COS’E’ IL PDP E COME COMPILARLO Prof.ssa Virginia Sampietro
COS’E’ IL PDP
E COME COMPILARLOProf.ssa Virginia Sampietro
BES
QUANDO, PERCHE’ E COME REDIGERE UN
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO?
CHI SONO I BES? (SPECIAL
EDUCATIONAL NEEDS)
Un primo dubbio è: “chi sono gli alunni con Bes?”. Sono tutti quelli che la scuola può individuare in tre modi: certificazione, diagnosi o da considerazioni didattiche. (punto 1, Dir. M. 27/12/2012)
“Un Bes è per sempre”. No, o meglio, non è sempre così. Infatti i Bisogni Educativi Speciali degli alunni nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, prevedono interventi verificati nel tempo, così da attuarli solo fin quando serve. (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013)
La diagnosi di Bes non esiste. Il concetto è quello che se uno studente ha una diagnosi di disturbo evolutivo (Dsa, Adhd, etc) o Disabilità (Leg. 104/92) allora necessità di Bisogni Educativi Speciali a scuola. La diagnosi è una categoria sanitaria come “Dislessia” o “Disturbo del Linguaggio”. Quando le diagnosi di questi alunni si depositano a scuola allora è necessario attivare dei Bisogni Educativi Speciali. Dunque il Bes non si certifica (per approfondire, consiglio la lettura del post del prof. Flavio Fogarolo, www.superando.it)
BES E DSA
I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a scuola, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA.
Lo stesso principio vale per l’ADHD, o Disturbi del Linguaggio o svantaggio socio-culturale. Tutti questi necessitano di un Bisogno Educativo Speciale a scuola.
“In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana”(Dir. MIUR 22/12/2012).
CHI SONO I BES?
BES E DSA
Bes e Dsa non sono la stessa cosa.
Infatti i Dsa sono i Disturbi Specifici di Apprendimento come Dislessia,
Disortografia, Disgrafia e Discalculia (Art. 1 Leg.170/10), e riguardano
dunque il tipo di difficoltà che mostra il ragazzo (disturbo specifico di
apprendimento) mentre i Bes sono gli strumenti di intervento didattico che
mettiamo in atto in classe sia per gli alunni con Dsa che per tutti gli “alunni
che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni”(Dir. MIUR 22/12/2012).
“Devo fare il Pdp per tutti gli alunni con Bes?” Assolutamente no.
DISLESSIA, DISGRAFIA,
DISORTOGRAFIA, DISCALCULIA
7
IL PIANO DIDATTICO
PERSONALIZZATO
– è obbligatorio quando abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque con tutti codici che iniziano con F 81 dell’ ICD-10 («disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche»). In questo caso va compilato entro 3 mesi dalla consegna della diagnosi.
– è a scelta della scuola quando abbiamo una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai Dsa) come Adhd, Disturbo del Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale; oppure quando abbiamo delle difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri. In tutti questi casi il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Pdp. Questo può essere compilato in qualsiasi momento dell’anno. (pag. 2 Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363)
Il Pdp va firmato dai genitori dell’alunno in quanto rappresenta un accordo di collaborazione con famiglia. Anche se, in altre situazioni molto più frequenti a scuola, non c’è bisogno di alcun documento per spiegare l’utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare l’apprendimento di un alunno in difficoltà
LA SCUOLA INDIVIDUA GLI STUDENTI
CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI,
attraverso: certificazione, diagnosi o da
considerazioni didattiche.
“Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella
dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico,
linguistico, culturale” (punto 1, Dir. M. 27/12/2012)
Possiamo trovarci di fronte a tre diverse situazioni.
a) Alunni con certificazione di disabilità, questa fa riferimento alla legge
104/92 (art3) ed elaboriamo un PEI
b) Alunni con diagnosi di disturbi evolutivi:
Se hanno diagnosi di DSA, facciamo riferimento alla Leg 170/10 e DM 5669
12/7/2012 ed elaboriamo un PDP.
