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«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)
ChiesavivaANNO XXXIV - N° 363LUGLIO-AGOSTO 2004
Prima del Vaticano II: Il Sacrificio della Messa: rinnovazione
del Sacrificio sul Calvario
Dopo il Vaticano II: una delle tante presunte Messe
post-conciliari!
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2 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
Quando Adel Smith ha posto, nella scuola di Ofena,accanto al
Crocifisso, la Sura 112 del Corano cherecita: «Allah è unico, Allah
è assoluto”, ha rivendi-cato un presunto diritto a manifestare la
sua fede peruna verità affermata, ma non mai dimostrata. Infatti
ilCorano afferma la divinità di Allah, ma non la dimo-stra. Il
Vangelo, invece, afferma e dimostra la divinitàdi Cristo.
Infatti:Quando Cristo sta di fronte a Caifa che gli domanda:«Ti
scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se Tu seiil Cristo, Figlio
di Dio», risponde affermando, e sog-giunge: «Tu l’hai detto».
Allora, il Sommo Sacerdotesi strappò le vesti, accusando Cristo di
bestemmia,ed i presenti dissero: «È reo di morte!». (Mt. 26,
63-66).Con i miracoli, Cristo aveva già dimostrato di essereDio,
dando la prova di dominare le leggi della natura,e Caifa ben lo
sapeva. La sua domanda era mera-mente provocatoria per poter
accusare Cristo di fal-sità e farlo condannare a morte.La prova
inconfutabile che Cristo ha detto il veroquando si è dichiarato
Figio di Dio, è data dalla accet-tazione della passione del
Calvario, altrimenti ingiusti-ficabile. Nel Getsemani «si prostrò a
terra e prega-va: Padre mio, se è possibile, passi da Me
questocalice!.. tuttavia non come Io voglio, ma comevuoi Tu!». Poi,
si allontanò una seconda e una terzavolta e pregò dicendo: «Padre
mio, se non è possi-
Cristo è Dio vero!
bile che si allontani da Me questo calice senzache Io lo beva,
sia fatta la Tua volontà!» (Mt. 26,39-44). Quindi, Cristo accetta,
in ubbidienza al Pa-dre, la passione del Calvario!A questo punto,
due sono le ipotesi: o credere o noncredere. Chi non crede, afferma
implicitamente e ne-cessariamente che Cristo avrebbe mentito, non
persalvarsi - come fece Pietro (Mt. 26, 69, 75) - ma perandare in
Croce. Ecco perché il Crocifisso non è so-lo un simbolo, ma
l’inconfutabile messaggio di veritàdella Religione Cristiana e
della falsità di tutte le altre!I popoli, anche se sono senza
cultura, avvertono legrandi verità. A conferma, basterebbe
considerareche i tempi vengono universalmente datati computan-do
gli anni dalla nascita di Gesù, a conferma anchedella storicità dei
Vangeli.Merita, a questo punto, di essere ricordata la profeziaresa
da Caifa al Consiglio dei Sacerdoti e dei Fariseiquando pone
l’alternativa di vita o di morte tra il Cri-sto e il popolo ebraico
(Gv. 11, 50): «Voi non capitenulla e non riflettete essere
preferibile che un uo-mo muoia per il popolo, anziché tutta la
nazioneperisca»! Egli disse ciò non da se stesso, ma per-ché,
essendo quell’anno Sommo Sacerdote, profetòche Gesù doveva morire
per la nazione... «Da quelgiorno, decisero di farlo morire!».
(Prof. Giacinto Auriti)
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“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 3
del sac. dott. Luigi Villa
S u il “Supplemento” del-l’Osservatore Romanodel 24 aprile 2004,
nel-l’Istruzione “Redentionis Sacra-mentum”, già promessa
nell’enci-clica “Ecclesia de Eucharistia”,pubblicata dalla
Congregazioneper il Culto Divino e la discipli-na dei Sacramenti,
circa la San-tissima Eucarestia, finalmente si ètornato a dire, che
i “laici” (Uo-mini e donne) non possono leg-gere il Vangelo, né
tenere omelie;che non è proibita la confessio-ne durante la Santa
Messa, pur-ché sia “nella maniera opportu-na”; che si deve evitare
la Co-munione a Calice del vino, “perevitare che la sacra Ostia
oqualche suo frammento cada”;che i fedeli non possono pren-dere da
sè, e tanto meno pas-sarsi di mano, in mano l’Ostia oil Calice; che
va tolta l’abitudinedi distribuirsi reciprocamente laComunione
durante la Messanuziale; che i laici non possonosovrapporsi ai
sacerdoti; che le“messe-show” vanno assoluta-mente bandite; che non
vaoscurato il carattere di “Sacrifi-cio” della Messa e non va
con-fusa con una “cena comune”;che è proibita la
“inter-comu-nione”, ossia la celebrazione incomune con appartenenti
a Chiesenon cristiane e non “in comunione conla Chiesa Cattolica”;
che l’omelia ècompito esclusivo dei sacerdoti cele-branti; mai,
quindi, ai laici; e poco d’al-tro che Noi di “Chiesa Viva”
avevamosempre biasimato e denunciato, per-ché indegno e offensivo
del culto eucari-stico e della liturgia in generale.Finalmente,
adesso, anche il Papa, nellasua enciclica “Redentionis
Sacramen-tum” del 17 aprile 2004, ha sentito an-che Lui la
necessità di denunciare e per-sino di elencare gli abusi gravissimi
con-tro l’Eucarestia, quali le sottrazioni delleOstie consacrate,
dovute proprio a quel-la sacrilega prassi ecclesiale della Co-
portato la Chiesa a fare non pochipassi avanti verso l’eresia
prote-stante, come, ad esempio, quellodell’eretico card. Kasper, il
qualeha persino auspicato il riconosci-mento parziale, da parte di
Ro-ma, del ministero sacerdotaleanglicano, benché già considera-to
invalido dai Pontefici pre-conci-liari. Come anche il
permettere,ormai, la preghiera comunitariacon gli “Iman” sui nostri
altariconsacrati a Gesù Redentore,nonostante l’inamovibilità dei
mu-sulmani dalla loro posizione anti-cristica!..Ora, tutto questo
ci potrebbe direche siamo già arrivati al “miste-rium iniquitatis”
di “biblica me-moria”!.. Guardate un attimo questo preteche fa
l’omelia (?) in sedia asdraio, nella Chiesa parrocchialedi
Menzingen (Svizzera); e anchequest’altro “prete pagliaccio”,durante
una Messa per ragazzisul Colle don Bosco, con il voltotruccato da
clown. E potrei mo-strarvene cento e cento altre,sempre
irriverenti, se non sempresacrileghe!Ma, forse, che la Chiesa
docen-te non aveva dichiarato che(tranne la Santa Sede e
l’Episco-pato) “nessun altro, assoluta-
mente, anche se sacerdote, osi di suainiziativa aggiungere,
togliere o muta-re alcunché in materia liturgica”? (Sa-cr. Conc.,
22). Lo stesso l’avevano di-chiarato tutti i Pontefici che avevano
pre-ceduto il Vaticano II.Cosa non abbiamo dovuto vedere e
tolle-rare in tante chiese!.. Voglio riportare, qui, uno degli
episodiche ci ha comunicato una nostra collabo-ratrice laureata, la
prf.ssa M. P. M., e fe-dele alla santa Tradizione Apostolicasu
tutto l’arco della Fede.Fu in occasione dell’ordinazione dei
“dia-coni neo-catecumenali”, tenuta nellacattedrale di San Giovanni
in Latera-no, il 30 ottobre del 2003.
LEGGENDO LA “REDENTIONIS SACRAMENTUM”
munione sulla mano, durante tutti i 41anni passati dalla fine
del Vaticano II; for-se che ignoravano che quella nuovaprassi
faceva parte di un disegno dellaMassoneria per arrivare ad
annientare ilvalore e la stessa realtà della “PresenzaReale”, viva
in Anima e Corpo di CristoRedentore?.. Continuando: proibisce tutte
quelle for-me laicali (balli, canti da marciapiedi,chitarre...) che
non urtano, forse, la su-scettibilità dei protestanti, ma
riafferma-no, però, l’uso sacrilego della Comu-nione sulla mano e
l’eliminazione dellepreghiere per la Consacrazione, ben-ché volute
dal Concilio di Trento; comepure altri “aggiornamenti” che
hanno
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4 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
Quante volte è stato necessario ridurre alminimo le Specie
Sacramentali fino arenderLe quasi invisibili, per sfuggire
allepersecuzioni, come nel recentissimo ca-so del Cardinale Pham
Dinh Tung PaulJoseph che, durante i tredici anni di pri-gionia
sotto il regime comunista vietnami-ta, usando come materia del
Sacramentoalcune briciole di pane, che nascondevain un pacchetto di
sigarette, e trasfor-mando in calice il palmo della mano, incui
versava tre gocce di vino e una goc-
cia d’acqua, è riuscito a celebrare l’Euca-ristia!Forse, per
Kiko, che insiste tanto sullavisibilità dei segni, quelle Messe non
sonvalide perché appunto manca la visibilitàdei segni?Quando è
stato dato lo “Statuto” al“Movimento Neo-catecumenale”, ab-biamo
letto che al Vescovo diocesanocompete “vigilare che l’attuazione
delCammino Neo-Catecumenale si svolgain conformità a quanto
stabilito neipunti 1 e 2 dell’art. 26 e nel rispettodella dottrina
e della disciplina dellaChiesa”. E allora?A quali vescovi
denunziare le irregolarità,gli abusi liturgici, i sacrilegi di cui
soprase, a presiedere la funzione in S. Gio-vanni in Laterano, era
proprio un ve-scovo?Sarebbe ora di smetterla di giocare conla
Verità e trattare con irriverenza e leg-gerezza l’Eucaristia, per
non continuaread offendere Nostro Signore, già abba-stanza offeso
da tanti tradimenti che siconsumano all’interno delle sacre muradel
Tempio!Siamo sicure che ancora una volta le no-stre parole non
saranno ascoltate, ma cisiamo promesse di evidenziare quantoabbiamo
visto, perché le nostre coscien-ze, ferite profondamente,
chiedevano difar conoscere l’indegno spettacolo che inostri occhi,
nostro malgrado, hanno do-vuto tollerare!».
***
Scrive:«Noi siamo state presenti a tale cerimo-nia e siamo
rimaste sconcertate nel con-statare che non è stato recitato il
Cre-do né il Gloria, ed è stato consacratopane azzimo che, al
momento opportuno,è stato dato solo ai neo-catecumenalistando
seduti.Evidentemente, trattandosi di un ban-chetto, di una riunione
conviviale tra ami-ci e non di Sacrificio Eucaristico, viene
ri-tenuto opportuno starsene comodamenteseduti!..Con grande
amarezza ab-biamo anche notato chead un anziano signore, chesi
reggeva a stento in pie-di, è stata negata la Comu-nione col pane
azzimo per-ché sprovvisto del bigliettodi invito, in quanto
nonneo-catecumenale. Si èdovuto recare in fondo allachiesa per
ricevere Gesùnell’Ostia.I neo-catecumenali, poi, altermine della
funzione, sisono messi a danzare, for-mando tre cerchi attornoalla
tavola-mensa, per im-pedire ai non aderenti al“Cammino
Neo-Catecu-menale” di accostarsi, alritmo di musiche assordan-ti,
adatte ad una discoteca;e tutto ciò con l’approva-zione di Mons.
Luigi Mo-retti che ha presenziato ilrito.
