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Pierre-Alain Croset ARCHIVIO CATTANEO EDITORE IN CERNOBBIO nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Cesare Cattaneo
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Cesare Cattaneo - Pensiero e segno nell'architettura. Introduzione / Introduction

Apr 10, 2023

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Page 1: Cesare Cattaneo - Pensiero e segno nell'architettura. Introduzione / Introduction

Pierre-Alain Croset

ARCHIVIO CATTANEOEDITORE IN CERNOBBIOnell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di CesareCattaneo

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€ 25,00

CesareCattaneoFigura di spicco della seconda generazione del razio-nalismo comasco, amico e collaboratore di GiuseppeTerragni e di Pietro Lingeri, Cesare Cattaneo si distingueper lasingolaresperimentazioneplasticae l’approfonditaricerca teorica che applica con grande coerenza co-struttiva e funzionale.Laureatosi in architettura presso il Politecnico di Milanonel 1935, con esperienze già svolte nel settore, Catta-neo intraprende la liberaprofessioneemantieneuncon-tinuo contatto con i principali esponenti del movimentorazionalista lombardo,nonchécon ilgruppodegli astrat-tisti comaschi, con particolare attenzione per le avan-guardieartistiche,cometestimonia lastrettaamiciziaconi pittori Manlio Rho e Mario Radice.La sua intensa attività professionale, svoltasi nell’arco disoli ottoannie inundifficileperiodopolitico -economico,porta alla realizzazione di sorprendenti “episodi espres-sivi”quali l’asiloGiuseppeGarbagnatiadAsnago(1935-1937), con Luigi Origoni, la fontana di Camerlata(1935-1936), con Mario Radice, la casa a Cernobbio(1938-1939) definita il “capolavoro dell’astrattismo poli-dimensionale”, e quella sede dell’Unione Lavoratori del-l’Industria a Como (con Pietro Lingeri e Luigi Origoni,1938-1942), che Kenneth Frampton ha definito “la piùbrillante soluzione dei temi compositivi e tipologici af-frontati dai razionalisti di Como, tanto che si può addirit-tura sostenere che essa rappresenti una delle maggiorifontidi ispirazionedellacosiddettaarchitetturaautonomaprodotta dalla tendenza italiana”.Numerosi gli elaborati e i progetti in corso di stesuraquando lamorte locoglieprematuramenteall’etàdi tren-tuno anni, il 24 agosto 1943.La sua poetica, limpidamente espressa nel testo Gio-vanni eGiuseppe.Dialoghi d’architettura (Milano 1941),assume un particolare valore teorico con l’innovativoconcetto di “polidimensionalità” che lo contraddistinguenel panorama dell’architettura razionalista dell’epoca.

Pierre-AlainCrosetPierre-Alain Croset (*1957, Ginevra) si è diplomato in ar-chitettura al Politecnico di Losanna nel 1982. Assistentealla direzione della rivista internazionale di architettura“Casabella” dal 1982 al 1996, ha pubblicato numerosiscritti sull’architettura moderna e contemporanea.Dal 1985 al 1993 ha collaborato con Luigi Snozzi, primacome assistente al Politecnico di Losanna, poi come ar-chitetto nel suo studio di Locarno. Dal 1995 esercita l’at-tività come architetto indipendente a Brescia.Dopo esser stato professore invitato alla Columbia Uni-versity (New York) nel 1994, è stato nominato professoreordinario di architettura alla Technische Universität diGraz, dove fu Preside della Facoltà di Architettura dal2001 al 2002. Dal 2002, è professore ordinario di pro-gettazione architettonica alla Prima Facoltà di architet-tura del Politecnico di Torino.

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Cesare Cattaneo1912_1943Pensiero e segno nell’architettura

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Referenze, autorizzazioni e concessioni dirittiARCHIVIO CATTANEO

direzione editorialeDAMIANO CATTANEO

redazioneMADDALENA CAVADINI

traduzioniwww.transiting.eu / STEVE PICCOLO

progetto grafico e impaginazioneGIOVANNA SALADANNA

Tutti i testi del libro,ad eccezione dell'Introduzionedi FrancescoMoschini,sono di Pierre-Alain Croset.Le citazioni tra virgolette all'interno del catalogosono di CesareCattaneo.

