dal1990 al 2003 (accesso
alla giustizia per i più po-veri). Durante il periodo della Ricerca
universita-ria (dal 1997 al 1999), ha pubblicato un libro de-dicato
all’accesso alla giustizia, in collaborazio-ne con un sociologo.
Delegato alle AssembleeMondiali di Loyola (1986), Fatima (2013) e
Le-banon (2013); ha partecipato alle Assembleeeuropee in Spagna
(2009) e Germania (2014),agli incontri degli Eurolink in Austria
(2012),Slovenia (2015) e Polonia (2017). È stato mem-bro del
comitato direttivo dell’Incontro Interna-zionale di Formazione
della Cvx sulla Famiglia aMadrid (2017).
-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 13
dando in Dio. Abbiamo sicuramente sperimen-tato ciò che
preghiamo così spesso: «Prendi, Si-gnore, e ricevi tutta la nostra
libertà, la nostramemoria, la nostra comprensione e tutta la
no-stra volontà».
Il «documento finale» è atipico, ma coe-rente con l’intuizione
iniziale e con ciòche abbiamo vissutoIl documento finale di ogni
Assemblea Mondia-le ci apre al futuro, ovviamente. Detto questo,
ildocumento che ci aiuterà a beneficiare delloslancio generato
dall’Assemblea di Buenos Airesè meno «definitivo» che mai. Se
abbiamo moti-vi per credere nel soffio dello Spirito, allora
ciservirà tempo per lasciare che il testo prendacorpo. Ciò
richiederà uno sforzo di compren-sione, atipico come il documento
stesso.Il documento è una storia. La storia di un viag-gio che,
anche prima di dirigersi verso la desti-nazione, costituisce un
evento in sé, un’espe-rienza significativa. La parola «esperienza»
ap-pare dieci volte nel testo. Ecco perché tiinvitiamo a leggere il
testo in Comunità, prefe-ribilmente ascoltando la testimonianza dal
vivodei tuoi Delegati. In effetti, è desiderabile legge-re le
parole scelte e anche tra le righe. Inoltre, tiinvitiamo a mettere
il testo in una prospettivapiù ampia, rileggendo la lettera di
convocazionee i progetti 168 e 169. Questi documenti pre-paratori
fanno luce sull’intero processo, attra-verso la sua continuità e
gli aggiustamenti chesono stati fatti.
Altri strumenti che verranno in nostroaiutoPer sostenere
l’indispensabile esercizio di rilet-tura, il neo-eletto ExCo
pubblicherà un Supple-mento di «Progressio». Questo
Supplemento(n.74) includerà non solo gli input degli oratoriospiti,
ma anche una fondamentale rilettura delprocesso e alcuni elementi
della metodologiache abbiamo seguito per il discernimento
co-munitario.Inoltre, come preparazione per la giornata mon-diale
della Cvx del 25 marzo 2019, il prossimonumero del bollettino
«Progetti» (n. 171) invi-terà l’intera Comunità a prendere parte
attivanello sforzo di comprendere la chiamata che èstata ascoltata
durante l’Assemblea. Si tratta diascoltare una chiamata che è
universale e, allostesso tempo, impegnarsi concretamente in
uncontesto particolare.
Un nuovo Consiglio Direttivo al serviziodella Comunità
MondialePer presentare il nuovo ExCo, vorrei citare libe-ramente un
Delegato: «Chiediamo a coloro chesaranno eletti di costruire un
Consiglio esecuti-vo discernente».Dobbiamo davvero sperare che la
squadra siacapace di discernimento. Giudicherete a tempodebito, ma
se avete senso dell’umorismo e vole-te provare una previsione
semplicemente guar-dando i loro volti.
Da sinistra a destra: Alwin & Rojean Macalalad (Segreteria
Esecutiva), Diego Pereira (Consultore), Fernando Vidal
(Consultore), Najat Sayegh (Consultore), Daphne Ho (Consultore),
Catherine Waiyaki (Secretaria),Ann Marie Brennan (Vicepresidente),
Aeraele Macalalad, Denis Dobbelstein (Presidente), p.Herminio Rico
S.I. (Vice Assistente Ecclesiastico).
-
1. Abbiamo viaggiato fino «alla fine del mondo»,Buenos Aires, in
cerca dello Spirito missionarioe dello zelo che ha trasformato Papa
Francesco eravvivato la nostra Chiesa. Il nostro viaggio ciha
condotto a seguire le orme di Bergoglio, alColegio Máximo, dove la
sua visione pastorale ènata e si è sviluppata tra la gente e le
parrocchiedel quartiere di San Miguel.2. Siamo anche stati guidati
in un’esperienzadella Chiesa in America Latina, che offre unmodello
di evangelizzazione nel nostro mondosempre più secolarizzato,
vedendo le possibilitàdi liberare le persone per scegliere Cristo.
Ab-biamo visto lo Spirito al lavoro nel rinnovare,dare energia e
inviare i laici in missione.3. Siamo venuti insieme, come una
ComunitàMondiale. Desideravamo crescere nella gratitu-dine per il
dono della nostra Comunità e delnostro stile di vita, assumere fino
in fondo la re-sponsabilità di permettere al Signore di
molti-plicare i pani che abbiamo ricevuto e aumentareil nostro
impatto sul mondo. Abbiamo scopertoil significato apostolico del
nostro modo di pro-cedere come Comunità laica ignaziana e i doniche
dobbiamo offrire a un mondo che geme nel-le doglie del parto della
spiritualità e della tra-scendenza.
Prepararsi all’Assemblea4. [Tre realtà contestuali] La nostra
Assembleaè stata convocata nel contesto di tre realtà: il
50°anniversario del rinnovamento che ha condottoalla Cvx, un papato
che sta rinnovando la Chie-sa e, oggi, una rinnovata chiamata dei
laici nelmondo. Questi contesti hanno rivelato unKairòs in cui
potremmo riflettere più profonda-mente sulla nostra identità e
missione comecorpo apostolico laico ignaziano, in discerni-mento
attraverso i pani che siamo invitati a of-frire perché siano
moltiplicati.
14 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
IL DOCUMENTO FINALE DELL’ASSEMBLEA DI BUENOS AIRES
Cvx, un dono per la Chiesae per il mondo
Abbiamo viaggiato insieme desiderando una maggiore profondità ed
integrazione nel realizzare ilnostro carisma Cvx nel mondo di oggi,
e il Signore ci ha chiamati ad approfondire, condividere e
uscire.
