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SERVIZIO DI SPIRITUALITÀ MISSIONARIAa cura del CENTRO
MISSIONARIO DIOCESANO - TRENTO44
22017
COMUNIONEe MISSIONE
Comunione e Missione - redazione: via S.G. Bosco 7/1, 38122
Trento - direttore: Giuseppe Caldera - direttore responsabile:
Agostino Valentini - ccp 13870381 - registrazione - presso il
tribunale di Trento n. 178.
n. 3 marzo 2017 - periodico mensile dell’opera diocesana per la
pastorale missionaria di Trento - anno XLVI - Poste Italiane s.p.a.
- Sped. in abb. postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.
46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe percue - Tassa riscossa
Trento. CONTIENE IRM A R Z O
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SOMMARIO
In copertina
Il fascicolo è espressione del gruppo “COMU-NIONE E MISSIONE”
del Centro Missionario Diocesano - via s. Giovanni Bosco 7/1, 38122
Trento - tel. 0461.891270, fax 0461.891277
Il gruppo è composto da:
francesca bridi - tatiana brusco - giuseppe cal-dera - adelmo
calliari - gianni damolin - laure edine - mariano prandi - edna
graciete semedo - renata juszczyk - gianluigi lutteri - ada pezzè -
stefano plotegheri - manuela rossi - monica signorati - loredana
valentini - leonora zefi
composizione centro missionario diocesanostampa nuove arti
grafiche, trento
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Lettera del direttoreQuaresima del mondo...
Cammino ComuneVal di Ledro, una valle missionaria
Voci della migrazioneQuaresima: tempo di conversione...e sarebbe
ora!
9 Missionari@mente• I primi passi nelle Filippine• Cammino di
pace
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La pagina dei ragazzi
16 Libri e DVDVa’, dona la vitaStoria, parole, morte di tre
missionarie saveriane in Burundi
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Lettura orante della Bibbia11
360 gradi
17 ACCRI“Gocce di vita” in Kenya
22 Stop & Go19 Eventi
23 Saperne di piùMissionari, testimoni con il sangue
sr. Annarita Zamboni Filippinefar festa insieme
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LETTERA DEL DIRETTORE
don Beppino Caldera
Quaresima del mondo...
Carissimi, siamo abituati a vivere la Quaresima come quel tempo
definito che si conclude con la Pasqua. Ma il mondo conosce la
vittoria della Pasqua, la liberazione dai mali? Vediamo che le
necessità dei popoli in questi tempi sono di una portata
incredibile: società sconvolte da guerre, da situazioni di
ingiustizie e crudeltà. È una Quaresima di sofferenza che sembra
non vedere una luce in fondo al tunnel.Richiamandoci a questa
realtà si è svolto l’incontro dei missionari trentini in America
Latina a Maceiò (Brasile) dal 31 gennaio al 5 feb-braio, che aveva
come titolo I laici in una chiesa tutta ministeriale.Nella Lettera
alla diocesi di Trento, che troverete a pag. 20, i missio-nari
scrivono: C’è bisogno di abituarci a portare la novità di Gesù, di
abituarci alla compassione e condivisione, capire insieme il dolore
degli uomini, dalla guerra delle carceri al nord del Brasile, al
cinismo dei leader di varie nazioni a noi conosciute, al dilagare
della povertà delle masse.La Quaresima dolorosa dell’umanità ci
chiama ad essere presenti, non appoggiandoci alla maniera
piramidale del funzionamento della
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nostra Chiesa, ma a scoprire, in una piramide capovolta, la
proposta di riavvicinare le distanze, stabilire un nuovo stile di
lealtà e cercare un’alleanza di collaborazione delle parti in
gioco, in nome della Paro-la annunciata. La dottrina del Concilio
Vaticano II sottolinea che sono comuni alla dignità di tutti i
battezzati, l’imitazione e la sequela di Cristo, la comunione e il
mandato missionario. Il rinnovamento della Chiesa in America Latina
non sarà possibile senza la presenza attiva dei laici. Non ci è
sfuggita l’attualità della lettera di papa Francesco sul laicato
del marzo 2016.
A Maceiò abbiamo vissuto intensamente un incontro fraterno e con
la visione del laicato in una Chiesa tutta ministeriale. Purtroppo
mol-ti missionari non hanno potuto partecipare all’incontro, sia
per mo-tivi di salute che per impegni inderogabili.
Per la diocesi di Trento abbiamo dibattuto a lungo la questione
della presenza dei fidei donum in missione. L’esperienza avviata
nei tempi del Vaticano II prevedeva l’alternanza di sacerdoti
diocesani in dio-cesi sorelle, per dare la possibilità al maggior
numero di sacerdoti di fare l’esperienza missionaria. La proposta è
sempre attuale e al-lettante, anche per avere contatto diretto con
il lavoro di evange-lizzazione nel mondo. I popoli immigrati
presenti fra di noi devono aprirci gli occhi al grande lavoro di
Dio di giungere al cuore di tutti, anche attraverso fedi religiose
diverse. Chi ha fatto l’esperienza in missione ha più sensibilità
all’incontro con tante culture e fedi diver-se. La diocesi Trento
può tenersi in contatto con il mondo attraverso i suoi missionari,
non solo di istituti religiosi, ma con i suoi stessi sacerdoti.
Questa non è questione personale di qualche sacerdote o laico che
desidera partire, ma è di tutta la diocesi, che si sente
mis-sionaria e non può accontentarsi di badare a se stessa.
I nostri gruppi missionari siano forti in questa vocazione,
animando le parrocchie durante Quaresima, così che non resti solo
tempo liturgico, ma tempo di speranza per l’umanità sofferente.