Nessuna parte di questo libro può essereriprodotta in qualsiasi forma senza autorizzazionespecifica dell'editore o dei proprietari dei diritti.

© 2012Associazione Culturale Archivio Cattaneotutti i diritti riservati

ISBN978-88-98086-01-6

per informazioni rivolgersi a :Archivio Cattaneovia Regina, 4322012 Cernobbio (Como)telefono [email protected]

in copertina:schizzi per una chiesa in Sicilia, 1933in IV di copertina:schizzi per Scuola di Ebanisteria, 1933risvolto di IV di copertina:CesareCattaneo,Sinfonia azzurra, marzo 1928,olio su cartone, 32 x 54 cm (Coll.privata)

Questo libro costituisce il catalogo della MostraCesare Cattaneo 1912_1943Pensiero e segnonell’architetturaall’Accademia Nazionale di San Luca

Il catalogo è stato realizzato con il sostegno di

Cesare Cattaneo1912_1943Pensiero e segno nell’architettura

a cura diPierre - Alain Croset

introduzione di Francesco Moschini

ARCHIVIO CATTANEO EDITORE IN CERNOBBIO

Page 5: Cesare Cattaneo - Pensiero e segno nell'architettura. Introduzione / Introduction

curatorePIERRE-ALAIN CROSET

organizzazioneACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA,FRANCESCO MOSCHINI

ASSOCIAZIONE ARCHIVIO CATTANEO,DAMIANO CATTANEOMARCO ORTALLI

progetto allestimentoANGELO MONTIMARCO ORTALLI

documentazioneMADDALENA CAVADINI

graficaGIOVANNA SALADANNA

filmatoALBERTO MOMO

realizzazione allestimentoGARBAGNATI ARREDAMENTI

Cesare Cattaneo 1912_1943Pensiero e segno nell’architettura

ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCApiazza dell’ Accademia di San Luca, 77_Roma

5 ottobre_17 novembre 2012

la Mostra è promossa da:ASSOCIAZIONEARCHIVIO CATTANEOACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA

con il contributo di:

Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Consiglio Nazionale degliArchitetti PPC

FederazioneArchitetti Svizzeri –GruppoTicino

FondazioneOrdine degli Ingegneri della Provincia di Como

Sika Italia S.p.A.

con il patrocinio di:

RomaCapitale

Comune di Como

Comune di Cernobbio

INARCASSA

Ordine degliArchitetti PPCdella Provincia di Como

Comitato d’Onore

ROBERTO FORMIGONI_Presidente della Regione LombardiaGUIDO STRAZZA_Presidente dell’Accademia Nazionale di San LucaOn.le CHIARA BRAGASen. ALESSIO BUTTIOn.le ERICA RIVOLTAMICHELE TORTORA_Prefetto di ComoMARIO LUCINI_Sindaco di ComoMons. DIEGO COLETTI_Vescovo di ComoPAOLO DE SANTIS_Presidente Camera di Commercio ComoLEOPOLDO FREYRIE_Presidente Consiglio Nazionale degli Architetti PPCARMANDO ZAMBRANO_Presidente Consiglio Nazionale degli IngegneriPAOLA MURATORIO_Presidente di INARCASSALEOPOLDO MARELLI_Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como

CARLO BASSIPIERCESARE BORDOLIMARIO BOTTASTEFANO BRUNIHOWARD BURNSMARISTELLA CASCIATOMARIO CANTALUPPILUCIANO CARAMELFRANCESCA CATTANEOGIANCARLO CONSONNIMARIA ANTONIETTA CRIPPAPIERLUIGI DELLA VIGNAMARCO DE MICHELISKENNETH FRAMPTONSERGIO GADDIVITTORIO GREGOTTIANTONIO MIGLIACCISILVIA MILESISTEFANO MUSSOALBA ORIGONIGIUSEPPE ORIGONIBARBARA RADICEENZO RHOPIA RIPAMONTIORNELLA SELVAFOLTAANTONIO SPALLINOCARLO TERRAGNIEMILIO TERRAGNISANDRO VERGANISTANISLAUS VON MOOSADACHIARA ZEVI