-
5. [Storia di missione e identità] Abbiamoviaggiato verso
l’Assemblea coscienti della no-stra storia di missione e
consapevoli delle nostrepriorità. L’ultima Assemblea Mondiale in
Liba-no nel 2013 ha chiarito i nostri orientamenti al-l’azione
sulle quattro frontiere individuate in fa-miglia, globalizzazione e
povertà, ecologia e gio-vani. Il legame fra missione e identità si
è resoevidente a Nairobi nel 2003 quando abbiamoconfermato la
nostra chiamata ad essere corpoapostolico laico ignaziano con il
Diav (Discer-nere, Inviare, Accompagnare, Valutare) comenostro modo
di procedere. 6. [Segni dei tempi] Abbiamo viaggiato fratempi
volatili e complessi nella storia del nostromondo, caratterizzato
da una polarizzazionecrescente, una sempre più profonda crisi
ecolo-gica e l’indisponibilità ad accogliere l’altro.Queste
difficoltà hanno ritardato e in qualchecaso impedito l’arrivo di
alcuni Delegati. Il no-stro mondo fa soffrire i nostri cuori, ma
abbia-mo preso ispirazione dalla Trinità nella sua con-templazione
del mondo nell’Incarnazione, e fi-ducia dallo Spirito che aleggiava
nell’oscuritàsopra le acque nel Caos originale nel libro
dellaGenesi. Abbiamo visto lo Spirito al lavoro nelmodo in cui la
Cvx siriana ha viaggiato con noinella preghiera e nell’affetto
fraterno, anchequando il visto del suo Delegato è stato conces-so
solo per l’ultima parte dell’Assemblea. Abbia-mo cercato di
metterci nelle mani dello Spirito,pieni di fiducia e speranza di
poter cercare lanostra strada verso il futuro che «vediamo solo
inmodo confuso».
Diventare assemblea7. [Accogliere nuove Comunità] Siamo stati
ac-colti con grande calore e generosità da Arupa, ilgruppo
organizzatore formato da Argentina,Uruguay e Paraguay. La loro
accoglienza ci hapermesso di entrare nella gioia dell’essere
un’u-nica Comunità Mondiale. Abbiamo anche ac-colto nella Comunità
Mondiale le nuove Comu-nità di Lettonia, Isole Mauritius e Vietnam,
che
arricchiscono il dono comunitario che la Cvx of-fre al nostro
mondo. Alla nostra Assemblea era-no presenti 63 delle 67 Comunità
affiliate e 8Comunità osservatrici. In totale c’erano
204partecipanti, di cui 51 Gesuiti, il che riflette inostri forti
legami spirituali e di collaborazionecon la Compagnia di Gesù.
L’Assemblea ha no-tato che il riemergere della Cvx in società
alta-mente secolarizzate come i Paesi Bassi e la Sveziaconferma che
il nostro mondo ha fame diprofonde esperienze di Comunità, che
offronoopportunità di evangelizzazione. 8. [Saluti del Papa]
L’Assemblea ha ricevutocon gratitudine e trovato ispirazione nei
saluti asorpresa di Papa Francesco. Egli ci ha ricordatoche l’umile
ringraziamento per i nostri doniconduce alla responsabilità di
procedere all’in-contro con l’altro. Al centro della nostra
spiri-tualità stanno le due dimensioni della contem-plazione e
dell’azione, «perché noi possiamo en-trare nel cuore di Dio solo
attraverso le ferite diCristo, e sappiamo che Cristo è ferito
nell’affama-to, nell’ignorante, nell’abbandonato, nel vecchio,nel
malato, nel prigioniero, in tutta la vulnerabilecarne umana».9.
[Saluti del Dicastero] Il Card. Kevin Farrell,Prefetto del
Dicastero del Laicato, della Fami-glia e della Vita, ci ha salutati
con degli spuntidall’Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate.Ci
ha invitati a riprodurre nelle nostre vite i variaspetti della vita
terrena di Gesù per armonizza-re la nostra intera vita con la
missione che rice-viamo da Dio. Il Suo saluto ha fatto risuonare
lanecessità sia di identità che di missione per co-lui che desidera
seguire Cristo e incarnare Dionel nostro mondo oggi.10. [Viaggio
con una Chiesa Missionaria] IlKairòs nella Chiesa ci chiama ad
essere discepolimissionari per il mondo attraverso un incontrocon
Gesù che ci apra all’amore del Padre. Au-sten Ivereigh, biografo di
papa Francesco, hacondiviso che entrare in questo Spirito
missio-nario significa: essere Cristo nel nostro mondoferito,
aiutando le persone a riconnettersi con la
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 15
Alla nostra Assemblea erano presenti 63 delle 67 Comunità
affiliate e 8 Comunità osservatrici.
In totale c’erano 204 partecipanti, di cui 51 Gesuiti, il che
riflette i nostri forti legami spirituali
e di collaborazione con la Compagnia di Gesù.
Nella foto,alla pagina precedente:delegati all’ingresso del
Colegio Máximo di San Miguel,dove Jorge Mario Bergoglioha trascorso
venticinqueanni della sua vita.
-
creazione e il mondo come creature di Dio; spe-rimentare la
famiglia e la Comunità, che sono ilegami di fiducia e amore
incondizionato checostruiscono la resilienza, il carattere e
l’autosti-ma; aiutare le persone a trovare rifugio. Questocammino
ci invita a far sì che la realtà e lo Spiri-to Santo ci guidino
nella nostra missione.11. [Il Viaggio è l’Esperienza] Siamo entrati
inun’esperienza concreta di una Chiesa missiona-ria attraverso un
incontro con le famiglie e imembri della Comunità parrocchiale nel
quar-tiere di San Miguel. Abbiamo avuto l’opportu-nità di
condividere le nostre vite gli uni con glialtri. L’Assemblea è
stata toccata dalla gioia del-l’accoglienza che abbiamo ricevuto e
ispiratadallo spirito generoso che ha animato la vitadella
Comunità, nonostante le difficili realtàche anche loro hanno
condiviso. Ci è stato ri-cordato che «il viaggio è
l’esperienza».12. [Storia di Grazia] Maria Magdalena Palen-cia
Gomez della Cvx del Messico ha dato testi-monianza del nostro
cammino di Comunitàapostolica laica ignaziana dalla sfida di Pio
XII
alle Congregazioni Mariane a subire un processodi rinnovamento,
fino ad oggi. Il suo raccontodella nostra storia ci ha ricordato
come lo Spiri-to sia stato costantemente presente con noi,
pa-zientemente guidandoci e ispirandoci mentreDio ha faticato per
modellarci e formarci in unaComunità al servizio del Regno di
Dio.13. [Il nostro nome come Identità e Missione]Al di là della
nostra storia di grazia, Magdalenaha condiviso anche alcune storie
e riflessionichiave che ci hanno ricordato la nostra identitàdi
Comunità di Vita Cristiana, che p. Arrupeaveva detto essere il nome
conferito dal Signorealla Cvx e che racchiudeva in sé la missione
diqueste Comunità. Lo aveva legato alla chiamatadi Abramo, la cui
alleanza e missione era statastabilita attraverso il nome datogli
da Dio. Ci èstato ricordato che la nostra identità e missionesono
un dono che Dio ci ha affidato. Abbiamochiarito e risposto a questa
grazia nel corso deglianni, sempre facendoci strada nella tensione
trale sollecitazioni dello Spirito Buono e gli ostacolie le
divisioni introdotte dallo Spirito Maligno.
