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52
Supposte
Pomate
Triturazioni
Cenni di farmacocinetica omeopatica
Fase farmacocinetica
Fase farmacodinamica
Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici
Della “Memoria dell’acqua”
Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici
Classificazioni delle diluizioni
Assorbimento sublinguale
Come vanno assunti i medicinali omeopatici
Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici
Schema generico di somministrazione dei rimedi omeopatici
Degli “effetti collaterali"
Aggravamento patogenetico
Aggravamento omeopatico
Interazioni dei medicinali omeopatici
Interazioni tra cute e medicinali omeopatici
Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici
Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici
Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici
Cronofarmacologia omeopatica
Regola mezzogiorno-mezzanotte
53
Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia
Fonti Ufficiali
Fino a qualche anno fa, in Italia, i rimedi omeopatici venivano preparati in riferimento
alla Farmacopea Francese X Edizione del 1991 o alla Farmacopea Tedesca.
Nel 1992 il Parlamento Europeo emana la Direttiva 92/73/CEE del 22 settembre
1992, che amplia il campo d'applicazione delle precedenti direttive 65/65/CEE e
75/319/CEE concernenti il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari
ed amministrative, determinando le disposizioni in materia di medicinali omeopatici
Nel 1995 col Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185, pubblicato nella Gazz. Uff.,
22 maggio 1995, n. 117, viene recepita in Italia la norma attuativa della direttiva
92/73/CEE in materia di medicinali omeopatici.
Con questo decreto l’Italia riconosce la validità dei rimedi omeopatici e dell’Omeopatia
definendo il concetto di medicinale omeopatico, come recita l’articolo 1 del decreto:
Art. 1.
1. Ai fini del presente decreto, per " medicinale omeopatico " si intende ogni
medicinale ottenuto da prodotti, sostanze o composti, denominati " materiali di
partenza omeopatici ", secondo un processo di fabbricazione omeopatico descritto
dalla Farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate
ufficialmente dagli Stati membri.
2. Un medicinale omeopatico può contenere anche più principi.
Nel 1997 viene introdotta nella Farmacopea Europea la monografia relativa ai
Nel 2002, viene introdotta nella Farmacopea Ufficiale XI Edizione 2002, la monografia
delle Preparazioni Omeopatiche (pag. 1088 - 1092), con i seguenti paragrafi:
1. preparazioni omeopatiche;
2. droghe vegetali per preparazioni omeopatiche;
3. tinture madri per preparazioni omeopatiche.
La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI Edizione 2002, riporta la
Monografia delle “Preparazioni omeopatiche”, pag. 1089-1091, in particolare nel
paragrafo delle diluizioni specifica: “Le diluizioni e le triturazioni sono ottenute dal
materiale di partenza mediante un processo di potenziamento (o dinamizzazione) in
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Alla propria dottrina basata sul principio dei simili Hahnemann diede il nome di
"Omeopatia" e riservò invece il nome di "Allopatia" alla pratica medica secondo la
quale per la cura di una malattia devono essere usati quei farmaci che hanno effetto
contrario ai sintomi della malattia in atto.
Specificità medicamentosa "Ogni medicamento produce effetti specifici nel corpo umano e nessun'altra sostanza
medicinale può dare origine ad altri effetti che siano del tutto simili a quelli".
(Organon)
Secondo questo postulato possiamo affermare che l'interesse del medico omeopatico
non è sicuramente la diagnosi di malattia, bensì la diagnosi di "rimedio", la ricerca del
simillimum, cioè di quel medicamento che nel sano provoca i disturbi "più simili" a
quelli presentati dal paziente in esame. In natura infatti non esiste una sostanza che
somministrata ad un paziente sano produca effetti uguali ad un'altra (patogenesi del
rimedio).
La dose infinitesimale La sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di "stimolare" la reazione,
è la miccia che fa esplodere la bomba e come tale più che elevata nel dosaggio deve
essere "specifica" per i disturbi del paziente.
(Organon)
Diluizione e dinamizzazione aumentano progressivamente
l'azione dei medicamenti. Qualunque sostanza o
medicamento agente sulla vitalità è in grado di
determinare un'alterazione dell'equilibrio della forza vitale
e di conseguenza un cambiamento dello stato di salute
della persona. Questo effetto è dovuto quasi
esclusivamente alla sostanza somministrata e viene
chiamato "effetto primario": è utilizzato dalla medicina allopatica.
Alla somministrazione di una sostanza la forza vitale si oppone con carattere
conservativo sempre a favore della vita, questo grazie al fatto che l'organismo umano
appartiene alla categoria dei "sistemi omeostatici" caratterizzati da una omeostasi
fisiologica regolata da interscambi di informazioni biologiche e da tutte quelle attività
56
che tendono a conservare costanti, o entro certi limiti accettabili, le varianti del
sistema. Chiameremo quindi questo "effetto secondario", utilizzato dalla Medicina
omeopatica.