LA SCUOLA INDIVIDUA GLI STUDENTI CON Bisogni Educativi Speciali IN TRE
MODI: certificazione, diagnosi o da considerazioni didattiche.
- Se hanno diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o non-verbali allora la scuola è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP, in caso non lo utilizzi ne scrive le motivazioni, infatti: “la scuola può intervenire
nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. (…) il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2 Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363)
c) Alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: “Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”(Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).
Il temine “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche” presuppone che un alunno (in assenza di diagnosi o certificazioni mediche), il quale mostra delle difficoltà di apprendimento legate al fatto di provenire da un ambiente con svantaggio socio-economico, con deprivazioni culturali o linguistiche (come nel caso degli stranieri), può essere aiutato dalla
scuola con l’adozione di percorsi individualizzati e personalizzati come strumenti compensativi e/o dispensativi (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013) ma “non” è obbligata a fare il PDP, dunque sceglie in autonomia se fare o meno un PDP, e questi interventi dovranno essere per il tempo necessario all’aiuto in questione.
Alcuni BES possono essere anche
temporanei
I Bisogni Educativi Speciali degli alunni nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, prevedono interventi verificati nel tempo così da attuarli solo fin quando serve. Daremo priorità alle strategie educative e didattiche più frequenti anziché alle modalità di dispensazione/compensazione.
“Si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative (…) avranno carattere transitorio ed attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti compensativi e misure dispensative” (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013)
Cos’è il PDP ?
Il PDP (ovvero Piano Didattico Personalizzato), in breve,
è un documento previsto dal MIUR secondo il DM 5669
del 12/7/2011 in cui ci si accorda sulla didattica
personalizzata da attuare a scuola, ovvero da quali attività
è necessario dispensare e quali strumenti compensativi il
ragazzino può utilizzare sia durante la lezione che durante
le prove di valutazione.
COS’E’ IL PDP
COSA NON E’
INDIVIDUALIZZATO = PERSONALIZZATO?
“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo. Più in generale - contestualizzandola nella situazione didattica dell’insegnamento in classe - l’azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni.
L’azione formativa “personalizzata” ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.
Il PDP PUO’ ESSERE COMPILATO IN
QUALSIASI PERIODO DELL’ANNO. Se
vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi.
La compilazione spetta sempre alla scuola, e questo può avvenire durante l’anno anche
inoltrato.
Solo per le diagnosi di DSA, il PDP dovrebbe essere operativo entro 3 mesi dalla
presentazione della documentazione diagnostica a scuola. Motivo per cui è sempre bene
segnarsi data e numero di protocollo della presentazione dei documenti.
“la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo
trimestre scolastico un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato
per le discipline coinvolte dal disturbo” (DM n°5669 12/7/2011) a questo punto seguono
alcuni punti da inserire nel PDP, in questa pagina il MIUR mette a disposizione dei modelli
di PDP.
Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la
diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell’anno in corso (CM n° 8 del 6/3/2013)
Il PDP E’UNO STRUMENTO
OPERATIVO CHE VA APPLICATO
Occorre fare in modo che il PDP non si trasformi in un dovere burocratico quanto piuttosto in un’occasione per i docenti di poter far apprendere al meglio i propri studenti. Le indicazioni operative indicano che il PDP non è un elenco di modalità dispensative/compensative e neppure delle caselline, tipo checklist, da spuntare.
Si corre il rischio di produrre un PDP più per il bisogno d’avere un documento da registrare che delle indicazioni semplici ed operative da poter adottare.
“il Piano Didattico personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale”.(CM n°8 del 6/3/2013).
La cosa più importante per il quale sono state elaborate queste normative, facciamo corsi di formazione e per cui siamo qui a discutere è di certo una: applicare il PDP in classe.
- I PASSI PER PREPARARE IL PDP -1. dati generali
Qui è necessario inserire i dati anagrafici del
ragazzino.
Spieghiamo alcune voci:
- Interventi pregressi: indicare se e da chi è
stato seguito, se in attività scolastiche
(progetti o altro, come previsto dall'Art3,
comma 3 legge 170/10) o extrascolastiche.