16 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
IL DOCUMENTO FINALE
L’arazzo intessuto dai vari stimoli ci ha aiutati a crescere nel
nostro spirito comunitario e ha dato nuova energia all’importanza
di essere Comunità.
I delegati dell’Assembleamentre si recano all’incontrocon le
famiglie della parrocchiafondata da Bergoglio: la Chiesain
uscita.
-
14. [Essere una Comunità in Discernimentoper la Riconciliazione]
Il nostro Assistente Ec-clesiastico Mondiale, p. Artuto Sosa S.I.,
ci hainvitato a intendere il nostro essere Comunitàdi discernimento
come un dono per sviluppareun laicato capace di discernimento
personale ecomunitario. Questo discernimento può esserecondiviso
con la Chiesa e diventare uno stru-mento di sapienza per l’azione
nel mondo. For-mare i nostri Membri sia nella preghiera costan-te
che in un servizio generoso faciliterà il lega-me tra la
riconciliazione individuale e la nostracapacità di divenire agenti
di riconciliazione.15. [Magis come vita in tensione permanente]P.
Sosa ha accennato alla tensione che cresceman mano che noi
approfondiamo le nostre re-lazioni. Ha anche fatto riferimento al
Magis co-me al vivere nella tensione permanente tra l’es-sere
attratti da Dio e dal mondo allo stesso tem-po. Avremo bisogno di
trovare la rotta in questatensione nel nostro discernimento comune
es-sendo molto attenti alle dinamiche interne del-lo Spirito
Maligno, che potrebbe facilmente tra-sformare la tensione in
conflitto.16. [Condividere per creare Comunità] L’araz-zo intessuto
dai vari stimoli ci ha aiutati a cre-scere nel nostro spirito
comunitario e ha datonuova energia all’importanza di essere
Comu-nità. Ci siamo aperti più profondamente neldono del nostro
stile di vita condividendo aper-tamente in piccoli gruppi durante
il processo didiscernimento dell’Assemblea. Siamo stati
risve-gliati alla bellezza del discernimento insieme co-me corpo
apostolico laico ignaziano in discerni-mento.
Discernere come corpo apostolico17. [Conversazione Spirituale e
DiscernimentoApostolico] I Delegati sono stati invitati a pren-dere
parte ad un processo formale di discerni-mento comunitario secondo
gli Esercizi Spiri-tuali utilizzando la conversazione spirituale.
Percinque giorni, ogni mattina e pomeriggio, ab-biamo seguito una
sequenza in tre fasi: preghieraindividuale, condivisione in piccoli
gruppi (intre giri, che ci hanno permesso di essere mossi edi
reagire a ciò che avevamo sentito dagli altri) eplenaria. Mentre la
dinamica degli Eess. ha for-nito la cornice, la conversazione
spirituale è stataun dolce richiamo alle condivisioni nei
nostripiccoli gruppi locali. Il processo è stato facilitatodai
Membri del Esdac, che ha preparato le lineeguida della preghiera e
creativamente ci ha gui-dato nel modo in cui ciascun gruppo ha
offertola propria visione all’intera Assemblea.18. [La fede di
Abramo in Dio] Essendo l’As-semblea impegnata in un processo di
discerni-mento, Abramo è riemerso come punto di rife-rimento.
Quando Dio lo chiama, Abramo nonsolo si vede il nome cambiato in
Abraham, ma èguidato da Dio fuori dalle sue sicurezze e
attac-camenti senza sapere dove sia diretto. La sola as-sicurazione
di Abraham: la sua fede in Dio. Co-me Abraham, noi abbiamo iniziato
il processosolo con la fiducia nello Spirito, che ci aiuta atrovare
il senso nel mezzo del caos. Come cia-scuno di noi si fida dello
Spirito ogni volta chefa gli Eess, l’Assemblea nella sua totalità
si è sen-tita chiamata a rispettare il processo e a fidarsidella
direzione dello Spirito.19. [Gioie e fatiche] Man mano che i
giornipassavano, ci siamo resi conto che il processo
didiscernimento comunitario è una sfida: richiedepazienza e
apertura del cuore. Abbiamo affron-tato ostacoli, resistenze e
dolori, ma abbiamocapito che questi sono parte integrante del
pro-cesso che va compreso alla luce della Passione,Morte e
Resurrezione di Cristo. Come pellegri-ni in cammino verso territori
sconosciuti, cisentiamo chiamati a condividere umilmente
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 17
Il logo dell’Assembleadi Buenos Aires che integra nella sigla
Cvx la mappa dei paesi ospitanti, il mate come simbolo di
fratellanza e il pane da condividere.
-
18 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
XVII ASSEMBLEA MONDIALE
La Lettera del Papa
Al Sig. Mauricio Lopez OropezaPresidente della Comunità di Vita
Cristiana Mondiale
Vaticano, 9 giugno 2018
Caro fratello,ho ricevuto la tua bella lettera con l’annuncio
della prossima AssembleaMondiale, che coincide con il 50°
anniversario del cammino della Comunitàdi Vita Cristiana. In questa
occasione, desiderate pregare e riflettere in-sieme perché il
Signore vi conceda di vivere sempre più profondamente delcarisma
che avete ricevuto e che, immergendovi in esso, possiate
continuaread essere un dono per la chiesa e per il mondo.
Badate, il riconoscimento del dono e della grazia che il Signore
viha dato in tutti questi anni, vi porterà prima di tutto ad un
atto di umilegratitudine, perché il Signore ha guardato a voi al di
là delle vostre qua-lità e virtù. Allo stesso tempo, questo
comporta una chiamata a sentirviresponsabili, a dimenticare voi
stessi andando verso gli altri, a nutrirlicon l’unico pane capace
di soddisfare il cuore umano: l’amore di Cristo.Che la «illusione
gnostica» non vi confonda.
Al centro della spiritualità ignaziana c’è il desiderio di
essere con-templativi nell’azione. Contemplazione e azione, le due
dimensioni insie-me: perché possiamo entrare nel cuore di Dio solo
attraverso le ferite diCristo e noi sappiamo che Cristo è ferito
nell’affamato, nell’ignorante,nello scartato, nel vecchio, nel
malato, nel carcerato, nella carne vulne-rabile dell’uomo.
Seguire una vita cristiana, avere una forte vita spirituale e
lavora-re per il regno significa lasciarsi plasmare dall’amore di
Gesù, avere isuoi stessi sentimenti (Fil 2, 5), chiedersi
continuamente: Cosa ho fattoper Cristo? Cosa faccio per Cristo?
Cosa farò per Cristo? (Eess 53).
Vi ringrazio per la vostra devozione e amore per la Chiesa e i
fra-telli, e vi incoraggio a continuare a rendere Cristo presente
laddove vitrovate, dando significato apostolico a tutto ciò che
fate.