Ogni domenica sia occasione di stimolo per ogni comunità,
presentando il materiale pro-posto e vivendo nella settimana
momenti di riflessione e di preghiera.
La Veglia dei missionari martiri del 24 marzo sia vissuta
ricordando padre Mario Borzaga e i 215 milioni di cristiani che
pagano a caro prezzo la loro fede nella persecuzione.
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CAMMINO COMUNE
Val di Ledro,una valle missionaria
Il gruppo è nato circa 20 anni fa’ ed ha sempre avuto come
accom-pagnamento un Padre dei Missionari Verbiti. Nel corso degli
anni è andato via via crescendo sia in maturità e missionarietà che
come numero di partecipanti. Oggi possiamo contare stabilmente
dalle 25 alle 35 persone. La presenza femminile è preponderante. Da
qualche anno abbiamo fatto la scelta di svolgere ogni mese
l’in-contro in una parrocchia diversa della nostra unità pastorale.
Quasi tutte le comunità vengono così visitate e animate. Il gruppo
missio-nario nelle sue riunioni da molta importanza alla preghiera
per i no-stri missionari sparsi per il mondo e sempre la prima
parte è occupata dalla riflessione biblica, con discussione e
partecipazione sempre atti-va e personale. Quindi vengono lette le
varie lettere che ci pervengo-no dai missionari, e quindi viene
presentata una lettera che racconta i vari avvenimenti successi
nell’ultimo mese in valle, una lettera molto
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particolareggiata e ben accetta da tutti i missionari sparsi nel
mondo. Rappresenta il nostro anello di unione e di condivisione
necessario per loro e per noi tutti. Ed è bello che ogni volta
viene anche firmata da tutti i presenti. Il gruppo ha anche
l’abitudine di autotassarsi e quando giunge un missionario a
trascorrere le sue ferie in Valle nel contesto della sua visita e
partecipazione all’incontro riceve l’offerta per la sua missione.
Il gruppo si è pure aperto alla discussione dei problemi generali,
come l’acqua – la banca etica – la produzione di armi –
l’immigrazione e ha prodotto anche dei documenti e delle prese di
posizione al riguardo. I momenti forti sono soprattutto la Veglia
Missionaria, molto parteci-pata, che si svolge nel mese di ottobre
in Valle a Pieve di Ledro dove di solito diamo l’invio ad alcuni
laici del gruppo dall’Alto Garda e Val di Ledro che operano
soprattutto in Tanzania, consegnando la croce missionaria.
Partecipata anche la s. Messa o la Via Crucis per i nostri
Missionari Martiri nel mese di marzo. Gli incontri terminano in
mag-gio nella comunità delle Suore di Biacesa, con la celebrazione
della s. Messa e una piccola festa fraterna. Nei limiti del
possibile alcuni membri partecipano alla Veglia missionaria in
Duomo, alla Assemblea diocesana e agli incontri decanali.
Quest’anno molto tempo e atten-zione sono stati dedicati alla
accoglienza e accompagnamento degli immigrati residenti in Valle.
Possiamo dire che lo spirito missionario, anche per i molti
missionari nati in Valle, è ancora vivo e operante: il nostro
gruppo cerca di attualizzare e immettere anche lo spirito
mis-sionario nelle attività catechistiche e parrocchiali dell’unità
pastorale.
VEGLIA PER I MISSIONARI MARTIRIVENERDÌ 24 marzo
ore 20.00nella chiesa di San Francesco Saverio
presieduta dal Vicario generale don Marco Saiani e con la
testimonianza di p. Luigi Sion
Il Centro Missionario organizza
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Quaresima: tempo di conversione... e sarebbe ora!
d. B.
VOCI DELLA MIGRAZIONE
Nel suo messaggio per la Quaresima quest’anno il Papa ci ricorda
la parabola del povero Lazzaro e dell’uomo ricco. Papa Fran-cesco
scrive: Per il ricco il povero Lazzaro è come invisibile, ma per
noi diventa noto e quasi familiare, diventa un dono e una ricchezza
inestimabile, per il messaggio che ci dà. È un essere voluto, amato
e ricordato da Dio, anche se la sua concreta situazione è quella di
un rifiuto umano.Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La
giusta relazione con le persone consiste nel riconoscere con
gratitudine il loro valore. Anche il povero profugo alla porta
della nostra società non deve es-ser visto come un fastidioso
ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Come
possono dire alcuni operatori trentini che i profughi non sono
compatibili con i turisti e che perciò non sono adatti per le zone
turistiche? Il primo invito della parabola di Lazza-ro è quello di
aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è
un dono, sia il nostro vicino, sia il povero sconosciuto. Si sente
dire in giro che la persona che non si conosce fa paura. Ma proprio
di tutti quelli che non conosciamo si ha paura?Il ricco della
parabola non aveva paura di Lazzaro, semplicemente lo ignorava e
non lo mandava via. Troppa gente manifesta sentimenti di avversione
verso i poveri profughi, che umilmente si avvicinano a noi: è
peggio del ricco epulone?E il papa continua: La Quaresima è il
tempo per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o
in lei il volto di Cristo. “Ero stra-niero e mi avere accolto”:
queste parole devono suonare come il campanello di allarme per
svegliare le coscienze.Ricordiamoci che tutti siamo stranieri. Il
popolo della Bibbia è cre-sciuto nella fede con la chiara