- Scolarizzazione pregressa: indicare se vi
sono indicazioni importanti come eventuali
bocciature, materie in cui è stata chiesta la
riparazione a settembre, o altro di rilevanza.
- Rapporti scuola-famiglia: indicare se e
quando la scuola ha avvisato la famiglia di
difficoltà a scuola (vedi Art3, comma 2, legge
170/10); quando la famiglia ha protocollato
la diagnosi; eventuali altre comunicazioni
ufficiali.
2. Funzionamento delle abilità di lettura,
scrittura e calcoloIn "Elementi desunti dalla diagnosi" indichiamo i
parametri tecnici richiesti.
Cosa fare se nella diagnosi questi parametri non
sono inseriti?
Premesso che una diagnosi per DSA, per essere
tale, è necessario che sia conforme alla Consesuns
Conferenze sui DSA dell'istituto Superiore di Sanità
ISS-2011 e Conferenza Stato-Regioni sui DSA del
24/7/2012.
Sono proprio tutti questi documenti che indicano
nel dettaglio che vanno inseriti sia questi
parametri che le modalità di aiuto e intervento,
altrimenti non è una diagnosi in "regola" per DSA.
.
In "Elementi desunti dall'osservazione in classe" la
compilazione spetta al docente.
Consiglio di non mettere termini difficili e/o ricercati,
mettete ciò che osservate: l'osservazione del singolo
docente è un tipo di informazione preziosissima.
Se osservate che il bambino legge lentamente, non
mettete frasi come "Le sue abilità di lettura appaiono
inferiori rispetto allo sviluppo cronologico.......etc": no.
Mettete semplicemente e chiaramente: "La sua lettura
appare più lenta e scorretta rispetto ai suoi compagni
di classe". E' di questo che abbiamo di bisogno, di un
linguaggio semplice ma efficiente.
Esempio
3. Osservazione diretta dell’alunnoRapporti con gli adulti:
fiducia
opposizione
indifferenza
altro
Rapporti con i compagni:
fiducia
opposizione
indifferenza
altro
Comportamento in classe:
aggressività o chiusure di fronte a incomprensioni
disponibilità ad utilizzare strumenti compensativi
tendenza ad eludere il problema
Altro
sempre sulla base di un’attenta osservazione da parte di tutti i docenti, si descrive il profilo comportamentale dell’alunno nei vari contesti.
4. Caratteristiche del processo di
apprendimentoCapacità di memorizzare procedure operative nelle discipline tecnico-pratiche (formule, strutture grammaticali, regole che governano la lingua…)
.
Capacità di immagazzinare e recuperare le informazioni (date, definizioni, termini specifici delle discipline,….)
Capacità di organizzare le informazioni (integrazione di più informazioni ed
elaborazione di concetti)
sulla base della diagnosi e
soprattutto dell’osservazione, si
descrive come apprende
l’alunno, ossia se e con quale
grado di autonomia memorizza,
elabora ed è in grado di
utilizzare ciò che studia. Le
informazioni sono ricavabili
anche da incontri con
specialisti.
EsempioMemorizzazione delle procedure L’alunno mostra notevoli difficoltà nel
memorizzare le strutture grammaticali
e le regole che governano la lingua
L’alunno mostra, inoltre, notevoli difficoltà
nell’eseguire correttamente le
procedure delle operazioni aritmetiche, in
particolare della divisione
Recupero delle informazioni L’alunno mostra scarse capacità di
immagazzinare le informazioni e di
rielaborarle oralmente utilizzando il lessico
specifico. Recupera le
informazioni solo utilizzando mappe, schemi
Organizzazione delle informazioni Sottolinea i contenuti principali e identifica le
parole chiave
Prende appunti
Svolge con regolarità i compiti assegnati
Usa colori e caratteri grafici differenti per
differenziare le informazioni
5. Strategie e strumenti utilizzati dall’alunno
nello studio
STRATEGIE
STRUMENTI
Strategie utilizzate
□ (sottolinea, identifica parole–chiave, fa schemi...)