E per favore, non smettete di pregare per me. Possa Gesù
benedirvi ela Vergine Maria prendersi cura di voi.
Fraternamente
Francesco
-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 19
con i compagni CVX la nostra personale espe-rienza e i frutti
che abbiamo ricevuto:Abbiamo imparato che è difficile crescere
nel-l’indifferenza. Durante il processo di discerni-mento abbiamo
affrontato diverse difficoltà, siain merito al processo che a
quello che ci erachiesto precisamente; a volte sembrava che nonci
fosse sufficiente chiarezza. Questo ha datoorigine a frustrazione,
mancanza di senso e de-solazione. Abbiamo realizzato che è
dolorosomettere da parte i nostri attaccamenti e focaliz-zare i
nostri cuori sul bene maggiore, il qualeemerge molto lentamente
dalle condivisioni digruppo. In questo processo abbiamo
imparatol’uno dall’altro ad essere umili e pazienti.Abbiamo
sperimentato tra di noi un crescentesenso di intimo legame
spirituale, via via che lacondivisione diventava più profonda,
andandooltre i nostri vissuti personali, le realtà locali e
ledifficoltà linguistiche. Sebbene a volte abbiamofatto resistenza
ad una condivisione più perso-nale, siamo riusciti ad aprire
gradualmente i no-stri cuori l’un l’altro; abbiamo riso e pianto e
so-gnato insieme. In questo processo siamo diven-tati una Comunità
di amici nel Signore.Ci siamo sentiti liberati nel riconoscere le
no-stre fragilità ed imperfezioni. Ad un certo pun-to, abbiamo
realizzato che, per camminare dav-vero insieme, avremmo dovuto
essere onesti sututto ciò che impedisce allo Spirito di
scorrerelibero nelle nostre Comunità. Abbiamo rappre-sentato e
contemplato le paralisi che inibisconola nostra vita comunitaria,
in modo da ricono-scere come le nostre Comunità possano facil-mente
chiudersi in sé stesse, diventando ego-centriche; come possano
essere catturate in unarete di interessi personali, cadendo preda
delladivisione e del conflitto; come possano lasciareche la
passione per l’annuncio del Regno muoiae perda la lucentezza che
attrae gli altri verso ilnostro modo di vivere. In questo processo,
ab-biamo imparato come il potere della verità edella
riconciliazione vissuti nella Comunitàpossa essere profondamente
liberatorio.
Ci siamo mossi dalla paura e dal dubbio versol’unione dei cuori
e delle menti. Mentre i gior-ni continuavano a dispiegarsi,
nonostante ledifficoltà nell’adattarsi al processo, e nonostan-te
gli attacchi occasionali di desolazione, abbia-mo cominciato a
sentire insieme un’autenticapace. Lungo tutta l’Assemblea siamo
stati so-stenuti dalle preghiere della Comunità Mon-diale,
specialmente nei momenti particolar-mente difficili. Da questa
corrente invisibilema potente alla fine sono scaturite
profondagratitudine, consolazione, gioia e speranza edesiderio per
il futuro. In questo processo, ab-biamo iniziato a gustare la Pace
che solo il Cri-sto Risorto può darci.Abbiamo compreso che possiamo
prendere de-cisioni insieme. Mentre nel piccolo gruppoogni membro
cominciava ad acquisire familia-rità con gli altri, è diventato più
facile identifi-care punti di convergenza nella nostra
condivi-sione e trovare una risposta comune alle do-mande proposte
per il nostro discernimento. Inquesto processo, abbiamo imparato
come fon-dere le nostre diversità in qualcosa in più che lasemplice
somma delle parti.20. [Il tesoro di discernimento
comunitario]Complessivamente, i Delegati all’Assembleahanno fatto
esperienza del discernimento co-munitario come il modo per
approfondire lanostra vocazione come corpo apostolico
laicoignaziano. Mentre il Principio Generale 8 cispinge a non avere
limiti nella chiamata apo-stolica, il Principio Generale 2 è molto
chiaronel bisogno di rispettare la «unicità di ciascunavocazione
personale [che] ci rende capaci di essereliberi ed aperti, sempre
al servizio di Dio». I tur-ni successivi del discernimento fatto in
clima dipreghiera, permettono alle nostre mozioni spi-rituali di
convergere gradualmente lungo tuttoil processo. Questo ci permette
di crescere in fi-ducia e padronanza delle nostre decisioni
col-lettive. È un processo che richiede umiltà e per-severanza
perché sembra difficile superare le re-sistenze. Tuttavia, i frutti
– legami comunitari
Come ciascuno di noi si fida dello Spirito ogni volta che fa gli
Esercizi spirituali,
l’Assemblea nella sua totalità si è sentita chiamata a
rispettare il processo
e a fidarsi della direzione dello Spirito.
-
20 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
IL DOCUMENTO FINALE
più forti, maggiore chiarezza nella rotta daprendere – sono
troppo preziosi per non essereraccolti. Ci siamo gradualmente
aperti alla gra-zia che deriva dal viaggiare insieme. Abbiamocapito
che lo stesso processo è grazia, il viaggioè davvero parte
dell’esperienza.
Frutti del nostro discernimento apostolico21. [Quello che
abbiamo ricevuto] Siamo arri-vati a Buenos Aires desiderosi di una
maggioreprofondità e integrazione nel vivere il nostro ca-risma Cvx
nel mondo di oggi. Lasciamo l’As-semblea sentendoci profondamente
grati e con-solati per aver ricevuto un bene così grande. Ab-biamo
provato dolore per le nostre paralisi. Ci èstata offerta una via
per una profonda conversio-ne interiore. Quando ci siamo sentiti
riconciliatigli uni con gli altri e con la nostra storia, i
nostricuori si sono riempiti di immensa gioia, siamodiventati veri
amici nel Signore, compagni dicammino, rinvigoriti per la Missione.
Ci sentia-mo confermati nella chiamata ad essere un cor-po
apostolico ignaziano laico nella Chiesa.22. [A cosa ci sentiamo
chiamati] Il nostro di-scernimento in evoluzione ci ha portato a
riflet-tere sulla domanda: «Come Comunità Cvx, sia-mo chiamati oggi
a...?» Tra le tante risposte date, abbiamo individuatotre settori
principali:Ci sentiamo chiamati ad Approfondire la nostraidentità,
attraverso una conversione interioreche ci permetta di essere più
fedeli e attenti alnostro carisma in tutte le sue dimensioni;Ci
sentiamo chiamati a Condividere umilmentecon gli altri il dono
della spiritualità ignazianavissuto nella nostra vocazione laicale.
Conside-riamo il discernimento e gli strumenti e i meto-di
ignaziani come doni preziosi che non possia-mo tenere solo per noi
stessi;Ci sentiamo chiamati ad Uscire per servire i piùbisognosi e
piantare nel mondo semi di miseri-cordia, gioia e speranza, per
seguire Gesù più davicino e lavorare con Lui per la costruzione
delRegno.