convinzione di essere straniero. La ter-ra su cui il popolo troverà
dimora si delinea come terra donata, sulla
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quale Israele vive da ospite e non come dominatore o possessore
(Lv 25,23): la terra è di Dio: nessun altro ne è padrone.Il codice
di santità del credente ebreo dice: Quando lo straniero di-morerà
presso di voi, non gli farete torto: lo tratterete come uno che è
nato fra di voi. Tu l’amerai come te stesso, perché anche voi foste
stra-nieri in Egitto (Lc 19,33-34). Il salmo 39,13 prega: Ascolta
la mia voce, Signore, porgi l’orecchio al mio grido, perché io sono
un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri, presso di te
sono un migrante, un ospite di passaggio, come tutti i miei
antenati.Questa convinzione fa crescere la fede che Dio è l’unico
sostegno per la vita.È così che noi ci rapportiamo con gli
stranieri, con i richiedenti asilo? Se noi ripetiamo le solite
battute: “prima i nostri” facciamo scelte escludenti. Molti
profughi soffrono perché sperimentano il giudizio e la condanna
degli altri. Le persone che non conoscono la miseri-cordia
infliggono agli altri delle ferite. Per grazia di Dio ci sono molte
persone che operano per l’accoglienza e la promozione umana e non
solo nella Chiesa. E papa Francesco continua: ma noi che fac-ciamo
la Quaresima ci lasciamo toccare il cuore dai fratelli. Il mondo
ferito ha bisogno di sentire che c’è una famiglia grande, la
Chiesa, che si preoccupa di chi soffre. Siamo chiamati a dare
speranza, perché il sogno che ha spinto tanti fratelli sul cammino
della migrazione diventi realtà.Il Libano, con 4 milioni di
abitanti ha accolto 2 milioni di rifugiati: perché lo stesso
miracolo non può ripetersi anche nei paesi euro-pei? Dipende dalla
qualità di noi europei. Quaresima: è giunta l’ora della
conversione: speriamo che l’orologio non sia fermo, come dice papa
Francesco.
AAA COLLABORAZIONE CERCASIIn vista della
che si svolgerà a Trento sabato 20 e domeni-ca 21 maggio, si
invitano i gruppi missionari a portare del materiale per il VASO
della FORTUNA entro lunedì 08 maggio al Centro Missionario.
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I primi passi nelle FilippineMISSION@RIAMENTE
sr. Miriam Perenzoni, Filippine
Carissimi, grazie per gli auguri che mi sono arrivati, veramente
graditi. Spe-ro abbiate iniziato bene il nuovo anno e ve lo auspico
ricolmo delle benedizioni del Signore. Voglio dirvi grazie per
l’amore con il quale lavorate per mantenere vivo lo slancio
missionario tra la nostra gente. Qui ogni giorno si imparano cose
nuove, e noi che muoviamo i primi passi in questa terra filippina,
ancora con la difficoltà delle due lingue: inglese e tagallo, la
fatica è molta, ma la gioia di poter comunicare la fedeltà del
Signore è grande. Abbiamo visto una grande affluenza nella novena
di Natale alla messa “del gallo” che si celebra appunto al canto
del gallo, ossia alle quattro del mattino. Una chiesa gremita di
gente, e non mancano i bambini, qui sempre numerosi. Abbiamo avuto
l’opportunità di celebrare il Natale nelle due realtà che ci sono
state affidate: un villaggio molto povero e il carcere. In ambedue
le realtà abbiamo avuto la S. Messa animata da un piccolo coro.
Quindi nel villaggio sono seguiti dei giochi a premi, consegnato un
piccolo dono a ciascun bambino e condiviso insieme il cibo
preparato per tutti. Nelle carceri ugualmente abbiamo portato un
piccolo pacchetto per ciascuno con cose utili, frutto della
generosità di chi ci sostiene. Mi ha fatto impressione vedere come
la maggioranza dei detenuti sono ragazzi giovani, ho notato inoltre
con piacere, come hanno par-tecipato attivamente alla messa. In
questa terra c’è tanta povertà, ma la gente è buona, accogliente.
Purtroppo si nota il dislivello sociale, chi ha troppo e chi è
privo del necessario, grandi centri commerciali sfavillanti e
grandi palazzi accanto a casupole a volte fatiscenti. Abbiamo
partecipato ad un incontro organizzato dalla CEI per i mis-sionari
italiani presenti nelle Filippine. È stato un momento formati-vo,
di conoscenza e scambio, di cui abbiamo goduto. Sappiamo di non
essere sole ma di essere accompagnate dalla vo-stra preghiera e dal
vostro affetto. Un caro saluto a tutti.
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Cari amici,vi racconto ciò che sta succedendo in Colombia; non
tutto, certo.La notizia bella è che l’accordo di pace fra il
governo e i guerriglieri FARC sta funzionando, e si stanno facendo
i passi previsti. I guerri-glieri sparsi in molte vaste zone del
Paese, camminando ore e ore, se non giorni, nella selva, stanno
dirigendosi verso gli accampamenti previsti a questo scopo, dove si
riuniranno e consegneranno le armi (speriamo, tutte) ai
rappresentanti dell’ONU. Già si sono concentrati più di 5000;
mancano qualche centinaio; praticamente questo primo passo si è
concluso.Il “dopo” è più difficile: si tratta di aiutare queste
6000 persone, che abbandonano le armi e la lotta armata, perché
trovino un posto nella società. Anche nella zona, dove mi trovo
adesso, si sente un ambien-te diverso, così mi dice la gente e così
ho letto nei vari servizi giorna-listici o nei libri scritti circa
la situazione del Medio Atrato di qualche mesi e anni addietro.
