LA STAMPA DOMENICA 20 GENNAIO 2013 . 25 R «H a presente un gatto quando drizza il pelo e arriccia le nari- ci? Percepisce un pericolo. L’istinto è una delle chiavi per aprire porte rimaste chiuse, per chiarire misteri, a volte è la nostra val- vola di sicurezza». L’intuito del felino dunque funziona, eccome: parola di Clara Sánchez che un po’ gatta lo è pu- re lei, così morbida e accattivante in blue jeans e camicetta di seta rossa. Funziona sicuramente, se sei una de- tective determinata a far luce su bugie e segreti, come Betty e Veronica, pro- tagoniste di Entra nella mia vita, l’atte- sissimo nuovo romanzo (Garzanti, pp. 445, 18) della scrittrice spagnola che ha toccato il traguardo di un milione di copie con la doppietta dei suoi succes- si internazionali, Il profumo delle foglie di limone, ancora in classifica con la sua storia di ex nazisti rintanati nei lo- ro covi postbellici, e La voce invisibile del vento (entrambi tradotti per lo stesso editore). Clara Sánchez è un’appassionata della cultura italiana - tra gli autori preferiti ci sono Giuseppe Berto, Gior- gio Bassani e Natalia Ginzburg (sua l’epigrafe del romanzo, «Ci si abitua a tutto quando non rimane più niente»). Entra nella mia vita è un thriller psico- logico che «parla di dolore e di ingiu- stizia», come chiosa entusiasta El País. In Spagna è divenuto immedia- tamente un caso letterario: con la sua penna sinuosa e avvolgente l’autrice è andata a pescare nel torbido, ha guar- dato in un buco nero, in una vicenda che ha fatto scalpore. «Verso la fine degli anni Ottanta un trauma collettivo ha segnato la vi- ta dell’intero paese. C’era stata la scoperta di un singolare commercio, quello dei neonati: in ospedale alle madri naturali più povere o sole ve- niva comunicato che il nuovo arriva- to era nato morto. Invece veniva da- to in adozione a caro prezzo a fami- glie abbienti», racconta. «La rivela- zione di queste vendite, che hanno riguardato più di cento bambini è ar- rivata lentamente. Questa tratta, iniziata durante la guerra civile, è continuata con il franchismo ed è du- rata per decenni. I mass media non ne parlavano di frequente e solo da quando i genitori dei piccoli desapa- recidos si sono riuniti in associazio- ne per essere tutelati nei processi, il fatto è esploso». Ecco, dunque, Betty e Veronica, madre e figlia, sulle tracce della pri- mogenita che era stata dichiarata de- funta: «Per scrivere questo libro ho cercato di mettermi dalla parte di chi, come Betty, segue soprattutto le ragioni del cuore e non la razionalità che gli altri le oppongono. È molto co- raggiosa, per la sua figura mi sono ispirata a mia madre, e la sua forza è l’istinto materno, cosicché in molti la “I Granai”, a Roma. La gente ci va per gli incontri con gli autori, e non per la città dello shopping». Il web è una minaccia o uno strumen- to? MONTRONI: «È un minaccia se tu, li- braio, sei afono». MAURI: «Quando penso al futuro, penso all’integrazione fra il web e la fisicità del luogo». MONTRONI: «A Bologna Zanichelli privilegia il download in libreria dei testi scolastici; gli studenti pagano sul posto evitando di usare la carta di credito on line, pratica poco ama- ta dagli italiani». MAURI: «Nel caso dei nuovi negozi Ibs, il libraio ha una percentuale sia sul reader da lui venduto sia sui li- bri elettronici che verranno acqui- stati con quello strumento. Nono- stante il mercato degli ebook sia ancora piccolo, mi pare una pro- spettiva molto interessante». L’ebook non è un concorrente? MONTRONI: «Penso che il vero concorrente sia la libreria on line; quella “fisica” deve integrare, ag- giungere e soprattutto avere i titoli che cercano i clienti». MAURI: «Non voglio dare lezioni ai librai, sarebbe arrogante. Però è ve- ro, bisogna aggiungere. Prima anco- ra di vendere il libro, il libraio deve “vendere” la libreria». Nel senso di vendere un’esperienza, e non l’attività. Secondo voi, 1800 li- brerie saranno troppe? MAURI: «So che la vita sarà molto difficile per le grandi librerie di cate- na. Un indipendente bravo avrà più chance». MONTRONI: «Maggiore la persona- lizzazione, minori