23. [Come vivremo la nostra chiamata] Il pro-cesso di
discernimento comunitario tenutosi aBuenos Aires ci ha dato una
nuova comprensio-ne della Cvx come corpo apostolico laico
igna-ziano e ci ha ispirato ad assumere la nostra re-sponsabilità
finanziaria in modo più attivo. Seriportato nelle nostre Comunità
nazionali, ilprocesso di discernimento comunitario può ri-velarsi
un potente strumento per migliorare laqualità della nostra chiamata
apostolica al Re-gno. Può anche piantare i semi che ci aiutano
acapire se c’è un determinato modo di vivere lachiamata alla
Missione che sia specifico – e pro-fetico – della nostra vocazione
laicale. L’Assem-blea raccomanda pertanto che l’ExCo
mondialeespanda, sviluppi ed evolva questo processo per-ché sia
utilizzato ai diversi livelli della nostra Co-munità Mondiale.
Invitiamo anche le Comunitànazionali, attraverso i loro Delegati di
ritornodall’Assemblea, a condividere i metodi e i fruttidi questo
processo per facilitare una maggioreprofondità e integrazione del
nostro carisma nel-la vita apostolica delle nostre Comunità.
1 Cf. Romani 8:22.2 Vedi Progetto 168 e la Lettera #4 del
Presidente. Vedi an-che Evangelium Gaudium.3 Cf. 1 Cor. 13:12.4
Lettera di Papa Francesco a Mauricio Lopez Oropeza,Presidente della
Comunità di Vita Cristiana Mondiale.5 Austen Ivereigh, The Francis
Option: Evangelizing a Worldin Flux.6 Cf. Congregazione Generale
della Compagnia di Gesù35, 8.7 Exercices Spirituels pour un
Discernement ApostoliqueCommunautaire, http://www.esdac.net/
-
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 21
Inizio questa condivisione con un ricordoparticolarmente caro
per me e presente nelmio cuore. Un ricordo che mi ha accompa-
gnato molto piacevolmente per più di trentaset-te anni e che è
stato molto vivo quando sonostata invitata ad essere qui oggi.Mi
riferisco all’ultima volta che ho avuto l’op-portunità di
incontrare padre Arrupe, durantela Settimana Santa del 1981: come
in altre oc-casioni, siamo arrivati per il nostro incontro Ex-Co1 a
Villa Cavalletti2, e lì ci siamo incontratiper diversi giorni con
un gruppo di Provincialidi recente nomina che, insieme al Generale
emolti dei loro assistenti, hanno celebrato qual-cosa di simile a
una sessione di iniziazione; inquesto caso la sessione era in
inglese e tutti iprovinciali venivano dall’Asia.Anche come in altre
occasioni, c’è stato sia unincontro formale in cui abbiamo parlato
con iprovinciali sulla Comunità Cvx mondiale e ilsuo stretto
rapporto con la Compagnia, sia altridiversi incontri e discorsi
informali alla fine deipasti o all’ora del caffè. Loro avrebbero
conclu-so la loro riunione prima di noi e ci hanno invi-tato a
celebrare insieme l’Eucaristia prima diiniziare le partenze.
XVII ASSEMBLEA MONDIALE
La nostra storia di Grazia
DI MARÍA MAGDALENA PALENCIA GÓMEZ
Una testimonianza vivente delle Congregazioni Mariane e della
Comunità di Vita Cristiana dalla finedegli anni Quaranta ai nostri
giorni
Magdalena Palencia è membro della Cvx del Messico. Ènata a
Tacubaya, D.F., da Francisco Palencia y Llerena eConcepción Gómez
Robleda, in una famiglia numerosa di12 figli. La sua infanzia e
adolescenza erano quelli nor-mali di una bambina e una adolescente
in una famiglianumerosa, di ceto medio-bassa, durante gli anni
dellaguerra e del dopoguerra. È stata segretaria dell’ExComondiale
dal 1976 al 1982. Membro delle CongregazioniMariane sin
dall’infanzia, ha vissuto il processo di cam-
biamento e ha optato, convinta, per la Cvx. Ha presol’Impegno
Permanente nel 1953. Ha partecipato anumerose assemblee mondiali:
ad Ausburg come dele-gata del Messico, a Manila come relatore, a
Roma ‘79 e aProvidence come membro dell’ExCo Mondiale. Ha
parte-cipato anche alle assemblee Guadalajara '90 e Nairobi2003
come interprete/traduttore.Mantiene contatti per-manenti con il
team di traduttori a supporto delSegretariato Mondiale della
Cvx.
-
Secondo la liturgia del tempo, corrispondevaleggere la
narrazione del libro della Genesi (ca-pitolo 17) che si riferisce
al passaggio in cui ilSignore stabilisce l’alleanza con Abram,
confer-ma la sua missione come padre di una moltitu-dine di popoli
e promette il possesso della terra.Dopo aver promesso la fedeltà
divina, il Signorechiede quella della sua famiglia, attraverso le
ge-nerazioni. Questa alleanza tra Abram e il Signo-re è sigillata
dalla circoncisione e da un cambiodi nome; da quel momento in poi
il nome delpatriarca sarà Abramo.Il padre Provinciale di Corea, che
presiedeval’Eucaristia, ha riflettuto e commentato il signi-ficato
profondo di un cambio di nome nel mon-do orientale e ciò che questo
ha rappresentatoper molti anni anche per molti religiosi e
reli-giose, sottolineando come il nome identificanon solo la
persona, ma la loro missione; nellaforza della rinuncia che questo
cambiamento si-gnifica all’identità precedente e nel fatto
chesuppone l’accettazione di una missione e un’i-dentità nuova o
rinnovata. Allora siamo stati in-vitati a fare le nostre richieste
al Signore…Erano già state espresse alcune preghiere quan-do Padre
Arrupe ha fatto la seguente riflessione(non posso assicurare che
queste fossero le sueparole testuali, ma sono sicura di almeno
alcunedi esse e non ho mai dimenticato il suo conte-nuto): «Alcuni
anni fa, le Congregazioni Maria-ne furono chiamate da Dio a un
cambio diidentità, a un nuovo modo di essere. ComeAbram, hanno
risposto con generosità lascian-do tutte le loro sicurezze,
accettando persino lamorte che significava lasciare il proprio
nome…e come ad Abramo il Signore diede loro unnuovo nome: “Comunità
di vita cristiana”, cheimplica anche in se stesso il significato
dellaMissione a cui sono chiamate…» e ha pregatoper «la Comunità
Mondiale, per la sua crescitae consolidamento, per la sua fedeltà
alla Missio-ne e perché il suo servizio al mondo e alla Chie-sa
fosse sempre stato il miglior servizio».Dopo avere salutato quelli
che andavano via do-
po pranzo, mi sono avvicinata a Padre Arrupe elo ringraziai
personalmente per la preghiera cheaveva fatto e per tutte le
implicazioni delle sueparole nell’essere e vivere della Cvx. Lui
rispose:«Così sia».Come ho detto, quel martedì della SettimanaSanta
è stata la mia ultima opportunità di parla-re con padre Arrupe.