Considerato che l'azione curativa in medicina omeopatica sfrutta la reazione
dell'organismo, la sostanza che si somministra ha esclusivamente funzione di
"stimolare" la reazione, è la “miccia che fa innescare l’esplosione della bomba” e come
tale più che elevata nel dosaggio deve essere "specifica" per i disturbi del paziente.
Legge di Hering o di guarigione
Nelle "vere guarigioni”, dopo la somministrazione del rimedio corretto, il paziente
giunge allo stato di benessere seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di
eliminazione dei sintomi.
I sintomi spariranno dall'alto verso il basso, azione gravitazionale (vuol dire che
sparirà prima uno stato d'ansia che una pirosi gastrica).
Spariranno dall'interno verso l'esterno azione centrifuga (il miglioramento di
un'asma può far seguito un peggioramento di un eczema cutaneo che poi a sua volta
migliorerà e non viceversa) questo per la caratteristica "centrifuga" della cura
omeopatica che mira a "buttar fuori" la malattia anziché tendere a sopprimerla.
Inoltre, la guarigione si svilupperà eliminando per primo i sintomi comparsi
recentemente e in un secondo tempo i sintomi più vecchi comparsi nel tempo,
secondo una cronologia proporzionale al tempo di insorgenza dei sintomi.
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Un’altra considerazione scaturisce dalla legge di Planck3 che si sviluppa studiando
l'emissione e l'assorbimento della luce da parte dei corpi materiali, e in particolare del
cosiddetto corpo nero (una superficie ideale capace di assorbire ogni tipo di radiazione
incidente). Interpretando tali fenomeni, secondo i principi dell'elettromagnetismo
classico, si avrebbe come conseguenza teorica un aumento indefinito dell'intensità
della radiazione all'aumentare della frequenza, cosa che nella realtà non si verifica.
Osservando questo fenomeno, Planck nel 1889 rese nota la sua ipotesi che gli scambi
di energia nei fenomeni di emissione e di assorbimento delle radiazioni
elettromagnetiche avvengono in forma discontinua (proporzionale alla loro frequenza
di oscillazione, secondo una costante universale), non già in forma continua, come
sosteneva la teoria elettromagnetica classica.
Nel 1901 Planck spiegò il fenomeno con l'ipotesi alla teoria quantistica, secondo la
quale gli atomi assorbono ed emettono radiazioni in modo discontinuo, per quanti di
energia, cioè quantità di energia finita e discreta ("pacchetti", che chiamò quanti). In
tal modo anche l'energia può essere concettualmente rappresentata, come la materia,
sotto forma granulare: i quanti sono granuli di energia indivisibili e il contenuto di
energia di ogni pacchetto nella teoria di Planck è direttamente proporzionale alla
frequenza corrispondente.
Se definiamo E (energia del quanto di luce), v (frequenza luminosa) e h (costante
universale di Plance), avremo:
E = hv
La teoria di Planck non ottenne il pieno successo che meritava perché era stata
formulata su basi empiriche e matematiche, quindi, era da considerare un'ipotesi, non
una legge, utile per spiegare fenomeni di difficile interpretazione.
Il valore della legge quantistica fu reso evidente solo nel 1905 grazie ad Albert
Einstein che, nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico, riprese il concetto
di quanto e ne diede un’interpretazione teorica e una definizione in termini fisici.
Successivamente la teoria di Niels Bohr, sulla struttura atomica, confermò l'ipotesi dei
quanti, considerata una tappa fondamentale nella storia e lo sviluppo della fisica
moderna.
3 Max Planck (Kiel 1858 - Gottinga 1947), fisico tedesco considerato il padre della fisica quantistica, vinse il premio Nobel per la fisica nel 1918. Studiando la radiazione di corpo nero scoprì che il meccanismo di emissione della radiazione non è quello ipotizzato dalla fisica classica, sotto forma di onda continua, ma di "pacchetti" discreti detti quanti.
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61
“L’organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna
sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione.
Unicamente l’essenza immateriale – principio vitale, forza vitale – conferisce
all’organismo materiale, nello stato di salute e di malattia tutte le sensazioni e
determina le sue funzioni vitali.”
Organon VI, § 10
In questo paragrafo Hahnemann evidenzia che la carenza della forza vitale può
rendere più vulnerabile un individuo conducendolo verso la malattia; individua nella
carenza della forza vitale una incapacità di difesa e di autoconservazione.
“Quando l’uomo si ammala, dapprincipio è perturbata soltanto questa forza
vitale, (principio vitale) – indipendente e presente ovunque nell’organismo ed
immateriale – dall’azione, nemica alla vita e dinamica, di qualche agente patogeno.
