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Roma, 24 maggio 2012 Circolare n. 163/CM/pt Oggetto: Chiarimenti
IMU
Il Dipartimento delle Finanze del Mef, con la circolare n. 3/ DF
del 18 maggio u.s., ha fornito chiarimenti sulla complicata
disciplina dellIMU. Riportiamo, di seguito, le delucidazioni pi
rilevanti: Le aliquote. I limiti minimo e massimo delle aliquote
IMU stabiliti dalla legge costituiscono dei vincoli invalicabili
per i Comuni, i quali nellesercizio della loro autonomia
regolamentare, possono esclusivamente manovrare le aliquote,
differenziandole sia nellambito della stessa fattispecie
impositiva, sia allinterno del gruppo catastale, con riferimento
alle singole categorie di immobili, nel rispetto dei criteri
generali di ragionevolezza e non discriminazione. Abitazione
principale: Labitazione principale deve essere costituita da una
sola unit immobiliare iscritta o iscrivibile in catasto a
prescindere dalla circostanza che sia utilizzata come abitazione
principale pi di una unit immobiliare distintamente iscritta in
catasto. In tal caso, i singoli immobili vanno assoggettati
separatamente ad imposizione, ciascuna per la propria rendita.
Pertanto, il contribuente pu scegliere quale delle unit immobiliari
destinare ad abitazione principale, con lapplicazione delle
agevolazioni e delle riduzioni IMU. Per abitazione principale si
deve intendere limmobile nel quale il possessore e il suo nucleo
familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel
caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la
dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi
situati nel territorio comunale, l'aliquota e la detrazione per
l'abitazione principale e per le relative pertinenze
devonoFederazione Nazionale Pensionati Cisl - Via Castelfidardo 47,
00185 Roma Telefono 06/448811 - Fax 06/4440376 - E-mail
[email protected] - www.pensionati.cisl.it
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essere uniche per nucleo familiare indipendentemente dalla
dimora abituale e dalla residenza anagrafica dei rispettivi
componenti. La finalit antielusiva della norma impone che la stessa
sia interpretata in senso restrittivo, per impedire che, nel caso
in cui i coniugi stabiliscano la residenza in due immobili diversi
nello stesso comune, ognuno di loro possa usufruire delle
agevolazioni dettate per l'abitazione principale e per le relative
pertinenze. Se, ad esempio: nell'immobile in compropriet fra i
coniugi, destinato all'abitazione principale, risiede e dimora solo
uno dei coniugi (non legalmente separati) poich l'altro risiede e
dimora in un diverso immobile, situato nello stesso comune,
l'agevolazione non viene totalmente persa, ma spetta solo ad uno
dei due coniugi; un figlio dimora e risiede anagraficamente in
altro immobile ubicato nello stesso comune, e, quindi, costituisce
un nuovo nucleo familiare, il genitore perde solo l'eventuale
maggiorazione della detrazione. La norma per non stabilisce la
medesima limitazione nel caso in cui gli immobili destinati ad
abitazione principale siano ubicati in comuni diversi. Non viene pi
riproposta per lIMU la possibilit di assimilare ad abitazione
principale limmobile dato in uso gratuito a parenti in linea
diretta o collaterale stabilendo il grado di parentela. La
detrazione per l'abitazione principale e le relative pertinenze. I
comuni possono aumentare l'importo della detrazione di 200 euro
fino a concorrenza dell'imposta dovuta, nel rispetto
dell'equilibrio di bilancio, anche limitatamente a specifiche
fattispecie meritevoli di tutela, fermo restando, ovviamente, i
criteri generali di ragionevolezza e di non discriminazione. Solo
nel caso in cui il Comune abbia disposto l'aumento della detrazione
fino a concorrenza dell'imposta dovuta non potr fissare unaliquota
superiore a quella ordinaria per gli immobili tenuti a
disposizione. Maggiorazione detrazione per ogni figlio di et non
superiore a 26 anni: Il diritto alla maggiorazione spetta fino al
compimento del 26 anno di et, per cui si decade dal beneficio dal
giorno successivo a quello in cui si verifica l'evento. Limporto di
tale ulteriore beneficio, costituendo una maggiorazione della
detrazione, si calcola con le stesse regole di quest'ultima e,
quindi, in misura proporzionale al periodo in cui persiste il
requisito che d diritto alla maggiorazione stessa. Tra le
condizioni per godere della maggiorazione non vi quella del figlio
fiscalmente a carico, ed i Comuni non possono neppure introdurla
attraverso lesercizio della potest regolamentare.2
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I Comuni non possono variare limporto della maggiorazione
prevista per i figli. Le pertinenze: Per pertinenze dellabitazione
principale si intendono esclusivamente quelle accatastate nelle
categorie: - C/2: magazzini e locali di deposito; cantine e
soffitte se non unite allunit immobiliare abitativa; - C/6: stalle,
scuderie, rimesse, autorimesse; - C/7: tettoie. Il contribuente pu
considerare come pertinenza dellabitazione principale soltanto
ununit immobiliare per ciascuna categoria catastale, fino ad un
massimo di tre pertinenze appartenenti ciascuna ad una categoria
catastale diversa. Se la soffitta e la cantina, entrambe
classificabili in C/2, sono accatastate unitamente allabitazione
principale, il contribuente pu usufruire delle agevolazioni per
labitazione principale solo per unaltra pertinenza classificata in
C/6 o C/7. Pagamento IMU: Per il 2012: il versamento della la prima
rata va effettuato entro il 18 giugno, senza applicazione di
sanzioni ed interessi (nel caso in cui le novit nei criteri di
calcolo e di versamento dellIMU abbiano comportato errori del
contribuente), in misura pari al 50% dellimporto ottenuto
applicando le aliquote di base e le detrazioni; il versamento della
seconda rata va effettuato entro il 17 dicembre, a saldo
dellimposta complessivamente dovuta per lintero anno, con
conguaglio sulla prima rata. Sempre per il 2012, nel caso della
scelta del versamento in 3 rate per labitazione principale: - Il
versamento della prima e la seconda rata vanno effettuate
rispettivamente entro il 18 giugno ed il 17 settembre, senza
applicazione di sanzioni ed interessi (nel caso in cui le novit nei
criteri di calcolo e di versamento dellIMU abbiano comportato
errori del contribuente), in misura ciascuna pari ad un terzo
dellimposta calcolata applicando laliquota di base e le detrazioni
previste; - Il versamento della terza rata va effettuata entro il
17 dicembre a saldo dellimposta complessivamente dovuta per lintero
anno con conguaglio delle precedenti rate. Il pagamento dellIMU va
effettuato con il modello F24 e, solo a decorrere dal 1 dicembre
2012, con apposito bollettino postale, approvato con decreto del
Mef. Il contribuente pu scegliere di utilizzare leventuale credito
risultante dal modello di dichiarazione 730/2012 per pagare3
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lIMU dovuta per lanno 2012, mediante compensazione nel modello
F24. Inviamo con la presente le slides sullIMU comprendenti i
chiarimenti, esempi di calcolo e casi pratici elaborati dal
Ministero dellEconomia e delle Finanze. Cordiali saluti. Mario
Menditto (Segretario Nazionale)
4
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Loro Sedi Roma, 14 Maggio 2012 Circolare n. 150/MC/pt Oggetto:
Attivit di sportello Inps
Vi informiamo che lInps sta riorganizzando ed ampliando le fasce
orarie di apertura al pubblico dei propri sportelli, con lintento
di rafforzare le funzioni di assistenza al cittadino, per effetto
delluso degli strumenti informatici che, per lInps, sono diventati
il canale privilegiato. La recente procedura di telematizzazione ha
dimostrato di non essere in grado di smaltire, almeno per molti
mesi a venire, il lavoro arretrato e quello corrente, in quanto gli
interessati sono costretti a subire tempi di attesa eccessivamente
lunghi, nonch recarsi, pi volte, presso gli sportelli Inps per
ottenere una risposta al proprio problema. Pertanto, lorario di
apertura al pubblico delle Sedi zonali stato fissato in 28 ore
settimanali, di cui almeno 20 ore, dal luned al venerd (apertura
antimeridiana); le restanti 8 ore, con apertura pomeridiana, per i
Patronati e Consulenti legalmente riconosciuti. Lorario di apertura
al pubblico per le Sedi territoriali di 20 ore settimanali, tutti i
giorni dal luned al venerd. I Direttori provinciali nel rivedere
lorario di apertura degli sportelli, tenendo conto che il nuovo
orario dovr entrare in vigore entro il prossimo 1 settembre 2012,
dovranno acquisire il parere dei rispettivi Comitati provinciali
dandone, inoltre, comunicazione preventiva alle RSU ed alle OO.SS.
territoriali. LInps, inoltre, ha previsto che, dal prossimo 1
settembre 2012, i Centri Regionali di Informazione e Consulenza
(C.R.I.C) ed i Gruppi di Assistenza Informatica interna ed esterna
(G.A.I.) osservino, per il servizio di consulenza a favore dei
Patronati e delle Associazioni di Categoria il seguente orario: dal
luned al venerd, presidio antimeridiano per almeno 20 ore
settimanali e 8 ore per quello pomeridiano. Anche in questo caso,
lInps dovr dare comunicazione preventiva alle RSU ed alle OO.SS.
territoriali. Cogliamo loccasione per ribadire che lInps si
impegnato a continuare la spedizione cartacea dellObis/M e delle
eventuali variazioni dellimporto pensionistico conseguente a
ricostituzioni, supplementi, ed altro, ma non in caso di variazione
delle addizionali Irpef regionali o comunali. Cordiali saluti.
Mario Menditto Segretario Nazionale
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DOSSIER SANITA
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INDICE Premessa Il debito della Sanit in Campania Le posizioni
della Cisl Introduzione 1. Riduzione dei posti letto 2. Chiusura
dei Pronto Soccorso 3. Attivit ambulatoriali e prestazioni in
intramoenia 4. Liste di attesa e territorializzazione dei servizi
5. Il sovraffollamento e il congestionamento delle strutture
ospedaliere 6. Lorganizzazione delle Aziende: strutture semplici e
complesse 7. Procedure di acquisto beni e servizi 7 bis.