□Modalità di affrontare il testo scritto (computer, schemi, correttore
ortografico…)
□ Modalità di svolgimento del compito
assegnato (ricorre all’insegnante per spiegazioni, ad un compagno, è
autonomo…)
□ Riscrittura di testi con modalità
grafica diversa
Strumenti
informati
ci □
Fotocopi
e
adattate
□ Schemi
e mappe
□ Appunti scritti al PC
□ Registrazioni
□ Materiali multimediali
□ Testi con immagini
□ Testi con ampie spaziature
□ Altro
Modalità di svolgimento del compito assegnato
□ ricorre all’aiuto dell’insegnante
□ricorre all’aiuto dei compagni
□utilizza gli strumenti compensativi
□ è autonomo
□altro
A integrazione del
punto 4, si chiede qui di
osservare le modalità
tecniche e concrete con
le quali l’alunno studia,
ossia come si aiuta nella
memorizzazione e
nell’elaborazione di ciò
che studia. Le
informazioni sono
ricavabili da
osservazioni effettuate
dagli insegnanti.
6. Individuazione di eventuali modifiche degli
obiettivi specifici di apprendimento previsti dai
piani di studio
LETTERE:
MATEMATICA E SCIENZE:.
LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA :
ARTE E IMMAGINE:
TECNOLOGIA:
ED. MUSICALE:
ED. FISICA:
RELIGIONE/ALTERNATIVA
è questo l’unico punto in cui si possono prevedere delle differenziazioni rispetto agli obiettivi della classe. Vi sono infatti obiettivi che il tipo di disturbo rende estremamente difficile o perfino impossibile conseguire. Pertanto, pur non raggiungendo l’obiettivo disciplinare nella sua completezza, l’alunno avrà la possibilità di conseguire una competenza meno specifica ma comunque completa (per esempio, “saper comunicare” piuttosto che “scrivere correttamente”). L’obiettivo è quello di realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali dello studente ed
individuare le conoscenze non essenziali per il raggiungimento delle competenze imprescindibili
6. Individuazione di eventuali modifiche degli
obiettivi specifici di apprendimento previsti dai
piani di studio
7. Strategie metodologiche e didattiche
Incoraggiare l’apprendimento collaborativo favorendo le attività in piccoli gruppi.
Predisporre azioni di tutoraggio.
Sostenere e promuovere un approccio strategico nello studio utilizzando mediatori didattici facilitanti l’apprendimento (immagini, mappe …).
Insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo studio (titolo, paragrafi, immagini,…)
Dividere gli obiettivi di un compito in “sotto obiettivi”
Offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno nella discriminazione delle informazioni essenziali.
Privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale “per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo, la riflessione su quello che si fa”;
Sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle strategie di apprendimento negli alunni.
Attivate dal consiglio di classe, in questo caso vengono presentate delle opzioni tra cui scegliere, sono un elenco di “buone pratiche” che il consiglio di classe garantisce. Molte di esse, tra l’altro, sono quotidianamente adottate dai docenti anche in assenza di alunni DSA, ma risultano indispensabili per tale tipologia di alunni.
8. Attività programmate
Attività di recupero
Attività di consolidamento e/o di potenziamento
Attività di laboratorio
Attività di classi aperte (per piccoli gruppi)
Attività all’esterno dell’ambiente scolastico
Attività di carattere culturale, formativo, socializzante
Gli obiettivi didattici trasversali e metacognitivi e le strategie elencate nel precedente punto mirano al conseguimento di obiettivi didattici trasversali alle discipline, e di obiettivi metacognitivi che, se sono importanti per ogni alunno, lo sono ancor più per gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento. Occorre crocettare.