i danni. E poi la li- breria è sempre un gesto di coraggio. Il futuro è cibo per la mente più cibo per il corpo». Ma se riesco a confezionare con suc- cesso panini meravigliosi, perché mai continuare con i libri? MAURI: «Risposta facile: perché ho scelto questo mestiere e non un altro. Vale anche per gli editori». MONTRONI: «E sai perché ci saran- no ancora le librerie, domani? Perché si è librai per tante ragioni, ma so- prattutto per passione». Sánchez: “Racconto la storia dei desaparecidos spagnoli” Lo scandalo dei neonati venduti negli Anni 80 all’insaputa dei genitori. La scrittrice ne ha ricavato un thriller considerano fuori di testa», osserva la Sánchez. «Veronica invece rappresen- ta il riscatto delle giovani di oggi rispet- to alle donne di altri tempi, è una ribel- le che indagando sulla sorellina perdu- ta scopre se stessa e il suo bisogno di libertà e di giustizia». Insidie, trabocchetti, imbrogli: il ma- laffare coinvolge cittadini al di sopra di ogni sospetto e persone dalla vita insin- dacabile. E colpisce quelli che come Bet- ty e Daniel, suo mari- to, sono doppiamen- te fragili e indifesi: non solo hanno do- vuto affrontare un lutto ma devono ar- rabattarsi per sbar- care il lunario, lui come conducente di taxi e lei come rappresentante di pro- dotti di bellezza. «Ci sono i ricchi, che non devono lottare giorno dopo giorno per conquistare il denaro e che non de- vono neppure contarlo», viene detto nel romanzo. E Daniel apre il giornale e su- bito lo richiude perché «l’economia è un disastro, il mondo va a rotoli». «Il rapimento dei bambini avviene in una Spagna cupa e buia che annuncia peraltro gli anni futuri, quelli odierni nei quali il paese si sta progressivamente impoverendo», commenta la scrittrice. «Quello dei piccoli rapiti è un traffico che ha bisogno di una rete di connivenze e si verifica in un contesto dove circola il quattrino facile e la corruzione è diffusa. L’altra faccia della situazione è rappre- sentata da Betty e Daniel, grandi lavora- tori - lo sono gran parte degli spagnoli - che si rimboccano le maniche non per conquistarsi il lusso ma per avere l’essen- ziale. Finiscono vitti- me dei truffatori pro- prio perché senza protezioni e tutele». Così l’ex ragazza di Guadalajara, che racconta di aver co- minciato a scrivere fin da bambina, ha seguito pure lei la sua intelligenza più istintiva, o felina che dir si voglia, che l’ha portata dritta verso un nuovo be- stseller, tale si annuncia pure quest’ulti- mo libro. Dove ha affondato la sua zam- pata nelle sopraffazioni che colpiscono i più deboli ed esposti, quelli che se de- nunciano la sparizione di una figlia ven- gono presi per matti. Si apre alla sinagoga di Ostia antica la settima biennale «Arte in memoria» In vista del Giorno della Memoria, che sarà celebrato domenica prossima, oggi alla sinagoga di Ostia Antica si apre «Arte in memoria», la biennale di arte contemporanea, a cura di Adachiara Zevi. La mostra, alla sua settima edizione, vede la partecipazione di quattro artisti: Alice Cattaneo, Sigalit Landau, Hidetoshi Nagasawa, Michael Rakowitz. Come per le edizioni precedenti, le opere sono realizzate appositamente per la sinagoga di Ostia Antica, la più antica d’Occidente, risalente al I sec. d.C.. Tra le installazioni spicca quella di Michael Rakowitz, l’artista iracheno di origine ebraica che vive a New York e che è stato tra le rivelazioni all’ultima «Documenta». Rakowitz per anni ha collezionato frammenti di Torah irachene, libri di preghiere, bicchieri per la preghiera del sabato danneggiati e altri oggetti religiosi, pensando di costruire un archivio della storia ebraica irachena. «Per “Arte in memoria” - spiega - propongo di seppellire il mio archivio nel terreno della sinagoga di Ostia. È un modo per dire addio alle cose che hanno bisogno di riposare, che è la cosa più difficile da fare mentre si cerca di rimanere vivi». «Il rapimento dei bambini avvenne in una Spagna cupa e buia quasi come quella di oggi» L’EPISODIO «Spesso c’è incapacità di gestione Servono assortimento selezionato e prodotti integrativi» ROMANO MONTRONI In