Apparecchiature mediche La Sanit nelle 5 Province Napoli Azienda
Sanitaria Locale Napoli 1 Centro Lavoro straordinario Servizio 118
Ospedale San Gennaro Ospedale S. Giovanni Bosco Ospedale Dei
Pellegrini Ospedale S. Maria del Popolo degli Incurabili Ospedale
S. Maria di Loreto Mare Ospedale Cardinale Ascalesi Asl Napoli 2
Nord Ospedale S. Maria delle Grazie di Pozzuoli Ospedale Anna
Rizzoli di Ischia Asl Napoli 3 Sud Ospedale S. Maria della
Misericordia di Sorrento Ospedale S. Leonardo di Castellammare
Aziende di rilievo regionale Azienda Ospedaliera Santobono
Pausilipon2
pag. 4 pag. 14 pag. 19 pag. 20 pag. 21 pag. 24 pag. 27 pag. 31
pag. 33 pag. 37 pag. 38 pag. 40
pag. 41 pag. 44 pag. 45 pag. 49 pag. 50 pag. 51 pag. 52 pag. 52
pag. 54
pag. 55 pag. 55
pag. 56 pag. 58
pag. 59
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Istituto Nazionale Tumori - I.R.C.S.S. Pascale Aziende di
rilievo nazionale Ospedale del Mare Avellino Azienda Sanitaria
Locale Ospedale di Ariano Irpino Ospedale G. Criscuoli di
SantAngelo dei Lombardi Ospedale Di Guglielmo di Bisaccia Azienda
Ospedaliera di rilievo nazionale G. Moscati Benevento Caserta
Azienda Sanitaria Locale Riassetto della rete ospedaliera di
Caserta Salerno Azienda Sanitaria Locale Azienda Ospedaliera
Universitaria Ospedali riuniti S. Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona
Appendice Politiche di prevenzione e cura delle patologie
oncologiche Strutture presenti sul territorio
pag. 60
pag. 61
pag. 62 pag. 63 pag. 65 pag. 66 pag. 66 pag. 69
pag. 71 pag. 73
pag. 76 pag. 80 pag. 82 pag. 83 pag. 86
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PREMESSA
Il debito della Sanit in CampaniaLa crisi economico-finanziaria
globale ha assunto in Italia, in particolare in Campania,
caratteristiche ancora pi gravi a causa di situazioni di deficit
strutturale e di debito accumulate nel corso degli ultimi 10 anni,
soprattutto nel settore della Sanit. Criticit del debito delle
Aziende Sanitarie della Regione Campania Le situazioni critiche del
debito sanitario, nella sua non corretta determinazione, possono
essere ricondotte a cinque aree, senza che lelencazione di seguito
riportato costituisca un ordine di priorit o prevalenza. 1) Debiti
fuori bilancio dovuti a problemi di tracciabilit delle fatture Una
criticit che si rinviene ed pi frequente nelle Aziende Sanitarie,
con maggiore consistenza e minor efficienza organizzativa,
costituita dal mancato riscontro di fatture (interruzione del ciclo
delle fatture passive). Tali fatture, bench i relativi beni o
servizi abbiano effettivamente concorso al circuito produttivo
aziendale attraverso ordini, bolle e consegna non si rilevano in
contabilit, perch il relativo documento (fattura) non viene
rinvenuto. Talvolta, lo smarrimento pu avvenire quando il fornitore
invia le fatture non indirizzandole al protocollo generale ma alla
singola struttura aziendale (Distretto, Dipartimento, Ospedale) che
nel ricevere il documento non lo faccia affluire successivamente al
protocollo o al Servizio preposto alla loro registrazione (Gestione
Economico Finanziaria). Segno evidente di tale fenomeno la presenza
in bilancio di Sopravvenienze Passive riferite a fatture di
annualit precedenti a quella di competenza. 2) Contenzioso del
personale LAzienda deve fronteggiare unelevata conflittualit con il
personale, sia di comparto che dirigenziale, in relazione a:
esercizio di mansioni superiori, controversie nellinquadramento e
mancato riconoscimento di ore di lavoro straordinario e diniego
di4
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indennit a vario titolo, anche significative. Spesso, la
quantificazione in bilanci di tali oneri, attraverso opportuni
accantonamenti, non viene effettuata con il ricorso a criteri di
stima prudenziali, tenuto conto delleventuale livello di
soccombenza che nelle procedure il Servizio Legale dovrebbe aver
quantificato con sufficiente approssimazione. Nelle successive
annualit, a conclusione del contenzioso, la stima si rileva
inappropriata generando maggiore spesa. 3) Maggiori oneri per
mancato pagamento Com noto, le Aziende versano in una situazione di
perenne indebitamento, non essendo in grado di poter soddisfare,
con regolarit, i pagamenti, causa anche le ridotte assegnazioni
regionali (dovute anche ai ritardi dei trasferimenti nazionali). I
fornitori aziendali, se dispongono di una discreta struttura
legale, si affidano a procedure esecutive per il recupero dei
crediti vantati e richiedono anche il riconoscimento degli
interessi comunitari (tasso BCE maggiorato di 8 punti), oltre alle
spese legali che lievitano a seguito di frazionamenti operati
artatamente, dai legali di fiducia, per singole fatture o
forniture, che, se riconosciute in giudizio, fanno conseguire
onorari pi consistenti ai professionisti incaricati e
conseguentemente causano un sicuro aggravio di spesa. La CISL ha
chiesto, alla Presidenza della Giunta, che ai tavoli per la
risoluzione del contenzioso sieda anche il Presidente dell'ordine
degli Avvocati, che di fronte a operazioni "artate", che creano
danno economico alla collettivit, chiamato ad intervenire con
l'espulsione e/o la cancellazione dall'albo di quei professionisti.
4) Effetto di sentenze Le Aziende, per successive contestazioni
nellaggiudicazione di gare, hanno dovuto poi ristorare per il danno
arrecato taluni fornitori che, in sede giurisdizionale, si sono
visti riconoscere il pregiudizio economico derivante da vizi
nellaggiudicazione medesima. Altri oneri aggiuntivi si originano
dal riconoscimento, in sede di giudicati amministrativi, di
prestazioni sanitarie erogate dalla strutture accreditate in regime
di5
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convenzione, al di sopra delle limitazioni contrattuali imposte.
Spesso si tratta di adeguamenti tariffari che le Aziende devono
subire senza una diretta responsabilit, ma che determinano
ulteriori esborsi. 5) Errori di registrazione Si tratta di un
fenomeno molto marginale e pu consistere nella duplicazione della
registrazione di un documento gi contabilizzato o nella errata
trascrizione degli importi indicati in fattura, in aumento o in
diminuzione. La presenza di un accurato sistema di controlli
potrebbe ridurre la presenza di tali errori. Va precisato che tali
divergenze si manifestano in fase di liquidazione, quando si
ultimata la fase di riconoscimento del debito per procedere al suo
pagamento. La CISL ha reiteratamente posto la necessit
dellattivazione di un sistema di controllo e vigilanza, da affidare
ad una struttura terza e qualificata, che ad oggi non ha
riscontrato alcun esito. Si segnala, inoltre, una problematica
legata alla gestione del debito. Il proliferare di procedure
esecutive, allorquando i fornitori si soddisfano mediante
pignoramenti effettuati presso lIstituto Tesoriere, rende difficile
assicurare una rispondenza corretta tra i saldi contabili e
leffettiva esposizione. In tale ambito, i pagamenti vengono
effettuati prelevando le somme dalle disponibilit di cassa. Per
tali operazioni, il Tesoriere emette, allesito, carte contabili di
regolarizzazione dellavvenuta riduzione o estinzione del debito per
i singoli fornitori soddisfatti. Questi documenti che hanno
ridefinito lesposizione debitoria verso il fornitore interessato,
per la sorta capitale, evidenziano ulteriori costi per oneri
aggiuntivi e spese legali, che devono essere imputate al bilancio.
Causa le difficolt nellanalisi delle carte contabili e la mancanza
di risorse umane qualificate numericamente e qualitativamente, la
ricostruzione non avviene in tempi compatibili con la redazione del
bilancio, per cui le voci di rilevanza economica6
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vengono determinate solo attraverso stime. Ci comporta sia il
concorso a bilancio di costi non correttamente quantificati che
uninattendibilit dei saldi dei fornitori, questultima, a cagione
della mancata regolarizzazione delle carte contabili. Peraltro, non
improbabile che, procedendo le aziende, nei pagamenti spontanei,
(quelli che avvengono con regolare emissione di pagamento) vengano
estinte anche quelle partite debitorie che erano gi state chiuse
esecutivamente, originandosi duplicazioni di pagamento che
determinano la necessit di recupero del credito oltre a profili di
danno erariale.
Come rilevato dalla Corte dei Conti Sezione giurisdizionale
regionale per la Campania, si tratta di una massa debitoria
accumulatasi nel corso degli ultimi anni per spese inerenti la
gestione del personale, il contenzioso, le attivit di staff,
amministrazione e formazione, la spesa farmaceutica, lacquisizione
di beni e servizi tramite appaltatori o soggetti accreditati. Nel
2009 il bilancio della Sanit si chiuso con un disavanzo non coperto
pari a 322 mln , mentre quello per il 2010 si attestato su 397 mln
, che sommato alla situazione debitoria consolidata ha portato il
totale delle perdite a 719 mln . Si tratta di spese che in molti
casi si sono configurate come danno erariale, con conseguente avvio
di attivit di indagine (accertamenti istruttori e azioni di
responsabilit) da parte della stessa Procura della Corte dei Conti,
sviluppate in particolare nel corso degli anni 2010 e 2011. Gli
accertamenti hanno evidenziato danni per circa 45 mln .
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Alcuni esempi di danno erariale:
ristrutturazione del debito: o la Regione Campania ha subito un
danno di 9 mln a causa dellerrato accertamento del debito (da parte
di SO.RE.SA) che lIstituto di cura Santa Maria della Piet di
Casoria ha accumulato nei confronti dellASL ex Napoli 3 di
Frattamaggiore;
riconoscimenti di benefici economici non consentiti e/o
assunzioni in deroga al blocco di personale non necessario, non
professionale, non selezionato. Tali danni sono stati evidenziati
anche grazie allazione sinergica tra P.A. e Organizzazioni
Sindacali: o indebita erogazione al personale infermieristico, da
parte dellASL Napoli 1, dellindennit per terapie sub intensive,
pari a 2,5 mln ; o conferimento di incarichi dirigenziali presso
lex ASL Salerno 2 che ha arrecato un danno patrimoniale di 630 mila
;
premialit per il raggiungimento di obiettivi riconosciute al
management per gestioni palesemente fallimentari: o lA.O.
Cardarelli ha elargito indennit di risultato ai direttori generale,
amministrativo e sanitario, nellarco degli anni 2001-2009, per 642
mila .
Emblematici sono, inoltre, i casi dellASL di Benevento, che ha
corrisposto compensi per assistenza, pari ad oltre 1,3 mln , a
cittadini deceduti, emigrati o non residenti; o del danno di 570
mila subito dallArsan per spreco di risorse pubbliche per un
convegno su ristrutturazione edilizia ed ammodernamento
tecnologico. Tutte risorse drenate alla collettivit, che se
recuperate, avrebbero potuto limitare la pressione fiscale a carico
dei contribuenti campani, costretti a pagare le addizionali
regionali IRPEF e IRAP pi alte dItalia: rispettivamente 2,03% e
4,97%.
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Per quanto riguarda il Bilancio Regionale, anche questanno la
Sanit graver per circa i 2/3: 10,1 mld stanziati dalla Finanziaria
regionale 2012 a titolo di spese vincolate, su una manovra
complessiva di 15,3 mld . Ci troviamo di fronte ad una situazione
ingessata, che si strutturata nel corso del tempo: dal 2007 al 2010
il settore ha infatti prodotto circa 5,3 mld di debito consolidato.
