Dal PEI al progetto di vita Giovanna Cantoni Cinisello, 18 novembre 2010 24/03/2022 1 Corso di formazione
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Dal PEI al progetto di vita
Giovanna Cantoni
Cinisello, 18 novembre 2010
Corso di formazione
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Dal PEI al progetto di vita
Pensami adulto
Da ”accogliere il deficit e ridurre l’handicap” a
a
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La disabilitàun’ordinaria diversità umana
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.(art:3)
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La concezione sociale di disabilità è cambiata nel tempo:essa non è più solo un attributo alla persona, ma un insieme di condizioni potenzialmente restrittive derivanti dal fallimento della società nel soddisfare i bisogni delle persone nel consentire loro di mettere a frutto le proprie capacità.
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Riconoscere che la disabilità è una forma di oppressione che la società ha imposto alle persone con limitazioni funzionali.
(Rita Barbuto)
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Da “linee guida” del MIUR (4 agosto 2010)
La centralità del contesto socio-culturale nella determinazione del livello di disabilità impone che le persone con disabilità non siano discriminate, intendendo “discriminazione fondata sulla disabilità qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e della libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo”.
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L’individualizzazioneha lo scopo di permettere a tutti gli allievi di raggiungere gli stessi obiettivi. Individualizzare l’insegnamento significa diversificare i percorsi didattici, per raggiungere traguardi comuni a tutti gli alunni
due parole per capirci
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due parole per capircipersonalizzazione
consiste nella diversificazione degli itinerari diapprendimento allo scopo di favorire la promozione delle potenzialità individuali. “In altre parole, mentre l’individualizzazione i traguardi sono uguali per tutti, nella personalizzazione i traguardi sono differenti per ognuno.”
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Riferimenti normativiDecreto Presidente del Consiglio dei Ministri 23/02/06 n. 85Decreto Presidente della Repubblica 20/02/94 ( Atto d’indirizzo)Legge 05/02/92 n. 104C.M. 22/09/88 n. 262C.M.03/09/85 n.250
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Riferimenti normativi nell’attuale scenario
Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità è legge italiana n.18/08
ICF Classificazione internazionale del funzionamento
Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, MIUR, 4 agosto 2010.
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Il PEI è fondato sulla diagnosi funzionale
è la sintesi di tre progetti (educativo - didattico, riabilitativo, e di socializzazione) costituiti dagli interventi scolastici ed extrascolastici integrati.
Il PEI
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1. “la diagnosi come destino”
2.la diagnosi come possibilità di cambiamento. ( possibilità che vanno ricercate)
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La conferenza unificata afferma che (20 marzo 2008) art.2
la diagnosi si articola nelle seguenti parti1.approfondimento anamnestico clinico;2. descrizione del quadro di funzionalità nei vari contesti;3.definizione degli obiettivi in relazione ai possibili interventi clinici e sociali ed educativi e delle idonee strategie integrate di intervento;4.individuazione delle tipologie di competenze professionali e delle risorse strutturali necessarie per l’integrazione sociale
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• Abbiamo bisogno di tecnici capaci di leggere non ciò che manca ma di capire quali sono i punti “vivi” sui quali poter costruire un progetto.
Bisogno di “diagnosi in avanti”; non serve un giudizio.
Stanno impoverendosi le figure perché si sta investendo di più sugli ospedali più che sulla prevenzione
Le ASL
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Nessuna persona dovrebbe essere definita esclusivamente per sottrazione: “non sa, non è in grado di fare, non può essere”; non è la carenza che dovrebbe contraddistinguere un profilo individuale; piuttosto, la capacità di sentire, di comunicare, di agire, di pensare, secondo la peculiare modalità personale
IL PEI
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Gli obiettivi didattici specifici elencati nel PEI vanno riferiti alle singole discipline devono essere indicati come competenze da conseguire
Essi rappresentano, con gli eventuali adattamenti, gli indicatori cioè i criteri per la rilevazione degli apprendimenti e la formulazione dei giudizi analitici per le singole discipline
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competenzala competenza è il patrimonio complessivo di risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso professionale, cioè la competenza è costituita da un insieme di elementi, alcuni dei quali hanno a che fare con caratteristiche "personali" del soggetto – che si mettono in gioco quando il soggetto si attiva in contesti operativi". (ISFOL)
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le competenzeOgni competenza è formata da un mix equilibrato
di “sapere”,”saper fare”, “saper essere”.Il sapere è costituito dall’insieme delle
informazioni e delle nozioni sia di tipo generale che tecnico possedute dall’individuo,
Il saper fare è la capacità di metterle in pratica attraverso abilità manuali o concettuali, orientate allo svolgimento di uno specifico compito
Il saper essere è la capacità di realizzare prestazioni efficaci.