Comitato Scientifico

GUIDO BELTRAMINILUIGI CAVADINIGIORGIO CIUCCIPIERRE-ALAIN CROSET_PresidenteFRANCESCO MOSCHINIANGELO MONTIMARCO ORTALLI

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La riflessione intellettuale e la poetica progettuale allabase dell’opera di Cesare Cattaneo muovono dall’as-sunto per il quale l’architettura non si pone come meraparte di un’appagante e risolta totalità, ma come voltoin grado di sintetizzare una molteplicità di saperi nel-l’unità di un disegno che non è mai inteso come solu-zione definitiva, in quanto suscettibile di continui ripen-samenti. La sua inesauribile volontà di indagare, cheGiolli definisce, all’indomani della scomparsa, tensionedell’intendere, trova nel disegno il proprio mezzo privi-legiato, ove la convergenza di piani diversi e multiformiconduce a quella che l’architetto comasco definisce,mirabilmente, polidimensionalità. Se il tentativo di indi-viduare punti di tangenza tra diverse discipline poneCattaneo in pieno accordo con altri architetti della suagenerazione, la consapevolezza che l’armonia non siaun dato soggetto a reificazione, ma rappresenti unideale verso il quale tendere incessantemente, rende lasua figura di notevole importanza e la sua ricerca digrande attualità.Non è, pertanto, espressione di un retorico e vuoto ce-rimoniale il riconoscimento della rilevanza di questa mo-stra – Cesare Cattaneo 1912-1943. Pensiero e segnonell'architettura – che di Cattaneo intende illustrare ilpensiero sull’architettura e la continua sperimentazionespaziale ricorrendo all’esposizione dei suoi disegni,quali tracce significative e determinanti per il dispiegarsidella sua riflessione. L’aver prediletto il piano della rap-presentazione in luogo di quello, carico di una imme-diatezza solo apparente, della realizzazione perevidenziarne il sistema metodologico e le scelte formalinon è certo dovuto all’inadeguatezza dei risultati mate-riali, che, nonostante l’esiguità, risultano indubbiamenteesemplari. Piuttosto, è diretta conseguenza di quel so-strato culturale condiviso che congiunge i principi ope-rativi di Cattaneo ai fondamenti che sostanziano lostatuto dell’Accademia Nazionale di San Luca, se-condo cui il disegno rappresenta il termine comune delquale le tre arti, pittura scultura e architettura, parteci-pano con pari dignità.Sin dal suo primo costituirsi, nel 1577, come Accademia

delle Arti della Pittura, della Scultura e del Disegno che,per iniziativa del pittore Girolamo Muziano, si origina-va dalla quattrocentesca Università delle Arti della Pit-tura, e con la successiva simbolica rifondazione comeAccademia di San Luca, avvenuta nel 1593, ad operadel pittore Federico Zuccari, dopo il trasferimento dellasede presso la Chiesa di Santa Martina al Foro Ro-mano, l’Accademia ha posto a fondamento del propriostatuto il proposito di muoversi in difesa e a sostegnodelle arti, come attestato dalla scelta della figura di SanLuca evangelista quale primo simbolo dell’istituzioneaccademica. L’ingresso degli architetti nel sodaliziosotto il principato di Pietro da Cortona, con l’attribuzionedei medesimi diritti riconosciuti a pittori e scultori, con-duce a una riflessione sulla natura del disegno, non piùinteso soltanto alla stregua di una delle arti, quanto piut-tosto quale necessario presupposto di ognuna di esse.A suggello di tale considerazione risulta, a partire dal1705, l’adozione da parte dell’Accademia di San Lucadella figura del triangolo equilatero come proprio em-blema, i cui elementi costitutivi, il pennello, la stecca eil compasso, trovano nel disegno il proprio simbolicobaricentro, l’origine comune dinnanzi alla quale le trearti, in accordo con il motto oraziano aequa potestas,assumono pari rilevanza. L’interdisciplinarietà del dise-gno rappresenta, dunque, la ragione preminente dellasua complessità, del suo dispiegarsi come concentratoteorico a cui rinviano discipline estremamente diverse,che nel disegno ritrovano la propria specificità, la pro-pria autonomia e la propria caratterizzazione, ma, altempo stesso, anche la possibilità di esplicitare la pro-pria naturale tendenza alla commistione. Se in alcunimomenti, infatti, le necessità tecniche e progettuali por-tano i lavori di pittori, scultori e architetti a chiudersi pro-fondamente nel loro specifico settore di riferimento,ricorrendo a un repertorio linguistico fortemente radi-cato; in altri il confine tecnico e semantico delle varie di-scipline perde forza per dissolversi completamentenell’immediatezza dell’atto grafico, indirizzando versoun autonomo percorso critico di ricostruzione delle ca-tegorie in assenza di pregiudizio.