Negli ultimi anni, grazie allazione responsabile della Cisl di
supporto alle Istituzioni e agli ingenti sacrifici chiesti alla
collettivit, si sono avuti i primi segnali di miglioramento. Dal
disavanzo di circa 770 mln registrato dal bilancio regionale nel
2009, siamo passati ai circa 400 mln nel 2010, mentre il 2011 si
chiuso con circa 250 mln di deficit.
La Regione Campania si dovuta impegnare nellattivazione di
provvedimenti finalizzati a ristabilire lequilibrio economico e
finanziario gi a partire dal 13 marzo 2007, con la firma del Piano
di Rientro dal Disavanzo per gli anni 2007-2009. Le prime verifiche
effettuate dal Ministero della Salute nel 2008 e nel 2009, per,
hanno denunciato ancora il mancato raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
Sulla base di tali risultati, la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, con Deliberazione del 28 luglio 2009, ha nominato il
Presidente pro tempore della Regione Campania, Antonio Bassolino
quale Commissario ad acta per lattuazione del Piano di Rientro dai
disavanzi del settore sanitario della Regione. Il 15 ottobre 2009
il Consiglio dei Ministri ha nominato il dott. Giuseppe Zuccatelli
come Sub Commissario per lattuazione del Piano di Rientro della
Regione Campania in affiancamento al Governatore Bassolino.
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Contestualmente alla nomina del Commissario ad acta, il Governo
nazionale ha individuato una serie di interventi prioritari da
adottare per ripianare la grave situazione economica della Regione,
ovvero: 1. implementazione dei corretti procedimenti contabili e
gestionali, sia a livello aziendale che regionale; 2. riassetto
della rete ospedaliera e territoriale, con adeguati interventi per
la dismissione/riconversione/riorganizzazione dei presidi non in
grado di assicurare adeguati profili di efficienza; analisi del
fabbisogno e conseguente revoca degli accreditamenti per le
corrispondenti strutture private accreditate; 3. definizione dei
contratti con gli erogatori privati accreditati, secondo una stima
puntuale del fabbisogno,; 4. reperire nel bilancio regionale
risorse a copertura del disavanzo dellanno 2008, al fine di evitare
lulteriore incremento delle aliquote fiscali regionali; 5.
razionalizzazione e contenimento della spesa per il personale, con
particolare riferimento al blocco del turn over alla
rideterminazione dei fondi per la contrattazione integrativa
aziendale e alla diminuzione delle posizioni organizzative e di
coordinamento; 6. completamento del processo di razionalizzazione
della spesa per lacquisto di beni e servizi, con particolare
riferimento al sistema centralizzato di acquisti, alla
standardizzazione dei beni e dei servizi da acquisire, alla
ottimizzazione della rete logistica e distributiva; 7.
razionalizzazione della spesa farmaceutica convenzionata, con
prioritario riferimento alle misure per lincremento
dellappropriatezza prescrittiva e della spesa farmaceutica
ospedaliera, finalizzate al suo riallineamento agli obiettivi
programmati in sede nazionale;10
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8. definizione del fabbisogno di prestazione sanitarie e delle
strutture sanitarie erogatrici: 9. verifica ed eventuale
ridefinizione dei protocolli di intesa con le Universit pubbliche;
10. completamento del riassetto della rete laboratoristica e di
assistenza specialistica ambulatoriale; 11. completamento
dellassetto territoriale delle Aziende sanitarie locali; adozione
dei nuovi atti aziendali con la definizione di centri unici di
responsabilit delle principali funzioni, quali la gestione
contabile, la gestione del personale e gli acquisti; 12.
implementazione di un adeguato sistema di monitoraggio e controllo
delle prestazione sanitarie, sia a livello aziendale che regionale;
13. definizione e programmazione degli investimenti per Interventi
edilizi e/o tecnologici presso strutture preesistenti o da
realizzare; 14. ricognizione della entit e natura del contenzioso
passivo in atto, con conseguente determinazione del relativo fondo
rischi; 15. conclusione delle procedure di accreditamento degli
erogatori; 16. adozione delle tariffe per le prestazioni sanitarie;
17. introduzione di misure di partecipazione al costo delle
prestazioni sanitarie in misura proporzionata al disavanzo residuo
stimato per lanno 2009; 18. ricognizione dei provvedimenti
approvati dagli organi regionali e aziendali in materia sanitaria;
verifica della congruit con il Piano di rientro dei predetti
provvedimenti regionali ed aziendali.
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In seguito delle elezioni regionali del marzo 2010, con Decreto
della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2010
stato nominato Commissario ad acta per la prosecuzione Piano di
Rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione il
Presidente della Giunta Regionale, on. Stefano Caldoro. In seguito
alle dimissioni del Dott. Zuccatelli, il Presidente del Consiglio
dei Ministri, con Delibera del 3 marzo 2011, ha affiancato al
Commissario ad acta due figure di Sub Commissari alla Sanit, nelle
persone di Mario Morlacco e Achille Coppola. Il dott. Coppola si
dimesso dallincarico il 20 febbraio 2012. Da questo breve excursus
appare evidente che negli ultimi anni, proprio quelli pi complicati
per la nostra regione, non stato possibile instaurare, anche a
causa del continuo avvicendarsi negli incarichi, una interlocuzione
costante e costruttiva con i responsabili della Sanit dellEnte
Regione. Nonostante ladozione del Programma Operativo 2010 (Decreto
del Commissario ad acta n. 41/2010), finalizzato al proseguimento
del Piano di Rientro dai disavanzi sanitari, nel corso del 2010 la
Regione Campania aveva gi sforato di circa 1,1 mld il Patto di
Stabilit interno, con la conseguente applicazione delle sanzioni
previste dalla normativa vigente. In particolare, lottavo decreto
di attuazione del federalismo fiscale (D.Lgs. 149 del 6 settembre
2011, art. 7) ha previsto un sistema sanzionatorio per gli Enti che
non hanno rispettato i parametri del Patto di Stabilit interno che
si sostanzia nel: 1) versamento allo Stato dellimporto
corrispondente alla differenza tra il risultato registrato e
lobiettivo programmatico determinato; 2) divieto di impegnare somme
per spese correnti, al netto di quelle per la sanit, in misura
superiore allimporto annuale minimo dei corrispondenti impegni
effettuati nellultimo triennio;
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3) divieto di ricorrere allindebitamento per gli investimenti. I
mutui ed i prestiti obbligazionari, inoltre, dovranno essere
corredati da una certificazione di attestazione dellosservanza del
Patto di stabilit per lanno precedente. 4) divieto di assumere
personale a qualsiasi titolo e con qualunque tipologia
contrattuale, comprese le collaborazioni coordinate e continuative
ed i contratti di somministrazione, anche con riferimento ai
processi di stabilizzazione in atto (come gi stabilito dallart. 76
comma 4 del D.L. 112/2008).
La CISL della Campania, di fronte ad un simile contesto, ha
scelto strategicamente di accompagnare una politica regionale del
rigore, di contrasto agli sprechi ed alle inefficienze per
individuare ogni possibile percorso in grado di recuperare risorse
e costruire risposte concrete alla collettivit, con particolare
attenzione alle fasce deboli. Lobiettivo primario realizzare
condizioni strutturali di fuoriuscita dalla crisi attraverso
processi di sviluppo del territorio ed efficienza dei servizi.
Lelaborazione di questo Dossier ha lo scopo principale di
evidenziare dove, ancora, si annidano distorsioni del sistema e
provare ad intervenire sollecitando tutti i livelli istituzionali
ed i responsabili del settore Sanit ad unazione pi incisiva che
ripristini innanzitutto le condizioni : di appropriatezza delle
cure, di riorganizzazione del sistema territoriale, di riduzione
degli sprechi, soprattutto nella prospettiva di una progressiva
riduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei
cittadini campani.13
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LE POSIZIONI DELLA CISL La Cisl della Campania ha finora
assicurato alliniziativa di riforma unazione di accompagnamento
responsabile a fronte della quale non sono stati rispettati i
seguenti impegni: Attivazione e potenziamento della rete
territoriale dellassistenza Gestione e accompagnamento, attraverso
la Cabina di Regia regionale, dellavanzamento dei Piani Attuativi
nelle singole AA. SS. LL. Lassenza di concertazione territoriale
con le OO.SS. di categoria ha di fatto prodotto ulteriori
inefficienze e abbassato i Livelli Essenziali di Assistenza.
Rivisitazione dei ticket secondo principi di progressivit e
proporzionalit del reddito. Siamo fermi alla richiesta effettuata
circa un anno fa, supportata da una proposta della Cisl, che
attende ancora una risposta. Proprio in queste ore il Governo Monti
sta lavorando allemanazione di un provvedimento che assume il
principio della proporzionalit al reddito per il pagamento dei
ticket. da stigmatizzare la superficialit ed il ritardo che ha
caratterizzato lazione della Giunta Regionale sul delicato tema
della compartecipazione alla spesa sanitaria, nonostante gli
accordi sottoscritti con le Forze Sociali. Emanazione delle Linee
Guida degli Atti Aziendali. Dopo un lungo confronto con le OO.SS.
una bozza del testo stato inviato ai Ministeri competenti, ma i
contenuti dellintesa raggiunta non sono stati ancora resi noti.
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Emanazione delle Linee di Indirizzo in merito allutilizzo dei
Fondi Aziendali (materia contrattuale), in assenza del previsto
confronto con le OO. SS., La gestione unilaterale della materia ha
determinato, in molti casi, limpossibilit di garantire unefficace
organizzazione del lavoro, con gravi conseguenze sulla qualit dei
servizi. Lattivazione di un confronto sui contenuti del Decreto n.
77/2011 (in merito alla compartecipazione ai costi dei ricoveri
presso le Residenze Sanitarie Assistenziali e i Centri Diurni
Integrati), che di fatto ha scaricato i costi dei servizi agli
utenti. Su questo piano la Cisl riuscita solamente ad ottenere che
nelle Linee Guida, redatte dallAssessorato alle Politiche Sociali
di concerto con la Struttura Commissariale, si prevede il vincolo
per i Comuni ad impegnare le risorse disponibili, pena la perdita
delle stesse, entro tempi definiti. Realizzazione dellintegrazione
funzionale tra politiche sociali e politiche sanitarie. stata
accolta la richiesta della Cisl per lavvio di un processo volto a
ridisegnare gli Ambiti in corrispondenza con i Distretti Sanitari.
La certificazione dei crediti vantati dal sistema della sanit
privata (il cui ritardo sta generando procedure esecutive con
consequenziale blocco di risorse e mancato pagamento degli
stipendi, in alcuni casi procedure di licenziamento, degli
operatori del settore e in altri la cessione a terzi dei crediti e
delle attivit). Dagli ultimi accertamenti effettuati dalla
Struttura Commissariale emerge la impossibilit di individuare una
soluzione in tempi rapidi per il debito pregresso in quanto per 35
mila documenti contabili non possibile recuperare atti certi.