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Che cosa sono gli indicatori
Gli indicatori sono strumenti che consentono di rilevare gli elementi qualificanti di un determinato fenomeno o processo; sono le “spie”del comportamento dello studente che stabiliscono se le prestazioni fornite sono quelle corrispondenti (o meno) al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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Un esempioL’alunno comprende il concetto di grandezza quando1.l’alunno posto di fronte ad una serie di oggetti (oppure numeri interi minori di 100) è in grado di indicare il più grande e il più piccolo
2.l’alunno posto di fronte ad una serie di oggetti (oppure numeri interi minori di 100) è in grado di disporli in ordine crescente o decrescente. non è la stessa cosa!!!!
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Un esempio
competenze Indicatori per la classe
Indicatore per lo studente con disabilità
Sa utilizzare la relazione d’ordine
Sa ordinare in senso crescente e decrescente i numeri frazionari e i numeri irrazionali
Sa ordinare in senso crescente e decrescente numeri interi minori di 100
Un altro esempio
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"l’obiettivo dell’integrazione nella scuola secondaria(…) deve trovare fondamento in un progetto di vita che abbia la sua finalità nell’inserimento sociale post scolastico del giovane disabile. Questa affermazione pone la scuola media di secondo grado al centro del percorso formativo di integrazione quale "ponte" tra scolarizzazione obbligatoria e il vero e proprio inserimento sociale”.(*) (*)luciano Paschetta (1997)
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ampliare il PEI nelle dimensioni:
spazialetemporaledella massima flessibilità
:
Dal PEI al progetto di vita
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• un percorso formativo in cui sono presenti le diverse dimensioni della persona - affettiva, sociale, lavorativa, ecc. -Questo progetto non solo si muove nella prospettiva della educazione continua, e quindi in quella del futuro cittadino e della qualità denial sua vita.
Il progetto di vita è
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Il progetto di vita: chi lo decide?
L’alunnoLa sua famigliaIl c.d.c.Gli enti territoriali che collaborano
con il c.d.c. che è il responsabile del progetto.
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Si legge nelle linee guida del MIUR “il progetto di vita, fa parte integrante del PEI, anche per il fatto che include un intervento che va oltre il periodo scolastico, aprendo l’orizzonte di “un futuro possibile”, deve essere condiviso dalla famiglia e dagli altri soggetti coinvolti nel processo di integrazione”
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Alcuni chiarimenti Gli obiettivi del PEI sono riconducibili a quelli della
classe
Gli obiettivi del PEI sono diversi da quelli della classe per strumenti e/o metodologie e/o contenuti, ma sono ad essi riconducibili perchè,secondo il consiglio di classe hanno lo stesso valore formativo.
Gli obiettivi del PEI non sono riconducibili a quelli della classe.
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L’integrazione ha bisogno di flessibilità• Questa riferita alla progettazione degli
interventi, alle modalità, all’utilizzo deidiversi mediatori e strumenti ma anche
alla possibilità di modificare e adeguareil monte ore di sostegno in base ai
progressi/regressi registrati nello studente con disabilità ( lo stesso numero di ore non è un diritto )
• Il non-senso dell’aula dell’integrazione : in realtà è una modalità di separazione
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Un progetto di vita è caratterizzato dall’intreccio dei sentimenti, dei pensieri e delle esperienze in cui le rappresentazioni e l’intenzionalità progettuale si compenetrano e si condizionano in relazione alla presenza o assenza di prospettive ritenute possibili.(*)
(*) A. Errani, Prefazione in S.Presti, Mani Abili, Carocci, Roma, 2005
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il progetto di vita deve avere i seguenti obiettivi:
essere mirato al potenziamento delle capacità e delle competenze che il giovane già possiede o può possedere;
deve far conseguire al giovane disabile competenze per poter realizzare la partecipazione sociale, cioè per permettergli di prendere parte alla vita della comunità.
prendere in considerazione i fattori contestuali facilitanti che rappresentano l’intero background della vita e della conduzione dell’esistenza dell’individuo.
Secondo l’O.M.S.
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Grazie dell’attenzione Giovanna Cantoni
Grazie per l’attenzione