Pochi mesi dopo abbiamoricevuto la notizia dell’ictus sofferto
durante ilsuo viaggio di ritorno dalle Filippine, sempre infedeltà
alla Missione e al servizio del mondo edella Chiesa. Ho sempre
tenuto questo incon-tro nel mio cuore, sono stata in grado di
condi-viderlo in qualche occasione (anche in alcunepubblicazioni di
«Progressio») e per me ha laforza del suo testamento alla Cvx.Ed è
stato il ricordo di questo incontro e di que-ste sue parole che mi
ha portata, ancora una vol-ta, a riguardare la storia di Abramo in
modoche, da essa, potessimo anche rileggere, con-frontare e
illuminare il cammino della nostraComunità di Vita Cristiana …Ogni
itinerario, ogni discernimento alla ricercadella volontà di Dio,
inizia con un sogno. Un’u-topia che, anche se si allontana dalla
nostra por-tata un paio di passi per ogni passo che noi dia-mo, ci
invita a continuare sul sentiero, a mante-nere la ricerca. Che cosa
è altrimenti il Principioe Fondamento con cui nutriamo il nostro
sogno,o confermiamo la nostra utopia, ogni volta cheiniziamo gli
Esercizi spirituali?Il sogno di Abramo è il compimento della
pro-messa, una discendenza tanto grande che nes-suno potrà contarla
e il possesso di una terra.Percorrere i dieci capitoli del Genesi
tra la men-zione degli antenati e il luogo nel quale Abra-mo vive
fino al sacrificio d’Isacco [Gen.12-22],ci porta a introdurci
nuovamente nella storiadella chiamata e dell’abbandono della sua
ter-ra… La benedizione di Dio che si estende atutte le nazioni; i
pericoli che deve affronta-re…; le tentazioni…; le cadute e le
redenzio-ni…; le inevitabili separazioni o apparenti divi-sioni,
l’incapacità di camminare insieme… [nel
22 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
XVII ASSEMBLEA MONDIALE
-
15] Il rinnovo della promessa, Agar e Ismae-le… e a Mamre [in
18] arriva l’incontro conDio Trinità, con lo straniero a chi
riceve, acco-glie e serve e da chi riceve la rinnovata promes-sa
ora nella vecchiaia…, l’apparente sterilità diSara e la sua
mancanza di fede… La nascita diIsacco… Il sacrificio di Isacco…
Tutto ciò chedeve essere abbandonato, lasciato, entregado,per
vivere la fiducia e il totale abbandono nellapromessa di Dio, che
ci propone vie o modi difare le cose, che non sono nostre ma che ci
por-teranno ad affetti liberi e liberatori, senza attac-camenti,
con indifferenza, fino al «Dio provve-derà…», «al solamente Dio»,
al solo ed unicoDio, come centro e come tutto…Le Congregazioni
Mariane iniziano il loro pro-cesso comunitario di ricerca della
volontà diDio, come Abram iniziò il suo, senza sapere ver-so dove
andare… e vivono per un tempo comestranieri, abitando in tende, un
po’ sconcerta-ti,… nel temporale, non nel definitivo… inmodo
itinerante… aspettando di arrivare in unacittà dalle fondazioni
forti… ma più di unacittà riceveranno un cammino… saranno
pelle-grini, come Abramo, Isacco, Giacobbe e la lorodiscendenza… in
moto, in ascolto, attenti allepromesse…
La chiamata inizia ad ascoltarsi già dal 1948,quando il 27 di
settembre, papa Pio XII pro-mulga la Costituzione Apostolica Bis
Saeculari,nella quale fa l’elogio delle Congregazioni e leinvita a
guardarsi interiormente… E da que-st’auto-contemplazione, il
Signore fa nascere laMozione: revisionarsi e tornare alle sorgenti,
di-sporsi ad attualizzare il suo servizio, quasi quat-tro volte
centenario, alla Chiesa. I primi passiportano ai primi incontri
internazionali, ad unnuovo modo di articolarsi e alla
costituzionedella Federazione Mondiale che verrà
approvataufficialmente dalla Santa Sede nel luglio 1953.Questi
primi passi, titubanti all’inizio e fermi inseguito, ci parlano
della risposta a questa PrimaMozione.
Il primo ExCo eletto a Roma ’54 3 descriverà co-si il mandato
ricevuto: «il Congresso di Romadeve essere il punto di partenza per
un rinnova-mento universale» e cinque anni dopo, inNewark ’59 4, si
deciderà di iniziare senza indu-gio l’elaborazione delle nuove
regole, dando co-sì il primo passo verso i Principi Generali. Per
laprima volta si parla di apostolato internazionalee di insistenza
sulla promozione degli EserciziSpirituali fatti «in modo integrale,
o almeno peril tempo massimo previsto da Ignazio»5.Arrivando ai
suoi primi dieci anni, la Federazio-ne Mondiale crede sia chiara la
conferma dellachiamata, ma non si materializza. Serve
ancoradiscernere, attendere i tempi del Signore chenon sempre sono
i nostri; la fedeltà alla Chiesaci chiede di aspettare la
celebrazione del Conci-lio che la rinnoverà, per definire i nostri
passicon orientamenti più precisi. All’assemblea di Bombay ’64 6 si
parla già di cam-biare il nome delle Congregazioni Mariane, maresta
ancora una sempre più stretta maggioranzache lo rifiuta… Bisogna
ancora discernere.Paulusen descrisse una volta l’Assemblea di Ro-ma
’67 7 come: «Quasi una nuova fondazione».E dobbiamo ricordare che
non solo le Congre-gazioni Mariane dovevano rinunciare ai loro
ti-toli o privilegi; già in precedenza, padre Janssensaveva
rinunciato a favore dei laici, al diritto al-l’autorità che
concedeva solo al Generale dellaCompagnia il «dare o cambiare le
regole alleCongregazioni Mariane»; e aveva incoraggiato eanimato la
lunga consultazione dove ogni scam-bio via posta, attraverso il
Segretariato, potevaprendere settimane e persino mesi. Finalmentesi
è capito che l’Assemblea di Roma sarebbe sta-ta la prima «Assemblea
costituente» mondialenella nostra storia che abbia formulato i
propridocumenti. Le memorie di quell’Assemblea de-scrivono «un
incontro pieno di dinamismo, dicommoventi testimonianze di una
crescenteunità nella diversità e soprattutto di grande ca-rità.