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La situazione attuale del credito complessivo maturato dalle
sole case di cura pari a circa 800 mln . La Regione Campania si
impegnata con unintesa sulle modalit di pagamento di tutti i
crediti vantati dalle Case di cura per prestazioni erogate dal
01/01/2006 a tutto il 30/06/2011, per un complessivo ammontare di
circa 470 mln , che fa riferimento soltanto ai crediti non oggetto
di contestazioni. I 330 mln restanti, in aggiunta ai crediti
maturati ad oggi, si prestano ad essere oggetto di azioni legali
che, come anticipato in premessa, per effetto di sentenze esecutive
gi emanate, producono ulteriori interessi ed oneri in danno ai
bilanci delle AA.SS.LL. La Cisl della Campania per quanto sopra
CHIEDE 1. Limmediata emanazione del Decreto per la rivisitazione
dei ticket, in coerenza con gli indirizzi del Governo nazionale; 2.
La riapertura del confronto con ogni Azienda Sanitaria Locale: a.
per la verifica e leventuale modifica degli Atti Aziendali, b. per
la concreta applicazione della contestualit della riorganizzazione
della rete ospedaliera e della rete territoriale dellemergenza; c.
per la riorganizzazione complessiva del lavoro, con particolare
riguardo agli organici funzionali, al precariato, allo
straordinario, alle turnazioni ed allutilizzo dei fondi per la
produttivit, mirato alla maggiore efficienza dei servizi;
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3. Lapprovazione della norma per listituzione del Fondo per la
non autosufficienza. In esito alla petizione popolare indetta dalla
Cisl e dalla FNP della Campania (che ha raccolto oltre 120 mila
firme) il Consiglio Regionale, il 31 dicembre 2011, ha approvato un
Ordine del Giorno, che impegnava la Giunta Regionale della Campania
a destinare una parte delle dei maggiori introiti derivanti
dallaumento del bollo auto alle politiche sociali, con particolare
riferimento ad azioni ed interventi a favore di disabili e non
autosufficienti. L8 maggio u.s. finalmente, su pressione della Cisl
e della FNP Campania, la VI Commissione Consiliare ha espresso
(allunanimit) parere favorevole sul Disegno di Legge per
listituzione del Fondo per la non autosufficienza, che stato posto
allordine del giorno della seduta del Consiglio Regionale
programmata per il 16 maggio p.v. per lapprovazione definitiva. La
Cisl e la FNP continueranno nel loro impegno e nella mobilitazione
fino a quando liter di approvazione della legge non sar
definitivamente concluso e la Campania, al pari di tutte le altre
regioni italiane, avr finalmente una normativa sulla non
autosufficienza, che interessa circa 260.000 cittadini campani. 4.
Il completamento degli assetti manageriali delle ASL, con
particolare riferimento alle Direzioni Sanitarie e ai Dipartimenti
delle professioni sanitarie. 5. Il monitoraggio della spesa per
acquisti di beni e servizi, che seppur centralizzata, manca di una
puntuale verifica della congruit della stessa da parte della
Struttura Commissariale; 6. La riduzione, previa verifica, delle
strutture dipartimentali semplici in eccesso; 7. La immediata
razionalizzazione delle prestazioni in intramoenia, cos come oggi
viene previsto dalla normativa nazionale, riconducendole a una
maggiore trasparenza, entro le mura ospedaliere;17
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8. Riapertura del Pronto Soccorso dellOspedale S. Gennaro, in
attesa della realizzazione dellOspedale del Mare, come da impegni
assunti dal Commissario Straordinario dellASL Napoli 1; 9.
Lattivazione di iniziative di armonizzazione delle politiche di
gestione del personale finalizzate al corretto impiego delle
professionalit, e con particolare attenzione alla verifica
dellutilizzo delle risorse del salario di produttivit, a partire
dal ricorso massiccio allistituto del lavoro straordinario; 10. La
definizione concertata di criteri per la mobilit del personale,
volta ad assicurare la piena corrispondenza tra i carichi di lavoro
e gli organici funzionali di ogni singola struttura, per garantire
lappropriatezza delle prestazioni e la qualit dellassistenza.
Il mancato accoglimento di tali richieste il risultato: di una
indisponibilit del managment regionale e della dirigenza delle
Aziende Sanitarie Locali, che a fronte della necessit di un
confronto produttivo con le Forze Sociali, hanno privilegiato
scelte unilaterali e atteggiamenti eccessivamente autoreferenziali,
dellincapacit di gran parte dei soggetti preposti al governo del
processo di riforma, da realizzarsi attraverso il dialogo e il
confronto cui la Cisl della Campania non si mai sottratta con
proposte di merito.
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INTRODUZIONE Il lavoro svolto dal Commissariato per lattuazione
del Piano di rientro sanitario e dalle stesse Aziende Sanitarie
Locali, in merito al processo di riorganizzazione della Rete
Ospedaliera ed alla contestuale valorizzazione della rete
territoriale dellassistenza, ad oggi non ha realizzato una vera
riforma del Sistema Sanitario Campano. Il percorso attivato finora
dal management delle AA.SS.LL. ha prodotto in concreto,
esclusivamente, una politica dei tagli lineari, che ha comportato
un inqualificabile abbassamento dei Livelli Essenziali di
Assistenza per i cittadini. Nello specifico ha prodotto: 1. la
riduzione su tutto il territorio campano dei posti letto per acuti,
senza la conseguente trasformazione degli stessi in posti letto di
lungodegenza e/o riabilitazione , cos come previsto e convenuto
nelle intese tra le OO. SS. e la Presidenza della Giunta; 2. la
soppressione di presidi di Pronto Soccorso; 3. il peggioramento
della qualit e la riduzione della attivit ambulatoriali; 4. un
allungamento insostenibile delle liste di attesa per i ricoveri in
acuto; 5. il sovraffollamento e il congestionamento delle strutture
restanti (in quanto gli stessi posti letto che sono stati ridotti
devono far fronte anche ai bisogni di lungodegenza e
riabilitazione); Inoltre, la Struttura Commissariale regionale non
intervenuta per razionalizzare in maniera funzionale : 6.
lorganizzazione delle aziende, in strutture semplici e complesse;
7. le procedure di acquisto di beni e servizi.
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1. RIDUZIONE DEI POSTI LETTO Il Piano di riassetto della rete
ospedaliera previsto dal Decreto del Commissario ad Acta per la
Prosecuzione del Piano di Rientro del Settore Sanitario n. 49 del
27/09/2010 prevede per i posti letto per acuti un taglio di 2.402
unit, e un contestuale incremento di 953 posti letto per la
riabilitazione e/o lungodegenza, che nei fatti non avvenuto.
Contestualmente si prevede laumento di circa 1.000 posti delle
Residenze Sanitarie Assistenziali, fondamentali decongestionare le
strutture ospedaliere campane, attraverso ricoveri dedicati. La
media nazionale di 4 posti letto per 1.000 abitanti, mentre quella
regionale di 3,4 posti letto per 1.000 abitanti; in alcuni
territori campani, poi, il coefficiente non arriva ad 1 posto letto
per 1.000 abitanti, come ad esempio si verifica nei territori
afferenti alle AA. SS. LL. Napoli 2 Nord e Napoli 3 Sud, e in
particolare nelle Isole. Inoltre, la mancanza di una chiara
distinzione tra il percorso cui dovrebbe essere avviato un paziente
critico (che necessita, cio, di interventi emergenziali) e quello
che dovrebbe seguire un paziente bisognoso di cure in elezione
(ovvero specialistiche), implica che nei Reparti per acuti
soggiornino spesso pazienti che dovrebbero essere curati altrove
(ad esempio in Day Hospital o mediante assistenza domiciliare,
ovvero in strutture di lungodegenza e/o riabilitazione). Tale
situazione ha gravi ripercussioni anche sulla programmazione degli
interventi da eseguire, poich i posti letto dedicati sono
utilizzati per i pazienti acuti che vengono trasferiti dal Pronto
Soccorso, con il conseguente allungamento delle liste di
attesa.
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Ritardi si registrano anche nella realizzazione delle grandi
strutture ospedaliere, previste dal Decreto n. 49/2010, che
avrebbero dovuto sopperire proprio a queste disfunzioni. Alla luce
di quanto appena richiamato, appare evidente che alla riduzione dei
posti letto, attuata dal management delle AA.SS.LL., ai sensi del
Decreto n.49/2010, non seguita un adeguata governance del sistema
da parte della Struttura Commissariale che sta fortemente
penalizzando la collettivit. Emblematico, a tal proposito, la
completa assenza di una qualsiasi iniziativa in materia di
prevenzione e il totale disimpegno per lincremento dellassistenza
domiciliare che, hanno prodotto un ulteriore aggravio dei costi
complessivi per i cittadini campani. Una giornata di ricovero in
acuto costa, infatti, alla collettivit 700 , una in riabilitazione
circa 250 ed infine l'assistenza domiciliare che, come noto,
prevede costi di molto inferiori, pari a circa 100 al giorno.
2. CHIUSURA DEI PRONTO SOCCORSO Nel corso del 2011 sono stati
chiusi, come previsto dal Decreto n. 49/2010, i Pronto Soccorso
degli Ospedali: C. T. O. S. Maria del Popolo degli Incurabili San
Gennaro senza la contestuale e programmata "apertura" dell'Ospedale
del Mare, che avrebbe dovuto realizzare, anche, una
razionalizzazione delle risorse umane ed una offerta di maggiore
qualit dell'assistenza per la popolazione.21
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Ladeguamento della rete territoriale dellemergenza su tutto il
territorio, indispensabile dopo la chiusura delle postazioni di
Pronto Soccorso Ospedaliere, non stato realizzato. Allo stato
attuale, invece, lASL Napoli 1 ha provveduto a sostituire i Pronto
Soccorso con postazioni PSAUT (primo intervento), lasciando credere
all'utenza che i secondi siano equivalenti ai primi, ma cosi non .
Questa gravissima inadempienza sta comportando il ricorso
esponenziale di ricoveri verso alcune strutture dotate di Pronto
Soccorso, come ad esempio l' A. O. R. N. A. Cardarelli ed il S.
Maria di Loreto Mare, che sono gi in grande sofferenza per
indisponibilit di posti letto. In alcuni presidi ospedalieri,
inoltre, i pazienti stabilizzati presso i Pronto Soccorso
attendono, anche diversi giorni, di essere trasferiti in altre
strutture ospedaliere, distanti anche diversi chilometri. Ne
esempio lOspedale Cav. Apicella di Pollena (ASL Napoli 3 Sud) in
cui, in seguito alla chiusura del Pronto Soccorso, la Divisione di
Medicina durgenza stata trasformata in Medicina Generale, che
accoglie il flusso di pazienti provenienti da altri presidi. Il pi
vicino il Santa Maria della Piet di Nola e si trova a circa 30 km
di distanza. Il Pronto Soccorso del Santobono si trova in
condizioni definite critiche dalla stessa Direzione dellAzienda e
necessita di lavori urgenti di manutenzione. Da circa 5 anni,
infatti, stato spostato nei locali dove prima cerano gli
ambulatori, per cui i medici hanno difficolt a gestire le emergenze
a causa di spazi angusti e stanze troppo piccole.