Unicamente il principio vitale perturbato ad uno stato anormale può determinare
nell’organismo sensazioni spiacevoli e conseguenti funzioni irregolari ossia produrre
quel che noi chiamiamo malattia. Di fatti questa potenza, per sé invisibile e
riconoscibile solo nelle sue manifestazioni, nell’organismo mette in evidenza la sua
perturbazione morbosa sotto forma di malattia nei sentimenti ed attività – l’unica
parte dell’organismo aperta ai sensi dell’osservatore e del medico – rilevabile dai
sintomi del male e da null’altro.”
Organon VI, § 11
In questo paragrafo Hahnemann introduce il concetto di perturbazione del principio
vitale, concetto successivamente approfondito da James Tyler Kent6 che individua
l’individuo in una dimora delle espressioni degli affetti, dell’intelligenza, dei sentimenti
e delle emozioni umane, e che la perturbazione di questi sentimenti ed emozioni si
traducono in un disturbo fisico sul corpo, quindi la malattia per J.T. Kent è
l’espressione di una perturbazione mentale che nasce a livello dell’essere e della
propria esistenza. Successivamente, in tempi più recenti questo stesso concetto è
ripreso ed approfondito nei disturbi psicosomatici7.
6 Kent J.T. Lezioni di omeopatia. Edizioni CE. M.O.M. Napoli, 1993.
7 Carbone R. lettura del corpo psicosomatica in chiave olistica. Pilgrim Edizioni, Aulla (MS), 2009.
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§ 12
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64
La dinamizzazione consiste nel sottoporre a scuotimento (succussione) la soluzione
per 100 volte, imprimendo un’energia in movimento verticale alternato, secondo la
tecnica hahnemanniana, in cui i due punti morti, superiore ed inferiore della corsa del
movimento, rappresentano i momenti in cui l’energia di massa cinetica si riadatta alle
nuove condizioni di diluizioni e dinamizzazione conferendo alla soluzione un contenuto
energetico peculiare della sostanza di riferimento al ceppo di origine.
Si otterrà così, l’azione omeopatica del rimedio (forza del rimedio, Vis medicatrix), che
verrà espressa in modo inversamente proporzionale alla quantità del rimedio.
La diluizione si ottiene inserendo 1 parte di ceppo omeopatico, sotto forma di tintura
madre in 99 parti di solvente (il solvente è costituito da una soluzione idro-alcolica a
60-70° in volume di alcol) e sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione,
ottenendo così la 1CH (la prima
diluizione centesimale
hahnemanniana).
Dalla soluzione 1CH si prende
una parte di essa e la si versa
in 99 parti solvente
sottoponendo la soluzione ottenuta a dinamizzazione, ottenendo così la 2CH (la
seconda diluizione centesimale hahnemanniana).
Dalla soluzione 2CH si prende una parte di
essa e la si versa in 99 parti solvente
sottoponendo la soluzione ottenuta a
dinamizzazione, ottenendo così la 3CH (la
terza diluizione centesimale
hahnemanniana), si procede con lo stesso
metodo fino alla diluizione voluta, come
indicato nella figura.
La dinamizzazione rappresenta
l’espressione di energia, il conferimento di
energia che una sostanza può sprigionare
quando passa da una condizione di
espressione di massa in cui la compatezza
delle molecole definisce lo stato fisico della
sostanza, ad una condizione di maggior
libertà (diluizione) sviluppando energia
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66
Diagramma di reciprocità massa/energia
Considerando l’insieme coerente delle teorie, le leggi della fisica esposte e i metodi
che contraddistinguono la preparazione di un medicinale omeopatico, possiamo
sintetizzare il meccanismo di azione dei medicinali omeopatici nel paradigma
rappresentato dal diagramma di reciprocità massa/energia. In questo diagramma
l’asse delle ascisse rappresenta l’energia, quindi, l’effetto della dinamizzazione. Mentre
l’asse delle ordinate rappresenta la massa, quindi, l’effetto della diluizione. L’area
superiore all’ascissa rappresenta l’area del corpo fisico, legato alle leggi di causa
effetto, in cui un fenomeno si manifesta secondo le leggi della causalità, dello spazio e
del tempo, seguendo le leggi della fisica gravitazionale e della termodinamica. L’area
inferiore, delimitata dall’asse delle ascisse, rappresenta l’area del corpo energetico,
in cui un fenomeno si manifesta non seguendo le leggi della causalità, dello spazio e
del tempo, ma si verificano in un contesto a-causale, a-temporale e a-spaziale, del
principio del qui ed ora, in riferimento alle leggi della fisica quantistica e del principio
della sincronicità.