Grazie a Dio, non si vedono più cadaveri di per-sone assassinate,
dell’uno o dell’altra fazione, fluttuare sull’acqua ed essere
trascinate dalla corrente dell’Atrato, senza poterle
seppellire...Inoltre, ieri, in Ecuador, c’è stato il primo incontro
fra i rappresentanti del governo e dell’altro gruppo guerrigliero,
ELN (Esercito di Libera-zione Nazionale), ancora in armi; non sono
molto numerosi (1000-1500), però, ultimamente, si sono inaspriti
negli attentati. Speriamo che arrivino a degli accordi di pace!
Questo gruppo è ancora presente nella zona di Lloró, dove io ave-vo
incontrato alcuni di loro e fatto ... amicizia con un capo, “Riciar
(Richard)”, che è stato poi ammazzato in un bombardamento
dell’e-sercito. (parlare di questo mi richiama alla memoria ...
Beh. Chiudo.).Purtroppo, arrivano notizie di paramilitari e gruppi
illegali che stan-no prendendo il posto, lasciato libero dai
guerriglieri e occupano le proprietà dalle quali i campesinos erano
stati violentemente sfollati.Restiamo con le prime due notizie,
quelle positive. Noi cercheremo di fare quanto ci suggeriscono la
compassione e la misericordia del Signore di fronte alla sfida di
costruire una pace durevole e sicura.
Cammino di pacep. Remo Segalla, Colombia
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d. Francesco Moser
Lettura orante della BibbiaMISERICORDIA È...
Riuniti in nome del Vangelo
È tempo in cui nessuno può pensare di essere estraneo alla
vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza; deve nascere
in noi la coscienza di essere già insieme. Questo è quanto papa
Francesco ha proposto ai giovani riuniti a Riga, in Lettonia.
Aprire il cuore all’unità, all’amicizia ecco l’invito di Dio.
Preghiera
Ecco, già tu bussi alla mia porta, portato dalla voce che tu sei
… Mi pro-strerò dunque davanti a te, l’ospite della mia notte, e ti
aprirò la porta del mio cuore. Entra dunque, vieni a dilatare il
mio essere, ad allargarlo alle dimensioni del mondo. Tu che sei
così grande, così umile e così piccolo, vieni a occupare tutto il
mio spazio perche non ci sia nella mia vita altro Dio che te. Vieni
a purificare il mio tempio, e a cacciarne tutti gli idoli che lo
ingombrano. (Claude Rault, dei padri Bianchi, autore de IL DESERTO
È LA MIA CATTEDRALE)
LA PAROLA SI FA VITA
La credibilità dell’annuncio cristiano sarebbe molto più grande,
se i cristiani superassero le loro divisioni. (P. Francesco). Siamo
chiamati ad avanzare verso l’unità, a superare la semplice
cordialità reciproca. Le diversità tra le Chiese e all’interno di
ogni Chiesa, vi saranno sempre ma, le Chiese non dovrebbero osare
di mettersi sotto uno stesso TETTO o per lo meno sotto una stessa
TENDA, mettersi in cammino, far apparire segni visibili, un nuovo
punto di partenza: È per Gesù Cristo solo che si è fratelli, l’uno
per l’altro. (D. Bonhoeffer)
LETTURA
Cerchiamo il libretto di Rut (l’AMICA) e leggiamolo insieme.
C’è un filo conduttore: il tuo popolo è il mio popolo, il tuo
Dio è il mio Dio. Il libro della Bibbia ha per protagonista la
donna straniera, modello di
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accoglienza e amicizia. Rut, giovane vedova, decide di rimanere
accanto all’anziana Noemi, e insieme fanno strada verso Betlemme,
al tempo della spigolatura del grano. Il coraggio delle due donne
fa’ sì che riconquistino il diritto alla comunità, alla terra, ai
resti del raccolto. Il libro è l’eco della tradizione biblica di
accogliere e di integrare schiavi, orfani e stranieri.
RIFLETTERE
Ricordiamo la storia di Rut … Cercando di capire il richiamo al
tempo attuale: il libro è l’eco dell’attuale dramma delle
migrazioni. Un invito a ‘viaggiare’ oggi, nel nostro contesto,
verso le altre religioni della nostra terra.
LA VITA SI CONFRONTA CON LA PAROLA
• Fate questo nella mia memoria: la ricerca di condivisione
(l’amore di Cristo ci spinge 2 Cor 5,2), perché l’Eucaristia non è
solamente il verti-ce dell’unità, è anche il cammino. Non possiamo
invocare Dio Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di
comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini, creati a
immagine di Dio. (Nostra aetate, 1965) Senza la memoria, dove
andremo?
SCEGLIERE L’IMPEGNO PER AGIRE
Ogni comunità (anche parrocchiale) viene a contatto con i
cristiani di altre confessioni; una chiesa principale potrebbe
diventare casa di preghiera comune a tutti i cristiani, ove
compiere gesti di solidarietà, essere più attenti alla miseria
altrui, agli scoraggiamenti nascosti, alle sventure dei migranti,
alla salvaguardia dell’ambiente … se badiamo gli uni agli altri,
sboccia in noi già adesso la coscienza di essere già insieme.
PREGHIERA FINALE E BENEDIZIONE
Con i credenti che si prostrano allo spuntare del giorno, mi
prostro anch’io, Signore. Con le persone che invocano il tuo Nome,
nelle moschee, nelle chiese e nei monasteri. Con le persone che
possono solo alzare gli occhi verso di Te, i malati, i vecchi, io
mi prostro. Con le persone che svolgono in casa l’opera del
quotidiano, con le persone che il lavoro trattiene nella fabbrica,
nell’officina, tra le greggi e nei campi io mi inchino. (Claude
Rault dei Padri Bianchi).