9. Misure dispensative
Nell’ambito delle varie discipline l’alunno viene dispensato:
dalla lettura ad alta voce;
dal prendere appunti;
dai tempi standard (dalla consegna delle prove scritte in tempi maggiori di quelli
previsti per gli alunni senza DSA);
dal copiare dalla lavagna;
dalla dettatura di testi/o appunti;
da un eccesivo carico di compiti a casa
dalla effettuazione di più prove valutative in tempi ravvicinati;
dallo studio mnemonico di formule, tabelle; definizioni
altro ( es.: sostituzione della scrittura con linguaggio verbale e/o iconico)
10. Strumenti compensativi
L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi:
libri digitali
tabelle, formulari, procedure specifiche , sintesi, schemi e mappe
calcolatrice o computer con foglio di calcolo e stampante
computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante e scanner
risorse audio (registrazioni, sintesi vocale, audiolibri, libri parlati, …)
software didattici free
computer con sintetizzatore vocale
vocabolario multimediale
9-10 Misure dispensative e strumenti
compensativi
Questi punti sono il cuore del PDP in quanto entrano nel merito del come portare glialunni con DSA a raggiungere gli obiettivi didattici ed educativi della classe. Èfondamentale qui chiarire la differenza tra compensativo e dispensativo. Dispensare daqualcosa rappresenta l’ultima spiaggia dopo che sono stati sperimentati ogni strategia estrumento compensativo possibile. Quando gli strumenti compensativi non sonosufficienti per consentire al bambino di essere autonomo nell’apprendimento e nellosvolgimento dei compiti. Non sono misure che violano l’imparzialità, al contrariomettono il bambino sullo stesso piano dei compagni
Tuttavia ciò è molto spesso necessario in quanto non sempre strategie e ausili permettono all’alunno di bypassare le difficoltà, e questo in particolare nella scuola secondaria. Le misure dispensative rappresentano una presa d'atto della situazione e hanno lo scopo di evitare che il disturbo possa portare all’insuccesso scolastico e alla compromissione dell’immagine di sé dell’alunno.
9-10 Misure dispensative e strumenti
compensativi
Pertanto la scelta di dispensare va fatta dal Cdc in modo consapevole e ponderato,
ma anche sereno, condividendo tale atteggiamento con la famiglia. Compensare
significa invece ottenere gli stessi risultati con metodi e mezzi diversi. La
compensazione è cioè un'azione che mira a ridurre gli effetti negativi del
disturbo, facendo leva su altre abilità personali, portando così l’alunno a
raggiungere prestazioni funzionalmente adeguate (banalmente, gli occhiali sono
uno strumento compensativo indispensabile per un miope). Gli strumenti
compensativi possono essere tecnologie, strategie o modalità didattiche. Ad
esempio, un programma di scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale
compensa le difficoltà di scrittura; un programma di lettura con sintesi vocale
compensa le difficoltà di lettura; la calcolatrice o la tavola pitagorica compensano
le difficoltà di calcolo; una mappa concettuale compensa le difficoltà di recupero
delle informazioni o di memorizzazione del linguaggio specifico.
11. Criteri e modalità di verifica e
valutazione (N.B. validi anche in sede di
esame)
Si concordano:
verifiche orali programmate
compensazione con prove orali di compiti scritti
uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali (mappe mentali, mappe cognitive..)
valutazioni più attente alle conoscenze a alle competenze di analisi, sintesi e collegamento con eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla correttezza formale
prove informatizzate
valutazione dei progressi in itinere
11. Criteri e modalità di verifica e
valutazione
Validi anche in sede d’esame, devono essere in sintonia con le misure dispensative e
gli strumenti compensativi scelti e utilizzati durante il percorso dell’alunno. Pertanto,
per esempio, se si è previsto come misura compensativa l’uso del programma di
videoscrittura, esso dovrà essere utilizzato anche in fase di verifica.
Vale la pena sottolineare che eventuali modalità di valutazione diverse rispetto alla
classe scelte per l’alunno con DSA non lo devono in alcun modo penalizzare in
termini di voto, poiché con il PDP scuola e famiglia si accordano sul come valutare
l’alunno in termini di modalità; sta all’insegnante rendere tali modalità non più facili,
ma semplicemente diverse e personalizzate rispetto alle specificità dell’alunno.