Pertanto, possiamo suddividere in tre aree verticale la superficie grafica dell’area di
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La principale via di somministrazione dei medicinali omeopatici è la via orale
sublinguale, le forme farmaceutiche utilizzate in omeopatia sono, in genere, le stesse
comunemente previste dalla tecnica farmaceutica. Le preparazioni farmaceutiche
omeopatiche prevedono varie forme, in particolare, in omeopatia esistono forme
farmaceutiche storiche peculiari, il cui uso può definirsi specifico dei medicinali
omeopatici, rappresentate dai granuli e dai globuli.
Eccipienti
14 La tabella di comparazione delle diluizioni omeopatiche ha un valore indicativo e comunemente accettata dagli operatori dell’omeopatia, non scaturisce da un calcolo matematico, ma da una valutazione basata sulla risposta dei segni prodromici in campo esperienziale. 15 N.B.: Le diluizioni contrassegnate con * sono le diluizioni comunemente prodotte ed utilizzate.
75
Per le preparazioni dei medicinali omeopatici si utilizzano, a seconda della forma
farmaceutica, i seguenti eccipienti:
Nei rimedi solidi (granuli, globuli, compresse) si utilizzano come eccipienti il lattosio
e il saccarosio.
Nei rimedi liquidi (gocce, fiale) si utilizzano come eccipienti acqua distillata, alcool
e glicerolo.
Nei rimedi per uso locale (supposte, Pomate, ovuli) si utilizzano come eccipienti
gliceridi solidi, vasellina lanolina e burro cacao.
Nei rimedi per uso locale (supposte, ovuli, pomate)
Granuli
Sono piccole sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di 50 mg, 10 volte più
grandi dei globuli. Sono presentati in tubi contenenti 80 granuli del peso di circa 4
grammi. Con questa forma si possono utilizzare tutte le diluizioni, si somministrano
più volte al giorno, da 3 a 5 volte, i granuli sono impiegati, in particolare, per il
trattamento di patologie acute.
Globuli
Sono piccolissime sfere di saccarosio e lattosio, con una massa di circa 5 mg. Si
presentano in tubi contenenti 200 globuli, del peso di circa 1 grammo. Sono
denominati tubo dose e si assumono in un'unica somministrazione. Questa forma
omeo-farmaceutica è utilizzata per le diluizioni medie o alte (15, 30, 200 CH); si
somministrano una volta al dì per i trattamenti in fase acuta, e a periodi (7, 10 , 20
giorni, o mensili) per i trattamenti di tipo cronico, e come rimedi di fondo. Esprime la
forma farmaceutica omeopatica in cui si manifesta il maggior effetto di superficie,
quindi la maggior probabilità di biorisonanza di superficie e di risposta diluizione
/effetto, (dose/effetto).
Gocce
Le gocce sono preparate in veicolo idro-alcoolico a circa 30° V/V, si presentano in
flaconi di vetro opaco farmaceutico da 15 o 30 ml. Con questa forma si preparano
rimedi a basse diluizioni decimali: 1 DH, 3 DH, 6 DH. Si assumono direttamente in
forma pura o diluite in acqua, sorseggiando lentamente da 2 a 4 volte al dì, nella
quantità di 15 a 20 gocce per volta. È una forma principalmente impiegata nel
drenaggio connettivale.
76
Compresse
Le compresse omeopatiche hanno massa di 100 mg, si presentano in confezione di
circa 50 compresse. La somministrazione segue le stesse regole dei granuli.
Fiale orali
Le fiale omeopatiche sono preparate in soluzione fisiologica o idro-alcoolica al 15%
V/V. In fiale da 1 o 2 ml, si somministrano da 1 a 3 volte al dì. Sono principalmente
utilizzate in organoterapia e oligoterapia.
Supposte
Le supposte in forma omeopatica sono preparate incorporando in eccipienti gliceridi
solidi, i ceppi omeopatici di partenza con titolo alcolico del 30% V/V, in quantità di
0,25 g per ogni supposta di 2 g. Si somministrano da 1 a 3 volte al dì, e sono
principalmente utilizzate in organoterapia.
Pomate
Le pomate omeopatiche sono preparate incorporando in eccipienti (vaselina o vaselina
+ lanolina) i ceppi omeopatici di partenza in percentuale di circa il 5% m/m.
Triturazioni
Le triturazioni sono forme farmaceutiche impiegate principalmente nei rimedi
omeopatici con diluizioni LM, utilizzando il lattosio come eccipiente. Si somministra un
cucchiaio dosatore di triturazione sciolta in acqua da 1 a 3 volte al dì.
Altre forme impiegate in omeopatia sono: creme, sciroppo, gel, spray, polvere, ovuli,
candelette vaginali, colliri, ampolle.