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la pagina dei ragazziC iao ragazzi,
sapete che anche nel mese di marzo si celebrano, a livello
ecclesia-
le o di Nazioni Unite, alcune giornate particolari? C'è la
Giornata internazionale della donna, quella per l'eliminazione
del-la discriminazione razziale, s. Giuseppe, la Giornata dei
missionari Martiri e molte altre.Pensavo di raccontarvi la
biografia di un mis-sionario martire trentino ma poiché in aprile
ci sarà una celebrazione particolare in suo onore (mi raccomando,
acqua in bocca, è un’anticipazione che vi faccio, uno scoop
giornalistico), vi presento una ragazza particolare che ho
conosciuto nei miei giri.Si chiama Kriti Bharti, è nata a Jodhpur
City, nello stato del Rajasthan in India. Pur giovane, ha solo 29
anni, ha già vissuto molti momenti difficili nella sua vita,
soprattutto durante l’infanzia. Quando la mamma era in incinta, i
suoi nonni volevano che abortisse ma la mamma ha continuato la
gravidanza. Su-bito dopo la nascita, Kriti è stata abbandonata dal
papà. Da piccola poi è stata anche avvelenata e costretta a
lasciare la scuola. Nonostante queste vicissitu-dini è riuscita a
riprendere gli studi e a conseguire un dottorato in psicologia.Oggi
è una psicologa e un’attivista che da anni lotta contro la pratica
dei matrimoni tra bambine e uomini adulti. In Rajasthan questo tipo
di matrimonio avviene quotidianamente, nonostante sia vietato in
altri Stati dell’India. A volte si riesce ad impedire il matrimonio
ma la bambina viene trattata come un’emarginata sociale. Sapendo
tutte queste cose e volendo fare qualche cosa per le spose bambine,
nel 2011, Kriti ha pen-sato di istituire un’organizzazione di
beneficenza che porta il nome Saarthi Trust cioè Fiducia Saarthi
con lo scopo di aiutare le bambine a reintegrarsi nella società e
di tutelare i diritti dei bambini e delle donne. Assieme alla sua
organizzazione è riuscita a fermare oltre 900 matrimoni di spose
bambine, a far annullare 29 matrimoni e ha aiutato nella
riabilitazione di oltre 6mila bambini e 5mila donne.Vi devo dire
che i volontari del Saarthi Trust lavorano contemporaneamente
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Conoscete altre persone che si sono messe in gioco che rischiano
la vita per
difendere i diritti dei bambini, delle donne e delle persone più
vulnerabili?
su due fronti: da un lato con gli organi di governo, cercando di
porre fine ai matrimoni, e questa è la sfida più grande perché
richiede il consenso non solo della sposa, ma anche quello dei
genitori dello sposo e degli anziani del villaggio; dall’altro,
sensibilizzando la popolazione indiana sugli effetti negativi dei
matrimoni tra i bambini e organizzando visite alle scuole e in
luoghi pubblici delle manifestazioni per dimostrare che
l’alternativa c’è ed è possibile.Il grande impegno umanitario di
Kriti è diventato il simbolo di una comunità che lotta per ridare
un’infanzia alle bambine indiane e per questo ha ricevu-to diversi
premi internazionali.Che ve ne pare? Non è interessante conoscere
questa ragazza?
3 lettere: con 4 lettere: Abbà, luce, mole, rari, yard 6
lettere: cactus, caldeo, datore, Istria, scarpe 7 lettere: aderire,
cartoon, concisi, destino, fariseo, novizio, partita, Renania,
samurai, Saturno 8 lettere: affabile, dèpliant, disposti, illustre,
traporre 9 lettere: copertura, educativo, frontiera, religione,
yorkshire 10 lettere: antiracket, eccellente, iamatologi,
lorantacee, rimedi-tare 11 lettere: elaboratore, studentessa 12
lettere: toxoplasmosi 13 lettere: abolizionismo
11 3 6 14 15 3
10 3 2 8 5
15 5 8 5 13 3
10 3 9 3 9 3
12 3 9 12 7 15 15 3
2 14
13 3 15 1 3 8 15 4 14
Inserisci le parole per risolvere il cruciverba; riporta poi le
let-tere delle caselle con i numeri qui sotto e scopri i loro
nomi.