ospedale alle madri naturali più povere o sole veniva detto che il bimbo era nato morto IL METODO A Venezia Da oggi a venerdì torna la Scuola per Librai Oggi giornata inaugurale a Ve- nezia, presso la Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggio- re, del seminario di perfezionamen- to della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, organizzato da Messaggerie Libri e Messaggerie Ita- liane, in collaborazione con l’Asso- ciazione Librai Italiani e l’Associazio- ne Italiana Editori. Filo conduttore i valori del mestiere di libraio, in rela- zione al mondo del libro, delle libre- rie e del mercato . I lavori iniziano do- mani (con interventi di Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il li- bro e la lettura, Oscar Farinetti, fon- datore di Eataly) e si concluderanno venerdì, giornata aperta al pubblico, dedicata alla distribuzione fisica e di- gitale, coi maggiori protagonisti mondiali del settore. Le conclusioni sono affidate a Achille Mauri e Um- berto Eco. La Scuola è nata 1983 , e da allora ha formato nuove genera- zioni di librai, diventando un impor- tante «laboratorio» e un punto di ri- ferimento internazionale. La scrittrice spagnola Clara Sánchez ha 57 anni. Nel 2010 ha vinto il Premio Nadal per il suo romanzo Il profumo delle foglie di limone, edito in Italia da Garzanti Elzeviro ERNESTO FERRERO I l secondo Risorgimento torinese, quello che ha cambiato volto alla città in anni recenti, non è stato casuale o improvviso. Af- fonda le radici nel lavoro appartato ma decisivo delle élite colte degli anni dal ’60 all’80. Tra questi artefici appassionati e discreti c’è stato Ippolito Simonis, scomparso in Francia il 26 dicembre scorso, a 75 anni. Ora che è tornato a riposa- re qui, è giusto ricordare il molto che ha dato nei modi generosi e disinteressati. Come libraio della Stam- patori con l’amico Sandro Stratta, anzitutto, salotto intellettuale e prima sede torinese di presentazioni e incontri (ricordo una sera- ta memorabile con Paolo Poli scatenato che leggeva Marziale tradotto da Cero- netti). Come editore, prima in proprio con una sorta di university press, che com- prendeva anche una colla- na per l’infanzia, curata dalla moglie Simonetta, in cui comparvero titoli di Fe- noglio, Lalla Romano, Buz- zati, Arpino, Moravia e Scialoja; poi con Paolo Bo- ringhieri per dieci anni, dal 1977 al 1987, sui sentieri di una scienza pura e dura. Come cultore di letteratura francese, appassionato di avanguardie storiche e tra- duttore di André Breton e del Teatro Dada per Einau- di, che lo aveva nella ri- stretta cerchia degli amici. E soprattutto come galleri- sta raffinato, di gusto e oc- chio infallibile, che coniuga- va i grandi del ‘900 (l’amato Picabia, Fontana, Burri) con le esperienze più avan- zate dell’arte povera e con- cettuale, curando una serie di esposizioni importanti tra il 1970 e il 1987 nella gal- leria di via Bonsignore. Fu lui tra l’altro a porta- re a Torino 45 anni fa un artista come Salvatore Scarpitta. Erano gli anni di Luciano Pistoi, di Sperone, della Stein, delle grandi mostre alla Gam, immedia- tamente avvolte da un’aura epocale. Capitale artistica di livello europeo, Torino volava alto e consolidava il suo scontroso carisma matter of fact intrecciando la leadership einaudiana con intense passioni cultu- rali e politiche, discussioni feroci, notti interminabili e bevute hemingwayane. Si- monis si era poi trasferito nella capitale francese dal- la fine degli Anni 90, re- stando fedele all’incrocio di valori consolidati e spe- rimentazione. Il suo ritor- no definitivo ci aiuterà a capire come sia possibile ritrovare oggi l’inventività, l’eleganza, la misura, lo sti- le d’antan. Ippolito Simonis l’occhio infallibile Domani a Torino Clara Sánchez sarà domani a Tori- no, al Circolo dei lettori alle ore 21, nel- la prima tappa italiana del tour pro- mozionale per presentare il suo nuovo romanzo Entra nella mia vita (Garzan- ti). Venerdì prossimo la scrittrice spa- gnola interverrà a Venezia nella gior- nata conclusiva della «Scuola per Li- brai Umberto e Elisabetta Mauri». MIRELLA SERRI