CI CHIEDIAMO: perché tanta differenzatra i riti celebrati dai
neo-catecumenali equelli che di solito vengono celebrati nel-le
chiese quando essi non sono presenti?Non ha, forse, detto il Santo
Padre, di re-cente, di smetterla con i canti sciatti econ la Messa
“fai da te”? Esistonodunque due chiese parallele? Esisto-no due
Verità? Tutto quello che ci è sta-to tramandato è dunque da
ripudiare perfar posto a novità, peraltro disgustose
esacrileghe?Ma, al di sopra di ogni cosa, a noi premesegnalare,
nonostante le ripetute e ina-scoltate denunce fatte in passato
che,puntualmente, ogni anno, si commette lostesso sacrilegio!Al
termine della celebrazione eucaristica,infatti, nonostante il
divieto di avvicinarcialla tavola, siamo riuscite a farlo, per
re-cuperare le briciole e i pezzi di pane con-sacrato che stavano a
terra, tra i fiori e latavola. Come al solito, devotamente,
ab-biamo raccolto le Sacre Specie e Le ab-biamo consegnate ad un
sacerdote di no-stra conoscenza che Le ha consumate.Eppure, nel
Documento n. 153 del Magi-stero: “La Comunione
Eucaristica”,Istruzione della CEI, (Ed. Paoline) - allapagina 8, il
Cardinale Ugo Poletti avevascritto: «Ciascuno faccia attenzione
anon lasciare cadere nessun frammen-to»; e, a pag. 11, viene
riportato un pen-siero di S. Cirillo di Gerusalemme: “Faiattenzione
a non perdere nulla; ciòche tu dovessi perdere, infatti, è comese
perdessi una delle tue membra”.
Siamo alla “abominatio desolationis”annunciata nel Vangelo e
nell’Apoca-lisse”, e che ora è in atto nella Chiesa diPaolo VI,
specie nel culto eucaristico?Un altro nostro collaboratore di
“ChiesaViva”, firmato “A. Z.”, documenta:«Anzitutto, è in atto,
nella Chiesa di oggi,una profanazione dottrinale nella tenden-za a
negare la “Presenza Reale” di Cri-sto nell’Eucaristia, a ridurre il
Sacrificio abanchetto comunitario, a banalizzare laComunione, a
sminuire il senso sacrale
della Eucaristia.Gesù si è affidato alla suaChiesa in
atteggiamento diprofonda umiltà e confiden-za, ma noi, che siamo
por-tati a ridurre Dio alla nostrabassezza, non dobbiamodimenticare
che, sotto leapparenze così fragili delPane e del Vino,
palpita“Colui che È”, davanti alquale è necessario cheogni
ginocchio si pieghi, inCielo, in terra e sotto terra,e ogni lingua
proclami cheGesù Cristo è il Signore agloria di Dio Padre (Fp.
2,10s). La degnazione del-l’Altissimo, che sollecita lanostra
confidenza, non de-ve farci perdere il sensodella riverenza dovuta
allasua divina Maestà. Questo profondo rispetto èl’espressione
fondamentaledel vero amore per GesùEucaristia che ci salva
dalla
banalizzazione del culto eucaristico».
BANALIZZAZIONI DELL’EUCARISTIA
I rischi della banalizzazione sono provo-cati da innovazioni
liturgiche sospette, daesaminare con senso critico; come que-ste:–
Emarginazione dei tabernacoli: moti-vata dall’idea di distinguere
il “Sacrifi-cio” dalla “Presenza”, ha sminuito ilsenso
dell’adorazione e della visita euca-ristica, pratiche tanto care
alla pietas cri-stiana, tanto più che questa emargina-zione è stata
accompagnata, talvolta, dalcollocare i tabernacoli verso terra, e
daaltre irriverenze.– Abolizione degli inginocchiatoi:
l’in-ginocchiatoio agevola il gesto dell’adora-zione che è
l’atteggiamento fondamenta-le nei confronti di Dio, espresso
abitual-mente dai Patriarchi, dai Profeti, dagliApostoli, nelle
numerose teofanie bibli-che; la motivazione che l’inginocchiatoioè
stato introdotto solo dopo il Medio Evorisponde a un sofisma di
archeologismoliturgico.– Comunione sulla mano: introdotta
damotivazioni irrisorie, costituisce attual-mente il fattore di
banalizzazione eucari-stica peggiore, anche per la facilità
cheoffre ai furti di particole consacrate, di-ventati oggi tanto
frequenti, come riferi-sce la stampa, da esigere una seria
ri-flessione sulla spensieratezza di taleriforma.– Trascuratezza
verso i frammenti eu-
La sacrilega Comunione sulle mani.
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“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 5
caristici: l’attenzione ai frammenti è do-verosa di fronte a
così alto Mistero. Lecelebrazioni neo-catecumenali sono
par-ticolarmente sotto accusa per questopeccato, oltre che per il
vulcano di erroriche ne avvelena le radici.– Spensieratezze
liturgiche nella cele-brazione eucaristica: il tempo del
rin-graziamento, ridotto al minimo, e spessosostituito dagli
“avvisi” del celebrante.L’uso della lingua volgare va bene per
laliturgia della Parola, ma gradiremmo che,nella preghiera
eucaristica, tornassein uso il latino, come lingua universaledi
unione della Chiesa e accentuazio-ne del senso del sacro.–
Comunioni in peccato mortale: unadiffusa profanazione
dell’Eucaristia instato di peccato grave, trascurando
laconfessione. La condanna della Scritturaè chiara per tali casi:
Chiunque mangiail pane e beve il calice del Signore in-degnamente,
si rende colpevole versoil corpo e il sangue del Signore.
Cia-scuno, dunque, esamini se stesso, ecosì mangi questo pane e
beva questocalice, perché chi mangia e beve sen-za far distinzione
di tal corpo, mangiae beve la propria condanna. Perciò, travoi
molti sono ammalati e infermicci, ein buon numero sono morti. Che
se cigiudicassimo da noi, non saremmopuniti (1 Cor. 11, 28s).
PROFANAZIONI COMUNITARIE
Quanto alle profanazioni co-munitarie, sono successe
tanteaberrazioni, con la complicitàdei sacerdoti e degli stessi
ve-scovi. Ne abbiamo parecchiedescrizioni, documentate anchecon
fotografie.– Alcune celebrazioni sonostate profanate addirittura
daspettacoli carnevaleschi diclown (Clowns Mass), fotogra-fati con
tanto di maschera, aNew York, Rochester, Raven-sburg, Norimberga,
Olympia,Wheaton, Londra (presente ilcard. Hume!), in Austria,
ecc.Oltre ai celebranti, qua e là vihanno partecipato suore
eseminaristi, esibendosi anchein balletti e mimi.– Altre
celebrazioni sono sta-te accompagnate da balli diragazze seminude,
in calza-maglia (Messa New Look): fo-tografate a Bruges (Francia)
colvescovo De Smedt, nella cattedrale diNew York, con mons. Codre,
e un’altracon mons. Cooke, a Nizza, a Saint-Merry, e ci dicono
anche presso i Cap-puccini di v. Piave, a Milano.– Messe con balli
di diverso stile e ac-compagnamenti di rock e altro: sonoavvenute
in molte chiese a New York,San Francisco, Marquette,
Maastrich,Beauburg, Calvados, Tordouet, Amby,Parigi, Bruges, Mont
Royal, S. Adolphe,Reichenau, Augusta, Innsbruck, in India,in Alto
Volta, a Yogykcarta, e anche aTerni, alla presenza del vescovo
mons.
volini distinti, come in un bar. L’omelia èstata svolta da una
ragazza.– A Dortmunt, in Westfalia, i brani bi-blici in una Messa
per bambini sonostati sostituiti da racconti di favole, esi è
inscenato il rumore di soffio di ventoa commento della discesa
dello SpiritoSanto.– Nella Sarland, una Messa per favori-re
l’ecologia, è stata accompagnata dabambini che fecero rotolare con
granchiasso una botte piena di immondi-zie, poi sparse ai piedi
dell’altare, mentreuna ragazza vi svuotò in sacchetto diavanzi di
cucina gridando: “Questo nonva!”; le orazioni alludevano al bosco
chemuore, alle piante e agli animali; alla fine,furono distribuiti
pane e frutta, tolti da unalbero.– Ad Angers, nella Messa
celebratadal Vescovo, la lettura del Vangelo èstata ritmata dal
tamburello; l’offertorio,dal suono del flauto; il vino è stato
porta-to in un boccale di terracotta e il pane inuna zucca vuota.–
A St. Gallen, il celebrante si è pre-sentato vestito di sacco e con
cravat-ta. La Comunione fu data passando, dimano in mano, come
self-service, cestinicon le Ostie consacrate.– È noto che
all’Isolotto di Firenze, peraffermare che la “Presenza Reale”
ces-sa con la Messa, le Ostie consacrate
furono buttate alle galline.– Una Messa parrocchiale èstata
celebrata come pic-nic,al Waite Park, su tovaglie ste-se
sull’erba.– Nella cattedrale di Char-tres, il Vescovo ha
consenti-to la celebrazione di un ritodruidico di festa del
solstiziod’estate.– Ad Essen, su iniziativa delgesuita Hengsback,
sonostate celebrate le Rhitmix-Messen: una Messa all’inse-gna della
“caccia alle stre-ghe”, come protesta della se-verità contro i
comunisti, concelebrante gesuita in camiciarossa e berretto rosso,
ecc.Un’altra Messa fu celebratacontro la “pena di morte”, conuna
forca e fantoccio impicca-to, eretta davanti all’altare.Un’altra
Messa, infine, fu cele-brata con un letto davanti all’al-tare, e su
di esso un giovane euna ragazza in atto di visitamedica...–
Occasioni frequenti di pec-cati contro l’Eucaristia sono
le concelebrazioni ecumeniche, nellequali il “Sacrificio
Eucaristico” uniscesacerdoti cattolici e di altre
confessionicristiane, confondendo realtà della divinapresenza e sua
negazione, oppure condeplorevoli contaminazioni della forma.
AEdmonton, ad esempio, sono stati inseri-ti, nella Messa, testi
indù, e i celebrantisi sono scambiati la “sacra pipadell’amicizia”
al suono dei tamburi.– Sono di scandalo i funerali
religiosiconcessi a pubblici peccatori, comequelli celebrati da p.
Turoldo per Pasoli-ni, al Gran maestro massone Ghinazzi,
Gualdrini, ecc. In tali coreografie si so-no esibite suore
femministe, diaco-nesse, chierichette, ecc.– Grave scandalo è dato
dalle Messeriservate a gay: a New York (con gaystravestiti da
donna), San Francisco, Mia-mi, Chicago, Atalanta, Minneapolis, e
an-che in Inghilterra.– A Parigi, nella cappella St. Bernard,la
nuova Messa è stata accompagnatadalla famigerata “espressione
corpo-rale” (diffusa a suo tempo dal centro ca-techistico parigino)
con danzatrici e ritipagani del fuoco...– Le Messe con “espressioni
corpora-li”, calzamaglie, balli scomposti, accom-pagnati da rock,
ecc., o riservate a gays.Si avvicinano ai riti orgiastici
pagani.
CREATIVITÀ LITURGICHE
La creatività liturgica contrasta la di-sposizione del Concilio
che dice: «As-solutamente nessuno, anche se sacer-dote, osi di sua
iniziativa aggiungere,togliere, mutare alcunché in materia
li-turgica» (Sc. 22, 3). Dopo il Concilio, tut-tavia, gli arbìtri
nell’ambito della liturgia sisono diffusi in modo tale che molti
sacer-doti si permettono di manipolare testi, ge-sti e strumenti
liturgici, normalmente in
modo da deteriorare “quanto è statostabilito dalla autorità
della Chiesa”(Sc. 22, 1). Eccone alcuni saggi.– Per rendere
interessante una Messaper fanciulli, due sacerdoti celebrantihanno
usato, in Germania, Austria eSvizzera, una valigia, piena di
stru-menti per giochi magici.– In Svizzera, in una Messa
matrimo-niale, servita da due chierichetti ma-scherati da
spazzacamini, si è data laComunione a cattolici e protestanti;una
concelebrazione è stata fatta su ta-
Un frate domenicano danza per il Papa, in Sud Africa.
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6 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
al suicida ministro Boulin, ecc.– Maleducazione nelle chiese:
sacerdo-ti e fedeli che parlano ad alta voce, senzala dovuta
riverenza verso l’Eucaristia.