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ASIA/IRAQ - Famiglie cristiane fanno ritorno a Mosul
Nei quartieri orientali di Mosul, da poco sottratti
dall’esercito iracheno alle milizie dell’auto-proclamato Stato
islalmico (Daesh) cominciano a fare ritorno le prime famiglie
cristiane. Secondo quanto riportato dal sito ankawa.com, sono
almeno tre le famiglie armene che già hanno fatto ritorno alle
proprie case, in aree urbane appena sottratte ai jiha-disti e
nonostante la situazione di generale insicurezza che continua a
pesare su tutta la città. Nei giorni scorsi, le zone cittadine
sottratte al controllo dei jihadisti erano state teatro anche di
attentati suicidi, che avevano provocato almeno 9 morti tra i
civili. (da Agenzia Fides)
AMERICA LATINA/BRASILE - Rafforzamento dell’economia di
Solidarietà in Brasile
Il progetto “Rafforza-mento dell’economia di Solidarietà in
Brasi-le”, che ha l’appoggio dell’Unione Europea, vuole contribuire
alla promozione dell’eco-nomia popolare di so-lidarietà come
alter-nativa di formazione e creazione di reddito della popolazione
in situazione di vulnerabilità. La prospettiva è quella di uno
sviluppo del-la solidarietà sostenibile e territoriale.Per questo,
sono state ricevute più di 500 proposte da tutte le re-gioni del
paese, che sono state valutate dal Consiglio di gestione del fondo
di appoggio all’economia di solidarietà. Ne sono state selezionate
103. (da Adital)
360 GRADI
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LIBRI E DVD
Va’, dona la vita!Laure Edine
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i datiTITOLO: Va’, dona la vita! Storia, parole, morte di tre
missionarie saveriane in BurundiAUTORE: a cura di Teresa Caffi
EDITORE: EmiANNO: 2016
Nel mese che vede lo svolgimento della Giornata di preghiera e
digiuno in me-moria dei missionari martiri ci piace presen-tare il
libro curato dalla saveriana Teresa Caffi nel quale ritrae le tre
suore missionarie save-riane uccise nella loro abitazione a
Kamen-ge, il 7 settembre 2014.In un primo capitoletto, dopo la
cronaca di un giorno e di una notte, l’autrice riferisce le varie
ipotesi sui moventi dell’assassino. Nei tre capitoli successivi
racconta i tratti salienti biografici di ognuna delle suore, Olga,
Lucia e Bernardetta, dà voce ai loro
scritti intimi, fa emergere riflessioni spirituali e confidenze
con ami-che e famigliari.Queste pagine ci restituiscono l’epopea
feriale di donne semplici e tenaci, pronte ad affrontare pericoli,
rapine, guerre, soprusi e timo-ri per portare a chiunque la materna
vicinanza di un Dio che si fa prossimo a ciascuno.
Per la mia vita non temo. Ho già avvisato: se muoio lascia-temi
là. Ho sempre desiderato morire in Africa per risorgere il giorno
ultimo col popolo afri-cano (sr. Lucia Pulici).Di loro papa
Francesco dirà Sono state religiose zelanti, generose testimoni del
Vange-lo.
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ACCRI
Sara Moratto
“Gocce di vita” in Kenya
Ripensando alla genesi del pro-getto e alle diverse difficoltà
affrontate, non ci sembra ancora vero che siano state installate ad
oggi più di 75 cisterne d’acqua.Il progetto è nato da
considera-zioni fatte tra alcuni gruppi della comunità (circa un
centinaio di persone e rispettive famiglie) i
quali identificavano l’acqua come un loro bisogno, la scarsità
di ri-sorse idriche come il problema da affrontare e l’acquisto di
cisterne per la raccolta dell’acqua piovana come la soluzione da
adottare. Può sembrare un ragionamento semplice, ma in realtà è
stato il frutto di un percorso che i gruppi hanno fatto, nell’arco
di un anno. A que-sta iniziale considerazione è seguita la loro
richiesta di essere aiutati economicamente nell’acquisto di queste
cisterne in plastica. Questi contenitori giganti, adeguatamente
collegati ai tetti delle case, rac-colgono l’acqua piovana durante
le due annuali stagioni delle piogge. La prima di solito arriva tra
marzo e aprile e la seconda tra ottobre e dicembre.La raccolta
dell’acqua piovana aiuta le famiglie ad avere una scorta di acqua
potabile da usare nei periodi tra le due piogge, nei quali possono
passare anche più di cinque mesi senza che cada una sola goccia
d’acqua. L’alternativa alla raccolta dell’acqua piovana sono i
rifornimenti giornalieri al fiume o ai bacini. Ma il fiume non
sempre è vicino a casa, le donne quindi sono costrette a lunghe
camminate sotto il sole per raggiungere la fonti. L’acqua che vi
trovano però non è pulita: sono ricorrenti infatti, particolarmente
tra i bambini, malattie dovute all’assunzione di acqua impura, come
il colera ed i
In questo numero la testimonianza della nostra volontaria Sara
Morat-to, impegnata dal 2015 nel proget-to dell’ACCRI in Kenya, a
Iriamurai. Il progetto “Gocce di vita” è stato finanziato anche con
la campagna “Abbiamo RISO per una cosa seria” dell’anno scorso, a
cui molte nostre parrocchie trentine hanno aderito.
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vermi intestinali. Il Governo, per questa ragione, distribuisce
gratui-tamente nelle scuole primarie della zona dei farmaci
vermifughi per prevenire lo svilupparsi delle malattie.Il progetto
“Gocce di vita” prevede che nei gruppi, le famiglie inte-ressate,
raccolgano per l’acquisto del tank l’80% del costo, mentre l’ACCRI
si fa carico del 20% per i tanks e per i costi di trasporto, di
organizzazione e di formazione per la realizzazione delle grondaie.
Inizialmente noi volontari avevamo forti dubbi che questa proposta
sarebbe stata accettata. Considerando infatti, la povertà della
zona
non solo dal punto di vista materiale o cli-matico-ambientale,
ma soprattutto delle relazioni umane (difficoltà di collaborazio-ne
e scarsa fiducia), la risposta estrema-mente positiva dei gruppi di
agricoltori è stata sorprendente. Ciò accade quando si lavora su un
vero e genuino bisogno del-la popolazione locale. Seppur con tutte
le difficoltà linguistiche, di organizzazione, le differenze
culturali, ci si è incontrati.
