Stefano Berti Sociologo - Psicologo - Psicoterapeuta Resp. Ufficio Promozione della Salute Dip. di Prevenzione - Area Vasta 2 An A.S.U.R. Marche “Verso le Scuole che Promuovono Salute: a che punto siamo?” Come riconoscere e sviluppare le Buone Pratiche Senigallia, 19 gennaio 2017
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Come riconoscere e sviluppare le Buone Pratiche · • Per affrontare certi problemi è importante ... • La partecipazione dei portatori di interesse è garanzia di maggiore efficacia
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Stefano Berti
Sociologo - Psicologo - Psicoterapeuta
Resp. Ufficio Promozione della Salute
Dip. di Prevenzione - Area Vasta 2 An
A.S.U.R. Marche
“Verso le Scuole che Promuovono Salute:
a che punto siamo?”
Come riconoscere e sviluppare
le Buone Pratiche
Senigallia, 19 gennaio 2017
Le malattie croniche: un allarme mondiale
56 milioni di decessi nel 2012
38 milioni dovuto a Malattie
croniche Non Trasmissibili
L’82% di questi decessi è dovuto a:
malattie cardiovascolari (46,2%)
tumori (21,7%)
malattie respiratorie croniche (10,7%)
diabete (4%)
Fonte: Global status report on noncommunicable diseases 2014
- World Health Organization, gennaio 2015
Secondo l’OMS il numero totale di decessi annuali per MNT (NCD) potrebbe aumentare da 38 a 52 milioni entro il 2030
FATTORI RINFORZANTI (SFERA RELAZIONALE) elementi che
appaiono successivi al comportamento e che forniscono
continuativamente nel tempo ricompense o incentivi per sostenere
il comportamento: sostegno sociale, influenza dei pari, relazioni
familiari, pareri degli insegnanti…
Green L.W., KreuterM.W., 1991 modif.
Comprendere l’ambiente, i sistemi e l’azione umana Perc
ors
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ulla
pre
para
zio
ne d
ei p
rog
etti
Identificare i gruppi di interesse e la comunità
Effettuare l’analisi di contesto
Costruire l’albero
dei problemi
Costruire l’albero
degli obiettivi
Effettuare l’analisi delle alternative
Cercare le
prove
di efficacia
Costruire il quadro logico e verificare la fattibilità
Costruire
il modello
logico
Identificare i pacchetti di attività e le risorse
Comporre il cronogramma
Elaborare il piano di valutazione
Redigere il testo del progetto
e effettuare la valutazione ex-ante
Centrare i
beneficiari
PCM
PCM Modello Logico: “Lavoro in rete degli opt. socio-sanitari per il contrasto e il trattamento del tabagismo ”
Obiettivo: RIDUZIONE DEL NUMERO DEI TABAGISTI ATTRAVERSO IL LAVORO IN RETE DEGLI OPERATORI SOCIO-SANITARI
(*) MMG, PLS, farmacisti, ostetriche, medici del lavoro, operatori dei Centri Antifumo, ginecologi, infermieri, tecnici della prevenzione, altri specialisti
di tutte le UU.OO.
Popolazione
fumatrice
Orientare ai diversi
trattamenti previsti
Gestire in maniera
integrata
il paziente fumatore
Favorire la decisione
di smettere
Definire per Area Vasta
un gruppo di coordinamento
per creare Reti locali di oper.
(Ups, Caf, Epid., Dipend.)
Ridotta
morbilità e
mortalità
Potenziare i
collegamenti fra
CAF, MMG, PLS
e altri servizi
specialistici
Fornire
materiale informativo e
di auto-aiuto ai servizi
e agli studi di MMG,
PLS e ambulatori
Definire il programma
degli interventi ed
i percorsi
assistenziali per
la cessazione
Attivare tutte
le risorse
professionali (*)
per costituire
la Rete
Farsi carico di gestire
e/o indirizzare il fumatore
verso la rete di servizi
Migliorare
qualità ed efficacia di
interventi e trattamenti
Integrare gli interventi
terapeutici con strategie
globali di prevenzione e
di PdS nella scuola
e nella comunità
Diminuire del 2,5% in 2
anni il n. di fumatori di età
18-69 anni in Area V.
Formare gli op.(*)
della rete al minimal advice
e alle informazioni di base
da fornire ai pazienti
Supportare gli interventi
di contrasto e trattamento
del fumo di tabacco
con azioni di
marketing sociale
Raccomandare
di smettere ai
fumatori da parte
degli operatori
Migliorare la visibilità
e l’accessibilità ai
servizi antifumo
Monitorare
il rispetto della l. 3/03
in ambienti di lavoro
Riduzione delle
patologie
fumo correlate
IL QUADRO LOGICO (QL) DEL PROGETTO (PCM)
Finalità progetto
Logica dell’intervento
Indicatori verificabili obiettivamente
Mezzi di verifica
Rischi e assunzioni
Obiettivo generale
Obiettivo specifico
Risultati attesi
Attività Mezzi Costi
È un tipo di “PROBLEM SOLVING APPROACH”, che si realizza con la partecipazione delle persone
interessate al progetto. Il QL è uno strumento importante utile per la pianificazione del progetto.
Concetti correlati in una matrice, che rappresentano gli aspetti più importanti del progetto.