ABERRAZIONI NEGLI STRUMENTI LITURGICI
– Molte cattedrali e chiese sono oggitrasformate in depositi, o
vendute perusi profani e perfino per riti pagani. (Fran-cia).–
Nuove chiese vengono costruite conarchitetture più che
discutibili.– Tabernacoli trasparenti, a forma dilanterna,
collocati in basso, sono contrarialle disposizioni liturgiche.– La
collocazione dell’altare verso ilpopolo, spesso col Tabernacolo
allespalle del celebrante: A Muhlback, inAlto Adige, si è giunti a
scegliere, un alta-re fatto a strumento di tortura; alla “Ta-bor
Comunity” ha fatto da altare un av-volgitore di fili elettrici; a
“San Giacomo diCompostella”, un sacerdote ha celebratosulla sella
di un motorino. Mons. KlausGamber, studioso di liturgia della
Chiesaprimitiva, scrive che «non è mai esistitauna celebrazione
versus populum, nécol popolo intorno all’altare».– Spesso l’abuso
riguarda la suppel-lettile dell’altare (bicchierotti, cestini perle
particole consacrate, ecc.).– Certe formule di consacrazione,
usa-te nella Messa, sono tali da far dubita-re della validità del
Sacramento. Anchenella materia si registrano profanazioni:pane in
gallette, pane al zenzero (SanPaolo U.S.A.), schiacciate di pane,
olio esale, pane impastato con latte e miele,dolci zuccherati,
biscotti; vino sostituitoda coca cola e aranciata.– I paramenti
sacerdotali sono spessosostituiti da vestiti profani,
scamiciati,con cravatte, ecc.– La “musica sacra”, ha il triste
meritodi svuotare le chiese!
MODO DI COMUNICARSI
Quanto alla “Comunione in ginocchio”,già nel secolo scorso il
sacerdote Roca,gran massone del 33° grado massoni-co, e ispiratore
del modernismo, scrive-va: «Dobbiamo lavorare attivamenteperché i
fedeli cattolici ricevano la Co-munione in piedi: il giorno in
cuil’avremo ottenuto, il nostro trionfosarà completo!». E i
modernisti d’iniziosecolo chiesero a Pio X di permettere
laComunione sulla mano, ma il Santo ri-spose: «I “simboli” si
possono riceve-re in piedi, ma la “Realtà” dev’esserericevuta in
ginocchio».– La “Comunione sulle mani” ha datoorigine ad abusi
anche tra i bambini:uno, ha dato l’Ostia consacrata al gatto;un
altro, l’ha incollata sul banco di scuo-la... Non si ha cura delle
particole cadutesul pavimento. I ragazzi ricevono la Co-munione con
la disinvoltura di chi riceveuna caramella. In un pellegrinaggio
diduemila giovani, a Osnabruck, ci furonogiovani che ricevettero la
Comunione sul-la mano sinistra, perché nella destra te-nevano la
sigaretta accesa, mentre altrifumavano, prima e dopo la Comunione,
oassistevano alla Messa sdraiati per terra.Le “macchinette” per
distribuire parti-cole consacrate, sono state installate inchiese
protestanti americane, con Ostieprelevabili a un dollaro: l’affare
fruttavaparecchi miliardi di dollari. E c’è stato an-che un
sacerdote cattolico che ha spe-dito l’Ostia per posta!!
RIDUZIONI DEL SACRIFICIO E CRISI DEL SACERDOZIO
– Molti Sacerdoti reclamano per la ri-duzione del numero delle
Messe (unasola, invece di 22; a Poitiers, ecc.); altri,per
accorciare il tempo della celebrazio-ne eucaristica (vescovi
francesi, tede-schi, belgi...). Infine, un opuscolo del cen-
tro di pastorale sacramentale dell’arcive-scovado di Parigi,
chiede di dissociare laMessa dalla domenica.– Un movimento diffuso
tende aconfondere il “sacerdozio battesimale”dei fedeli col
“sacerdozio ministeriale”dei presbiteri, e a sostituire, nella
cele-brazione eucaristica, il sacerdote con lacomunità o i semplici
laici, contro la vo-lontà di Cristo che ha conferito tale potereai
suoi Apostoli e ai presbiteri da loro de-signati. Le Messe senza
prete si sono dif-fuse là dove mancano i sacerdoti, comein Francia,
in Germania e negli Stati Uniti.
***
«Oh, se squarciassi i cieli e discen-dessi»!.. prega Isaia in un
impeto di di-sperazione di fronte allo spettacolo diuna umanità
perduta. «Tutti siamo di-ventati cosa impura e tutte le
nostreazioni sono come panni sporchi; tuttiavvizzimmo come foglie,
e le nostrecolpe ci portarono via qual vento. Nes-suno invocava il
Tuo nome, nessuno siscuoteva per stringersi a Te, perché cihai
nascosto il suo volto e ci hai abban-donati in balìa delle nostre
colpe. EppureTu sei nostro Padre, noi siamo argilla eTu sei nostro
artefice e noi tutti siamoopera delle tue mani!». (Is. 64, 1 ss.)Ma
Dio non ci ha abbandonati. Egli hamandato a farsi Uomo come noi il
Suo Fi-glio, Gesù Cristo, il quale ha fondato laSua Chiesa che
unifica tutti noi cristiani,come dice San Paolo: «Un corpo
solosiamo noi, quantunque molti, perchénoi tutti partecipiamo di
uno stessoPane» (1 Cor. 10, 17).Quindi, noi possiamo dire: «La
Chiesa èGesù, presente nell’Eucarestia; laChiesa è l’Eucarestia»,
l’Emanuele, il“Dio con noi” che sarà presente inmezzo a noi sino
alla fine dei tempi(Mt. 28, 20), perché Gesù Cristo è sem-pre lo
stesso: oggi, domani e per tutti isecoli»! (Ebr. 13, 8).
NO ALL’ABORTOIl mio “Processo” al Parlamento Italianosac. dott.
Luigi Villa - (pp. 72 - Euro 10)
Per richieste, rivolgersi a:Operaie di Maria Immacolata e
Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax.
030. 37.00.00.3 - C.C.P. n° 11193257
Esistono guerre giuste e doverose? Certamente, come quella
contro l’aborto volon-tario non mai giustificabile, per ogni
cristiano, per il Comandamento divino: NONUCCIDERE!E questo fu
proprio il motivo della mia denuncia fatta al Tribunale di
Romacontro il Parlamento italiano, per la sua volontà di firmare la
Legge n. 194, con laquale si legalizzava la “strage” di milioni di
nascituri esseri umani.Il tutto è corredato, anche in “Appendice”,
in una sintesi-schema di “documenti” chesegnano la colpevolezza di
chi doveva non firmare quell’assassina legge n. 194. Ora,
domandiamoci: ma fino a quando durerà questo assassinio?..La Storia
dice che la pietra che sigillava il sepolcro di Cristo non riuscì a
bloc-care la risurrezione di COLUI che era, è e sarà sempre il
Padrone assoluto del-la vita di cui è Creatore e, perciò, il
Padrone assoluto! Il Signore ci conceda unaFede forte per abbattere
ancora quella macabra vittoria del Maligno e così rifondaredi nuovo
una società cristiana per il REGNO DI CRISTO!
NOVITÀ
-
“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 7
I GRANDI BANCHIERIOSSIA
I PIRATI E USURAI MONDIALIdi D. E.
S u queste pagine sono già apparsiilluminanti articoli del dott.
G. Ar-menise, del Prof. Giacinto Auri-ti, del dott. Bruno Tarquini,
del dott.Franco Adessa, sull’iniquo sistema ban-cario-finanziario
nazionale e internaziona-le1.Data l’importanza per tener viva
l’atten-zione, ripropongo l’argomento, cercandodi esporlo in modo
semplice e comprensi-bile anche ai non specialisti.Il vigente
sistema bancario mondiale è ilmezzo attraverso cui i grandi
banchieri sifanno proprietari della moneta circolantee si
arricchiscono, e dominano semprepiù; e le persone ed i governi
nazionalisubiscono questo furto e affogano sem-pre più
nell’indebitamento, e nella dipen-denza economica, politica,
culturale.Queste le tappe storiche per giungere aimeccanismi di
espropriazione del capita-le, di interesse ed usura, e di
dipendenza.
CONTRO UN PO’ DI ORO E ARGENTO: MONTAGNE DI CARTA-MONETA
Fino al Medioevo, il mezzo di credito e discambio, cioè la
valuta, era costituita dametalli preziosi (l’oro e l’argento ) e,
perragioni di sicurezza, i proprietari comin-ciarono a depositare
le loro ricchezzepresso gli orafi, che disponevano di ca-mere
blindate adatte alla loro custodia.Fu loro affidata anche la
possibilità di“conio”, ossia di coniare le monete e ilingotti, in
modo di accertare la quantitàdel metallo prezioso contenuto, ed il
valo-re di ogni moneta e lingotto.
A fronte di questi depositi di oro e argen-to, gli
orafi/banchieri emettevano “ricevu-te” di carta che servivano ai
proprietariper i loro pagamenti e acquisti.
Constatata la praticità del sistema, la“carta/moneta” o
“banconota” (che eragarantita dal deposito equivalente
dioro/argento nelle banche degli orafi) sidiffuse grandemente e si
impose comeil mezzo prevalente di scambio.Già a questo punto iniziò
una prima for-ma di furto e usura: gli orafi/banchiericapirono che,
in qualsiasi momento, solouna frazione dell’oro e dell’argento
venivaritirata dai proprietari; allora, pensarono,«perché non
prestiamo delle “ricevu-te”, “carta/moneta” anche ad altre per-sone
che non possiedono l’equivalen-te in oro e argento, e inoltre le
tassia-mo d’interessi?». Le autorità statali, operché non
chiaramente consapevoli del-la gravità dell’insidia, o perché
conniventie corrotte dai banchieri, hanno permessoquesto.Di
conseguenza, i banchieri hanno pro-dotto “dal nulla” (cioè senza
avere uncorrispettivo controvalore di oro o di ar-gento in
deposito) grandi capitali di car-ta/moneta, che a loro è costata
solo ilminimo costo di stampa, ma che hannoprestato ai privati ed
agli Stati, al valornominale, cioè secondo il valore stampa-to
sulle banconote.Ad esempio, dietro richiesta di un prestitodi 200
miliardi di lire, hanno stampato2.000.000 di banconote da £
100.000. Ilcosto della stampa delle banconote è 500milioni. Il
valore nominale delle bancono-te è 200.000 milioni. La
differenza:199.500 milioni è il guadagno di emis-sione, o “diritto
di signoraggio”. “Dirit-to” che, in realtà, è solo un
enorme“furto”.
1
Banco di cambia monete.
1 G. Armenise, “Quando Banca fa rima conUsura”, Chiesa viva n.
325; G. Auriti, “Eliminare i debiti o i popoli?L’euro di chi è?”,
Chiesa viva n. 3 27; “Note
di filosofia del valore”, Chiesa viva n. 3 3 0;“Valore indotto,
valore creditizio e signorag-gio”, Chiesa viva n. 334; “Giustizia
moneta-ria”, Chiesa viva n. 345;
Bruno Tarquini, “La moneta, la banca eI’usura”, Chiesa viva n.
336, 337, 338;F. Adessa, “Il governo mondiale di A. M.Rothschíld”,
Chiesa viva n. 3 3 7, 338.
-
8 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
L’aver ristretto il potere di stampare ban-conote alle sole
Banche Centrali emitten-ti, non ha tolto la basilare iniquità di
que-sto meccanismo, sia in se stesso, sia perla reale identità e
proprietà delle “Ban-che centrali emittenti”.
MONTAGNE DI BANCONOTE DA RE-STITUIRE CON INTERESSE: IL CHE
IN-DEBITA I PRIVATI
Inoltre, i banchieri centrali, non contenti diessersi
appropriati del valore delle banco-note stampate, concedono il
prestito, aun privato, richiedendo poi la restituzionedella somma
iniziale, aumentata dell’inte-resse del 10% o del 20% all’anno.Da
dove viene questo interesse? Dall’atti-vità e dal lavoro di chi ha
chiesto il presti-to. Così, il sistema dei banchieri succhiala
ricchezza prodotta dal lavoro e, per tu-telarsi di questa
restituzione aumentatadall’interesse, chiedono pegni e garanziesu
terreni, case, attività agricole, com-merciali, industriali, ecc.
Se il prestito nonviene restituito alla scadenza,
maggioratodell’interesse, la banca pignora e si ap-propria dei beni
in garanzia.