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La vicinanza del Pronto Soccorso con i locali del Reparto di
Ortopedia crea non pochi disagi per la deambulazione dei pazienti,
che spesso necessitano di barelle per essere trasportati. Per
questo motivo la CISL della Campania ha pi volte chiesto un
confronto con i Direttori Sanitari e Amministrativi delle singole
strutture, ad oggi mai attuato in maniera concreta. Lultimo Pronto
Soccorso, in ordine di tempo, ad esser stato chiuso quello
dellOspedale S. Gennaro, decisione incomprensibile nell'immediato,
se si considera la mole di utenza e la mancata integrazione della
struttura nell'Ospedale del Mare. Una iniziativa dettata pi dal
calcolo economico che dalla necessit di far fronte alla domanda di
assistenza, che ha pericolosamente esposto e continua ad esporre
gli operatori del PSAUT (in grado di gestire i soli codici bianchi
- prestazioni non urgenti di competenza del medico di famiglia) nel
fronteggiare gravi emergenze (codici rossi) che continuano ad
arrivarvi. Se a questo, poi, si aggiunge che lo stesso personale
continua ad essere utilizzato nelle strutture ex Pronto Soccorso,
diventa palese la totale assenza di governo, di strategia tesa
all'efficientamento delle strutture e all'appropriatezza della
cura. Manca, dunque, un atteggiamento di responsabilit da parte dei
Direttori Generali che non hanno effettuato una pianificazione
degli organici funzionali. La Azienda dei Colli che, secondo il
Decreto n. 49/2010, dovrebbe essere inserita nella rete
emergenziale per decongestionare le altre strutture di Pronto
Soccorso dalle emergenze infettivologiche, nei fatti non viene
ancora utilizzata in tal senso. Anche in questo caso, a nostro
avviso, si rivelato inadeguato il livello regionale di governo del
sistema.23
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La chiusura del Pronto Soccorso dellOspedale C. Ascalesi,
programmata per il 31 dicembre 2011 stata posticipata nelle more
della realizzazione di un triage (ovvero una struttura di prima
accoglienza delle emergenze in arrivo) presso lOspedale S. Maria di
Loreto Mare. Il 2 marzo 2012 la struttura di triage stata
inaugurata, ma i risultati non sono stati quelli sperati: la media
quotidiana di barelle nei corridoi di almeno 10 al giorno, mentre
in alcuni giorni se ne registrano 14 (prima del sistema di
smistamento erano 13). I pazienti, infatti, continuano a essere
curati su lettighe mobili nei corridoi, spesso anche in assenza di
cuscini e coperte. Il sistema del triage e lOsservatorio breve per
il monitoraggio dei pazienti che necessitano un ricovero massimo di
24 ore non ha risolto il problema delle emergenze, poich, tra
laltro, manca il personale infermieristico necessario per attivare
gli 8 posti letto previsti e la gestione dei codici bianchi stata
affidata ai medici di continuit assistenziale (ex Guardia Medica).
Tale scelta appare in contraddizione con lo spirito della riforma,
che mira a deospedalizzare lassistenza, in quanto i medici di
continuit assistenziale, anzich potenziare il filtro territoriale
ed evitare ricoveri impropri, si troveranno a prestare assistenza
nelle strutture di Pronto Soccorso.
3. ATTIVIT AMBULATORIALI E PRESTAZIONI IN INTRAMOENIA Un
elemento di riflessione la decadenza progressiva che si sviluppata
negli anni del ruolo, e quindi della operativit, degli ambulatori
specialistici territoriali, che nel tempo hanno perso la capacit di
filtro verso le strutture ospedaliere.
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La disattenzione della Dirigenza della Sanit campana nei
confronti delle esigenze strutturali, tecnologiche e delle risorse
umane utili al buon funzionamento degli ambulatori territoriali
hanno di fatto prodotto lo scavalcamento della struttura
territoriale, producendo di fatto il ricorso ad intervento di
pronto soccorso e di ricoveri impropri. solo il caso di richiamare
che in Campania il12% di tutti i ricoveri (1.200.000 circa)
improprio. Stiamo parlando di 144.000 ricoveri impropri. Sono
evidenti le ricadute sul piano finanziario e sullallungamento delle
liste di attesa. Sempre in rapporto ad unincapacit di governo dei
delicati processi afferenti la Sanit della nostra regione il
capitolo doloroso delle prestazioni in intramoenia. La Legge n.
120/2007 ha previsto una serie di adempimenti che le AA. SS. LL. e
le Regioni avrebbero dovuto effettuare per consentire ai medici
dipendenti del S. S. N. di esercitare la libera professione
intramoenia in strutture pubbliche, con le relative modalit. Il
termine del 31 gennaio 2010 inizialmente preventivato come scadenza
per il passaggio al regime ordinario dellattivit libero
professionale intramuraria (ALPI) stato successivamente prorogato
fino al 31 marzo 2011 e, con D. P. C. M. del 25 marzo 2011, fino al
31 dicembre 2011. Dopo una ulteriore proroga al 31 dicembre 2012
sancita dal D. L. 216/2011, tale termine stato definitivamente
fissato dal Governo centrale al 30 giugno 2012. Tale istituto resta
ope legis una possibilit per: lutenza di scegliersi medico ed
equipe per le proprie esigenze di salute, il personale sanitario di
mettere a frutto fuori orario di lavoro le proprie competenze
professionali con la giusta remunerazione, le strutture pubbliche
di incamerare in maniera legale risorse economiche fresche per
prestazioni aggiuntive a quelle istituzionali.25
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Il fatto che, nonostante gli svariati miliardi di euro destinati
dalla Regione alla creazione di strutture ad hoc (si veda a solo
titolo di esempio la Delibera di Giunta Regionale n. 695 del
25/10/2010, con la quale si sono appostati circa 80 mln nel
bilancio 2010 per la realizzazione e/o lammodernamento delle
strutture per lattivit intramoenia), in numerosi ospedali della
Campania (primo tra tutti lA. O. R. N. A. Cardarelli) vengono
effettuate in Reparti ordinari, talora in condizioni al limite
dellaccettabile. In queste condizioni, sembra quasi che l'onorario
che gli utenti pagano (al personale sanitario, ma anche alle
amministrazioni ospedaliere) diviene, in sostanza, una sorta di
"tangente legalizzata" che serve di fatto a scavalcare le normali
liste dattesa dellassistenza pubblica. La CISL Medici della
Campania, allo scopo di permettere una concreta e dignitosa
attuazione del disposto di legge in materia di attivit
libero-professionale intra-muraria per i medici del SSN, ha
proposto la riconversione "ad hoc" di alcune strutture ospedaliere,
considerate non pi adeguate all'organizzazione dellassistenza
pubblica dal Piano sanitario regionale. Ristrutturare, mettere a
norma, ripensare adeguatamente limpianto del lavoro in plessi
sanitari che fino ad ieri (o addirittura ancor oggi) hanno erogato
servizi compatibili con le esigenze di salute della popolazione
della nostra regione, potrebbe essere per le Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere lunica via per garantire ambienti di lavoro sicuri e
dignitosi. Inoltre si potrebbero assicurare, in questo modo, tempi
ed orari adeguati a soddisfare lesigenza dei pazienti di scegliere
liberamente il proprio dottore e, allo stesso tempo, quella dei
medici di realizzare pienamente la propria professionalit. Per
realizzare tale riconversione potrebbero essere impiegati i
proventi della cosiddetta intra-moenia allargatadestinati in quota
percentuale alle stesse strutture sanitarie ed ospedaliere (della
quale, ad oggi, manca un reale monitoraggio).26
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In tal modo, non solo sar rispettato un diritto dei medici e di
tutti i cittadini, che nei fatti stato sistematicamente
mortificato, ma si potr finalmente avviare un circuito virtuoso
capace di ridurre le liste dattesa, i viaggi della speranza nonch
leventuale malaffare, attraverso lafflusso di risorse economiche
certe per la Sanit pubblica.
4. LISTE DI ATTESA E TERRITORIALIZZAZIONE DEI SERVIZI Necessit
indifferibile per assicurare lefficientamento dei servizi erogati
linsediamento in tutte le Strutture sanitarie, di efficaci
meccanismi di "front office" con l'Utenza. Senza una
semplificazione della gestione delle pratiche amministrative (di
cui v appena qualche traccia nei provvedimenti gestionali)
impossibile ridurre il notevole disagio ad esse collegato ed
invogliare il ricorso alle strutture pubbliche da parte dellutenza,
ottimizzandone limpiego. Il percorso che, in condizioni ordinarie,
il paziente deve affrontare per usufruire di una prestazione
sanitaria prevede diversi step: prima bisogna recarsi fisicamente
dal medico curante per l'impegnativa, successivamente andare
fisicamente allo sportello CUP per la prenotazione , poi dirigersi
fisicamente allo sportello riscossione ticket e infine in
ambulatorio per la visita, con tempi lunghissimi tra il primo e
lultimo atto e con la conseguente tentazione di ricorsi a
scorciatoie onerose o irregolari (la struttura privata o, peggio,
il Pronto Soccorso o l'ospedale, con ulteriore aggravio di
spesa).
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Affrontare nel merito l'emergenza sanitaria significa
innanzitutto offrire in tempi celeri una cura appropriata, anche
attraverso la valorizzazione e il rafforzamento della rete
territoriale dellassistenza e della prevenzione, per risolvere
lannoso problema delle liste dattesa, i cui tentativi di soluzione
finiscono spesso per infrangersi nel concreto sulla barriera
rappresentata dalle degenerazioni del sistema burocratico.
Le liste di attesa rappresentano un caso di rilevanza nazionale,
e toccano cifre da record evidenziate di recente anche dalla
stampa. Per lOspedale Vecchio Pellegrini - solo per citare un
esempio - laspettativa media per un intervento ordinario si aggira
intorno ai 9 mesi, con picchi di quasi 1.000 giorni di attesa per
alcune branche specialistiche (come ad esempio la chirurgia della
mano). Mentre per le attivit chirurgiche di elezione della
divisione di Ostetricia e Ginecologia del S. Maria di Loreto Mare
si aspettano anche 8 mesi per lasportazione di un utero
fibromatoso, come conseguenza del blocco dei ricoveri determinato
dall'emergenza barelle. La Cisl della Campania considera
favorevolmente listituzione della Commissione Tecnica che avr il
compito di elaborare un Piano Regionale per le Liste di Attesa,
disposta con il Decreto Presidente Giunta n. 293 del 06/12/2011. Ad
oggi la Commissione non si ancora insediata e quindi sono ancora
lontane le iniziative da assumere per affrontare in maniera
organica lemergenza delle lista di attesa. A solo titolo
esemplificativo riportiamo di seguito i tempi medi delle liste di
attesa della ASL Napoli 1 Centro e di alcune Strutture
Ospedaliere:
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Specialistica Ambulatoriale Distrettuale Mammografia Ecografia
TAC Visita ortopedica
Tempi medi di attesa delle prestazioni 40-60 gg. 40-60 gg. 40-60
gg. 40-60 gg.