77
Cenni di farmacocinetica omeopatica Non esiste una letteratura fiorente in materia di farmacocinetica dei medicinali
omeopatici; partendo dal concetto che l’azione omeopatica si esplica attraverso
l’informazione vibrazionale e la riarmonizzazione vibrazionale dei sistemi biologici,
appare evidente che la farmacocinesi del rimedio omeopatico non ha costituito motivo
di interesse per gli studiosi e ricercatori della tecnica farmaceutica del mondo
accademico.
In questo capitolo, analizzando le fasi della farmacocinesi farmacologica, si avrà modo
di fare gli accostamenti dovuti e trarne le conseguenze utili da estendere ai medicinali
omeopatici.
Di seguito è rappresentato uno scheda del processo di farmacocinetica e
farnacodinamica in farmacologia.
Il farmaco come qualsiasi altro alimento naturale una volta introdotto nell’organismo
umano, per esplicare la propria azione segue essenzialmente due fasi: fase
farmacocinetica e fase farmacodinamica.
La fase farmacocinetica interviene dal momento in cui si assume il farmaco fino alla
dissoluzione, cessione del principio attivo ed eliminazione attraverso gli emuntori.
Mentre la fase farmacodinamica interviene dall’assorbimento del farmaco, segue la
distribuzione sui siti recettoriali e le modalità di interazione con i recettori: studia la
dinamica d’azione e la catalisi del farmaco. In dettaglio avremo i seguenti passaggi.
Fase farmacocinetica
I° fase - fase di assunzione farmaceutica
78
Somministrazione della dose
Disgregazione della forma dosaggio
Dissoluzione del principio attivo
II° fase - fase di disponibilità farmaceutica
Assorbimento
Distribuzione
Metabolismo
Escrezione
Fase farmacodinamica
I° fase - fase di disponibilità biologica
Interazione farmaco-recettore sul distretto tissulare bersaglio
La fase farmacodinamica è la fase specifica dell’azione farmacologia del principio
attivo, pertanto segue la prima legge di Ippocrate, “Contraria contrariis curentur”, ed
è una fase specifica dell’attività chimica dei prodotti allopatici. Di conseguenza di non
interesse per l’azione dei medicinali omeopatici. Parlare di farmacodinamica in
omeopatia significa affrontare tematiche che investono gli aspetti energetici e
vibrazionali.
Gli aspetti energetici risponderanno in modo particolare alla capacità soggettiva e alla
reattività miasmatica16 di un organismo umano, sostanzialmente all’energia vitale del
soggetto, “vis medicatrix”.
Gli aspetti vibrazionali risponderanno alla risposta di biorisonanza dei tessuti alterati.
La frequenza informazionale del medicinale omeopatico nel momento in cui si appaia
con la frequenza informazionale alterata, ma simile in origine alla frequenza
informazionale emessa dal tessuto coinvolto nella malattia, in questo preciso istante,
scatterà la seconda legge di Ippocrate, “similia similibus curentur”. Quindi, per il
principio di similitudine, azione “simillimum”, le informazioni vibratorie alterate del
tessuto malato riceveranno l’informazioni di ripristino dell’attività vibrazionale del
tessuto sano, contemplate nella patogenesi del rimedio omeopatico, ristabilendo la
frequenza originaria intrinseca del sistema tissulare.
16 V. concetto introdotto da Hahnemann per definire la causa e l’origine delle malattie croniche.
79
Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici
La fisiologia moderna, a partire dagli studi di Cannon e di Selye risalenti agli anni ‘20 e
‘30 ha sviluppato l’idea che i sistemi viventi sono regolati in base ai principi
dell’omeostasi o omeodinamica. Questo principio, rispetta in sé le leggi fisiche,
secondo cui ad ogni azione corrisponde una reazione, ed all’uopo i sistemi biologici
rispondono conservando e ristabilendo l’equilibrio delle condizioni bio-fisico-chimico
per la sopravvivenza dei sistemi biologici viventi.
Organi, visceri, tessuti e cellule del corpo umano, sono interconnessi da strutture
anatomiche e sistemi biochimici, collegati tra loro da varie vie di comunicazione
(nervose, umorali, bioelettriche), e tra di loro integrati al fine di mantenere, una
variabile fisiologica, entro un limite d'oscillazione regolato da parametri chimico-fisici
(pressione, temperatura, ph, pressione osmotica, polarità), che rappresentano i
parametri della risposta organica ad una stimolazione proveniente dall’ambiente
esterno, individuabile col binomio: aggressione e adattamento.
Questi parametri bio-chimico-fisici, sono a loro volta interdipendenti e rispondenti a
parametri percettivi emozionali, di natura comunicazionale tra l’Io e l’ambiente
esterno (stress, paura, disadattamento, insoddisfazione). L’omeostasi integra le
esigenze dell’Io, trasmesse attraverso le emozioni, con la risposta organica
modificando e riequilibrando i parametri bio-chimico-fisico del corpo umano,
attraverso l’attivazione dell’asse psico-neuro-endocrino-immunologico: ipotalamo,
ipofisi, sistema endocrino, sistema immunitario.