... E INDEBITA ANCHE GLI STATI
Difficile a credersi, ma purtroppo vero:anche gli Stati, dietro
pressione dei politi-ci fiancheggiatori (fatti eleggere dai
ban-chieri, con laute sovvenzioni durante lecampagne elettorali!),
si sono prestati aquesto furto e usura.Cioè, anche gli Stati hanno
chiesto grandiprestiti ai banchieri centrali, per le spesedel
bilancio statale, per costruire opere,per fronteggiare guerre,
ecc., e hanno da-to in garanzia ai banchieri, a pari valornominale
delle banconote ricevute, dei“Titoli di Stato” o a lunga scadenza
(es.CCT), i quali, oltre al dovere della restitu-zione del
capitale, sono gravati di interes-si.E da qui è iniziato il
crescente indebita-mento anche degli Stati nei confronti
deibanchieri. E la necessità di aumentare leimposte ai cittadini
per poter pagare gliinteressi della massa dei titoli di Stato da-ti
in “garanzia” ai banchieri.
DUE COLPI GROSSI: DIVENTARE BANCA EMITTENTE, E DARE I PRESTITI
DI GUERRA
Due settori si sono dimostrati eccezional-mente redditizi per i
banchieri: essere au-torizzati quale “Banca Centrale emitten-te”;
ed i “prestiti di guerra”.
LA “BANCA CENTRALE EMITTENTE”
Prospettando l’utilità della moneta unicanazionale, e
alimentando ad arte il pubbli-co sospetto e diffidenza che, se
fosse ilsingolo governo ad emettere banconote,lo farebbe secondo i
propri particolari in-teressi politici, i banchieri più potenti,
coll’appoggio dei loro soliti fiancheggiatoripolitici, sono
riusciti ad ottenere dallo Sta-
to il diritto di fondare la “Banca Cen-trale emittente”.Il che
significa che lo Stato, per il fabbiso-gno di moneta circolante,
delega allaBanca Centrale di stamparla. La BancaCentrale la stampa
(con spesa che è una% infima rispetto al valor nominale) e ladà
alle Casse dello Stato, facendosi darein cambio un pari valor
nominale di “Tito-li di Stato”, fruttiferi di interessi.Cioè, la
Banca Centrale, dietro ad un mi-nimo costo di stampa, con un furto
all’in-tera nazione, si fa proprietaria di tuttala moneta
nazionale, che addebita allacomunità tramite lo Stato,
richiedendoin garanzia dei “Titoli di Stato”, che,inoltre, sono
caricati di interessi annui,che sono complessivamente enormi,
dato
che è elevatissima la massa di carta-mo-neta circolante.Quando
la massa di moneta circolante èinsufficiente, o quando la Casse
delloStato sono vuote, e lo Stato non può pa-gare gli stipendi dei
pubblici dipendenti, enon può fare opere pubbliche, ecc., o
sirivolge direttamente ai cittadini chiedendodenaro in prestito e
offrendo loro diretta-mente “Titoli di Stato” (es. BOT o CCT)(il
che è legittimo, perché corrisponde ad
un prestito reale ed effettivo), oppurechiede nuova carta-moneta
alla BancaCentrale, la quale la stampa, se ne faproprietaria, e
l’addebita (cioè la ruba) al-la Nazione e, inoltre, chiede a
garanzia, apari valor nominale, dei “Titoli di Stato”fruttiferi di
continui interessi annuali.Ulteriormente incredibile, ma vero,
oltre aldiritto di “signoraggio” di stampa e ap-propriazione del
denaro nazionale, anchemaggiorato degli interessi annui dei“Titoli
di Stato” corrispettivi; i grandibanchieri sono riusciti, poi, ad
otteneredallo Stato (tramite i soliti rappresentantipolitici loro
compiacenti) il potere di rego-lare (secondo il loro interesse) la
quantitàe la circolazione del denaro e del credito,come pure il
potere di decidere il “tassodi sconto”.
I PRESTITI DI GUERRA
I grandi banchieri si sono accorti che conoculati “prestiti di
guerra” si fanno i piùeccellenti affari.Infatti, per avere a
disposizione abbon-danti finanze e speranza di vincere laguerra,
ogni Stato è disposto a fare gran-di sacrifici, a cedere le riserve
auree e lacomproprietà della attività minerarie, agri-cole,
commerciali, industriali nazionali, ea pagare alti interessi.I
grandi banchieri, inoltre, si sono resimultinazionali, per cui le
diverse filialidella stessa banca hanno prestatocontemporaneamente
agli opposticontendenti e guerreggianti. Spesso,facendosi persino
riconoscere dal futuro“vincitore” (per questo più lautamente
fi-nanziato e armato), il diritto privilegia-to di ottenere la
garanzia del paga-mento di tutto il prestito concesso al-la parte
“vinta” (ovviamente medianteespropriazione dei beni della
Nazionevinta).Un solo esempio tipico, quello deiRothschild nella
Seconda Guerra mon-diale. I rami americano, inglese, russo,ecc.
hanno prestato denaro ai loro gover-nanti e hanno fatto ottimi
affari.Ma ha fatto ottimi affari anche il ramo te-desco. I
Rothschild tedeschi si sono of-ferti di procurare al Reich nazista
i riforni-menti desiderati, richiedendo di esserepagati in oro e
valute pregiate che hannotrasferito in Svizzera. Alla fine della
guer-ra, la Germania era semidistrutta, la cas-se dello Stato
totalmente vuote, i grandiindustriali: ad es. i Krupp (produttore
diacciaio e armi): ridotti al lastrico, mentre iRothschild, anche
tedeschi, erano di-venuti ancora più ricchi e più potentidi
prima!Ne consegue che, ricevendo enormi be-nefici dalle guerre
(quali concessori deiprestiti bancari e quali proprietari
dell’in-dustria bellica che vende armi), i grandibanchieri sono i
principali interessati asoffiare sui contrasti nazionali ed
inter-et-nici ed a fare scoppiare ovunque le guer-re.Come diceva A.
M. Rothschild: «laguerra è la nostra attività e industriapiù
redditizia»!
(continua)
Sopra: Ducato d’oro coniato a Genova tra il1466 e il 1476.
Sotto: Zecchino d’oro del do-ge Marco Barbarigo (1485-1486).
-
“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 9
Una “EDUCAZIONE”di gran moda: la cosiddetta
“Educazione sessuale”
P oiché, purtroppo, “mala tem-pora currunt” e i nostri giova-ni,
fin dalla prima infanzia, vivo-no immersi in una società
sfrenata-mente impudica, nonché viziosa, è ne-cessario che anche la
scuola li mettain guardia dai pericoli di un irresponsa-bile
cedimento alla moda del giorno,anche perché non tutte le
famigliesanno o vogliono adempiere al loropreciso dovere in questo
campo. In tempi meno oscuri, questo era com-pito del docente di
scienze delle mediesuperiori, il quale, abbordando l’argo-mento dal
lato scientifico, dava agliadolescenti le informazioni
necessarieper un corretto orientamento.Adesso, invece, il tema
dell’educazío-ne sessuale è degenerato in una spe-cie di manìa
collettiva e, già da unadecina d’anni o più, capita che ragaz-zette
delle USL (generalmente assi-stenti sociali, spesso
giovanissime),vengano chiamate da presidi ultra-progressisti ad
indottrinare sul ses-so i ragazzini di turno.
Naturalmente,l’insegnante della classe viene, per lopiù,
defenestrato con la scusa di nonmettere a disagio gli alunni, ai
qualinon è raro, stando a precise testimo-nianze, che venga dalla
neo arrivataraccomandato “di non parlare asso-lutamente con
nessuno, nemmenocon i vostri genitori, delle cose chediremo”. Così,
le sedicenti “esperte”,montate in cattedra, si dilettano a
intrattenere la scolaresca congiochetti indecenti o quanto meno
imbarazzanti1, in modo che la
scuola concorra all’imbarbarimentocollettivo, per non dire di
peggio.Oltre a ciò, zelanti quanto interessatecase editrici, come
per esempio “LaNuova italia”, si sono affrettate a faruscire libri
di “educazione alla salu-te” come quello che, per caso, mi
ècapitato di avere tra le mani2 , adottatoin una prima media di una
borgata delcentro Italia. Un libro davvero istruttivoper capire il
degrado nel quale staprecipitando la nostra scuola. Esemplare,
soprattutto la “Parte se-conda: Per una educazione allasessualità e
all’affettività”. A partela considerazione che di “affettività”se
ne trovi ben poca, perché le autriciintendono l’“amore”
essenzialmen-te come appagamento, più o menoimmediato, di stimoli
fisici, mi hasbalordito il fatto che un testo similefosse messo
nelle mani di ragazzinidi 10-11 anni in classi miste, senzatenere
conto dei tempi diversi dell’evo-luzione adolescenziale. Alle
spiega-zioni teoriche, sempre appiattite sui“mutamenti fisici”3,
seguono tabelleper eser-citazioni sul “sesso” . Il ragazzino
undicenne, al quale è sta-to chiesto (p.75) se abbia “comincia-to a
vivere i cambiamenti legati al-l’adolescenza” “nel corpo e nel
ca-rattere”, viene invitato a verificare se“i cambiamenti che hai
osservato inte, coincidano con quelli dei tuoi
compagni”, secondo un modello relazionale che vuole sianomessi
in piazza, senza pudori, i propri problemi intimi.
della Prof.ssa Rita Calderini
1 Sul tipo dei seguenti: “chiamate alla lavagna una ragazzina di
12anni, affinché disegni ciò che ha in mezzo alle gambe davanti
atutti i suoi compagni; e per spiegare l’uso del profilattico,
fatenesrotolare uno sul dito di un ragazzino di 15 anni invitandolo
poiad infilarlo tra le mani di una compagna che simula la vagina”.2
Mara Cerofolini, Ester Cesari, Gilda Imbergamo: “Io mi voglio
bene.
Percorsi di educazione alla salute”. La Nuova Italia, 2000
ResScuola S.p.A. Milano. Terza ristampa. Sett. 2000. (Euro 10,66).3
Cfr. p.74 “mentre i ragazzi scoprono la sessualità e l’amore e
sento-no pulsioni nuove, la loro identità è ancora legata
all’infanzia, a quelmondo sicuro di affetti dal quale molti sentono
di dover uscire, per an-dare incontro alla vita”.
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10 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
Quanto all’ “homo sapiens”, la sua derivazione dallo scimmio-ne
è un dogma per le autrici, tanto è vero che la presenza deidue
genitori è richiesta solo dalla necessità (p.98) di “garantiree
cementare l’unione tra il maschio e la femmina” per il pe-riodo
indispensabile “all’allevamento dei figli”.Naturalmente, l’intera
sequenza, dall’accoppiamento alla na-scita del malcapitato infante,
sono illustrate mediante i soliti ri-pugnanti disegnini. Dopo di
che, il manuale passa a trattare
(p.104) degli espedienti per il“controllo delle nascite”,
unasorta di vademecum per goderesenza conseguenze indesidera-bili,
cui seguono istruzioni per“l’interruzione della gravidan-za”
(p.105), con tanto di “con-traccettivi”, “consultorio fami-liare”
(!?), “aborto”, ecc. ecc..Insomma, una vera e propriapianificazione
per la corruzionedei minorenni!Sull’AIDS, invece di chiarire cheil
miglior deterrente resta sem-pre il debito rispetto per il
corpoproprio e altrui, le autrici sugge-riscono semplicemente di
starlontani da esperienze avventate.La preoccupazione unica è
nonammalarsi, non quella di viverein modo pulito, evitando
abitudi-ni viziose. Il penoso manuale si chiude conun excursus sul
matrimonio,che, stando alle autrici, solodall’800 in poi si
contrarrebbe“per amore” - una schematiz-zazione pseudostorica
inesattae parziale, fatta apposta perfuorviare gli adolescenti
indifesi. Naturalmente il discorso conti-nua con il “matrimonio
civile”e con il “divorzio”. Viene spon-taneo il confronto con il
vigorosoappello del Santo Padre in dife-sa del “valore della
castità”, inoccasione dell’anniversario delmartirio di S.Maria
Goretti.L’auspicio è che la Ministro Mo-
ratti, spronata anche da tale autorevole intervento, prenda
inconsiderazione una seria inchiesta sulla cosiddetta “educazio-ne
sessuale nelle scuole statali”, soprattutto su vari testi
checircolano e che sono indegni di un Paese civile!