Visite specialistiche P.O. S. Maria degli Incurabili visita
reumatologica doppler gastroscopie e colonscopie ricoveri in regime
di day surgery ricoveri di elezione in chirurgia visita ortopedica
visita epatologica ecografie urodinamiche uroflussimetrie visite
chirurgia cardiovascolare interventi chirurgici di ortopedia
interventi chirurgici di ostetricia
Tempi medi di attesa delle prestazioni 4 mesi 3 mesi 3 mesi 2
mesi 1,5 mesi 1,5 mesi 2 mesi 1,5 mesi 4 mesi 3 mesi 3 mesi 5 - 6
mesi 6 mesi
Visite specialistiche P.O. dei Pellegrini chirurgia della mano
oftalmico ortopedia chirurgia vascolare
Tempi medi di attesa delle prestazioni 1007giorni 1132 giorni
995 giorni 1170 giorni
Prestazioni in Pronto Soccorso a parit di personale: anno 2010
n. 31064 anno 2011 n. 59960
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Visite specialistiche P.O. San Giovanni Bosco visita
reumatologica chirurgia dell'obesit gastroscopie e colonscopie
ricoveri in regime di day surgery ricoveri di elezione in chirurgia
visita ortopedica visita epatologica ecografie visite chirurgia
cardiovascolare
Tempi medi di attesa delle prestazioni 6 mesi 2,5 - 3 mesi 3
mesi 3 mesi 2 mesi 2 mesi 3 mesi 2 mesi 3 mesi
Visite specialistiche P.O. San Paolo cardiologia ematologia
urologia senologia gastroscopie e colonscopie ricoveri in regime di
day surgery ecografie
Tempi medi di attesa delle prestazioni 60 - 90 gg. 40 - 50 gg.
60 gg. 8 mesi 30 - 40 gg. 30 gg. 60 - 90 gg.
Visite specialistiche P.O. S. Maria di Loreto Mare gastroscopie
e colonscopie ricoveri in regime di day surgery ricoveri di
elezione in chirurgia medicina interna ecografie visite
cardiologiche interventi chirurgici di ostetricia
Tempi medi di attesa delle prestazioni 6 mesi 4 mesi 3 mesi 2
mesi 1,5 mesi 5 mesi 7 mesi
30
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Visite specialistiche e ricoveri P.O. San Gennaro urologia
ricoveri in regime di day surgery ortopedia oculistica ostetricia
medicina generale ematologia cardiologia dermatologia neurologia
neurofisiopatologia radiologia chemioterapia oncologica chirurgia
generale Otorino riabilitazione cardiologica
Tempi medi di attesa delle prestazioni 2 mesi 3 mesi 7 mesi 2
mesi 1 mese 1 mese 1 mese 1 mese 2 mesi 1 mese 3 mesi 3 mesi 50
giorni 2 mesi 1 mese 1 mese
5. IL SOVRAFFOLLAMENTO E IL CONGESTIONAMENTO DELLE STRUTTURE
OSPEDALIERE Attualmente il flusso delle emergenze viene dirottato,
per la maggior parte, verso lOspedale A. Cardarelli, che genera una
emergenza barelle tale da costringere circa 150 pazienti ad
attendere un posto letto: si stima che in ogni reparto ci siano
quotidianamente almeno 8 barelle. Analoga situazione di
congestionamento stanno vivendo il "S. Giovanni Bosco", il
"S.Paolo", lOspedale Vecchio Pellegrini" (dove nel 2011 si
registrato un incremento di 1.000 utenze mensili in pi rispetto al
2010: da luglio a dicembre 2011 sono stati registrati 27.600 casi
di pronto soccorso, contro i 20.000 effettuati nello stesso periodo
del 2010).
31
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Nulli, seppur condivisi, i tentativi di interlocuzione con il
Commissario della ASL Napoli 1, mirati a verificare e monitorare le
vere cause strutturali della emergenza barelle, con il supporto
delle OO. SS. aziendali. La perenne gestione delle urgenze, nella
sanit campana, presenta molti altri aspetti gravi, alcuni dei quali
indagati dalla Magistratura perch finalizzati a trasferire pazienti
da strutture pubbliche a strutture private e/o convenzionate. La
CISL ha pi volte suggerito che per razionalizzare la gestione della
rete emergenziale nell'ASL Napoli 1 sarebbe utile provvedere
allistituzione di ospedali di emergenza (S. Giovanni Bosco, Loreto
Nuovo, S. Paolo, Pellegrini) e presidi di elezione, ovvero di
elevata specializzazione (S. Maria degli Incurabili, S. Gennaro, C.
Ascalesi). Operando in tal senso, si potrebbero indirizzare le
richieste di acuti verso gli ospedali dedicati allemergenza per
ammalati gravi, mentre quelle di cura per patologie complesse verso
gli ospedali di elezione. Anche nellASL Napoli 1 la valorizzazione
dei Distretti Ambulatoriali e la territorializzazione dei servizi
resta il nodo centrale da affrontare, sul quale mancata una
discussione di merito. evidente che realizzare il potenziamento
della rete territoriale significa rendere pi efficiente lerogazione
delle prestazioni, contenere il sovraffollamento degli ospedali
campani, realizzare iniziative di prevenzione e presa in carico
dellutente ed innalzare la qualit dellassistenza. In altre parole,
coniugare la riduzione della spesa con linnalzamento della qualit
dellassistenza. A questo proposito la CISL ha chiesto e continua a
chiedere alla Struttura Commissariale di aprire un confronto volto
a:32
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Effettuare una mappatura delle strutture territoriali esistenti;
Intervenire sulle condizioni infrastrutturali e le capacit
operative degli ambulatori; Analizzare il numero dei medici e del
personale che vi lavora, ovvero realizzare una calibratura degli
organici funzionali delle aziende.
Appare, infatti, irrinunciabile una seria ed approfondita
disamina dei veri risparmi che la politica dei tagli lineari fin
qui adottata produce sui bilanci delle AA.SS.LL. Ci riferiamo alla
spesa verso strutture convenzionate (diagnostica di laboratorio e
strumentale, ricoveri, riabilitazione, ecc.) e di quella per le
prestazioni extra-regionali, a cui sono costrette a far ricorso le
AA.SS.LL. per mancati ammodernamenti tecnologici. Ci in relazione
allassenza di una politica di investimenti per dotare le strutture
ospedaliere delle attrezzature per la diagnostica, ovvero di azioni
volte alla valorizzazione e ad un concreto potenziamento della rete
territoriale di assistenza.
6. LORGANIZZAZIONE DELLE AZIENDE: STRUTTURE SEMPLICI E COMPLESSE
Di estrema criticit lorganizzazione regionale delle AA. SS. LL. in
strutture semplici e complesse, istituti previsti dalla
contrattazione collettiva (art. 27 del CCNL Dirigenza Medica
1998/2001, art. 6 CCNL Area Dirigenza Medico - Veterinaria del
S.S.N. 2006/2009) la cui assegnazione definita in modo autonomo
dalle singole Aziende. Con il termine "struttura" si intende
l'articolazione interna dell'Azienda alla quale attribuita,
attraverso lAtto Aziendale, la responsabilit di gestione di risorse
umane, tecniche o finanziarie, affidata a un dirigente medico.
33
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Le Strutture si articolano in: Dipartimenti Aziendali, ovvero le
strutture individuate dallAzienda sanitaria per lattuazione di
processi organizzativi integrati. Rappresentano il modello
operativo delle aziende, attraverso i quali si svolgono le attivit
professionali e gestionali. Sono affidate a un Capo Dipartimento,
ossia un dirigente medico che ha il compito di gestire le risorse
necessarie, sia umane che finanziarie, necessarie per lassolvimento
delle funzioni attribuite. I Dipartimenti sono articolati, al loro
interno, in strutture complesse e strutture semplici a valenza
dipartimentale. Strutture Complesse (Unit Operative Complesse UOC)
, caratterizzate da un elevato grado di autonomia gestionale e da
piena responsabilit nella realizzazione di processi integrati. Sono
considerate strutture complesse sia i Presidi Ospedalieri che i
Distretti sociosanitari. Questi ultimi sono previsti dagli Atti
Aziendali per assicurare i servizi di assistenza primaria relative
alle attivit sanitarie e di integrazione sociosanitaria. La
responsabilit di queste strutture affidata a un Direttore (che a
seconda dei casi sar di Dipartimento, di Distretto Sociosanitario
oppure di Presidio Ospedaliero). Strutture Semplici, che
rappresentano sia le articolazioni interne delle Strutture
Complesse, sia dei Dipartimenti o dei Distretti. Le Strutture
Semplici a valenza distrettuale sono dotate di responsabilit ed
autonomia nella gestione delle risorse (umane, tecniche o
finanziarie). Per quel che attiene la Campania sono emerse
situazioni di spreco di risorse pubbliche dovute a un eccessivo
numero di Strutture Semplici e Strutture Complesse istituite sul
territorio regionale.
34
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Il Ministero della Salute ha effettuato nellagosto 2011 (su
rilevazioni effettuate al 31/12/2009) uno studio a cura del
Sottogruppo di lavoro per la fissazione dei parametri standard per
la definizione di strutture semplici e complesse del SSN ex art. 12
comma1, lett. b) del Patto per la Salute 2010-2012. Comparando i
dati emersi nelle regioni italiane, il gruppo di lavoro
ministeriale ha messo in rapporto la popolazione residente con il
numero di Strutture Complesse non ospedaliere previste. Rispetto al
parametro standard rilevato per quelle Regioni che non sono
sottoposte al Piano di Rientro di 1 Struttura Complessa su 13.515
abitanti, nella nostra regione ne risulta 1 ogni 6.132 abitanti.
Ovvero ci sono circa il doppio delle Strutture Complesse non
ospedaliere. Infatti in Campania risultano in totale: 2.048
Strutture Complesse, di cui 1.100 ospedaliere e 948 non ospedaliere
9.845 Strutture Semplici, di cui 3.545 ospedaliere e 6.300 non
ospedaliere. Il coefficiente che il Ministero ha stabilito come
standard per il rapporto tra strutture semplici e strutture
complesse di 1,31: la Campania ha lo standard pi alto, pari a 4,81.
Si stima, infatti, che nella nostra regione ci siamo almeno 795
primariati di troppo: questo vuol dire che numericamente il numero
delle strutture risulta35
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notevolmente maggiore rispetto ai parametri fissati dal
Ministero, e che quindi la Campania, deve adeguarsi attraverso una
drastica riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2012.