Questa caratteristica dei sistemi viventi ci indirizza verso l’ipotesi di esistenza di
sistemi cosiddetti “attrattori dinamici”, che possono mutare anche in modo repentino
in base a piccole perturbazioni.
Possiamo definire gli attrattori dinamici sistemi complessi con proprietà peculiari,
legati a fenomeni non contemplati dal pensiero lineare scientifico, ma assimilabili ad
una sorta di rappresentazione dell’uomo nel tempo e nello spazio. Interconnessi e
regolati da Leggi che determinano la connessione tra il micro e macrocosmo, con
riproducibilità dei sistemi che seguono i principi olonomici, cioè, della riproducibilità
del tutto (olos), nella più piccola entità (vedi sistema planetario e struttura dell’atomo,
corpo umano e DNA).
Possiamo immaginare che i sistemi biologici viventi, oltre, al corredo cromosomico
riguardante la riproducibilità fisica, corporea, abbiano in dotazione un corredo di
informazioni di una memoria storica di uno spazio e di un tempo, rappresentanti un
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inconscio collettivo archetipo, che ne riprova l’esistenza e rispetta il principio di
conservazione.
Questa visione di interconnessione all’interno dell’organismo e tra l’organismo e lo
spazio circostante apre il fronte a tutti quei disturbi classificati come geopatie,
meteoropatie e disequilibri della sfera energetica.
A tale tematica già l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosceva
l'esistenza di effetti particolari che sono la somma di tante alterazioni, non
specificatamente definite ed individuate dal punto di vista medico, riportate nella
seguente definizione: "Comulation effects of Subliminal Everithing (CESE)". Quindi,
non classificate come patologie mediche o malattie, ma disturbi (disequilibri) della
sfera energetica ed emozionale, che creano disequilibri o sovraccarichi riflessi su
determinati organi.
Possiamo supporre che l’interconnessione interna ed esterna di un organismo possa
subire un disturbo di oscillazione della comunicazione collegata. Ripristinando tale
oscillazione mediante una sintonizzazione, cioè mediante il ripristino del cambiamento
della frequenza, riprenderà il normale fluire delle informazioni. Secondo questo
concetto, uno dei possibili meccanismi d’azione dei rimedi omeopatici potrebbe
essere: “la cessione di un’informazione, sottoforma di frequenza e guida di ripristino”.
I sistemi viventi sono dipendenti in modo critico dall’informazione. In biologia,
l'informazione non è solo molecolare, ma anche biofisica.
L'acqua è un solvente di eccellenza e le proprietà fisico-chimiche e biologiche possono
subire modificazioni in seguito a trattamento con onde elettro magnetiche di bassa
frequenza, e a processi di diluizione e succussione tipici del metodo di preparazione
dei medicinali omeopatici.
Studi della Biofisica quantistica riportano all’esistenza di una struttura guida che
avvolge il corpo fisico, tale da formare una sorta di “matrice eterica”17 dell’organismo,
suscettibile di modificazione in funzione dei rapporti con l’ambiente esterno.
La matrice eterica è un sistema biomagnetico-frequenziale che guida tutti i processi
cellulari vitali, la morfologia ed il funzionamento degli organismi viventi, (definito EGF
cioè electromagnetic growing factor ).
Alcuni autori e linee di pensiero sostengono che le manifestazioni patologiche del
corpo fisico vengono sempre precedute da conflitti psichici e contemporaneamente da
cambiamenti di questa matrice eterica. In merito già James Tylor Kent definiva la
malattia: una perturbazione dei sentimenti, dell’affettività, dell’intelligenza e
17 The Eteric Body of Man di L.Bendit- Theosophical Publishing House , Wheaton 1977)
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dell’amore, sentimenti che dimorano nel corpo umano e che in seguito ad un insulto
si ha un turbamento con riflesso sul corpo. Questa interpretazione della malattia è
confermata dalla medicina psicosomatica, dagli studi di Wilhelm Reich e Franz
Alexander in riferimento al principio della conversione delle rappresentazioni psichiche
ed ai processi di somatizzazione.
Della “Memoria dell’acqua”
Il 30 giugno 1988, fu pubblicato sulla rivista scientifica britannica Nature, un articolo
dal titolo "Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against
IgE". L’articolo sostenuto e firmato da 13 ricercatori (6 francesi, 3 israeliani, 2
canadesi e 2 italiani), coordinati dal biologo francese Jacques Benveniste, direttore
dell’Unité 200 dell’Institut National de la Santé e de la Recherche Médicale (INSERM)
di Parigi, riportava i risultati di uno studio effettuato su una particolare reazione
biologica chiamata "degranulazione dei basofili".