L’“amore” è tutto inteso come istinto animale che si risve-glia
a tempo debito e chiede soddisfazione. A 18 anni (p.78),poi, si
“rende più realizzabile la vita di coppia e... una reale eprofonda
comunicazione tra due persone”.Si tratta, in sostanza, con buona
pace delle esimie autrici, di unvero e proprio invito al
libertinaggio, aggravato da una palesediffidenza nei riguardi dei
genitori, a favore della figuradell’“esperto” tutto fare (p.78),
“in grado non solo di infor-mare, ma anche di capire iproblemi dei
ragazzi, in gradodi aiutarli ad affrontare qual-siasi (!) problema,
dalla vitasentimentale a quella sessua-le, dalla conoscenza di sé
alrapporto con gli altri”.In tale prospettiva, non c’è
dameravigliarsi che (p. 80) ragazziundicenni siano spinti a
cercare“esperienze” per trovarel’“amore”, passando subito avie di
fatto, proprio come tra glianimali. Se poi le cose non van-no per
il verso giusto, allora èmeglio “rompere una relazio-ne” (p.80),
perché “non tutte leesperienze amorose sonoesperienze d’amore”, ma
“vi-verle è necessario, poiché au-mentano le capacità di
discer-nimento”.Sullo stesso piano le esercitazio-ni (p.83), non si
sa se più idioteo squilibrate4 intese a disancora-re le giovani
generazioni dalla vi-sione tradizionale del ruolo delladonna nella
società, e le affer-mazioni, perfettamente in lineacon la moda
imperante, sulla“omosessualità”5. A sua volta, nel capitolo 5,
sulla“sessualità”, corredato di sgra-ziati disegnini, che non
lascianospazio alla fantasia, e da illustra-zioni, a buon mercato,
di anato-mia femminile e maschile, nonmanca - e come potrebbe?
-l’aperta approvazione della“masturbazione”, ormai esente da colpa,
da praticare, tutta-via, badando soprattutto (p.97) ad evitare “di
trovarsi soli esempre più timidi, e di rischiare di perdere
progressiva-mente il coraggio di andare verso gli altri”.
4 Si va da un esercizio sul “linguaggio dei sentimenti” con
parole da“cercare sul dizionario”, ad un elenco di giocattoli e
passatempi per ibambini e le bambine (distinguere, per esempio, tra
una “bambola” eun “mitragliatore”), agli “stereotipi sessuali della
pubblicità”, alla “cacciaalla pubblicità controcorrente” e via di
questo passo.
5 Cfr. p.82: “Certo, vivere la condizione di omosessuale non è
facile,perché la nostra società, pur liberale e democratica, come
dichiara, fafatica ad accettare la “diversità” in tutti i campi ed
ancor più nel camposessuale dove i divieti sociali e religiosi sono
più forti e i tabù “so-no più lenti a morire”.
«L’eccitamento sessuale rende i bambini non più atti ad essere
educati; esso conduce all’odio; e all’odio con-tro i genitori e
contro gli adulti e, perfino, contro se stessi. (...). La perdita
del pudore è il primo sintomodi imbecillità».
(Sigmund Freud, “3 svolgimenti”, Vienna, 1905. Freud era
iscritto alla Massoneria ebraica del B’nai B’rith).
***
«(E siccome) quanto più si è casti prima del matrimonio, tanto
più si è fedeli nel matrimonio; e siccome la prepa-razione
sessuale, ossia il dominio sugli impulsi, rende capace di
matrimonio la gioventù, con la “libertà sessua-le” della gioventù,
invece, si arriva allo sfacelo del matrimonio e della
famiglia»!
(Wilhelm Reich , allievo di S. Freud, in “Sessualità e lotta
culturale”, Copenagen, 1936).
-
“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 11
LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA
(da: La Dottrina sociale cattolica: sfida per il terzo millennio
- Rimini)
Da: “RERUM NOVARUM” (15. Maggio 1891)
Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII sulla questione sociale
c. L’opera delle AssociazioniNecessiatà della collaborazione di
tutti
Finalmente, a dirimere la questione operaiapossono contribuire
molto i capitalisti e glioperai medesimi con istituzioni ordinate
aporgere opportuni soccorsi ai bisognosi e adavvicinare e unire le
due classi tra loro.Tali sono le “società di mutuo soccorso”;le
molteplici assicurazioni private, destinate aprendersi cura
dell’operaio, della vedova, deifigli orfani, nei casi d’improvvisi
infortuni, d’in-fermità o di altro umano accidente, i patronatiper
fanciulli d’ambo i sessi, per la gioventù egli adulti.Tengono,
però, il primo posto le “corpora-zioni di arti e mestieri” che, nel
loro com-plesso, contengono quasi tutte le altre
isti-tuzioni.Evidentissimi furono, presso i nostri antenati,i
vantaggi di tali corporazioni, e non solo apro degli artieri, come
attestano documenti ingran numero, ad onere e perfezionamentodelle
arti medesime.I progressi della cultura, le nuove abitudini e
icresciuti bisogni della vita esigono che questecorporazioni si
adattino alle condizioni attuali.Vediamo con piacere formarsi
ovunque asso-cizioni di questo genere, sia di soli operai siamiste
di operai e padroni, ed è desiderabileche crescano in numero e in
operosità.Sebbene ne abbiamo parlato più volte, ci pia-ce
ritornarvi sopra per mostrare l’opportunità,la legittimità, la
forma del loro ordinamento ela loro azione.
(fine)
LE ORIGINI CRISTIANE DELL’EUROPA
Cristiane, sì! Giudeo-cristiane, no!Sarebbe un farisaico qui pro
quo,Di chi l’Europa vuol giudaizzare,Al fin di poter meglio
dominare!
La Chiesa, se cristiana, deve imporsi,E, con l’Europa,
fermamente, opporsiAi figli della “perfida genìa”,Da cui il
marxismo e frammassoneria!
Se la Chiesa non s’è prostituita,Con il Concilio oscuro, al
sinedrita,Sa che l’Europa ha origini cristiane,Cattoliche,
Apostoliche, Romane!
***
L’Europa vanta origini cristiane,Ed influenze varie,
articolate,A civiltà diverse collegate,Sorte e scomparse, in epoche
lontane.
Vanta ascendenze greche e poi romane,Accolte dai cristiani e
assimilate,Indi cristicamente trasformate,Al par di feste e
liturgie pagane.
Origini cristiane, certamenteFino all’Impero d’Austria e
d’Ungheria,Distrutto, con l’Europa, oscuramente,
In due conflitti! Il resto è ipocrisìa,Di chi lavora,
farisaicamente,Per il Sinedrio e la Massoneria!
Prof. Arturo Sardini
Chiosa
Cristo, quantunque nato in Palestina,Ucciso, poi, dal “perfido
giudeo”,Essendo Dio da Dio, non era ebreo,Secondo la Cattolica
Dottrina!
E il Vecchio Testamento sanguinario,Del Dèmone Jhawè, crudo e
perverso,Altro è dal Nuovo, nell’amore immenso,Dell’Uomo-Dio,
finito sul Calvario!
Occhi sulla Politica
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12 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
«Cristiani, Ebrei e Musulmani hanno lo stesso Dio!».
Questa frase eretica fu coniata dall’ex prete spretato Giacinto
Loysone, oggi, viene ripetuta anche da Giovanni Paolo II
e dal Clero del Vaticano II!
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“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 13
«Vi è prescritto la guerra, anche se non vi piace» (Corano, 2,
216).«La ricompensa di coloro che si oppongono ad Allah:
verrannomassacrati, o crocifissi, o amputati delle mani e dei
piedi, o ban-diti dalla terra, a loro infamia in questo mondo»!
(Corano, 5, 33).«Fate la guerra ad ebrei e cristiani!» (Corano:
Sura II).
«Allah è grande! Allah è grande!». Fu l’urlo di vittoria del
guerriero che mostra la testa di Nick Berg!
«Uccidete gli idolatri ovunque li troviate; fateli prigionieri,
assediateli e combatteteli con ogni genere di tranello» (Corano 9,
5).
«Allah, sei il nostro padrone: rendici vittoriosisul popolo
degli infedeli» (Corano: Sura 2, 286).
... abbiamo lo stessoDio?
Questo È l’islam!
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14 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
L ’ inizio del ConcilioVaticano II ha vi-sto nascere a Ro-ma un
centro d’informazioneper i vescovi e i teologi olan-desi, il “DOC”
(DOCumenta-tion)). Ben presto, allo scopo diimpadronirsi
dell’opinione pub-blica, questo centro inizia adiffondere
bollettini di infor-ma-zione in tutte le lingue eorganizza
conferenze stampa)tenute non solo da esperti o daPadri Conciliari
ma anche dateologi e da laici spesso moltoaperti a idee avanzate. A
taliconferenze sono presenti i re-sponsabili di agenzie stampa
in-ternazionali e informatori digrandi quotidiani.Gli elaborati dei
Padri Conciliarivengono commentati, analizza-ti, giudicati. Si
spiega ai Ve-scovi in quale senso devonointervenire per non
deluderel’“opinione”. Non sono appar-se nella stampa e nei testi
con-cil iari espressioni come “Ilmondo attende, il mondo
de-sidera...”? Quanti interventi so-no stati fatti, anche
inconscia-mente, sotto simile insegna! Quanti Pa-dri hanno voluto
farsi portavoce di questaopinione pubblica, quanti altri hanno
ap-provato o disapprovato degli interventiper paura di non essere
in linea col nuo-vo magistero!..Qualche Vescovo ha potuto
affermare:«Fin dai primi giorni il Concilio è statoinvestito dai
progressisti!».A Concilio concluso, questi informatorireligiosi
vollero mantenere le relazionistabilite nel periodo conciliare.
Terminatoil Vaticano II, si parlava già di preparare ilVaticano
III. E il “DOC” è diventato il “I.DOC” (Information -
DOCumentationsur l’Eglise Conciliaire).Un osservatore attento, L.
Salleron, con-
stata: «Siamo in presenza di un veropotere parallelo in seno al
cattolicesi-mo, perché chi detiene l’informazione,controlla la
pubblica opinione - la qua-le è condizionata dall’informazione - ed
èin grado di mettere in scacco il Magi-stero e di imporgli le
proprie vedute»(“Carrefour”, 9 ottobre 1968).La rivista
“Permanences” (n. 52, agosto1968), analizzando le informazioni
datedalla rivista inglese “Approaches” delgennaio 1968, giudica che
l’I.DOC «èun’organizzazione internazionale cheha il quartiere
generale a Roma e cheestende le sue reti nel mondo intero.Essa è
indipendente da ogni religionee istituzione politica».
Questo organismo ha la fun-zione di “laboratorio” cheraccoglie e
distribuisce la do-cumentazione sulle conse-guenze e lo spirito del
Vatica-no II. Non agisce a livello divul-gativo, quanto piuttosto
su spe-cialisti incaricati di plasmarel’opinione. Tra gli abbonati
di“I.DOC” ci sono Vescovi, pro-fessori di teologia, seminari-sti,
direttori di giornali.E. Delamare scrive: «L’I.DOCdà le sue
consegne, impone isuoi tempi di propaganda, volaal soccorso dei
suoi teologi edei suoi sacerdoti quando que-sti oltrepassano i
limiti. Quandoun Vescovo osa levarsi con-tro uno dei suoi
obiettivi, co-me capitò al card. Spellmannell’affare del Vietnam,
diven-ta la vittima di un vero assas-sinio morale nella stampa
delmondo intero» (“Rivarol”, 26settembre 1968).Nel suo studio su
l’“I.DOC” la ri-vista inglese “Approaches”non esita ad affermare:
«Non èesagerato dire che la sezionebritannica dell’“I.DOC” è
composta interamente di “progressi-sti”, e che il gruppo è
controllatoall’interno da un nucleo marxista, es-so stesso condotto
da uno dei capicomunisti tra i più esperti di Gran
Bre-tagna».Effettivamente, nello stato maggiore dellasezione
inglese dell’“I.DOC” occupa unposto di primo piano Jack Dunman,
unapersonalità in vista del Partito Comunistail cui influsso è
cresciuto con la sua ele-zione a deputato. In Inghilterra è lo
spe-cialista del dialogo tra comunisti e cri-stiani. Fa parte di
un’équipe comunistadi quindici ecumenisti che dialogano
coicristiani sotto gli auspici del periodicocomunista “Marxism
Today” e della
IL CAVALLO DI TROIA– Il Gruppo I.DOC –
di A. Z.