Giorni pieni di Spirito e azione».Cosi come un giorno il Signore
apparve davanti
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 23
Ogni itinerario, ogni discernimento alla ricerca della volontà
di Dio, inizia con un sogno. Un’utopia che,
anche se si allontana dalla nostra portata un paio di passi per
ogni passo che noi facciamo, ci invita a continuare sul sentiero, a
mantenere la ricerca.
-
ad Abramo per stringere la sua Alleanza, l’As-semblea di Roma
’67, è stato per la Cvx un mo-mento dell’Alleanza e il nuovo punto
di parten-za che dà origine al giubileo che ora celebriamo:nuovi
principi di base, nuovi statuti, nuovastruttura legale, un nuovo
nome e una nuovamissione comune: «combattere la povertà e
l’in-giustizia».
Non intendo ora fare un commento dettagliatosu ciascuna delle
Assemblee Generali, su cui esi-ste una documentazione sufficiente;
mi concen-trerò piuttosto su alcune mozioni interiori, checonsidero
più ricorrenti, con le quali il Signoreci ha mostrato la sua
fedeltà, rinnovando la suachiamata e illuminando il nostro viaggio.
Eccoperché ricordo ed elenco le Assemblee fino adoggi, solo con
alcune brevi note.
Dall’entusiasmo fondazionale di Roma ’67 sia-mo passati alla
prova del fuoco. La nostra As-semblea a Santo Domingo ’708 ci ha
fatto capirela necessità di prepararci affinché, come abbia-mo già
detto nei nostri documenti, la delibera-zione comune fosse davvero
il nostro metodo speci-fico per trovare la volontà di Dio. Lì ci
siamo tro-vati di fronte all’inganno9 (o mozioni) del
cattivospirito. Perfino il tema proposto «La crisi nellaChiesa» ha
influenzato la nostra crisi, una crisiche abbiamo vissuto profonda
e dolorosamentequando l’Assemblea era sul punto di dissolversia
causa di differenze personali, il ritiro di alcunedelegazioni,
tensioni ed esitazioni nella ricercadi soluzioni ed un cambiamento
radicale delprogramma prestabilito per l’incontro.Una crisi sana,
tuttavia, che ci ha resi consape-voli della nostra vulnerabilità e
ha portato l’Ex-Co, finalmente eletto, ad affrontare le
conse-guenze e concretizzare le reazioni di Santo Do-mingo ’70 nei
seguenti punti: «Gli EserciziSpirituali come base comune,
l’applicazione as-soluta dei Principi Generali, la nostra
missionecomune».
L’accettazione della necessità di prepararci me-glio alla nuova
realtà, alla quale ci siamo ricono-sciuti chiamati, ha portato a
diversi processi eriunioni e ha spinto i responsabili a proporre
unnuovo tipo di «incontro mondiale». Le esperienze prima a Roma e
ad Augsburg nel’7310, e poi a Manila nel ’7611, furono la
rispostaall’esperienza di Santo Domingo ’70; le «assem-blee» furono
conformate dallo schema degliEsercizi Spirituali e dai Corsi di
Formazione.Queste esperienze continuarono anche su tutti ilati con
la moltiplicazione di giorni simili, nellospirito e nel metodo, a
livello nazionale, regionalee continentale. Lo sviluppo del
processo dellenostre Assemblee è stato cambiato, dedicandosempre
tempo sufficiente per la preghiera personalee la riflessione e per
la deliberazione comune inpiccoli gruppi, mentre il tempo per le
«questio-ni» è stato ridotto.
24 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
XVII ASSEMBLEA MONDIALE
Nella foto:la gioia dell’incontro dip.Caravias S.I.del
Paraguaycon Magdalena Palenca,membro della Cvx del Messico.
-
Ad Augsburg ’73 abbiamo delineato il nostroservizio come
«liberare ogni uomo e tutti gli uo-mini». Presto ci sentiremo
commossi nell’impe-gnarci nell’apostolato internazionale e
persinocon l’adesione che in seguito richiederà una no-stra
presenza, in alcuni casi, alle Nazioni Unite. E a Manila ’76,
riaffermando il nostro stile divita «povero con Cristo»,
sottolineiamo nuova-mente la nostra opzione «per un servizio
mi-gliore; la vocazione Cvx nella missione dellaChiesa».In Roma ’79
12 abbiamo preso coscienza del do-no della comunità, riconoscendo
anche che sia-mo «una Comunità Mondiale al servizio di ununico
mondo»; cosa che abbiamo poi confer-mato in Providence ’82 13
ripetendo «una Comu-nità in Missione per promuovere la Giustizia»
erinnovando la nostra preferenza por i poveri egli emarginati,
riconoscendo anche il bisogno diapprofondimento degli studi
sociali.Loyola ’86 14 fu anche un assemblea focalizzata to-talmente
nella Missione, contemplando «Mariacome Madre e Modello della
nostra Missione». Guadalajara ’9015 enfatizzò «Un migliore
servi-zio al Regno», approvò i nuovi Principi Genera-li e ci inviò
a dare frutto come corpo apostolico.A Hong Kong ’94 16 ci siamo
proposti di dare «lamigliore risposta alla chiamata di Cristo
nelmondo in cui viviamo», desiderosi di portare tut-to quel fuoco
che stava già bruciando attorno anoi, verso i luoghi dove dovevamo
essere inviati. In Itaici ’9817, nel contesto di un mondo sullascia
del passaggio del millennio, abbiamo sco-perto tre aree di Missione
Comune e una seriedi mezzi necessari per realizzarla.Per la prima
volta in Africa, a Nairobi, nel200318, abbiamo condiviso i nostri
sentimenti ele nostre idee, desiderosi di maturare come Co-munità
Apostolica, «inviati da Cristo e membridi un solo corpo». E con
questo desiderio di «avanzare come corpoapostolico», a Fatima
200819, alla presenza diMaria, e riuniti attorno a Gesù per dirgli
quelloche avevamo fatto, insegnato e imparato, abbia-
mo ricevuto la sfida di «vivere come una comu-nità
profetica».Finalmente, solo cinque anni fa l’Assemblea si ètenuta
in Libano20, non solo per estendere il no-stro pellegrinaggio in
tutto il mondo, renden-doci presenti in Medio Oriente, ma anche
permostrare la nostra solidarietà a coloro che sof-frono in quella
terra biblica. Lì abbiamo defini-to quattro «frontiere a cui
dobbiamo arrivare,dalle nostre radici».
In ogni Assemblea, ogni incontro dell’ExCo,ogni incontro
continentale o nazionale, il Si-gnore, fedele nel suo amore, ha
confermato lachiamata, la missione e l’identità… le
mozionispirituali con cui affettuosamente tocca i nostricuori
continuano a nutrire il sogno e a guidare inostri passi; ma la via
del Regno soffre semprela violenza degli Inganni e il desiderio
dello spi-rito malvagio di dividerci, di mettere in dubbio,di
spaventare… E in più di un’occasione esitia-mo e dilatiamo la
risposta.