Sicuramente i dati forniti dal Ministero della Salute sono
meritevoli di attenzione, ma devono essere letti in rapporto al
contesto territoriale e nellobiettivo di una razionalizzazione di
questi incarichi in rapporto alla funzionalit, nonch alla realt
presa a riferimento. In sostanza se da un canto sono centinaia le
Strutture Semplici ridondanti, spesso assegnate con troppa
leggerezza, dallaltro diventa indispensabile unanalisi precisa dei
modelli organizzativi e delle aree territoriali su cui intervenire,
con particolare attenzione allidea di deospedalizzare lassistenza.
Infatti, nellanalisi ministeriale non sono evidenziate le
informazioni relative alle Strutture Semplici a valenza
dipartimentale, che a fronte di un costo maggiore, potrebbero
risultare fondamentali per lerogazione di servizi essenziali, in
quei territori dove non ci sono altri presidi sanitari. Infatti la
presenza di 6.300 Strutture Semplici non ospedaliere di fatto
eccessiva se comparata al dato nazionale, ed per questo che la Cisl
chiede alla Struttura Commissariale di effettuarne una revisione
analitica, ma soprattutto funzionale, rapportata al reale
fabbisogno di assistenza del territorio.
36
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7. PROCEDURE DI ACQUISTO DI BENI E SERVIZI In Campania le
procedure di acquisto e fornitura di beni e attrezzature sanitarie
delle AA.SS.LL. e delle AA..OO. avviene in maniera centralizzata,
attraverso la So.Re.Sa SpA (Societ Regionale per la Salute), ente
strutturale della Regione Campania Annualmente il volume delle gare
espletate in Campania ammonta circa 2,4 mld (cfr. sito internet
www.soresa.it) La procedura prevede una richiesta di acquisto da
parte dellAzienda, ospedaliera o sanitaria, direttamente alla
Struttura Commissariale Regionale, che entro 30 giorni tenuta ad
autorizzare o meno lacquisto e/o la fornitura. Trascorso tale
termine, in regime di silenzio-assenso, la So.Re.Sa (stazione
appaltante) provvede al bando di gara; se limporto della fornitura
inferiore ai 50.000 la stessa Azienda ad esperire la gara. La
responsabilit di controllo sulla congruit dellacquisto e delle
reali esigenze delleventuale fornitura , quindi, in capo alla
Regione. Risulta evidente come, soprattutto in un periodo di crisi
come quello che stiamo attraversando, il censimento dei beni e
servizi presenti nelle strutture sanitarie e il relativo controllo
sulla spesa di fondamentale importanza per conoscere lo stato
dellarte, comprendere il reale fabbisogno espresso dalla singola
azienda e recuperare risorse per rendere un servizio di qualit alla
collettivit. La Cisl fermamente convita che bisogna ricondurre le
politiche degli acquisti ad una gestione unitaria, organica e
coordinata, che tenga conto del reale fabbisogno tecnologico delle
strutture, attraverso un monitoraggio di beni e servizi da parte
della Struttura Commissariale regionale (sulla base del modello
CONSIP, che prevede la razoionalizzazione della spesa pubblica per
beni e servizi, attraverso lutilizzo di tecnologie informatiche e
modalit innovative per gli acquisti).37
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Resta evidente che in assenza di queste scelte anche questa
spesa continua ad essere fuori controllo.
7 bis. APPARECCHIATURE MEDICHE Risulta estremamente
insufficiente, in tema di apparecchiature mediche, lazione posta in
essere dalla struttura commissariale per ladeguamento tecnologico
delle apparecchiature in dotazione alle strutture sanitarie,
drammaticamente necessario in Campania, per il quale - come gi
detto manca un puntuale controllo degli acquisti ed anche un
censimento di tutte quelle esistenti, funzionanti e/o dismesse.
La vicenda, ad esempio, dellacquisto di un singolo, ultramoderno
apparecchio per la cura radioterapica di un limitato numero di
tumori inoperabili, costato circa 9 milioni di euro, da parte
dellIstituto per lo Studio e la Cura dei Tumori Fondazione Pascale
rappresenta un episodio emblematico in merito. Secondo
lAssociazione Italiana Oncologia Medica le cure oncologiche in
Campania vengono erogate per il 60% dal territorio, il 20% dal
Pascale, mentre il restante 20% dai policlinici universitari.
LIstituto Pascale deve, quindi, far fronte a tutte le necessit che
derivano dallaumento dincidenza delle patologie oncologiche nella
nostra regione (pi di 40.000 casi allanno) con un apparecchio
angiografico acquistato circa 20 anni fa e con un solo apparecchio
TAC destinato a tutte le esigenze (mentre un nuovo apparecchio
attende da mesi di essere messo in funzione). Ferma restando
lautonomia finanziaria di cui gode lEnte (in quanto Fondazione),i n
questa situazione, il management del Pascale, per giustificare la
necessit dellacquisto della nuova apparecchiatura, da 9 milioni di
euro, ha ritenuto di dismettere due apparecchiature radioterapiche
(acceleratori lineari) con tredici anni danzianit, ma perfettamente
funzionanti, pur di liberare locali ed usufruire di spazi
liberi.38
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In questo modo si ridotta di circa 2/3 la capacit di cura del
Reparto di Radioterapia del Pascale, costringendo le pazienti
bisognose di irradiazione per tumori alla mammella a rivolgersi ad
altri centri, soprattutto privati e comunque di numero gi di per s
insufficiente alle necessit della popolazione. Solo lazione di
denuncia della Cisl ha evitato un ulteriore sperpero di denaro
pubblico, bloccando lacquisto di tale costoso macchinario.
Il Rapporto dellIstituto Superiore della Sanit (Assicurazione di
Qualit in radioterapia 02/20, scaricabile dal
sitohttp://www.iss.it/binary/publ2/cont/0220.1140606202.pdf )ed uno
studio europeo (pubblicato sulla rivista Radiotherapy and
Oncology n.75/2005 pagg. 355-365) hanno evidenziato che per ogni
milione di abitanti dovrebbero esserci almeno 7 Acceleratori
Lineari, mentre in Italia la media di 5,4/1.000.000 ed in Campania
di 4,8/1.000.000 (in alcune provincie come quella di Napoli si
vicini alla media nazionale, nelle altre il dato drammatico).
Proprio per questo motivo, sarebbe stato pi opportuno organizzare
lupgrade tecnologico in modo pi razionale, garantendo prima gli
standard quantitativi con lacquisizione di un nuovo acceleratore
(il cui acquisto stato poi previsto a posteriori, ma a quanto
risulta mai deliberato) e poi decidere di acquistare altre
tipologie di macchinari, in modo da garantire ai pazienti
dellIstituto un percorso terapeutico completo, cos come pi volte
chiesto dalla CISL e mai ottenuto. La soluzione adottata dal
managment del Pascale stata, invece, quella di ricorrere in
extremis ad una convenzione con l'A.O. "C. Ascalesi"che ha
sovraccaricato il Centro di Radioterapia dellOspedale C. Ascalesi,
i cui Pazienti provengono gi per met da fuori ASL Napoli 1 (a causa
di strutture insufficienti), e che ha ridotto anche le unit di
personale a disposizione dellIstituto Pascale, poich sono gli
stessi radiologi che effettuano il servizio esterno.
39
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LA SANITA NELLE 5 PROVINCE Tra le 5 province campane sicuramente
quella di Napoli risulta la pi complessa, sia per la popolazione
che vi risiede, sia per le strutture che vi fanno riferimento. Il
nostro lavoro non vuole essere esaustivo di tutte le criticit
presenti nel settore, ma un contributo concreto che le Categorie
della CISL (FNP, FP, CISL Medici, Cisl Universit) hanno elaborato
per cercare di far emergere le situazioni negative al fine di
migliorarle e favorire lerogazione di adeguati servizi sanitari
alla collettivit. Di seguito lanalisi delle situazioni
territoriali.
40
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NAPOLI AZIENDA SANITARIA LOCALE NAPOLI 1CENTRO IL PERSONALE Come
gi detto in premessa, lo sforamento del Patto di Stabilit da parte
dellEnte Regione ha provocato come conseguenza il blocco totale
delle assunzioni, cos come stabilito nel D.L. 112/2008 e confermato
dal D. Lgs. 149/2011. Nella sola Asl Napoli 1 si passati dagli
11.000 dipendenti del comparto in forza nel 1993, ai soli 6.132 che
attualmente risultano in servizio. A questi bisogna aggiungere gli
ulteriori 900 esodi, gi formalizzati (richieste di pensionamento),
che si verificheranno entro giugno 2012 a seguito dellultima
manovra finanziaria. A questa complicata situazione di
sottodimensonamento degli organici, in cui versano quasi tutte le
strutture ospedaliere campane, si continua a far fronte attraverso
ladozione di unico tipo di provvedimento, ovvero il ricorso al
lavoro straordinario e la proroga del personale con contratti
precari (attualmente circa 960). Con Decreto n. 87 del 23/12/2011
stato recepito laccordo tra gli Enti del Sistema Sanitario
Regionale e le Organizzazioni Sindacali del 15/12/2011 per la
valorizzazione delle esperienze professionali e la proroga per
ulteriori 6 mesi (fino al 30 giugno 2012) dei contratti a tempo
determinato scaduti il 31 dicembre 2011, al fine di garantire il
mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza. Il fatto che non
si ancora individuata una soluzione definitiva al problema,41
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implica ancora oggi il ricorso al lavoro straordinario, alle
assunzioni di personale con Co.Co.Co., che sono tra le prime voci
di spesa che ha determinato il debito del sistema, oppure si
continua a fare ricorso allimpiego,peraltro in settori vitali, di
specialisti ambulatoriali, la cui situazione risulta critica, a
causa del mancato rinnovo (dal mese di febbraio 2011) di molti dei
contratti scaduti. Si tratta di circa 140 specialisti ambulatoriali
nella sola provincia di Napoli, e di 250 che lavorano in tutto il
territorio regionale e che sono in attesa di un percorso di
stabilizzazione. La CISL ritiene: a) che il Tavolo nazionale con il
Governo debba necessariamente realizzare unapertura allo sblocco
del turn over, non pi rinviabile, per garantire adeguata assistenza
e riconoscere uno stato di diritto altrimenti negato. b)
insostenibile soprattutto questultima scelta anche alla luce del
fatto che stabilizzare queste figure non comporterebbe costi
aggiuntivi. Uno specialista ambulatoriale, infatti, percepisce in
media 500 mensili in pi rispetto a un lavoratore strutturato con lo
stesso inquadramento, in quanto considerato libero professionista.
Non si tratta solo di una questione economica, ma soprattutto una
questione di qualit e certezza dellassistenza. insostenibile la
carenza di personale per alcune specialit essenziali e non
vicariabili in quanto salvavita, come ad esempio per la
Neurochirurgia. A Napoli, negli ultimi anni sono stati dimezzati i
posti letto per lurgenza neurochirurgica: dai 130 posti letto si
giunti a meno di 70, insufficienti a far fronte alla domanda di
prestazioni. Dopo la chiusura di 2 Unit complesse presenti presso
lA. O. R. N. A. Cardarelli, ne sono rimaste in funzione soltanto
3:42
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- A. O. R. N. A. Cardarelli con 30 posti letto; - Ospedale S.