2
-
banca internazionale del Consiglio delleChiese di Gran Bretagna,
il cui segretarioè il R. P. Oestreicher, che, guarda caso,è membro
della sezione inglesedell’“I.DOC”.Ma il Dunman gode pure
l’appoggiodel gruppo “Slant”, che pure fa partedello stato maggiore
dell’“I.DOC” in In-ghilterra. Questo movimento, sostenutodalla
Sheed & Ward (editrice assai im-portante, il cui direttore N.
Middleton, èmembro del Comitato Internazionaledell’“I.DOC”), anima
la “Nuova Chiesadi Sinistra”.A sua volta, lo “Slant” è
collegatostrettamente all’organizzazione comu-nista “Pax”, e ha il
compito di «elabora-re una sottostruttura intellettuale
delsocialismo radicale, rivoluzionario e“cristiano” che, in
opposizione completaall’insegnamento della Chiesa, portaavanti una
campagna in favore diun unico fronte unito di cristiani ecomunisti
per liquidare, nel mon-do intero, il capitalismo, ossia l’in-tera
società contraria al comuni-smo».Anche in Francia i responsabilipiù
influenti dell’“I.DOC” sono icampioni del dialogo coi comuni-sti e
hanno contatti col movimentocomunista “Pax”, e col loro gran-de
influsso nella stampa sono re-sponsabili della diffusione di
tuttele tendenze post-conciliari con-dannate da Roma.È in questo
giro di amici che p.Chenu, uno dei consiglieri piùinfluenti della
rivista “Conci-lium” (una delle riviste collegateall’“I.DOC”),
membro del Comi-tato della rivista comunista“Politique” e in
stretta relazio-ne con l’organizzazione comu-nista “Pax”, scrive su
un organodi stampa controllato dai comuni-sti: «La grande analisi
di Marxsi arricchisce di una corrente dipensiero per oggi e domani.
IlConcilio Vaticano II va conside-rato come una tappa nuova nel-la
vita della Chiesa. Dopo unperiodo in cui il problema deldialogo è
stato bloccato, noiosserviamo attualmente il feno-meno del “dialogo
sul dialogo”,fenomeno che svuota il proble-ma della sostanza. Ma
almenonoi ne siamo coscienti, in Fran-cia e in Italia, e ci
proponiamodi porre termine a questo ma-neggio. Potrà servirci allo
sco-po un giornale che io penso dipubblicare, basato sul
princìpiodi una parità tra cristiani (e nonsolo cattolici) e
comunisti. Laredazione comprenderebbe inparticolare Garaudy, i
pastoriCazalis e Ascaris, insieme conme».Tra i membri di
“Politique” c’èanche p. Blanquart, che al Con-gresso dell’Avana
affermava: «Malgradole divergenze esistenti tra il cristiane-simo e
il marxismo sull’interpretazio-ne dell’uomo e del mondo, è il
marxi-smo che offre l’analisi scientifica più
esatta della realtà imperialistica e glistimoli più efficaci per
l’azione rivolu-zionaria delle masse». Egli addita qualeesempio più
convincente dell’azione rivo-luzionaria cristiana il prete
rivoluziona-rio Camillo Torres (agosto 1967).Questo gemellaggio
cristiano-marxistaprende corpo in una costellazione di rivi-ste che
assumono coralmente l’idea deldialogo coi comunisti e attizzano il
climadegli anni caldi dell’egemonia culturalemarxista. Non si
trattava tanto di promuovere«una rivoluzione tra gli altri, ma
all’in-terno della stessa Chiesa» (p. Mail-lard), «mettendo in
discussione il cri-stianesimo nelle sue forme di pensie-ro, di
espressione e di azione», e coin-volgendo tutte le classi nel
processo rivo-luzionario, anche armato, per la costru-zione del
Regno di Dio.
Il 26 aprile 1969, “La Croix” annunzia lanascita di
“Concentration”, un nuovogruppo di preti e laici che
criticanoaspramente l’autorità e le istituzioniecclesiastiche con
l’accusa di non ade-
guarsi alle esigenze della nuova epoca, esi fa paladino della
rivoluzione perma-nente all’interno della Chiesa. Tuttoviene
rimesso in discussione: liturgia,vita parrocchiale, lo stesso modo
diessere cristiani oggi.Altre iniziative si aggregano sotto
l’egidadell’“I.DOC” (Trust Hourdin, La BonnePresse, Editions du
Centurion), vienediffuso il Catechismo Olandese, il card.Gut accusa
le pesanti manipolazionidella liturgia, nella quale i preti
“fannoquello che loro pare” (Doc. Cath. 17novembre 1969), si parla
di “para-Con-cilio”, ossia di un Concilio riveduto e cor-retto da
teologi giornalisti (Laurentin in“Le Figaro”, Fresquet in “Le
Monde”,ecc.).L’influsso di questi gruppi di pressioneideologica si
estende in Italia, Spagna,America e, naturalmente, in tutta
l’Euro-
pa. Anche la Radio Vaticana hauna sua rappresentanza al
Consi-glio internazionale dell’“I.DOC”, eL. Salleron commenta: «Che
av-viene alla Radio Vaticana? Daqualche tempo questa vocesembra
aver preso un’autono-mia completa nei confronti delPapa. Velata da
grande pruden-za, vi si fa una politica progres-sista» (C.I.C.E.S.
7 gennaio1970).Il ventennio che segue queste vi-cende è noto. Il
progressismoimperversa in tutta la Chiesa,penetra nei seminari,
investeuniversità, editrici cattoliche,istituti religiosi, centri
culturali.Snerva insegnamento e liturgie,alimenta contestazioni al
Magiste-ro, ribellioni alla “Humanae Vi-tae”, crisi impressionante
tra ilclero, tendenze separatiste delleConferenze episcopali.
Diffondenella Chiesa quel clima di confu-sione e di insicurezza
che, nono-stante il vigore dell’evangelizza-zione di Giovanni Paolo
II, perdu-ra fino ad oggi, provocando il di-simpegno nella pratica
cristiana,la crisi delle vocazioni, la disper-sione nelle
sètte.Quale istituzione cattolica, qualeeditrice, quale rivista ha
resistito aquesta ondata di progressismo di-sgregatore? Quanti
teologi, bibli-sti, pubblicisti cattolici escono im-muni dalla
sudditanza agli influssiultramontani?Frugando nelle proprie
tasche,quelle trenta monete con le qualiCristo in questo
post-Concilio èstato venduto al nebuloso laici-smo marxista e
massonico, si fan-no roventi. Un cristianesimo dimezze verità, in
cui molti si dannoda fare a segare il ramo su cui so-no seduti, non
è più respirabile. È bene che la consapevolezzadel tradimento
affiori nelle co-scienze di molti, e riporti so-
prattutto i responsabili al senso di di-gnità e di libertà di
spirito che distin-gue i veri ricercatori della verità!
(fine)
“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 15
-
16 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
L e recensionioffrono valuta-zioni sui film;questa, però, non
èuna recensione, per-ché il film “La Pas-sione del Cristo” diMel
Gibson non èun “film”; è unagrande opera d’arteCattolica ed
unasvolta nella storiaumana.Chi avrebbe mai det-to, nell’anno
2.000,nel passaggio da unmillennio al successi-vo che, nel breve
ar-co di pochi anni, ilpiù grande incassonella storia del cine-ma
dei primi cinquegiorni di prima rap-presentazione di unfilm avrebbe
avuto,come soggetto, lacronaca della “Pas-sione di Nostro Si-gnore
Gesù Cristo”nei suoi dettagli più crudi e strazianti?In un mondo
secolarizzato e impregnatodi menzogne, mosso da un odio demo-niaco
per la verità, in particolar modo la“Verità di Dio”; in un mondo
che naviganel peccato e che trabocca di orgogliosebrame umane e
diretto dall’odio del Be-ne, in particolare del “Bene di Dio”; inun
mondo sfigurato dalla corruzione eche gozzoviglia nelle
turpitudini, governa-to dall’odio per la Bellezza, specialmentela
“Bellezza della Creazione di Dio”; inun mondo simile, chi avrebbe
potuto im-maginare il trionfo di un successo di cas-setta e
l’entusiasta e profonda rispostadel pubblico ad una vera, valida e
mera-vigliosa opera d’arte, specialmente quan-
Mel Gibson ha affer-mato che il vero arte-fice di quest’opera
èstato lo Spirito Santo,e per questo suo direè stato deriso e
bef-feggiato!Sotto l’aspetto stori-co, Gibson non hadetto nulla di
ecce-zionale. Tutti gli arti-sti, i poeti e i musici-sti, sin dagli
albori deitempi, hanno saputoche essi dipendonoda una forza
esternache lavora attraversodi essi per produrrel’opera d’arte
finale.Solo alcuni artisti ar-roganti hanno assun-to che essi
stessierano la fonte del lo-ro genio, ma, in mas-sima parte, si
trattavasolo di aberrazioni.La maggioranza deigrandi artisti si
sonosempre appellati alle“muse”, oppure
all’“ispirazione divina”, o a Dio in Per-sona, per ottenere il
Suo aiuto. A compi-mento della loro opera d’arte, essi hannosempre
ringraziato la fonte, come adesempio Bach, che scriveva: “S. D.
G.”(Soli Deo Gloria!). Mel Gibson, registade “La Passione del
Cristo” si ponesemplicemente nella categoria di questigrandi
artisti. Le vociferanti critiche della stampa vo-gliono negare a
Mel Gibson lo stato diartista. Un vero artista, secondo il
loroperverso giudizio, deve schernire NostroSignore, come fanno
molti, nel film che sifanno beffe al passaggio di Nostro Si-gnore
durante una processione della Via
““TTHHEE PPAASSSSIIOONN OOFF TTHHEE CCHHRRIISSTT””– Riflessioni
–
di David Allen White
(dal bisettimanale americano: “The Remnant” 15 Marzo 2004 -
www.RemnantNewspaper.com)– Traduzione del dott. Franco Adessa –
do essa richiede così tanto allo spettato-re?Le profonde e
commosse reazioni, pro-vocate da questo film, forniscono la pro-va
semplice e diretta di un giudizio spiri-tuale. Andrai a vedere
questo film, oppu-re no? Crederai a questo film, oppureno?
Obbedirai ai Comandamenti di Dio,oppure no?Vi è mai stata un’opera
d’arte così mira-colosamente ingegnata per separare le“pecore” dai
“caproni”, o per vedere sele Sue “pecore” seguiranno i
Pastori,oppure se ne rimarranno da sole? Il film,necessariamente,
deve essere stato divi-namente ispirato!
Una scena del film: Gesù morente in Croce.