Quando i basofili vengono a contatto con anticorpi (prodotti dalla presenza di un
allergene) essi liberano dai loro granuli (da cui il nome di degranulazione) determinati
mediatori chimici (istamina, leuchina, ecc.). Il risultato clamoroso osservato
dall’esperimento era il seguente: la reazione di
degranulazione continuava a verificarsi anche quando la
soluzione di anticorpi veniva fortemente diluita, fino a
raggiungere una concentrazione di 10 -120
M, (1 mole =
6.02 · 10 23
molecole).
Queste ricerche sono state suffragate, anche dallo
scienziato giapponese Masaru Emoto18, riportate nel suo
libro:”The message from water” tradotto in Inglese dal
biochimico Lee H. Lorenzen, in cui si evidenzia come
informazioni mentali o materiali, opportunamente
trasmesse e comunicate all’acqua, sono in grado di
18 Masaru E. “Healing with Water.” The Journal of Alternative and Complementary Medicine. Volume 10, Number 1,
2004, pp. 19-21
Masaru E. The Hidden Messages in Water. Oregon: Beyond Words Publishing, 2004.
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modificare la cristallizzazione dell’acqua, riproducendo forme e geometrie di cristalli
diverse e sorprendenti.
Da queste prove si evince, con estrema certezza, che l’acqua può essere caricata, cioè
informata, ed ha la capacità di immagazzinare vari tipi di energie e frequenze,
informazioni, sia di natura benefica che nociva. Le ricerche di Masaru Emoto mettono
in evidenza come attraverso la qualità del pensiero di una persona possa essere
trasmessa all’acqua, e dal tipo di pensiero espresso, si possano ottenere forme
diverse di cristallizzazione dell’acqua.
Similmente con i rimedi omeopatici, grazie a questi postulati, si può ottenere il
trasferimento di informazioni cioè di frequenze diluendo in acqua le varie sostanze che
si vogliono omeopatizzare.
I rimedi omeopatici, attraverso il processo di dinamizzazione (potentizzazione),
diventano rimedi carichi di energia quantica ed informativa, di tipo sottile (non
rilevabile e misurabile con la strumentazione scientifica tradizionale), contenenti la
frequenza energetica od imprinting vibrazionale della sostanza dalla quale sono
derivati.
Ogni sostanza possiede una propria vibrazione o frequenza di risonanza, un imprinting
vibrazionale, un’ impronta energetica peculiare. Quando un rimedio omeopatico viene
somministrato ad una persona sana, il campo elettromagnetico individuale è indotto a
risuonare secondo la frequenza principale della sostanza usata per preparare il rimedio
stesso.
Già Philiph Theophrast Bombast von Hohenheim (1493-1541), detto Paracelso, nel
medioevo definiva questo concetto con il termine di “signatura rerum”, che
rappresenta la lungimiranza ed il primo tentativo di classificazione energetica sottile
dei rimedi terapeutici.
Durante la preparazione dei rimedi omeopatici, in particolare durante la diluizione e
dinamizzazione, l’imprinting vibrazionale energetico e sottile delle piante viene
trasmesso all’acqua per la preparazione dei rimedi omeopatici con proprietà
elettromagnetiche.
La legge fisica di risonanza e la legge della similitudine di Hahnemann presentano
una “similitudine” espressa dall’energia frequenziale emanata dal organo ammalato
con l’esatta banda di frequenza espressa dal rimedio; il tutto grazie alla capacità
dell’acqua di memorizzare, con la dinamizzazione e potentizzazione, le informazioni
sottili del rimedio.
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Da questo presupposto possiamo capire l’asserzione di Hahnemann in cui individua
che, nella natura, esistono tutti i rimedi per tutte le nostre malattie: esistono, in
natura, tutte le frequenze e le informazioni relative per farci guarire, ma anche per
farci ammalare.
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Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici
La somministrazione dei medicinali omeopatici, in particolare dei granuli e globuli
omeopatici, costituisce da sempre un argomento di curiosità tra i fruitori
dell’omeopatia e di dissidio tra i sostenitori dell’omeopatia e la classe medica in
generale.
Era opinione comune, e tuttora riportata ancora in auge, considerare il fatto di non
toccare i granuli o globuli con le dita una precauzione per evitare di asportare la
patina di tintura madre spruzzata sul granulo in fase di preparazione, e quindi con una
conseguente perdita di efficacia del rimedio.
Recenti studi concernenti la diffusione dei sistemi, l’analisi di stratigrafia, nonché, la
nuova tecnologia di preparazione dei rimedi omeopatici, dimostrano che la tintura
madre è ripartita omogeneamente e diffusa in profondità nel granulo.