Ovvero lo sforzo dei contadini risulta evidente nell’adoperarsi
per l’acquisto delle cisterne e noi volontari, alla luce di questa
evidente reciprocità, ci siamo sentiti maggiormente stimolati ad
accompa-gnarli. I gruppi dunque si sono dati un anno di tempo per
racco-gliere la quota necessaria all’acquisto delle cisterne, hanno
ottenuto nel frattempo la formazione per la costruzione delle
piattaforme di cemento su cui posare le cisterne e la realizzazione
delle grondaie.L’aspettativa iniziale di noi tutti, era che la metà
dei gruppi sarebbe riuscita a completare la quota per l’acquisto
dei tank, al momento invece più di 75 famiglie hanno già installato
le cisterne e probabil-mente il numero crescerà fino a 90 entro la
scadenza del progetto, a marzo 2017. Il lavoro realizzato nei
gruppi con le famiglie interes-sate non è stato solo indirizzato
alla mera raccolta di denaro, ma è servito a valorizzare le risorse
e a lavorare insieme per favorire con-testi di unità e
condivisione. Una nota triste: l’ultima stagione delle piogge è
stata molto scarsa. Da due mesi non piove e le prossime piogge sono
previste fra circa due mesi!
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APPUNTAMENTI DEI GRUPPI MISSIONARI (decanali o
interparrocchiali)Ala Canonica, lunedì 13 marzo - ore 15.00
Borgo Oratorio Borgo, giovedì 09 marzo - ore 20.30
CavalesePredazzo Oratorio, lunedì 13 marzo - ore 20.30
Cembra/Lavis Cembra Oratorio, lunedì 13 marzo - ore 20.15
Cles Oratorio, martedì 07 marzo - ore 15.00
EVENTI
05 MARZO a MALÈRitrovo ore 14.00 - Messa ore 18.00
Val di Sole
DOMENICHE DI ANIMAZIONE E FORMAZIONE MISSIONARIA per i gruppi
missionari
Lomaso Dorsino, martedì 21 marzo - ore 20.00
Rovereto/Nomi Destra Adige Rovereto Beata Giovanna, mercoledì 08
marzo - ore 20.30
Tione Oratorio, venerdì 10 marzo - ore 20.30
Trento Centro Missionario, mercoledì 08 marzo - ore 17.00
Val di Ledro Molina di Ledro lunedì 06 marzo - ore 20.00
Val di Sole Ossana, mercoledì 08 marzo - ore 20.00
12 MARZO a ZAMBANA(Sala d. Bosco - Oratorio)
Ritrovo ore 14.00 Lavis/Cembra e Mezzolombardo
26 MARZO a BORGO(Oratorio)
Ritrovo ore 14.00 Valsugana Orientale
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Non succede tutti i giorni che i missionari e le missionarie
trentine in America Latina possano trovarsi insieme per condividere
le storie della loro vita quotidiana. Siamo qui circa una trentina
venuti da alcuni paesi, come Ecuador, Bolivia e Brasile. La storia
delle nostre vite è cambiata pro-fondamente dai tempi della nostra
venuta, però c’è un filo conduttore che tiene insieme questa
avventura di fede, di speranza e anche di incertezza. Volti
rivisti. Parole ribadite. Il tema scelto ci ha avvicinati tra noi,
e forse ci farà più attenti anche al vostro cammino di Chiesa
trentina: Laici e laiche nella Chiesa e nella società, sale della
terra e luce del mondo (Mt 5, 13). Su questo tema c’è
un’aspettativa. Come può avvenire la comunicazione della fede,
inseriti, inculturati nei vari contesti, nel clima della
globalizzazione mondiale già avvenuta?Da dove siamo partiti. La
riflessione della missionaria laica Maria Soares de Camargo, tra
noi dopo sette anni di Amazzonia, ci ha introdotti brevemen-te al
ricordo delle prime comunità, dei loro attori, delle loro
animatrici e il configurarsi differente dei ruoli e dei compiti nei
tempi successivi: il raffor-zarsi della figura del sacerdote
ordinato, lasciando senza sufficiente spazio di partecipazione e
decisione il laicato. L’appello ci è venuto da una cele-brazione:
la necessità di abituarci a portare la novità di Gesù, di abituarci
alla compassione, a capire insieme il dolore degli umani, dalla
guerra nelle carceri al nord del Brasile, al cinismo dei leader di
varie nazioni a noi cono-sciute, al dilagare della povertà delle
masse. Chi l’avrebbe mai detto? Allora, è urgente la convocazione
dei diocesani in missione, dei laici e laiche, delle religiose e
religiosi. Sembra arrivata l’ora di riflettere senza paura sui
mini-steri della Chiesa. Non è forse arrivato il tempo di dare
priorità all’identità cristiana manifestata nel battesimo e meno
all’identità confessionale (Taizé, 2017). Ecco la chiamata ad
essere credenti laicamente nel mondo. Se c’è una maniera piramidale
di funzionamento delle nostre Chiese, come accet-tare, in una
piramide capovolta, la proposta di riavvicinare le distanze,
stabi-lire uno stile di lealtà e cercare una alleanza di
collaborazione fra le parti in gioco, in nome della Parola
annunciata e di una nuova accoglienza fra tutti. Siamo partiti
dalla preghiera comunitaria, dalle narrazioni, dal ricordo dei
Maestri e Profeti che sempre ci circondano come nuvola di testimoni
(let-tera agli Ebrei), da uno sguardo di fede che scopre Dio che
abita nelle case
Da Maceiò i missionari scrivono
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della gente, sulle piazze. La riflessione ha messo in evidenza
contraddizioni e dualismi, in questo cammino, separazioni di
ambiti, fra fede e comportamenti, fra la Parola e la pratica, come
lacerazioni dentro noi stessi. Offriamo a tutti uno spunto di
ispirazione presente nel testo sinodale Chiesa in America, 44: La
dottrina del Concilio Vaticano II (…) ribadisce che sono comuni