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“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 17
Crucis. Si potrebbe porre un crocifisso inun vaso di urina, o
creare un “ritratto” del-la “Beata Vergine” con sterco di
elefan-te; si potrebbe insinuare che Nostro Si-gnore aveva delle
passioni malsane ver-so Maria Maddalena, o relazioni contronatura
con i suoi Discepoli, e questa ver-rebbe considerata come una
profondaspiritualità artistica! Così gli accademiciliberali e
perversi commentatori di famamondiale!Sì, spiritualità, ma quella
demoniaca! Sì,profondità, ma quella degli abissi!Mostrare la verità
del dolore, delle soffe-renze e il sacrificio di Nostro Signore
lifa smaniare in modo così violento da far-ci venire in mente
quello di un vampiroche si trovi faccia a faccia con un
Croci-fisso!Le élite “intellettuali”, in America, sonodavvero dei
“morti viventi”!Le stesse voci che hanno osannato lestragi cruente
e gli eccessi di sangue diPeckinap, Spielberg e Tarantino,
adesso,hanno annusato la violenza e l’orrore nelcapolavoro di
Gibson!Ma è una pietosa presa di posizione chesi commenta da sè!Vi
sono stati davvero tempi in cui la vio-lenza era considerata
inopportuna peressere rappresentata al pubblico. I grecidel V°
secolo avanti Cristo consentiva-no la violenza sul palcoscenico
solo in ra-re eccezioni, perché essi la considerava-no “oscena”,
letteralmente “fuori dallascena”. Queste azioni, non essendo
rite-nute adatte per spettatori civili, accade-vano solo fuori dal
palcoscenico. Perquesto, Edipo si acceca fuori scena, co-me pure
Medea quando uccide i propri fi-gli.I Greci erano anche così
sensibili allapietà religiosa che quando Eschilo misein scena la
Dea femminile della vendetta,Le Furie, ambientandola al Tempio
diApollo, il solo pensiero di un tale sacrile-gio disturbò
talmen-te gli spettatori chealcune personeadulte svennero, ealcune
donne incin-te abortirono.In questi nostri tem-pi, noi, più che
aiGreci, siamo moltopiù simili ai Roma-ni: siamo una so-cietà che
gravita in-torno alla politica,alla legge, all’inge-gneria;
ricerche ecampi legittimi, mache troppo facil-mente degeneranoin
manipolazione,legalismo e orgo-glio. E, come i Ro-mani, noi siamo
as-setati di sangue!Per decenni, gl ischermi cinemato-grafici ci
hannoinondato di sangue! Noi non abbiamoprovato alcuna nausea nel
permettere ainostri figli di crescere guardando films,televisione e
video-giochi con migliaia emigliaia di omicidi di stupri e
rappresenta-
zioni dei più orribili e crudeli delitti! E que-sto l’abbiamo
sempre chiamato: “libertàartistica”! Tale “libertà”, però,
cessaquando entra in scena Nostro SignoreGesù Cristo. La Sua
Passione non de-ve essere rappresentata!E perché no?Sebbene le
voci, rauche di odio, nonavrebbero mai il coraggio di ammetterlo,il
fatto semplice è che essi sanno moltobene che cosa rappresenti il
Sangue diGesù, in contrapposizione a tutto quelsangue che ci è
stato propinato per annisugli schermi.E il regista Mel Gibson mette
bene inchiaro questo fatto.Questo è il Suo Sangue Prezioso;
resoprezioso perché è il Sangue sacrificatoal Padre in espiazione e
riparazione ditutti i peccati del mondo. Il Suo SanguePrezioso
doveva essere versato, tra mi-gliaia di altre cause, anche perché i
geni-tori del giorno d’oggi amano i loro figli tal-mente poco da
ucciderli nel grembo dellaloro stessa madre o, se questi sono
fortu-nati di venire alla luce, facendoli crescerenutrendoli di
orrori e di sangue, e di tantealtre oscenità rivoltanti che
marchiano laloro giovane anima per l’eternità!La preziosità di
questo Sangue di Ge-sù è sottolineata, nel film, dalla
scenastupenda in cui la moglie di Pilato,Claudia, offre a Maria e a
Maddalenadei panni bianchi. Impossibilitate a cu-rare le ferite di
Gesù, essendo Egli porta-to via, Maria e Maddalena si
inginoc-chiano sul pavimento del cortile in cui èstato flagellato
Gesù, raccogliendo il SuoSangue impregnandone i panni bianchi.Esse
non puliscono il pavimento; essestanno preservando il Suo Sangue
Pre-zioso; quel Sangue Prezioso versato an-che per i critici, per
gli accademici, e perquella categoria di persone auto-nomina-tasi
“intellighentia”!Queste persone sanno bene che questa
è la verità, e questo li fa impazzire! Equesto fa impazzire
anche la Gerarchiadi questa Chiesa del “Novus Ordo”!Dio, nella sua
infinita saggezza, hapermesso che la più grande opera
d’arte Cattolica, e quindi la più grandeopera d’arte di tutti i
tempi, fosse crea-ta da un Cattolico Tradizionalista.Nella Chiesa
del Post Vaticano II, cheha distolto i suoi occhi dalla Passione
diGesù, Mel Gibson ha mostrato questadura Verità davanti agli occhi
di tutto ilmondo! Ha fatto più lavoro apostolicolui, in una sola
settimana, che l’interaGerarchia di questa “Nuova Chiesa”negli
ultimi quarant’anni!Nel loro “nuovo ordine sentimentale”,nei loro
templi, pieni di striscioni, di ali diaquile, di danze liturgiche,
di chierichette,di spettacoli; con i loro baci della pace ela loro
giustizia sociale, in tutto questodov’è finito il Sangue Prezioso
di Gesù?Non certo sul tavolo della cena, o persinonel Calice della
Consacrazione, conside-rato l’arrogante sentimentalismo di
questiriformatori che ha permesso loro di alte-rare persino le
parole che Nostro Si-gnore ha pronunciato, al momentodella
Consacrazione, del vino nel SuoPrezioso Sangue!Il Grande
Sacrificio, però, è tornato!Ma non nei templi del “Novus Ordo”,no!
È tornato sullo schermo! Messo làcon fede, con amore e con
devozione, daun grande artista, per essere testimonia-to da milioni
di spettatori che hanno di-menticato questo grande dono, o di
cuiessi non erano mai stati neppure a cono-scenza, prima!Che Mel
Gibson usi le parole correttepronunciate da Nostro Signore nella
suatraduzione “pro multis”, cioè “per mol-ti”, (e non “per tutti”,
come si recita nel“Novus Ordo”), mostra come questaprecisione sia
stata solo un semplice do-vere di testimonianza della Verità. Non
sideve essere degli studiosi o dei linguisti,e neppure dei geni per
avere la traduzio-ne corretta. Si deve semplicemente ama-re Nostro
Signore più di quanto si aminogli applausi del mondo. La scorretta
tra-
duzione: “per tut-ti”, fatta per il “No-vus Ordo”,
mostra,invece, che la“Nuova Chiesa”del Post VaticanoII ama la sua
“ecu-menìa” più di quan-to essa ami le paro-le di Nostro
SignoreGesù Cristo!Cosa dire anchedella falsità secon-do la quale
la “gen-te” non rispondepiù alla Messa inLatino? E cosa
dire,allora, di un film po-polare in Latino e inAramaico? Le
vocicritiche di “quelliche sanno” hannoinsistito nel dire chela
“gente” nonavrebbe mostratoalcun interesse per
un film girato e parlato in simili lingue.Il film di Gibson,
invece, in un solo istan-te, ha messo a nudo questa menzognache per
anni è stata diffusa, come falsi-tà deliberata, anche dai
responsabili di
Una scena del film: Gesù nell’orto degli ulivi.
-
18 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
questa “Nuova Chiesa” del Post Vati-cano II!Vi sono momenti
meravigliosi nel film checolpiscono l’occhio, deliziano il cuore
esollevano le anime dei Cattolici Tradizio-nalisti. La lingua
latina e la corretta tradu-zione delle parole della
Consacrazione:“per molti”, durante l’ultima Cena, sonosolo
l’inizio. Un altro momento glorioso èquello quando, non appena la
Croce vie-ne issata e cade in posizione verticalecon un tremendo
contraccolpo, dando ini-zio al Grande Sacrificio, Maria Madda-lena
copre il suo capo con un velo,mentre tutti quelli presenti che
amanoNostro Signore, contemporaneamentesi inginocchiano. E ancora
quando laVergine Maria che, dopo la morte di suoFiglio, si avvicina
per baciare i piedi diGesù che pende dalla Croce; un atto,questo,
ripetuto, poi, per secoli, da milionidi cattolici il giorno del
Venerdì Santo. E cos’è quel curioso pezzo di stoffa mar-rone che
pende dalle spalle del buon la-drone sulla sua croce, quando chiede
aGesù di ricordarsi di lui quando Egli sarànel Suo Regno?Non ho
dubbi che vi siano altri e innume-revoli momenti sublimi, voluti da
Gibson,devoto alla Fede Cattolica Tradizionali-sta. Io ho visto il
film solo due volte. Laseconda volta, però, questo film mi hadato
un’esperienza completamente nuo-va. Non più quella dell’impatto
visceraledella profonda sofferenza di Nostro Si-gnore, ma quella di
notare cose nuove esperimentare emozioni diverse. La prima volta,
non ero riuscito a vederela colomba che volava sopra il capo diGesù
quando, con il Suoocchio livido e gonfio,Egli viene ricondotto
difronte a Pilato per la pri-ma volta; un chiaro pa-rallelo con
l’altro uccello,che appare più tardi nelfilm, portando
tutt’altroche consolazione al la-dro impenitente, cavan-dogli l
’occhio sinistrocon un colpo di becco.Questo film è un’operad’arte
che richiede di es-sere vista più volte perpoter ripagare lo
spetta-tore con nuove e sublimiintuizioni. Lo storicod’arte deve
mettersi allavoro. Il numero dellereminiscenze di grandidipinti del
passato daGrunewald a Caravag-gio e Raffaello ed altriancora, sono
straordina-rie.Come per i non cattoliciche hanno visto il film oche
ne hanno parlatomale, noi abbiamo l’ob-bligo della carità. Questaè
un’occasione idealeper spiegare al poveriProtestanti le relazioni
tra la Crocifis-sione e la Presenza Reale. Attraverso lesue
brillanti scene incrociate, Mel Gib-son ci ha dato tutto il
materiale di cui ab-biamo bisogno per comprendere questo
punto. Dobbiamo anche spiegare il ruolocentrale della Santa
Madre nella storiadella salvezza, e, ancora, questo grandeartista
di Gibson ha fatto il lavoro per noi.Noi abbiamo, inoltre,
l’obbligo di metterein chiaro che il film non ha nulla di
anti-semitico ma, allo stesso tempo, dobbia-mo comprendere il ruolo
centrale dei giu-dei nel piano provvidenziale di Dio. Comeessi,
involontariamente, duemila anni fa,hanno attuato il piano
provvidenziale diDio, essi hanno avuto un ruolo centraleanche oggi
nel trasformare questo film inun fenomeno mondiale che verrà
guarda-to da milioni di persone. Ancora una vol-ta, Dio usa questa
gente; dalla loro folgo-razione e dal loro odio e dalla loro
rabbia,Dio ne ha fatto scaturire un gran bene.Noi dobbiamo cercare
di convertirli allaVerità, ad accettare, finalmente, il Messiache è
morto per loro!E che pensare della Chiesa cattolicadel “Novus Ordo”
che, con l’eccezionedi alcuni bravi e devoti preti, è
rimastaimmobile nel suo silenzio senza darealcun sostegno o
incoraggiamento innessuna delle fasi della produzione edi
diffusione di questa grande operad’arte Cattolica? Non ho potuto
far altro che rimanere im-pressionato, in entrambe le
rappresenta-zioni del film, alle quali ho assistito, dallapomposa
arroganza degli Alti Prelatipresenti che sono rimasti freddi,
impas-sibili e impenitenti, e con accenni ditronfio compiacimento
quando NostroSignore veniva ingiuriato e torturato.Ci poteva forse
essere un migliore paral-lelo tra l’atteggiamento della nostra
Ge-
rarchia che ha tradito il Corpo Mistico diNostro Signore Gesù
Cristo e quello dicoloro che sono rimasti, lì,
silenziosi,ostentando un’espressione di pomposasicurezza di sè
quando il Suo Corpo è
stato ingiuriato, umiliato, coperto di sputi,torturato e
crocifisso? Si ha proprio ra-gione a credere che, anche al
giornod’oggi, noi stiamo assistendo alla Pas-sione della Chiesa di
Cristo!Ai Cattolici credenti, lo sdegno e l’indiffe-renza mostrata
dagli esponenti di questa“Nuova Chiesa” verso questo film, su-scita
un dolore immenso. Dal silenziodell’episcopato americano (con
l’ecce-zione del Vescovo McGrath di San Jo-se che ha fatto udire la
sua voce conla sua dichiarazione eretica, afferman-do che i Vangeli
non sono “raccontistorici di eventi storici”) e dalle farse-sche
goffaggini dei responsabili del Vati-cano sulle ormai famose
“quattro parole”(solo quattro parole?) “apparentemente”pronunciate
da questo Papa, la Gerar-chia cattolica ancora non ha persoun’altra
occasione per coprirsi di ver-gogna! Non ci rimane che pregare
Dioperché Egli ponga fine al più presto aquesto insostenibile
castigo spirituale!