Quanto detto riconduce alla riflessione sulla figura diCattaneo, che dell’interdipendenza delle arti plastiche èconvinto assertore. Lo è per formazione, se si consi-dera la frequentazione di un gruppo variegato di artisti,architetti, intellettuali con i quali disquisire sulle istanzedella nuova architettura. Lo è nella pratica professio-nale, se si tiene conto della sua collaborazione non sol-tanto con Terragni e Lingeri, ma anche col pittore MarioRadice per il progetto della fontana di piazzale Corsicaa Como. Ognuna delle sue opere, sin dalle esercita-zioni giovanili, rappresenta, al di là della compiutezzaspecifica, un diverso momento di un itinerario in dive-nire, un aspetto distinto di un’infinita ricerca che Catta-neo tenta di definire e precisare attraverso un costantericorso al disegno. Non si tratta di una semplice inda-gine grafica, quanto, piuttosto, come testimonia il com-plesso di disegni sulla casa d’affitto a Cernobbio, di farconfluire le diverse esperienze in una soluzione unitaria,dove l’estro creativo e le ragioni della funzione, la visio-narietà e la tecnica, trovino una propria declinazione nelrigoroso universo della logica euclidea, nella chiarezzadi un proporzionamento armonico, che esprima il sensodell’unità, più che una sua effettiva realizzazione.La geometrica perfezione non persegue alcuna virtua-lità o pretesa scenografica, mirando invece a riflettere,anche in un’opera di decorazione pura come la fontanadi Camerlata, i valori della collettività, nonché ad acco-gliere le implicazioni dell’opera di architettura in rela-zione alla sua durata, al suo essere nel tempo. A tal fine,Cattaneo si avvale di un vero e proprio procedimento“diairetico”, di analisi e di ricomposizione, che risolvaogni tema nei propri aspetti costitutivi, per poi assorbirlie ricomporli in sempre nuove e diverse articolazioni vo-lumetriche di figure elementari, in una successione cheal disegno tecnico affianca e oppone lo schizzo.La forte analiticità del metodo non è, tuttavia, l’unico filoche congiunge la figura dell’architetto comasco alla fi-losofia platonica. Oltre ai criteri fondativi della sua ideadi spazialità, egli si avvale dello strumento narrativo chesommamente contraddistingue il pensiero del filosofogreco, quando articola le proprie riflessioni secondo