11. Criteri e modalità di verifica e
valutazione
Bisogna capire, in base alle difficoltà dell’alunno, quali sono i possibili obiettivi.
L’esempio pratico che segue riguarda un alunno disortografico e/o disgrafico:
l’obiettivo curriculare per la classe è saper scrivere in modo ortograficamente
corretto.
La parte ortografica deve essere considerata meno importante (per aiutarlo si può
farlo scrivere al computer con il correttore). La correzione dell’elaborato non deve
essere puntuale, ma limitarsi agli obiettivi che l’insegnante ritiene importanti: ad
esempio solo le maiuscole all’inizio della frase, solo gli accenti del verbo essere,
ecc…, questo perché troppe correzioni demotivano l’alunno, ma soprattutto non
focalizzano l’attenzione sull’obiettivo individuato.
11. Criteri e modalità di verifica e
valutazione
Nella valutazione finale è fondamentale valutare non solo il prodotto, ma anche il
modo in cui è stato raggiunto.
E’ necessario escludere dalla valutazione gli aspetti che costituiscono il disturbo
stesso: ad esempio negli allievi disgrafici e disortografici non dovrà essere
valutata la correttezza ortografica e sintattica in tutte le materie disciplinari.
Per le verifiche scritte possono essere previsti tempi aggiuntivi, ritenuti
congrui in relazione alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in
più rispetto a quelli stabiliti per la generalità degli studenti; considerata però la
difficoltà di continuare la prova durante altre ore, si può anche decidere di togliere
alcuni item dalla verifica, in modo tale che l’alunno sia in grado di portarla a
temine insieme agli altri.
11. Criteri e modalità di verifica e
valutazione I docenti quindi attuano ogni strategia didattica per consentire agli alunni con DSA
l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso cui il discente
meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli
strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune.
Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità
compatibili con le difficoltà connesse ai DSA.
Si possono dispensare alunni e studenti dalle prestazioni scritte in lingua straniera in corso d’anno
scolastico e in sede di esami di Stato, nel caso in cui ricorrano tutte le condizioni di seguito elencate:
- certificazione DSA attestante la gravità del disturbo e recante esplicita richiesta di dispensa dalle
prove scritte;
- richiesta di dispensa dalle prove scritte di lingua straniera presentata dalla famiglia o dall’allievo se
maggiorenne;
- approvazione da parte del consiglio di classe che confermi la dispensa in forma temporanea o
permanente, tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulla base delle risultanze degli interventi
di natura pedagogico-didattica.
12. Patto con la famiglia e con l’alunno
Si concordano:
riduzione del carico di studio individuale a casa,
l’organizzazione di un piano di studio settimanale con distribuzione giornaliera
del carico di lavoro.
le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline chi
segue l’alunno nello studio
gli strumenti compensativi utilizzati a casa (audio: registrazioni, audiolibri,…)
strumenti informatici (videoscrittura con correttore ortografico, sintesi vocale,
calcolatrice o computer con fogli di calcolo,….)
le verifiche sia orali che scritte. Le verifiche orali dovranno essere privilegiate.
di mettere per iscritto sul diario quando l’alunno/a non può svolgere i compiti
secondo le modalità stabilite con gli insegnanti
12. Patto con la famiglia e con l’alunno
Questo documento, che verrà firmato dai docenti del Cdc e dal
Dirigente Scolastico ma anche dalla famiglia (nonché dal
Tecnico competente, se ha partecipato), potrà essere verificato e
modificato nel corso dell’anno scolastico, a garanzia che quanto
previsto nel documento sia effettivamente efficace.
Daniel Pennac, Diario di scuola,
Feltrinelli«Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile
è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia.
Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo,
è un’orchestra che prova la stessa sinfonia.
E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri
che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento
giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile
scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce
all’insieme.
Siccome il piacere dell’armonia fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo
triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo
violino, ma conoscerà la stessa musica».