Nelle prime scene del film, il regista mo-stra Pietro che
rinnega Nostro Signoreper ben tre volte. Dopo che lo
sguardodoloroso, ma pieno di amorevole incorag-giamento di Nostro
Signore s’incontracon quello di Pietro, che fissa il volto delsuo
Maestro e Salvatore, egli è sopraffat-to dal dolore e dal senso di
colpa. La suarisposta immediata è quella di correreverso la Santa
Madre e, cadendo ai suoipiedi, piangendo, grida: «Io L’ho
rinne-gato, Madre!».Possa, un giorno, ad un altro Detentoredelle
Chiavi Apostoliche essere accor-
dato un tale momento di rive-lazione e di seguire le ormedi quel
primo Pontefice, per-ché solo attraverso una taleammissione di
colpa, e soloai piedi della Vergine Mariapossiamo sperare che
que-sto ripudio di Nostro SignoreGesù Cristo abbia finalmenteun
termine! Al trionfo delCuore Immacolato di Mariaseguirà un periodo
di paceper il mondo con la piena re-staurazione della Chiesa,Una,
Santa, Apostolica e Ro-mana.
***
Io ringrazio Mel Gibson peravere donato alle nostre ani-me una
così grande speran-za, e necessaria in questitempi di logoramento,
di do-lore e di prova. Tu ci hai fattoricordare ciò che anche
noipossiamo aspettarci dalmondo. «Se hanno odiatoMe - Nostro
Signore dice aisuoi Discepoli nel film - essiodieranno anche
voi»!Grazie, per aver fatto la no-stra Quaresima più ricca nel
suo vero significato e per averci aiutato,nei giorni a venire, a
rendere la nostracroce un po’ più leggera. Noi la portiamoin buona
compagnia, in amicizia con te econ Gesù Cristo sofferente!
Una scena del film: la salita di Gesù al Calvario.
-
“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 19
Predizione di S. Francesco d’Assisi
sulla Chiesa
P oco prima di morire, avendoconvocato i suoi fratelli, li
av-vertì delle tribolazioni dicendo:«Miei fratelli, agite
virilmente, abbiatefermezza nel restare nell’attesa del Si-gnore:
una grande epoca di tribolazio-ni e di afflizioni è imminente,
nellaquale dei grandi pericoli e discriminazio-ni, sia temporali
che spirituali, incombe-ranno su di voi. La Carità di un
grandenumero si raffredderà e l’iniquità deimalvagi
sovrabbonderà.Il potere dei demoni sarà più grande ched’ordinario;
la purezza del nostro Ordinereligioso, e degli altri, sarà
deformata.Al momento decisivo di questa tribola-zione, qualcuno,
non canonicamenteeletto, elevato al sommo pontificato, sisforzerà
con ogni mezzo di comunicarea molti il veleno mortale del suo
errore.Allora, gli scandali si moltiplicheranno; ilnostro Ordine
sarà diviso; qualcuno, tragli altri, sarà completamente
distrutto,perché il loro membri non si opporranno,ma
acconsentiranno all’errore.Ci saranno tante e tali opinioni e
divi-sioni nel popolo e presso il religiosied i chierici, che, se
questi giorni cat-tivi non fossero abbreviati, come an-nuncia il
Vangelo, addirittura gli Eletticadrebbero nell’errore se in
questouragano non fossero protetti dall’im-mensa misericordia di
DIO.Allora, la nostra Regola e la nostra ma-niera di vita saranno
attaccate da certuni,molto violentemente.Delle tremende tentazioni
ne seguiranno.Coloro che saranno stati molto provati, ri-ceveranno
la corona della vita.Guai a coloro che si intiepidiranno, met-tendo
l’unica loro speranza nella loro vitareligiosa, perché non
resisteranno ferma-mente alle tentazioni permesse per laprova degli
Eletti.Coloro, invece, che, nel fervore dello spi-rito, si
attaccheranno alla pietà, con Ca-rità e zelo della Verità,
riceveranno per-secuzioni ed ingiurie come disobbedientie
scismatici.Perché i loro persecutori, mossi daglispiriti maligni,
affermeranno che ucci-derli e fare sparire dalla faccia dellaterra
simili uomini cattivi sarà fare ungrande omaggio a DIO!
Allora, il Signore sarà rifugio degli afflitti eli salverà,
perché avranno posto la spe-ranza in Lui, e quindi, per conformarsi
alloro Capo, agiranno secondo la Fede esceglieranno di obbedire a
DIO piutto-sto che agli uomini, guadagnando, conla morte, la vita
eterna. Non volendo ac-consentire all’errore ed alla perfidia,
nonavranno paura della morte.La Verità sarà tenuta nel silenzio da
certipredicatori ed alcuni altri la negheranno,gettandola a
terra.La santità della vita sarà derisa proprioda coloro che la
professeranno soloESTERIORMENTE; perciò, Nostro Si-gnore Gesù
Cristo invierà loro non un de-gno pastore ma uno
sterminatore»!..1
BREVE COMMENTO
Cosa pensare di questo testo?Quando, nel 1880, fu pubblicato
nel-l’“Opera Omnia” del Serafico Patriar-ca, gli interpreti si
divisero. Taluni pensa-
rono che gli avvenimenti di cui si parla sifossero realizzati al
tempo dello scismad’Occidente (XIV secolo). Altri, però,
ar-gomentarono che tale interpretazione èquanto meno molto
discutibile, perché,anche se in quel periodo ci furono fino atre
papi contemporaneamente, nessunodi loro insegnò eresie e, se è per
que-sto, non solo la Chiesa non ha stabilitochi era il papa vero e
chi il falso, anzi,papa Borgia, scegliendo di chiamarsiAlessandro
VI, indirettamente riconob-be il papa pisano Alessandro V (al
con-trario di ciò che fece Roncalli, che pre-se nome “Giovanni
XXIII”, come un al-tro pisano!). In effetti, secondo analisi del
testo com-piute da Fra Giovanni OFM. Cap. sullarivista domenicana
“Sel de la Terre”, iltesto è di origine sospetta. Sarebbeopera di
scismatici della sètta di originefrancescana dei cosiddetti
“Spritiuali”.Non bisogna, comunque, dimenticareche i “fatti” stanno
sotto gli occhi di tut-ti!Situazione, questa, che è adombrataanche
da una “profezia” del Santo Pa-dre Pio da Pietrelcina, presa dalla
viva
voce di chi la ascoltò, e che fu, poi, con-fermata sotto
giuramento.Era il mese di agosto del 1953. Un giova-ne francescano,
molto ammalato, si recòa San Giovanni Rotondo. Dopo il Coro,ebbe
un’udienza privata con Padre Pio dioltre venti minuti. Nel corso di
tale collo-quio, il giovane frate si lamentò di come iconfratelli
del suo convento si comporta-vano, in particolare, riguardo la
SeraficaPovertà.Padre Pio, a questo punto, distolse losguardo dal
frate e, guardando l’orizzon-te, impallidì e, dopo alcuni istanti,
disse:«Figlio mio, non me ne parlare! Sapes-si cosa vedo io da
lontano!.. Il PadreSan Francesco ha già alzato la manosinistra
sopra l’Ordine».Si era nel lontano 1953!
1 Cfr. “OPERA OMNIA” del Serafico Patriar-ca dell’Ordine dei
Minori, San Francescod’Assisi. Col 429-430, Edizioni “Imprimerie
dela Bibliotheque Ecclesiastique”. Parigi 1880.
Pubblichiamo il testo della “predizione” attribuita a San
Francesco d’Assisi sulla attuale tribolazione della Chiesa.
La morte di S. Francesco d’Assisi - Giotto.
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20 “Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004
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CRISTIANESIMO E
GIUDAISMO
del Prof. Mons. Francesco Spadafora
«I l libro (di Jules Isaac)fu tradotto in italianodalla signora
Ebe Fin-zi Castelfranchi: “Gesù e Israele”, ed.Nardini, Firenze,
1976, pp. 461; dallanuova edizione francese del 1970.«Il grosso
volume, dopo la Premessa deL’Amicizia ebraico-cristiana di
Firenze(p. 5), reca la Presentazione dell’edizio-ne italiana (pp.
7-10), ad opera del dome-nicano P. Pierre-M. De Contenson,
se-gretario della Commissione per le relazio-ni religiose con
l’ebraismo; e la Introdu-zione (pp. 11-16) del prof. Albert Sog-gin
della Facoltà Valdese di Teologia. IlPadre domenicano tesse
l’elogio di “que-sta opera... un vero e proprio ‘classi-co’ fra
quelle opere che hanno contri-buito all’instaurazione del
dialogoebraico-cristiano”. E ne fa espressa-mente la fonte “degli
insegnamenti diNostra Aetate e degli Orientamenti deldicembre 1974
da parte delle autoritàcentrali della Chiesa Cattolica”.«La fonte
comune al Baum e al Card.Bea è appunto questo libro di
JulesIsaac.«Il prof. Soggin, invece, fa anche cenno,nella sua
Introduzione, ad “elementimeno positivi” presenti nel libro:
“Laproblematica, deIl’Autore - scrive, ad es.,a p. 13 ss. - è
quella della guerra e parte,quindi, dalla spinta traumatica, sul
pianogenerale come su quello personale, pro-dotta dai campi di
sterminio”; nei quali “sitrovavano anche migliaia di
cristiani”.«Per comodità dei lettori, riportiamo, qui,brani
significativi del lungo accurato esa-
me critico fatto dal ben noto esegeta il P.Pierre Benoit nella
recensione al librodell’Isaac, nella prestigiosa “Revue Bibli-que”,
56 (1949), pp. 610-613.P. Benoit sintetizza in breve la tesi del
li-bro: «Israele non ha rigettato Gesù;Gesù non ha riprovato
Israele; l’idea diun “deicidio” commesso dalla massadel popolo
giudaico e che l’avrebbevotato al castigo di una vita errante trai
popoli, è un mito inventato dalla teo-logia cristiana e che non è
conformealla realtà della storia; disgraziatamen-te, essa è
all’origine di un antisemiti-smo secolare e sarebbe tempo che
laChiesa reprimesse queste affermazio-ni che han causato e causano
le per-secuzioni di giudei innocenti. Questa èla tesi difesa in
questo libro da JulesIsaac. Egli la sviluppa in 21
proposizionidistribuite in quattro parti».Quindi, passa aIl’analisi
dei punti più si-gnificativi. Le prime proposizioni “sfonda-no una
porta aperta”; tutti sono d’accor-do: Gesù è nato giudeo, da una
madregiudea... La nona proposizione (o nonoargomento della ed. it.,
pp. 68-89), invece,afferma che Gesù non ha mai sognato diabrogare
la legge mosaica. “Col sacrifi-cio della Croce - conclude la sua
rispo-sta P. Benoit - Gesù ha soppresso laLegge, come insegna
magnificamenteSan Paolo (particolarmente cfr. Gal. eRom.), e,
quando la Chiesa primitivaha sancito tale affermazione per la
suauniversalità, l’ha fatto sotto l’azionedello Spirito Santo, che
non è altro chelo Spirito di Gesù: “que M. Isaac veuil-
Riportiamo qualche passo del libro di mons. Francesco Spadafora,
“Cristianesimo e Giudaismo”,ed. Krinon, Caltanissetta, 1987.
(Partendo dal documento conciliare Nostra Aetate, mons. Spadaforafa
notare come esso sia stato concepito sulla base delle pressioni
esercitate dagli ambienti ebraici).
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“Chiesa Viva” *** Luglio-Agosto 2004 21
le bien accepter cette vue ‘theologi-que’, essentielle à la foi
chrétienne”(che il sig. Isaac accetti di buon gradoquesta veduta
‘teologica’, essenziale perla Fede cristiana!.«Ancora: non è vero
che “la massa delpopolo giudeo” ha rigettato Gesù, per labuona
ragione che la maggioranza diquesto popolo si trovava fuori della
Pale-stina e che quelli che si trovavano in Pa-lestina, nella
maggior parte, sentironoparlare di Gesù in maniera indiretta emolto
vaga (undicesimo argomento, pp.107-111). Furono i capi, i
componenti delSinedrio, che vollero la morte di Gesù adispetto
della simpatia delle folle per Lui(pp. 112 e ss.). Cfr. l’art. del
Card. Bea ela Dichiarazione Conciliare.«Ma questi capi - chied