uno schema che ricalca e ripropone la formula dei dia-loghi socratici, già adottata con esiti mirabili da PaulValéry. Questa scelta è, del resto, opportunamente det-tata, considerato il carattere ad un tempo empirico especulativo, mai dottrinale, del dialogo, dal preciso in-tento di indagare i multiformi aspetti dell’esistenza e isuoi riflessi particolari sul mestiere dell’architetto e sul-l’animo di chi lo esercita, senza rinunciare alla possibi-lità di astrarre da essi seguendo il filo di quellecorrispondenze, di quel fitto e inesorabile contrasto tragenerale e particolare, che riportano all’unità del pro-blema estetico. Ne è diretta conseguenza lo scherzosinfonico rappresentato dallo specchio sinottico postoal principio del testo Giovanni e Giuseppe. Dialoghi diarchitettura, in cui l’inventario di stili architettonici, qua-lità, oggetti e comportamenti, suddivisi nei quattro mo-menti del giorno, lungi dall’essere irrefutabili certezze,categorie fisse e immutabili, rappresentano frammentipeculiari e determinati dell’esistenza posti in relazione.Su questi rimandi si confrontano i due personaggi, l’ar-chitetto e il suo interlocutore, in un confronto inesauribile,che si conclude, più che con delle risposte, con deinuovi interrogativi. E, al termine del testo, cosciente chei due personaggi abbianodiscussomoltomaconclusopochissimo, Cattaneo rivolge al lettore l’invito a prose-guire la riflessione in merito, rendendo il dialogo non piùsoltanto un espediente narrativo, ma uno strumentoconcreto di confronto. Si intende, in questa occasione,raccoglierne l’appello, affrontando la sfida di un ragio-namento su temi che, a cento anni dalla nascita del-l’architetto comasco, risultano centrali nel dibattitosull’architettura.

IntroduzioneFrancescoMoschiniSegretarioGenerale dell’ AccademiaNazionale di San Luca

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The intellectual reflections and design poetics that formthe foundations of the work of Cesare Cattaneo startwith the assumption that architecture is not merely partof a satisfying, resolved whole, but a visage capable ofsumming up a multiplicity of forms of knowledge in adesign that is never seen as a definitive solution, be-cause it is subject to continuous revisions. His tirelessdesire to investigate, which Giolli defines, right after Cat-taneo’s death, as tensionof understanding, finds its pre-ferred channel in drawing, where the converging ofdifferent, multiformal planes leads to what the architectfrom Como aptly called polydimensionality. While theattempt to identify points of contact between differentdisciplines puts Cattaneo into full agreement with otherarchitects of his generation, his awareness that har-mony is not a given subject to reification, but representsan ideal towards which one must incessantly strive,makes his figure remarkably important, and his rese-arch extremely timely.Therefore recognition of the pertinence of this exhibition–Cesare Cattaneo 1912-1943. Thought and sign in ar-chitecture – which sets out to illustrate Cattaneo’s thin-king on architecture and his continuous spatialexperimentation, through the display of his drawings assignificant traces, decisive for the unfolding of his re-flections, is not just a matter of rhetoric and empty ce-remony. The predilection for the level of representation,in place of what only apparently would appear to bemore immediate, that of construction, to bring out themethodological system and the formal choices, is cer-tainly not due to any shortcomings in the material re-sults, which though few in number remain indubitablyexemplary in quality. Instead, it is the direct conse-quence of that cultural substrate that combines the ope-rative principles of Cattaneo with the foundations of thework of the Accademia Nazionale di San Luca, accor-ding to which drawing represents the common factor inwhich three arts – painting, sculpture and architecture– participate with equal dignity.Ever since its founding in 1577 as an Academy of theArts of Painting, Sculpture and Drawing, which through

the initiative of the painter Girolamo Muziano developedfrom the 15th-century University of the Arts of Painting,and with the subsequent, symbolic re-founding as theAccademia di San Luca, in 1593, thanks to the painterFederico Zuccari, after the move of the facility to theChurch of Santa Martina at the Roman Forum, the Aca-demy has based its activity on the goal of defendingand supporting the arts, as indicated by the choice ofthe figure of St. Luke the Evangelist as the prime sym-bol of the academic institution. The entry of architects inthe school, during the period under the direction of Pie-tro da Cortona, with the same rights as painters andsculptors, led to reflection on the nature of drawing, nolonger seen simply as one of the arts, but instead as anecessary premise for each of them. This considera-tion was ratified, starting in 1705, by the adoption on thepart of the Accademia di San Luca of the figure of theequilateral triangle as its emblem, whose constituentelements – the paintbrush, the ruler and the compass –find their symbolic center of gravity in the drawing, theshared origin before which the three arts, in keepingwith the Horatian motto aequa potestas, take on equalimportance. The interdisciplinary character of drawing,then, represents the foremost reason for its complexity,its unfolding as a theoretical concentrate referred backto be extremely different disciplines that find their ownspecificity in drawing, their own autonomy and charac-terization, but at the same time also the possibility ofbringing forth their natural tendency to mingle. While incertain moments, in fact, technical and project needslead the works of painters, sculptors and architects toclose themselves off in their specific sectors of refe-rence, making use of a deeply rooted linguistic reper-toire, in other moments the technical and semanticborderlines of the various disciplines lose their strength,completely dissolving in the immediacy of the graphicact, shifting towards an independent critical path of re-construction of the categories, without preconceivednotions.All this brings us back to our reflections on the figure ofCattaneo, who was a convinced supporter of the inter