Maria di Loreto Nuovo con 21 posti letto; - Ospedale S. Giovanni
Bosco con 15 posti letto. In tale contesto si consuma il paradosso
per cui la Commissione Regionale per la valutazione dei casi di
necessit in deroga al blocco delle assunzioni ha respinto la
richiesta di copertura dei posti vacanti con contratti di
Specialistica ambulatoriale per la mancanza di copertura economica.
Nello scorso dicembre 2011, su iniziativa della Cisl della
Campania, la struttura commissariale ha assunto limpegno a tuttoggi
ancora disatteso per lemanazione di un bando per la copertura dei
posti vacanti, Nelle more della procedura concorsuale stato
disposto il rinnovo dei contratti agli specialisti ambulatoriali
dellOspedale S. Maria di Loreto Mare. Per contro, sempre in tema di
contraddizioni e incoerenze gestionali, nel corso del 2011 sono
stati assunti o ri-assunti vari specialisti ambulatoriali (alcuni
dei quali con provvedimenti che assolutamente non rispecchiano gli
estremi dellurgenza) allinterno della stessa ASL NA 1 Centro. Solo
a titolo di esempio, presso lA. O. R. N. A. Cardarelli stato
pubblicato il 19 dicembre u.s. un provvedimento di autorizzazione
per 38 ore settimanali per i Reparti di Anestesia e Rianimazione
per la copertura di turni vacanti 4 trimestre 2011, che in termini
economici corrispondono al costo per lassunzione di uno
specialista. A fronte di queste palesi contraddizioni e nel
rispetto degli Accordi tra la Regione Campania e le OO.SS. (per la
realizzazione di linee guida per la mobilit delle varie professioni
sanitarie, a seguito dei processi di ristrutturazione aziendale, e
dellavvio di un percorso di stabilizzazione del personale precario
)43
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appare evidente la necessit di una programmazione a lungo
termine del fabbisogno organico delle Strutture sanitarie campane
con previsione degli esodi a 5 anni del personale. Secondo la Cisl
della Campania, una vera riorganizzazione delle Strutture di
assistenza ai vari livelli, passa attraverso la costruzione di un
modello organizzativo funzionale al fabbisogno di assistenza
territoriale, intervenendo su infrastrutture, tecnologie e
prioritariamente sul fattore fondamentale che la risorsa umana.
Solo unimpostazione su queste basi pu garantire efficacia,
efficienza ed economicit dei servizi. Ma ad oggi nulla stato fatto.
LAVORO STRAORDINARIO Il Commissario Straordinario della ASL Napoli
1 ha disposto tuot court la riduzione del 75% del fondo per lo
straordinario a partire dal mese di gennaio 2012, causando gravi
disservizi e disagi per il personale medico e paramedico, costretto
a turni di lavoro massacranti per la forte carenza degli organici.
Le ore di lavoro straordinario, infatti, sono indispensabili: per
sopperire alla carenza strutturale di personale medico per
sopperire alla carenza di personale infermieristico e tecnico.
Questultimo troppo spesso demansionato e costretto a svolgere anche
i compiti del personale socio sanitario. Un esempio concreto delle
difficolt dovute al taglio delle ore di straordinario rappresentato
dallOspedale San Paolo, che negli anni ha certificato uno storico
di 180.000 ore di straordinario annue, corrispondenti al lavoro di
circa 60 Operatori Socio Sanitari.44
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LASL Napoli 1, invece, ha assegnato per il 2012 alla struttura
ospedaliera soltanto 45.000 ore, nettamente insufficienti per lo
svolgimento delle normali attivit di assistenza, se si considera la
carenza di personale medico, infermieristico e di OSS, dovuta al
blocco del turn over, di cui la struttura dovrebbe essere dotata.
La Cisl della Campania, pur condannando le situazioni in cui si
abusato del ricorso al lavoro straordinario, critica fortemente la
decisione della Direzione della ASL Napoli 1, che ha agito in
assenza totale di concertazione e di un confronto concreto con le
Organizzazioni Sindacali. Durante la riunione del Tavolo Sanit del
7 febbraio 2012 la Struttura Commissariale, di concerto con il
Commissario Straordinario Scoppa, ha recepito la richiesta della
Parti Sociali di utilizzare listituto del lavoro straordinario
anche in deroga al budget mensile, nelle more di una verifica
puntuale degli organici funzionali delle aziende. Soltanto dopo una
puntuale analisi degli organici funzionali si possono determinare i
criteri per lassegnazione dei budget dello straordinario ed evitare
di ridurre cos drasticamente la qualit dellassistenza erogata, come
purtroppo si sta registrando.
SERVIZIO 118 Significativa la situazione di confusione in cui
versa il settore dellEmergenza Territoriale 118 a Napoli, a causa
della mancata interazione tra la Centrale Operativa, che risponde
al numero 118, e la cosiddetta Continuit Assistenziale (ex Guardia
Medica). Quando arriva alla Centrale 118 una richiesta di
assistenza per un caso non grave (codice verde o addirittura
bianco) non si riesce ad indirizzare al meglio il paziente, che
costretto a chiamare la Continuit Assistenziale di zona, che a
45
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sua volta risponde ad un numero differente da quartiere a
quartiere. Caso unico nelle grandi citt dItalia. Questo modello di
organizzazione non solo impedisce una appropriata risposta per la
cura dei pazienti, ma causa di una cattiva gestione delle emergenze
che rende difficile anche il monitoraggio della diffusione delle
varie patologie. Sul territorio cittadino, poi, si registra una
forte carenza di ambulanze, che sono peraltro obsolete e mal
ridotte, spesso senza neanche la radio di bordo. Le ultime 4
ambulanze, infatti, sono state acquistate nel 2007 e, pur
percorrendo centinaia di km al giorno, non sono sottoposte ad
ordinaria manutenzione. Inoltre, i farmaci e i presidi utilizzati
per prestare soccorso sono depositati a bordo delle vetture senza
rispettare la normativa per la conservazione termica con il
rischio, quindi, che possano deteriorarsi. Dai dati in possesso
delle nostre strutture sindacali aziendali emerge che sul
territorio partenopeo sono presenti soltanto 12 ambulanze (pi due a
Capri e Barra) medicalizzate (ovvero hanno un equipaggio formato da
un medico, un infermiere e dallautista) che effettuano un servizio
continuo H24. Altre 6 hanno un equipaggio composto solo da autista
ed 1 infermiere. Di queste 6 ambulanze, solo 2 prestano servizio
H24 (Miano e Pietravalle)e 4 prestano servizio H12. Di seguito uno
specchietto riepilogativo delle postazioni PSAUT (ovvero le
strutture di primo intervento, dove prevista lassistenza medica per
casi di minore complessit, osservazione medica breve e piccola
chirurgia) e di quelle SAUT (ovvero le postazioni di soccorso
avanzato dove sono ubicate le ambulanze medicalizzate), presenti
nella ASL NAPOLI 1.
46
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POSTAZIONI PSAUT E SAUT ASL NA1
POSTAZIONI PSAUT Aeroporto Pianura (amb. H12) San Gennaro
POSTAZIONI SAUT Chiatamone Crispi Ferrovia Incurabili Loreto Mare
Ponticelli S. Giovanni S. Paolo Scampia Vomero Capri Portici
AMBULANZE SENZA MEDICO Bagnoli Carlo III Corso Europa Ges Miano
Pietravalle47
orario h 24 h 24 h 24 orario h 24 h 24 h 24 h 24 h 24 h 24 h 24
h 24 h 24 h 24 h 24 h 24 orario h 12 h 12 h 12 h 12 h 24 h 24
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Nonostante lazione di razionalizzazione e laccorpamento di
alcune strutture complesse in Dipartimenti unici, come ad esempio
Bilancio e GEF, Economato, Provveditorato, soppresse e accorpate
nel Dipartimento Unico Amministrativo, sono state mantenute alcune
funzioni dirigenziali, pur essendo stati aboliti i posti di
funzione, causando spreco di risorse pubbliche. In tutto il
territorio di riferimento della ASL Napoli 1, che per estensione il
pi grande dEuropa, c un solo impianto per la risonanza magnetica,
sito presso il Presidio Intermedio di Corso Vittorio Emanuele. Ne
consegue, quindi, che i pazienti ricoverati presso qualsiasi
struttura ospedaliera pubblica, in caso di necessit devono essere
trasferiti per effettuare tale indagine diagnostica. Nella quasi
totalit dei casi i pazienti sono sottoposti a risonanza magnetica
presso uno dei laboratori privati convenzionati. Per sopperire a
tale gravissima mancanza la Cisl propone la definizione convenzioni
tra le AA.SS.LL. e le Aziende Ospedaliere Universitarie per
lutilizzo di tutte le apparecchiature destinate agli esami
diagnostici. stata prevista una riduzione dello straordinario per i
250 tecnici del Dipartimento di Prevenzione, che su delega della
Procura della Repubblica operano un servizio di indagine per
salvaguardia dei livelli di sicurezza e salute sui luoghi di
lavoro, cos come previsto dalla normativa vigente. Il lavoro svolto
da questo Dipartimento, quindi, di fondamentale importanza per le
aziende del territorio napoletano e per i lavoratori, ed nello
specifico si concretizza annualmente nellaccoglimento e gestione
di: o 250 indagini su delega della Procura, ognuna delle quali dura
circa 4/5 mesi o 500 esposti per denuncia o 300 pratiche per
rischio amianto o 150 pratiche per malattie professionali o un
numero imprecisato di incidenti mortali.48
http://pensionatifnpcislsalerno.blogspot.com/
C A M P A N I A
Unione Sindacale Regionale
OSPEDALE SAN GENNARO un presidio con alta diversificazione delle
specialit ed lunico avere un centro multidisciplinare per la
gestione del paziente diabetico complicato (diabetologia, chirurgia
vascolare, oculistica, ortopedia e neuro fisiopatologia, a cui sono
assegnati 4 posti letto). Purtroppo per la carenza di locali idonei
e di personale impedisce il pieno funzionamento di tale centro. Il
blocco operatorio risulta attualmente dimezzato nella produttivit.
Fino al 1997, infatti, il San Gennaro disponeva di 2 sale
operatorie di elezione (ovvero dedicate agli interventi
programmati) ed una sala operatoria di emergenza (ovvero per i
pazienti del Pronto Soccorso). A maggio del 1997 viene constatato
che la sala parto non a norma con gli standard legislativi e il
Pronto Soccorso Ostetrico viene chiuso. Il Direttore Sanitario
dellASL Napoli 1 (che allepoca era il Dott. Remigio Prudente) ha
dovuto disporre di utilizzare una delle 2 sale operatorie di
elezione come sala parto, determinando il dimezzamento netto delle
sedute operatorie e, di conseguenza, lallungamen