DOPO L’IDEAZIONE, IL QL PERMETTE DI VERIFICARE LA COERENZA DELL’IDEAZIONE, FACILITA
IL MONITORAGGIO E LA VALUTAZIONE.
COSA SONO LE BUONE PRATICHE
BUONE PRATICHE SONO QUEI PROGETTI CHE,
IN ARMONIA CON I PRINCIPI/VALORI/CREDENZE
LE PROVE DI EFFICACIA E BEN INTEGRATI
CON IL CONTESTO AMBIENTALE, SONO TALI
DA POTER RAGGIUNGERE IL MIGLIOR RISULTATO POSSIBILE
IN UNA DETERMINATA SITUAZIONE. (Kahan e Goodstadt, 2001)
• fondamento teorico
• etica
• provata efficacia (teorica o pratica)
• approccio partecipativo e collaborativo
• rispondenza ai bisogni dei destinatari
• disponibilità di risorse
• efficienza e sostenibilità
1)ANALISI CONTESTO LOCALE
Il progetto descrive le caratteristiche (socio-demografiche, economiche,
sociali, ambientali e comportamentali) del contesto locale che ne
condizionano positivamente o negativamente la realizzazione
NON SO= 0
1 2 3
2) ANALISI DEI DETERMINANTI
Il progetto descrive i determinanti (le cause o i fattori interni e/o esterni al
destinatario finale) del comportamento correlato al problema/bisogno di
salute
NON SO= 0
1 2 3
3) MODELLI TEORICI
Il progetto descrive i modelli teorici usati per la progettazione e per il
cambiamento dei comportamenti
NON SO= 0
1 2 3
4) BUONE PRATICHE E PROVE DI EFFICACIA
Il progetto cita e trasferisce nel proprio disegno e nella sua realizzazione
esempi di buona pratica e/o prove di efficacia
NON SO= 0
1 2 3
5) DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ DELL’INTERVENTO
Nel progetto sono descritte le attività che compongono l’intervento (cosa
e come è stato fatto)
NON SO= 0
1 2 3
6) VALUTAZIONE DI PROCESSO (monitoraggio dello stato di
avanzamento del progetto/delle attività)
Il progetto ha previsto e condotto una valutazione di processo, descrive
metodi strumenti usati e risultati ottenuti
NON SO= 0
1 2 3
7) VALUTAZIONE DI RISULTATO (verifica del raggiungimento
degli obiettivi).
Il progetto ha previsto e condotto una valutazione di risultato, descrive
metodi strumenti usati e risultati ottenuti
NON SO= 0
1 2 3
TOTALE
ES. DI GRIGLIA DI MONITORAGGIO PER LA QUALITÀ
DELL’INTERVENTO DI PROMOZIONE DELLA SALUTE
Buona pratica
se il punteggio è compreso tra 18 e 21
Pratica discreta
se il punteggio è compreso tra 14 e 17
Pratica sufficiente
se il punteggio è compreso tra 10 e 14
Pratica insufficiente
se il punteggio è < 10
ESEMPI DI CRITERI (non riferiti al Progetto precedente)
Gruppo di progetto: multiprofessionale, multidisciplinare e intersettoriale. Le
circoscrizioni comunali e le scuole sono stati partner attivi nella realizzazione del
progetto, ma non fanno parte del gruppo progettuale.
Equità nella salute: non pertinente.
Orientamento verso le risorse personali ed empowerment: l’intervento è teso a
rendere in grado i destinatari intermedi e finali di assumersi l’impegno verso la propria /
altrui salute.
Partecipazione: partecipazione dei destinatari intermedi nella parte di realizzazione
del progetto.
Setting: la scelta dei setting di intervento è stata motivata.
Modelli teorici: descrizione esplicita nel progetto finanziato del modello di
progettazione e del modello di cambiamento comportamentale adottati. Purtroppo
manca poi un riferimento al modello di cambiamento comportamentale nei passaggi
operativi specifici del progetto e nello svolgimento delle attività.
Prove di efficacia ed esempi di buona pratica: prove di efficacia indicate nel
progetto finanziato, esempi di buona pratica non presentati.
Analisi di contesto e identificazione dei determinanti: l’analisi del contesto è solo
abbozzata, la identificazione e la descrizione dei determinanti è esplicitata.
Risorse tempi e vincoli: descritti e analizzati.
Collaborazioni ed alleanze: alleanze tra scuole, circoscrizioni e società sportive del
territorio (N.B. particolare attenzione all’individuazione strategica degli attori con cui
creare alleanze e al mantenimento delle stesse).
Obiettivi: chiari, realistici e delimitati nel tempo.
L’uso di una teoria di riferimento chiara e definita migliora
l’efficacia di un progetto/intervento.
(Nutbeam e Harris, 1999)
È importante conoscere i principali modelli di
modificazione del comportamento per utilizzarli in
maniera critica e costruttiva.
MODELLI SOCIO-COGNITIVI PER
IL CAMBIAMENTO DEI COMPORTAMENTI
Teorie cognitive:
rapporto cognizione-comportamento • Modello Transteoretico (Prochaska e Di Clemente, 1982)
• Colloquio motivazionale (Miller e Rollnick 1991, 2002)
• Modello delle credenze sulla Salute (H.B.M. Rosenstock 1974 )
• Senso di autoefficacia (S.E.M. Bandura 1977)
• Teoria della motivazione a proteggersi (P.M.T. Rogers, 1983)