dependency of the plastic arts. This was a matter of hisbackground, if we consider his acquaintance with a va-ried group of artists, architects and intellectuals withwhom he could discuss the characteristics of the newarchitecture. And of his professional practice, if we con-sider his work not only with Terragni and Lingeri, but alsowith the painter Mario Radice on the project for the foun-tain of Piazzale Corsica in Como. Each of his works,from the earliest youthful exercises, beyond specific de-grees of completeness, represents a different momentof an itinerary in a state of becoming, a distinct aspectof an infinite research Cattaneo attempts to define andspecify through the constant use of drawing. Not meregraphic investigation, but instead – as can be seen inthe complex of drawings for the apartment house atCernobbio – a way of making different experiences con-verge in a single solution, where creative impulse andthe reasons of function, vision and technique, find theirown order in the rigorous universe of Euclidean logic, inthe clarity of harmonious proportions, expressing thesense of unity more than its effective realization.The geometric perfection does not pursue any virtua-lism, any theatrical aims, instead attempting to reflect,even in a work of pure decoration like the fountain ofCamerlata, the values of the community, while graspingthe implications of the work of architecture in relation toits duration, its being in time. To this end, Cattaneomakes use of a true “diaeretic” procedure of analysisand recomposition, which resolves every theme in itsown constituent aspects, then absorbing them and re-assembling them in always new, different volumetric ar-ticulations of elementary figures, in a succession thatflanks and counters the technical drawing with thesketch.The highly analytical approach of the method, never-theless, is not the only thread that links the figure of thearchitect from Como to the philosophy of Plato. Besidesthe basic criteria behind his idea of spatial quality, healso relies on the narrative tool that is a distinguishingtrait of the thought of the Greek philosopher, when heexpresses his own reflections according to a scheme

that retraces and reprises the formula of the Socraticdialogue, already utilized with outstanding results byPaul Valéry. This is an opportune choice, consideringits simultaneously empirical and speculative, never doc-trinal character, with the precise aim of investigating thepolymorphic aspects of existence, and itsparticular re-flections on the craft of the architect and the soul of hewho practices it, without renouncing the possibility ofabstraction from them, following the thread of those cor-respondences, of that dense, inexorable contrast bet-ween the general and the particular, leading back to theunity of the aesthetic problem. It is direct consequenceof it the symphonic joke represented by the synoptictable placed at the start of the textGiovanni eGiuseppe.Dialoghi di architettura, in which the inventory of archi-tectural styles, qualities, objects and behaviors, subdi-vided into four moments of the day, far from presentingirrefutable certainties, fixed and immutable categories,represents particular and determinate fragments of exi-stence, placed in relation to each other. The two cha-racters confront each other on these terms, the architectand his counterpart, in an inexhaustible face-off thatconcludes not so much with answers as with new que-stions. And, at the end of the text, aware that the cha-racters have discussed much while reaching very fewconclusions, Cattaneo invites the reader to carry on withhis reasoning, making the dialogue no longer just a nar-rative device, but also a concrete tool of interaction. Onthis occasion, we would like to accept his invitation, ap-proaching the challenge of reasoning on themes thatone hundred years after Cattaneo’s birth remain centralto the architectural debate.

IntroductionFrancescoMoschiniSecretaryGeneral of the AccademiaNazionale di San Luca