Dal testo della Costituzione Apostolica di PioXII e in ciascuna
delle nostre assemblee, ci sia-mo sentiti chiamati – Movidos21 – ad
attingerealle nostre fonti; a riconoscere il carisma
dellaSpiritualità Ignaziana laicale come un dono e aconsiderare gli
Esercizi Spirituali come lo stru-mento specifico di questa nostra
spiritualità.Ma non è mancato l’inganno del maligno, chenei primi
anni ha agito insinuando obiezioni,come per esempio che gli
Esercizi erano «richie-ste inopportune» o che l’essere
riconosciuti,pubblicamente e ufficialmente, come associa-zione
laicale, era discordante con «esigere qual-cosa che era in qualche
modo stato e sarebbe ri-masto riservato a coloro, che avevano
optato perla vita religiosa o per i sacerdoti». Non manca-vano
neppure «guide o direttori di esercizi» checonsideravano che la
maggior parte dei laici nonfossero pronti se non per le esperienze
più«morbide» come quelle che Ignazio suggerisceper i più «semplici
e di minore educazione».
CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018 25
Le Congregazioni Mariane iniziano il loro processo comunitario
di ricerca della volontà di Dio,
come Abram iniziò il suo, senza sapere verso dove andare…
-
Oggi, grazie a Dio, il riconoscere l’importanza eil frutto degli
Eess nella nostra vita personaleper tutta la Comunità, fa si che in
molti luoghie nelle più diverse circostanze ogni membro del-la
Comunità li prenda e li promuova, e si trova-no sempre più laici
pronti ad aiutare gli altri asperimentarli nella propria vita.
Nella vita delle piccole comunità e in tutta la Co-munità esiste la
convinzione d’imparare a discer-nere e a vivere la propria libertà,
orientando tuttoil nostro essere e lavoro al servizio del
Regno.
Le condizioni di disagio e le ristrettezze a Mani-la, durante la
celebrazione dell’Assemblea mon-diale, ci hanno fatto sperimentare
in modo par-ticolare un po’ la semplicità che dovrebbe
carat-terizzare il nostro stile di vita. Le situazioni cheabbiamo
vissuto con i fratelli e le sorelle deiquartieri di Manila, cosi
come la visita alla zonadi Kibera22 qualche anno dopo a Nairobi,
cihanno portato ad esprimere ad alta voce la mo-zione di voler
imitare Cristo povero, vivendouno stile di vita semplice, che ci
permetta di ar-rivare a somigliare a Lui, nel suo modo di vivere.
Ci sono tra noi testimonianze molto vive ededificanti di opzioni
per l’abbandono totale nel-le mani di Dio e per scelte di vita
d’impegnocon i malati, con i migranti, con i contadini ocon altri
gruppi di esclusi; oppure di un impe-gno radicale e decisivo per la
difesa del Creato.Credo, tuttavia, che l’Inganno sia ancora
presen-te quando molte volte la nostra azione si enun-cia ancora in
un «per i poveri» senza mai arriva-re al «con e assieme a loro,
uniti e facendo no-stre le loro lotte e speranze», come in un
ciecoelitismo all’interno delle nostre comunità, chein molte
occasioni ci impediscono di fare il pas-so, perché il nostro
desiderio di imitare e segui-re Gesù e la nostra manifestazione di
vera soli-darietà con i più deboli, si esprimano non solonel nostro
agire per favorirli, ma piuttosto nelcondividere il loro destino
nel modo più vicinopossibile a loro e a riceverli tra di noi,
dandogliil benvenuto, considerando come un dono ed
una benedizione speciale di Dio per noi, che ilSignore chiami i
nostri fratelli e le nostre sorellepiù povere a far parte della
nostra Comunità.
Personalmente, io identifico la mozione al servi-zio come la
mozione più ricorrente, espressa inmodi diversi e forse da diversi
modi di ascoltarela chiamata. Una mozione che è stata conferma-ta
anche dall’autorità della Chiesa. Nel suo di-scorso durante
l’Assemblea di Roma ‘79, PadreArrupe ha fatto un commento, che
vorrei citarea pieno titolo perché, ancora una volta, fa’
rife-rimento all’anniversario che stiamo celebrando:Quando nel 1967
fu chiesto alla Santa Sede ditrasformare le Congregazioni Mariane
in Co-munità di Vita Cristiana e l’approvazione deiPrincipi
Generali, che dovevano sostituire leRegole Comuni del 1910, la
ragione che giusti-ficava questa richiesta non era altro che
questo:«Il miglior servizio» alla Chiesa e il rinnovo inconformità
con lo Spirito e le norme del Conci-lio Vaticano II. È stato
affermato che questa ri-chiesta di trasformazione, avrebbe permesso
aimembri delle nuove comunità di «dedicarsi conmaggiore semplicità
ed efficienza al servizio diDio e degli uomini nel mondo di oggi»
[Letteradi approvazione del cardinale Cicognani, 23marzo 1968]; e
sottolineava p. Arrupe: «Perché laChiesa capiva che questa promessa
era sincera erealizzabile, ha dato la sua approvazione».
Con nomi diversi, il servizio – come concretiz-zazione della
Missione – è stato sempre identifi-cato come una mozione nelle
nostre Assemblee.Non ripeto l’enumerazione degli slogan, dei te-sti
o delle conclusioni di ciascuno di essi, già ci-tati sopra e di cui
esiste un’abbondante docu-mentazione. Per realizzarlo, ci siamo
sforzati dicreare commissioni, creare gruppi di lavoro esviluppare
diverse metodologie, come il Diav23,che fino ad oggi ci aiuta in
modo privilegiato adiscernere le nostre attività apostoliche.
Abbia-mo riconosciuto che, come Comunità mondia-le, abbiamo la
responsabilità di affrontare i
26 CRISTIANI NEL MONDO · SETTEMBRE-DICEMBRE 2018
XVII ASSEMBLEA MONDIALE
Cosi come un giorno il Signore apparve davanti ad Abramo per
stringere la sua Alleanza, l’Assemblea di Roma’67, è stato per la
Cvx un momento dell’Alleanza e il nuovo punto di partenza che dà
origine al giubileo che ora celebriamo.
-
grandi conflitti o lo scontro tra interessi inter-nazionali,
mentre, dalla nostra condizione dilaici, non possiamo trascurare i
compiti che, at-traverso la nostra attività economica, politica
eideologica, siano orientati alla trasformazionedelle strutture
sociali, verso quelle che propizia-no la dignità e l’uguaglianza di
tutti i figli e le fi-glie di Dio.Come criterio nato dal nostro
carisma ignaziano,dobbiamo sempre rispondere ai bisogni più
urgen-ti e preferire i servizi più universali e definitivi;senza
perdere la consapevolezza dell’importanza edella definitività del
quotidiano.Non voglio andare oltre descrivendo altre qua-lità o
espressioni del nostro servizio; piuttostovi segnalo un inganno che
a volte ci dis