Alla luce di queste considerazioni, le predette giustificazioni, di non toccare i granuli
con le dita, vengono a cadere; quindi, questa modalità di assunzione dei granuli ed
altri rimedi omeopatici, costituirebbe un solo motivo igienico.
Lo scopo di questo lavoro evidenzia quella parte di scientificità applicata alla
somministrazione dei medicinali omeopatici, ricollocando alcune interpretazioni, in
merito alla trattativa, nell’ambito di un discorso logico e suffragato da un minimo di
leggi scientifiche.
Inoltre, il senso di questo lavoro è andato e vuole andare oltre: vuole scrutare il
confine del razionale e dell’irrazionale, delle regole meccanicistiche e delle leggi
istintuali, ed è proprio attraverso la capacità di recepire l’unità, che emergono le
risposte alle credenze anatemiche, aprendo una breccia sul muro della visione
dogmatica polare.
Assorbimento sublinguale
La via di somministrazione per eccellenza dei medicinali omeopatici è la via
sublinguale. I medicinali omeopatici e tutti rimedi naturali di natura vibrazionale
(oligoterapici, organoterapici, litoterapici, Sali di Scüssler) vengono somministrati per
assorbimento, attraverso la via orale, sublinguale.
La mucosa della faccia inferiore della lingua, ha una notevole capacità di
assorbimento, dovuto alla ricca vascolarizzazione. Questa mucosa, svolge un ruolo
importante per l’assorbimento, infatti, il maggiore assorbimento avviene tramite una
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ghiandola sublinguale che fa parte delle ghiandole salivari. Ogni cosa che sia
masticata o ingerita viene in contatto con essa e con le mucose circostanti; ogni
sostanza viene assorbita e trasferita nella rete di sottili capillari che fanno parte della
struttura della ghiandola sublinguale e riversate direttamente nella circolazione
sanguigna.
Tale assorbimento evita il circolo epatico e l'alterazione che ne consegue, il sangue
venoso che refluisce dalla cavità orale, in generale, sbocca nella vena cava superiore e
procede direttamente verso il cuore, da dove è istantaneamente distribuito nell'intero
torrente circolatorio.
Classificazioni delle diluizioni
Secondo la scuola di omeopatia francese l’impiego dei rimedi omeopatici è classificato
in base a tre criteri di diluizioni principali: basse diluizioni, medie diluizioni e alte
diluizioni.
Questo criterio delimita le aree di pertinenza soggettiva paziente-farmacista-medico
e/o omeopata. Volendo rispettare le ragioni del grande maestro e degli ultimi
approfondimenti nel campo dell’omeopatia, non sfugge, ai benpensanti, l’estraneità
del comportamento medico allopatico dal medico omeopatico, all’ “omeopata”.
Basse diluizioni (5-6-7-9 CH)- (5K)-(6LM)
Le basse diluizioni si usano come rimedi per i disturbi, in genere, in fase acuta,
agiscono fondamentalmente sul corpo fisco; possono essere assimilati ai farmaci di
autoprescrizione, da usare come rimedi di pronto soccorso domestico o consigliati dal
farmacista in alternativa a OTC e SOP, in quei soggetti che possono presentare
ipersensibilità ai normali farmaci e a coloro che desiderano curarsi con metodi
naturali. In relazione al paziente trattato, agiscono sui disturbi del corpo e non
interagiscono con la sfera psichica, svolgono un’azione azione limitata nel tempo e
non modificano la sindrome tipologica del soggetto. Essi rispondono a sintomi locali o
generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, nelle forme acute. Svolgono
un’azione fluidificante.
Medie diluizioni (15-30 CH)-(35 K)-(15LM)
Le medie diluizioni non vanno utilizzate per l’autocura, vanno usate su consiglio del
farmacista o prescrizione medica, che abbiano seguito una formazione specialistica o
integrativa alla loro formazione accademica. Si impiegano nella cura di sintomi locali o
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generali. Si somministrano 2 o 3 volte al giorno, in patologie acute e recidivanti. L’uso
di queste diluizioni comporta un’azione che può, talvolta, modificare la sindrome e
l’assetto tipologico, pertanto, questi pazienti vanno seguito da un farmacista o medico
omeopata. Svolgono un’azione regolarizzatrice.
Alte diluizioni (200-1000-10.000 CH)- (XMK)-(30LM)
Le alte sono sempre più specifiche, agiscono prevalentemente sullo psichismo e su
patologie croniche, metaboliche e ormonali con coinvolgimento della sfera mentale e,
di conseguenza, sul soma.
Queste diluizioni sono riservate all’omeopata che le prescrive in base alla ricerca della
tipologia sensibile e del simillimum. In queste diluizioni sono comprese i rimedi