alla dignità di tutti i battezzati l’imitazione e la sequela di
Cristo, la comunione reciproca e il mandato missionario. È
necessario, pertanto, che i fedeli laici prendano co-scienza della
loro dignità di Battezzati. Il rinnovamento della Chiesa in
Ame-rica non sarà possibile senza la presenza attiva dei laici. Per
questo compete a loro, in grande parte, la responsabilità della
Chiesa del futuro.Non ci è sfuggita l’attualità della lettera di
papa Francesco sul laicato del marzo 2016, al cardinale Oellet. Se
la rileggiamo con pazienza, in piccoli gruppi come abbiamo provato,
ci sentiremo spronati a riprendere il pro-getto più unitario fra
consacrati del sacerdozio ordinato e segnati dal sa-cerdozio
comune. Molte volte noi pastori dimentichiamo il credente laico che
brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la sua
fede… dobbiamo riconoscere che il laico ha bisogno di nuove forme
di organizza-zione e di celebrazione della fede. Il nostro compito,
la nostra gioia, la gioia del pastore, consiste precisamente
nell’aiutare e stimolare, come han fatto molti prima di noi -mamme,
nonni e sacerdoti- veri protagonisti della storia. Non per una
concessione di buona volontà ma per diritto e statuto proprio. I
laici sono parte del Santo Popolo di Dio e pertanto i protagonisti
della Chiesa e del mondo; siamo chiamati a servirli, non a servirci
di loro.Anche papa Francesco commenta lo slogan È arrivata l’ora
dei laici, ma sembra che l’orologio si sia fermato.Cari amici,
sappiamo che la Missione assume oggi nuovi volti, nuovi stili,
nuovi destinatari: potremmo ricaricare insieme l’orologio della
storia mis-sionaria? Per osservare, proteggere, accompagnare,
appoggiare e servire tutto il popolo del Signore. In nome dei
Martiri di tutti i continenti del nostro tempo.Facciamo strada
insieme - dice l’appello di Taizè del gennaio scorso - La no-stra
identità di cristiani si traccia facendo strada insieme, non
separatamen-te. Avremo il coraggio di metterci sotto uno stesso
tetto affinché la dinamica e la verità del Vangelo possano
dispiegarsi?Vi lasciamo il nostro saluto, fiduciosi nella grazia di
Dio che ci chiama a costruire il suo Regno nell’unità. Grazie.
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il CILE
LEITA p. Angelobarnabita, di Trento Madonna Bianca
la TURCHIA
SARTORI sig.a Isabellalaica, di RanzoVANZETTA sig.a Serenalaica,
di Tesero
il BRASILE
GRAZIOLA p. Gianfrancomiss. della Consolata, di Pedersano
STOP & GO
ARR
IVI
PART
ENZE
per
dal TOGO
GILLI p. Fabiocomboniano, di Albiano
il KENYA
AVI p. Francescocamilliano, di Baselga di Pinè
RICHIAMATI ALLA RICOMPENSA DEL SIGNORE
DORIGATTI p. Umberto, giuseppino del Murialdo,(di anni 89), di
Riva del Garda
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SAPERNE DI PIÙ
Anche quest'anno l'Agenzia Fides ha stilato l'elenco dei
missio-nari e operatori pastorali uccisi nel mondo, un elenco che
rima-ne provvisorio perché deve sempre essere aggiunta la lunga
lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia o di cui non
si conoscerà neppure il nome, che in ogni angolo del pianeta
soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo.Nel 2016
sono stati uccisi 28 operatori pastorali cattolici. Per l’ottavo
anno consecutivo il numero più elevato si registra in America,
men-tre è drammaticamente cresciuto il numero delle religiose
uccise, che quest’anno sono 9, più del doppio rispetto al 2015.
Sono morti in modo violento 14 sacerdoti, 9 religiose, 1
seminarista, 4 laici. Per quan-to riguarda la ripartizione
continentale, in America sono stati uccisi 12 operatori pastorali
(9 sacerdoti e 3 suore); in Africa 8 (3 sacerdoti, 2 suore, 1
seminarista, 2 laici); in Asia 7 (1 sacerdote, 4 suore, 2 laici);
in Europa è stato ucciso 1 sacerdote. Come sta avvenendo negli
ultimi anni, la maggior parte degli operatori pastorali è stata
uccisa in se-guito a tentativi di rapina o di furto, compiuti con
ferocia, in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà
economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la
mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa. In
queste situazioni i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, erano
tra coloro che denunciavano a voce alta le ingiustizie, le
discriminazioni, la corruzione, la povertà, nel nome del Vangelo.
Desta poi preoccupazione la sorte di altri operatori pastorali
sequestrati o scomparsi, di cui non si hanno più notizie certe da
tempo. Non viene usato di proposito il termine “martiri”, se non
nel suo signi-ficato etimologico di “testimoni”, per non entrare in
merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni
di loro. Papa France-sco ci ricorda che oggi ci sono cristiani
assassinati, torturati, carcerati, sgozzati perché non rinnegano
Gesù Cristo… i martiri di oggi sono in numero maggiore rispetto a
quelli dei primi secoli.
Missionari, testimoni con il sangue
Monica Signorati
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opera diocesanaper la pastorale missionariavia s. giovanni
bosco7/138122 trentotel. 0461.891270fax
[email protected]/missioni
per offertec.c.p. 13870381
Cassa Rurale Alto GardaIBAN IT28 J080 1605 6030 0003 3300
338
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